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Roma. Per “Discorsi sul metodo” al Complesso di San Michele l’incontro “Rilevare l’invisibile: un modello di indagine dal territorio mantovano fra Preistoria e Medioevo”, promosso dall’Istituto Centrale per l’Archeologia e dalla soprintendenza ABAP di Cremona Mantova Lodi, in presenza e on line. Riportati alla luce i resti di una necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano, una villa romana ad Acquanegra sul Chiese e una pieve altomedievale ad Asola

roma_ica_incontro-rilevare-l-invisibile-un-modello-di-indagine-dal-territorio-mantovano-tra-preistoria-e-medioevo_locandinaIl tema delle indagini non invasive, con l’ampio spettro delle applicazioni possibili, si è imposto sempre di più negli anni come uno strumento primario di conoscenza finalizzato alla tutela archeologica, anche senza ricorrere allo scavo o scavando solo quando necessario. Il miglioramento delle tecniche di rilevamento ha infatti portato a risultati sempre più affidabili, che consentono di ridurre tempi e costi della pianificazione territoriale e della progettazione dei lavori, evitando così quello che, con un termine rubato ad altri ambiti, si potrebbe definire “consumo di stratificazione archeologica”, garantendo la sostenibilità della ricerca, come oggi si richiede sempre più in ambito scientifico e a livello sociale. L’incontro “Rilevare l’invisibile: un modello di indagine dal territorio mantovano fra Preistoria e Medioevo”, del ciclo “Discorsi sul metodo”, che si tiene martedì 26 marzo 2024, dalle 16 alle 18, nella sala conferenze della Biblioteca delle arti del Complesso monumentale del San Michele a Ripa a Roma, promosso dall’Istituto centrale per l’Archeologia, è volto a illustrare l’applicazione dell’approccio combinato tra fotografia aerea, indagini non invasive e scavo, che ha consentito alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona Mantova e Lodi di individuare un grandissimo numero di tracce sul terreno, legate alla frequentazione del territorio fin dalla Preistoria, e in particolare di riportare alla luce i resti di una necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano, una villa romana ad Acquanegra sul Chiese e una pieve altomedievale ad Asola. L’evento sarà trasmesso sul canale YouTube dell’Istituto Centrale per l’Archeologia. Le attività della Soprintendenza si inquadrano in un filone promosso a partire dal 2018 dalla direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio che, attraverso l’Istituto Centrale per l’Archeologia, ha sostenuto una sperimentazione finalizzata all’uso delle indagini geofisiche in contesti urbani e territoriali, a partire da tre casi studio in Veneto, Toscana e Sardegna, per valutarne l’utilità e le applicazioni, promuoverne un utilizzo consapevole e favorire la divulgazione dei risultati. Proprio agli esiti di tali ricerche l’ICA ha dedicato, nel 2022, un incontro di studio tenutosi a Orbetello e ora pubblicato nel Bollettino di Archeologia online (https://bollettinodiarcheologiaonline.beniculturali.it/numero-1-2023-anno-xiv/).

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Lo scavo della necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano (Mn) (foto sabap-cr-mn-lo)

I risultati incoraggianti hanno spinto quindi a proseguire il progetto, che tra il 2020 e il 2023 ha coinvolto appunto la SABAP per le province di Cremona Mantova e Lodi. In particolare, la scelta dei siti da indagare si è orientata su alcuni contesti di notevole complessità archeologica. Questi ultimi sono stati selezionati a partire dall’osservazione di anomalie riscontrate su immagini satellitari, cui è seguita l’indagine attraverso la magnetometria e il GPR. Di seguito, sono stati avviati sondaggi e scavi in estensione che hanno portato a risultati di grande interesse scientifico, rivelando scorci significativi dello sviluppo di questo territorio in vari momenti della sua storia e restituendo per la prima volta una fotografia realistica della densità e della capillarità del patrimonio archeologico del territorio. Introduce l’incontro Elena Calandra, direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia. I lavori, che prevedono i saluti istituzionali del direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio Luigi La Rocca, saranno aperti dal dirigente del Servizio II, Scavi e tutela del patrimonio archeologico, Laura Moro, e del soprintendente della SABAP per le province di Cremona Mantova e Lodi, Gabriele Barucca. Seguirà l’esposizione dei risultati delle indagini, da parte degli archeologi della SABAP Chiara Marastoni e Leonardo Lamanna e dai professionisti che hanno supportato le ricerche sul campo, Andrea Betto e Guglielmo Strapazzon. Valeria Acconcia, Valeria Boi (ICA) ed Enrico Proietti (DG ABAP) presenteranno il quadro in cui si inseriscono le indagini, a partire dal progetto avviato nel 2018 dalla DG ABAP e dall’ICA fino alle prospettive future. Secondo la tradizione dell’ICA, è affidato al discussant, Salvatore De Vincenzo dell’università della Tuscia, il commento delle metodologie adottate e dei risultati conseguiti.

