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Le Domus de Janas sono candidate ufficialmente a Patrimonio Mondiale dell’Unesco come sito seriale “L’Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”. La soddisfazione del ministro Sangiuliano. La valutazione nel 2025

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Le Domus de Janas sono candidate ufficialmente a Patrimonio Mondiale dell’Unesco (foto mic)

Le Domus de Janas sono candidate ufficialmente a Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Si tratta 26 siti archeologici della Sardegna, unici nel loro genere, che identificano un’epoca particolarmente importante per la storia dell’isola al centro del Mediterraneo, compresa tra il V e il III millennio a.C. Il 25 gennaio 2024, al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, il consiglio direttivo della commissione nazionale italiana per l’UNESCO “ha deliberato quale candidatura italiana alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per il 2025 l’Arte e architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”. La candidatura sarà ora sottoposta all’esame degli organismi consultivi del Comitato del Patrimonio Mondiale e nel 2025 alla valutazione del Comitato della Convenzione del 1972. Il sito seriale comprende 26 complessi monumentali, realizzati tra il V e il III millennio a.C. e riferibili all’età compresa tra il Neolitico Medio e l’Età del Rame. “Sono lieto che la commissione nazionale UNESCO abbia accolto la proposta del ministero della Cultura e abbia deciso di presentare le domus de janas per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale”, dichiara soddisfatto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al termine del consiglio direttivo. “I 26 siti custodiscono una testimonianza storico-culturale di eccezionale valore universale che ben illustra la ricchezza del patrimonio sardo”. La candidatura, promossa dall’associazione Centro Studi Identità e Memoria – Sardegna e sostenuta dalla Regione Sardegna, dalla rete dei Comuni delle Domus de janas e dai 37 Comuni coinvolti nel progetto, è stata coordinata dal Servizio UNESCO del Segretariato generale con l’assistenza degli Uffici territoriali competenti del ministero della Cultura.

sardegna_domus-de-janas_candidatura-unesco_i-35-siti_foto-micIl sito seriale, formato da 26 componenti, identifica un’epoca particolarmente importante per la storia dell’isola al centro del Mediterraneo, compresa tra il V e il III millennio a.C. Le componenti individuate si riferiscono ai monumenti più rappresentativi di questo periodo storico, che va dal Neolitico medio all’Età del rame, e riferibili ai due grandi fenomeni dell’ipogeismo e del megalitismo. Entrambi, diffusi nelle coeve civiltà europee, assumono in Sardegna aspetti e connotazioni peculiari, che testimoniano gli scambi con il mondo esterno, ma allo stesso tempo le originali rielaborazioni locali. Attraverso elementi legati alle funzioni civili, funerarie, culturali e religiose, sottolineate in molti casi dalle importanti ed elaborate manifestazioni artistiche, è possibile ricostruire la vita quotidiana delle comunità che abitarono la Sardegna in quell’epoca. Particolarmente note sono le cosiddette domus de janas, le “case delle fate”, strutture funerarie spesso riccamente decorate, che sono nei secoli diventate parte comune e identitaria dell’immaginario dell’isola. Ancora oggi nella tradizione culturale dell’isola, la struttura e il patrimonio decorativo delle stesse riflettono il sistema di credenze delle comunità preistoriche, ottemperando al criterio VI della Convenzione. Le domus hanno affascinato Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, e Max Leopold Wagner, padre della linguistica sarda.

Cagliari. Al Teatro Doglio “Sardegna Mediterranea. Un viaggio straordinario tra archeologia, storia e scienza”, una tre giorni di incontri, dibattiti, interviste, dialoghi, letture e approfondimenti

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Tre giorni di dibattiti, incontri e dialoghi con importanti personalità del mondo della cultura italiana. Tra i tanti nomi presenti, l’attore Gian Carlo Giannini, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, il segretario della CEI Giuseppe Baturi, il presidente della Fondazione MAXXI Alessandro Giuli, lo storico Franco Cardini, i giornalisti Pietrangelo Buttafuoco e Marco Ferrante. Al Teatro Doglio di Cagliari, dal 12 al 14 di ottobre 2023, va in scena “Sardegna Mediterranea. Un viaggio straordinario tra archeologia storia e scienza”, una tre giorni di incontri, dibattiti, interviste, dialoghi, letture e approfondimenti con la presenza di personalità di spicco che racconteranno al pubblico l’isola sotto diversi angoli di lettura, considerando sempre la sua posizione strategica al centro del Mare Nostrum, luogo di scambi, di incontri e di contaminazioni culturali. Tre giorni intensi che dalla mattina proseguiranno fino a tarda serata con delle proposte di grande interesse e suggestione. Lunghissimo l’elenco degli ospiti che animeranno la manifestazione promossa dalla Fondazione Mont’e Prama con il ministero della Cultura, la Regione Sardegna, la Regione Siciliana, il Comune di Cagliari, le Università di Cagliari e Sassari, la Fondazione di Sardegna e la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine. Un programma ricchissimo che rappresenta anche un ponte con la Sicilia, l’altra grande isola italiana, e i cui legami con la Sardegna saranno oggetto di un interessante dibattito con i rappresentanti delle due regioni. E ancora spazio sulla scoperta e valorizzazione delle navi di Olbia, la scommessa dell’Einstein Telescope e le altre grandi infrastrutture di ricerca, l’archeologia dello spazio, la Carta di Firenze e il ruolo di pace per il Mediterraneo, la Rotta dei Fenici, la Battaglia delle Egadi e la prima guerra punica. Insomma, tantissimi contenuti che spaziano dalla storia alla scienza, alla stretta attualità, fino al grande tema di fondo, ovvero l’archeologia, non solo dal punto di vista della ricerca, tutela e valorizzazione ma anche come straordinario veicolo di promozione dei territori. Nel corso della manifestazione anche uno spazio dedicato alle scuole che vedrà come protagonista il Convitto Nazionale di Cagliari (giovedì 12 ottobre 2023, alle 11.30, con la proiezione del docufilm “Cosa si aspettano dal futuro e dallo spazio le giovani generazioni”, venerdì 13 ottobre 2023, alle 11.30, con l’incontro dedicato alle onde gravitazionali e alla scoperta dell’universo con Einstein Telescope).

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Un momento della presentazione di “Sardegna Mediterranea” a Cagliari (foto fondazione mont’e prama)

“Sardegna mediterranea”, afferma Anthony Muroni, presidente Fondazione Mont’e Prama, “sarà una finestra sul futuro del mare che unisce i popoli e racconta una storia antichissima.  Il connubio fra archeologia e ricerca e più in generale fra cultura e scienza è la strada che dobbiamo percorrere affinché la valorizzazione e la promozione dei siti storici non sia disgiunta da uno studio continuo e da una interazione con le altre realtà che agiscono nel nostro stesso ambito.  Le altissime collaborazioni attivate per questo evento – a partire da quella con Fondazione Leonardo Civiltà delle macchine – ne sono la prova”. E Luciano Violante, presidente Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine: “Dobbiamo far capire agli italiani quanto sia importante nella nostra storia e nella nostra cultura la scienza. Non è un caso che il maggior numero dei premi Nobel italiani sia stato assegnato a scienziati e in minor numero a letterati. Non che gli studi classici non abbiano importanza ma è fondamentale far capire che la scienza è una caratteristica dell’identità italiana. Ecco perché la partecipazione degli studenti a Sardegna Mediterranea è un fatto positivo e di buon augurio per il futuro”.

PROGRAMMA DI GIOVEDÌ 12 OTTOBRE 2023. Alle 10.30, inaugurazione e presentazione di “Sardegna Mediterranea”: Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari; Andrea Biancareddu, assessore alla Cultura Regione Sardegna; Giuseppe Fasolino, assessore della Programmazione e Bilancio Regione Sardegna; Monica Stochino, direttore Segretariato regionale Sardegna del MiC; Bruno Billeci, soprintendente ABAP di Sassari e Nuoro; Giacomo Spissu, presidente Fondazione di Sardegna; Francesco Mola, rettore università di Cagliari; Gavino Mariotti, rettore università di Sassari; Luciano Violante, presidente Fondazione Leonardo. Introduce e modera: Anthony Muroni, presidente Fondazione Mont’e Prama. Alle 12, presentazione del Protocollo Fondazione Monte Prama/ Fondazione Leonardo con Luciano Violante presidente Fondazione Leonardo e Anthony Muroni presidente Fondazione Mont’e Prama che dialogano con Pietrangelo Buttafuoco. Alle 15.30, “La Fondazione Mont’e Prama” con Alberto Moravetti, presidente consiglio scientifico Fondazione Mont’e Prama; Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio scolastico regionale; Giorgio Murru, direttore scientifico Sardegna Mediterranea; Francesco Sardara, amministratore delegato Dinamo Basket; Stefano Melis, managing director Area Business & Media Cagliari Calcio. Coordina Jimmy Spiga. Alle 16.30, “Geopolitica, strategia, interessi nel mondo subacqueo” a cura di Vincenzo Pisani, Fondazione Leonardo. Alle 18, “Il genio di una rivista”: presentazione di “Civiltà delle Macchine”. Dialogo fra Marco Ferrante e Antonio Iannizzotto. Alle 18.30, “Il mediterraneo in guerra” con lo storico Franco Cardini. Alle 21.30, “Le mie invenzioni”: Ivan Scinardo intervista Gian Carlo Giannini. Introduce Ginevra Leganza.

