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I musei archeologici del Polo museale della Calabria celebrano il Dantedì presentando i collegamenti che ci sono tra alcuni reperti delle collezioni e la Divina Commedia

Che c’azzecca Dante con i musei e i parchi archeologici? La risposta viene dal Polo museale della Calabria che in occasione del Dantedì, giornata celebrativa dedicata al sommo poeta Dante Alighieri, istituita per il 25 marzo 2020 dal Consiglio dei Ministri, su proposta del ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo. “Molte sedi della cultura statali, afferenti al Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello”, spiegano, “hanno richiami, similitudini con il mondo dantesco”. Ecco qualche esempio.

Il soggetto della sirena in alcuni reperti conservati al museo archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia (foto pm-cal)

All’interno del museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, diretto da Adele Bonofiglio, sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. Le Sirene compaiono nel XII libro dell’Odissea, nel quale si racconta di Ulisse che dopo aver lasciato la maga Circe riprende il suo viaggio. Giunto presso un gruppo di scogli a Sud della penisola di Sorrento, al largo delle isole Sirenuse, incontra le Sirene che con il loro canto cercano di trattenere i naviganti. Le sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti, che promette di svelare tutto ciò che accade o è accaduto sulla terra. Il loro canto dunque si mostra come una promessa: se Ulisse si fermerà presso di loro, se ne andrà sapendo più cose; ma cedere alla tentazione della conoscenza porta a rompere i legami famigliari e a morire. Ulisse però, grazie ai consigli di Circe, riesce ad oltrepassare il pericolo. Ulisse e Dante. L’Ulisse dantesco è simile a quello classico, dotato di insaziabile curiosità e abilità di linguaggio e compare nel XXVI canto dell’Inferno, sottoforma di fiamma. Egli racconta le peripezie del suo viaggio di ritorno da Troia e come, spinto dalla sete di conoscenza, cerca di convincere i suoi compagni a proseguire il viaggio pronunciando la famosissima frase: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Sete di conoscenza che lo porterà alla rovina.

La sede del museo Archeologico nazionale di Locri

Il museo Archeologico nazionale di Locri, diretto da Rossella Agostino, in sintonia con il museo di Vibo Valentia che per il Dantedì ricorda Ulisse, il canto delle Sirene, e il suo incontro con Dante, con l’intento di creare un fil rouge tra i musei calabresi e il loro ricco e sfaccettato patrimonio, vuole testimoniare la presenza di manufatti raffiguranti le Sirene esposti lungo il suo percorso espositivo. Una produzione degli artigiani locresi che lavoravano ed abitavano nel quartiere di Centocamere, oggi visitabile nell’area del parco archeologico di Locri: balsamari in terracotta di diverse dimensioni, conformati a sirena caratterizzata da una lunga capigliatura a trecce e orecchini discoidali con funzione di ex voto dedicati a Persefone regina degli Inferi, agli specchi in bronzo il cui manico riproduce le fattezze di questa suggestiva figura che con il suo canto irretiva gli uomini. Produzioni che tra VI e V secolo a.C. costituiscono una delle espressioni più caratteristiche dell’artigianato locrese.

Una sala espositiva del museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme (foto pm-cal)

Il museo archeologico Lametino di Lamezia Terme, diretto da Gregorio Aversa, sposta in rete tutte le iniziative organizzate per il primo “Dantedì”, giornata celebrativa dedicata dal MiBACT al sommo poeta Dante Alighieri, prevista per il 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della “Divina Commedia”. Sulla pagina FB (https://www.facebook.com/museoarcheologicolametino/) del museo l’appuntamento si raddoppia. Si inizia martedì 24 marzo 2020 con il pre-evento “Aspettando il #Dantedì”, durante il quale Laura Montuoro, socio della “Società Dante Alighieri – Comitato locale Soverato”, citando alcune terzine del XV Canto del “Paradiso”, invita i follower a partecipare attivamente alle celebrazioni. Per l’appuntamento nazionale fissato dal MiBACT per le 12 di mercoledì 25, il Museo ha, invece, organizzato l’iniziativa “#IoleggoDante, ma in calabrese”. È prevista una lettura in streaming a cura di Domenico Benedetto D’Agostino, curatore del Progetto “PoesiaInCostruzione, di alcune terzine del XXVI Canto dell’“Inferno” tratte da “‘U Mpiernu, ‘U Prigatoriu, ‘U Paravisu” di Salvatore Scervini (Acri 1847-1925). Si tratta della trasposizione in calabrese dell’opera dantesca, seconda traduzione integrale in Italia e prima nel Meridione, considerata una delle versioni più riuscite per completezza, qualità letteraria, lingua e stile. Completeranno il programma numerosi post con approfondimenti e curiosità, tra cui: un’esposizione inedita sulla nostra bacheca virtuale di un’edizione unica al mondo della “Divina Commedia” (ed. Manzani, Firenze 1595), messa a disposizione da Giovanna Adamo, presidente dell’associazione artistico-culturale “Arte & Antichità Passato Prossimo” di Lamezia Terme; un omaggio da parte dell’illustratrice lametina Felicia Villella; la partecipazione al flash mob della “Società Dante Alighieri” previsto per le 18 del 25 marzo con l’intervento di Samuele Anastasio, speaker di Radio Soveria, che aprendo la finestra della sua casa declamerà, come richiesto, le due terzine del canto dantesco in cui Paolo e Francesca dimostrano che l’amore vince tutto. L’iniziativa è a cura di Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo museale della Calabria.

