Bologna. A Palazzo dall’Armi Marescalchi, sede Sabap, presentazione del libro “LA CONSERVAZIONE PREVENTIVA E PROGRAMMATA: UNA STRATEGIA PER IL FUTURO. Premesse esiti e prospettive degli interventi di Fondazione Cariplo sul territorio” di Rossella Moioli

Copertina del libro “LA CONSERVAZIONE PREVENTIVA E PROGRAMMATA: UNA STRATEGIA PER IL FUTURO. Premesse esiti e prospettive degli interventi di Fondazione Cariplo sul territorio” di Rossella Moioli
La soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara propone la presentazione del libro di Rossella Moioli “LA CONSERVAZIONE PREVENTIVA E PROGRAMMATA: UNA STRATEGIA PER IL FUTURO. Premesse esiti e prospettive degli interventi di Fondazione Cariplo sul territorio” (Nardini, Firenze, 2023). Appuntamento il 15 novembre 2023, alle 16.30, a Palazzo dall’Armi Marescalchi, sede Sabap-Bo, in via IV Novembre 5 a Bologna. Programma: dopo i saluti della soprintendente, arch. Francesca Tomba, intervengono: Marco Cammelli, Associazione di cultura e politica “Il Mulino”, su “L’evoluzione normativa nella definizione del concetto di “conservazione programmata”; Lorenza Gazzerro, Fondazione Cariplo, su “Il ruolo della Fondazione Cariplo nella promozione di un nuovo approccio al tema della “conservazione programmata”; Stefano Della Torre, Politecnico di Milano, su “Un concetto in evoluzione”; Marco Pretelli, università di Bologna, su “Dall’ICR all’attualità: perché conservare deve essere programmato”. Partecipano Rossella Moioli e Pietro Petraroia. Non è prevista prenotazione. L’ingresso alla presentazione è libero, fino ad esaurimento per un massimo di 80 posti disponibili.

Rossella Moioli (politecnico di Milano)
Il libro. La Conservazione preventiva e programmata è una strategia di medio-lungo periodo che pone l’integrazione delle attività di conservazione e valorizzazione alla base di un’efficace gestione del bene culturale. È orientata alla prevenzione e alla cura costante del patrimonio culturale ed è un processo articolato di produzione di nuova conoscenza e di stratificazione di informazioni. Il libro racconta le riflessioni condotte nell’arco di più di venti anni sul tema della conservazione preventiva e programmata e rende conto degli esiti di dieci anni di interventi di Fondazione Cariplo sulla linea del rinnovamento della visione e delle metodologie della conservazione del patrimonio architettonico, inquadrandone il fondamento culturale, anche grazie alla preziosa ricostruzione delle vicende novecentesche proposta da Pietro Petraroia nella sua Prefazione, il contesto internazionale e le prospettive di sviluppo, con una crescente attenzione ai temi della transizione digitale e della prevenzione ambientale.
Reggio Emilia. Ciclo di incontri “Dallo scavo al museo” dedicato alle novità dell’archeologia reggiana: dal monumento funerario dei Concordii alle case romane in museo alla terramara di Poviglio

È iniziato il ciclo di appuntamenti “Dallo scavo al museo” dedicato alle novità dell’archeologia reggiana, a cura di Giada Pellegrini, promosso dai Musei Civici e dalla Biblioteca delle Arti con il contributo Art Bonus di Iren SpA e Credem. Al centro dei primi due incontri sono poste alcune significative testimonianze dei fasti della cultura romana nel territorio. Il primo appuntamento sabato 11 novembre 2023 alla biblioteca delle Arti: presentato il monumento funerario dei Concordii, una delle più interessanti espressioni del rilievo funerario romano nell’Italia settentrionale, restituito a nuova vita nel contesto paesaggistico del Parco del Popolo. Sono intervenute Annalisa Capurso per la soprintendenza ABAP di Bologna, Ursula Montanari e Paola Venturelli per il Servizio Cura della Città del Comune, Valentina Galloni e Giada Pellegrini per i Musei Civici e Francesca Attardo per AR/S Archeosistemi.

