Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei l’incontro “Statue, muscoli e identità: uno sguardo innovativo sull’iconografia antica” con Riccardo Partinico promosso dall’Archeoclub Napoli “Parthenope”
Venerdì 18 luglio 2025, alle 18, nella sala convegni del museo Archeologico nazionale dei Campi Flegrei, nel Castello di Baia a Bacoli (Na), l’incontro “Statue, muscoli e identità: uno sguardo innovativo sull’iconografia antica” con Riccardo Partinico, promosso dall’Archeoclub Napoli “Parthenope”. Dopo i saluti di Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, e l’introduzione di Antonio Arcudi, ricercatore, archeologo e presidente di Archeoclub d’Italia sede di Napoli Parthenope, lo studioso Riccardo Partinico relazionerà sui suoi ventennali studi che hanno aperto nuove prospettive di ricerche sulle statue dell’antichità, grazie alla sua esperienza nelle discipline delle scienze motorie e allo studio meticoloso dei muscoli. Le conclusioni sono affidate all’archeologo Mario Grimaldi, docente universitario di Analisi e tecniche dei monumenti antichi, ricercatore Field Director. Ingresso libero. Info e prenotazioni al 3927378474.
Baia (Na). Al Castello Aragonese entra nel vivo “ANTRO” il festival del parco archeologico dei Campi Flegrei che propone appuntamenti con l’arte, la musica, la danza, coinvolgendo anche Cuma e l’anfiteatro di Pozzuoli, sul tema “Ausus se credere caelo” (Osando affidarsi al cielo). Il direttore Pagano: “Un invito a superare barriere, confini, limiti”. Ecco il programma
Con lo spettacolo “Selene e il mito di Cassiopea”, domenica 6 luglio 2025, alle 21, al Castello di Baia, entra nel vivo “ANTRO 2025”, il festival del parco archeologico dei Campi Flegrei che, dal 5 al 20 luglio 2025, mette in cartellone appuntamenti con l’arte, la musica, la danza e la conoscenza in tre luoghi: il cuore resta il Castello Aragonese di Baia ma la rassegna propone eventi anche al Parco archeologico di Cuma e all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli. “Selene e il mito di Cassiopea”, a cura di Casa Shakespeare, regia e drammaturgia di Livia Bertè, coreografie e movimenti scenici di Luisa Leone, è uno spettacolo tra teatro, musica e danza che ci porta nell’antica Grecia, alla scoperta di Selene, dea della Luna, nata dai titani Iperione e Teia. Sorella di Elio (il Sole) ed Eos (l’Aurora), Selene è una figura eterea e ancestrale, che ha dato vita ai culti lunari di Artemide, Diana ed Ecate. Attraverso una narrazione teatralizzata, seguiremo il mito della sua bellezza folgorante, capace di far innamorare dei ed esseri umani. Dalle sue lacrime nascerà il firmamento, e la costellazione più luminosa: Cassiopea. Un racconto mitico che esplora le origini del tempo ciclico, scandito dalle fasi lunari, e dell’amore tra Selene e suo fratello Apollo. Una performance evocativa e suggestiva, nella cornice notturna del Castello di Baia.
Il titolo scelto quest’anno per ANTRO è “Ausus se credere caelo” – Osando affidarsi al cielo. Finanziato dal parco archeologico dei Campi Flegrei, il festival Antro 2025 si è aperto sabato 5 luglio, alle 21, al Castello Aragonese di Baia con la conferenza “Di voli, cavalcate e altre utopie flegree” a cura del direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei Fabio Pagano che, partendo dal tema di questa edizione “Ausus se credere caelo” (“Osando affidarsi al cielo”) – un passo tratto da libro VI dell’Eneide di Virgilio (VI, 15) –, ha offerto una lettura inedita del mito di Dedalo.
