Roma-Perugia. In presenza e online, il convegno “Conservazione preventiva e programmata. Verso un protocollo condiviso nei luoghi della cultura” promosso da DiVa, Dg Musei, parco archeologico del Colosseo e musei nazionali di Perugia. Tre giorni di confronti per aprire un dialogo e un confronto tra istituzioni museali, statali e non, per avviare un piano strategico di prevenzione e manutenzione. Ecco il ricco programma
Dal 7 al 9 maggio 2025, il DiVa-dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio culturale, la direzione generale dei Musei, il parco archeologico del Colosseo e i musei nazionali di Perugia–direzione regionale Musei nazionali Umbria, ospiteranno, a Roma nella Curia Iulia (7-8 maggio) e a Perugia in galleria nazionale dell’Umbria (9 maggio), il convegno “Conservazione preventiva e programmata. Verso un protocollo condiviso nei luoghi della cultura”. Mercoledì 7 e giovedì 8 maggio 2025, ore 9, a Roma in Curia Iulia (parco archeologico del Colosseo) con ingresso da largo della Salara Vecchia. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria fino a esaurimento posti disponibili. PRENOTAZIONE 7 MAGGIO: https://conservazione7maggio.eventbrite.it; PRENOTAZIONE 8 MAGGIO: https://conservazione8maggio.eventbrite.it. DIRETTA STREAMING www.facebook.com/parcocolosseo. Link diretta YouTube: 7 maggio: https://youtube.com/live/PjMynUBi-yc; 8 maggio: https://youtube.com/live/DshyAEfE09E. Venerdì 9 maggio 2025, ore 10, a Perugia nella Sala Conferenze della Galleria Nazionale dell’Umbria, Palazzo dei Priori, 3° piano, in corso Vannucci 19. Ingresso libero fino a esaurimento posti. Il convegno sarà trasmesso in diretta streaming su www.facebook.com/GalleriaUmbriaPerugia.
Il Convegno nasce con l’obiettivo di aprire un dialogo e un confronto tra istituzioni museali, statali e non, per verificare quanto è stato progettato e realizzato in questo ambito, al fine di avviare un piano strategico di prevenzione e manutenzione, mettendo a sistema le numerose esperienze virtuose che già interessano molti luoghi della cultura e creare l’occasione per illustrare i progetti in corso. È proprio da questo confronto fra esperienze delle diverse realtà museali che si potrà tentare di far luce sulla questione conservativa nei luoghi della cultura, offrendo un palinsesto eterogeneo di esperienze documentate o progetti in corso di realizzazione che connotino la progettazione o l’attuazione di una conservazione preventiva e programmata, che vada oltre la gestione episodica e discontinua di interventi di restauro una tantum per approdare a una visione comune, sistemica e multidisciplinare, dell’approccio al tema della conservazione, attuabile concretamente.
L’iniziativa, che coinvolge l’intero Sistema Museale Nazionale insieme all’Istituto Centrale per il Restauro, all’Opificio delle Pietre Dure e alla Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, vede la condivisione di oltre quaranta progetti di conservazione e manutenzione programmata distribuiti su tutto il territorio italiano, da nord a sud. Un racconto che attraversa le diverse tipologie di luoghi della cultura – musei, parchi archeologici, siti monumentali, giardini storici – offrendo uno sguardo sulle attività che ogni istituto mette quotidianamente in campo con approccio programmatico, al di là degli interventi straordinari o emergenziali, per la tutela del nostro patrimonio culturale.
Il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004 prescrive, all’articolo 29, che “la conservazione del patrimonio culturale sia assicurata attraverso una coerente, coordinata e programmata attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro”, introducendo per la prima volta in un testo normativo un concetto e un protocollo operativo elaborati da Giovanni Urbani, direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro dal 1973 al 1983. A partire da questa indicazione, a vent’anni dalla sua formulazione normativa, il Convegno – promosso con il supporto di un comitato scientifico composto da un autorevole gruppo di esperti e specialisti del settore – si propone di aprire un dialogo e un confronto tra le istituzioni museali per fare il punto su quanto è stato progettato e realizzato in questo ambito negli ultimi anni. L’obiettivo è mettere a sistema le numerose esperienze virtuose già attive in molti luoghi della cultura e creare un’occasione per presentare e condividere i progetti attualmente in corso. Tra questi il Parco archeologico del Colosseo, che ospita le prime due giornate, ha avviato sin dalla sua istituzione nel 2017 e come preciso obiettivo strategico un piano di monitoraggio e di manutenzione programmata del suo patrimonio, i cui primi risultati sono già stati pubblicati nel 2020 a valle di un convegno internazionale di studi dedicato proprio al monitoraggio e alla manutenzione delle aree archeologiche con l’obiettivo di mettere a punto un protocollo comune per una migliore gestione dei luoghi della cultura. Tutte queste attività potranno costituire un utile contributo e un aggiornamento al lavoro della Commissione di esperti istituita dalla Direzione Generale Musei per l’elaborazione di linee guida operative sulla conservazione programmata del patrimonio museale.
