Trento. Per “Natale a Tridentum” nel week end la visita guidata “Un viaggio nel tempo alla scoperta della Tridentum romana”, lo spettacolo “A tu per tu con gli animali” alla villa di Orfeo, e #domenicalmuseo

Lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas in via Cesare Battisti a Trento (foto soprintendenza BC – Tn)
Per la rassegna “Natale a Tridentum” fine settimana ricco di iniziative nei siti della Trento romana. Il primo appuntamento in calendario è venerdì 5 dicembre 2025, alle 15, con la visita guidata “Un viaggio nel tempo alla scoperta della Tridentum romana”. Un percorso affascinate e suggestivo alla scoperta della città romana dallo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas alla Villa romana di Orfeo. Ritrovo al S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Partecipazione gratuita previa prenotazione (tel. 0461 230171) entro le ore 12 del giorno dell’iniziativa, minimo 5 massimo 25 persone. La visita non comprende l’ingresso ai siti archeologici.

Alla villa di Orfeo di Trento lo spettacolo “A tu per tu con gli animali”, di e con Nicola Sordo (foto soprintendenza BC tn)
Sabato 6 dicembre 2025, alle 15.30, alla villa romana di Orfeo è in programma l’ultimo appuntamento della rassegna “Teatro a Tridentum” con lo spettacolo per famiglie “A tu per tu con gli animali”, di e con Nicola Sordo. Il professor Felipe Corazon, famoso studioso degli animali di tutto il mondo e dei loro comportamenti, guiderà adulti e bambini alla scoperta di creature del passato attraverso teorie originali e sorprendenti esperimenti dal vivo… e forse qualcuna abita ancora tra gli spazi della Villa. Al termine dello spettacolo è prevista una visita partecipata al sito archeologico. Spettacolo teatrale per bambini a partire dai 4 anni di età. Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti disponibili.
Domenica 7 dicembre 2025 ritorna #domenicalmuseo, ingresso gratuito alla Villa romana di Orfeo e allo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas. Orario di apertura dei siti ore 9-13/14-17.30.
Nago-Torbole (Tn). Il prof. Vaccaro (università di Trento) fa il bilancio della VI campagna di scavo (estate-autunno 2024) nel sito di Doss Penede (dall’età del Bronzo al tardo-antico), in affaccio sul Garda, lungo l’antica strada romana che collegava Trento al lago, pronto per diventare parco archeologico

Il sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
Penede è uno sperone roccioso che domina la parte settentrionale del lago di Garda, toccato dall’antica strada romana che collegava Trento a Torbole, sul lago, e che fu di fondamentale importanza anche in epoca tardo-antica e in epoca medievale. Qui su un sito già frequentato prima dai galli e poi dai romani, sorse di Castel Penede che per cinque secoli, dal Basso Medioevo agli inizi del 1700, fu simbolo di potere e importante baluardo difensivo della regione. Qui da sei anni il Doss Penede è interessato da una campagna di scavi che, anno dopo anno, sta facendo riaffiorare tracce di storia straordinaria: dall’età del Bronzo a quella del Ferro per arrivare all’epoca romana. Qui, grazie a una sinergia Comune di Nago-Torbole, università di Trento e soprintendenza dei Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, nel 2025 dovrebbe finalmente essere realizzato il parco archeologico di Penede, aperto ad appassionati e turisti.

Il sito archeologico di Do Penede a Nago-Torbole (Tn) visto da drone (foto labaaf)
Doss Penede è oggetto di studio e ricerca dal 2019 quando, su iniziativa del Comune, è stato siglato un primo protocollo d’intesa con la soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento e con l’università di Trento: la soprintendenza cura il coordinamento, la supervisione e l’organizzazione; l’università di Trento mette in campo le proprie competenze e offre opportunità a studenti e studentesse provenienti dalle università di Trento, Ferrara, Modena, Reggio Emilia e Verona di svolgere un’importante esperienza sul campo; il Comune dà un grande sostegno all’iniziativa, con un impegno che non è solo economico, ma anche intellettuale e progettuale.