All’interno del museo Archeologico nazionale di Mètauros a Gioia Tauro, diretto da Simona Bruni, sono custoditi moltissimi reperti provenienti dai corredi tombali della necropoli ritrovata in contrada Due Pompe – fase magnogreca della città. I corredi tombali esposti a Mètauros rappresentano le suggestioni legate alla cultura dell’oltretomba e agli usi della deposizione che attraverso il corredo dava forma all’immateriale legame tra la vita terrena del deposto e la sua vita nell’aldilà. Collegamento culturale diviene Caronte e la sua figura di traghettatore delle anime nel loro percorso di vita ultraterrena attraverso la presentazione di due litografie di Gustave Dorè, Divina Commedia illustrata dell’Ottocento (Gustave Dorè, Divina Commedia Illustrata 1861) che rappresentano l’incontro di Dante e Virgilio nell’oltretomba con Caronte; correlazione con le collezioni esposte nel Museo – i corredi funebri – legati alla cultura della deposizione e dell’oltretomba. Inoltre grazie alla collaborazione dell’architetto e scenografo Lorenzo Pio Massimo Martino sarà pubblicato il video “L’incontro infernale tra il Sommo e il traghettatore delle anime perdute” (Commedia narrata a cura di Lorenzo Pio Massimo Martino). Seguirà nel pomeriggio per #ioleggoDante un tag sul fumetto di Mètauros realizzato da Federico Manzone (nato nell’ambito dell’iniziativa Fumetti nei Musei 2020) reso visibile on-line per la giornata del 25 marzo su issuu.com/coconinopress. Lo storyboard realizzato dal nostro fumettista riprende le figure mitologiche e legate all’oltretomba in virtù delle collezioni che denotano il museo come “museo delle necropoli”.

La basilica normanna conservata all’interno del parco archeologico di Scolacium

Il museo e parco archeologico nazionale di Scolacium, diretto da Elisa Nisticò, celebra Dante Alighieri nella giornata a lui dedicata con un contributo sui suoi canali social basato sul pensiero trinitario di Gioacchino da Fiore nella Divina Commedia, con radici lontane in Cassiodoro, nativo di Scolacium. La Commedia ha uno schema triadico, secondo le tre età del padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Anche Cassiodoro trova nei Salmi la dottrina della Trinità. Troviamo dunque una linea di pensiero che attraversa i secoli e supera le distanze spaziali.

Il museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia aderisce alla campagna #iorestoacasa: chiuso al pubblico, ma non all’attività. Rientrato dopo 8 anni dal Princeton University Art Museum il busto femminile in basanite di età Claudia proveniente da una villa suburbana scoperta alla fine dell’800 a Vibo

Busto femminile in basanite di età Claudia proveniente da una villa suburbana scoperta alla fine dell’800 a Vibo e restituito dal Princeton University Art Museum (foto polo museale di Calabria)

La sede del museo Archeologico nazionale di Vibo Valentia “Vito Capialbi”

Adele Bonofiglio, direttore del museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia

In questo momento così difficile per il nostro paese anche il museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, aderisce alla campagna #iorestoacasa. Il museo è chiuso al pubblico ma l’attività degli uffici, continua! È ritornato, dopo otto anni di assenza, a Vibo, nella prestigiosa sede del museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, afferente al Polo museale della Calabria, l’atteso busto femminile in basanite, importante testimonianza del passato romano della Calabria. Lo annunciano Adele Bonofiglio, direttore del museo dell’antica Hipponion, e Antonella Cucciniello, direttore del Polo museale della Calabria. Si tratta del busto femminile in basanite, risalente all’età Claudia (41-54 d.C.), rinvenuto nelle vicinanze di Vibo Valentia Marina durante la realizzazione della ferrovia e la costruzione di limitrofe abitazioni di campagna. Il contesto di rinvenimento è da riferire ad un’importante villa suburbana e lo scavo, che ha permesso di definirne meglio le caratteristiche, è avvenuto a più riprese fra il 1894 e la prima metà del ‘900. L’opera è di ottima fattura, caratterizzata da una raffinata tecnica di esecuzione e da una perfetta resa della capigliatura, acconciata come prevedeva la moda dell’epoca, che ha consentito di datare la statua al principato di Claudio, imperatore dal 41 al 54 d.C. Al momento del ritrovamento si propose l’identificazione con Messalina, moglie dell’imperatore Claudio, tuttavia tale ipotesi venne accantonata nei decenni successivi per la mancanza di confronti iconografici convincenti. La scultura era stata concessa con prestito di lunga durata nel 2012 al Princeton University Art Museum e a seguito dell’impegno della Direzione Generale Musei e del Segretariato Generale del Ministero per i Beni Culturali e il Turismo, è rientrata al museo “Vito Capialbi” dove sarà esposta nella sezione romana. L’emergenza sanitaria attuale, dovuta al contenimento della diffusione del COVID-19 che ha portato alla chiusura dei musei, non consente nell’immediato, una adeguata valorizzazione dell’importante reperto; l’esposizione è pertanto rinviata alla riapertura del Museo e sarà occasione di riflessione scientifica attraverso l’organizzazione di una tavola rotonda sul tema della scultura romana, con l’augurio di poterne consentire in seguito, una migliore fruizione grazie anche al supporto delle nuove tecnologie con applicativo digitale.