PROGRAMMA DI VENERDÌ 13 OTTOBRE 2023. Alle 10, “La Sardegna incontra la Sicilia” con Andrea Mario Biancareddu, assessore alla Cultura Regione Sardegna; Francesco Scarpinato, assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana: Monica Stochino, direttrice Segretariato regionale del MiC e soprintendente ABAP per Cagliari, Oristano e Sud Sardegna; Bruno Billeci, soprintendente ABAP di Sassari e Nuoro; Roberto La Rocca, soprintendenza del Mare della Regione Siciliana; Anna Occhipinti, direttrice del Parco del Lilibeo a Marsala. Alle 11.30, “Paesaggi di mare. Il patrimonio archeologico subacqueo tra ricerca, formazione e valorizzazione” con Rita Auriemma, dipartimento Beni culturali – università del Salento. Alle 12.15, “Nuove tecnologie a servizio della ricerca e della valorizzazione del patrimonio archeologico subacqueo” con Luigi Coluccia, dipartimento Beni culturali – università del Salento. Alle 16, “L‘Archeologia Subacquea in Sardegna. Risultati e Prospettive” con Gabriella Gasperetti, soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro; Ignazio Sanna, sommozzatore. A seguire “Tra Terra e Mare. Nuove ricerche della SABAP per CA e OR sud Sardegna” con Monica Stochino, direttrice Segretariato regionale del MiC e soprintendente ABAP per Cagliari, Oristano e Sud Sardegna. Intervengono Gianfranca Salis, Giovanna Pietra, Chiara Piro. Alle 17.15, “Le navi di Olbia. La scoperta e il progetto di valorizzazione” con Bruno Billeci, soprintendente ABAP di Sassari e Nuoro; Rubens Doriano, archeologo; Gabriella Gasperetti, soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro; Alessandra Carrieri, restauratrice, soprintendenza ABAP di Sassari e Nuoro. Alle 18.30, “Comprendere il passato dell’universo per interpretarne il futuro: Einstein Telescope e le altre grandi infrastrutture di ricerca” con Federica Govoni, direttrice dell’Osservatorio astronomico di Cagliari; Alessandro Cardini, direttore della sezione di Cagliari dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare; Simonetta Di Pippo, università Bocconi di Milano. Modera Carlo Fusi. Letture di Graziano Piazza. Alle 21.30, “Archeologia dello Spazio”: dialogo tra Luciano Violante, Silvano Tagliagambe e Antony Muroni. Introduce Pietrangelo Buttafuoco. Letture di Viola Graziosi.

PROGRAMMA DI SABATO 14 OTTOBRE 2023. Alle 10, “La Carta di Firenze. Un ruolo di pace per il Mediterraneo”. Introduce Silvano Tagliagambe, filosofo. Intervengono: mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo metropolita di Cagliari e segretario della CEI; Enrico Trantino, sindaco di Catania; Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari. Presenta e modera Susi Ronchi. Alle 11.30, “La storia ci appartiene. La Festa internazionale della storia di Bologna” con la storica Beatrice Borghi, università di Bologna; Rolando Dondarini, storico, ordinario di Storia medioevale all’università di Bologna. Alle 15.30, “1284 La Meloria. Storia di una battaglia” con lo storico Enrico Basso, università di Torino. Alle 16.15, “La Rotta dei Fenici: nuovi scenari del turismo culturale mediterraneo tra valorizzazione e strategie” con Antonio Barone, direttore Rotta dei Fenici; Roberto La Rocca, soprintendenza del Mare della Regione Siciliana; Rita Auriemma, università del Salento; Tiziana Pisani, Comune di Marciana, Isola d’Elba; Valter Cabasino, sindaco di Pula; Elisabetta di Bernardo, vice sindaco di Carloforte. Alle 17.45, “241 a.C. La Battaglia delle Egadi nella prima Guerra Punica” con Attilio Mastino, storico, già rettore università di Sassari. Alle 19.30, saluti di chiusura di “Sardegna Mediterranea”: Anthony Muroni dialoga con Alessandro Giuli, presidente della Fondazione MAXXI.

Oristano. “Lord Vernon e la città di Tharros”: convegno internazionale, in presenza e on line, all’Auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni e mostra all’Antiquarium Arborense dedicata a George John Warren, quinto barone di Vernon, che a Tharros scoprì quattordici tombe cartaginesi intatte, ricche di oreficerie, e alla storia della corsa all’oro nella necropoli di Tharros dopo le sue scoperte

oristano_archeologico_convegno-lord-vernon-e-la-città-di-tharros_locandinaIl 28 settembre 2023, dalle 10, nell’Auditorium dell’Hospitalis Sancti Antoni a Oristano, il convegno internazionale di studi “Lord Vernon e la città di Tharros” narrerà la storia della corsa all’oro nella necropoli di Tharros, suscitata dallo scavo del 1851 del Barone Vernon. I lavori saranno a ingresso libero e aperti al pubblico. Il convegno si potrà seguire in diretta sulla pagina Facebook del museo Archeologico e Storico artistico Antiquarium Arborense di Oristano. L’iniziativa è dell’assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, della Fondazione Oristano e dell’Antiquarium Arborense, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura della Regione Sardegna, le università di Cagliari e Sassari e la Fondazione Mont’e Prama: oltre al convegno internazionale all’Hospitalis Sancti Antoni, in programma anche l’inaugurazione della mostra “Lord Vernon nella piccola California di Tharros” alle 19 all’Antiquarium arborense. La giornata di studio è dunque dedicata a George John Warren, quinto barone di Vernon, lo studioso inglese che a Tharros fu autore della scoperta di quattordici tombe cartaginesi intatte, ricche di oreficerie, e alla storia delle sue scoperte nell’antica città di Tharros. Nel corso della giornata, il sindaco Massimiliano Sanna e il direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia Valentino Nizzo firmeranno la convenzione “Tular Rasnal” che intende valorizzare su tutto il territorio italiano le culture dell’Italia preromana e in particolare quella etrusca e incentivare interventi di grande respiro tra i quali, prioritaria nell’ottica del consolidamento del Sistema Museale Nazionale, la costruzione di un circuito virtuoso di apertura alla fruizione e al godimento del patrimonio culturale. Valentino Nizzo sarà anche uno dei protagonisti principali del convegno internazionale con la Lezione inaugurale dal titolo “Lord Vernon e l’archeologia della necropoli di Cuma di fase protocorinzia”. La giornata si incentra sulla figura di Lord Vernon che nel 1851 scoprì quattordici tombe a camera cartaginesi trovando un vero e proprio tesoro di corredi funerari, composti di oreficerie, scarabei, bronzi e prezioso vasellame. Gli scavi del Lord Inglese, furono causa della corsa all’oro a Tharros. Infatti nell’aprile 1851 dopo la notizia degli scavi gli abitanti dei villaggi vicini effettuarono il vandalico scavo di cento tombe a camera distruggendo per il futuro la nostra conoscenza dei contesti. La storia racconta di più di 500 uomini divisi in società che per più di tre settimane giorno e notte furono occupati a depredare Tharros dei suoi tesori che erano tanto ricchi da procurarle il titolo di “Piccola California”.

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L’area archeologica di Tharros (foto drm-sardegna)

IL PROGRAMMA. Auditorium Hospitalis Sancti Antoni, alle 10, saluti delle autorità: Massimiliano Sanna, sindaco di Oristano; Luca Faedda, assessore alla Cultura di Oristano; Carlo Cuccu, presidente della fondazione Oristano; Anthony Muroni, presidente fondazione Mont’e Prama. Firma della convenzione “Tular Rasnal” tra il direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia e il sindaco di Oristano. Modera Anna Paola Delogu, Antiquarium Arborense. Alle 10.30, lezione inaugurale: Valentino Nizzo (museo nazionale Etrusco di Villa Giulia) “Lord Vernon e l’archeologia della necropoli di Cuma di fase protocorinzia”; 11, Raimondo Zucca (università di Sassari) e Anna Paola Delogu (Antiquarium Arborense) “Lord Vernon tra Oristano e Tharros nel 1851”; 11.30, Anna Chiara Fariselli (università di Bologna) “La necropoli meridionale di Tharros: proposte di lettura del paesaggio funerario alla luce dei recenti scavi”; 12, Carla Del Vais (università di Cagliari) “La necropoli settentrionale di Tharros: nuovi dati”; 12.30, discussione sulle relazioni del mattino; 15.30, ripresa dei lavori: Michele Guirguis (università di Sassari) ed Enrico Dirminti (soprintendenza ABAP per le province di Sassari e Nuoro) “Aigyptiakà di Tharros: status quaestionis e spunti di riflessioni alla luce delle recenti ricerche in Sardegna”; 16, Pier Giorgio Spanu (università di Sassari) e Raimondo Zucca (università di Sassari) “Storia e archeologia di Tharros in età romana, vandalica e bizantina”; 16.30, Pascal Arnaud (professeur emérite Université Lumière – Lyon 29) “Tharros dans les routes de la navigation antique” (Tharros nelle rotte della navigazione antica); 17, discussione sulle relazioni del pomeriggio; 17.20, proclamazione del vincitore della prima edizione del premio nazionale “Il Romanzo dell’Archeologia”. Alle 17.40, visita al museo diocesano Arborense e alla sua collezione di antichità tharrensi; 18.40, visita all’Antiquarium Arborense. Alle 19, all’Antiquarium Arborense inaugurazione della mostra “Lord Vernon nella Piccola California di Tharros”.

Cagliari. Al via la seconda edizione di Archeologika, grande expo dell’archeologia sarda: tre giorni con percorsi multimediali, ricostruzioni in 3D, megaschermi, momenti di realtà virtuale immersiva, stand, un work shop sul turismo archeologico e tanti momenti di confronto e divulgazione

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Il Bastione Saint Remy di Cagliari che per tre giorni ospita i lavori di Archeologika 2022

Al via la seconda edizione di Archeologika, voluta dalla Regione Sardegna come un grande expo dell’archeologia sarda, in programma dal 13 al 16 ottobre 2022 al Bastione Saint Remy a Cagliari. La cerimonia inaugurale di Archeologika è in programma giovedì 13, alle 17.30, alla Manifattura Tabacchi (viale Regina Margherita, 33) a Cagliari, con gli interventi del presidente della Regione, Cristian Solinas; del sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu; del direttore scientifico dell’expo, Giorgio Murru; e del presidente della Fondazione Mont’e Prama, Anthony Muroni. Il taglio del nastro e l’apertura al pubblico, invece, saranno venerdì 14 alle 10. A seguire, il primo convegno, “I valori del patrimonio archeologico per il turismo culturale della Sardegna”, al quale parteciperanno l’assessore Giovanni Chessa e l’assessore regionale della Pubblica istruzione, Andrea Biancareddu.

