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Lipari. Il parco archeologico delle Isole Eolie presenta le novità del museo “Luigi Bernabò Brea” che si racconta in Braille e LIS a non vedenti e non udenti: dalle copie tattili destinate ai non vedenti un contributo al teatro di ricerca che può sperimentare la recitazione con le maschere, come nell’antica Grecia; le maschere teatrali greche tornano in scena per la tragedia classica “Prometeo incatenato” di Eschilo

L’Etera, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Prototipo tattile dell’Etera, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Da maggio 2025 il museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari – che fa parte del parco archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, ente diretto dall’architetto Rosario Vilardo – “parla” in Braille e in LIS (Lingua Italiana dei Segni) ed è fruibile quindi da non vedenti e non udenti grazie a una serie di innovazioni tecnologiche realizzate con i fondi del PNRR per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive. “Vietato non toccare”, recita infatti un pannello: ecco copie tattili delle maschere della tragedia antica (come Paride e Filottete, IV a.C. figure riconducibili alla perduta tragedia di Sofocle “Filottete a Troia”) e della commedia nuova (come Pseudokore e l’Etera, prima metà III a.C.); statuette comiche (come il Satiro sconcertato, dalla pancia gonfia e l’inequivocabile citazione fallica, tipica della satira del IV a.C.); vasi delle culture preistoriche e un cratere attico a figure rosse (V a.C.). In tutto 35 reperti tattili, perfettamente uguali agli originali e realizzati in PLA (bioplastica ricavata da zuccheri vegetali) con tecnologie digitali e rilievi con laser scanner, che potranno essere toccati dai visitatori non vedenti (e non solo) restituendo loro la reale percezione della ricca collezione archeologica del Museo di Lipari, istituzione di altissimo valore storico e identitario che proprio lo scorso anno ha compiuto i suoi primi 70 anni di vita. Per i visitatori un’app, video descrizioni a tema e raccontate in LIS, didascalie e segnaletica in Braille (oltre a italiano e inglese) dentro e fuori il museo.

Le novità saranno presentate al Parco delle Eolie il 2 e il 3 di maggio 2025 nel corso di una due giorni che, oltre a un convegno e a un workshop con gli attori istituzionali coinvolti nel progetto – e fra questi gli interventi dell’assessore regionale dei BBCC Francesco Paolo Scarpinato e del direttore generale del dipartimento, Mario La Rocca –  prevede sabato sera 3 maggio, alle 21, il debutto di uno spettacolo straordinario allestito nel teatro di pietra della rocca di Lipari, realizzato nel 1978 su modello di quelli greci e che guarda il mare. Si tratta della tragedia greca “Il Prometeo incatenato” di Eschilo. La sua unicità sta nel fatto che gli attori sulla scena indosseranno maschere teatrali perfettamente riprodotte dai rilievi digitali sui reperti archeologici originali, miniature provenienti dai corredi funerari di Lipari ed esposti al Museo. Nel ruolo di Prometeo l’attore Christian Poggioni, regista dello spettacolo.

Digitalizzazione dei reperti del museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari (foto regione siciliana)

“Rendere i luoghi della cultura quanto più accessibili possibile è tra le nostre mission”, spiega l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. “Grazie alle moderne tecnologie e ai sistemi più avanzati, la disabilità non può e non deve costituire un limite alla fruizione di Parchi archeologici, musei e gallerie. Stiamo lavorando alacremente in questa direzione affinché un numero sempre maggiore di siti sia accessibile a tutti”. Il progetto, finanziato dal PNRR con circa 500mila euro, è redatto dal Parco delle Isole Eolie ed è stato messo a punto in collaborazione con l’università Cattolica di Milano; l’università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Naos Lab (azienda che opera tra Salerno, Catanzaro e Roma) che ha curato tutta l’elaborazione digitale. Il coordinamento scientifico del progetto è di Maria Clara Martinelli archeologa del parco Eolie; Francesca Fatta, docente di Disegno dell’architettura (UniRC) e Elisabetta Matelli, docente di Storia del Teatro Greco (UniCatt). “Con questo progetto”, commenta il direttore del Parco delle Eolie, Rosario Vilardo, “il museo Luigi Bernabò Brea diventa inclusivo, parla il Braille e la LIS, si apre a quote di visitatori che sinora non potevano fruire e apprezzare il grande patrimonio archeologico e la storia delle Eolie che qui sono custoditi. Siamo sinceramente orgogliosi delle innovazioni introdotte, frutto del grande lavoro di squadra di un team interdisciplinare con il coordinamento scientifico e gestionale del Parco”.