Alla scoperta del santuario di Hera alla Vigna Nuova nella conversazione al museo Archeologico nazionale di Crotone a corollario della mostra “Il cavallo, compagno di viaggio

La locandina della conversazione “Il santuario della dea Hera a Vigna Nuova di Crotone” al museo Archeologico nazionale di Crotone

Gregorio Aversa, direttore del museo Archeologico nazionale di Crotone

“Il santuario della dea Hera a Vigna Nuova di Crotone” è il titolo della conversazione che verrà tenuta da Roberto Spadea, già direttore del museo Archeologico nazionale di Crotone, martedì 3 marzo 2020, alle 17, a Crotone, al museo Archeologico nazionale di Crotone, diretto da Gregorio Aversa, afferente al Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello, nell’ambito della mostra “Il cavallo, compagno di viaggio. Equipaggiamento equino e arte della cavalleria presso gli antichi greci” che espone una pregiata museruola in bronzo: “Una vera e propria rarità, non solo per il tipo di oggetto, ma anche per la sua decorazione”, spiega Aversa. “Nobile ornamento per cavalli, esso costituiva certamente una significativa offerta votiva da parte di un membro della cavalleria crotoniate per il santuario di Hera nella località Vigna Nuova” (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/20/crotone-il-progetto-vide-fa-tappa-al-museo-archeologico-con-la-mostra-il-cavallo-compagno-di-viaggio-che-espone-una-museruola-equina-trafugata-dai-tombaroli-e-recuperata-dal-nucle/). Sebbene poco noto, il santuario di Vigna Nuova risale a età greca ed era dedicato al culto della principale divinità degli Achei, Hera. Da qui proviene la museruola in bronzo esposta lo scorso dicembre nel museo archeologico nazionale di Crotone che l’ha ricevuta in consegna dal Comando del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale dopo un rocambolesco recupero. Del santuario di Vigna Nuova, dell’eccezionale contesto e dei suoi rinvenimenti parlerà, assieme al direttore Aversa, Roberto Spadea che negli anni ’90 effettuò una campagna di indagine a Vigna Nuova ed ebbe l’opportunità di discutere dell’eccezionale reperto (che ha recentemente arricchito il museo archeologico nazionale di Crotone) con la grande archeologa francese Juliette de La Géniere, allora professore ordinario all’università di Lille. Sarà un modo interessante per sentire dalla viva voce di uno dei protagonisti, quanto sia importante preservare e indagare con scrupolo e sistematicità contesti di assoluta rilevanza quali appunto il santuario greco di Vigna Nuova, uno dei principali della grecità d’Occidente.

Crotone. Il progetto Vide fa tappa al museo Archeologico con la mostra “Il cavallo, compagno di viaggio” che espone una museruola equina trafugata dai tombaroli e recuperata dal nucleo dei carabinieri

La locandina della mostra “Il cavallo, compagno di viaggio. Equipaggiamento equino e arte della cavalleria presso gli antichi greci”

Il progetto VIDE (VIaggio Dell’Emozione) fa tappa a Crotone: al museo Archeologico nazionale apre la mostra “Il cavallo, compagno di viaggio. Equipaggiamento equino e arte della cavalleria presso gli antichi greci” con l’esposizione di una museruola in bronzo per cavallo del IV secolo a.C. recuperata dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico, e che, secondo gli archeologi, proverrebbe da scavi clandestini nel territorio del crotonese. Il prezioso reperto andrà ad arricchire le già ricche collezioni del museo crotonese. Appuntamento per l’inauguarzioni sabato 21 dicembre 2019, alle 17. “Si tratta di una pregiata museruola in bronzo che rappresenta una vera e propria rarità, non solo per il tipo di oggetto, ma anche per la sua decorazione”, spiega Gregorio Aversa, direttore del museo Archeologico nazionale di Crotone. “Nobile ornamento per cavalli, esso costituiva certamente una significativa offerta votiva da parte di un membro della cavalleria crotoniate per il santuario di Hera nella località Vigna Nuova. Simbolo di prestigio sociale e di disponibilità economica, nel mondo antico il cavallo è sempre stato oggetto di grande attenzione da parte dell’uomo, che molto presto ha dovuto ideare strumenti di imbrigliamento per controllarlo e guidarlo. Per questo – conclude Aversa – nell’ambito del progetto VIDE (VIaggio Dell’Emozione) che lega in un affascinante percorso i vari siti appartenenti al Polo museale della Calabria, si è pensato di approfondire la tematica del cavallo come mezzo di trasporto e compagno nella guerra, nel lavoro, nel gioco anche grazie ad altri reperti riferibili al mondo equino”.

Museo nazionale Archeologico della Sibaritide: giornata dedicata al pettorale d’oro e argento per seguire il viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari

Il pettorale d’oro e argento (600-575 a.C.), uno dei simboli del museo nazionale Archeologico della Sibaritide (foto polo museale Calabria)

Tutti invitati, lunedì 25 novembre 2019, al museo nazionale Archeologico della Sibaritide di Cassano all’Ionio (Cs), a conoscere “Il viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari” nell’ambito della mostra VIDE – VIaggio Dell’Emozione, che coinvolge tutti gli istituti del Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello. Al museo nazionale Archeologico della Sibaritide, diretto da Adele Bonofiglio, si terrà infatti una giornata dedicata al Pettorale in oro e argento, scelto come simbolo del “viaggio lungo le rotte commerciali e scambi culturali nel Mediterraneo” avente come tema portante “Il viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari”. Ritrovato nell’area di Stombi, il prezioso oggetto faceva parte di un antico pettorale utilizzato probabilmente come ornamento per una veste rituale. Tale reperto riassume nella propria materia d’oro e argento e nella lavorazione decorativa, formata da coppie di palmette a sette petali contrapposte a fiori di loto, i fasti di Sybaris, la città fondata dagli Achei nel 720 a.C., che tra il VII e il VI sec. a.C. conquistò, grazie alla sua floridezza, la supremazia sulle città di confine. Tale ruolo fu perduto dopo due secoli di splendore, quando decadde a seguito della dolorosa sconfitta infertale dall’esercito dei Crotoniati guidati dall’atleta Milone.

Alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico c’è la Magna Grecia con tre incontri del Polo museale della Calabria su archeologia e paesaggio, sistemi multisensoriali al museo di Locri e al parco Archeoderi, e sulla nuova guida “Kroton e Scolacium”

La XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico si tiene a Paestum dal 14 al 17 novembre 2019

Tre occasioni per conoscere il patrimonio archeologico della Magna Grecia: li propone il Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello, alla XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: Giovedì 14 e venerdì 15, sono, infatti, previste nella prestigiosa rassegna iniziative che vedranno relatori, fra gli altri, Rossella Agostino, Gregorio Aversa e Laura Delfino, direttori di importanti Sedi afferenti al Polo museale della Calabria.

Veduta aerea del promontorio con il parco archeologico di Capo Colonna (Crotone)

Giovedì 14 novembre 2019, dalle 17.10 alle 18.40, “Lungo le coste della Calabria. Templi, fari e torri costiere tra archeologia e paesaggio”. Intervengono Rossella Agostino, direttore del museo e parco archeologico nazionale dell’antica Kaulon; Gregorio Aversa, direttore del museo e parco archeologico nazionale di Capo Colonna; Ivan Comi, autore fotobook e docufilm. L’incontro si propone di illustrare la singolare presenza di fari, realizzati nella seconda metà dell’Ottocento sui promontori di Punta Stilo e di Capo Colonna, entrambi oggi parte di parchi archeologici: quello di Capo Colonna e quello dell’antica Kaulon. Realtà di estremo interesse nel panorama archeologico della Magna Grecia, il primo custodisce i ruderi del santuario della dea greca Hera Lacinia, uno fra i principali del Sud Italia, mentre al secondo appartengono le vestigia di una insigne città appartenente al novero delle poleis di origine achea. Il tema è trattato all’interno di un’opera curata da un fotografo professionista che, su concessione della Marina Militare, racconta tutti i fari presenti in Calabria attraverso un book fotografico ed un docufilm.

Palazzo Teotino Nieddu del Rio, sede del museo del Territorio a Locri (Rc)

Venerdì 15 novembre 2019, dalle 17 alle 17.20, “Abbattimento barriere sensoriali. Un percorso archeologico tra area magno-greca e area grecanica”. Intervengono Rossella Agostino, direttore dei musei e parco archeologico nazionale di Locri e dell’antica Kaulon; Laura Delfino, direttore del museo e parco archeologico nazionale Archeoderi di Bova marina; Rosanna Pesce, responsabile DigiArt. L’incontro presenterà i progetti dei musei archeologici di Locri “Museo del Territorio” e del parco archeologico “Archeoderi” di Bova Marina, che si sono dotati di supporti multimediali quali Videoguida Lis e pianta Braille per rendere accessibile il percorso espositivo di entrambi ai non vedenti e ai sordi. Tali progetti hanno visto la collaborazione della società Digi Art di Reggio Calabria con la quale si è elaborato un percorso illustrativo anche di taglio didattico/ludico per i visitatori in età scolare.

La guida “Kroton e Scolacium. Musei e parchi archeologici: da giacimento culturale a patrimonio da valorizzare”

Venerdì 15 novembre 2019, dalle 17.30 alle 18.30, “Kroton e Scolacium. Musei e parchi archeologici: da giacimento culturale a patrimonio da valorizzare”. Intervengono Maurizio Paoletti, professore di Archeologia classica all’università della Calabria; Gregorio Aversa, direttore del museo Archeologico nazionale di Crotone e museo e parco archeologico nazionale di Capo Colonna. L’ultimo incontro vedrà la presentazione della guida “Kroton e Scolacium”. L’agile volume sintetizza le problematiche storiche e fornisce brevi approfondimenti per la visita del museo Archeologico nazionale di Crotone e dei musei e parchi archeologici di Capo Colonna e Scolacium, che costituiscono tre realtà storicamente interrelate tra loro: dall’antica polis di Kroton, famosa per i suoi atleti e medici oltre che per la presenza della scuola pitagorica, alla città romana erede della colonia crotoniate di Skylletion, da sempre centro nodale di collegamento tra le sponde del mar Jonio e del mar Tirreno.

“Fuga dal museo”. Al museo Archeologico nazionale di Scolacium (Cz) gioco a tema mitologico “quando halloween non era ancora di moda”: enigmi, indovinelli e incontri magici

La locandina di “Fuga dal museo” al museo Archeologico nazionale di Scolacium (Cz)

Elisa Nisticò del Polo museale della Calabria

“Fuga dal museo” è il gioco a tema mitologico di notevole interesse didattico proposto il 2 novembre 2019, un sabato speciale, dal museo e parco archeologico nazionale di Scolacium a Roccelletta di Borgia (Catanzaro). Lo ha predisposto Elisa Nisticò, funzionario in forza al Polo museale della Calabria che lo spiega così: “Gioco a tema… mitologico! Il Museo si trasformerà per l’occasione in un mondo fantastico e pieno di insidie. Vieni a trascorrere questo giorno di festa in compagnia di personaggi mitici, ma bada, non saranno benevoli anzi, ti metteranno alla prova per testare le tue capacità. Troverai enigmi, indovinelli e incontri magici che dovrai superare per poter ritornare nel presente! Varcata la soglia la porta si chiuderà alle tue spalle e sarai catapultato migliaia di anni nel passato. Sarai in grado di superare gli ostacoli e uscire indenne dal Museo? Tieni d’occhio questi orari, saranno fondamentali per iniziare a giocare: 10; 12 e 14.30”.