“Partendo da una visione e dalla volontà di mostrare la nostra idea di festival come una realtà che va ben oltre un calendario di eventi, Antro è diventato ora un appuntamento atteso e importante per il nostro territorio”, racconta il direttore Fabio Pagano. “Molte cose sono cambiate negli ultimi anni per il parco archeologico dei Campi Flegrei e per l’intero territorio flegreo. Molte cose sono successe. Rimane immutata, però, la nostra idea di cosa sia un festival e soprattutto di cosa debba essere qui, nell’amata terra flegrea. L’obiettivo è invitare il pubblico a confrontarsi con una delle più vigorose manifestazioni di memoria materiale e immateriale, che diventa patrimonio quando entra in contatto con le comunità locali. Ci piace pensare che il nostro festival Antro sia una cornice dentro la quale entrare insieme; un esercizio collettivo nel quale chiediamo ai nostri ospiti di seguirci nell’interpretazione dei nostri luoghi facendoci guidare nel percorso dall’arte. Per questo abbiamo scelto il nome Antro. La cornice più forte che avevamo a disposizione: il nostro Antro della Sibilla di Cuma. Uno spazio dove si entra percorrendo un vuoto che taglia la materia, ma che si trasfigura in un paesaggio diverso quando smettiamo di guardarlo con gli occhi e lo viviamo con la mente e con il cuore. Nel tema “Ausus se credere caelo” (Osando affidarsi al cielo), nella breve sequenza di queste parole, armoniche nella sintassi del latino virgiliano, abbiamo trovato lo stimolo per una riflessione sul sogno, sull’utopia, sulla speranza. L’invito a superare barriere, confini, limiti. L’impulso a mettere in discussione le regole, anche quelle imposte della natura che sembrano inviolabili. La spinta a guardare le cose da prospettive diverse e scoprire, come ci ricorda il nostro fico di Baia cresciuto a testa in giù, che si può costruire un futuro diverso”.
Da mercoledì 9 luglio a venerdì 11 luglio 2025, al Castello Aragonese di Baia, sono in programma due conferenze e uno spettacolo. Mercoledì 9 luglio (ore 21), l’archeologa CNRS del Centre Jean Bérard di Napoli Marcella Leone terrà la conferenza “Uccellacci e uccellini nella necropoli di Cuma”. Giovedì 10 luglio (ore 21), l’ingegnere Daniele Spizzichino terrà la conferenza “Utopie in orbita: volo tecnologico sul patrimonio dell’umanità”. Venerdì 11 luglio (ore 21), in scena “Iside e la Luna” con Carmela Ioime (danza con il fuoco), Adriana D’Agostino, Anna Bocchino, Maria Gerarda Cavezza (voce e tammorra). Regia e drammaturgia Francesca Esposito.
Sabato 12 luglio 2025, alle 21, c’è un evento in programma anche al Parco archeologico di Cuma, dove verrà proiettato il film animato “Le avventure del Principe Achmed”, sonorizzato dal vivo dall’Ensemble Dissonanzen con musiche originali di Marco Sannini (tromba, loops), protagonista dell’evento insieme a Luca Signorini (violoncello), Ciro Longobardi (tastiere, live electronics) e Carlo Lomanto (voce, live electronics).

Lo spettacolo “Odisseo Superstar – L’eroe di cui Nessuno ha bisogno” con Andrea Di Falco, Gabriele Manfredi, Andrea Pacelli, Gabriele Rametta e Pierantonio Savo Valente (foto pafleg)
Da domenica 13 a venerdì 18 luglio 2025, al Castello Aragonese di Baia, in programma uno spettacolo teatrale, un festival del cortometraggio e la presentazione di un libro. Domenica 13 luglio, alle 21, il Collettivo VAN propone lo spettacolo “Odisseo Superstar – L’eroe di cui Nessuno ha bisogno” con Andrea Di Falco, Gabriele Manfredi, Andrea Pacelli, Gabriele Rametta e Pierantonio Savo Valente. Il Collettivo VAN cura la regia e firma la drammaturgia con Aureliano Delisi. Scenografia Carlo Gilè. Consulenza ai costumi Fabiana Amato. Luci Antonio Curcio. Martedì 15 luglio, alle 20, il Castello ospiterà un evento del Festival “Corto Flegreo”, curato nella direzione artistica da Mariagrazia Siciliano, che proporrà un concerto a cura del Conservatorio San Pietro a Majella e le esibizioni di Adea, Danse et Ballet e Arancia Blu. Guest della serata: Devil A e Alien Artisti NOX. Presentano Gigi & Ross. Mercoledì 16 luglio, alle 18, in programma la presentazione del libro “Mare paesaggio” (Libria editore) di Daniela Colafranceschi. Giovedì 17 luglio (ore 21), in programma la presentazione del libro “Campi Flegrei. Tessere per un mosaico” (edizioni Artem) di Franco Bevilacqua. Venerdì 18 luglio, alle 21, in scena “Del labirinto e altre storie” con Rino Di Martino, Carlotta Bruni, Elisa Carta Carosi, Lorenzo della Rocca, Paola Saribas. Drammaturgia Aurelio Gatti e Diego Sommaripa. Regia e coreografia Aurelio Gatti; sabato 19 luglio, alle 18, l’associazione Pluriverso propone un appuntamento con l’artista Carmine Calò che terrà la conferenza “In volo da Irpinia ai ai Campi Flegrei, lungo la Via dell’Acqua che unisce uomini e territori”, raccontando al pubblico il percorso creativo di opere che, per l’occasione, saranno esposte al Castello.