Il sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
“La VI campagna di scavi e ricerche archeologiche sul sito d’altura protostorico e romano del Doss Penede si è conclusa ed è il momento di fare un primo bilancio”, spiega Emanuele Vaccaro, direttore scientifico del progetto di ricerca e scavo Doss Penede. “Quest’anno lo scavo si è articolato in due fasi (maggio e metà settembre-inizio ottobre) e ci siamo concentrati sulla porzione SW dell’abitato, mettendo in luce una serie di vani romani che si adattano perfettamente ad uno dei piccoli dossi posti lungo il limite occidentale del sito. Inoltre, abbiamo cominciato ad indagare una porzione del ripiano allungato, dove sta emergendo una serie di edifici, anch’essi romani, addossati l’uno all’altro, frutto di una precisa pianificazione”.

Studenti in visita al sito archeologico di Doss Penede a Nago-Torbole (Tn) (foto labaaf)
“Il materiale ceramico e numismatico – continua Vaccaro – conferma la datazione primo-imperiale dell’impianto dell’abitato e un’occupazione ininterrotta fino al medio-impero. Il nuovo settore oggetto di indagini sembra avere avuto una vocazione sia artigianale (legata alla lavorazione della lana), sia domestica. Laddove lo scavo è sceso al di sotto delle fasi romane, sono emerse interessanti testimonianze relative all’occupazione protostorica, tra cui spiccano alcuni depositi databili tra III e I secolo a.C. con associazione di ceramica retica e di vasellame di tradizione celtica, a riprova della connessione del Doss Penede con l’area cenomane a Sud del lago di Garda. Adesso ci aspettano settimane di rilievi e post-processing, nonché le attività di supporto archeologico al cantiere di restauro in corso. Lo scavo con studenti riprenderà la prossima estate con l’obiettivo di ampliare le aree indagate, cercando di capire quanto capillare fosse il progetto di pianificazione messo in atto tra il tardo I secolo a.C. e gli inizi del successivo”.
Rovigo. Al museo dei Grandi fiumi il soprintendente Franco Marzatico dialoga con Paolo Bellintani su “Roghi votivi e altri culti dell’area alpina nelle età del Bronzo e del Ferro” secondo incontro del ciclo “Archeologia del sacro. Devoti e pellegrini sulle vie del culto”
Sabato 9 novembre 2024, alle 16, al museo dei Grandi fiumi di Rovigo, secondo incontro del ciclo “Archeologia del sacro. Devoti e pellegrini sulle vie del culto”, promosso dal Cpssae. Franco Marzatico, soprintendente ai Beni culturali di Trento, dialoga con Paolo Bellintani (archeologo del CPSSAE) su “Roghi votivi e altri culti dell’area alpina nelle età del Bronzo e del Ferro” permettendoci di fare un viaggio sulle vette e nelle acque del mondo alpino per scoprire misteriose pratiche cultuali collegate ai quattro elementi (aria, fuoco, terra e acqua) “radici” di tutte le cose e connettori tra microcosmo umano e macrocosmo naturale.
Rovigo. Al museo dei Grandi fiumi al via il ciclo di incontri “Archeologia del sacro: devoti e pellegrini sulle vie del culto” promosso dal Cpssae: quattro incontri per un viaggio attraverso le testimonianze archeologiche legate ai santuari e ai culti, dagli Etruschi al Medioevo
Dai santuari etruschi e venti ai pellegrini romei, dai roghi votivi nell’Età del Bronzo al sacro in età romana: dal 26 ottobre al 14 dicembre 2024, il CPSSAE, con Accademia dei Concordi, museo dei Grandi fiumi e il patrocinio del Comune di Rovigo, organizza “Archeologia del sacro: devoti e pellegrini sulle vie del culto”, quattro incontri alle 16 nella Sala Flumina del museo dei Grandi fiumi di Rovigo che offriranno un viaggio attraverso le testimonianze archeologiche legate ai santuari e ai culti che hanno caratterizzato diverse epoche storiche, dal periodo etrusco fino al medioevo. Lo scopo è quello di creare nella cittadinanza una maggiore consapevolezza del patrimonio archeologico locale, anche alla luce degli importanti progetti di ricerca e valorizzazione in corso nel territorio comunale e provinciale. Gli incontri della durata di circa 2 ore, dalle 16 alle 18, si svolgeranno come una sorta di dialogo/intervista tra un socio C.P.S.S.A.E. in continuità con quanto già realizzato nel 2022 – “Dialoghi dal sottosuolo” – e nel 2023 – “Come nasce una città: Rovigo e dintorni dall’età del Bronzo alla modernità” – in collaborazione con il Museo dei Grandi Fiumi e vari studiosi che saranno chiamati ad illustrare ed esplorare il tema del “sacro” attraverso la materialità dell’archeologia in sintonia con forme di devozione, soprattutto popolare.
PROGRAMMA. Sabato 26 ottobre 2024, alle 16: “Santuari e culti tra Etruschi e Veneti” con Giovanna Gambacurta (università Ca’ Foscari di Venezia) e Alberta Facchi (direttore museo Archeologico nazionale di Adria), modera Maria Cristina Vallicelli (Sabap Venezia-Belluno-Padova); sabato 9 novembre 2024, alle 16: “Roghi votivi e altri culti dell’area alpina nelle età del Bronzo e del Ferro” con Franco Marzatico (soprintendente Beni culturali Trento), modera Paolo Bellintani (Cpssae); sabato 30 novembre 2024, alle 16: “Attestazioni del sacro in età romana” con Simonetta Bonomi (Sabap Friuli-Venezia Giulia), modera Raffaele Peretto (Cpssae); sabato 14 dicembre 2024, alle 16: “Le vie dei pellegrini romei” con Raffaele Peretto (Cpssae), modera Sandra Bedetti (Cpssae).
Rovereto (Tn). Prende forma il progetto “Le eredità di Paolo Orsi”: due giorni di confronto, coordinati dall’archeologo Maurizio Battisti, per creare una rete di enti – dal Trentino a Calabria e Sicilia – interessati a valorizzare la straordinaria figura dell’archeologo roveretano