L’arte di farsi belle, la tessitura, riti femminili cultuali e mitici: il museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme propone in tre martedì un viaggio nel mondo femminile greco antico con il Progetto Vide presentando l’Hydria di Cerzeto, simbolo del Lametino

L’Hydria di Cerzeto conservata al museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme: una scena di toeletta (foto museo Lametino)

Viaggio nel mondo femminile greco antico in tre martedì attraverso le raffigurazioni del pezzo simbolo del museo Archeologico Lametino, l’Hydria di Cerzeto, rinvenuta casualmente nella contrada “Cerzeto” ο “Celsito” (Cz) alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso, parte del corredo di una tomba in tegoloni di terracotta, di fabbrica campana, decorata sulla spalla e sul ventre con scene di gineceo e databile al primo quarto del IV sec. a.C. Qualità e dimensioni fanno pensare appartenere alla sepoltura di un personaggio di rango. Una ricca decorazione sulle spalle e sul lato principale rappresenta una scena di toilette con Eroti, personaggi femminili e maschili tra il luccichio di gioielli e il contorno di girali floreali e trofei di palmette. Proprio l’Hydria di Cerzeto, che oggi spicca nella seconda sezione del museo Lametino, quella dedicata all’età classica, sarà la protagonista di un Viaggio dell’Emozione, cioè di quel Progetto Vide, ideato dal Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello, e realizzato col sostegno della Regione Calabria, per promuovere e mettere in rete i 16 istituti culturali afferenti al Polo con una mostra virtuale realizzata a Cosenza a Palazzo Arnone, dove una camera immersiva, sviluppata con moderne tecnologie di animazione grafica computerizzata, permette ai visitatori di intraprendere un viaggio alla scoperta del ricco patrimonio culturale calabrese e delle innumerevoli storie che può raccontare.

Il museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme (Cz)

Il Progetto Vide – Viaggio dell’Emozione stavolta fa tappa al museo Archeologico Lametino con un ricco programma di eventi previsti per le giornate del 15, 22 e 29 ottobre 2019 dal titolo “L’Hydrìa di Cerzeto. Viaggio nel mondo femminile tra realtà e mito”. Per l’occasione il museo Lametino ha scelto di esporre virtualmente l’Hydrìa di Cerzeto, pezzo iconico della collezione. Le scene a carattere erotico-nuziale, riprodotte con una grande esuberanza decorativa sul vaso, alludono alla sfera matrimoniale e alla preparazione per il primo incontro d’amore. Esse rappresentano un’occasione per intraprendere un viaggio nel viaggio, alla scoperta dell’affascinante mondo femminile greco, di cui, in una serie di incontri organizzati al Museo, si intende esplorare i più diversi ambiti: da quelli legati alla vita reale (si pensi alla cosmetichè techne, l’arte di farsi belle attraverso un’attenta scelta di abiti, acconciature, gioielli e l’uso di unguenti dal sensuale profumo, alle attività domestiche di filatura e tessitura (appannaggio esclusivo delle donne) a quelli rituali (cerimonie e culti legati ai passaggi di status femminili) e mitici (intriganti figure divine del pantheon terineo legate alla sfera afrodisia e ctonia).

La locandina degli eventi del Progetto Vide al museo Archeologico Lametino: “L’Hydrìa di Cerzeto. Viaggio nel mondo femminile tra realtà e mito”

Ecco il programma delle iniziative curate da Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo museale della Calabria. Martedì 15 ottobre 2019. Dalle 17 alle 21, apertura straordinaria pomeridiana del museo Archeologico Lametino (ingresso gratuito); alle 17.30, presentazione del Progetto VIDE – Viaggio dell’Emozione con “L’Hydrìa di Cerzeto. Viaggio nel mondo femminile tra realtà e mito”. Intervengono: Antonella Cucciniello, direttore Polo museale della Calabria; Rosanna Calabrese, funzionario archeologo Polo museale della Calabria; Giovanna De Sensi Sestito, ordinario di Storia Greca dell’università della Calabria; alle 19.30, Hydrìa di Cerzeto in scena e visita animata alla sezione Classica del Museo. Martedì 22 ottobre 2019. Dalle 17 alle 21, apertura straordinaria pomeridiana del museo Archeologico Lametino (ingresso gratuito); alle 18, I Ciclo di incontri intorno all’Hydrìa. Introduce Rosanna Calabrese; intervengono: Giovanni Vasta, Archeologo: “Il mondo femminile e la cosmetichè techne: il maquillage”; Francesca Morabito, storica dell’arte: “Il mondo femminile e la cosmetichè techne: l’arte di acconciarsi”; Felicia Villella, diagnosta dei Beni culturali: “Il mondo femminile e la cosmetichè techne: l’arte di abbigliarsi”; Samuele Maria Anastasio, archeologo: “Il mondo femminile e le attività dell’oikos: la tessitura e la filatura”. Martedì 29 ottobre 2019. Dalle 17 alle 21, apertura straordinaria pomeridiana del museo Archeologico Lametino (ingresso gratuito); alle 18, II Ciclo di incontri intorno all’Hydrìa. Introduce Rosanna Calabrese. Intervengono: Angela Astorino, conservatore Beni archeologici e artistici: “Il mondo femminile e la cosmetichè techne: la scelta dei gioielli”. Daniela Emanuele, storica dell’arte: “Il mondo femminile e il pantheon terineo”; Angela Bosco, archeologo: “Il mondo femminile e i rituali di passaggio alla vita di adulta: il matrimonio”.