Satiro Cornuto, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Prototipo tattile del Satiro Cornuto, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Archeologia: le novità del museo di Lipari per non vedenti e non udenti. Cuore del progetto PNRR del parco archeologico delle Eolie è il Laboratorio Multisensoriale allestito al piano terra del primo edificio del complesso museale del Castello di Lipari. Qui i visitatori sono accolti in uno spazio espositivo con 35 riproduzioni tattili realizzate in PLA (acido polilattico, materiale usato nella stampa 3D). Fra cui: 26 maschere della commedia e della tragedia ricavate dalle miniature esposte al museo e provenienti dai corredi funerari rinvenuti nella necropoli di Contrada Diana dalla metà del secolo scorso e oggetto di numerose campagne di scavo coordinate dai grandi archeologi Luigi Bernabò Brea e da Madeleine Cavalier; sei statuette, due vasi delle culture preistoriche e un cratere attico nero a figure rosse. Tutti questi prototipi, realizzati fedelmente grazie ai rilievi con laser scanner, sono completati da didascalie trilingue: italiano, inglese e braille. Completano il percorso 3 totem con la mappa degli edifici del Castello, dell’accessibilità dei singoli piani e la mappa cronologica degli scavi iniziati il 20 ottobre del 1950. Anche qui in italiano, inglese, LIS e con testo speakerato per i non vedenti; tre video con storytelling tematici; infine un QR CODE per scaricare l’app che accompagna i visitatori anche con un video con la descrizione audiovisiva dei reperti e contenuti in LIS. Un’area è stata destinata al bookshop e alla caffetteria che sarà data in gestione a terzi mentre tra le novità per i “visitatori speciali” con ridotta mobilità sono stati rinnovati ascensori e montascale secondo le normative più recenti, pedane per facilitare l’accesso ai piani; segnaletica e mappe in Braille nell’area esterna e due golf car elettriche per raggiungere il Museo.

Christian Poggioni in Prometeo incatenato al teatro Pime di Milano (foto roberto bellu)

 

Christian Poggioni. attiore e regista del Prometeo Incatenato a Lipari (foto regione siciliana)

 

L’artigiano Andrea Cavarra al lavoro su una maschera del Prometeo di Lipari (foto regione siciliana)

Riproduzioni delle maschere teatrali del museo Archeologico di Lipari (foto alessandro villa)

Teatro: “Il Prometeo Incatenato” di Eschilo a Lipari. Conclude la due giorni dedicata alle novità del PNRR uno spettacolo originale: una tragedia classica, il “Prometeo Incatenato” di Eschilo, dove gli attori indosseranno come nell’antichità le maschere secondo il sistema recitativo del teatro classico. In questo caso si tratta delle maschere provenienti dalla necropoli di Lipari di Contrada Diana e oggi esposte nel museo Luigi Bernabò Brea: miniature provenienti dai corredi funerari e che, grazie ai rilievi in 3D, sono state ingrandite con precisione a misura umana e realizzate da un artigiano nel modo più simile possibile alle originali per essere usate da attori professionisti ed essere quindi restituite alla loro funzione originaria, la dimensione teatrale. La rappresentazione intende far emergere anche il potere sinestetico dei capolavori del teatro antico, composti in modo tale da creare ‘visioni’ anche solo ascoltando il testo, e percependo sonorità attraverso la sola vista. Lo spettacolo sarà messo in scena nel teatro all’aperto del Castello di Lipari, spazio straordinario con il mare a fare da scenografia e immerso nel complesso architettonico e museale che ospita il parco archeologico delle Isole Eolie e il museo Luigi Bernabò Brea, che nel 2024 ha compiuto 70 anni di storia. La ricostruzione artigianale delle maschere è stata curata da Andrea Cavarra e Chiara Barlassina, mentre Francesco Stilo ha realizzato i rilevamenti digitali delle miniature e la modellazione a grandezza naturale delle maschere.