I tre giorni di Convegno sono stati articolati in modo da approfondire, nella prima giornata, le attività di prevenzione e manutenzione applicate ai parchi e alle aree all’aperto; la seconda giornata sarà dedicata in particolare all’applicazione delle tecnologie per il miglioramento e la gestione delle manutenzioni programmate; infine, la terza giornata sarà incentrata sulle attività rivolte alle collezioni museali.
PROGRAMMA MERCOLEDÌ 7 MAGGIO Curia Iulia: 9, saluti istituzionali: Alfonsina Russo (direttore parco archeologico del Colosseo e capo dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio culturale), Luigi La Rocca (capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale). Apertura Convegno: Massimo Osanna (direttore generale Musei), Enrico Rinaldi (direttore parco archeologico di Sepino) “Preservare per valorizzare: il piano strategico di conoscenza, prevenzione e manutenzione del Sistema Museale Nazionale”. Alle 10.30, modera Massimo Osanna (direttore generale Musei). Interventi: Maria Cristina Tomassetti (parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia), Emanuele Morezzi, Tommaso Vagnarelli (Politecnico di Torino), Andrea Garzulino (Politecnico di Milano), Matilde Marzullo (università di Milano) “I nuovi piani per la conservazione programmata del Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia: aggiornamento dei sistemi di gestione per la conoscenza, la conservazione e la manutenzione dei monumenti e della vegetazione e per i rischi connessi al cambiamento climatico”; Roberta Alteri, Francesca Guarneri, Sara Iovine, Barbara Nazzaro, Aura Picchione, Angelica Pujia, Fiorangela Fazio, Paola Quaranta, Federica Rinaldi, Andrea Schiappelli (parco archeologico del Colosseo) “Manutenere e man(u)tenere”. Coffee Break. Diana Venturini, Francesca Forniti (direzione regionale Musei nazionali Lazio) “Una sfida per il futuro: nuovi indirizzi di conservazione per i Musei nazionali Lazio”; Andreina Contessa (direttore museo storico e parco del Castello di Miramare) “Dalle emergenze alla conservazione preventiva. Metodologia di percorso virtuoso”; Luana Toniolo, Miriam Lamonaca (museo nazionale Etrusco di Villa Giulia) “Lungo il corso dell’Acqua Vergine. Conservazione preventiva e manutenzione programmata a Villa Giulia dalla Neviera al Ninfeo”; Valentina Fantera, Eleonora Gioventù, Maria Elena Corrado, Filippo Edoardo Capasso (Istituto Centrale per il Restauro), Raffaella Guarino (parco Archeologico dell’Appia Antica), Danilo Forleo (Chateau de Versailles) “L’attività ispettiva alla base della gestione conservativa di aree archeologiche: gli elementi essenziali per la pianificazione degli interventi”. Alle 14.30, modera Luigi Oliva (direttore Istituto Centrale per il Restauro). Interventi: Giovanna Manzo, Francesco Uliano Scelza (parchi archeologici di Paestum e Velia) “Dalla manutenzione alla conservazione programmata: i casi di Paestum e Velia”; Gabriel Johannes Zuchtriegel (direttore), Vincenzo Calvanese, Luigi Petti, Arianna Spinosa, Alessandra Zambrano (parco archeologico di Pompei) “Conoscere per conservare Pompei: il monitoraggio multilivello come strumento per un sistema dinamico della manutenzione programmata”; Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano) “Ercolano volta pagina: partenariato e autonomia istituzionale per la gestione sostenibile di luoghi culturali fragili”. Coffee Break. Francesco Longobardi, Fabio Galeandro, Eleonora Crimi (Castello Svevo di Bari) “Monitoraggio e manutenzione programmata al Parco Archeologico di Egnazia (Fasano – Br)”; Filippo Demma (direttore parchi archeologici di Crotone e Sibari) “Il Museo “In Progress”. Il caso dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari”; Luigi Oliva (direttore), Francesca Angelo, Roberto Ciabattoni, Barbara Davidde, Davide Fodaro, Edoardo Loliva, Livia Sforzini (Istituto Centrale per il Restauro), Fabrizio Sudano (direttore), Daniela Costanzo, Barbara Fazzari, Elena Nicolò (museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria), Paolo Piccardo, Roberto Spotorno (università di Genova) “Il progetto “Check-up Bronzi” al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria: un programma di monitoraggio standardizzato per la tutela”.
