Marano di Valpolicella (Vr). Nella sala civica di Valgatara l’incontro “Tempio di Minerva: aggiornamenti dai recenti scavi e restauri (2022-2023)”, interessante esempio di fanum, santuario extraurbano, del I sec. d.C.
Novità sul Tempio di Minerva sul monte Castelon nel comune di Marano di Valpolicella (Vr). Mercoledì 20 marzo 2024, alle 20, nella sala civica “G. Silvestri” in piazza della Comunità a Valgatara di Marano di Valpolicella l’incontro “Tempio di Minerva: aggiornamenti dai recenti scavi e restauri (2022-2023)”. Interverranno Brunella Bruno, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo Vicenza; Alberto Manicardi, archeologo della società archeologica SAP; e l’architetto Massimo Donisi della Tetrarch architetti. Ingresso libero.

Visite guidate al Tempio di Minerva al monte Castelòn di Marano di Valpolicella (foto Ctg Valpolicella)
Il tempio del I secolo d.C. era già stato portato alla luce, sul versante sud del Monte Castelon, dal Conte Giovanni Girolamo Orti Manara, studioso di antichità locali, che avanzò l’ipotesi di un’eventuale relazione tra il toponimo Minerbe (ora San Rocco) e la presenza di un luogo sacro dedicato alla dea romana Minerva, grazie anche alle testimonianze di alcuni abitanti del luogo. Fu così che il pittore Giuseppe Razzetti, incaricato dal Conte stesso, fece un disegno della pianta dell’edificio (ora conservato al Museo Civico). Tuttavia, nonostante l’accurata descrizione dei reperti, non fu indicato con precisione il luogo del ritrovamento. Inoltre, a causa di un metodo d’indagine poco accurato, preziose testimonianze sono andate perdute.

I resti del tempio di Minerva al Castelòn di Marano di Valpolicella dopo le diverse campagne di scavo archeologico (foto Ctg Valpolicella)
Così fu solo nel 2007 che il tempio fu riscoperto a seguito di un’operazione di recupero della memoria che ha coinvolto l’intera popolazione di Marano di Valpolicella e che ha permesso, seguendo la tradizione orale, di individuare il punto esatto dove scavare per far riemergere il sito archeologico. Il Tempio di Minerva costituisce un interessante esempio di fanum, cioè un santuario extraurbano, che racchiude tre importanti stratificazioni di fasi storiche: un tempio di età imperiale, uno di età tardo-repubblicana e un rogo votivo dell’età del ferro. Il complesso è realizzato su una terrazza creata lungo il pendio del monte tramite il taglio della parete rocciosa; le sue dimensioni sono 8m x 7,5m. Lo scavo ha evidenziato tracce di un’area cultuale protostorica e di un tempio di età tardo-repubblicana al di sotto delle strutture inizialmente visibili.
A San Giorgio Bigarello (Mn) durante i lavori al parco pubblico di via Tobagi emerse tre tombe di cinquemila anni fa (Età del Rame) nello scavo di emergenza della Sap diretta dall’archeologo Simone Sestito (Sabap Mn). Parla l’antropologa Vittoria Bianchi che a Palazzo Ducale cura le analisi antropologiche e i prelievi