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A Casalromano (Mn) emergono le tracce di una necropoli della tarda età del Ferro (foto sabap-cr-mn-lo)

Necropoli della tarda età del ferro a Casalromano. Quella scavata per un mese a partire dalla metà di settembre 2023 è una necropoli di grande interesse, perché è una delle poche della tarda età del ferro ad essere stata indagata nella provincia di Mantova con moderni metodi scientifici. La scoperta del nucleo sepolcrale, composto da tredici tombe, si inserisce in un progetto avviato nel corso del 2022 che ha visto alcuni siti del territorio della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona, Mantova e Lodi interessati da indagini geofisiche (magnetometro e georadar), curate dall’archeologo esperto in digital field archaeology, Guglielmo Strapazzon, grazie alla collaborazione con l’Istituto Centrale per l’Archeologia e a fondi speciali stanziati dalla direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio. Proprio la combinazione tra i risultati del georadar, che ha individuato un nucleo di fosse rettangolari disposte su diverse file, e quelli del magnetometro, che ha restituito forti anomalie magnetiche in corrispondenza di alcune di esse, ha consentito in prima battuta di procedere a sondaggi mirati che hanno riportato alla luce due tombe a incinerazione con preziosi corredi. Si tratta di due sepolture, una maschile e una femminile che, oltre alle ceneri dei defunti, conservavano diversi reperti. In quella femminile è stato rinvenuto vasellame in ceramica, un coltello in ferro e monili come fibule e una collana in vaghi di vetro e bronzo. Da quella maschile, invece, il corredo di un guerriero, caratterizzato dalla presenza di uno scudo, di cui si è conservato l’umbone, una lancia, anch’essa senza l’asta in legno, deteriorata dal tempo, una lunga spada con fodero, un coltello e un ricco corredo ceramico.

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Una fibula dalla necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano (Mn) (foto sabap-cr-mn-lo)

La scoperta ha spinto la Soprintendenza a chiedere ulteriori fondi al ministero della Cultura per completare lo scavo dell’intera necropoli, affidato alla ditta ArcSAT, al fine di preservare il contesto da eventuali danneggiamenti agricoli e possibili scavi clandestini. La riapertura degli scavi nel mese scorso ha quindi portato alla luce altre undici tombe, disposte con orientamento nord-sud, come le prime due. I corredi emersi confermano un orizzonte cronologico e culturale della tarda età del Ferro, compreso tra la seconda metà del II secolo a.C. e l’inizio del I secolo a.C. All’epoca in queste zone erano stanziati i Cenomani, popolo guerriero di cultura celtica, che a partire dalla fine del III secolo a.C. ha intessuto rapporti di alleanza con i romani. Proprio queste relazioni pacifiche avrebbero portato i Cenomani ad adottare diverse usanze dei romani, tra le quali quella della cremazione dei defunti, l’uso di deporre monete nelle tombe e l’adozione di tipologie ceramiche di imitazione. Tipicamente celtiche sono invece alcune scelte del corredo che vedono la sistemazione vicino alle ceneri di armi, nelle tombe maschili, e monili in vetro colorato, come vaghi di collana e armille, che connotano generalmente le tombe femminili.