Giornate europee del Patrimonio: tutti gli appuntamenti e le proposte dei musei archeologici del Polo museale della Calabria

Il manifesto delle Giornate europee del Patrimonio 2019

Il Polo museale della Calabria, diretto dalla dottoressa Antonella Cucciniello, aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio (GEP) 2019 che si terranno su tutto il territorio nazionale sabato 21 e domenica 22 settembre 2019. Il tema scelto per questa edizione è Un due tre… Arte! – Cultura e intrattenimento. Vediamo gli appuntamenti principali.

La locandina della mostra “La stipe votiva di Scrimbia: dal ritrovamento agli ultimi studi archeologici” al museo Archeologico nazionale di Vibo Valentia

Il museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio organizzando un allestimento temporaneo su alcuni reperti rinvenuti nell’area sacra in località Scrimbia. La mostra, dal titolo “La stipe votiva di Scrimbia: dal ritrovamento agli ultimi studi archeologici” propone una disamina cronologica dei ritrovamenti, che per la loro quantità e varietà tipologica, offrono sempre nuovi spunti di ricerca e approfondimento. Con la mostra si intende valorizzare reperti unici nel loro genere per la cura nella resa pittorica e nei dettagli, che pur nella loro frammentarietà, testimoniano l’importanza che il contesto della stipe riveste nell’ambito della religiosità magno-greca. La mostra verrà inaugurata sabato 21 settembre 2019, alle 11. L’allestimento rientra inoltre tra le iniziative legate ai festeggiamenti per il cinquantenario dalla fondazione del museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi”.

Locandina delle Gep 2019 al museo Archeologico nazionale della Sibaritide

Il museo nazionale Archeologico della Sibaritide partecipa alle GEP 2019, promuovendo il 21 settembre 2019, alle 17.30, la presentazione del volume “Calabria terra di capolavori, dal Medioevo al Novecento” di Mario Vicino. La presentazione del saggio storico-artistico ha lo scopo di far rinascere la passione per l’arte e restituire la giusta importanza all’inestimabile patrimonio di cui dispone la Calabria e alla bellezza dei suoi tanti tesori nascosti.

Locandina degli eventi al museo Archeologico dell’Antica Kaulon per le Gep 2019

Il museo Archeologico nazionale dell’antica Kaulon aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio promosse dal MiBAC con l’evento “Il contributo della ricognizione – Survey – allo studio dell’economia antica: i casi di Kaulonía e Locroi”, a cura dei Servizi Educativi. L’intervento riguarda l’importanza del survey non solo per ricostruire il popolamento antico nel corso dei secoli, ma anche per definire meglio lo sfruttamento economico delle campagne e delle risorse del territorio che erano fondamentalmente basate su agricoltura e allevamento. In particolare, verranno analizzati i casi dei territori di Kaulonia e Locri, nella Calabria ionica, che sono stati oggetto di recenti attività di survey sistematico e intensivo.

Al museo Archeologico nazionale di Capo Colonna (Crotone), sabato 21 settembre 2019, alle 10.30, sarà presentato un nuovo importante reperto. Si tratta di una testa di cavallo in marmo, appartenente alla decorazione del tempio di età classica entro il santuario greco sul promontorio.

Locandina delle Gep 2019 al museo del Territorio a Locri (Rc)

Al museo del Territorio di Locri (Rc) in programma “Ti ritraggo con un reperto”: perfomance di giovani studenti dei licei artistici di Locri e di Siderno, i quali ritrarranno i visitatori insieme a un reperto archeologico del museo da loro scelto. L’iniziativa è volta a coniugare mondo archeologico e mondo artistico.

Locandina degli eventi al museo e parco archeologico di Scolacium per le Gep 2019

Al museo e parco Archeologico nazionale di Scolacium – Roccelletta di Borgia (Catanzaro) c’è “Ritorno al Passato”: visita guidata teatralizzata che permetterà di viaggiare attraverso i secoli e incontrare gli abitanti più illustri di Scolacium.

Locandina delle Giornate europee del Patrimono al museo Archeologico Lametino

Il museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme (Cz) prende parte alle GEP – Giornate Europee del Patrimonio 2019 con l’apertura straordinaria (pomeridiana e serale) del 21 settembre 2019 e con le iniziative “Appuntamento con la Storia” e “Selfie d’arte”. Interpretando lo slogan “Arts and entertainment” individuato in sede europea per gli European Heritage Days, che rappresenta un’occasione per riflettere sul benessere che deriva dall’esperienza culturale e sui benefici che la fruizione del patrimonio culturale può determinare in termini di divertimento, condivisione, sperimentazione ed evasione, l’iniziativa “Appuntamento con la Storia” prevede delle visite speciali (alle 18; 19.30; 21; 22.30) con guide d’eccezione. Saranno direttamente i protagonisti del passato ad accompagnare i visitatori tra le sale del museo alla scoperta della loro storia: un uomo del Neolitico li sorprenderà nella Sezione Preistorica; la graziosa ninfa Terina li accoglierà nella Sezione Classica, mostrando i reperti che provengono dalla colonia greca fondata nella piana lametina, che da lei prese il nome; dame del periodo federiciano, nei loro suntuosi abiti di corte, concluderanno la visita nella Sezione Medievale, rivelando i fasti di un’epoca ormai lontana. Alla fine di ogni visita, i visitatori potranno divertirsi a scattare “Selfie d’arte”, a ricordo della serata. Nei locali del museo sarà allestito uno spazio attrezzato con una cornice photo booth e un kit di travestimenti, che gli permetterà di mettersi direttamente nei panni dei personaggi storici che hanno incontrato durante il loro viaggio nel tempo. Gli scatti potranno essere condivisi sulle pagine Facebook ufficiali del museo Archeologico lametino e del Polo museale della Calabria con gli hashtag #SelfiedArte e #AppuntamentoconlaStoria.