PROGRAMMA GIOVEDÌ 8 MAGGIO Curia Iulia: alle 9, Giorgio Bonsanti, già ordinario di Restauro (università di Firenze). Interventi: Tiziana D’Angelo (direttore), Giovanna Manzo (parchi archeologici di Paestum e Velia), Luigi Petti, Carmine Lupo (università di Salerno) “Tecnologie Avanzate e Sostenibili per la Conservazione del Patrimonio: il Caso del Tempio di Athena a Paestum”; Alessia Vaccariello (Istituto Centrale per il Restauro), Maria Elena Corrado (Sapienza Università di Roma) “Il sistema informativo d’archiviazione unificato come strumento al servizio della manutenzione programmata”; Rossella Moioli, Alessandra Pili (Articolo29 Srl Servizi per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale) “Gestione informativa della Conservazione per un protocollo condiviso di scambio dei dati: dalla valutazione del rischio alla programmazione sostenibile”; Federica Rinaldi, Barbara Nazzaro, Angelica Pujia, Elisa Cella (parco archeologico del Colosseo), Fabio Fumagalli, Dario Rose (collaboratori parco archeologico del Colosseo), Marcello Balzani (università di Ferrara, CFR Consorzio Futuro in Ricerca) et alii “Verso la documentazione digitale del patrimonio archeologico attraverso il rilievo 3D e la modellazione HBIM: il Colosseo”; Alessandro D’Alessio (direttore), Antonella Docci, Claudia Tempesta (parco archeologico Ostia Antica), Ascanio D’Andrea, Riccardo Montalbano (collaboratori di parco archeologico di Ostia Antica) “Dalla conoscenza alla conservazione: il WebGis del Parco archeologico di Ostia antica”. Coffee Break. Barbara Davidde (Istituto Centrale per il Restauro | RUP del progetto NERITES per la soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo) “Il monitoraggio del patrimonio culturale subacqueo con tecnologie autonome: il caso del progetto NERITES”; Anna Manzone (museo Reggia di Caserta), Rosa De Finis (università del Salento), Sara Gonizzi Barsanti (università della Campania Luigi Vanvitelli) “La conservazione programmata alla Reggia di Caserta: tecniche digitali in aiuto dell’arte”; Cristina Sargentini, Chiara Valcepina (musei del Bargello) “Gestione digitale della programmazione delle attività di prevenzione conservativa nei Musei del Bargello”; Andrea G. De Marchi (gallerie nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini e Galleria Corsini) “Climasoft, dispositivo climatico di prossimità: dalla sperimentazione all’uso”; Maria Antonietta De Vivo (gallerie dell’Accademia di Venezia e Alma Mater Studiorum università di Bologna), Marco Pretelli (Alma Mater Studiorum università di Bologna) “Il Pio Monte della Misericordia a Napoli. Modelli per la determinazione dei fattori di rischio microclimatico e ambientale indoor”. Alle 14.30, modera Gisella Capponi, architetto, già direttore ICR. Interventi: Filippo Masino (direttore), Angela Maria Rita Farruggia, Giuseppe Milazzo (Residenze Reali Sabaude) “La conservazione preventiva e programmata come strumento per il risk assessment per le facciate ottocentesche di Palazzo Carignano (To)”; Chiara Bianchi (museo nazionale d’Abruzzo), Roberto Ciabattoni (Istituto Centrale per il Restauro) “Gestione del Rischio e Conservazione Preventiva: Strategie per la riduzione del Rischio Sismico per il Nuovo Allestimento del Castello Cinquecentesco del Museo Nazionale d’Abruzzo”; Rossella Moioli, Alessandra Pili (Articolo29 Srl Servizi per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale), Marina Ferroggio (Musei Reali di Torino), Antonio Spano (Politecnico di Torino), Maria Sofia Ruschi Noceti (architetto) “Il progetto Take Care: il caso dei Musei Reali di Torino”; Elena Froldi Paganini (Fondazione Palazzo Te), Rossella Moioli (Articolo29 Srl Servizi per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale) “Il Piano di Conservazione di Palazzo Te”. Coffee Break. Lian Pellicanò, Silvia Pintus, Paola Ruggieri (Gallerie degli Uffizi), Rossella Moioli, Alessandra Pili (Articolo29 Srl Servizi per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale) “Le Gallerie degli Uffizi: la conoscenza, la programmazione e l’attuazione nella strategia della Conservazione Preventiva e Programmata”; Lucia Anna Margari (Gallerie Estensi) “Piano di conservazione programmata. L’esperienza delle Gallerie Estensi”; Giulia Cervi, Rosa Anna Di Lella, Alessandra Montedoro (museo delle Civiltà) “Il Museo delle Civiltà: progetti ed interventi per la conservazione”; Alessandra Guerrini, Sara Rulli (musei nazionali di Genova) “Strumenti per la conservazione preventiva e programmata delle sedi dei Musei Nazionali di Genova”.