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Urne cinerarie dalla necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano (Mn) (foto sabap-cr-mn-lo)

La necropoli di Casalromano è caratterizzata dalla presenza di undici sepolture a incinerazione, con ceneri che dovevano essere contenute in cassette lignee, come dimostrerebbero alcuni labili ma significativi resti riscontrati in due tombe. Queste sepolture hanno restituito notevoli reperti, a partire da armi in ferro, spille (fibule) e recipienti ceramici provenienti da due ricche tombe maschili in posizione centrale nella necropoli. Alle tombe maschili si affiancano sepolture femminili con fibule, ceramiche e collane composte da vaghi in vetro, con colori e decorazioni variegati, e pendenti in bronzo. Fra questi ultimi è particolarmente curioso il ritrovamento di un elemento a forma di ruota sormontato da un cavallino, che per la sua grande somiglianza con quello più noto del sito etrusco del Forcello di Bagnolo San Vito (MN) apre a diverse ipotesi, che saranno meglio indagate durante lo studio post-scavo del contesto.

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Corredi preziosi dalla necropoli della tarda età del Ferro a Casalromano (Mn) (foto sabap-cr-mn-lo)

Nelle ultime settimane di scavo gli archeologi hanno scoperto che due delle tredici tombe che compongono la necropoli erano ad inumazione, conservavano cioè i resti ossei non cremati dei defunti. Si tratta di due infanti, tra i quali una bambina che al polso sinistro portava un bracciale (armilla) in vetro blu ed un secondo, del quale non è determinabile il genere, che in uno dei recipienti ceramici conservava alcuni frammenti ossei, probabili resti di un pasto sacro. Diversi sono anche i reperti di piccole dimensioni, tra i quali una fibula in bronzo, recuperati dalle attività di setacciatura che hanno visto impegnati i volontari dell’associazione Klousios – Centro Studi e Ricerche Basso Chiese, che hanno affiancato gli archeologi nel corso delle attività di scavo. Le indagini sul campo si sono già concluse, ma lo studio della necropoli è solo all’inizio. I ricchi corredi sono stati temporaneamente ricoverati nel vicino museo civico “G. Bellini” di Asola, in attesa del loro restauro a cura della Soprintendenza. Durante le indagini sono stati prelevati anche campioni di terreno, sui quali saranno effettuate analisi per la ricostruzione del paleoambiente. Ulteriori analisi saranno condotte anche sui resti ossei delle due tombe ad inumazione, alla ricerca di risposte sulla vita dei Cenomani di Casalromano.

Segesta. Il parco archeologico sigla quattro convenzioni con atenei americani ed europei per una nuova stagione di scavi: dalla Casa del Navarca alle fortificazioni, dall’abitato arcaico alla Rocca di Entella

Rossella Giglio, al centro, con alcuni studiosi in sopralluogo al parco archeologico di Segesta (foto parco segesta)
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Prospezioni archeologiche nelle aree di competenza del parco archeologico di Segesta (foto parco segesta)

Quattro nuove convenzioni con atenei americani ed europei aprono una nuova stagione di scavi a Segesta. Rocca di Entella e Salemi. A sottoscriverle la direttrice del parco archeologico di Segesta, Rossella Giglio, nell’ambito delle collaborazioni scientifiche mirate a rafforzare le campagne di scavi su alcuni siti specifici di competenza del Parco. “Dopo avere individuato e attrezzato nuovi magazzini, laboratori e ambienti per lo studio finalmente è giunto il momento di riprendere le ricerche sul campo”, spiega la direttrice del Parco, Rossella Giglio. “Segesta offrirà ai nuovi concessionari non soltanto le aree archeologiche da indagare ma anche gli spazi e gli strumenti utili alla ricerca”. A partire da quest’anno e sino al 2026 a Segesta arriveranno ricercatori e archeologi provenienti dall’università dell’Arizona, da quella della Tuscia (guidati da Salvatore De Vincenzo) e della Freie Universität Berlin (con i docenti Monika Trümper e Chiara Blasetti Fantauzzi) che indagheranno le fortificazioni e le cinte murarie di Segesta, mediante lo sviluppo anche di nuove tecnologie quali la Digital-Archaeology.