All’anfiteatro flavio di Pozzuoli la rievocazione storica “Dies in Arena – il Cielo della Polvere” (foto pafleg)
Particolarmente suggestivo sarà l’appuntamento in rassegna sabato 19 luglio 2025 (due repliche: dalle 19 alle 20:30; dalle 21 alle 22.30), all’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli, dove andrà in scena “Dies in Arena – il Cielo della Polvere”, una rievocazione storica dedicata al tema della gladiatura, ideata e sceneggiata da Dario Battaglia che si è dedicato alla ricerca scientifica insieme a Luca Ventura, con la consulenza di Federica Rinaldi. In palcoscenico i Rievocatori storici del Gruppo Storico Romano e di Ars Dimicandi.
Antro 2025 chiuderà il suo calendario domenica 20 luglio 2025, alle 21, al Castello di Baia, con lo spettacolo “Polifemo innamorato” di e con Giovanni Calcagno che anima le grandi marionette corporee di Bianca Bonaconza, raccontando la storia dell’impossibile amore tra Polifemo e Galatea. La scrittura scenica dello spettacolo è di Giovanni Calcagno e Alessandra Pescetta. Musiche, canti e paesaggi sonori a cura di Puccio Castrogiovanni.
Archeologia subacquea. Dai fondali del porto romano di Misenum (Bacoli, Na) riaffiorano antichi frammenti di storia: due architravi marmorei con modanature in rilievo e un frammento di colonna in marmo. Dopo i restauri saranno esposti nelle sale del Palazzo dell’Ostrichina, voluto da Ferdinando IV di Borbone. Il soprintendente Nuzzo: “Risultato di straordinaria rilevanza storica e scientifica per i Campi Flegrei”. Il sindaco Della Ragione: “Così il Parco Vanvitelliano diventerà ancor di più polo museale di epoche diverse”
Dai fondali del porto romano di Misenum riaffiorano antichi frammenti di storia: due architravi marmorei con modanature in rilievo e un frammento di colonna in marmo cipollino sono stati recuperati nel tratto di mare tra Punta Terone e Punta Pennata, al largo di Bacoli. Reperti di eccezionale valore storico e archeologico, sommersi dal bradisismo e ora restituiti alla comunità. L’importante operazione di recupero archeologico è stata condotta con successo nei fondali marini antistanti il porto di Miseno a Bacoli, in particolare nei pressi dell’imboccatura del porto romano dell’antica colonia di Misenum, base navale della Classis Misenensis, la più importante flotta dell’impero Romano nel mar Tirreno, portando alla luce reperti di eccezionale valore storico e culturale, risalenti all’epoca imperiale. Un’operazione delicatissima, coordinata dalla soprintendenza con l’Ufficio Archeologia Subacquea diretto da Simona Formola, insieme a Carabinieri Subacquei, TPC, Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Comune di Bacoli, nell’ambito di un protocollo d’intesa nato per studiare, tutelare e valorizzare il patrimonio sommerso dei Campi Flegrei, uno dei poli archeologici subacquei più rilevanti del Mediterraneo, avviando un’attività di documentazione e recupero di un cumulo archeologico di notevoli proporzioni, unico nel suo genere.