La collezione: storia delle maschere del museo Archeologico di Lipari. Le terrecotte di soggetto teatrale sono state oggetto di un importante studio di Luigi Bernabò Brea (tra il 1981 e il 2001), tutt’oggi ritenuto di fondamentale rilevanza scientifica. Lo studioso ha curato personalmente la scelta dei reperti e la loro collocazione nelle vetrine del museo di Lipari a lui intitolato creando un percorso scenografico arricchito anche da miniature di palcoscenici teatrali. La collezione è composta da numerosi esemplari di statuette e maschere riconducibili ai generi teatrali in uso all’epoca: tragedia, dramma satiresco, commedia. Le terrecotte provengono, in massima parte, dai corredi funerari delle tombe di Contrada Diana e da fosse votive situate nell’area della necropoli. Si tratta di riproduzioni in miniatura delle maschere che gli attori portavano sul volto durante la recitazione sia per amplificare il tono della voce, sia per interpretare i diversi ruoli loro assegnati, compresi quelli femminili. Accanto alle maschere figurano statuette di danzatori e danzatrici, di attori comici, di giocolieri nonché di satiri e sileni, fedeli e allegri compagni di Dioniso (testi Maria Clara Martinelli, archeologa).

Lipari (isole Eolie, Me). Al museo Archeologico “Bernabò Brea” convegno “Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)” (in presenza e on line), secondo appuntamento internazionale sulle architetture medievali nel Mediterraneo, dedicato all’architettura religiosa fortificata dei paesi rivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla Grecia al Marocco, dalla Croazia alla Tunisia, la Spagna, la Francia, Malta e l’Italia

lipari_archeologico_chiese-e-monasteri-fortificati_convegno_locandinaDa silenziosi luoghi di culto a fortezze con torri merlate e cammini di ronda per il controllo del territorio fino al mare. È il destino che nel Medioevo è toccato a chiese, eremi e monasteri del Mediterraneo, con l’avanzata bellicosa di popolazioni dal Nord, dall’est e dal Sud. Un tema, quello della difesa degli spazi sacri, intorno al quale una trentina fra storici dell’architettura e dell’arte medievale e archeologi di prestigiosi atenei italiani e stranieri si incontreranno a Lipari (Me), dal 3 al 5 ottobre 2024, negli spazi del parco archeologico delle Eolie – museo Archeologico “Bernabò Brea” della Regione Siciliana per confrontarsi sulle ultime ricerche scientifiche. Titolo del convegno “Difendere gli spazi sacri. Chiese e monasteri fortificati nel Mediterraneo medievale (IX e XIV secolo)”, secondo appuntamento internazionale sulle architetture medievali nel Mediterraneo che arriva dopo quello del 2022. Di scena l’architettura religiosa fortificata dei paesi rivieraschi del “Mare Nostrum”: dalla Grecia al Marocco, dalla Croazia alla Tunisia, la Spagna, la Francia, Malta e l’Italia. Tutto il convegno sarà fruibile in live streaming sulla pagina Facebook del Parco delle Eolie a questo indirizzo https://www.facebook.com/museoLipari. Il convegno è un progetto del parco archeologico delle Eolie – museo Archeologico “Bernabò Brea” della Regione Siciliana e del Laboratoire d’archéologie médiévale et moderne en Méditerranée (LA3M) dell’università Aix Marseille.  Realizzato con il sostegno dell’assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e del Dipartimento BBCC, è ideato da Rosario Vilardo, direttore del Parco, e da Fabio Linguanti, architetto PhD storia dell’architettura (Politecnico di Torino / LA3M – Aix Marseille Université), curatore scientifico della rassegna. Enti patrocinatori l’università di Catania, l’Arcidiocesi di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela e il Comune di Lipari.