Una delle sepolture a inumazione scoperte nella necropoli dell’età del Rame a San Giorgio Bigarello, alle porte di Mantova (foto sabap cr mn lo)
Scoperta una necropoli dell’età del Rame alle porte di Mantova. A San Giorgio Bigarello nel corso dei lavori del parco pubblico di via Tobagi in località Mottella sono emerse dal sottosuolo almeno tre tombe risalenti a circa cinquemila anni fa (3400 – 2500 a.C. circa), quasi tutte in ottimo stato di conservazione, con la presenza di pugnali e punte di frecce. Un bell’esempio di archeologia di emergenza, con uno scavo condotto da SAP società archeologia srl sotto la direzione di Simone Sestito della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona Mantova e Lodi. Le analisi antropologiche e il prelievo dei campioni sono a cura dell’antropologa Vittoria Bianchi. Le inumazioni sono state fatte nella nuda terra, in posizione flessa, tipica proprio dell’Età del Rame. Gli archeologi hanno recuperato gli scheletri a una profondità di circa 40 centimetri e li hanno trasferiti nei magazzini di Palazzo Ducale per ulteriori studi.
In questo video l’antropologa Vittoria Bianchi racconta alcuni dei primi curiosi dettagli emersi dagli studi. “Sono qui per fare l’analisi antropologica di questo individuo dell’Età del Rame che è stato ritrovato a San Giorgio Bigarello in provincia di Mantova”, spiega Bianchi. “L’analisi antropologica ha come scopo quello di capire il sesso, l’età ed eventuali patologie. Stiamo facendo una prima analisi. Lo scavo è stato condotto molto bene. Bisogna solo proseguire un po’ nella pulizia delle ossa per esporre il periostio e vedere eventuali lesioni e modificazioni delle ossa. A una prima analisi, si tratta di un uomo di età matura, tra i 40 e i 50 anni probabilmente, ma dopo con l’analisi dei denti potrò essere un po’ più precisa. Da un punto di vista paleopatologico, invece, si può già notare da una prima pulizia una osteocondrosi, quindi problemi di mobilità della colonna vertebrale, e anche tutte le varie superfici articolari, tra cui anche le patelle del ginocchio, hanno delle modificazioni dovute allo sforzo e all’utilizzo di queste articolazioni. Quindi si tratta di un uomo maturo che probabilmente ha fatto attività fisica, quindi movimento anche per “lavoro”, quindi uno stress bio-meccanico abbastanza intenso a livello sicuramente degli arti inferiori e della colonna. Adesso vedremo proseguendo se anche il gomito e la spalla hanno delle modificazioni simili. Si è deciso poi di provvedere a un campionamento, in particolare dei denti, per svolgere analisi chimico-fisiche legate agli isotopi della dieta e agli isotopi della mobilità, e anche analisi genetiche”.
Fratta Polesine (Ro). Al museo Archeologico nazionale la conferenza “Prima Europa. La protostoria del Polesine. Risultati del secondo anno di indagini” promosso da soprintendenza, università di Padova e Roma, e CPSSAE nell’ambito del progetto “Prima Europa” finanziato dalla Fondazione Cariparo. Parleranno tutti i protagonisti delle ricerche. Per i bambini un laboratorio speciale

Non sono passati neppure due mesi dalla chiusura della campagna 2023 a Frattesina e Villamarzana, in Polesine, nell’ambito del progetto finanziato dalla Fondazione Cariparo “Prima Europa. La protostoria del Polesine”, ed è tempo di “rendere conto” agli abitanti di questi territori, prima ancora che agli studiosi, quanto emerso dalle ultime ricerche e quali prospettive ci sono per il futuro. Così, In linea con la mission del progetto, che mira a integrare l’aspetto della ricerca sullo straordinario patrimonio protostorico del Medio Polesine con quello della sua valorizzazione, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza, il dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova, il dipartimento di Scienze dell’Antichità dell’università di Roma La Sapienza e il CPSSAE in sinergia con il museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine (Ro) e le amministrazioni comunali di Fratta Polesine e Villamarzana, organizzano per sabato 18 novembre 2023, alle 16.15, al museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine, la conferenza “Prima Europa. La protostoria del Polesine. Risultati del secondo anno di indagini”, con l’obiettivo di presentare alle comunità locali i risultati raggiunti nel corso delle campagne di scavo condotte nell’estate 2023. Evento gratuito con prenotazione obbligatoria. Info e prenotazioni: drm-ven.museofratta@cultura.gov.it, 0425668523. Per i bambini, nella stessa giornata, alle 15.30, sarà organizzato sempre al museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine, un laboratorio didattico gratuito a cura della cooperativa sociale Scatola Cultura, dedicato allo scavo archeologico. Info e prenotazioni: visitmuseofrattapolesine@scatolacultura.it, 3891208491

Il professor Andrea Cardarelli (Sapienza università Roma) dirige gli scavi nel sito del villaggio protostorico di Frattesina (Ro) (foto graziano tavan)
Proprio grazie ai finanziamenti di fondazione Cariparo, Soprintendenza, Università di Padova e Roma, e CPSSAE hanno potuto riprendere gli studi sui grandi insediamenti della fine dell’età del bronzo e dell’inizio dell’età del ferro (XII-X secolo a.C.) di Frattesina di Fratta Polesine e di Villamarzana che, in quel periodo storico, rappresentavano uno snodo di importanza fondamentale nelle relazioni tra Europa, Italia peninsulare e Mediterraneo. In tal senso, il progetto “Prima Europa” prevede, oltre allo studio e alle analisi dei reperti provenienti da indagini pregresse, anche e soprattutto la ripresa delle ricerche sul campo, al fine di fornire un’immagine più precisa possibile delle caratteristiche dei due abitati e più in generale dell’organizzazione territoriale del Polesine.