Architravi marmorei con modanature in rilievo sui fondali del porto romano di Misenum (foto sabap-na)
Si tratta di un contesto archeologico di materiali eterogenei, che si estende per circa 90 m di lunghezza nel tratto di mare che va da Punta Terone a Punta Pennata, largo mediamente 22-23 m, alto circa 2 m, e che si trova ad una profondità variabile da 5 a 9 m sotto il livello del mare. Ad esso si riferiscono, a partire dagli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso, numerosi quanto sorprendenti rinvenimenti occasionali, mentre uno scavo sistematico condotto nel 1996, portò alla luce, nonostante la parzialità dell’indagine, una messe di reperti di pregio e dati storico-archeologici di grande rilevanza (statue, basi iscritte, frammenti di architravi, basi di colonne), ora conservati al museo Archeologico dei Campi Flegrei.
Si tratta evidentemente di elementi scultorei e decorativi appartenenti agli edifici pubblici della colonia romana che costellavano l’insenatura, prima che il bradisismo li sommergesse. Il cumulo archeologico, che costituisce dunque un bacino inestimabile di informazioni e dati storici, rappresenta un intervento post-antico, creato non dal sovrapporsi di strutture crollate, ma da un accumulo intenzionale di materiali edilizi, probabilmente con lo scopo di ottenere una barriera di protezione soffolta, alla stessa stregua della funzione esercitata dalla moderna diga foranea, contro le ingressioni marine generate in particolare dai venti di Scirocco. A suggerire l’interpretazione è lo stato di conservazione dei reperti, che mostrano la faccia inferiore corrosa dai litodomi, sebbene non sia a diretto contatto con l’ambiente marino, e alcuni segni di percolazioni che conservano in superficie alcuni architravi, come se fossero stati a lungo esposti agli agenti atmosferici, e quindi accantonati dopo il crollo o lo smontaggio intenzionale, per essere poi utilizzati come materiali di reimpiego.

Operazioni dei Carabinieri Subacquei del Nucleo di Napoli nello specchio d’acqua di Capo Miseno (foto sabap-na)
Pertanto, sia in ragione della tutela di reperti archeologici alla mercè degli agenti naturali, sia dell’alto interesse che riveste dal punto di vista archeologico la conoscenza della consistenza di tali reperti conservati sul fondale, è stato stipulato un anno fa un Protocollo d’intesa tra la Soprintendenza e il Comune di Bacoli, grazie anche al vivo interesse del sindaco Josi Gerardo della Ragione e di Mauro Cucco, vicesindaco del Comune di Bacoli con delega alla Cultura, finalizzato alla realizzazione di indagini indirette nell’area del Porto di Misenum, nell’ottica di promuovere e sostenere, congiuntamente, ricerche, studi e altre attività conoscitive sul patrimonio culturale sommerso e di promuovere azioni di sensibilizzazione relative ai temi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale costiero e marino. Sono stati pertanto eseguiti un rilievo completo dell’intero cumulo, comprensivo di caratterizzazione 3D, foto di dettaglio, rilievi iperspettrali delle sezioni più rappresentative del cumulo e del fondale marino su cui esso s’imposta, che hanno consentito di individuare alcuni reperti notevoli giudicati idonei al recupero e all’acquisizione al patrimonio dello Stato, mediante una delicata operazione di recupero, con l’utilizzo di palloni di sollevamento, con carico sommerso sospeso, e trasportati via mare con l’ausilio della motovedetta dei Carabinieri Subacquei. Nello specifico si tratta di due architravi marmorei con modanature in rilievo e un frammento di colonna in marmo cipollino. L’importanza di tali reperti consiste nel dato archeologico e storico che essi restituiscono, fornendo un importante tassello ricostruttivo sulla vicenda insediativa della colonia romana di Misenum e dei suoi monumenti pubblici, di cui ancora poco si conosce.