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La moschea di Tinmel, capolavoro d’arte, architettura e bastione sacro nella regione dell’alto Atlante, a Marrakech in Marocco (foto regione siciliana)

Si è iniziato giovedì 3 ottobre 2024, negli spazi della Chiesa di Santa Caterina, alla presenza di Francesco Paolo Scarpinato (assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana) e con gli interventi di Vilardo e Linguanti; di monsignor Giovanni Accolla (vescovo Archimandrita di Messina, Lipari e Santa Lucia del Mela); di Riccardo Gullo (sindaco di Lipari) e Anne Mailloux, archeologa medievista e direttrice del LA3M. A seguire le relazioni di studiosi provenienti da Marocco (con Mounsif Ibnoussina, Cadi Ayyad University sulla Moschea di Tinmel, capolavoro d’arte, architettura e bastione sacro nella regione dell’alto Atlante, a Marrakech); Spagna (con Raoul Romero Medina, Uni Complutense Madrid, sulle architetture religiose fortificate in Andalusia, come espressione di potere piuttosto che spazi militari destinati alla difesa), Malta (con Charlene Vella, Uni Malta, sulle analogie strutturali fra il Forte sant’Angelo di Malta e le architetture ecclesiastiche normanne in Sicilia e nel regno di Napoli); Firenze (con Lamia Hadda, Uni Firenze, sulla grande Moschea di Suda, in Tunisia, e la sua doppia natura di luogo sacro e fortezza); Messina (con Marie Ange Causarano, archeologa Uni Messina sull’Abbazia di Casalvecchio Siculo, Messina, esempio di quella rete di monasteri italo-greci a cavallo dello Stretto) e infine da Catania (con Adriano Napoli, Uni Catania, sulle torri medievali dei monasteri di rito greco).

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Il chiostro di San Bartolomeo a Lipari (foto melamedia)

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Copertina del libro “I chiostri nell’area mediterranea” a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti

VENERDÌ 4 OTTOBRE 2024. La seconda giornata del convegno vede le relazioni di studiosi provenienti da Croazia, Grecia, USA e dall’Italia (Bari, Catanzaro, Napoli, Roma e Firenze); una testimonianza di storia architettonico-artistica e di restauri con la presentazione del libro “I chiostri nell’area mediterranea”, a cura di Arianna Carannante e Fabio Linguanti (ed. All’insegna del Giglio): volume riepilogativo degli interventi esposti nel 2022, in occasione della prima edizione della rassegna dedicata al contesto dei chiostri medievali nel Mediterraneo. Intervengono Anne Mailloux (LA3M Aix-Marseille Université), Silvia Beltramo e Carlo Tosco (Politecnico Torino) e si torna a parlare anche del Chiostro di San Bartolomeo di Lipari, uno dei monumenti meno studiati del Mediterraneo medievale del quale adesso si delinea il quadro storico-costruttivo fissando una datazione più certa: chiesa e monastero furono realizzate in tre fasi vicine fra loro, un cantiere iniziato a Lipari alla fine dell’XI secolo e concluso nel primo ventennio del XII.