Il prof. Michele Cupitò dell’università di Padova, direttore dello scavo del sito protostorico di Villamarzana, mostra alcune stratigrafie (foto graziano tavan)
Apriranno l’incontro i saluti istituzionali di Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo; Enrico Ferrarese, presidente della Provincia di Rovigo; Paolo Carafa, prorettore del Patrimonio archeologico della Sapienza-Università di Roma; Monica Salvadori, prorettrice con delega al Patrimonio artistico, storico e culturale e delega al sistema bibliotecario di Ateneo dell’università di Padova; Elena Biasin, consigliere del Comune di Rovigo per il museo dei Grandi Fiumi; Cinzia Mantovani, assessore alla Cultura del Comune di Fratta Polesine; Daniele Menon, sindaco di Villamarzana; e Adriano Azzi, presidente dell’associazione “Il Manegium”.

L’archeologo Paolo Bellintani del CPSSAE segue gli scavi nel sito del villaggio protostorico di Frattesina (Ro) (foto graziano tavan)
Seguiranno gli interventi dedicati ai risultati degli scavi archeologici tenuti da Andrea Cardarelli (uniroma), Paolo Bellintani (cpssae), Nicola Cappellozza (sap) e Ivana Angelini (unipd) per lo scavo di Frattesina (“Le indagini 2023 a Frattesina di Fratta Polesine: primi risultati e prospettive future”) e da Michele Cupitò (unipd) e Paola Salzani (sabap-vr) per lo scavo di Villamarzana (“Le indagini 2023 nel sito di Villamarzana: primi risultati e prospettive di ricerca”). Un contributo sarà infine dedicato alle attività di comunicazione e archeologia pubblica realizzate nell’ambito del progetto dal museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine con Maria Letizia Pulcini e Andrea Gardina (drm-veneto) su “Raccontare l’Archeologia. Attività di comunicazione e valorizzazione delle indagini 2023 a Frattesina e Villamarzana”.
Negrar di Valpolicella (Vr). In agosto alla Villa dei Mosaici ingresso libero il sabato mattina e visite guidate su prenotazione con Sap – società archeologica