“La Regione sta promuovendo con forza il carattere identitario della cultura millenaria sarda e del suo territorio, anche attraverso manifestazioni di prestigio”, interviene il governatore Solinas. “Eventi come l’expo del turismo archeologico possono contribuire a proiettare l’immagine della nostra Isola nel mondo e dare un impulso al turismo culturale, attirando turisti, studiosi e appassionati dall’Italia e dall’estero durante tutto l’anno. Vogliamo proseguire a investire in questo settore, programmando una strategia di tutela e valorizzazione, che partendo dal nostro vasto patrimonio archeologico possa rappresentare un’opportunità di crescita economica e occupazionale”. E l’assessore regionale Chessa: “Il successo della mostra archeologica Sardegna Isola Megalitica, appena conclusa dopo gli allestimenti in quattro musei tra i più importanti d’Europa, ha dimostrato come storia e cultura della Sardegna rappresentano un enorme tesoro che può contribuire anche allo sviluppo del turismo. Perciò, dopo alcune partecipazioni ad eventi fieristici nazionali, è nata l’idea di ospitare a Cagliari un grande evento con percorsi multimediali, ricostruzioni in 3D, megaschermi, momenti di realtà virtuale immersiva, stand, un work shop sul turismo archeologico e tanti momenti di confronto e divulgazione”. E conclude: “Siamo riusciti a fare sistema, mettendo insieme tutte le professionalità del settore per un obiettivo comune e sarà un’ottima occasione per lanciare le eccellenze archeologiche della nostra Isola, al cospetto di studiosi e giornalisti specializzati. Una grande opportunità per far parlare della Sardegna grazie alle potenzialità del patrimonio storico, culturale e archeologico, alle eccellenze della nostra identità, per realizzare il progetto di una Sardegna più attrattiva nel mercato turistico mondiale”.

cagliari_archologika-2022_mont-e-prama_foto-fondazione-mont-e-prama“L’organizzazione della seconda edizione di “Archelogika”, assicura il presidente della fondazione Mont’e Prama, Muroni, “è stato un banco di prova impegnativo per la Fondazione Mont’e Prama, che è giunto a compimento anzitutto per la grande collaborazione del Servizio Marketing dell’assessorato regionale al Turismo e dei dipendenti e dei collaboratori della Fondazione stessa. Per progettazione, allestimenti e organizzazione degli stand in uno spazio prestigioso ma complesso come la Passeggiata coperta del Bastione Saint Remy, e per i tre giorni di eventi culturali, gli uffici della Fondazione hanno complessivamente assegnato incarichi a fornitori e collaboratori per un milione di euro, Iva compresa: un gigantesco sforzo amministrativo, reso possibile grazie all’abnegazione dell’Area finanziaria e amministrativa. Il puntuale supporto degli uffici regionali ha consentito di unire ai momenti espositivi e convegnistici quelli legati all’incontro fra domanda e offerta dei pacchetti turistici legati alla valorizzazione di beni archeologici e culturali nella nostra Isola”.

cagliari_archologika-2022_brochure_foto-fondazione-mont-e-pramaARCHEOLOGIKA 2022. Expo del turismo archeologico. 13 OTTOBRE 2022, alle 17.30: presentazione di Archeologika 2022 a cura di Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama, e Giorgio Murru, direttore scientifico di Archeologika 2022. Saluti istituzionali: Paolo Truzzu, sindaco della Città Metropolitana di Cagliari, e Cristian Solinas, presidente della RAS. 14 OTTOBRE 2022: alle 10, taglio del nastro e apertura al pubblico degli stand alla presenza delle autorità; 10.15, “I valori del patrimonio archeologico per il turismo culturale della Sardegna” con Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama; Gianni Chessa, assessore al Turismo della RAS; Andrea Biancareddu, assessore alla Pubblica Istruzione e Beni Culturali della RAS; Patricia Olivo, Segretaria Regionale del MiC; Gavino Mariotti, Magnifico Rettore Università di Sassari; Francesco Mola, Magnifico Rettore dell’università di Cagliari. Conduce e coordina Pier Sandro Pillonca. Alle 11.30, “I beni culturali del Friuli-Venezia Giulia. Un modello virtuoso di cultura e turismo” con Roberto Corciulo, presidente Fondazione Aquileia; Oldino Cernoia, presidente Fondazione de Claricini; Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Autonoma del Friuli-Venezia Giulia. Presenta e coordina Anthony Muroni. Alle 12.30, “Tharros. Storia e scoperte” con Carla del Vais, università di Cagliari; Anna Chiara Fariselli, università di Bologna; Maura Vargiu, soprintendenza Archelogia Belle arti e Paesaggio per le Province di Cagliari e Oristano. Presenta e coordina Nadia Canu. Alle 15.30, “La voce dei Musei. Politiche e strategie di ricerca, conservazione e comunicazione nei Musei” con Francesco Muscolino, direttore del museo Archeologico nazionale di Cagliari; Elisabetta Grassi, direttrice museo Archeologico nazionale di Sassari; Luana Toniolo, direttrice dei Musei regionali della Sardegna; Massimo Osanna, direttore Generale dei Musei del Ministero per i Beni Culturali. Presenta e coordina, Giorgio Murru. Alle 17, “La Soprintendenza Archelogia Belle arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro. Politica, interventi e prospettive” con interventi di Gabriella Gasperetti, Nadia Canu, Enrico Dirminti, Charlotte Montanaro, Francesco Carrera, Alessandro Carrieri, Antonio Cosseddu. Introduce e coordina Bruno Billeci.

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Manneddu, il pugilatore dei Giganti di Mont’e Prama è tornato a casa a Cabras, dopo essere stato l’ambasciatore della Sardegna in giro per il mondo con la mostra “Sardinia, isola megalitica” (foto fondazione mont’e prama)

PROGRAMMA 15 OTTOBRE 2022. Alle 9.30, “Stare in rete. La Rete Nazionale dei Musei delle statue stele Menhir. Prospettive e sviluppo” con Jean Pierre Guichardaz, assessore al Turismo Regione Valle d’Aosta; Angelo Ghiretti, direttore museo di Pontremoli; Giorgio Murru, direttore Menhir Museum di Laconi; Maria Giuseppina Ruggiero, direttrice museo Archeologico di Capo di Ponte. Presenta e coordina Simona Scioni. Alle 11, “Le fondazioni. Un modello efficace per la valorizzazione dei beni culturali in chiave turistica” con Anthony Muroni, fondazione Mont’e Prama; Emanuele Lilliu, fondazione Barumini Sistema Cultura; Andrea Delogu, fondazione Alghero; Emilia Franca Pinna, fondazione Pula; Antonello Figus, fondazione Isola del Romanico. Conduce e coordina Jimmy Spiga. Alle 12.30, “La soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Politica, interventi e prospettive” con Monica Stochino, soprintendente, Giovanna Pietra, Enrico Trudu, Riccardo Locci. Coordina Gianfranca Salis. Alle 15.30, “Obiettivo Unesco. Arte e architettura nella preistoria della Sardegna. Le Domus de Janas” con Giuseppa Tanda, già università di SS e CA, presidente CESIM, coordinatrice del progetto; Alessandro Cocco, assessore alla Cultura del Comune di Alghero. Presenta e coordina Giorgio Murru. Alle 16.30, “Cagliari archeologica”. Saluta Paolo Truzzu, sindaco della Città Metropolitana di Cagliari; Riccardo Cicilloni, università di Cagliari; Alfonso Stiglitz, archeologo; Simonetta Angiolillo, già università di Cagliari; Sabrina Cixi, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna. Presenta e coordina Mauro Dadea. Intitolazione del premio Archeologika 2022 al professor Enrico Atzeni. Alle 17.45, “La Sardegna verso l’Unesco” con Pierpaolo Vargiu, presidente Associazione La Sardegna verso l’UNESCO; Anna Depalmas, università di Sassari. Presenta e coordina Riccardo Cicilloni.

cabras_fondazione-mont-e-prama_magliettaPROGRAMMA 16 OTTOBRE 2022. Alle 9.30, “Le nuove frontiere della comunicazione archeologica. Modelli, stili e narrazione” con Patricia Olivo, Segretaria Regionale del MiC; Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva e TourismA; Andreas Steiner, direttore di Archeo; Maurizio Cecconi, Villaggio Globale International; Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. Conduce e coordina Anthony Muroni. Alle 10.45, “Il modello Paestum. Le sinergie istituzionali per la valorizzazione dei beni archeologici” con Francesco Alfieri, sindaco del Comune di Capaccio Paestum; Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum; Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. Presenta e coordina Simona Scioni. Alle 12, “Il restauro di Mont’e Prama. Storia e prospettive” con Patricia Olivo, Segretaria Regionale del MiC; Monica Stochino, soprintendente Archelogia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna; Bruno Billeci, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro; Gianfranca Salis, coordinatrice Area funzionale patrimonio archeologico della soprintendenza Archelogia Belle arti e Paesaggio di Cagliari; Roberto Nardi, direttore Centro di Conservazione Archeologica di Roma; Gian Mario Porcheddu, centro di Conservazione Archeologica di Roma. Interviene e coordina Nadia Canu. Alle 15, “La gestione dei Beni Culturali in Sardegna. Esperienze e proposte di sviluppo” con Paola Zinzula, direttrice del Servizio Patrimonio Culturale RAS; Silvia Oppo, direttrice del museo Diocesano Arborense; rappresentanti delle società di gestione dei siti e dei musei civici archeologici della Sardegna. Conduce e coordina Valentina Atzeni. Alle 16, “Dall’ipertesto al metaverso: come il digitale sta cambiando la comunicazione culturale” con Simona Battistella, CEO e AD di Cultur-e; Marco Vigelini, CEO Maker-Camp. Interviene e coordina Roberto Vardisio, CEO EntropyKN. Alle 17, “L’interdisciplinarietà. Scienze e tecnologie al servizio dell’archeologia; Luigi Sanciu, direttore del Geo Museo Monte Arci di Masullas e del GeoParc di Genoni; Gaetano Ranieri, geofisico, già università di Cagliari; Nicola Castangia, presidente Archeofoto Sardegna; Giacomo Cao, amministratore unico CRS4. Presenta e coordina Giorgio Murru.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale è giunto il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, simbolo della mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” che apre al Mann (arricchita) dopo il successo delle tappe di Berlino, San Pietroburgo e Salonicco. L’assessore regionale Chessa: “Il turismo archeologico volano per creare nuovi posti di lavoro in Sardegna”

Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, assiste all’apertura della cassa con il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, giunta al museo (foto valentina cosentino)
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La squadra del Mann impegnata nella mostra “Sardegna isola megalitica” davanti alla cassa con il Pugilatore di Mont’e Prama (foto valentina cosentino)

Il Pugilatore, uno dei Giganti di Mont’e Prama, è giunto a Napoli, simbolo della mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” che si apre al museo Archeologico nazionale venerdì 10 giugno 2022, alle 17. Autentico ambasciatore di un messaggio di continuità tra le antichissime culture mediterranee, il Pugilatore chiude nel golfo partenopeo un lungo viaggio che lo ha portato a uscire per la prima volta dal museo Archeologico nazionale di Cagliari seguendo le tappe della grande mostra archeologica promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio, con il museo Archeologico nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della Sardegna. Prima al museo nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (dal 1° luglio 2021 all’11 settembre 2022), quindi al museo statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 26 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022), poi al Museo Archeologico di Salonicco (dall’11 febbraio al 15 maggio 2022) contribuendo ad accendere i riflettori sulle ricchezze archeologiche della Sardegna.