PROGRAMMA VENERDÌ 9 MAGGIO Galleria nazionale dell’Umbria. Alle 10, modera Costantino d’Orazio, direttore musei nazionali di Perugia. Interventi: Ilaria Batassa (musei nazionali di Perugia), Paola Pogliani (università della Tuscia), Simona Salvo (Sapienza università di Roma) “Conoscere per conservare: l’esperienza di Villa del Colle del Cardinale”; Michela Cardinali, Lara Coniglio (Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale) “Riconoscere la complessità e fare sistema. Innescare comportamenti cooperativi, qualitativi e sostenibili”; Simona Calza, Rita Capitani, Barbara Cattaneo, Letizia Montalbano, Renata Pintus, Sandra Rossi (Opificio delle Pietre Dure) “La conservazione preventiva e programmata attraverso i cantieri scuola del PFP-5 della SAF-OPD: esperienze e metodologie”; Giulia Papini, Francesco Primari (Palazzo Ducale di Urbino) “Il Palazzo Ducale di Urbino e il nuovo laboratorio di restauro. Prospettive per la conservazione”. Coffee Break. Chiara Bianchi, Daniele Lauri (museo nazionale d’Abruzzo) “Programma di Conservazione Preventiva e Programmata per le Opere del Museo Nazionale d’Abruzzo: Un Percorso tra Restauro e Riqualificazione dei Depositi”; Sabrina Mutino (musei nazionali di Matera e MAN Dinu Adamesteanu – Potenza), Rossana Caputo (Scuola Superiore Meridionale – Napoli) “Potenza, Museo Archeologico Nazionale presso Palazzo Loffredo. Dalla cisterna, deposito del patrimonio sommerso, alla biblioteca di oggetti”; Laura Forte, Manuela Valentini (museo Archeologico nazionale di Napoli) “Un esempio di manutenzione di una collezione storica: la sculture della collezione Farnese del MANN”; Gerlinde Jona Tautschnig (musei nazionali di Cagliari) “Piano gestionale per la conservazione e valorizzazione della collezione tessile etnografica dei Musei Nazionali di Cagliari”. Alle 14.30, modera Caterina Bon Valsassina, storica dell’arte, già direttore generale ABAP. Interventi: Monica Galeotti (Opificio delle Pietre Dure) “Per non musealizzare un capolavoro: la sfida del Fonte Battesimale di Siena”; Marta Gómez Ubierna (Opificio delle Pietre Dure) “Tutela dei parchi di sculture contemporanee: criteri, metodi e strumenti per un piano di conservazione preventiva e programmata”; Francesca Graziosi (Palazzo Ducale di Urbino) “Intervento di monitoraggio ambientale, schedatura conservativa e di manutenzione e restauro presso la Rocca demaniale di Gradara”; Chiara Caruso (Sistema Museale di Ateneo Alma Mater Studiorum Università di Bologna) “Il nuovo allestimento digitale: la sfida della Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini” del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Bologna”. Coffee Break. Giulia Basilissi, Marco Mozzo (Ville e residenze monumentali fiorentine) “La Grotta degli animali del Giardino della Villa di Castello: proposte metodologiche per la manutenzione programmata delle grotte artificiali”; Alessia Zaccaria, Federica Piezzo (Museo e Real Bosco di Capodimonte) “Il restauro del restauro: il cantiere trasparente del Museo e Real Bosco di Capodimonte”; Marta Boscolo Marchi (museo d’Arte Orientale) “Elogio della fragilità: materiali polimaterici dall’Asia a Venezia, una sfida complessa”.
Sistema museale nazionale. Bilancio della App Musei Italiani a un anno dal lancio: oltre 400 musei presenti, 150 già con l’e-ticketing. E nel 2023 record di 57.730.502 visitatori (+23% sul 2022). Sul podio sempre il Colosseo con oltre 12 milioni di ingressi, ma tutti i musei e parchi hanno registrato incrementi significativi

A un anno dall’avvio dell’app e della piattaforma del Sistema Museale Nazionale sono oltre 400 gli istituti statali presenti che offrono un servizio agile e intuitivo, con percorsi di conoscenza e scoperta del patrimonio culturale della Nazione, il vantaggio di informazioni sempre aggiornate e ufficiali e la possibilità di acquisto online dei biglietti di ingresso. È quanto è emerso alla presentazione del primo bilancio del servizio del ministero della Cultura: un’occasione anche simbolica per promuoverne la conoscenza e l’utilizzo e per fare il punto sui risultati raggiunti e le prospettive future. Nella stessa occasione, sono stati infatti presentati i dati relativi agli ingressi nei musei e parchi archeologici nazionali, per i quali l’anno 2023 ha segnato un record di visitatori e incassi, non solo per la conferma dell’andamento positivo già registrato nel 2022, ma anche per il superamento dei numeri di epoca pre-pandemica.