Locandina del programma per le Gep 2019 al parco archeologico Archeoderi di Bova Marina

Al parco Archeologico Archeoderi di Bova Marina (Rc) si terrà un convegno dal titolo “Viaggio nella Calabria greco-bizantina ed influenza dei monaci”. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’associazione Bova Life.

Ferragosto 2019 in Calabria. Aperti i musei e i parchi archeologici del Polo museale. Un’occasione per ammirare l’inestimabile patrimonio della regione

Giovedì 15 agosto 2019, in occasione della festività dell’Assunta (Ferragosto), i musei e i parchi archeologici ricadenti nel Polo museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello, rimarranno aperti al pubblico secondo i consueti orari. Sarà, pertanto, occasione propizia per ammirare i tanti Beni culturali patrimonio inestimabile della Calabria.

La sede del museo Archeologico nazionale di Vibo Valentia “Vito Capialbi”

Museo Archeologico nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia – (Vibo Valentia): dal 1995 il museo ha sede nel Castello Normanno-Svevo della città che, nella sua struttura originaria e più antica, risale all’epoca di Federico II. I materiali esposti provengono dagli scavi effettuati nella città e nel suo territorio a partire dalle prime ricerche effettuate da Paolo Orsi nel 1921. Accanto ai reperti rinvenuti nelle indagini archeologiche, sono presenti quelli provenienti dalle prestigiose raccolte Capialbi, Cordopatri e Albanese. Le collezioni del Museo illustrano la storia e l’archeologia del territorio, dalla preistoria (primo piano) all’età greca (piano terra e primo piano) e a quella romana e medioevale (piano terra). Orario: 9-20. Mail: pm-cal.capialbi@beniculturali.it

Il museo Archeologico nazionale di Crotone

Museo Archeologico nazionale di Crotone (Crotone): aperto al pubblico nel 1968, è tra i più importanti della Calabria. Nel suo più recente allestimento, inaugurato nel 2000, il Museo propone un percorso espositivo articolato su due piani. Al piano terreno il visitatore è guidato, secondo un criterio cronologico, alla scoperta delle principali tappe storiche dell’antica città greca di Kroton, attraverso la storia dei suoi atleti, medici e filosofi, fino alla tarda antichità. Vi è poi un approfondimento sull’archeologia urbana e una sezione dedicata ai corredi della necropoli in località Carrara. Il secondo piano offre una panoramica sugli insediamenti del territorio, Krimissa, Petelia, Makalla, e prosegue con una sezione dedicata ai principali santuari della città. Particolare riguardo gode il santuario della dea Hera Lacinia presso Capo Colonna con il suo tesoro: spiccano per bellezza il diadema aureo e un’affascinante quanto misteriosa barchetta nuragica realizzata in bronzo. Orario: 9-20. mail: pm-cal.crotone@beniculturali.it

Il museo nazionale Archeologico della Sibaritide

Museo e parco Archeologico nazionale di Sibari – Cassano all’Ionio (Cosenza): il museo della Sibaritide accoglie ed espone i documenti archeologici della Sibaritide, il territorio che dall’antichità gravitava attorno alla città di Sibari. Dalla protostoria alla civiltà romana, fino alla tarda antichità e al Medioevo la ricerca ha restituito importanti testimonianze di questa area. Emblema della città di Sibari è il toro; figura scelta nella monetazione antica il toro stante, con la testa volta all’indietro, identifica ancora oggi il museo. Il “toro cozzante” è senza dubbio il reperto più suggestivo. Orario: 9-19.30. Il parco archeologico di Sibari è ubicato sulla costa Ionica della Calabria a breve distanza dalla foce del Fiume Crati. Questa parte del territorio calabro, nota topograficamente come Sibaritide vide il sorgere, lo sviluppo e l’espansione e poi il declino della grande polis di Sibari; qui furono impiantati, in epoche successive alla distruzione della città greca, sovrapponendosi in parte alle sue rovine, prima il centro ellenistico di Thurii e poi quello romano di Copia. Questa eccezionale stratificazione fa di Sibari uno dei siti più estesi ed importanti del Mediterraneo di età arcaica e classica. Orario: 9-19.30. Mail: pm-cal.sibaritide@beniculturali.it

Dettaglio del grande mosaico dei draghi e dei delfini del complesso termale al parco archeologico dell’Antica Kaulon