L’archeologo roveretano Paolo Orsi (foto fmcr)
Due giorni per mettere le basi del progetto “Le eredità di Paolo Orsi”, promosso dalla Fondazione Museo Civico, sotto l’egida del Comune di Rovereto e nella cornice di progetti culturali supportati da Fondazione Caritro. Con un obiettivo: creare una rete di enti interessati a valorizzare la straordinaria figura dell’archeologo roveretano. L’appuntamento è al museo della Città di Rovereto il 17 e il 18 novembre 2023 dove si ritroveranno alcuni degli enti che hanno già dato adesione tra cui l’Accademia degli Agiati, la Biblioteca civica “G. Tartarotti”, la soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento, l’università di Trento, il museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri (RC), la direzione regionale dei Musei della Calabria, il parco archeologico e naturalistico della Valle dei Templi, il Comune di Santa Severina (Kr), del Comune di Locri (RC), la Scuola di Specializzazione in Beni archeologici di Siracusa, la soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Palermo, il parco archeologico e paesaggistico di Siracusa e museo Archeologico regionale “Paolo Orsi”. Inoltre la rete ha già l’adesione informale di altri soggetti nazionali e internazionali, come ad esempio la Scuola Archeologica Italiana di Atene, e l’obiettivo comune è quello di continuare ad ampliarla.