Operazioni per il sollevamento e il recupero dei reperti dai fondali del porto romano di Miseno (foto sabap-na)
I reperti recuperati saranno sottoposti ad un accurato lavoro di restauro e conservazione dopo le operazioni di desalinizzazione in vasche, predisposte presso il Parco Borbonico del Fusaro, con l’obiettivo di essere a breve esposti al pubblico, nelle sale del Palazzo dell’Ostrichina, voluto da Ferdinando IV di Borbone, messe a disposizione dal Comune di Bacoli, in una mostra permanente. Le operazioni, coordinate dal responsabile dell’Ufficio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, Simona Formola, sono state rese possibili grazie al supporto operativo e tecnico specialistico dei Carabinieri Subacquei del Nucleo di Napoli, con cui sono state effettuate numerose ricognizioni preliminari, documentazione video-fotografica di tutte le operazioni svolte nell’area e infine il sollevamento e il trasporto via mare dei reperti, il Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), e grazie alla disponibilità della base logistica del Reparto di Supporto tecnico della Guardia di Finanza di Miseno, offerta dal colonnello Biagio Looz – comandante del Gruppo di Ricerca, Sviluppo, Standardizzazione e Supporto Tecnico della GdF di Nisida – e del ten. col. Nicola Attollino, per tutte le attività di terra relative al sollevamento, carico e trasporto dei reperti. A garantire la sicurezza della navigazione sono intervenute le unità navali della Guardia Costiera dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Pozzuoli, grazie alla disponibilità del comandante tenente di Vascello Edoardo Russo, e del comando Locamare di Baia, grazie alcComandante Marco D’ Angiolella. Ad assicurare invece l’idonea cornice di sicurezza in mare, anche in considerazione dell’avvento del periodo estivo, caratterizzato da numerose unità da diporto nell’area teatro delle operazioni, hanno offerto il necessario supporto le motovedette della Guardia di Finanza del Reparto operativo Aeronavale di Napoli, comandate dal colonnello Emilio Vitrone.
Si è voluto condividere, anche in linea con gli auspici della Convenzione Unesco per la protezione del patrimonio culturale subacqueo, questa eccezionale operazione di recupero, la prima di numerose altre in programma, anche con una diretta streaming subacquea realizzata con tecnologia Naumacos di Gabriele Gomez de Ayala, che ha consentito al vasto pubblico collegato on line di seguire in tempo reale le operazioni di recupero su tutte le piattaforme social istituzionali della Soprintendenza.

Architrave recuperata dai fondali del porto romano di Miseno: da sinistra, il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione; il soprintendente Mariano Nuzzo; la responsabile dell’Ufficio Archeologia Subacquea della Soprintendenza, Simona Formola (foto sabap-na)
“Il recupero di questi reperti rappresenta un risultato di straordinaria rilevanza storica e scientifica”, dichiara il soprintendente Mariano Nuzzo, che ha seguito di persona l’intera operazione da mare, illustrando le procedure seguite e le diverse fasi del recupero. “I frammenti marmorei rinvenuti testimoniano la ricchezza e l’importanza anche simbolica di complessi pubblici che caratterizzavano l’intera colonia. Si tratta di elementi architettonici che con ogni probabilità appartenevano ad edifici rappresentativi del potere imperiale, strettamente connessi alla Classis Misenensis. Questi reperti non solo arricchiscono le nostre conoscenze del paesaggio urbano dell’epoca, ma ci restituiscono anche un’immagine viva e tangibile della dimensione politica, sociale e culturale di Miseno nel contesto del Mediterraneo antico. Desidero esprimere un sentito ringraziamento all’Ufficio Archeologia Subacquea della nostra Soprintendenza, per la professionalità e la competenza dimostrate in tutte le fasi dell’intervento, nonché agli operatori subacquei e tecnici specializzati che hanno lavorato con dedizione e rigore scientifico al recupero. È grazie alla sinergia di queste forze che oggi possiamo restituire alla comunità un tassello prezioso della nostra memoria storica”.