La Sardegna ha attirato l’attenzione e l’interesse del grande pubblico in tutte e tre le tappe europee. Un successo decretato dai grandi numeri di visitatori registrati: 96mila al Neues Museum di Berlino, 117.400 al museo statale Ermitage di San Pietroburgo. E al museo Archeologico nazionale di Salonicco, per il quale non ci sono ancora i dati finali, hanno addirittura allungato la mostra di una settimana, dal 15 al 22 maggio 2022. E ora siamo all’unica tappa italiana, a Napoli, per la quale la mostra ha ottenuto il Patrocinio del MAECI e del MIC e si avvale della collaborazione della Fondazione di Sardegna e del coordinamento generale di Villaggio Globale International. La tappa napoletana di “Sardegna Isola Megalitica” è organizzata in collaborazione con Regione Campania e Comune di Napoli. Intesa Sanpaolo è partner della mostra promossa al Mann.

Questo successo conferma quanto sostenuto da Giovanni Chessa, assessore per il Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Sardegna, che in un’intervista rilasciata ad archeologiavocidalpassato.com a Firenze, in occasione di Tourisma 2021, dove la Regione Sardegna aveva uno spazio prestigioso per promuovere la Sardegna archeologica, spiega le azioni della sua politica che punta a far tornare sull’isola i giovani che sono andati lontano a studiare e a prepararsi: “Il turismo culturale in generale e archeologico in particolare deve diventare volano per creare nuovi posti di lavoro. La Sardegna non è solo mare. E la mostra Sardegna isola megalitica è lì a dimostrarlo. E con la cultura l’isola può essere attrattiva tutti i mesi dell’anno”.

Lo staff del Mann accolti dagli addetti di Nuragica, un ambiente immersivo che consente di viaggiare alla scoperta delle antiche culture isolane (foto mann)

In calendario nel Salone della Meridiana del museo Archeologico nazionale di Napoli dal 10 giugno all’11 settembre 2022, la mostra “Sardegna isola megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storia di pietra nel cuore del Mediterraneo” rivela al pubblico storie suggestive, testimonianze materiali, civiltà affascinanti, per molti versi ancora tutte da scoprire. L’allestimento partenopeo si arricchisce, su iniziativa del Mann, di approfondimenti ed eventi collaterali, che aprono, come nella linea del Museo, all’incrocio dei linguaggi: previsto non solo un parallelismo con la Sezione Preistoria e Protostoria dell’Archeologico, ma anche un ambiente immersivo, “NURAGICA”, che consente di viaggiare alla scoperta delle antiche culture isolane.

Cabras. Altri due Giganti emergono dalla necropoli di Mont’e Prama a pochi giorni dall’inizio del cantiere. Il ministro Franceschini: “Una scoperta eccezionale in un sito straordinario, che non ha eguali nel Mediterraneo”

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Altri due Giganti emergono dalla necropoli di Mont’e Prama a Cabras. Risultati immediati per la nuova campagna di scavi nel sito della necropoli nuragica di Mont’e Prama, avviata il 4 aprile 2022 dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna: a pochi giorni dall’inizio del cantiere, che sta interessando un terreno nella parte meridionale del sito archeologico nel comune di Cabras, sono emersi i torsi e altri frammenti di due nuove statue, entrambe identificate come “pugilatori del tipo Cavalupo” per il grande scudo flessibile avvolto davanti al tronco, del tutto simili alle due sculture recuperate a pochi metri di distanza nel 2014 ed ora esposte nel Museo civico di Cabras. Lo strato sottostante, inoltre, ha confermato la prosecuzione verso meridione della necropoli e della imponente strada funeraria, orientata sull’asse Nord-Sud. “Una scoperta eccezionale”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, “alla quale ne seguiranno altre, a conferma del significativo impegno del Ministero su questo sito straordinario, che non ha eguali nel Mediterraneo. Il ritrovamento di altri due Giganti, infatti, avviene a poco meno di un anno dalla nascita della Fondazione che vede il MiC, il Comune di Cabras e la Regione Sardegna impegnati nella valorizzazione di una delle maggiori testimonianze di un’antica civiltà mediterranea. Due nuove gioielli si aggiungono così a questo gruppo statuario dal fascino misterioso, capace di attirare l’attenzione del mondo intero”.

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Una fase dello scavo nella necropoli di Mont’e Prama a Cabras (foto mic)

L’attuale intervento di scavo è il risultato dell’inteso lavoro di preparazione scientifica e tecnica condotto dagli archeologi Alessandro Usai e Maura Varigiu, dall’antropologa Francesca Candilio, dalla restauratrice Georgia Toreno e dall’architetto Elena Romoli. Il cantiere in corso, finanziato dalla soprintendenza con 85mila euro, durerà tutta la primavera, mentre è già pronto il progetto per il prossimo intervento di ben maggiore importo, 600mila euro, che vedrà affiancati la soprintendenza come ufficio di direzione scientifica e tecnica e il Segretariato regionale del MiC come stazione appaltante. Segretariato e soprintendenza, inoltre, stanno per avviare un intervento ancor più ambizioso, per un importo di 2,8 milioni di euro, che comprende il restauro delle sculture rinvenute dal 2014 al 2016. A queste risorse, insieme ai 3 milioni di euro destinati all’ampliamento del museo Archeologico di Cabras nell’ambito del programma d’interventi previsti dal Piano strategico “Grandi Progetti Beni culturali” annualità 2015/2016, si sommano inoltre 4,15 milioni di euro mentre per il sito di Tharros, sempre nel comune di Cabras. La Fondazione Mont’e Prama, presieduta da Anthony Muroni, è nata il 1° luglio 2021 con la firma dell’atto costitutivo da parte del ministro Franceschini, del Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, Christian Solinas, e del sindaco di Cabras, Andrea Abis. Il ministero della Cultura ha conferito alla Fondazione il complesso delle sculture di Mont’e Prama; l’immobile realizzato in funzione dell’ampliamento del museo civico Archeologico di Cabras; l’area archeologica di Tharros, la Torre di San Giovanni e l’ipogeo di San Salvatore. È attualmente in corso la procedura di selezione per il primo direttore della Fondazione.

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La sala dei Giganti di Mont ‘e Prama nel museo civico di Cabras “Giovanni Marongiu” (foto museo cabras)

La soprintendente Monica Stochino. Il suggestivo e misterioso gruppo dei Giganti di Mont’e Prama si arricchisce così di altre due unità grazie a un ritrovamento che certamente non rimarrà isolato, date le promettenti quantità, qualità e condizioni di conservazione dei resti archeologici sepolti nel settore meridionale della necropoli nuragica. “Mentre i frammenti di piccole e medie dimensioni vengono quotidianamente messi in evidenza, documentati nella giacitura sul terreno e recuperati”, dichiara la soprintendente, Monica Stochino, “i due grossi e pesanti blocchi dei torsi avranno bisogno di tempo per essere liberati dal sedimento che li avvolge e perché possa essere approntato quanto è necessario per il recupero in sicurezza. Il ritrovamento premia la costanza e la validità del metodo archeologico di esplorazione progressiva attraverso fasi di sondaggio preliminare e di indagine sistematica, misurate ed eseguite nei modi e nei tempi consentiti dalla disponibilità delle risorse e dalla parallela elaborazione dei progetti di scavo, restauro ed esposizione dei reperti e di valorizzazione del sito. Siamo particolarmente soddisfatti dei primi esiti dell’intervento di scavo archeologico che, per l’unicità del sito in Sardegna e nel Mediterraneo, ha richiesto un intenso lavoro di preparazione scientifica e tecnica. La  ricerca è stata indirizzata su due principali obiettivi – aggiunge – da un lato indagare alcuni gruppi di sepolture della fase più antica, nuragiche, e successive punico-romane, per reperire le informazioni scientifiche indispensabili ad una ricostruzione del mondo in cui si svilupparono i fenomeni culturali che portarono alla creazione del sito; dall’altro estendere gli scavi a sud delle aree già indagate, nell’intento di confermare l’estensione della sistemazione monumentale dell’area con la definizione della strada funeraria e la creazione del complesso scultoreo formato da statue, modelli di nuraghe e betili. L’emozione e l’entusiasmo di tutti noi è grande anche per la conferma che il metodo proposto di esplorazione progressiva per sondaggi preliminari e indagine sistematica, affiancata da conseguenti interventi di restauro e coordinati progetti allestitivi, è certamente vincente ed in grado di rendere fruibile in tempi ragionevoli un patrimonio unico che la Fondazione Mont’e Prama – conclude – saprà valorizzare per le finalità culturali e per  promozione di un territorio di eccellenza anche sotto il profilo ambientale”.