Dettaglio del peristilio ovest della Villa dei Mosaici di Negrar con i mosaici policromi e una base di colonna del porticato (foto graziano tavan)
Dal mese di agosto 2023 sarà possibile visitare la Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella con visite guidate su prenotazione o libere e gratuite il sabato mattina. Ciò è possibile grazie all’accordo siglato in data 22 maggio 2023 tra la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona, il Comune di Negrar e le Aziende agricole di Benedetti e Franchini, finalizzato a definire le modalità di fruizione dell’area archeologica della Villa romana dei Mosaici di Negrar di Valpolicella (Vr) è stata affidata a SAP società archeologica srl la gestione e l’organizzazione, sotto propria responsabilità, delle visite guidate, in via provvisoria e limitata alla durata del cantiere. L’accesso al sito archeologico sarà garantito a titolo gratuito ogni sabato mattina dalle 8.45 alle 12.45. Per motivi logistici e di sicurezza la durata della visita senza guida non potrà superare 45 minuti e non saranno ammesse più di 20 persone per volta. Sarà possibile prenotare visite guidate a pagamento ogni giorno (durata 1 ora circa), condotte dagli operatori archeologici che hanno eseguito gli scavi della villa. Gruppi composti da 1 a 10 persone 50 euro; gruppi composti da più di 10 persone 5 euro a persona; bambini accompagnati 0-7 anni gratuito; 8-14 anni 1 euro; Per i gruppi scolastici di ogni ordine e grado 30 euro a classe, non superiori a 20 alunni e insegnanti compresi). Per info e prenotazioni: telefono +39 0386 42591, e-mail MAIL@ARCHEOLOGICA.IT.
Verona. Con “Prosit al Museo” al via gli eventi di luglio al museo Archeologico nazionale: serata di cultura, convivialità, chiacchiere e buon vino. Ecco il programma
Museo fuori orario! Con “Prosit al Museo” venerdì 7 luglio 2023 inizia l’intenso programma di un mese di eventi al museo Archeologico nazionale di Verona. Appuntamento alle 18.30 per una visita guidata a porte chiuse alla stupenda mostra “Arena di Carta”, che espone una selezione di manifesti del museo Collezione Salce, cui segue un aperitivo offerto dalla cantina Benedetti e da SAP società archeologica srl. Il museo di Verona vuole così festeggiare la centesima stagione lirica in Arena con una serata di cultura, convivialità, chiacchiere e buon vino, sorseggiato al fresco del museo esplorando la nuova mostra ‘Arena di carta’, che espone manifesti storici provenienti dalla Collezione Salce. Evento solo per maggiorenni. Costo totale dell’esperienza: 12 euro (comprensivo di ingresso al museo, visita guidata alla mostra e aperitivo). Prenotazione obbligatoria (telefono: 346 5033652, mail: museovr@archeologica.it).
𝗠𝗨𝗦𝗘𝗢 𝗗𝗜 𝗖𝗔𝗥𝗧𝗔. Sabato 8 luglio 2023, alle 15. Attività per bambini dai 6 ai 12 anni. Costo: 5 euro (biglietto di ingresso gratuito per i minori sotto i 18 anni). Dopo un’attenta analisi di alcuni importanti oggetti conservati in museo, e la lettura dei manifesti esposti alla mostra “Arena di carta”, il laboratorio attiva tutta la fantasia dei bambini per creare un proprio poster. Con tecniche pittoriche diverse come il collage, il puntinismo, il disegno tecnico e tanto altro, i ragazzi creeranno un coloratissimo poster sulla preistoria di Verona da appendere in camera.
𝗣𝗜𝗖𝗖𝗢𝗟𝗜 𝗔𝗥𝗖𝗛𝗘𝗢𝗟𝗢𝗚𝗜 𝗖𝗥𝗘𝗦𝗖𝗢𝗡𝗢… 𝗜𝗡 𝗘𝗦𝗧𝗔𝗧𝗘. Con il mese di luglio, e con esso le ultime settimane di Laboratori didattici, si chiude la prima parte dell’estate dei Piccoli archeologi al museo Archeologico nazionale. Le attività si svolgono dalle 8.30 alle 12.30 (con pausa merenda). Per i bambini può essere un’esperienza nella preistoria di Verona in compagnia del nostro sciamano di Fumane, per scoprire il mestiere dell’archeologo e cimentarsi con giochi, attività laboratoriali ed esperienze creative. Prenotazione obbligatoria (chiamare o inviare un messaggio WhatsApp al numero 3486967857 o scrivere a museovr@archeologica.it). Età indicata: 5 – 12 anni. Costo: 90 euro a settimana o 20 euro al giorno.
𝗕𝗢𝗢𝗞-𝗖𝗥𝗢𝗦𝗦𝗜𝗡𝗚 𝗜𝗡 𝗠𝗨𝗦𝗘𝗢. In arrivo una nuova postazione dedicata ai nostri lettori/visitatori. Uno spazio book-crossing, con già diversi libri disponibili, sia per una lettura di qualche pagina per trovare un po’ di relax prima di ripartire per le vie della città, sia, come da spirito di questo progetto, per prendere un libro, leggerlo e rilasciarlo perché possa essere ritrovato in un altro luogo, da altre mani e letto da altri occhi! Non ti resta quindi che seguire le tracce del libro e scoprire quanta strada ha fatto e farà su https://www.bookcrossing.com/
𝗔𝗥𝗘𝗡𝗔 𝗗𝗜 𝗖𝗔𝗥𝗧𝗔. Nelle celebrazioni per il Centenario della Stagione lirica in Arena di Verona, il museo Archeologico nazionale, in stretta collaborazione con il Comune di Verona, espone una selezione di manifesti originali del Festival lirico areniano prestati dal museo nazionale Collezione Salce di Treviso. La mostra sarà visitabile fino a domenica 10 settembre 2023, con il regolare biglietto di ingresso nei giorni di venerdì, sabato e domenica nei consueti orari di apertura. Per informazioni: 045.591211 o mail drm-ven.museoverona@cultura.gov.it.
“La villa dei Mosaici di Negrar (Vr): vecchi ritrovamenti e nuove scoperte”: è il poster presentato da Tinè, De Zuccato, Rinaldi e Basso al XXIX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM) al parco archeologico di Ostia antica
Tre giorni per confrontarsi sulle problematiche del mosaico antico, tra nuove scoperte, conservazione dell’esistente, e valorizzazione dei siti. Si è tenuto a ostia antica, dal 15 al 18 marzo 2023, il XXIX Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM), con il patrocinio del Ministero della cultura e la partecipazione del parco archeologico di Ostia antica. I lavori, al Salone Riario nel complesso della Cattedrale di Santa Aurea, si sono articolati in tre giornate (15-17 marzo 2023), con nove sessioni (Ostia, Roma, Lazio e Italia centrale, Italia settentrionale, Italia meridionale, temi iconografici e tipologie decorative parte I e parte II, metodologia restauro e innovazioni tecnologiche parte I e parte II) e con una sessione poster in modalità online. Proprio in quest’ultima sessione è stato presentato il poster “La villa dei Mosaici di Negrar (Vr): vecchi ritrovamenti e nuove scoperte” a cura di Vincenzo Tinè, soprintendenza ABAP Ve Met; Gianni De Zuccato, soprintendenza ABAP Vr; Federica Rinaldi, parco archeologico del Colosseo; Patrizia Basso, università di Verona. Ecco il poster.