Autorità e tecnici sulla banchina attorno a una delle architravi recuperate dai fondali del porto romano di Miseno (foto sabap-na)
E il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione, presente anch’egli durante l’intervento di recupero: “È una giornata storica per Bacoli ed i Campi Flegrei. Recuperare meraviglie d’epoca romana dal nostro fondale, significa ridare luce a tesori che arricchiranno l’offerta turistica della città. E qualifica il mare flegreo come scrigno di tesori ancora da scoprire. Accade anche questo in un angolo di mondo che convive da millenni con il bradisismo. Da Baie a Misenum, all’intera costa bacolese. Così il Parco Vanvitelliano diventerà ancor di più polo museale di epoche diverse, culture interconnesse. Ringrazio per la grande sensibilità il soprintendente Mariano Nuzzo, con il quale continua una sinergia capace di valorizzare l’archeologia, i paesaggi e la cultura come volano indiscusso dello sviluppo sostenibile a cui deve tendere il nostro territorio”.
Ischia (Na). Ai Giardini La Mortella nella Recital Hall di Forio l’incontro “Cultura, cittadinanza, partecipazione”, con Ledo Pato, Fabio Pagano e Benedetto Valentino, terzo appuntamento del ciclo di conferenze del “Progetto Kepos, Incontri di Archeologia e Paesaggio”
Giovedì 12 giugno 2025, alle 19, ai Giardini La Mortella nella Recital Hall di Forio, sull’isola d’Ischia (Na), l’incontri “Cultura, cittadinanza, partecipazione”, terzo appuntamento del ciclo di conferenze del “Progetto Kepos, Incontri di Archeologia e Paesaggio”, dibattito a più voci dedicato al tema del rapporto tra cultura e cittadinanza, ed alla promozione di strategie culturali in grado di coinvolgere le comunità, rendendole partecipi della valorizzazione del patrimonio culturale e della sua fruizione, con Ledo Pato, esperto di politiche per i Beni culturali; Fabio Pagano, direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei; Benedetto Valentino, giornalista. Dopo i saluti della presidente della Fondazione W. Walton e Giardini La Mortella Alessandra Vinciguerra il dibattito sarà moderato da Mariangela Catuogno, direttore scientifico del Progetto Kepos. L’obiettivo è stimolare una riflessione sul concetto di cultura come fattore di coesione sociale in grado di invogliare i giovani, i cittadini e le associazioni culturali nella costruzione di comunità generative, operose. Il confronto partirà dalle tematiche presentate nel libro di Ledo Prato, “Cultura è cittadinanza. Esperienze, pratiche e futuri possibili” e si animerà con gli interventi del direttore del parco archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, e del giornalista ischitano Benedetto Valentino. Si affronterà il tema del rapporto fra cultura e politica, facendo riferimento a esperienze realizzate, all’esercizio del diritto alla formazione e alla cultura per tutti, ai processi culturali che generano cambiamenti attraverso la collaborazione, l’innovazione e la creatività. Una riflessione particolarmente necessaria in una realtà come Ischia, la cui ricca tradizione locale subisce il rischia di essere smarrita, perdendo la sua identità culturale e disperdendo le capacità creative delle nuove generazioni, fra l’overtourism e la “fuga dei cervelli”.
Pozzuoli (Na). Inaugurazione del nuovo percorso di fruizione dell’Anfiteatro Flavio dopo i lavori di restauro e valorizzazione