Frame del film “Paolo Orsi. La meravigliosa avventura” di Andrea Andreotti
Paolo Orsi, archeologo che ha visto l’inizio della sua straordinaria carriera a Rovereto e in particolare al Museo Civico, è stato uno studioso eccezionale e instancabile, capace di tessere legami che vivono ancora oggi tra la sua terra d’origine e le regioni dove maggiormente ha operato, in Sicilia e in Calabria. Ma la sua influenza è sentita in tutta Italia e all’estero grazie alla capacità di intrattenere relazioni scientifiche e a un metodo di lavoro che è diventato uno dei cardini della ricerca archeologica. La Fondazione Museo Civico di Rovereto, con il sostegno del Comune di Rovereto, non ha mai smesso di lavorare alla valorizzazione di uno dei suoi personaggi più illustri, e ha realizzato eventi, pubblicazioni e mostre in suo onore. Negli ultimi anni, di particolare rilievo è l’acquisizione dagli eredi del suo epistolario privato, il cui studio e messa in rete nell’ambito di alcuni progetti sostenuti dalla fondazione Caritro hanno permesso di gettare una luce del tutto unica sul grande archeologo.

Ritratto dell’archeologo Paolo Orsi, nato a Rovereto nel 1859 (foto fmcr)
L’incontro, coordinato dall’archeologo del museo civico Maurizio Battisti, prevede la presentazione del progetto e dei soggetti presenti, e una giornata “operativa”, dove verranno concordati da parte degli esperti aggiornamenti alla pagina di Wikipedia relativa all’archeologo, grazie anche alla presenza di un rappresentante di Wikimedia Italia. Sarà inoltre presentato un progetto di realizzazione di una pagina dedicata a Paolo Orsi sulla piattaforma Vikidia, l’enciclopedia on line dei ragazzi (classe III C, SSPG “Degasperi”, I.C. Isera-Rovereto).

L’archeologo Paolo Orsi raccoglie appunti seduto su un capitello del tempio di Apollo Aleo, appena scoperto a Punta Alice nel Crotonese (foto fmcr)
Il programma. Venerdì 17 novembre 2023, museo della Città. Alle 15.30, accoglienza; 15.45, saluti istituzionali: Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico Rovereto; Micol Cossali, assessore alla Cultura del Comune di Rovereto; 16, Maurizio Battisti, responsabile sezione Archeologia della Fmcr, presenta il progetto “Le eredità di Paolo Orsi”; 16.30, presentazione degli enti invitati a collaborare; 18, Maurizio Battisti presenta il programma della giornata successiva con intervento di Matteo Ruffoni di Wikimedia Italia. Sabato 18 novembre 2023. Sala conferenza della Fondazione Caritro. Alle 9, Maurizio Battisti descrizione della pagina web di Wikipedia dedicata a Paolo Orsi; 9.30, tavola rotonda: proposte e registrazione correzioni, modifiche e implementazioni alla pagina (da mettere in opera nei giorni successivi). La discussione continua anche dopo la pausa caffè; 12, presentazione del progetto di una pagina dedicata a Paolo Orsi sulla piattaforma Vikidia, l’enciclopedia on line per i ragazzi, a cura della III C dell’istituto “Alcide Degasperi” di Rovereto.

L’archeologo roveretano Paolo Orsi “protagonista” della giornata di studi al museo della Città di Rovereto
“Il museo sta lavorando da molto tempo sugli archivi di Paolo Orsi”, dichiara Giovanni Laezza, “e questo nuovo progetto permetterà di rinnovare legami con istituzioni di tutta Italia per favorire gli scambi, promuovere occasioni di approfondimento, verificare anche la correttezza delle informazioni sul web. Con la creazione di una rete, sebbene informale, auspichiamo il fiorire di tante altre iniziative nel tempo”. E Micol Cossali: “Paolo Orsi è l’incarnazione di una città che ha saputo affiancare la vocazione commerciale con quella per la cultura e dove l’archeologo roveretano ha potuto trovare terreno fertile per coltivare la propria passione fino a diventare lo straordinario archeologo che tante pagine della nostra storia ha riscoperto. La rete che attorno alla sua figura si è venuta a creare grazie alla Fondazione Museo Civico e a tutti gli attori coinvolti, rappresenta una occasione di crescita nel solco da lui tracciato”.
In ottobre al museo civico di Rovereto “I venerdì dell’archeologia”: apre il soprintendente Marzatico su vino e cibo nel mondo preromano. Poi Medri sulle terme romane tra piaceri e politica. Infine Augenti sulla grande avventura dell’archeologia