La foto originale del 1922 rappresentante il mosaico della Sala A della villa romana di Negrar (foto archivio sabap-vr)
La villa dei mosaici vecchi ritrovamenti e nuove scoperte. Il contesto territoriale e lo scavo. Nel Comune di Negrar di Valpolicella in provincia di Verona, scavi condotti dalla soprintendenza Archeologia Beni culturali e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza stanno riportando in luce i resti di una villa tardoantica, che era già stata parzialmente individuata a fine Ottocento e negli anni ’20 del Novecento, ma poi interrata sotto i rigogliosi vigneti di questo territorio. Sin dai primi rinvenimenti erano emersi straordinari pavimenti musivi che per la complessità dei disegni e la presenza di soggetti figurati poco diffusi nel territorio avevano suscitato grande interesse sia tra il pubblico, sia tra gli studiosi. La ripresa dello scavo si inserisce in un ampio e virtuoso progetto di ricerca e valorizzazione che ha previsto un accordo di programma con il Dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, l’Accademia di Belle Arti di Verona, che ha già realizzato i primi importanti interventi conservativi, il Politecnico di Milano e il Comune di Negrar; l’intervento è stato realizzato grazie agli accordi di partenariato pubblico-privato con i proprietari dei terreni, l’Azienda Agricola “La Villa” dei fratelli Matteo e Simone Benedetti e la “Società Agricola Franchini” di Giuliano Franchini e grazie al supporto operativo e logistico sul campo della Società Archeologica (SAP).

Veduta aerea dell’area occupata dalla Villa dei Mosaici di Negrar tra i vigneti della Valpolicella (foto sabap-vr)
La villa si estende su una superficie di almeno 3000 mq ed è disposta scenograficamente su più terrazzamenti, collegati fra loro da scale, secondo il declivio naturale del terreno (figg. 1-2). Il settore residenziale era organizzato attorno a un ampio giardino centrale dotato di fontana, delimitato da un portico, di cui si conservano in situ alcune basi di colonne. Tale portico era pavimentato su tre lati in mosaico e su un quarto in lastre di pietra locale. Anche il vasto vano absidato che costituiva la sala di rappresentanza sull’asse principale dell’edificio, affacciata su uno dei lati del porticato, presentava un ricco pavimento musivo. Sempre in mosaico era infine decorato l’ambiente centrale del settore termale della villa, dove si sono riconosciuti un calidarium e tepidarium alimentati da un praefurnium, un frigidarium dotato di una vasca rivestita in lastre di pietra locale, oltre a una latrina e a un possibile apodyterium. Di grande rilevanza è anche il vasto settore produttivo lastricato che faceva parte integrante del complesso: vi si sono riconosciuti vani dedicati alla lavorazione del vino (come confermano le prime analisi chimiche condotte) e probabilmente anche alla sua conservazione, per cui sembra si debba pensare – in continuità con la tradizione preromana – a botti lignee, data la totale assenza di dolia defossa. I vinaccioli rinvenuti nella canaletta in uscita dalla latrina, i macroresti di legno di vite raccolti nel prefurnio e i pollini di vite recuperati in più livelli pertinenti alla fase di vita del complesso contribuiscono ad attestare che l’economia della villa si basava sulla produzione vinicola, con una straordinaria continuità fino al presente.