Mercoledì 30 aprile 2025, alle 16.30, sarà inaugurato il nuovo percorso di fruizione dell’Anfiteatro Flavio di Pozzuoli (Na) a seguito della conclusione dell’intervento “Anfiteatro Flavio – Interventi per il miglioramento dell’accessibilità e nuova fruizione – Pozzuoli – lavori di restauro e valorizzazione”, finanziato con risorse PON-FESR Cultura e Sviluppo 2014-2020 e completato a valere sul Programma Operativo di azione e coesione Complementare al PON. Seguirà, dalle 17, Pozzuoli International Jazz Day #12 a cura di Jazz and Conversation Aps, con performance musicali lungo il nuovo percorso di visita e nell’arena. Partecipazione a ingresso libero, fino a esaurimento posti. Per l’evento delle 19 all’interno dell’arena, prenotazione obbligatoria al seguente link: https://ddec1-0-en-ctp.trendmicro.com:443/wis/clicktime/v1/query?url=https%3a%2f%2fdocs.google.com%2fforms%2fd%2fe%2f1FAIpQLSfNTWRYNcl%5fiXivyHpqwFysr8UOwSAVC%5f7ldANMRz9h6p2yUQ%2fviewform%3fusp%3dheader&umid=83ec387e-f4ba-4602-82ac-6cb0309ed851&rct=1745490725&auth=9a7eb84306ff09492b875aff9750a37a56ee43be-b0b786e3ea8b765635df8a8f6503c7ccf3012629
#domenicalmuseo: il 6 aprile, prima domenica di primavera a ingresso gratuito, Pompei torna in testa alla classifica assoluta con 20mila ingressi seguita per la prima volta dalla Reggia di Caserta (17.413 ingressi), mentre il Colosseo con 15.252 ingressi “retrocede” al terzo posto
Nella prima domenica di primavera a ingresso gratuito, domenica 6 aprile 2025, per la #domenicalmuseo, l’iniziativa del ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito, ogni prima domenica del mese, nei musei e nei parchi archeologici statali, sul gradino più alto del podio dei siti più visitati d’Italia tornano gli Scavi di Pompei con 20mila ingressi (a marzo erano stati 16.709, al secondo posto), seguiti – ed è una novità – dalla Reggia di Caserta con 17.413 ingressi (a marzo erano stati 14.171, al quarto posto). Chiude il podio il Colosseo con 15.252 ingressi (a marzo erano stati 17.386, che gli erano valsi il primo posto).

Tanto pubblico al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria per la #domenicalmuseo (foto marrc)
Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Area archeologica di Pompei 20.000; Colosseo. Anfiteatro Flavio 15.252; Foro Romano e Palatino 13.764; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 12.000; museo Archeologico nazionale di Napoli 6.900; museo e area archeologica di Paestum 5.726; Villa Adriana 5.216; area archeologica di Ostia antica 5.124; parco archeologico di Ercolano 5.103; Terme di Caracalla 3.482; Terme di Diocleziano 2.494; Grotte di Catullo e museo Archeologico di Sirmione 2.448; Palazzo Altemps 2.277; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 1.854; Palazzo Massimo 1.719; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 1.715; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 1.651; necropoli della Banditaccia e museo nazionale Archeologico Cerite a Cerveteri 1.096; Mausoleo di Cecilia Metella e Chiesa di San Nicola 1.043; anfiteatro campano – Santa Maria Capua Vetere 945; museo delle Civiltà 930; parco archeologico di Cuma 904; museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia 900; Villa dei Quintili e Santa Maria Nova 866; musei nazionali di Cagliari 705; Ostia antica – Castello Giulio II 698; Villa di Poppea-Oplontis 695; Area archeologica di Velia 655; museo Archeologico nazionale di Firenze 617; museo Archeologico nazionale Mario Torelli e parco archeologico di Venosa 595; museo Archeologico nazionale di Canosa di Puglia 564; museo Archeologico dell’antica Capua e Mitreo di Santa Maria Capua Vetere 559; museo Archeologico nazionale del Melfese Massimo Pallottino e Castello svevo di Melfi 478; parco archeologico delle Terme di Baia 465; museo Archeologico nazionale Giuseppe Andreassi e parco archeologico di Egnazia 464; Anfiteatro Flavio di Pozzuoli 434; museo Archeologico nazionale di Aquileia 428; Appia antica – Villa di Capo di Bove 407; Mausoleo di Teodorico 402.
Al parco archeologico di Cuma “Non solo Sibilla”: focus e curiosità oltre il mito della Sibilla

Domenica 9 e domenica 30 marzo 2025 a parco archeologico di Cuma sarà possibile partecipare a “Non solo Sibilla”. Focus e curiosità oltre il mito della Sibilla: breve approfondimento sulla colonizzazione ad opera del personale del Parco. L’iniziativa è inclusa nel costo del biglietto e sarà possibile partecipare al turno delle 10.30 o a quello delle 12.30.