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Scavo nella necropoli di Mont’e Prama: la gamba (a sinistra) e la testa (a destra) di un Gigante, poggiate a terra (foto mic)

Il direttore dello scavo Alessandro Usai. “La ricerca programmatica dà i suoi frutti: è arrivata la conferma che il metodo funziona perché si tratta di sculture rinvenute alla luce in un tratto non ancora toccato”, commenta il funzionario archeologo Alessandro Usai, direttore scientifico dello scavo nel Sinis dal 2014. “Siamo andati a colpo sicuro su un’area riprendendo vecchi scavi e ampliandoli in continuità con quella che noi conosciamo come necropoli nuragica che si sviluppa lungo una strada precisa nel tratto che stiamo indagando. In particolare i due torsi rinvenuti con lo scudo allungato che assume una forma un po’ avvolgente rispetto al braccio sinistro e che si appiattisce sulla pancia riconducono i ritrovamenti alla categoria dei pugilatori si tratta di sculture calcaree la cui pietra proveniva da una cava non molto distante da qui, facile da scolpire ma proprio per questo anche molto fragile. La presenza capillare nel Sinis della civiltà nuragica nell’età del bronzo e del ferro è il presupposto stesso della ricerca che si fonda su una indagine sul Sinis – sottolinea Usai –  nell’ambito di questo quadro questa necropoli è unica in Sardegna. Lo scavo qui è una ricerca integrata non solo delle statue ma di tutto ciò che comprende anche scavi di tombe, grazie ai quali viene fuori anche l’aspetto antropologico: ovvero la necessità di definire cronologia, natura e ruolo di queste statue. L’emozione più grande? Senza dubbio – conclude – vedere qualcosa prendere forma davanti ai tuoi occhi che viene fuori dalla terra. Cose che sapevi essere sepolte lì, ma soprattutto vederle e interrogarle, dalla pietra informe fino a scoprirne lo stato. Ma non solo, anche l’emozione di poterne discuterne con i colleghi in cantiere, nell’attesa di vedere tutto quello che viene fuori. Uno scavo viene vissuto tutti i giorni appassionatamente, anche se annunciato”.

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Pulitura di un volto dei Giganti scoperto nella necropoli di Mont’e Prama a Cabras (foto mic)

Il fascino misterioso della necropoli nuragica e dei Giganti di Mont’e Prama. Custodi ancestrali di un’area sacra, simboli delle funzioni sociali dei defunti inumati o memoria di un importante evento della storia nuragica locale? Distrutti nel corso di una guerra intestina fra comunità nuragiche, demoliti dai fenici o abbattuti dai cartaginesi? Sono molti i misteri che circondano la necropoli nuragica e i Giganti di Mont’e Prama, reperti che non trovano paragoni nella statuaria della Sardegna nuragica e sembrano il prodotto di un estremo ingigantimento dei bronzetti votivi, attuato in un contesto culturale attraversato da faglie profonde in un momento di trapasso epocale vivamente percepito e sofferto. Gli studi più recenti datano le tombe e le sculture tra la fine del IX e la prima metà dell’VIII secolo a.C., in piena età del ferro, opera di una società radicalmente mutata rispetto a quella dell’età del bronzo. La necropoli di Mont’e Prama conosce tre fasi di utilizzo: una prima costituita da tombe singole a pozzetto in cui era deposto un corpo inumato; una seconda in cui vengono realizzate nuove tombe singole o raggruppate coperte da lastroni di pietra in modo disorganico; una terza in cui le tombe, con lastra quadrata di copertura, sono perfettamente allineate.

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Necropoli di Mont’e Prama: a sinistra, parte del torso meridionale; in alto a destra, il torso settentrionale; a sinistra di questo una gamba (precisamente il polpaccio sinistro con attacco del “gonnellino” a punta triangolare sul retro); a destra, la testa troncata al collo (foto mic)

Il ritrovamento. Al di sopra di queste tombe così ben organizzate e nella fascia libera antistante, che costituisce una sorta di strada funeraria, sono state rinvenute le statue in stato frammentario, frantumate già in epoca antica e depositate volontariamente sopra e accanto alle tombe. Allo stato attuale non è possibile determinare la collocazione originaria delle statue, i cui frammenti sono stati ritrovati in condizioni caotiche. Sulla loro antica collocazione vi sono più ipotesi: alcuni ritengono che le statue fossero poste in un’area lontana dalle tombe a delimitare un’area sacra; altri pensano che fossero collocate nell’area della necropoli; infine vi è chi pensa che fossero poste al di sopra dei lastroni di copertura delle tombe. Riguardo la loro distruzione, sono state fatte tre grandi ipotesi: la prima vuole la distruzione del complesso come un episodio di lotta interna fra comunità locali di cultura nuragica; la seconda ritiene che la distruzione sia avvenuta per mano dei fenici di Tharros sul finire del VII secolo a.C.; la terza propone che la distruzione risalga alla seconda metà del IV secolo a.C. per opera dei cartaginesi presenti sull’isola.

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La statua del “pugilatore tipo Cavalupo” meglio conservata, rinvenuta nel 2014 (foto drm-sardegna)

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Il bronzetto di Cavalupo, che dà il nome ai “pugilatori” della necropoli di Mont’e Prama, rinvenuto in una tomba a cremazione della necropoli “villanoviana” di Cavalupo a Vulci, nel Lazio (foto mic)

Le teorie sul significato dei giganti. Per quanto concerne le sculture, secondo un’interpretazione rappresentavano il ceto sociale più in vista, identificando negli arcieri i valori militari, nei pugilatori la sfera religiosa e nei modelli dei nuraghi quella politica. Un’altra interpretazione, invece, riconosce nelle statue, più che i defunti stessi, la raffigurazione dei loro antenati, evocati come eroi mitici delle leggende nuragiche, e nei modelli dei nuraghi il simbolo dell’identità e della compattezza della comunità. Secondo un’ultima interpretazione, infine, le statue potrebbero celebrare la memoria di un evento importante della storia nuragica locale. Il complesso funerario e scultoreo viene spesso definito come heeron, ossia un luogo organizzato e strutturato per il culto degli antenati elevati al rango di eroi. Le sculture di Mont’e Prama esprimevano quindi identità e appartenenza, valori particolarmente significativi in un momento di transizione caratterizzato da profonde tensioni e trasformazioni. Avrebbero quindi una forte valenza simbolica, rivolta sia alle comunità locali che a quelle provenienti dal Mediterraneo orientale che in quegli anni si affacciavano sulle coste della Sardegna occidentale.

Cabras (Or) ospita “Verso Archeologika 2022”: due giorni di incontri, convegni e momenti di riflessione sullo stato dell’archeologia nell’isola per la promozione del turismo archeologico in Sardegna. Nuove straordinarie scoperte nel sito dei Giganti

La sala dei Giganti di Mont ‘e Prama nel museo civico di Cabras “Giovanni Marongiu” (foto museo cabras)

“Verso Archeologika 2022”: venerdì 4 e sabato 5 marzo 2022 al centro polivalente di Cabras (Or) importante appuntamento per la promozione del turismo archeologico in Sardegna. Due giorni di incontri in previsione di ARCHEOLOGIKA 2022, il grande evento, promosso dall’assessorato regionale al Turismo, che quest’anno sarà organizzato dalla Fondazione Mont ‘e Prama. “Verso Archeologika 2022” è un convegno scientifico sulle nuove straordinarie scoperte nel sito dei Giganti e un convegno istituzionale tra gli appuntamenti inseriti nel programma dell’evento promosso dall’assessorato regionale del Turismo e dalla Fondazione Mont’e Prama. Oltre l’assessore Gianni Chessa, prevista la presenza del ministero della Cultura e delle soprintendenze archeologiche. Cabras, il paese dei Giganti di Mont’e Prama, è la prima delle tappe di avvicinamento ad Archeologica 2022, la seconda edizione del progetto pensato dall’assessorato del Turismo della Regione Sardegna per promuovere a livello nazionale e internazionale l’immagine della Sardegna e del suo immenso patrimonio archeologico.  Archeologika, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Cagliari e Oristano, gode del patrocinio del MiC e conta su una proficua collaborazione con le sovrintendenze archeologiche, le amministrazioni comunali interessate e il sistema delle imprese locali. Venerdì 4 e sabato 5 marzo 2022, al Centro Polivalente, Cabras sarà quindi il teatro di una serie di incontri, convegni e momenti di riflessione sullo stato dell’archeologia nell’isola alla presenza di autorevoli relatori provenienti dal mondo dell’Università, delle Istituzioni e dell’impresa. Esperti e studiosi animeranno i dibattiti dall’alto valore scientifico. Non mancheranno le sorprese legate alle ultime straordinarie scoperte nel sito archeologico di Mont’e Prama, con i risultati degli ultimi studi portati avanti dai ricercatori.

Locandina del convegni “Verso Archeologika 2022” a Cabras (Or)

Si parte il venerdì 4 marzo 2022, alle 15.30, con un convegno che vedrà la partecipazione di alcune società di gestione dei siti e dei luoghi della cultura della Sardegna. Un’occasione per illustrare buone pratiche, avanzare proposte, individuare percorsi strategici nella gestione dei siti, non ultima la creazione di accordi di rete e la collaborazione tra i siti nel panorama regionale. Introduce i lavori Anthony Muroni (presidente della Fondazione Mont’e Prama). Intervengono Cristiano Erriu (direttore del Centro Servizi per le Imprese), Sara Fadda (società di gestione Sémata Società Cooperativa) e Miriam Spano (società di gestione Barlares s.a.s). A seguire, alle 17.30, si svolgerà il convegno dal titolo “Bioarcheologia a Mont’e Prama, un approccio multidisciplinare”. Intervengono Salvatore Rubino, Luca Bonoroli, Raimondo Zucca e Vittorio Mazzarello. Si prosegue sabato 5 marzo 2022, alle 10, con l’insediamento della Commissione Scientifica della Fondazione Mont’e Prama composta da Christian Greco, Fulvia Lo Schiavo, Gert Burgers, Simonetta Angiolillo e Pierpaolo Forte. La commissione sarà chiamata a valutare le 24 candidature tra le quali sarà scelto il nuovo direttore della Fondazione. Alle 11, infine, in programma il convegno di presentazione di Archeologica 2022. Intervengono Andrea Abis (sindaco di Cabras), Gianni Chessa (assessore regionale del Turismo), Patricia Olivo (segretario regionale del ministero della Cultura per la Sardegna), Monica Stochino (soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari), Bruno Billeci (soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Sassari e Nuoro), Anthony Muroni (presidente della fondazione Mont’e Prama), Emiliano Deiana (presidente Anci Sardegna), Maurizio De Pascale (presidente della Camera di Commercio di Cagliari e Oristano), Alberto Moravetti (presidente designato del Comitato Scientifico della Fondazione Mont’e Prama), Emanuele Lilliu (presidente della Fondazione Barumini Sistema Cultura) e Giorgio Murru (direttore scientifico di Archeologica 2022).