Il monumento funerario dei Concordii nel parco del Popolo a Reggio Emilia (foto musei civici re)

Dettaglio del monumento funerario dei Concordii al parco del Popolo a Reggio Emilia (foto musei civici re)
Nel 1929 nel territorio dell’antica Brixillum (Brescello), venne in luce il recinto funerario della gens Concordia. All’indomani della scoperta il monumento, pregevole per apparati decorativi ed estetica architettonica, fu trasferito al Parco del Popolo di Reggio dove la cornice paesaggistica avrebbe garantito lo sfondo ideale per la sua valorizzazione. Un importante progetto di restauro e tutela, che vede la collaborazione tra diversi professionisti, intende riportare il monumento all’originale splendore nel contesto particolare dei giardini pubblici.

Il Portico dei Marmi ai musei civici di Reggio Emilia (foto carlo vannini)
“Case in museo: tracce della scena domestica della Reggio romana nelle collezioni dei Musei Civici” è l’appuntamento del 2 dicembre 2023, alle 11, con Antonella Coralini professore di Archeologia classica all’università di Bologna, direttore del Centro universitario di Studi sulla Pittura antica (CESPITA), direttore della Summer School Digital Collection Curator for Archaeology (DIGITARCH) che ricostruirà lo scenario dell’abitare a Regium Lepidi fra l’età repubblicana e il tardo impero. Quanto si conserva delle case della Reggio romana nelle collezioni del Musei Civici? Pavimenti, decorazioni parietali, sculture e oggetti del quotidiano aiuteranno a meglio comprendere i modi di abitare e vivere a Regium Lepidi fra la tarda età repubblicana e il tardo impero.

Rilievo aereo della terramara di Santa Rosa di Poviglio (RE) (foto uni-mi)
Il 27 gennaio 2024 nella conferenza dal titolo “La terramara Santa Rosa di Poviglio. Cinquecento anni di storia, quarant’anni di indagini”, Mauro Cremaschi (università di Milano), farà il punto delle indagini in uno dei siti più noti del reggiano in occasione dei quarant’anni dall’inizio degli scavi. Lo scavo archeologico nella Terramara Santa Rosa di Poviglio è in corso da quarant’anni ed è uno dei più longevi d’ambito protostorico in Europa. Fin dall’inizio le ricerche hanno indagato la struttura della terramara, mettendone in luce ampie aree, al fine di ricostruirne l’evoluzione nel tempo. Nato come un piccolo villaggio nel corso del Bronzo medio (circa 1550 a.C.) delle dimensioni di un ettaro, l’abitato si amplia fino a sette ettari nel corso del Bronzo recente (circa 1300 a.C.) per poi essere abbandonato, come tutte le terramare, intorno al 1150 a.C. circa. In questo lungo intervallo di tempo si registrano importanti mutamenti, dalla tipologia dei quartieri abitativi, alla gestione dei fossati, fino alla struttura delle recinzioni. Il complesso rapporto fra cambiamento climatico e gestione delle risorse da parte della società terramaricola, fu proprio la causa di tali cambiamenti e la ragione stessa della fine delle terramare.
Ozzano dell’Emilia (Bo). Festa della Storia nell’area archeologica di Claterna: rievocazioni, ricostruzioni storiche, visite guidate e laboratori
A Claterna (Ozzano dell’Emilia, Bo) per la Festa della Storia. Sabato 7 ottobre 2023 nell’area archeologica sarà ricostruito un fedele accampamento romano nel quale sarà possibile rivivere la vita quotidiana di una legione del I secolo d.C., la Legio XIII Gemina. Le attività di rievocazione realizzate attraverso tecniche di archeologia sperimentale e living history, saranno accompagnate da visite guidate agli scavi a cura degli archeologi della soprintendenza ABAP di Bologna e si terranno nei seguenti orari: 10, 11, 12, 14, 15, 16. I più piccoli potranno scegliere tra 2 laboratori: “Costruisci e Gioca con la scacchiera romana”, laboratorio giochi per bambini dai 6 agli 11 anni (turni 15 e 16); “Cerca, Trova e Costruisci”, laboratorio di manipolazione per bambini dai 6 agli 11 anni (turni 10 e 11). Per i bambini al di sotto degli 8 anni è necessaria la partecipazione di un genitore. Uno spazio verrà dedicato anche ai ragazzi più grandi, dai 12 ai 18 anni, con un’esperienza ludico – storica assieme ai legionari che proporranno diverse attività tra cui tiro con l’arco, tiro con l’onagro (catapulta) e vestizione del legionario (turni 11.30 e 16.30). Evento all’aperto. Partecipazione e ingresso gratuiti fino ad un massimo di 30 persone a turno. Per prenotare: museo@comune.ozzano.bo.it oppure 051 791337.
Comacchio (Fe). In occasione delle GEP 2023 inaugurazione del nuovo laboratorio per l’archeologia al Cippo Folegatti. Segue visita guidata all’abitato di Spina