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Le caditoie dell’sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, vicino a Firenze (foto regione siciliana)

Si inizia da Istria e Dalmazia, con Miljenco Jurkovic, archeologo (Uni Zagabria), che parlerà di alcuni monasteri fortificati del litorale adriatico orientale; tre i contributi sulla Grecia con Athanasios Semoglou (Aristotele Uni Thessalonike) e gli studi sulle pitture murali bizantine nei monasteri del Monte Athos, centro spirituale la cui scuola di pittura influenzò l’arte ortodossa; l’archeologo Alessandro Taddei (Uni Sapienza, Roma) sul complesso monastico di Hosios Loukas in Beozia, mentre Carlo Berardi (Uni Michigan, USA) illustrerà le ultime novità sulla Chiesa di Kosmosoteira a Feres. Quindi si torna in Italia con gli studi sui monasteri del Gargano a cura di Angelo Cardone (Uni Bari) e in Toscana, con gli archeologi Alberto Agresti e Lorenzo Crescioli, per importanti aggiornamenti sull’Abbazia di Settimo a Scandicci, condotti con la direzione scientifica di Ursula Wierer, Soprintendente BBCCAA di Firenze: evidenziato un complesso sistema di fossati, ponti e torri che consentiva ai monaci cistercensi di proteggere l’abbazia, centro economico del territorio.

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Le strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a Roma, con il mausoleo di Santa Costanza (foto regione siciliana)

Ancora sul territorio italiano, a Roma, con il racconto delle strutture fortificate di Sant’Agnese fuori le mura, a cura di Daniela Esposito e Francesca Lembo Fazio (Uni Sapienza, Roma) e Federico Marazzi (Uni Suor Orsola Benincasa, Napoli). Sempre Marazzi approfondirà il tema della trasformazione dei monasteri da “civitas dei a castrum fidei” con focus sull’Italia centro-meridionale. Quindi la Calabria con le grange (aziende agricole e pastorali) fortificate, a cura di Francesco Cuteri ed Elena Di Fede (Accademia Belle Arti Catanzaro). Conclude la seconda giornata di studi lo sguardo sulle abbazie tra Alto Lazio e bassa Toscana con gli interventi di Renzo Chiovelli (Uni Sapienza, Roma) Giulia Maria Palma (Uni Lione) e Vania Rocchi.

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La “cattedrale del mare” di Maguelone in Francia (foto regione sicliana)

SABATO 5 OTTOBRE 2024. La terza e ultima giornata del convegno vede protagonista l’area tirrenica settentrionale del Mediterraneo, con interventi su Francia, Italia del Nord e Sardegna. Si inizia con Nicolas Faucherre (LA3M Aix-Marseille Université) e le “cattedrali del mare” di Maguelone e Agde, chiese fortificate connesse all’istituzione di una guardia marittima sostenuta degli istituti religiosi. A seguire Marie Pier Bonetti (LA3M Aix-Marseille Université) sulla chiesa abbaziale di Saint Victor a Marsiglia completata da torri, campanili, sale d’armi, recinti e camminamenti merlati dall’abate poi divenuto papa Urbano V. Quindi Pierre Laffont (Uni Rennes) con un eccezionale documento custodito nella Biblioteca Nazionale di Francia: un manoscritto (metà XV sec.) conosciuto come Armoriale di Guillaume Revel ricco di illustrazioni e disegni di castelli, città e villaggi del tempo. Un documento di eccezionale valore perché si tratta della più antica rappresentazione figurativa di questi monumenti. Tre i contributi dedicati alla Liguria: si inizia con Genova e Yoshie Kojima (Uni Tokyo) sulla Chiesa di Santa Maria del Castello e il ruolo dei “magistri antelami”, corporazione medievale di costruttori itineranti, generalmente di origine lombarda e legati ai Cistercensi. Un’iscrizione li indica infatti come autori della chiesa nel quartiere storico del Molo. Ancora in Liguria con il monastero di Sant’Eugenio a Bergeggi, oggetto di studio di Alessandra Panicco (Politecnico di Torino); infine chiese e fortificazioni a Porto Venere, a cura di S. Caldano (Associazione Piemonte Medievale). In chiusura la Sardegna e Cagliari con il Santuario di Nostra Signora di Bonaria, nella relazione di Valeria Carta (Uni Cagliari).