Il museo Archeologico nazionale di Napoli a Paestum, nello stand alla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, presenta in anteprima la mostra “Sardegna Isola Megalitica” e il percorso immersivo e multisensoriale NURAGICA

Lo stand del museo Archeologico nazionale di Napoli alla Borsa Mediterranea del Turismo archeologico di Paestum (foto mann)

Imponenti architetture nuragiche, piante che riecheggiano la flora sarda, foto di reperti e visori per conoscere, grazie alla realtà virtuale immersiva, le meraviglie di una terra dalla cultura millenaria: sino a domenica 28 novembre 2021, il museo Archeologico nazionale di Napoli è presente alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum (25-28 novembre 2021) con uno stand dedicato alla mostra “Sardegna Isola Megalitica- Dai menhir ai nuraghi, storie di pietra nel cuore del Mediterraneo “, che sarà in programma al Mann dal 10 giugno all’11 settembre 2022. La grande esposizione sarà affiancata dall’experience NURAGICA, che racconterà la storia della civiltà sarda in un format innovativo e tecnologico. “Siamo qui a Paestum per presentare uno splendido evento al Mann”, spiega il direttore Paolo Giulierini, “dove l’archeologia della Sardegna sarà narrata non solo con un ricco progetto scientifico, ma anche con un suggestivo percorso multimediale. L’archeologia nuragica costituisce un punto di riferimento per la cultura del Mediterraneo e nasce dalla fusione di tanti popoli, ciascuno portatore di una specificità identitaria”.

Locandina del progetto “Sardegna Isola Megalitica”

Un percorso di approfondimento con due anime. In primis, “Sardegna Isola Megalitica”, che concluderà a Napoli il suo tour internazionale dopo Berlino, San Pietroburgo e Salonicco. La mostra è promossa, nell’ambito di un importante progetto di Heritage Tourism finanziato con fondi europei POR FESR 2014-2020, dalla Regione Autonoma Sardegna- assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il museo Archeologico nazionale di Cagliari e la Direzione regionale Musei della Sardegna, insieme al Mann e ai musei ospitanti dei vari Paesi. L’esposizione ha ottenuto il patrocinio del MAECI e del MIC ed è realizzata con la collaborazione della Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International. La mostra ha inoltre ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana. “Sardegna Isola Megalitica” presenta quasi 200 reperti delle antiche culture megalitiche e nuragiche dell’isola. I manufatti, provenienti dai musei di Cagliari, Nuoro e Sassari, tracciano un affascinante viaggio alla scoperta di civiltà ancora in parte ignote, sviluppatesi nell’isola al centro del Mare nostrum.

Il manifesto promozionale del progetto di realtà virtuale Nuragica al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

NURAGICA, poi, proporrà un percorso immersivo e multisensoriale, creato ad hoc per il museo Archeologico: un viaggio guidato in cui il mondo dei nuragici riprenderà vita grazie a spettacolari scenografie e ambientazioni in scala reale che riprodurranno i principali siti archeologici dell’Isola. Così alla Bmta, sulle pareti dello stand del Mann, è possibile scoprire alcune immagini dei reperti in allestimento per “Sardegna Isola Megalitica”; i visitatori, nel corner del museo, hanno anche l’occasione di indossare i visori oculus, che permettono quasi di attraversare un antico villaggio isolano, avendo così un’anteprima dell’experience di NURAGICA.

“Sardegna isola megalitica: dai menhir ai nuraghi. Storie di pietra nel cuore del Mediterraneo”: Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli sono le tappe (dal 1° luglio 2021 all’11 settembre 2022) di una straordinaria mostra dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna, compresa quella nuragica, per la prima volta al centro dell’attenzione internazionale. La presentazione dei promotori e dei direttori dei musei coinvolti

Prendete una cartina dell’Europa, segnate con delle bandierine la posizione di Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli. Poi idealmente collegatele con una linea. Si formerà un arco il cui fuoco finisce su una grande isola nel cuore del Mediterraneo: la Sardegna, cui oggi sempre più viene riconosciuto dagli studiosi internazionali un ruolo di primo piano in età preistorica e protostorica nei contatti e negli incroci di civiltà, sia nell’ambito del Mare Nostrum, sia nei rapporti con il Centro e Nord Europa e con il Levante. Un’isola che ha visto svilupparsi, millenni or sono, culture e civiltà originali, capaci di dar vita a testimonianze ed evidenze monumentali. Berlino, San Pietroburgo, Salonicco e Napoli sono state scelte come tappe di una straordinaria mostra dedicata alle antichissime culture megalitiche della Sardegna, compresa quella nuragica, per la prima volta al centro dell’attenzione internazionale: “Sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo” è la mostra-evento promossa dalla Regione Sardegna-assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio con il museo Archeologico nazionale di Cagliari e la Direzione Regionale Musei della Sardegna, con il patrocinio del MAECI e del MIC, la collaborazione della Fondazione di Sardegna e il coordinamento generale di Villaggio Globale International. La mostra ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica. È questa l’ultima tappa di un articolato progetto di Heritage Tourism finanziato dall’Unione Europea, sull’archeologia sarda nel contesto del Mediterraneo, preparata nel 2017 da un ampio convegno internazionale sul tema (vedi “Le civiltà e il Mediterraneo”: in un eccezionale convegno internazionale i grandi musei si confrontano a Cagliari sul Mediterraneo, per secoli crocevia di culture culla delle più significative civiltà antiche. Così la Sardegna riafferma il suo ruolo centrale nella storia del Mediterraneo e la ricchezza della civiltà nuragica | archeologiavocidalpassato) e nel 2019 dall’esposizione a Cagliari “Le Civiltà e il Mediterraneo” (vedi Apre a Cagliari la mostra “Le Civiltà e il Mediterraneo”: 550 reperti tra ceramiche, armi e utensili, oggetti di culto e antichi idoli, monili e, soprattutto, straordinari oggetti in bronzo, a documentare come il bacino del Mediterraneo non sia stato un luogo chiuso ma contaminante e in continua evoluzione | archeologiavocidalpassato), presenti i musei che ora ospiteranno la nuova importante mostra: il museo nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino (dal 1° luglio 2021 al 30 settembre 2021), il museo statale Ermitage di San Pietroburgo (dal 19 ottobre 2021 al 16 gennaio 2022), il museo Archeologico di Salonicco (dall’11 febbraio 2022 al 15 maggio 2022) e il museo Archeologico nazionale di Napoli (dal 10 giugno 2022 all’11 settembre 2022).

La locandina della mostra “Sardegna isola megalitica”: prima tappa a Berlino dal 1° luglio al 30 settembre 2021
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Giovanni Chessa, assessore della Regione Sardegna

“C’è una certezza che da tanti anni abbiamo dentro di noi”, interviene Giovanni Chessa, assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Regione Autonoma della Sardegna. “E ogni qualvolta guardiamo alla nostra regione, alla sua storia, alla sua dimensione culturale, ai suoi musei, ai suoi parchi archeologici questa sensazione si rafforza e diviene realtà. La Sardegna è il cuore della civiltà del Mediterraneo. E non lo è in maniera statica o isolata. Non lo è soltanto per la “propria” dimensione. È punto di riferimento nel grande mare che bagna le coste dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia. Ma è anche luogo di relazioni che contaminano il Centro ed il Nord Europa con il Levante. Questa coscienza non è solo antica, non è storia sepolta degna del pensiero e della ricerca degli studiosi. Questo modo di vedere la Sardegna è nel senso della vita di ciascuno di noi, è nell’aspirazione ad un futuro importante che veda le nostre genti protagoniste di un nuovo sviluppo. È per questo che abbiamo voluto questa mostra”.

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Francesca Lissia della Regione Sardegna

E Francesca Lissia, Autorità di Gestione PO FESR Sardegna 2014-2020: “Il Progetto espositivo La Civiltà Nuragica e millenaria della Sardegna, che nei prossimi mesi e fino al mese di settembre del 2022 sarà visitabile in quattro tra le più importanti e suggestive città europee, segna il ritorno dell’isola e del suo immenso patrimonio archeologico, tra i più numerosi al mondo se rapportato alla popolazione e alla sua dimensione geografica, all’interno dei cartelloni culturali internazionali. Lo fa ancora una volta, e lo sottolineo non senza orgoglio, grazie al contributo decisivo delle risorse comunitarie – in particolare del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – che consentiranno alla Regione Autonoma della Sardegna di rafforzare il quadro delle iniziative culturali promosse dall’Italia all’estero in una fase di ripresa, di rilancio e di grande entusiasmo”.

L’eccezionale panorama che si gode dall’alto della torre di Su Nuraxi di Barumini (foto Graziano Tavan)
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Il soprintendente Bruno Billeci

“Attualità e fragilità del patrimonio nuragico in Sardegna. La meraviglia accompagna ogni descrizione delle testimonianze antiche di Sardegna”, assicura Bruno Billeci, soprintendente per l’Archeologia, le Belle Arti e il Paesaggio per le Province di Sassari e Nuoro, “esse vengono collocate in un passato lontano statico e sostanzialmente sospeso rispetto alle processualità successive. In modo lapidario Tacito ha affermato sui resti del passato: omnia […] quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere, ma questa considerazione non sembra trasparire nelle parole di nessuno degli storici antichi o dei viaggiatori che, tra Ottocento e Novecento, hanno descritto i resti archeologici dell’isola e tra i primi lo Spano, importante esponente della cultura sarda nell’epoca della nascita dell’interesse verso la storia antica locale. E questa meraviglia è oggi intatta e presente ogni volta che siamo al cospetto delle architetture e dei manufatti preistorici e nuragici che costituiscono una delle peculiarità del paesaggio culturale sardo denso di stratificazioni e di testimonianze”.