La Casa del Navarca a Segesta (foto parco segesta)

A Segesta effettuerà ricerca e scavi anche l’università di Ginevra, diretta da Dominique Jaillard, con la professoressa Alessia Mistretta dell’Unità d’archeologia classica che svolgeranno ricerche attorno alla Casa del Navarca, un edificio abitativo di grande pregio appartenuto al navarca Eraclio, amico di Cicerone, dove il Parco ha promosso un grande progetto di valorizzazione attraverso la realizzazione di un nuovo percorso pedonale sulla sommità della collina e nuovi scavi realizzati fra marzo e luglio 2021. La Convenzione firmata con l’università di Ginevra ha la durata di 3 anni.

Interventi nell’area delle fortificazioni e della cinta muraria di Segesta (foto parco segesta)

Intanto, con l’arrivo della primavera l’università dell’Arizona invierà i propri archeologi per scavare nell’area dell’abitato arcaico di Segesta dove verranno effettuati approfondimenti sulle fasi di vita degli Elimi. La convenzione, della durata di tre anni, è stata sottoscritta da Diane Austin, direttrice della Scuola di Antropologia dell’ateneo di Tucson. Gli ultimi scavi in questo specifico ambito risalgono a metà degli anni 2000, quando la professoressa Emma Blake – che al tempo collaborava con l’università di Stanford e oggi insegna in Arizona – avviò le ricerche sul monte Polizo di Salemi nell’ambito di una campagna autorizzata dalla Soprintendenza di Trapani e condotta insieme al professor Robert Schön con il coordinamento scientifico dell’archeologa Rossella Giglio, oggi direttrice del Parco di Segesta. “Grazie a questa nuova campagna di scavi”, aggiunge la direttrice, “si interverrà con ricerche storico-archeologiche e topografiche nella parte centrale del monte Barbaro dove sono state riscontrate tracce di strutture domestiche relative alla fase arcaica”.

L’area archeologica della Rocca di Entella (foto parco segesta)

Ma si torna a scavare anche in territorio di Salemi, nell’ex Basilica paleocristiana di San Miceli. Qui le ricerche saranno condotte dall’Andrews University-Berrien Springs del Michigan (Usa) con la quale il Parco di Segesta ha firmato una convenzione di 5 anni. L’attività archeologica, coordinata da Randall Younker, consentirà di proseguire gli scavi già iniziati nel 2014 che hanno già portato in luce testimonianze archeologiche di pregio relative a un villaggio. Riconfermata, infine, grazie a Anna Magnetto, Carmine Ampolo e Maria Cecilia Parra la storica collaborazione con il Laboratorio SAET della Scuola Normale Superiore di Pisa con due nuove convenzioni: a Entella, nel territorio di Contessa Entellina, e nell’Agorà di Segesta dove, nel maggio dello scorso anno è stato individuato e riportato in luce un importante ambiente dedicato ai giovani, come si può leggere sull’epigrafe rimessa in luce nella sua posizione originaria, al centro dell’edificio.

Giornate europee del patrimonio 2020: tutti gli appuntamenti del parco archeologico dei Campi Flegrei, da Cuma a Baia, dal lago d’Averno alla Piscina Mirabilis, dal parco sommerso al museo archeologico

Il Parco archeologico dei Campi Flegrei aderisce anche quest’anno alle Giornate Europee del Patrimonio 2020, iniziativa promossa dal MiBACT e dedicate al tema dell’educazione. Lo slogan scelto per questa edizione è “Imparare per la vita”. Durante il fine settimana del 26 e 27 settembre 2020 il Parco celebrerà l’attività di ricerca e ospiterà, laboratori, attività didattiche, spettacoli, aperture straordinarie dei siti e passeggiate archeologiche. Nella giornata di sabato 26 settembre è inoltre prevista un’apertura serale al Castello di Baia con il biglietto d’ingresso al costo simbolico di 1 euro. Tutti gli eventi sono contingentati a prevedono il rispetto delle misure di prevenzione del contagio da Covid-19 secondo la normativa vigente. A questo link è possibili visionare il programma dettagliato con tutte le istruzione per la prenotazione: http://www.pafleg.it/it/4405/news/237/giornate-europee-del-patrimonio-26-27-settembre.