Fotorilievo della Villa dei Mosaici di Negrar (Vr) con indicazione della funzione dei diversi settori (foto sabap-vr)
I pavimenti musivi. L’ampliamento dello scavo della villa, come descritto, ha rappresentato un’occasione unica per arricchire la conoscenza del panorama musivo di questo contesto, già di per sé straordinario. Al nucleo di pavimentazioni musive, geometriche e figurate rinvenute durante le prime campagne di indagini, si sono aggiunte nuove superfici musive che assieme ai dati di scavo, in fase di studio, permettono di perfezionare il periodo di utilizzo della villa al primo quarto del IV secolo d.C. inserendo di diritto il territorio di Negrar nel più ampio contesto storico-culturale-economico della X Regio. Grazie allo scavo estensivo è stato definito il perimetro del settore di rappresentanza, un nucleo compatto di ambienti gravitanti sulla sala principale A con composizione ortogonale di meandri risparmianti riquadri (Décor, 192d) con soggetti legati al mondo del mito e dei ludi, in asse con il carré de triclinium del braccio di portico meridionale (vano ES); ai lati si dispongono, a Est, due vani “di servizio” decorati da seriali composizioni di croci e ottagoni formanti quadrati (Décor, 179a) o di cerchi tangenti formanti quadrati concavi (Décor, 231h) (vani B e C), a Ovest due ambienti inediti, il vano D con composizione ortogonale di ottagoni irregolari adiacenti con quattro lati concavi (formanti cerchi) (Décor, 168c), perimetrato da un bordo ad ogive, e il vano F con ottagoni irregolari (Décor, 172). Stile, cromia e riempitivi si ripetono in tutti i vani prediligendo le tonalità del rosso, rosa e grigio, nodi di Salomone, stuoie e fioroni.

La dama ingioiellata, uno dei due tondi con figura umana del mosaico pavimentale del peristilio ovest della Villa dei Mosaici di Negrar (foto graziano tavan)
Sia il settore di rappresentanza che il quartiere termale (vani T ed S) affacciano sui portici del giardino: le terme, di cui si conservano solo lembi della originaria pavimentazione con cerchi secanti con effetto di quadrifogli (Décor, 237) e ottagoni irregolari allungati (Décor, 172) gravitano sul braccio EE la cui pavimentazione presenta un disegno geometrico con composizione di ottagoni e rettangoli, più corsiva e meno vivace delle altre, caratterizzata anche da una minore attenzione al disegno preparatorio. Dalla parte opposta verso l’area lastricata si allunga il braccio EO che si distingue per l’originalità della composizione che non ha confronti in area italica: si tratta di una composizione ortogonale di quadrilobi eccedenti intorno ad un quadrato sulla diagonale con gli spazi di risulta caricati da un cerchio iscritto (Décor, 225b); nei cerchi compaiono due busti, uno femminile con ricco abbigliamento e uno maschile con folta barba, inseriti in un tappeto di soggetti di genere quali cantharoi, caproni, uccelli, cesti con grappoli d’uva, tutti orientati verso il giardino della villa. La lettura integrata dei mosaici della villa di Negrar consente di riconoscere quel nuovo corso stilistico, caratterizzato dalla complessità degli schemi, dall’ampliamento delle figure geometriche di base e dalla ridondanza decorativa, in cui convivono repertorio vegetale e animale. Tale nuovo corso ben si allinea alle mode presenti nei contesti tardo antichi dell’Italia settentrionale (Desenzano e Aquileia, ad esempio) oltre che del Mediterraneo, evocanti un contesto di benessere e ricchezza, conseguito anche tramite il richiamo al mondo della cultura e dei ludi.

Panoramica del sito archeologico della Villa dei Mosaici a Negrar (foto graziano tavan)

Il gruppo di lavoro per il parco archeologico in sopralluogo alla villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella: da sinistra, il sindaco Roberto Grison, il soprintendente Vincenzo Tinè, l’architetto Luca Dolmetta, l’archeologo Gianni De Zuccato, l’archeologo Alberto Manicardi, l’architetto Giovanna Battista, e i rappresentanti delle aziende agricole Benedetti e Franchini (foto sabap-vr)
Le prospettive di valorizzazione. L’importanza del sito ha favorito lo stanziamento di un primo, consistente, contributo di 1,5 milioni di Euro da parte del ministero della Cultura con il quale si è dato avvio al progetto di valorizzazione, finalizzato alla piena fruizione pubblica dell’area archeologica della Villa dei Mosaici. Un primo step, in corso di realizzazione con previsione di apertura al pubblico a metà aprile 2023, prevede il completamento delle coperture provvisorie atte a mettere in sicurezza i mosaici e consentire il loro restauro, nonché l’allestimento di un percorso provvisorio di visita con pannellistica informativa. Le coperture sono già state acquistate e poste in opera grazie alla generosa disponibilità delle cantine proprietarie dei fondi e partners dell’iniziativa, Soc. Agr. Benedetti e Soc. Agricola Franchini (quest’ultima attraverso lo strumento fiscale dell’Art Bonus), mentre il percorso pedonale di visita con ausili didattici è in corso di realizzazione in queste settimane. Seguirà il complessivo resetting idrogeomorfologico dell’area, il restauro sistematico dei resti murari e musivi e il concorso di progettazione internazionale per la realizzazione del sistema definitivo di copertura e musealizzazione del sito sulla base di un articolato documento preliminare di progettazione, che ne orienti le modalità esecutive.
Zevio (Vr). Incontro dell’università del Tempo libero su “Storia dei ritrovamenti archeologici degli ultimi 40 anni nel territorio di Zevio” con due esperti: Luciano Salzani e Alberto Manicardi. Protagonista la Tomba del Carro scoperta a Lazisetta