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Francesco Muscolino, direttore del museo Archeologico nazionale di Cagliari

Il museo Archeologico nazionale di Cagliari, autonomo dal dicembre 2019, ma attivo come nuovo istituto solo dal novembre 2020, ha “ereditato” e portato avanti alcuni progetti già avviati dalla Direzione Regionale Musei Sardegna, cui il Museo afferiva prima dell’autonomia. Tra questi progetti, emerge per importanza la mostra – promossa dalla Regione Autonoma della Sardegna – che, nonostante il comprensibile ritardo causato dalla pandemia, trova finalmente coronamento con la pubblicazione del catalogo. “Per il “nuovo” Museo di Cagliari”, sottolinea Francesco Muscolino, direttore del museo Archeologico nazionale di Cagliari e direttore ad interim della Direzione Regionale Musei Sardegna, “sarà un’ottima occasione per avviare e, in alcuni casi, corroborare e continuare i rapporti con altri prestigiosi musei, anche in vista di future iniziative comuni di esposizione e di ricerca. In un anno che si spera possa segnare l’avvio della progressiva uscita dalla crisi pandemica, un’iniziativa culturale come questa, complessa e di alto profilo, in fattiva condivisione di intenti con altre istituzioni, può sicuramente offrire un importante apporto alla auspicabile ripresa, contribuendo a far conoscere sempre meglio lo straordinario patrimonio archeologico sardo, anche nei suoi aspetti meno noti al grande pubblico. È importante sottolineare come il Museo di Cagliari non sia solo un ente prestatore, che contribuisce in maniera determinante alla mostra con centinaia di reperti, ma abbia predisposto e coordinato, grazie all’impegno dei suoi funzionari e in collaborazione con la Direzione Regionale Musei, il progetto scientifico del catalogo e dell’esposizione, oltre a curare le necessarie procedure amministrative e i delicati aspetti conservativi”.

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Matthias Wemhoff, direttore del museo per la Preistoria e Protostoria di Berlino

La mostra “Sardegna – Isola Megalitica” segna un’altra tappa significativa della collaborazione tra il museo nazionale per la Preistoria e Protostoria, gli Staatliche Museen zu Berlin (Musei nazionali di Berlino) e i Musei Archeologici della Sardegna e la Regione Autonoma della Sardegna. “In questo progetto, sostenuto dall’Unione Europea e dalla Regione Autonoma della Sardegna, il nostro museo non solo ha partecipato con prestiti, insieme ad altri musei di fama internazionale”, sottolinea Matthias Wemhoff, direttore del museo per la Preistoria e Protostoria di Berlino e Archeologo di Stato, “ma ha anche messo a disposizione uno dei due curatori di questa mostra, Manfred Nawroth, che desidero ringraziare di cuore per il suo grande impegno profuso anche per la realizzazione della tappa espositiva di Berlino. È un piacere che il museo nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino possa non solo partecipare alla mostra, ma addirittura essere il primo museo ad ospitare l’esposizione. E, in fin dei conti, il nostro museo è legato alla Sardegna da decenni. Da questo punto di vista resta indimenticabile la mostra “Kunst und Kultur Sardiniens vom Neolithikum bis zum Ende der Nuraghenzeit” (“Arte e cultura della Sardegna dal Neolitico alla fine del periodo nuragico”), in cui quasi 300 prestiti, tra cui alcuni provenienti dai musei di Cagliari e Sassari, furono presentati nel 1980 nell’allora museo nazionale per la Preistoria e per la Protostoria di Berlino Ovest, e in occasione della quale fu pubblicato un catalogo riccamente illustrato. Ad oltre 40 anni di distanza, rivolgiamo nuovamente uno sguardo più ampio a questo paesaggio culturale così speciale. Per mostrare anche fattivamente il nostro apprezzamento per il progetto abbiamo liberato per questa esposizione speciale alcune delle nostre sale storiche più belle, in cui normalmente presentiamo reperti importanti quali la collezione di antichità troiane di Heinrich Schliemann. Al Neues Museum intendiamo non solo far conoscere la cultura della Sardegna nell’estate del 2021 alla gente di Berlino, ma ci auguriamo – se la situazione pandemica lo permetterà – di presentarla nuovamente anche a un pubblico internazionale”.

Arzachena (SS), le tombe di giganti di Li Lolghi (foto Teravista di Giovanni Alvito)
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Michail Piotrovsky, direttore generale del museo dell’Ermitage

“Il mar Mediterraneo, con le sue isole, sembrerebbe essere stato attraversato, solcato dalle navi in lungo e in largo, studiato e descritto in ogni sua parte”, sottolinea Michail Piotrovskj direttore generale del Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. “Tuttavia, fortunatamente, oggi, sia nelle isole famose che in quelle dimenticate, l’immaginazione di visitatori e studiosi è risvegliata da monumenti poco o per niente conosciuti, pieni di fascino oscuro, che emanano mistero per viaggiatori e ricercatori. La Sardegna è un luogo che in particolar modo crea suggestioni, che incanta e fa sorgere molteplici teorie sulla natura e sull’origine delle sue antiche culture, sui destini dei popoli del mare. A volte sembra sorprendente che non tutti i libri di testo scolastici raccontino delle meraviglie dell’età del Bronzo mediterranea: delle gigantesche tombe di pietra, delle enormi statue di guerrieri in pose da combattimento e di quelle incredibili torri monumentali, i nuraghi, antenati dei castelli medievali. Per non parlare di piccole statuette di bronzo aggraziate, probabilmente ispirate agli dei, di guerrieri con scudi, arcieri, donne con bambini, animali con le corna, brocche dalle forme incomprensibili… La grazia severa della ‘cultura nuragica’, di recente nuovamente glorificata dai ritrovamenti e dal restauro di statue monumentali (una delle quali vedremo esposta a San Pietroburgo), è diventata oggetto di studio ed esposizione in una splendida mostra realizzata dagli sforzi di esperti e leader museali provenienti da Italia, Germania, Grecia e Russia. E la Russia – conclude – ha una sua tradizione nazionale di studio della storia antica della Sardegna, che riceve attraverso questa mostra un nuovo stimolo tangibile per il suo sviluppo, e che le torri di pietra e il bronzo ricorderanno ancora una volta l’archeologia esotica del mar Nero e del Caucaso. Il nostro mondo è tanto unito, quanto variegato”.

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Angeliki Koukouvou, vicedirettore del museo Archeologico di Salonicco

E Angeliki Koukouvou, vicedirettore del museo Archeologico di Salonicco: “Accogliamo con grande piacere e soddisfazione l’organizzazione di una grande mostra che rinnova la consolidata sinergia creativa tra il museo Archeologico di Salonicco e la Regione Autonoma e i musei archeologici della Sardegna. La mostra verrà presentata in quattro importanti musei, affiancandosi alle loro collezioni e mettendo in evidenza le affinità eclettiche delle antiche civiltà che un tempo si incrociavano nei porti del Mediterraneo, il grande mare di comunicazione e coesione. Il museo archeologico di Salonicco è particolarmente grato al ministero della Cultura italiano, alla Regione Autonoma della Sardegna e ai suoi musei che ci hanno affidato molti dei loro più celebri tesori. Sia i capolavori già famosi che i ritrovamenti più recenti saranno messi in risalto dal più ampio contesto archeologico in cui vengono presentati. Siamo entusiasti che il nostro museo sia stato scelto come sede in Grecia di questo evento senza pari. Auspichiamo che il magico universo sardo e il suo profumo mediterraneo catturino i nostri cuori e ispirino molti altri emozionanti viaggi”.

Soldato con stocco e scudo; bronzetto dell’Età del Ferro conservato al museo Archeologico nazionale di Cagliari (foto man cagliari)
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Il direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini (foto mann)

“Abbiamo tutti abbastanza presente la classica suddivisione della storia della Sardegna”, esordisce Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli: “la fase prenuragica e quella dei nuraghi e delle tombe dei giganti; il successivo periodo in cui si concentra la produzione di raffinati bronzetti nuragici, forse la più rappresentativa espressione dell’ethnos sardo, e il successivo arrivo dei Fenici e dei Cartaginesi che perfezionano nell’isola il modello dei centri urbani; la romanizzazione finale, a prezzo anche di gravi episodi di violenza da parte dell’Urbe e di una scarsa integrazione delle popolazioni dell’interno. Nel corso di studi consolidati nel tempo e di una bella mostra intitolata “Le Civiltà e il Mediterraneo”, alla quale anche il Mann ha partecipato, si è anche chiarito la posizione baricentrica della Sardegna per tutti coloro che, fin dall’età del Bronzo, dovessero intraprendere rotte o scali commerciali da Oriente a Occidente: fossero essi mercanti Micenei, Fenici, Ciprioti e, più tardi, Cartaginesi o Etruschi, avidi soprattutto di metalli. Forse è meno chiaro al grande pubblico – continua Giulierini – come, nel corso di molti millenni, il popolo sardo si riplasmi di continuo, assorbendo i nuovi arrivati e rielaborando, talora attivamente, talora in forma coercitiva, ulteriori stimoli culturali. L’idea di formazione del popolo etrusco, rispetto ai rigidi criteri della provenienza in blocco di un popolo da una sola area geografica, sviluppata da Massimo Pallottino, potrebbe in effetti tranquillamente allargarsi ai Sardi ma, a ben vedere, un po’ a tutti i popoli dell’Italia antica. Basti pensare alla stessa Campania che vede, dopo sporadiche incursioni micenee nell’età del Bronzo che avviano connessioni con le popolazioni locali, un arrivo massiccio, a partire dal IX secolo a.C., di Greci lungo le coste, Etruschi, Campani e altri popoli italici in molti centri dell’interno. E, a ben guardare, anche le stesse cornici geografiche, pur determinando con i fiumi, le fonti, le risorse naturali in genere o le conformazioni geologiche alcune caratteristiche di base degli insediamenti, mutano in parte e vengono riplasmate da questo infinito numero di uomini e donne che, conoscendosi, incrociandosi, talora combattendosi, formano quegli ethnoi che, pur se costretti a parlare nel tempo la lingua dei nuovi padroni, in realtà conservano “sotto traccia” caratteristiche definite fino ai giorni nostri. Andare alla scoperta dei mattoncini di questo DNA culturale – conclude – è, credo, la cosa più stimolante che possa fare una mostra”.