Promossa dal ministero della Cultura, l’app Musei italiani è stata sviluppata dalla Direzione generale Musei grazie ai fondi del PNRR dedicati al miglioramento dell’accessibilità fisica, cognitiva e senso-percettiva del patrimonio culturale nazionale, nell’ambito del “Progetto Ad Arte, piattaforma nazionale dei servizi per l’accessibilità nei luoghi della cultura”. Dotata di un’identità visiva ben riconoscibile grazie al logo Musei italiani e allo sfondo blu che richiama il colore istituzionale del ministero della Cultura, l’app, disponibile gratuitamente nei principali store, è stata rilasciata un anno fa, insieme alla piattaforma web ad essa collegata, in concomitanza con l’avvio della bigliettazione del Pantheon.
Per la gestione della biglietteria, 130 di questi oltre 400 usufruiscono già oggi del sistema di gestione diretta offerto dalla piattaforma, completo ed efficiente, progettato per integrarsi con eventuali sistemi di cassa fisica o totem digitali sul posto e privo di costi di intermediazione: un’innovazione importante, se consideriamo che la gran parte di questi non aveva mai avuto la possibilità di gestire – e quindi di istituire – un biglietto di ingresso, oppure non aveva alcuna forma di e-ticketing o di pagamento elettronico sul posto. Il carattere vantaggioso di questa formula ha attratto anche grandi realtà come il museo nazionale Romano, le Terme di Caracalla o il museo di Capodimonte. Ad oggi i musei che usano questa modalità di gestione diretta in piattaforma hanno “staccato” oltre 3 milioni di biglietti, con un incasso superiore agli 11 milioni di euro: numeri rilevanti, sia perché in linea con gli obiettivi di trasformazione digitale del Paese, sia perché l’assenza di costi di intermediazione costituisce un vantaggio economico per l’Amministrazione e i visitatori. L’app, in conclusione, rappresenta uno strumento univoco e sicuro per guidare il visitatore all’acquisto del biglietto, o direttamente nella piattaforma di e-ticketing Musei italiani o reindirizzandolo negli altri canali ufficiali di vendita specifici, eventualmente previsti dai singoli Musei.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, alla presentazione del bilancio dell’App Musei Italiani (foto emanuele antonio minerva / Mic)
“Lo straordinario successo dei musei italiani dimostra che stiamo lavorando nella direzione giusta nel segno della valorizzazione come recita l’art. 9 della Costituzione”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “I musei italiani hanno un immenso valore storico e identitario, a questo stiamo aggiungendo la qualità dei servizi, abbiamo idee e faremo molto di più. La app rappresenta una ulteriore tappa verso la modernizzazione e la valorizzazione. Possiamo offrire al mondo esperienze uniche grazie al nostro passato e alla nostra storia. Ogni italiano deve essere orgoglioso del suo patrimonio”.

Il direttore generale Musei, Massimo Osanna, alla presentazione del bilancio dell’App Musei Italiani (foto emanuele antonio minerva / Mic)
“L’app Musei italiani, che costituisce uno dei primi risultati concreti del PNRR, segna un grande traguardo per il Sistema Museale Nazionale”, commenta il direttore generale Musei Massimo Osanna, “che si è in questo modo dotato di un’interfaccia ufficiale, intuitiva e completa, pensata per rendere il nostro patrimonio culturale sempre più accessibile. Già dai primi mesi di attività, Musei italiani si è affermata come punto di riferimento per tutti i cittadini e i visitatori interessati a scoprire i luoghi della cultura italiani. L’innovativo sistema di e-ticketing ha inoltre consentito di superare gli annosi ostacoli amministrativi, economici e logistici che i siti meno noti o di più piccole dimensioni – ma anche alcune realtà maggiori – incontravano nell’organizzare un proprio sistema di bigliettazione completo, nell’ottica di uno sviluppo complessivo ed equo dell’intera rete museale del nostro Paese. L’app infine, è da intendersi come uno strumento in divenire ed entrerà a breve in una nuova fase, accogliendo, oltre ai musei di competenza del MiC, anche i luoghi della cultura non statali, realizzando a pieno gli obiettivi del Sistema Museale Nazionale. Sono inoltre in fase di implementazione nuove funzionalità, presto disponibili, come gli itinerari consigliati o le audioguide e le videoguide che potranno accompagnare i visitatori specialmente in chiave di accessibilità e inclusione”.
I numeri dei Musei Italiani nel 2023.
Il numero assoluto di visitatori ha raggiunto nel 2023 il record di 57.730.502 visitatori, mai registrato nelle serie storiche. Il confronto con il 2022 indica un aumento di 10,7 milioni di visitatori, pari a un incremento di quasi il 23%. Se il confronto viene effettuato con l’anno 2018, che rappresenta, con i suoi 55,3 milioni di visitatori il picco di epoca pre-pandemica, si nota una variazione positiva di 2,4 milioni di visitatori, pari a un incremento percentuale di oltre il 4%. Il 2023 rappresenta un record anche per gli incassi che raggiungono la cifra 313,9 milioni di euro, con un incremento di quasi il 34% rispetto al 2022 (+79,3 milioni di euro). Il dato appare ancora più significativo se paragonato al periodo pre-pandemico e in particolare al 2019, picco massimo della serie storica per gli incassi, con un incremento di quasi il 30% (+71,5 milioni di euro).