Melilli (Sr). Omaggio a Luigi Bernabò Brea, grande archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, con il convegno “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa”: due giorni in presenza e on line

melilli_convegno-luigi-bernabò-brea-e-la-sicilia_piccola-locandinaOmaggio a Luigi Bernabò Brea (1910-1999), studioso visionario e innovativo, animato da un rigoroso senso dello Stato e del bene collettivo, capace di trasformare l’archeologia siciliana in un laboratorio permanente di sfide e conquiste scientifiche. Appuntamento a Melilli (Sr), nell’ala consiliare, il 17 e 18 febbraio 2024, per il convegno di archeologia “Luigi Bernabò Brea e la Sicilia. Bilancio e prospettive di ricerca a un quarto di secolo dalla sua scomparsa” organizzato dall’associazione Italia Nostra Melilli, in collaborazione con l’amministrazione comunale, con la partecipazione di funzionari e docenti universitari italiani e stranieri, attivi o in pensione, insieme ad Accademie, Istituti di cultura, Musei e Soprintendenze provenienti da tutta Italia.

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L’archeologo Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999) (foto regione siciliana)

A venticinque anni dalla scomparsa di Luigi Bernabò Brea (Genova, 27 settembre 1910 – Lipari, 4 febbraio 1999), illustre archeologo e funzionario della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale, noto per la sua influenza rivoluzionaria nei campi degli scavi e delle pubblicazioni archeologiche, è giunto dunque il momento di fare il punto su quanto si è sviluppato in questo quarto di secolo e di mettere in evidenza la sua eredità scientifica. L’anniversario offre l’opportunità di esplorare, con una prospettiva aggiornata, uno dei periodi più entusiasmanti della storia e dell’archeologia recenti, durante il quale l’intera area della Sicilia orientale, sia ionica che tirrenica, è stata protagonista di campagne archeologiche di rilievo nel Mediterraneo. Le indagini condotte da Luigi Bernabò Brea rimangono ancor oggi fondamentali per gli studi sulla storia e l’archeologia dell’occidente greco.

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L’archeologo Luigi Bernabò Brea (foto giuseppe e luigi santi agnello)

Il convegno si svolge sabato 17 e domenica 18 febbraio 2024: dalle 9.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19. Per vedere la diretta dell’evento: www.magnetofono.it/streaming/melilli e sulla pagina Facebook di Italia Nostra Melilli (cliccare qui). All’evento saranno presenti l’assessore regionale ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, e il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, oltre ai sindaci dei Comuni limitrofi con competenza su importanti siti archeologici legati a Luigi Bernabò Brea. Parteciperanno Francesco Italia per Siracusa, Giuseppe Di Mare per Augusta e Megara Iblea, Vincenzo Parlato per Sortino e Pantalica, Giuseppe Gianni per Priolo e Thapsos. Tra gli altri partecipanti figurano il direttore del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, Carmelo Bennardo; il soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, Salvatore Martinez; il direttore del parco archeologico di Leontinoi e Megara, Carla Mancuso; e il direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, Rosario Vilardo.

IL PROGRAMMA DI SABATO 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-10-30, introduzione di Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, e saluti delle autorità. 10.30-13, modera Lorenzo Guzzardi. Intervegono: Maria Bernabò Brea, già soprintendenza archeologica dell’Emilia Romagna, “Ricordo di Luigi Bernabò Brea”; Paola Pelagatti, accademia nazionale dei Lincei, “Luigi e Chiara Bernabò Brea tra Genova e Siracusa: dallo sbarco alleato alla ricostruzione della soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; Massimo Cultraro, CNR e università di Palermo, “Luigi Bernabò Brea e la Preistoria siciliana: la coerenza di un percorso scientifico”. Dopo la pausa caffè, modera Massimo Frasca. Intervengono: Rosa Maria Albanese, università di Catania (DISUM), “Il crepuscolo del re Hyblon. Mobilità e dinamiche territoriali nella Sicilia protostorica e arcaica”; Gioconda Lamagna, già direttrice del parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, “Luigi Bernabò Brea ad Adrano tra ricerca, tutela e conservazione del patrimonio archeologico”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Massimo Cultraro. Intervengono: Elvia Giudice e Giada Giudice, università di Catania (DISUM) e Universität München (Germania), “Un cratere a calice frammentario da Leontinoi conservato al Museo “P. Orsi” di Siracusa e il ruolo della colonia calcidese nei commerci attici in Occidente nella seconda metà del V sec. a.C.”; Massimo Frasca, già direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’università di Catania, “L’archeologia a Lentini e Luigi Bernabò Brea”. Dopo la pausa caffè, Concetta Ciurcina, già soprintendente per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e lo studio delle terrecotte architettoniche di Gela”; Michel Gras, Accademia nazionale dei Lincei, già direttore dell’École française de Rome (Francia), “Passeggiando per Siracusa”.