Bacoli (Na). Riaprirà a marzo la Piscina Mirabilis, chiusa al pubblico per restauri a cura del parco archeologico dei Campi Flegrei dal luglio scorso. Lo annuncia il sindaco Josi Gerardo Della Ragione

La Piscina Mirabilis a Bacoli (foto pa-fleg)
Entro marzo 2025 la Piscina Mirabilis di Bacoli, nell’area dei Campi Glegrei (Na), parola di sindaco Josi Gerardo Della Ragione. La seconda più grande cisterna nota mai costruita dagli antichi romani dopo la Cisterna Basiloca di Istanbul, realizzata per approvvigionare di acqua le numerose navi appartenenti alla Classis Misenensis della marina militare romana, poi divenuta Classis Praetoria Misenensis Pia Vindex, che trovava ormeggio e ricovero nel porto di Miseno, oggi parte del parco archeologico dei Campi Flegeri, era stata chiusa al pubblico il 15 luglio 2024 per consentire al parco archeologico dei Campi Flegrei di avviare dei lavori di restauro, senza fissarne al momento la durata. Ma ora sembra proprio che ci siamo.

Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli (Na) (foto FB)
Ecco l’annuncio del sindaco di fine gennaio 2025. “È quasi pronta! La Piscina Mirabilis riaprirà presto ai turisti”, scrive sul suo profilo FB il sindaco Josi Gerardo Della Ragione. “Ed è una notizia che ci riempie di gioia. La Cattedrale dell’Acqua. Simbolo tra i più iconici di Bacoli nel mondo. La più grande cisterna d’acqua potabile dell’Impero Romano d’Occidente. Più antica anche di quella rinvenuta ad Instabul. Un’immersione nella storia, nell’antichità, nella monumentale capacità ingegneristica romana. Di età Augustea. Alta 15 metri. Larga 24. Lunga 75 metri. Poteva ospitare 12.600 metri cubi d’acqua. Maestosa. Fu scavata nel tufo. La Piscina Mirabilis costituiva il serbatoio terminale di uno dei principali acquedotti romani, l’acquedotto augusteo, che portava l’acqua dalle sorgenti di Serino, a 100 chilometri di distanza, fino a Napoli e ai Campi Flegrei. Manca poco alla fine dei lavori che consentiranno a tutti di poterla scoprire. A partire dai diversamente abili. Sono stati realizzati nuovi accessi per garantire la sicurezza di tutti. Ringrazio il direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano. Ci ha assicurato che entro marzo vedremo riaperto il nostro gioiello. Patrimonio di tutti. Tesoro dell’umanità. Insieme, per rendere i siti archeologici sempre più accessibili. Un passo alla volta”.
Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei “Anche le statue parlano”: con De Angelis e Speranza viaggio alla scoperta delle affascinanti storie che il Castello Aragonese conserva
Dal Friuli ai Campi Flegrei. Venerdì 20 dicembre 2024 il cantautore Edoardo De Angelis e l’attore Arduino Speranza con “Anche le statue parlano” portano alla scoperta delle affascinanti storie che il Castello Aragonese di Baia nel parco archeologico dei Campi Flegrei conserva. Il progetto è finanziato dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzato dall’A.C. CulturArti in partenariato con il parco archeologico dei Campi Flegrei. Tre i turni di visita: alle 14 (1° gruppo), alle 16.15 (2° gruppo) e alle 17.30 (3° gruppo). I posti per le visite guidate teatralizzate sono limitati. L’evento è incluso nel biglietto di ingresso al Museo. “Anche le statue parlano” nasce con l’intento di collegare passato e presente, archeologia e storia contemporanea. Si tratta di un vero e proprio viaggio all’indietro nel tempo, di tipo espressivo e artistico, un progetto innovativo di valorizzazione culturale accessibile a tutti, ideato per far conoscere e apprezzare le storie e le leggende relative alle opere conservate presso le realtà museali coinvolte nell’iniziativa. Nel caso del museo flegreo, gli artisti – grazie alle suggestioni della musica e dei testi scritti per l’occasione – creeranno un dialogo tra i dati scientifici e le memorie dei personaggi storici e mitologici: racconteranno storie di divinità e di semidèi, miti e leggende, storie di uomini comuni vissuti circa 2000 anni fa… Un viaggio nell’Antichità, ma anche un filo diretto con la Storia dei nostri giorni e un appello alla necessità di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale.

















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