I musei più visitati nel 2023 sono tutti in crescita rispetto al 2022. I primi tre in assoluto sono: il Colosseo, 12.298.246 visitatori, +25,34%; il Pantheon, 5.196.106, +5,47%; la Galleria degli Uffizi, 5.138.588, +26,37%. “Gli incrementi rilevati nel 2023 rispetto non solo all’anno precedente, già positivo, ma anche ai record di presenze registrate di epoca pre-pandemica”, osserva il direttore generale Musei, Massimo Osanna, “dimostrano che il nostro Paese vanta un Sistema Museale Nazionale in salute, in crescita e in grado di attrarre i pubblici, con un’offerta culturale ricca, inclusiva e sempre più accessibile. Questi risultati si devono a tutti i direttori e al personale dei siti che in sinergia con la Direzione generale Musei, lavorano incessantemente, in ottica di rete e in accordo con le comunità territoriali, per conservare e valorizzare il patrimonio culturale dei nostri musei”.
Ecco il numero dei visitatori nel 2023 nei musei e parchi archeologici
con la differenza percentuale rispetto al 2022: parco archeologico del Colosseo, 12.298.246 visitatori, +25,34%; il Pantheon, 5.196.106, +5,47%; parco archeologico di Pompei, 4.087.164, +33,64%; museo Egizio di Torino, 1.061.157, +16,74%; Villa Adriana e Villa d’Este, 748.656, +37,74%; parco archeologico di Ercolano, 563.165, +28,86%; museo Archeologico nazionale di Napoli, 553.141, +25,54%; parchi archeologici di Paestum e Velia, 506.853, +29,62%; museo Archeologico di Venezia, 387.683 (dati comprensivi del circuito con alcuni musei civici), +4,64%; museo nazionale Romano, 318.434, +58,77% (il museo con il maggiore incremento in Italia); parco archeologico di Ostia antica, 314.511, +26,64%.
Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale dal 1° luglio nuovo piano tariffario con l’introduzione dell’abbonamento annuale

Palazzo Piacentini, sede del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto marrc)
Accedere anche tutti i giorni al MArRC, per scoprirne ogni volta nuovi capolavori esposti e mostre in programma. Dal 1° luglio 2024, con una tessera annuale al costo di 22 euro, si può. È stato annunciato dal direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, Fabrizio Sudano, durante la presentazione delle linee programmatiche e del calendario eventi MArRC 2024. Una piccola ma importante rivoluzione che entra in vigore il primo giorno di luglio con il nuovo piano tariffario del MArRC con cui il museo si allinea ai principali musei italiani del Sistema Museale Nazionale. Oltre alla nuova card, infatti, il costo dei biglietti di ingresso viene rimodulato per comprendere anche alcune promozioni studiate per avvicinare i giovani fino a 25 anni e consentire un accesso dedicato alle grandi mostre. Il biglietto ordinario passerà a 10 euro, mentre resteranno invariati il diritto di accesso gratuito per le categorie previste dalla legge e il diritto al biglietto ridotto pari a 2 euro per i giovani di età compresa tra i 18 ed i 25 anni. Tornano inoltre le aperture serali straordinarie al costo di 3 euro. Tutti i venerdì di luglio e agosto 2024 (9 date) il museo aprirà dalle 20 alle 23 con ultimo ingresso alle 22.30.

Visitatori nella sala che ospita i Bronzi di Riace nel museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto federico neri)
Il piano tariffario che entrerà in vigore dal 1° luglio 2024 è il seguente: MArRC GOLD al costo di 22 euro: abbonamento nominativo di durata annuale che consente un numero di accessi illimitati al MArRC per la durata di un anno solare decorrente dalla data di acquisto; MArRC FAMILY al costo di 40 euro: abbonamento nominativo per i nuclei familiari composti da 2 adulti e dai figli under 18 che consente un numero di accessi illimitati al MArRC per la durata di un anno solare decorrente dalla data di acquisto; MArRC YOUNG al costo di 5 euro: abbonamento nominativo riservato ai ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni che consente un numero di accessi illimitati per la durata di un anno solare decorrente dalla data di acquisto; MArRC FRIENDS al costo di 8 euro: riservato agli accompagnatori dei titolari di abbonamento; MArRC SLIM al costo di 5 euro: consente l’accesso al museo dalle 18 fino all’orario di chiusura; MArRC EXPO al costo di 5 euro: consente l’accesso alle mostre temporanee selezionate dalla Direzione; MArRC PLUS al costo di 13 euro: da attivare in caso di allestimento di mostre temporanee a pagamento; consente l’accesso al Museo e alle mostre.

