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Appia Antica (Roma). Al Casale di Santa Maria Nova, nel parco archeologico, la mostra “Agorà. Scienza e matematica dal mediterraneo antico” età alla scoperta delle origini della cultura scientifica occidentale, attraverso 18 postazioni interattive

Hai mai pensato di viaggiare nel tempo e nello spazio e di incontrare i più grandi scienziati e le più grandi scienziate dell’antichità come Archimede, Ipazia, Aristotele o Pitagora? Allora non perdere la mostra “Agorà. Scienza e matematica dal mediterraneo antico”, visitabile dal 10 maggio 2025 all’11 gennaio 2026 al Casale di Santa Maria Nova, nel parco archeologico dell’Appia Antica a Roma in via Appia Antica 251. Un percorso interattivo capace di trascinare il pubblico di tutte le età alla scoperta delle origini della cultura scientifica occidentale, attraverso 18 postazioni interattive. La mostra è organizzata dal CNR – Unità Relazioni con il Pubblico e Comunicazione Integrata in collaborazione con il parco archeologico dell’Appia Antica.

Allestimento della mostra “Agorà. Scienza e matematica dal mediterraneo antico” (foto parco archeologico appia antica)

Nella Grecia antica l’agorà era la piazza principale della città, la sede dell’assemblea dei cittadini riuniti per discutere i problemi della comunità, ma anche il luogo del mercato e il centro economico e politico, dove sorgevano edifici pubblici, uffici e teatri. Nell’agorà i grandi filosofi del passato esponevano e discutevano le loro idee, gettando le basi per la nascita del pensiero filosofico e scientifico occidentale. Partendo da questo concetto, la mostra ripercorre alcune pagine della storia della scienza in un viaggio ideale attraverso Grecia, Libia, Egitto, Turchia, Italia, sfiorando porti e città del Mediterraneo, vera e propria culla del pensiero occidentale e della nostra cultura scientifica. Ogni tappa mostra una piccola o grande conquista del pensiero umano, o una brillante soluzione, concepita da qualche illustre pensatore del passato per rispondere a un problema di ordine pratico del tempo.

Allestimento della mostra “Agorà. Scienza e matematica dal mediterraneo antico” (foto parco archeologico appia antica)

Attraverso 18 postazioni interattive si sperimentano teorie e principi di matematica, studi di astronomia, teoremi di geometria, invenzioni di ingegneria civile e bellica, e si incontrano alcune delle più importanti figure che hanno scritto la storia della scienza e della filosofia occidentale. La prima area della mostra è dedicata ad ‘Archimede: il genio della Magna Grecia’, uno dei più importanti matematici dell’antichità, entrato nel nostro immaginario come l’esempio dello scienziato-inventore per eccellenza. Si prosegue poi nella seconda area, ‘Il Mediterraneo oltre Archimede’, con postazioni interattive legate alle scoperte di altri personaggi straordinari come Pitagora, Euclide, Platone, Aristotele, Eratostene, Apollonio di Perga, Erone e lpazia.

Crotone. Al museo Archeologico nazionale visita tematica/storytelling “Pitagora al Museo”, viaggio tra filosofia, matematica e mito, sulle tracce del pensiero rivoluzionario di Pitagora

Sabato 19 aprile 2025, alle 16.30, il museo Archeologico nazionale di Crotone apre le sue porte per un appuntamento speciale: la visita tematica/storytelling “Pitagora al Museo”, viaggio tra filosofia, matematica e mito, sulle tracce del pensiero rivoluzionario di Pitagora. Al centro della narrazione la figura di Pitagora, all’interno del contesto della polis di Kroton, attraverso la visita e l’osservazione delle collezioni esposte. La visita guidata, a cura del Consorzio Jobel in collaborazione con il Circolo Filosofico Pitagorico, è un’occasione per riscoprire il volto antico di Kroton, città in cui il sapere ha cambiato il mondo. Un percorso narrativo e coinvolgente che intreccia storia, archeologia e riflessione, in uno dei luoghi simbolo dell’eredità culturale calabrese. “Perché partecipare?”, si chiedono gli organizzatori. “Perché Pitagora non è solo un teorema, ma una visione rivoluzionaria che ha lasciato un segno indelebile nella storia della conoscenza… e tutto è cominciato qui”. Prenotazioni e info: 096227697, info@jobel.org

Dall’Uomo di Neanderthal a Guido d’Arezzo: a Roma per i “Venerdì del Muciv” incontro sull’origine della musica “La prima scienza delle note, tra gli Etruschi, Pitagora e i Celti”

Il flauto paleolitico scoperto a Divje Babe in Slovenia

Come nasce la musica? È davvero una scoperta casuale che si origina da percussioni e strumenti idiofoni o fin dai primordi esperisce dei tentativi di misurazione delle distanze tonali? È possibile che un flauto in osso realizzato dall’Uomo di Neanderthal in Slovenia ricostruisse già empiricamente nelle scelte delle distanze tra i fori un tentativo pur molto approssimativo di apprezzare degli intervalli tonali fissi per modulare una qualche melodia, derivata inizialmente dall’imitazione degli effetti canori? E quando nascono gli accordi e la ricerca armonica? Domande cui tenterà di dare una risposta Filippo Maria Gambari, direttore del museo delle Civiltà a Roma, venerdì 21 giugno 2019, nell’incontro “La prima scienza delle note, tra gli Etruschi, Pitagora e i Celti”, alle 16.30, nella sala delle conferenze del museo delle Civiltà, nell’ambito del ciclo “I Venerdì del MuCiv”.

Le tombe dipinte di Tarquinia testimoniano l’importanza della musica per gli etruschi

Partendo da questi interrogativi si potrà arrivare ad approfondire l’utilizzo delle prime arpe preistoriche diffuse fin dall’età del Rame nel Mediterraneo per analizzare il rapporto matematico tra la lunghezza delle corde e la misura degli intervalli tonali, alla definizione pitagorica del tono come unità di misura corrispondente alla distanza tra l’intervallo di quarta e l’intervallo di quinta (cioè tra fa e sol, se si parte dal do), sulla base di calcoli geometrici e matematici. Si potrà continuare verificando la diffusione dalle corti dei principi dell’Etruria Padana presso le popolazioni celtiche cisalpine e transalpine dell’arpa “celtica”. Insomma si cercherà di indagare un mondo insospettato ma molto precoce, che precede lungamente l’invenzione della notazione musicale sul tetragramma da parte di Guido d’Arezzo a Pomposa intorno all’anno 1000. Si potrà seguire così la nascita ed il primo sviluppo primordiale della musica lungo due binari paralleli, quello dell’armonia costruita su proporzioni e rapporti matematici e quello della costruzione istintiva ed artistica del “rapimento” musicale, ben accostati da Dante nel canto XIV del Paradiso: E come giga e arpa, in tempra tesa / di molte corde, fa dolce tintinno / a tal da cui la nota non è intesa, / così da’ lumi che lì m’apparinno / s’accogliea per la croce una melode /che mi rapiva, sanza intender l’inno.