La città bassa di Cuma oggetti di ricerche archeologiche (foto pafleg)

Sabato 26 e domenica 27 settembre 2020 a partire dalle 10 al Parco archeologico di Cuma sarà visitabile in maniera straordinaria la città bassa. Sarà l’occasione per approfondire gli studi e le ricerche archeologiche in corso, a cura dell’università di Napoli L’Orientale, dell’università di Napoli “Federico II”, del Centro Jean Bérard e dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Gli archeologi dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, diretti dal professor Carlo Rescigno, illustreranno i risultati delle ricerche, ancora in corso, sul Tempio A di Cuma, raro esempio di architettura sannitica della seconda metà del IV sec. a.C. L’università di Napoli “Federico II”, sotto la direzione della professoressa Carmela Capaldi, si soffermerà in particolare sulle fasi più antiche rinvenute nei saggi di approfondimento del settore nord-occidentale della foro. L’università di Napoli L’Orientale, con la direzione scientifica del professor Matteo D’Acunto, affronterà l’argomento dell’edilizia domestica nella zona dell’abitato a Nord del foro, disegnandone l’evoluzione dal villaggio pre-ellenico alla città greco-romana. Il Centre Jean Bérard di Napoli, guidato da Priscilla Munzi, si soffermerà in particolare sulle tombe di età tardo-repubblicana approfondendo aspetti antropologico-sociali legati alla convivenza di individui di origini greche, sannitiche e latine in un racconto che si definisce “All’insegna dell’Altro”.

Per la prima volta dopo diversi anni riapre al pubblico il parco archeologico di Liternum  a Giugliano. L’università della Tuscia, coordinata dal professor Salvatore De Vincenzo, sarà presente all’evento nelle mattinate di sabato e domenica per illustrare le ricerche compiute e le nuove acquisizioni che hanno arricchito il panorama di conoscenze sulla città antica, focalizzando in particolare sull’area del foro e sui monumenti circostanti.

Altre due aperture straordinarie saranno protagoniste della giornata di sabato 26: quella della Necropoli di Cappella al Monte di Procida e quella del Tempio di Apollo sul Lago d’Averno.

Due passeggiate archeologiche saranno protagoniste dell’iniziativa “Convergenze Flegree”, organizzata dal Parco in collaborazione con i comuni di Bacoli, Monte di Procida e Pozzuoli e con il supporto logistico di Federalberghi Campi Flegrei. I  due percorsi convergeranno nel luogo simbolo della unicità e complementarietà del territorio flegreo, il Castello di Baia. Le passeggiate si svolgeranno in contemporanea lungo i nuovi e gli antichi percorsi pedonali ancora riconoscibili: una, denominata “L’antico percorso dei marinai Montesi”, attraverserà i Comuni di Monte di Procida e Bacoli facendo tappa alla Necropoli di Cappella, l’altra, dal titolo “Intorno alle cupole”, quelli di Pozzuoli e Bacoli con sosta al Tempio di Apollo sul Lago d’Averno.

Sabato 26 settembre 2020 sarà la volta dell’apertura serale straordinaria al costo speciale di 1 euro. “Dark Bubbles. Una serata “proiettati” nei resti sommersi di Baia” è una video immersione in notturna trasmessa in diretta nel Castello di Baia che illustrerà i nuovi mosaici, i lavori di restauro, lo sviluppo delle ricerche condotte nelle Terme del Lacus nel Parco sommerso di Baia. La serata sarà presentata dal direttore del Parco Fabio Pagano insieme a Enrico Gallocchio e Barbara Davidde dell’Istituto Centrare per il Restauro che ha coordinato la campagna di questa estate.

Il castello di Baia sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei (foto pafleg)

Ci sarà spazio anche per le attività dedicate ai bambini. Tutto il week end alla Piscina Mirabilis a cura dell’ATS Stramirabili si terrà “StraMirabilis in famiglia – laboratorio di argilla per bambini” mentre al Tempio di Serapide l’ATI Macellum organizzerà un ricco programma di eventi e laboratori per tutta la famiglia. Ultimo evento domenica mattina dal titolo “FLEG Workout. Il movimento con la storia intorno. Dal Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia alla Tomba di Agrippina”. Il percorso proposto partirà dal Museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia e giungerà alla Tomba di Agrippina per far ritorno di nuovo al Castello con visita alla Terrazza superiore e alla sezione del Rione Terra. A cura di FLEG Workout.