Il Cippo Folegatti a Comacchio e, in fondo, il nuovo laboratorio per l’archeologia (foto sabap-bo)
In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023 la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena Reggio Emilia e Ferrara, in collaborazione con l’università di Bologna, inaugura un nuovo spazio studio. Appuntamento domenica 24 settembre 2023, alle 15.30, inaugurazione del nuovo edificio al Cippo Folegatti, in via Valle Lepri, c/o Cippo Folegatti, a Comacchio (Fe). Evento gratuito con ingresso libero. L’area dell’ex casermetta, in prossimità del Cippo Folegatti, è stata oggetto di un importante intervento di riqualificazione che ha consentito di ricostruire l’edificio ex novo, creando uno spazio-laboratorio che sarà un punto di riferimento per gli studiosi che operano nel territorio comacchiese, sempre al centro di una intensa e proficua attività di ricerche archeologiche. Segue, alle 16.30, una visita guidata allo scavo in concessione nell’abitato di Spina a cura dell’università di Bologna. Partecipazione gratuita, max 25 persone, prenotazione obbligatoria all’indirizzo monica.aprile@cultura.gov.it (si raccomanda un abbigliamento comodo: scarpe chiuse e possibilmente pantaloni lunghi).
Bologna. Per le Giornate europee del Patrimonio 2023 apertura straordinaria del teatro romano. Prenotazione obbligatoria

Resti della facciata esterna (I° fase) e dei posteriori muri radiali (II° fase) della cavea del teatro romano di Bologna (foto Sabap-Bo)
Apertura straordinaria del teatro romano di Bologna in occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2023: gli archeologi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le provincie di Modena Reggio Emilia e Ferrara racconteranno la storia del monumento più importante di Bologna romana. Appuntamento sabato 23 settembre 2023, tra le 9.30 e le 12.30, in via de’ Carbonesi, 5-7 (di fianco a Majani) a Bologna. Sono previste 4 visite con inizio alle 9.30, 10.15, 11, 11.45 (max 25 persone per turno). Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria all’indirizzo: silvana.sani@cultura.gov.it. Si prega di specificare nella richiesta di prenotazione l’orario della visita cui si intende partecipare e il numero dei partecipanti, eventualmente fornendo un orario alternativo in caso di esaurimento dei posti disponibili per il turno scelto. Il teatro romano è stato scoperto nel 1977 all’interno di un edificio privato in via de’ Carbonesi, che ha ospitato la sede di un’attività commerciale ed è chiuso al pubblico da ormai 25 anni. Oggetto di alcune campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza, il teatro romano di Bologna riveste un’importanza fondamentale sia per la storia della città sia per la storia dell’architettura teatrale antica.
San Pietro in Casale (Bo). Al via le “Conferenze al Fabbroni”: tre incontri al museo Casa Fabbroni. Ecco il programma
Al museo Casa Frabboni in via Matteotti 169 di San Pietro in Casale (BO) al via “Conferenze al Frabboni”, ciclo di conferenze con introduzione di Valentina Di Stefano, funzionaria archeologa della Sabap-Bo. Ingresso gratuito. Info e prenotazioni: Servizio Musei, Unione Reno Galliera – tel. 0518904829 / musei@renogalliera.it.