L’archeologo Fabrizio Sudano è il direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto marrc)
“Le nuove tariffe del MArRC mirano a riequilibrare i rapporti tra siti museali nazionali e far scoprire e riscoprire a tutti i visitatori una modalità lenta di visita dei luoghi della cultura”, dichiara il direttore Sudano. “Da una parte infatti, si risponde alla necessità di adeguare il costo del titolo di ingresso al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria alla media dei prezzi praticati dagli altri Istituti e luoghi della Cultura Italiani; dall’altra si introducono strumenti come l’abbonamento annuale, che permette ai visitatori ed in particolare quelli più prossimi, di esplorare lo straordinario patrimonio presente al MArRC poco alla volta, più volte l’anno, per una passeggiata culturale o semplicemente per immergersi nell’armonia di storia e bellezza presente al museo”.
Isernia. Dopo Sassari, approda al museo Archeologico di Santa Maria delle Monache la mostra “La forma dell’oro: storie di gioielli dall’Italia antica” a cura di Massimo Osanna e Luana Toniolo: 400 oggetti raccontano le produzioni ornamentali dell’Italia peninsulare e della Sardegna, dalla Preistoria all’Alto Medioevo. Il primo evento del Sistema museale nazionale

Locandina della mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica” al museo Archeologico di Santa Maria delle Monache a Isernia dall’8 marzo all’8 settembre 2024
“La forma dell’oro: storie di gioielli dall’Italia antica” a cura di Massimo Osanna e Luana Toniolo sbarca in Molise. Dopo essere stata per sette mesi al museo “G.A. Sanna “di Sassari (dal 28 giugno 2023 al 7 gennaio 2024, la mostra arriva ora in Molise dove rimarrà fine a settembre 2024 per poi riprendere a girare il sud Italia. In Molise la mostra è allestita e ospitata, a cura del parco archeologico di Sepino – direzione regionale Musei Molise, al museo Archeologico di Santa Maria delle Monache, in corso Marcelli 42 a Isernia, dove si è tenuta l’inaugurazione venerdì 8 marzo 2024, alle 16.30, con i saluti di Pietro Castrataro, sindaco di Isernia, e l’introduzione di Enrico Rinaldi, direttore regionale Musei Molise, l’intervento di Davide Delfino, della drm-Molise, e le conclusioni di Roberto Vannata, della direzione generale Musei – sistema museale nazionale. La mostra, visitabile negli orari di apertura del museo, rimarrà allestita fino all’ 8 settembre 2024.

Uno dei gioielli esposti nella mostra “La forma dell’oro” al museo Archeologico di Santa Maria delle Monache a Isernia (foto drm-molise)
Nata da un’iniziativa della direzione generale Musei del ministero della Cultura (vedi Sassari. Parte dal museo nazionale Archeologico ed Etnografico “Giovanni Antonio Sanna” con la mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica” il primo evento del Sistema museale nazionale: 400 oggetti raccontano le produzioni ornamentali dell’Italia peninsulare e della Sardegna, dalla Preistoria all’Alto Medioevo | archeologiavocidalpassato), la mostra “La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’ Italia antica” coinvolge le direzioni regionali Musei di Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Molise, Puglia e Sardegna e il parco archeologico di Pompei, raccontando la storia del gioiello nell’Italia dalla preistoria al medioevo. Centinaia di opere in prestito mettono in rete, per la prima volta con una mostra, i musei nazionali italiani, nell’ambito del Sistema Museale Nazionale.
Bologna. I musei civici sono stati inclusi nell’elenco dei musei accreditati al Sistema museale regionale, primo passo per entrare nel Sistema museale nazionale
I musei civici di Bologna sono stati inclusi nell’elenco dei musei accreditati al Sistema museale regionale del territorio emiliano-romagnolo: museo civico Archeologico, collezioni comunali d’Arte, museo Davia Bargellini, museo civico Medievale, museo internazionale e biblioteca della musica, museo del Patrimonio industriale, MAMbo – museo d’Arte moderna di Bologna, museo Morandi, museo civico del Risorgimento, museo per la Memoria di Ustica. Il riconoscimento costituisce il passaggio necessario per l’inserimento nel Sistema museale nazionale, progetto nato nel 2018 e coordinato dalla Direzione generale Musei del ministero della Cultura che mira a migliorare la fruizione, l’accessibilità e la gestione sostenibile del patrimonio culturale. L’esito positivo, indicato nella Delibera regionale n. 503 del 4/4/2022, è stato conseguito al termine dell’istruttoria svolta dal Servizio Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna, organo preposto alla valutazione, durante la prima finestra di accreditamento aperta dal 23 novembre 2021 al 15 gennaio 2022, alla quale l’Istituzione Bologna Musei ha partecipato su base volontaria.