Sardegna nuragica. I parchi archeologici di Losa e Santa Cristina ripartono con Realtà Virtuale e Intelligenza Artificiale. I primi cortometraggi cinematografici in realtà virtuale girati in Sardegna e un gioco interattivo per visitare i parchi archeologici in un modo tutto nuovo e sicuro

Attivati due progetti di Nabui per arricchire la visita dei parchi archeologici di Losa e Santa Cristina in Sardegna con la realtà virtuale (foto nabui)

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Veduta aerea del nuraghe Losa (foto paleotur)


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Veduta aerea del pozzo sacro di Santa Cristina a Paulilatino (foto pozzo santa cristina)

In Sardegna i parchi archeologici di Losa e Santa Cristina ripartono con un progetto digitale. È infatti ora possibile fruire di spazi e contenuti in modo innovativo e del tutto sicuro, grazie a intelligenza artificiale e realtà virtuale. Il progetto, realizzato da Nabui Società Benefit nell’ambito del proprio programma di rilancio culturale “Heritage Tourism Programme”, ha previsto la realizzazione di alcuni contenuti inediti, prodotti a partire dalla studio delle comunità del luogo. Due cortometraggi in realtà virtuale, fruibili attraverso visori a uso personale disponibili presso il bookshop, senza rischio di contagio, e due chatbot story, sistemi di messaggistica realizzati grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e fruibili tramite il proprio smartphone personale, accompagneranno i visitatori alla scoperta dei segreti del Nuraghe Losa e del Pozzo Sacro di Santa Cristina. “Abbiamo iniziato un percorso sperimentale indirizzato verso nuovi modi di raccontare il Pozzo Sacro di Santa Cristina”, afferma Massimo Muscas, presidente della Cooperativa Archeotour di Paulilatino. “Con questo progetto intendiamo sostenere buone pratiche di fruizione, proponendo punti di vista inediti della nostra comunità millenaria”. “Abbiamo il compito di raccontare il Nuraghe Losa alle nuove generazioni e ai visitatori del futuro e vogliamo farci trovare pronti”, sostiene Dario Vinci, presidente della Cooperativa Paleotur di Abbasanta. “L’emergenza ci ha spinto ad accelerare i nostri processi di innovazione e a proporre nuove soluzioni per il turismo culturale in Sardegna”. “Stiamo lavorando a un programma aperto, in evoluzione, pensato per favorire il turismo culturale in Sardegna attraverso il coinvolgimento delle comunità”, afferma Roberta Falcone, responsabile del Heritage Tourism Programme di Nabui. “Losa e Santa Cristina sono i primi luoghi culturali che partecipano al nostro programma, ma contiamo di creare una rete di collaborazione e di scambi con altre zone sensibili dell’Isola”. Il progetto è stato finanziato attraverso la misura “CultureLAB2018” della Regione Sardegna. 

Tramonto al nuraghe Losa (foto paleotur)

“Il nuraghe Losa ci racconta anche la storia dell’archeologia in Sardegna”, scrive l’archeologo Alessandro Usai della soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cagliari sul sito di Paleotur che gestisce il parco archeologico. “Infatti fu il primo ad essere indagato sistematicamente con l’obiettivo della ricerca archeologica e della valorizzazione, che però si è realizzato nell’arco di più di un secolo. Nel 1893 lo Stato acquisì il nuraghe e una striscia di terreno circostante e avviò la prima campagna di scavo. Il grande nuraghe diroccato, che per secoli aveva visto solo pastori e greggi e per un certo periodo era stato disturbato a distanza dai costruttori della “strada reale” di Carlo Felice (1821-1825), ora veniva invaso fin nelle viscere da una turba di operai. Nel 1915, il soprintendente Antonio Taramelli allargò le trincee ed esplorò in estensione le fasce a Sud e ad Est del monumento, avanzando a Nord e Nord-ovest fino al cortile posteriore. Dal 1970 a oggi, soprattutto per opera dei soprintendenti Ferruccio Barreca e Vincenzo Santoni, il nuraghe Losa e la vasta area archeologica circostante sono stati recuperati e offerti alla fruizione del più vasto pubblico con numerosi interventi di scavo scientifico, studio, restauro e valorizzazione. Un ruolo importante è stato svolto anche dall’Amministrazione comunale di Abbasanta, che ha acquisito le aree circostanti all’originario nucleo statale, costituendo un vasto parco archeologico; inoltre l’accordo stipulato nel 2001 dalla Soprintendenza e dal Comune ha consentito l’avvio della gestione turistico-culturale integrata a cura della cooperativa Paleotur”.

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Suggestivo scorcio dell’interno del nuraghe Losa (foto paleotur)

“Scorgiamo il nuraghe Losa, quasi un panettone sulla tavola, mentre percorriamo le superstrade Cagliari – Porto Torres o Abbasanta – Olbia e le rampe degli svincoli”, racconta ancora l’archeologo Alessandro Usai. “Lo guardiamo, isolato e maestoso, mentre a passi svelti attraversiamo il cancello e la breccia di un grande muro di pietra che solo per un attimo lo nascondono. E lo guardiamo ancora, senza badare a dove mettiamo i piedi, mentre percorriamo il sentiero leggermente accidentato. Ci avviciniamo incuriositi a quello che sembra l’ingresso, e invece è un grosso edificio rotondo antistante. Andiamo oltre, lo aggiriamo; arriviamo sotto il bastione ciclopico quasi verticale, come l’alta prua di una nave; saliamo di corsa pochi gradini e siamo alla porta. Guardiamo dentro l’oscurità dell’interno, quasi per chieder permesso a chi è già dentro, anzi a chi è dentro da sempre. (…) Ricordiamo che abbiamo visto una rampa: saliamo. (…) Dall’alto abbracciamo un paesaggio sconfinato a 360 gradi. Anche se quello che vediamo non è più il paesaggio dei tempi nuragici, la sua potenza evocativa è enorme: in qualche modo, qualcosa di simile osservavano i protagonisti di quella storia umana, lontana e sempre viva, quando, forse con orgoglio, ammiravano i campi coltivati e i pascoli, le messi e il bestiame, gli uomini e le donne al lavoro, gli altri nuraghi e i villaggi della tribù, i boschi, i fiumi e le sorgenti, le vie e i confini”.

È il più grande capolavoro nuragico. Parliamo del tempio a pozzo sacro di Santa Cristina, massima espressione architettonica della civiltà nuragica risalente a circa 3000 anni fa, ma che sembra costruito oggi, con i suoi massi squadrati, perfettamente incastrati con una geometria perfetta. Il monumento è orientato da NNO a SSE e si compone di tre distinte parti accuratamente scalpellate: vestibolo o atrio, vano scala e camera ipogeica a tholos. I due perimetri esterni non presentano alcuna lavorazione e sono realizzati con pietre e fango. Il vestibolo è la parte antistante la scalinata nel quale venivano deposte le offerte votive per la divinità. Il vano scala, oltre a consentire l’accesso alla camera ipogeica ed a rivestire un’importante funzione estetica, permetteva di raggiungere l’acqua che nei vari periodi dell’anno aveva un livello non costante. Situato nei pressi di Paulilatino, è il pozzo sacro più rappresentativo dell’Isola dove storie, leggende e verità si intrecciano tra loro. Nel mese di settembre dal 21 al 23 alle 12 e nel mese di marzo dal 18 al 21 alle 11 in occasione degli equinozi il sole illumina perfettamente il fondo del pozzo passando per il vano scale. Il sole, con i suoi raggi, si riflette dentro il pozzo sino a toccare l’acqua. In questa circostanza l’osservatore, mentre guadagna gli ultimi 6 scalini interni, viene accompagnato da due ombre: una si proietta nell’acqua, l’altra discende dalla camera a tholos a testa in giù.

Backstage con l’attrice Marta Alfonso che impersona Cristina nel corto in realtà virtuale al pozzo sacro di Santa Cristina (foto nabui)

Il processo di ricerca di Nabui Società Benefit. Per la realizzazione del progetto i due parchi sono stati oggetto di una ricerca condotta da Nabui sulle comunità del luogo. La ricerca ha portato alla luce due storie mai raccontate e che rischiavano di andare perse: quella di Cristina, bambina che secondo la tradizione orale ha dato origine al parco, e quella dei bambini della comunità di Losa che, negli anni precedenti all’apertura del parco archeologico, si incontravano al nuraghe con le loro famiglie per condividere insieme momenti di socialità e di gioco. Due storie che, affiancandosi alle informazioni storiche e archeologiche, arricchiscono di una nuova sfumatura la narrazione di questi luoghi unici al mondo, recuperando e valorizzando il patrimonio immateriale delle comunità, altrimenti destinato a perdersi.

Un momento delle riprese a 360 gradi per la realizzazione dei corti in virtual reality nei parchi archeologici di Losa e Santa Cristina (foto nabui)

I corti in realtà virtuale. Non dei semplici virtual tour. I parchi archeologici di Losa e Santa Cristina diventano protagonisti di due cortometraggi in realtà virtuale girati dal regista emergente Girolamo Da Schio attraverso l’uso di telecamere e tecniche di ripresa a 360 gradi. Grazie al virtual reality, infatti, lo spettatore potrà fare un’esperienza di cinema immersivo e ritrovarsi al fianco di Cristina e fuggire con lei dalle grinfie del padre o con i bambini di Losa, impegnati nei loro giochi.

Backstage del corto al nuraghe Losa con l’attore Gianluigi Moreddu (foto nabui)

Chatbot stories. Non solo chatbot game. Ma anche e soprattutto “chatbot stories”. Attraverso l’intelligenza artificiale il visitatore del parco potrà chattare e interagire su Facebook Messenger con i personaggi delle storie di Losa e Santa Cristina che li condurranno tra i segreti dei due parchi archeologici. Basterà collegarsi agli account messenger delle pagine Facebook @cristinaproject e @losaproject per godere di una visita guidata inusuale e interattiva durante la quale scoprire, oltre alle informazioni di carattere storico-archeologico, due storie inedite.

Backstage del corto al nuraghe Losa con i protagonisti, i gemelli Simone e Nicola Tocco (foto nabui)

Al Pozzo Sacro di Santa Cristina sarà Tzia Maria a fare da guida: si tratta della zia di Cristina, la panettiera di paese, l’unica in grado di raccontare quello che è successo alla povera Cristina, ma solo se il visitatore sarà in grado di farla parlare. Nel caso di Losa invece, Domenico cercherà di accompagnare i visitatori in giro per il parco ma sarà ostacolato dai gemelli Nanni e Didì e dai loro giochi d’infanzia.