Concetta Caruso con il libro “101 Storie Svelate” (foto mnr)
Si inizia giovedì 23 marzo 2023, alle 20.30, con “Oltre le parole: (ri)dare vita alle iscrizioni del museo nazionale Romano”. Presentazione a cura di Carlotta Caruso del museo nazionale Romano. Dietro le poche parole incise sulla pietra si celano le vite di persone vissute molti secoli fa. Con l’idea di ricercare quelle vite e ricostruire le loro storie, il museo nazionale Romano ha ideato, a partire dal marzo 2020, durante i mesi di lockdown, la rubrica #StoriedaMNR. Il successo di queste storie, basate su un attento lavoro di ricostruzione mescolata a elementi immaginari, ha dimostrato come le epigrafi possano esercitare sul grande pubblico un fascino inatteso. Dalla rubrica social è nato oggi un libro, “101 Storie svelate”, pubblicato dal Servizio Educativo del museo nazionale Romano.

Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023
Secondo appuntamento giovedì 30 marzo 2023, alle 20.30: “Spina etrusca, un grande porto del Mediterraneo – mostra al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 21.12.2022 al 23.04.2023”. Presentazione a cura di Tiziano Trocchi, direttore del Museo. L’incontro intende raccontare il ruolo di Spina quale nodo fondamentale nella rete di contatti e traffici che connettevano le principali città del Mediterraneo di età arcaica e classica, sottolineando l’eccezionalità del porto adriatico di Spina e mettendone in luce similarità e differenze con i grandi insediamenti etruschi del Tirreno e con la città gemellata di Cerveteri.

Copertina del libro “Archeosocial 2.0” di Antonia Falcone
Terzo appuntamento venerdì 5 maggio 2023, alle 20.30: “Archeosocial 2.0” a cura dell’archeologa Antonia Falcone. Archeosocial è stato il primo volume interamente dedicato alla comunicazione social delle discipline archeologiche, scritto da archeologi per archeologi. La nuova edizione aggiornata con la curatela di Antonia Falcone è uno strumento agile e utile per muoversi in un mondo, quello delle piattaforme social, in costante movimento.
Bologna. L’università presenta “ArcheoDB – il progetto di mappatura dei dati archeologici attivo in Emilia-Romagna”: incontro in presenza e in streaming. Ecco il programma
ArcheoDB si presenta. Giovedì 2 marzo 2023, nell’aula Prodi del Complesso monumentale di San Giovanni in Monte, della Scuola di specializzazione in Beni archeologici del Dipartimento Storia Culture Civiltà – Alma Mater Studiorum università di Bologna viene presentato “ArcheoDB – il progetto di mappatura dei dati archeologici attivo in Emilia-Romagna”. Sarà possibile partecipare sia in presenza che in streaming cliccando su questo link. Non è richiesta prenotazione. Il progetto, portato avanti dal Segretariato Regionale e dalle Soprintendenze, coinvolge direttamente anche tutti i professionisti che operano sul campo. Questi possono richiedere le credenziali necessarie sia per utilizzare le informazioni relative ai siti archeologici già censiti, sia per aggiornare o aggiungere quelle mancanti. Diventa così possibile inserire ogni informazione georeferenziata in una mappa che si aggiorna costantemente, evitando duplicazioni degli sforzi e mettendo immediatamente a disposizione della comunità tecnica e scientifica le acquisizioni, in un’ottica di trasparenza e continuo miglioramento. Tutti i dati per la consultazione sono infatti a disposizione di cittadini e tecnici sul portale www.patrimonioculturale-er.it. Il programma prevede al mattino una prima sessione in cui si illustreranno gli scopi e l’avanzamento del progetto e l’integrazione del database regionale con il Geoportale Nazionale per l’Archeologia, mentre nel pomeriggio si entrerà nello specifico della formazione alla compilazione, con una sessione aperta al confronto con i professionisti che operano e opereranno sul sistema.