IL PROGRAMMA DI DOMENICA 18 FEBBRAIO 2024: 9.30-13, modera Michel Gras. Intervengono: Giovanni Di Stefano, università della Calabria e università di Roma Tor Vergata, “Le “altre” archeologie di Luigi Bernabò Brea”; Maria Costanza Lentini, già direttrice del parco archeologico di Naxos e Taormina, “Milazzo e le ricerche di Luigi Bernabò Brea nella Sicilia tirrenica”; Giuseppe Immè, docente, vicepresidente regionale di Italia Nostra Sicilia e consulente scientifico del Comune di Melilli, “Luigi Bernabò Brea e Nino Lamboglia: incontri tra archeologi nella costa tirrenica della Sicilia”; Elena Flavia Castagnino, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Il ruolo-chiave di Luigi Bernabò Brea nella ricerca e nella tutela del patrimonio archeologico sottomarino: una ‘immersione’ inedita nell’archivio storico della Soprintendenza alle Antichità della Sicilia Orientale”; dopo la pausa caffè, Maria Clara Martinelli, funzionaria archeologa del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea nelle Isole Eolie. Dalle prime ricerche all’apertura del Museo di Lipari (1942-1954)”; Umberto Spigo, già direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Luigi Bernabò Brea a Tindari. Capisaldi per la ricerca e per la tutela in parallelo con l’attività della Soprintendenza alle Antichità di Siracusa in altri centri di età ellenistico-romana”; Rosario Vilardo, direttore del parco archeologico delle Isole Eolie, museo “Luigi Bernabò Brea”, “Prospettive di conservazione e valorizzazione del patrimonio nel Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea a Lipari”. Dopo la pausa pranzo, dalle 16.30 alle 19, modera Maria Bernabò Brea. Intervengono: Rosa Lanteri, dirigente U.O.2 del S. 39 parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la difficile stagione della tutela”; Alessandra Castorina, funzionaria archeologa della soprintendenza per i Beni culturali e ambientali di Siracusa, “Luigi Bernabò Brea e la tutela dei siti indigeno-ellenizzati della Sicilia centro[1]meridionale. Nuovi dati dall’archivio storico della Soprintendenza di Siracusa”; Giuseppina Monterosso, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Museo Archeologico di Siracusa: da Piazza Duomo a Villa Landolina”; Angela Maria Manenti, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e la numismatica: il medagliere e la sua organizzazione”. Dopo la pausa caffè, Agostina Musumeci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Dal secondo conflitto mondiale alla Commissione Franceschini: Luigi Bernabò Brea e la catalogazione”; Mariella Musumeci, già dirigente della U.O. Beni archeologici della soprintendenza BB.CC.AA., “L’attività di Luigi Bernabò Brea tra tutela e valorizzazione: alle origini dei parchi archeologici nella provincia di Siracusa”; Ermelinda Storaci, funzionaria archeologa del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa Eloro Villa del Tellaro e Akrai, “Luigi Bernabò Brea e il Giappone”.

