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Mantova. Al Campus del Politecnico di Milano, in presenza e on line, conferenza “Beauty as a Fundamental Human Right; for a Nation System for Beauty / La bellezza come diritto umano fondamentale; per un Sistema Nazione per la Bellezza”

mantova_campus-politecnico_conference-Beauty as a Fundamental Human Right_locandinaIl Politecnico di Milano organizza la conferenza “Beauty as a Fundamental Human Right; for a Nation System for Beauty / La bellezza come diritto umano fondamentale; per un Sistema Nazione per la Bellezza”. Appuntamento in presenza al Campus di Mantova mercoledì 29 novembre 2023 in piazza Carlo d’Arco 3 a Mantova. La partecipazione a distanza è possibile tramite la piattaforma “Webex”, accedendo a questo collegamento. Diversi studi hanno dimostrato come l’esposizione alla bellezza metta in moto il mondo interiore, muovendo le emozioni e contribuendo alla cura e all’evoluzione psico-spirituale di una persona. Anche le rovine hanno una bellezza, la bellezza di un ricco passato storico. Come possono gli archeologi inquadrare questo valore in modo che gli “eredi” possano veramente ereditarlo? La nostra Costituzione ha sancito, tra i suoi principi fondamentali, all’articolo 9, la promozione dello sviluppo culturale, della ricerca scientifica e tecnologica, e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione, ponendo tali beni a fondamento dell’identità nazionale. I diritti non costituiscono un catalogo chiuso e statico, ma vengono rimodellati quotidianamente in risposta ai bisogni, alle opportunità e alle sfide affrontate dai rapidi cambiamenti (tecnologici, economici, sociali, culturali, demografici, ecc.) che mettono continuamente a dura prova le nostre vite. In una società focalizzata sul soddisfacimento dei bisogni evolutivi, la ricerca della bellezza può pretendere di diventare un diritto, fungendo da strumento per migliorare il benessere pubblico. In questa prospettiva, il diritto all’esperienza estetica diventa un’opportunità quotidiana di realizzazione personale, inclusione, coesione sociale, conforto e speranza. Il seminario affronta il tema del diritto alla bellezza nell’ottica di istituire un sistema di tutela di nuovi diritti e di creare un sistema nazionale per la bellezza.

PROGRAMMA. Alle 9, benvenuto e introduzione ai lavori: prof. Carlo Peraboni, coordinatore del corso di laurea in Progettazione e Storia dell’Architettura, nell’ambito del programma scientifico della Cattedra UNESCO Mantova, Politecnico di Milano – Campus di Mantova; 9.15, introduzione “Bellezza e benessere. Sulla configurazione di nuovi diritti”: prof. Danila Iacovelli, ricercatore in Diritto amministrativo, Politecnico di Milano, professore in Diritto dei Beni culturali al Corso di Progettazione e Storia dell’Architettura, nell’ambito del programma scientifico della Cattedra UNESCO Mantova, Politecnico di Milano – Campus di Mantova; 9.30, “La pragmatica della bellezza, la poetica della prosperità”: prof. Guilermo Aranda-Mena, scuola di Gestione di proprietà, costruzioni e progetti RMIT University, Melburne City Campus, visiting professor Politecnico di Milano, Campus di Mantova; 9.45,”Incorniciare la bellezza del patrimonio”: prof. Giorgio Buccellati, direttore Mesopotamian Lab, Cotsen Institute of Archaeology, UCLA, professor emeritus, Department of Near Eastern Languages and Cultures, and Department of History, UCLA; direttore IIMAS – The International Institute for Mesopotamian Area Studies; 10.15, “Un senso di meraviglia”: dr. Yasmine Mahmoud, IIMAS Associate Director for the Urkesh Extended Project; 10.30, “Il giovane futuro”: dr. Hiba Qassar – IIMAS Associate Director for Educational Programs; 10.45, “Orgoglio tra le rovine”: dr. Samer Abdel-Ghafour – Adjunct Professor, The American University of Rome; IIMAS Associate Director for Communications; 11, “Coordinamento della sessione di domande e risposte”: dott. Marco Fontana – PhD candidate Università di Pisa and Teaching assistant Politecnico di Milano; 11.30, pausa caffè; 12, “La ricerca del bello sotto il genere del senso”: prof. Pasquale Giuseppe Macrì – Expert in aesthetics and contemporary art; 12.30, “Daniel Buren: l’arte di creare paesaggio nel paesaggio”: dott. Giuseppe Simone Modeo – Art manager; 13, conclusioni “Per un sistema nazionale sulla bellezza”: prof. Maria Agostina Cabiddu – Full prof. School AUIC of Architecture Planning and Build Engineering, Politecnico di Milano.

Verona. Nel cortile del museo di Castelvecchio al via nuovo progetto di scavo per portare alla luce la chiesa di San Martino in Aquaro, individuata 60 anni fa dai lavori dell’architetto Carlo Scarpa. Durerà tre anni e sarà un cantiere aperto al pubblico

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L’area dello scavo della chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto comune verona)

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Il complesso di Castelvecchio a Verona: il ponte, il castello con il museo e il cortile (foto muv-vr)

Alla ricerca della chiesa di San Martino in Aquaro. Dopo quasi sessant’anni si torna a scavare nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona, con un cantiere aperto visibile al pubblico, che mostrerà le scoperte che saranno via via effettuate in un’area di forte interesse storico/culturale. Il progetto, della durata di tre anni, iniziato lunedì 25 settembre 2023 con i primi scavi, promosso dal museo di Castelvecchio, oltre al dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona, vede la collaborazione della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza e del polo territoriale di Mantova del politecnico di Milano. Per lo scavo è previsto un primo investimento di circa 120mila euro. Il “magico” giardino dell’architetto Carlo Scarpa diventa scenario di un nuovo importante progetto di intervento. Un cantiere speciale, che diventerà l’occasione per tornare a indagare, con metodologie più moderne, un’area già rinvenuta dallo stesso Scarpa negli anni ’60 durante la grande campagna di riqualificazione che portò alla genesi del cortile. Si avrà modo di verificare tramite analisi non invasive la presenza e l’estensione dei resti archeologici, per poi procedere alla successiva attività di scavo, condotta con il coinvolgimento di studenti, dottorandi e docenti dell’università di Verona, sotto la direzione scientifica del professor Fabio Saggioro.