L’aula Prodi dell’università di Bologna dove si tiene la presentazione del progetto ArcheoDB (foto raffaele scatasta / archivio unibo)
PROGRAMMA. Alle 9.30, saluti istituzionali: Elisabetta Govi, direttrice della Scuola di specializzazione in Beni archeologici – università di Bologna; Elena Calandra, direttrice dell’Istituto Centrale per l’Archeologia – Direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio; Corrado Azzollini, segretario regionale del MiC per l’Emilia-Romagna; 9.45-13, PRIMA SESSIONE: presentazione del geodatabase degli interventi archeologici. Presiede: Monica Miari, soprintendenza Archeologia Belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara; 9.45, Valeria Boi, Istituto centrale per l’Archeologia, Direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, Ada Gabucci, archeologa libera professionista, su “ArcheoDB e il Geoportale nazionale per l’Archeologia: un modello virtuoso di collaborazione per la raccolta e la condivisione di dati archeologici aperti”; 10.15, Ilaria Di Cocco, segretariato regionale del MiC per l’Emilia-Romagna, su “Come nasce e funziona ArcheoDB: un nuovo strumento di conoscenza e tutela all’interno del WebGIS del patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna”; dopo la pausa caffè, alle 11.15, Marco Podini – Cecilia Moine, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, su “La nascita del progetto: dalla ricerca alla tutela, dall’archivio al WebGIS”; 11.45, Massimo Sericola, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Ravenna Forlì-Cesena e Rimini, e Giovanna Montevecchi, archeologa libera professionista, su “Dai dati editi delle prime sperimentazioni al recupero dei dati d’archivio: risultati dell’approfondimento e criticità”; 12.15, Valentina Manzelli – Valentina Di Stefano – Rossana Gabusi – Vanessa Poli, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, su “ArcheoDB quale strumento di conoscenza e supporto alla pianificazione: casi di applicazione a Bologna e nei PUG del territorio bolognese”; 12.45, Paolo Severi, Regione Emilia-Romagna – Area Geologia suoli e sismica, su “I dati archeologici derivati da ArcheoDB al servizio del progetto CARG”; 13, discussione. 15-17, SECONDA SESSIONE: modalità di utilizzo ed esempi. Alle 15, Ilaria Di Cocco, segretariato regionale del MiC per l’Emilia-Romagna, e Gabriele Boi, segretariato regionale MiC per l’Emilia-Romagna – Supporto Ales SpA, su “Quando si usa ArcheoDB: valutazioni di impatto archeologico, consegna della documentazione di scavo, piani urbanistici, ricognizioni d’archivio. Procedure di accredito e documentazione disponibile sul sito”; 15.20, Cecilia Moine, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, su “Usare ArcheoDB: un plugIn per la gestione del dato archeologico”; 15.50, Gianluca Bottazzi, archeologo libero professionista, e Maria Maffi, archeologa libera professionista, su “Esempi nel territorio piacentino: dalla prassi all’approfondimento scientifico”.
Comacchio. Al museo Delta Antico si inaugurano i nuovi allestimenti: il banco tattile, la sezione di Spina col corredo della Tomba 579, i reperti recuperati dalle forze dell’Ordine e quelli da nuovi scavi
Comacchio presenta i nuovi allestimenti del museo Delta Antico. Appuntamento sabato 18 febbraio 2023, alle 11, nella prestigiosa sala polivalente “San Pietro” di Palazzo Bellini a Comacchio (FE). È la prima, imperdibile, occasione per scoprire il nuovo banco tattile “la storia tra le mani”, dove sono esposti reperti originali depositati al museo Delta Antico dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Bologna Modena Reggio-Emilia e Ferrara e dalla Direzione regionale Musei. Inoltre è stata arricchita la sezione dedicata alla città di Spina con l’esposizione: del corredo della Tomba 579 di Valle Trebba, una inumazione femminile del 440 a.C., caratterizzata da cratere monumentale, segnacolo funerario e monili in oro, in parte restaurato grazie al contributo del Rorary Club Comacchio Codigoro e Terre Pomposiane; dei numerosi reperti recuperati a seguito di sequestri delle Forze dell’Ordine, in particolare Guardia di Finanza e Arma dei Carabinieri; delle suppellettili provenienti dai più recenti scavi dell’università di Zurigo nell’abitato di Spina, al quale è dedicata una nuova sezione, dotata di video, realizzata con il contributo della stessa Università. A tutto ciò si aggiunge il completamento del percorso del Museo – le aule didattiche e inoltre, con particolare riguardo alla sezione di Spina, due grandi mappe topografiche e tre nuovi video. Tali supporti sono il frutto delle ricerche e dell’esperienza maturata con la mostra “Spina100” che oggi vanno ad arricchire il Museo. Un bell’esempio, inoltre, di archeologia sperimentale è rappresentato dal Museo Open Air di Stazione Foce, dove il visitatore può vivere un’esperienza sensoriale, aggirandosi all’interno di due “case” ispirate a quelle di Spina e immergersi nel suggestivo ambiente vallivo. I progetti realizzati sono a cura della Direzione scientifica del Museo e del Servizio Cultura, in accordo con la soprintendenza e la Direzione regionale Musei e dell’Unione Ciechi.
Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica

Ricostruzione di un’abitazione di Spina (foto università di zurigo)

Le Valli di Comacchio che conservano le tracce dell’antica città etrusca di Spina (foto http://www.rivadelpo.it)
“L’impresa archeologica più importante nell’ambito dell’Italia settentrionale preromana”: così Nereo Alfieri, primo direttore del museo Archeologico di Ferrara, chiosò nel 1960 l’epica vicenda degli scavi di Spina, che andavano allora chiudendosi dopo una stagione assai intensa di scoperte e ritrovamenti, campagne di scavo e trafugamenti, clamore mediatico e partecipazione popolare. Nella tarda primavera del 1922, durante le bonifiche dei bacini lagunari attorno a Comacchio, tra operai al lavoro e trincee colme di acque di risalita, riemerse dall’oblio la ricca città portuale degli Etruschi fondata in prossimità del delta del Po alla fine del sesto secolo a.C., sommersa per secoli dalle acque dolci e dal fango e perduta alla conoscenza diretta degli uomini. Solo le fonti antiche e i poeti (Boccaccio e Carducci, per fare qualche nome) ne conservarono memoria fino a cento anni fa.

Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

Presentazione della mostra “Spina etrusca”: da sinistra, Massimo Osanna, Vittorio Sgarbi e Giorgio Cozzolino (foto drm-emilia-romagna)
Dopo un secolo dall’impresa archeologica, il museo Archeologico nazionale di Ferrara, diretto da Tiziano Trocchi, nato per Spina e inaugurato nel 1935, intende celebrare questa ricorrenza con una mostra ospitata nei saloni di Palazzo Costabili, che – inaugurata il 22 dicembre 2022 – rimarrà aperta al pubblico fino al 23 aprile 2023: “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” (nel video, la presentazione ufficiale con Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura; Giorgio Cozzolino, direttore regionale Musei Emilia-Romagna; Massimo Osanna, direttore generale Musei; Monica Miari, soprintendente ABAP-BO reggente; Cristina Ambrosini, responsabile Cultura della Regione Emilia-Romagna; Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara; Giuseppe Sassatelli, presidente dell’istituto nazionale di Studi etruschi ed italici e presidente del comitato scientifico della mostra). La mostra racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica, porto dalla strategia aggressiva a controllo delle rotte verso occidente. La mostra rappresenta il culmine delle iniziative per le celebrazioni del centenario, coordinate dalla direzione generale Musei in stretta collaborazione con la direzione regionale Musei Emilia-Romagna e il museo Archeologico nazionale di Ferrara, d’intesa con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, con la partecipazione di Regione Emilia-Romagna, delle amministrazioni comunali di Ferrara e Comacchio e delle università di Ferrara, Bologna e Zurigo.