Lipari. Al museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” si presenta il libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero” che propone la mappa del viaggio di Odisseo basato su conoscenze nautiche e geografiche

lipari_archeologico_libro-wolf_ulisse-in-italia_locandinaL’Odissea di Omero è certamente un libro mondiale essendo noto in ogni angolo della terra. Ha affascinato tutte le generazioni e ha posto quesiti e interpretazioni fin da quando è apparso nella versione che oggi conosciamo. Cercare i luoghi dell’Odissea equivale a cercare Omero e già per i Greci il viaggio del ritorno (nostos) era situato in Occidente. Nel poema vi sono echi delle prime esplorazioni condotte dall’Egeo verso l’Occidente da parte dei Micenei nell’età del Bronzo e dei primi stanziamenti di Greci che si affermano a partire dall’VIII secolo a.C. Il 16 settembre 2022, alle 18, al museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea”, nella sala superiore dell’ex chiesa di Santa Caterina, si viaggia sulla nave di Odisseo con la presentazione del libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero”. Dopo i saluti istituzionali di Rosario Vilardo, direttore del parco archeologico delle isole Eolie e museo “Bernardo Bernabò Brea”, e Marcello Saija, presidente del Centro internazionale di Ricerca per la Storia e la Cultura Eoliana (CIRCE), introduce e coordina Maria Clara Martinelli, archeologa del parco. Presentano il volume di Armin Wolf, che sarà presente, Antonio De Caro, grecista e traduttore dal tedesco del testo di Wolf, e Massimo Cultraro, archeologo e dirigente del Cnr.

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La copertina del libro di Armin Wolf “Ulisse in Italia. Sicilia e Calabria negli occhi di Omero”

Armin Wolf in “Ulisse in Italia”, dopo anni di studi, definisce un metodo di ricerca basato sulle conoscenze nautiche e geografiche, confrontate con informazioni sulle correnti marine, sui venti, sulle stelle e sulle eclissi di sole, per proporre una mappa del viaggio di Odisseo. Cioè non viene offerta semplicemente l’ennesima localizzazione dell’Odissea, bensì è sviluppato il metodo con cui si può stabilire in modo critico se in generale l’Odissea faccia riferimento a luoghi geografici reali o si svolga solamente nei mari della fantasia. Il risultato della ricerca, dispiegata alla scrivania e poi, in numerosi viaggi sul posto – con Omero alla mano – fra il 1962 e il 2016, verificata, precisata e documentata attraverso un cospicuo materiale illustrativo, in gran parte mai pubblicato prima, è il seguente: Omero descrive effettivamente un (suo?) viaggio. Questo viaggio si svolge intorno alla Sicilia e attraverso l’Italia. Il poeta localizza le avventure di Ulisse presso le coste che i Greci del suo tempo, cioè nel sec. VIII a.C., stavano scoprendo nel corso della colonizzazione in Occidente. In tal modo egli trasmette il più antico documento testuale della storia della Tunisia, di Malta, della Sicilia e dell’Italia. Il libro contiene inoltre la prima storia delle localizzazioni dell’Odissea avvenute fino ad oggi. La convinzione, ampiamente invalsa, che l’Odissea si svolga in modo fiabesco, viene messa criticamente in discussione. Inoltre, il libro di Armin Wolf raccoglie in un intero capitolo la storia delle localizzazioni che lette tutte insieme fanno capire bene l’attrazione magnetica delle avventure di Odisseo. Cosa accade alle “cosiddette isole Eolie” citate da Tucidide nel V secolo a.C.? E Lipari, l’antica Meligunis dove Odisseo è accolto presso la reggia di Eolo come racconta Parthenius nel I secolo a.C.? Nel viaggio tracciato dall’autore, l’isola di Eolo è Malta, Stromboli rappresenta le rupi erranti ma anche l’omphalos ovvero l’ombelico del mare, Lipari (o Panarea) è Ogigia l’isola di Calipso. Interessante è la localizzazione della terra dei Feaci, che per Omero non è un’isola, in quella parte di Calabria stretta tra il golfo di Sant’Eufemia e quello di Squillace.