Particolare del ricco corredo funebre della Tomba del Carro di Santa Maria di Zevio (Vr) (foto sap)
Alla fine del percorso dell’Età del Ferro nel museo Archeologico nazionale di Verona è esposto il ricco corredo della Tomba del Carro di Zevio, la numero 7 delle 181 ritrovate nella necropoli di Lazisetta di Santa Maria di Zevio (II sec. a.C. – I sec. d.C.). Si tratta della tomba di un bambino di 5-7 anni le cui ceneri furono deposte insieme a un sontuoso carro da parata e a un ampio corredo tipico dei guerrieri adulti. L’attento studio dei contesti ha permesso agli archeologi di ricostruire – con una installazione multimediale – il rituale con cui questo giovane “principe” fu sepolto.

L’area di scavo della necropoli celtica a Santa Maria di Zevio (Vr) (foto sap)

Ricostruzione del carro funebre della Tomba del bambino di Lazisetta di Santa Maria di Zevio (Vr) (foto sap)
Proprio la scoperta a Lazisetta, nei pressi di Pontoncello, della sepoltura di un bambino appartenente ad una ricca famiglia celtica che ha portato alla luce i resti di un carro funebre oltre a un ricchissimo corredo funerario, sarà uno dei temi forti dell’incontro “Storia dei ritrovamenti archeologici degli ultimi 40 anni nel territorio di Zevio” promosso dall’Università del tempo libero.
Appuntamento lunedì 6 marzo 2023, alle 15, nella sala conferenze del Centro civico culturale di Zevio, in piazza Santa Toscana. Interverranno due tra i massimi esperti del settore: Luciano Salzani, già ispettore della soprintendenza Archeologica di Verona e Alberto Manicardi, esperto archeologo della SAP, che ha operato a lungo nel territorio di Zevio. Ma non solo. Il territorio di Zevio, per la presenza di una fertile pianura e del fiume Adige, è sempre stato abitato fin dai tempi antichi e i numerosi ritrovamenti archeologici di necropoli del periodo celtico-romano ne sono una testimonianza.

Copertina del libro “La necropoli gallica e romana di S. Maria di Zevio (Verona)” di Luciano Salzani
Tra l’altro, non dimentichiamo che proprio Luciano Salzani, nel 1996, aveva pubblicato per la Sap, il libro “La necropoli gallica e romana di S. Maria di Zevio (Verona)” in cui vengono presentati gli scavi delle necropoli galliche e romane attorno a S. Maria di Zevio, primo risultato assai riuscito di un lungo lavoro svolto in costante collaborazione tra la soprintendenza Archeologica del Veneto, l’Archeoclub di S. Maria di Zevio e il Comune di Zevio. Il risultato scientifico, che vede l’edizione sistematica di centosessantotto tombe ad incinerazione databili tra il II sec. a.C. e la prima età imperiale, è indubbiamente di grandissimo rilievo, perché rappresenta un caso esemplare della progressiva integrazione di una comunità cenomane (a quanto risulterebbe dalle iscrizioni) nel mondo romano.