Allestimento della mostra “Spina etrusca” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
L’allestimento sceglie di affidarsi in modo consistente al linguaggio delle tecnologie di ricostruzione dei paesaggi e dei contesti antichi per dare vita a una narrazione di forte suggestione. Al di là dell’indubbio splendore materico dei reperti esposti – con importanti prestiti dai principali musei archeologici italiani e prestigiosi materiali provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, alla cui presenza in mostra ha contribuito anche la Regione Emilia-Romagna -, la mostra intende suggerire ai visitatori il significato del grande porto di Spina per gli Etruschi del V secolo a.C. e per i cittadini “mediterranei” del 2022.

Ceramiche esposte nella mostra “Spina etrusca: un grande porto del Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
Col tragitto per mare dal Pireo fino al delta del Po, su imbarcazioni percorse da marinai, cariche di contenitori di vino e profumi, ricche di raffigurazioni mitiche ben note agli Etruschi, comincia il percorso espositivo, accompagnato dalle narrazioni mitologiche che ambientavano qui, alla foce dell’Eridano (antico nome del fiume Po), le tristi vicende di Fetonte e di Icaro, degli eroi greci civilizzatori per antonomasia, Diomede ed Eracle. Il profilo di Spina, per chi vi approdava dal mare, si mostrava coi dossi e le depressioni delle sue necropoli, ancora evocati nella rappresentazione delle carte geografiche del Salone d’Onore del museo, e dichiarava nelle scelte del rituale funebre la complessità della comunità che vi abitava.

Corredi dalla necropoli di Spina (foto drm-emilia-romagna)

Bronzetto esposto nella mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
Gli spineti si facevano seppellire con ricchi corredi di materiali ceramici e bronzei di provenienza eterogenea, che evocavano analoghe scelte nel rituale condivise con le élites aristocratiche degli altri grandi centri etruschi della Penisola. È una rete complessa di echi, di rimandi, somiglianze ed evocazioni quelle che si dipana tra gli oggetti delle tombe da Spina e da Pisa, Adria o Cerveteri. Ma la vita quotidiana degli spineti si muoveva tra l’abitato, con le sue costanti esigenze di manutenzione e adattamento all’ambiente lagunare, e il porto, fulcro dell’attività commerciale ed economica della città e dei suoi dintorni. Mercanti, anfore e marinai, rumori di sartie e di magazzini, prezzi e contrattazioni in più lingue. Anche testimonianze di culto, per pregare e ringraziare di un viaggio pericoloso giunto a destinazione. Il richiamo all’attualità, evocata con discrezione per associazione di funzioni e significati, senza mai sottintendere confronti impossibili, invita il visitatore a immaginare la storia “organica” che sfugge ai metodi di ricerca della disciplina archeologica: gli uomini, i rumori, gli odori che dovevano seguire il percorso dei bellissimi capolavori di ceramica attica oggi esposti in museo. Due mari, Tirreno e Adriatico, due porti, e lo stesso privilegio: come ci tramandano Dionigi e Strabone, entrambe le città etrusche di Spina e Pyrgi (Cerveteri), a cui la mostra dedica un’intera sezione, ebbero l’onore di costruire un donario nel santuario panellenico di Delfi.