L’adesione al Sistema museale nazionale rientra nella logica del miglioramento continuo, essendo basata sull’adozione dei Livelli Uniformi di Qualità (LUQ), definiti dal ministero della Cultura con Decreto Ministeriale 113/2018 e recepiti dalla Regione Emilia-Romagna con Delibera di Giunta 1450/2018. Ispirati alle migliori pratiche internazionali sul tema, i LUQ prevedono ben 112 requisiti articolati in tre ambiti principali: Organizzazione, Collezioni e Comunicazione, Rapporti con il territorio. Essi rappresentano un importante parametro di verifica del raggiungimento di standard minimi di qualità e, al tempo stesso, di supporto per la definizione di obiettivi di miglioramento. “Il riconoscimento”, commenta il sindaco di Bologna Matteo Lepore, “dà conto della raggiunta armonizzazione dei musei civici di Bologna sui livelli di qualità e sugli standard di funzionamento, sia per quanto riguarda il profilo organizzativo e gestionale, sia per gli aspetti relativi alla tutela, conservazione e promozione del patrimonio. Allo stesso tempo, tale riconoscimento deve rappresentare per i nostri musei un punto di partenza per un processo in itinere di sviluppo continuo, per un’offerta culturale di qualità accogliente e accessibile a tutti, in grado di generare valore negli impatti sociali e culturali a lungo termine sulle persone e sulle comunità. Sono quindi soddisfatto di questo riconoscimento che riguarda, voglio sottolineare, non solo i musei comunali ma anche molte altre realtà private del territorio oltre al Museo della Civiltà contadina della Città metropolitana”.
Direzione Generale Musei. Massimo Osanna presenta il Sistema museale nazionale, piattaforma che mette in rete i musei italiani, per conoscersi e farsi conoscere

Archeologo operativo, professore stimato, manager di successo, lo abbiamo conosciuto come direttore generale del parco archeologico di Pompei sempre attento a comunicare al grande pubblico ogni intervento e scoperta nell’area archeologica vesuviana più famosa al mondo. Da qualche mese il ministro Dario Franceschini lo ha chiamato alla Direzione Generale Musei del Mibact. Ed è in questa veste che presenta il “Sistema museale nazionale”, progetto iniziato dal suo predecessore Antonio Lampis, e che ora entra nella fase operativa.
“La Direzione Generale Musei ha lavorato negli ultimi anni per creare il Sistema museale nazionale”, spiega Osanna. “È un progetto ambizioso bellissimo che eredito da chi mi ha preceduto, Antonio Lampis, che ha lavorato con grande passione insieme a dirigenti e funzionari di questa amministrazione da Talitha Vassalli ad Annarita Orsini. E ora grazie a questo lavoro siamo in dirittura d’arrivo. La piattaforma è ormai disponibile, comincia il lavoro di accreditamento. Accreditarsi significa essere un museo degno di questo nome, che quindi può accedere non solo ai finanziamenti, a cominciare da quelli regionali oltre ovviamente quelli statali. Significa lavorare anche su una accessibilità globale, e questo è uno dei requisiti fondamentali. I musei devono essere accessibili: perché hanno un linguaggio idoneo, perché non ci sono barriere architettoniche, perché parlano a tutte le categorie anche a quelle svantaggiate. Questo sarà fatto con le Regioni che hanno lavorato moltissimo a un tavolo comune non solo per elaborare i requisiti ma anche per elaborare tutto il sistema museale nazionale. E quindi adesso la sfida dei prossimi mesi, del prossimo anno, sarà proprio quello di rendere riconoscibili i nostri musei, riconoscibili perché hanno uno standard minimo comune. Questo avviene grazie a una piattaforma che è stata varata proprio in questi giorni, una piattaforma informatica che si è realizzata grazie al sostanziale lavoro di AgID (Agenzia per l’Italia Digitale), questa piattaforma diventa appunto non solo un enorme archivio informatizzato dove i musei accreditati hanno un loro spazio, ma anche un archivio che permette ai musei di entrare in rete. Questo vuol dire portare nel mondo contemporaneo i nostri musei che spesso sono stati percepiti – anche perché, diciamocelo, forse lo era – come dei luoghi polverosi contenitori di oggetti che non parlano, non sanno esprimere, comunicare emozioni e significati. È questo il lavoro che ci aspetta, ci aspetta sia come Direzione Generale Musei sia come singole Regioni che, chi in maniera autonoma perché ha già un programma di accreditamento, chi invece direttamente in connessione con il nostro sistema nazionale elaborato, collaborerà e contribuirà in maniera fattiva a rendere appunto i nostri musei all’altezza di questo nome”.

Manca ormai pochissimo al convegno nazionale “La gestione dei Musei di Enti Locali. Criticità, modelli innovativi, prospettive di sviluppo” in programma al Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona il 22 e il 23 novembre 2023: i posti in sala sono ormai esauriti, ma se non vi è registrati si potrà seguire le due giornate in diretta streaming sul canale YouTube dei Musei civici di Verona:
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