Il soprintendente Franco Marzatico
“In alto i calici: vino e cibo nel mondo preromano”: sono il vino e il cibo nell’antichità i protagonisti della conferenza che apre a Rovereto “I venerdì dell’archeologia”, ciclo in programma il 16, 23 e 30 ottobre 2020 dalle 18 alle 19.30 al museo di Scienze e Archeologia, organizzato dalla Società Museo Civico di Rovereto, con la Fondazione Museo Civico e la Fondazione Comel, con il sostegno di Fondazione Caritro, Dolomiti Energia, Cassa Rurale di Rovereto, Comunità della Vallagarina e Comune di Rovereto, e in collaborazione con IPRASE, Accademia degli Agiati e APT Rovereto e Vallagarina. Appuntamento dunque venerdì 16 ottobre 2020 nella sala conferenze del museo civico di borgo Santa Caterina a Rovereto per il primo incontro: Franco Marzatico, soprintendente ai Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento e specialista nel campo dell’archeologia protostorica, ci svelerà gli aspetti più interessanti e curiosi sull’alimentazione e la coltivazione della vite nel mondo preromano.

La prof. Maura Medri
Gli altri appuntamenti. Venerdì 23 ottobre 2020, “Balnea e terme: piaceri e politica in epoca romana” con Maura Medri, docente di Archeologia dell’architettura all’università di Roma Tre. Le terme sono un simbolo dello stile di vita dei Romani, che dedicavano molto tempo alle attività di tipo ricreativo e alla cura del corpo; i bagni pubblici, però, non erano solo luoghi adibiti all’igiene personale, ma molto di più…

Il prof. Andrea Augenti
Venerdì 30 ottobre 2020, “Scavare nel passato. La grande avventura dell’archeologia” con Andrea Augenti, professore di Archeologia medievale all’università di Bologna e autore del programma Radio Rai “Dalla terra alla storia” che propone un suggestivo excursus attraverso le più significative tappe della storia dell’archeologia, spiegandoci ciò che si cela dietro le grandi scoperte del passato e del presente.
Evento speciale della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza con il museo Archeologico nazionale di Verona per le Giornate europee dell’Archeologia 2023: “Un colpo di spada! Nuovi rinvenimenti di armi e materiali pre-protostorici in metallo dal territorio veronese e vicentino”. Nel corso del 2022 e del 2023, nel territorio veronese e vicentino, sono avvenuti alcuni rinvenimenti fortuiti di spade, asce e un pugnale riconducibili alle fasi più antiche della metallurgia. Questa fortunata circostanza costituisce lo spunto per una riflessione su questi particolari oggetti nei vari contesti, terrestri e subacquei, evidenziando molteplici scenari legati non solo alla loro funzione ma anche alla ritualità antica. Appuntamento venerdì 16 giugno 2023, alle 17, in sala Gazzola, in piazza San Fermo 3 a Verona, sede della SABAP Vr-Ro-Vi. Intervengono: Paola Salzani, Paola Bianchi, Giovanna Falezza, Giulia Pelucchini (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza), Franco Marzatico (soprintendenza per i Beni e le attività culturali Provincia autonoma di Trento), Gas Diving SUB – Bardolino. A seguire i partecipanti potranno visitare la sezione di preistoria del museo Archeologico nazionale di Verona, in stradone S. Tomaso, dialogando con la direttrice del Museo Giovanna Falezza e con gli esperti.
Commenti recenti