“La Villa dei Mosaici di Negrar di Valpolicella: una ricerca interdisciplinare”: è il titolo della giornata di studi promossi dall’università di Verona che si tiene lunedì 16 dicembre 2024, in sala Gazzola nella sede della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza, in piazza San Fermo 3° a Verona, dedicata ai risultati preliminari degli scavi archeologici della Villa dei mosaici di Negrar di Valpolicella (Vr). La partecipazione è aperta a tutti gli interessati A seguire un brindisi con vino della Valpolicella, offerto dalle aziende agricole Benedetti “La Villa” e Franchini di Negrar. È Gianni De Zuccato, direttore dello scavo archeologico, come funzionario archeologo della Sabap di Verona, a presentare e anticipare ai lettori di archeologiavocidalpassato.com i temi del convegno. E con l’occasione ne approfitta per ripercorrere lo sviluppo della ricerca archeologica, dallo scavo alla presentazione dei risultati alla comunità, non solo scientifica, e per descrivere la villa come risulta dagli scavi nella sua articolazione tra la zona residenziale e l’area produttiva, nell’arco della “vita” della struttura tardo-antica.






IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA DI STUDIO LUNEDÌ 16 DICEMBRE 2024. Alle 9.30 Saluti istituzionali: Andrea Rosignoli (soprintendente ABAP per le province di Verona Rovigo, Vicenza), Paolo De Paolis (direttore dipartimento di Culture e Civiltà – università di Verona); Fausto Rossignoli (sindaco di Negrar di Valpolicella). INTRODUZIONE Alle 10, Vincenzo Tinè (soprintendente ABAP VE-Met), “Il progetto di studio e la valorizzazione”. SESSIONE 1: LA VILLA Presiede Francesca Ghedini (università di Padova) Alle 10.15, Patrizia Basso, Nicola Delbarba (università di Verona), Gianni de Zuccato (già soprintendenza ABAP Verona Rovigo, Vicenza), “La villa: considerazioni planimetriche e funzionali”; 10.45, Federica Rinaldi (parco archeologico del Colosseo), “I rivestimenti pavimentali: decorazione, funzione e cronologia”; 11, pausa caffè; 11.15, Monica Salvadori (università di Padova), Katia Boldo, Simone Dilaria, Anna Favero, Federica Stella Mosimann, Clelia Sbrolli, “Approcci multidisciplinari per la conoscenza della pittura parietale in contesto: il caso della villa di Negrar”; 11.30, Diana Dobreva, Anna Nicolussi (università di Verona), “Note preliminari sulla ceramica tardoantica della villa: osservazioni cronologiche, tipologiche e archeometriche”; 11.45, Dario Calomino (università di Verona), “Il quadro dei ritrovamenti monetali”. SESSIONE 2: DOPO LA VILLA Presiede Andrea Augenti (università di Bologna) Alle 12, Fabio Saggioro, Nicola Mancassola (università di Verona), Alberto Manicardi (SAP), “Le fasi di frequentazione altomedievale”; 12.30, Nicola Mancassola (università di Verona), “Le ceramiche da cucina altomedievali”; 12.45, pausa pranzo; 14.15, Laura Bonfanti, Irene Dori (università di Firenze), Alessandra Varalli (Aix-Marseille Université, CNRS, Ministère de la Culture, LAMPEA), “Gli inumati altomedievali: i risultati delle analisi bioarchaeologiche e isotopiche”; 14.30, Elisa Possenti (università di Trento), Lisa Martinelli (università di Udine), “I reperti metallici e in osso lavorato di età medievale”. SESSIONE 3 APPROCCI ANALITICI Presiede Jacopo Bonetto (università di Padova) Alle 14.45 Gianfranco Valle (geoarcheologo professionista), “Studio geomorfologico e ricostruzione ambientale”; 15, Valeria Luciani, Elena Marrocchino, Michele Zuccotto (università di Ferrara), “Caratterizzazione in sezione sottile di materiali lapidei”; 15.15, pausa caffè; 15.30, Elena Marrocchino, Michele Sempreboni (università di Ferrara), “Prime analisi sui leganti”; 15.45, Silvia Bandera (università di Verona), “Analisi dei resti faunistici”; 16, Marco Marchesini, Madalina Daniela Ghereg, Silvia Marvelli, Anna Chiara Muscogiuri, Elisabetta Rizzoli (Laboratorio di Palinologia e Archeobotanica C.A.A. Nicoli), “Vegetazione, viticoltura e alimentazione attraverso le analisi archeobotaniche”; 16.30, dibattito.
“VENETI ed ETRUSCHI. Un confine invisibile” è il titolo del convegno dedicato alla Necropoli dell’Età del Ferro della Colombara a Gazzo Veronese. Appuntamento sabato 4 febbraio 2023, alle 10, al museo Archeologico nazionale di Verona. La partecipazione all’evento è gratuita. Per informazioni: tel. 346.5033652 o 



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