Museo Archeologico e parco archeologico dell’Antica Kaulon – Monasterace (Reggio Calabria): il parco archeologico di Monasterace Marina, presso il promontorio di Punta Stilo, insiste sul sito del centro coloniale di Kaulon, fondato dagli achei crotoniati. Le ricerche del secolo scorso hanno reso possibile la conoscenza delle prime fasi di vita della colonia (seconda metà VII secolo a. C.) e l’organizzazione urbanistica, definita da un impianto regolare con strade ortogonali e isolati stretti e lunghi, tutti di uguale dimensione, di età ellenistica. Tra le abitazioni si distingue la cosiddetta “Casa del Drago” dall’immagine raffigurata sul mosaico pavimentale, oggi esposto nel museo, originariamente posto sulla soglia di una stanza per banchetto. Monumentali i resti del tempio dorico periptero (470-460 a.C.) in blocchi di arenaria, scoperto agli inizi del secolo scorso e parte di un’ampia area santuariale frequentata dagli inizi del VII secolo a.C. e successivamente adibita ad area produttiva per attività metallurgiche. Di grande interesse, nel settore centrale del parco, l’edificio con funzione originariamente abitativa, trasformato nel IV secolo a.C. in complesso termale, cui è riconducibile il mosaico pavimentale policromo con draghi e delfini. Nella seconda metà del III sec. a.C. la costruzione fu adibita a luogo di culto, forse a carattere pubblico. Il museo, situato a monte della SS 106, alle spalle del parco, racconta la città secondo un percorso che illustra l’abitato, le aree sacre e le necropoli. Tra i manufatti, si segnalano gli splendidi elementi di armature, ex voto provenienti dal tempio dorico. Un reperto di grande valenza scientifica è la tabula bronzea iscritta, “Tabula Cauloniensis”, con dedica a Zeus in alfabeto acheo (470-460 a.C.). Orario: 9-20. Mail: pm-cal.kaulon@beniculturali.it

Il museo Archeologico nazionale di Capo Colonna

Museo e parco Archeologico nazionale di Capo Colonna (Crotone): il parco, a 10 Km da Crotone, si estende per circa 50 ettari, occupando la punta più orientale del promontorio di Capo Colonna, noto nell’antichità come “Lakinion akron”. Comprende l’area archeologica, circoscritta dalle mura di età romana, una zona boschiva e a macchia mediterranea, simbolo del bosco sacro a Hera, e l’area del Museo. Nell’area archeologica sono i resti dell’Heraion Lakinion, santuario extraurbano della colonia greca di Crotone, ancora attivo in età romana. Luogo di culto molto venerato, noto anche per essere stato frequentato da Pitagora, il santuario rappresentava un riferimento essenziale per la navigazione e un rifugio sicuro, di cui la dea si faceva garante. Hera proteggeva anche la natura e in particolare i bovini, che pascolavano liberamente all’interno del bosco a lei sacro. A Capo Colonna è legata anche la figura di Annibale, che da qui ripartì per fare ritorno a Cartagine. Il più importante edificio del santuario è il grande tempio dorico di Hera Lacinia (tempio A), presso il ciglio della falesia. Orario: 9-19.30. Il museo Archeologico, inaugurato nel 2006, propone un percorso espositivo in tre sezioni, all’interno di ampie sale open space. La prima sezione è dedicata all’abitato romano e propone una selezione delle principali classi ceramiche e alcuni oggetti di uso comune. La seconda sezione accoglie i rinvenimenti effettuati nell’area del santuario e la ricostruzione di uno spaccato della copertura marmorea del tetto del tempio A. Nella terza sezione sono esposti reperti provenienti dai fondali della costa crotonese; di particolare interesse il carico di marmi di età romana del relitto di Punta Scifo. Orario: 9-13 e 15-20. Mail: pm-cal.capocolonna@beniculturali.it

Il teatro greco nel parco archeologico nazionale di Locri (Rc)

Musei e parco Archeologico nazionale di Locri – Locri (Reggio Calabria): il parco archeologico di Locri, tra i più estesi della Calabria, è situato lungo la SS 106 “Jonica” a circa 5 km dall’odierna città di Locri, nel sito della colonia magno-greca di Lokroi Epizephyroi. Nell’area del Parco sono presenti due realtà espositive: il museo Archeologico nazionale, dedicato alla narrazione della vita di Locri nel periodo greco, e il Complesso museale Casino Macrì, che conserva le testimonianze riconducibili all’età romana e tardo-antica. L’età protostorica della Locride è documentata nel “Museo del territorio” di Palazzo Teotino Nieddu del Rio, nel centro di Locri, inaugurato nel 2018. Orario: 9-un’ora prima del tramonto. Mail: pm-cal.locri@beniculturali.it

Il teatro romano di Scolacium all’interno del parco archeologico

Museo e parco Archeologico nazionale di Scolacium – Roccelletta di Borgia (Catanzaro): il parco racconta la storia di Skylletion, città della Magna Grecia, che divenne una prospera colonia romana, Scolacium. I ritrovamenti nell’area del Parco testimoniano una frequentazione fin dal paleolitico inferiore e superiore. Poco noto è l’insediamento greco. La colonia romana di Scolacium, con i suoi imponenti resti, è la protagonista del percorso di visita e rappresenta un unicum nel panorama archeologico calabrese. Dedotta nel 123-122 a.C., fu interessata da interventi di sistemazione della parte urbana e dell’intero territorio attraverso la divisione delle parcelle coltivabili (centuriazione).Essa prosperò fino alla rifondazione da parte dell’imperatore Nerva, quando assunse il nome di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium e venne ulteriormente monumentalizzata. Oggi è possibile visitare il Foro, con la sua singolare pavimentazione in laterizio che non ha eguali in tutto il mondo romano e i resti di alcuni edifici, tra cui la Curia, il Cesareum e il Capitolium. Poco distante dalla piazza è il teatro da 3.500 posti, adagiato, alla maniera greca, su una collina naturale e i resti dell’unico anfiteatro romano in Calabria. All’interno del parco c’è il museo dove sono esposti i risultati delle campagne di scavo con un allestimento che ripercorre la storia della città attraverso reperti che documentano la vita antica sotto ogni aspetto. Il museo conserva un importante ciclo statuario e di ritrattistica romana. Si segnala, infine, uno straordinario manufatto: l’avambraccio colossale in bronzo. Orario: 9-20. Mail: pm-cal.scolacium@beniculturali.it