Preziose ceramiche a figure rosse dagli scavi di Spina (foto drm-emilia-romagna)
L’incredibile mobilità che connota la comunità spinete si riflette nella pluralità delle provenienze degli oggetti delle necropoli e nella molteplicità culturale ed etnica della compagine cittadina, frequentata da persone che parlavano e scrivevano in lingue differenti. La mostra non trascura di raccontare anche di una mobilità più recente, che testimonia i fenomeni di dispersione del patrimonio emerso dalle valli di Spina in diversi musei italiani e stranieri. Il prestigioso prestito dei vasi del Metropolitan Museum of Art di New York si fa portavoce di questo racconto e porta luce sulla presenza internazionale di Spina in numerose esposizioni museali. Il viaggio per mare dalle coste della Grecia si conclude con un percorso che termina a Ferrara, nel momento della scoperta della necropoli di Valle Trebba e nella conseguente decisione di dar vita al Regio Museo di Spina, oggi Museo archeologico nazionale di Ferrara. La mostra che celebra a Ferrara il centenario della scoperta di Spina segue dopo quasi vent’anni l’ultima grande esposizione dedicata alla città etrusca e vuole narrare il volto di un centro nodale nei traffici mediterranei e adriatici di età classica.

Hydria etrusca a figure nere del Pittore del Vaticano 238 dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto drm-emilia-romagna)
Nella seconda metà del 2023 la mostra “Spina etrusca” sarà ospitata dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ultima tappa del suo viaggio. “Un grande motivo di orgoglio”, commenta il direttore Valentino Nizzo, “di cui dobbiamo ringraziare la direzione regionale musei dell’Emilia Romagna e la Direzione generale Musei del MiC. Cercheremo di onorare adeguatamente l’impegno rendendo omaggio a Spina e a ciò che rappresenta nell’archeologia, nell’arte, nella storia e nel mito”.

L’UNESCO World Heritage Committee, riunito per la sua 45ma sessione a Riyad in Arabia Saudita, il 19 settembre 2023 ha iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale il Carsismo e Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino Settentrionale (Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines) come sito naturale. Martedì 21 novembre 2023, dalle 15 alle 18, a Palazzo Dall’Armi Marescalchi, sede Sabap, in via IV Novembre 5 a Bologna, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e la Regione Emilia Romagna promuove l’incontro “Carsismo e Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino Settentrionale. Un patrimonio e un percorso da condividere tra tutela e fruizione” per presentare il sito seriale UNESCO EKCNA (Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines) in territorio emiliano. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Si tratta di un sito seriale, ovvero articolato in più componenti separate fisicamente, che interessa la regione Emilia Romagna, estendendosi sulle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna. In questo incontro si intendono illustrare i principali valori, naturali, ambientali, paesaggisti e storico-archeologici presenti nei territori di competenza della Soprintendenza ABAP di Bologna e porre l’attenzione sull’importanza di un percorso condiviso per la tutela e la fruizione di questo patrimonio. Introduce Francesca Tomba, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le Province di Modena Reggio Emilia e Ferrara. Intervengono: Barbara Lori, assessore alla Programmazione territoriale e paesaggistica, parchi, forestazione e UNESCO – Regione Emilia Romagna; Piero Lucci, Massimo Ercolani (Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna) “Soprintendenza e Federazione Speleologica Regionale: una collaborazione molto proficua”. PRIMA PARTE: I valori naturali. Stefano Lugli (università di Modena e Reggio Emilia) “Gli intonaci rosa di Cologno (RE), un patrimonio da conservare”; Massimiliano Costa (Ente di Gestione per i Parchi e la Bioversità – Delta del Po) “I valori biologici dei Gessi dell’Emilia-Romagna”. SECONDA PARTE: I valori paesaggistici. Loredana Ponticelli (A²studio) “Il riconoscimento UNESCO: la protezione di un bene naturale attraverso i vincoli paesaggistici”; Barbara Marangoni (soprintendenza ABAP Bologna) “Riconoscimento dei valori e opportunità delle tutele paesaggistiche ex art. 136 del D. Lgs. 42/2004) “I gessi e l’uomo”; Chiara Guarnieri, Monica Miari (soprintendenza ABAP Bologna) “Gessi e archeologia. Dalla frequentazione delle grotte in età preistorica al Lapis specularis”; Stefano Piastra (università di Bologna) “I gessi emiliani tra natura e cultura”. Modera Annalisa Capurso (soprintendenza ABAP Bologna).
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