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Lo scavo archeologico nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona sarà aperto al pubblico (foto comune-vr)

In occasione dello scavo, aperto al pubblico da martedì 26 settembre 2023, il comune di Verona offrirà delle visite guidate gratuite alle scuole di ogni ordine e grado. Durata: 1 ora. Biglietti: il costo della visita non è comprensivo di biglietto di ingresso al Museo, che sarà da corrispondere all’arrivo (1 euro a bambino di età superiore ai 7 anni, gratuito per due insegnanti per classe e per i ragazzi con disabilità e i loro accompagnatori). Gruppi: non superiori a 25 persone ciascuno. Prenotazione obbligatoria. Anche i cittadini e i turisti avranno la possibilità di scoprire gli scavi, nei giovedì 28 settembre e 12 ottobre 2023, alle 16.30, con il percorso di visita “La chiesa ritrovata, testimone della vita di una contrada scomparsa” e i giovedì 5 e 19 ottobre 2023, alle 16.30, con “Parola all’archeologia: strati e reperti ci raccontano il passato”. Durata: 1 ora. Biglietti: la visita gratuita è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo di Castelvecchio. Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente la data scelta per la visita. Info e prenotazioni: segreteriadidattica@comune.verona.it

verona_castelvecchio_scavi-archeologici-nel-cortile_locandina“L’ateneo è stato incaricato di eseguire uno scavo specifico su parte del giardino in cui non era mai stato fatto prima, nonostante la presenza di questa chiesa sia ben nota da anni”, spiega Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, incaricato di portare i saluti del Rettore dell’ateneo, Pier Francesco Nocini. E Saggioro, docente di Archeologia medievale nel dipartimento di Culture e civiltà e direttore scientifico degli scavi: “Crediamo che lo scavo archeologico, al di là del valore culturale che ha, sia anche uno spazio sociale per includere le persone per dare prospettive e opportunità. Vogliamo aprire questo scavo alla città, facendo capire come lavora l’archeologia, includendo in questi processi anche chi ha delle disabilità”.

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Museo di Castelvecchio: presentazione dello scavo archeologico di San Martino in Aquaro, da sinistra, Filippo Bricolo, Fabio Saggioro, Arnaldo Soldani, Francesca Rossi, Luca Fabbri, e più a destra Brunella Bruno, Marta Ugolini (foto comune-vr)

Il progetto è stato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore comunale alla Cultura, Marta Ugolini; dal direttore del dipartimento di Culture e civiltà, Arnaldo Soldani; e dai curatori del progetto Fabio Saggioro, docente in ateneo, e Luca Fabbri, curatore delle collezioni di Arte medievale e moderna nei Musei Civici di Verona. Presenti la direttrice dei Musei Civici di Verona, Francesca Rossi; per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza, Brunella Bruno; il docente al dipartimento di Architettura ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, Filippo Bricolo. “Un progetto importante di scavo e di ricerca archeologica per tutte le parti coinvolte”, sottolinea l’assessore alla Cultura, Marta Ugolini. “Un cantiere aperto che si mette in dialogo con la città, con proposte di visita diversificate, in particolare per le scuole, per garantire la straordinaria opportunità di vedere dal vivo le diverse fasi di uno scavo e le modalità di indagine portate avanti in questa tipologia di studi sul campo”. “C’è molto da scoprire con questo progetto di scavo”, evidenzia la direttrice Francesca Rossi, “in cui partecipano attivamente tutti i soggetti coinvolti, nell’ottica di restituire alla città un luogo fondativo, strategico per capire meglio il contesto e l’importanza che questi spazi avevano anche prima della costruzione del Castello. Un’occasione quindi che interesserà anche il contesto urbano per capire meglio Verona e questa trasformazione di urbanizzazione progressiva. Iniziative come questa mostrano che il Museo è anche fuori dal Museo, occupandosi di ricerca e continuando a produrre scoperte utili ad ampliare la nostra conoscenza”. “È una grande soddisfazione per la Soprintendenza questo coinvolgimento”, dichiara Brunella Bruno. “Per la prima volta dopo tanti anni di attività ho avuto la possibilità di assistere a uno scavo in concessione a Verona, un’opportunità mai data prima che siamo lieti di poter condividere con il Comune e l’università di Verona”.

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Gli scavi della chiesa di San Martino in Aquaro a Castelvecchio di Verona negli anni Sessanta del Novecento (foto archivio castelvecchio vr)

Chiesa di San Martino in Aquaro. L’edificio religioso, attestato già tra l’VIII e il IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento. Un obiettivo della ricerca sarà anche quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, altomedievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino.

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Planimetria di Castelvecchio a Verona con tratteggiata la chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo (foto archivio carlo scarpa – castelvecchio)

Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ. Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.