Verona. Al museo di Storia naturale la prima delle tre giornate di studio “Il progetto Food and Wine in ancient Verona (FaW)” dalla preistoria al Medioevo, tutte in diretta streaming su Zoom. Si inizia con “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella preistoria e protostoria”
A Verona tre giornate di studio, in altrettante sedi della città, dal titolo “Il progetto Food and Wine in ancient Verona (FaW)”, dedicate alla presentazione e alla discussione dei risultati del progetto di eccellenza scientifica In Veronensium mensa. Food and Wine in ancient Verona, sostenuto dalla Fondazione Cariverona, anche nel confronto con altre ricerche in corso nel territorio e altrove (vedi Verona. Produzione e consumo di cibo e vino dall’età del Ferro al Medioevo al centro del progetto di ricerca “In Veronensium mensa. Food and Wine in ancient Verona” dell’università di Verona con la soprintendenza di Verona e il museo di Storia Naturale, il supporto della Fondazione Fioroni e l’accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere, e il finanziamento di Fondazione Cariverona | archeologiavocidalpassato). La prima giornata, “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella preistoria e protostoria”, si tiene venerdì 24 febbraio 2023 al museo di Storia Naturale di Verona (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3YIRO8Z). La seconda giornata, “Archeologia dell’alimentazione romana”, venerdì 10 marzo 2023, verrà ospitata dal museo Archeologico nazionale di Verona (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3RWbjsH) e infine, il 30 marzo 2023, con “Cibo e ambiente nel Medioevo”, i lavori si concluderanno all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona a Palazzo Erbisti (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3xjz1Wi).
Venerdì 24 febbraio 2023 il museo di Storia Naturale di Verona ospita, in sala conferenze “Sandro Ruffo”, la prima delle tre giornate di studio del progetto “Food and Wine in ancient Verona (FaW)”, organizzato dal Dipartimento di Culture e Civiltà dell’università di Verona, in collaborazione con la sezione di Preistoria del Museo e con la SABAP per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. L’appuntamento, dal titolo “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella Preistoria e Protostoria” è a cura di Mara Migliavacca, Nicoletta Martinelli, Paola Salzani e Massimo Saracino. Archeologi preistorici e protostorici, insieme ai paleobotanici e ai paleoantropologi, andranno alla ricerca delle più antiche radici dell’alimentazione: dai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico fino alle soglie della romanizzazione, per poi arrivare a conoscere le abitudini alimentari delle popolazioni celtiche che abitavano a Verona. La giornata di studi sarà l’occasione per integrare le ricerche condotte per il progetto FaW con altre indagini in corso da tempo nel territorio veronese e relative anche ai cambiamenti delle tecniche di produzione e preparazione del cibo, nonché il progressivo ingresso di nuove specie domesticate. Il museo di Storia Naturale di Verona presenterà le indagini a cui collabora nell’ambito del progetto FaW e di altri progetti di ricerca. Il Museo ha istituito con l’Università un’apposita convenzione per la collaborazione alle ricerche del progetto, cui partecipano anche il dipartimento di Biotecnologie dell’università, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza, l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, il Centro Ambientale Archeologico Pianura di Legnago e l’università di York, con l’obiettivo di ricercare le radici storiche della produzione e del consumo di cibo e vino, per cogliere da un lato le continuità e quindi le tradizioni, dall’altro le innovazioni nelle diete degli abitanti nel corso dei secoli e in particolare nelle fasi pre e protostoriche, della romanizzazione, della fine dell’Impero e dell’affermarsi del Medioevo, che segnarono decisivi passaggi economici, sociali e culturali nella vita del centro urbano e del suo territorio.

Ciotole e vasi da ambienti palafitticoli dal museo di Storia naturale di Verona: contenevano tracce di cibo degli antenati preistorici (foto univr)
PROGRAMMA. Alle 10.30, saluti istituzionali. Alle 11, “Carne, semi e frutti: gli animali e le piante come fonte alimentare nel Paleolitico del territorio veronese” con U. Thun Hohenstein (università di Ferrara), M. Carra (Alma Mater Studiorum, università di Bologna), F. Fontana (università di Ferrara), M. Peresani (università di Ferrara); 11.20, “L’alimentazione vegetale nelle prime fasi del Neolitico: da Lugo di Grezzana all’Italia settentrionale” con A. Pedrotti (università di Trento), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como); 11.40, “Non solo carne. Metodi e risultati preliminari nello studio della dieta degli individui della necropoli neolitica di Quinzano” con E. Cristiani (Sapienza università di Roma), M. Saracino (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), D. Borić (Sapienza università di Roma), I. Dori (università di Firenze), N. Martinelli (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), P. Salzani (SABAP Verona, Rovigo e Vicenza), A. Zupancich (CSIC, Institución Milá y Fontanals, Barcelona); 12, “Ambiente, economia e alimentazione nel sito preistorico delle Colombare di Villa (Negrar di Valpolicella, VR). Nuovi dati 2019-2023” con P. Salzani (SABAP Verona, Rovigo e Vicenza), U. Tecchiati (università di Milano); 12.20, discussione. Dopo la pausa pranzo, alle 14.30, “Alimentazione nelle palafitte del lago di Garda e della pianura veronese: le informazioni dalle analisi paleobotaniche” con G. Bosi (università di Modena e Reggio Emilia), L. Castelletti (università dell’Insubria, Como), S. D’Aquino (università di Padova), M. Dal Corso (università di Padova), A.M. Mercuri (università di Modena e Reggio Emilia), S. Motella De Carlo (università Cattolica-Milano), R. Perego (CNR-IGAG, Milano), B. Proserpio (Laboratorio di Archeobiologia, Como), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como), A. Aspes (già museo di Storia Naturale di Verona), M. Baioni (museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, Brescia), F. Gonzato (SABAP Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini), N. Martinelli (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), C. Nicosia (università di Padova), L. Salzani (già SA Veneto), P. Torri (università di Modena e Reggio Emilia); 14.50, “Mangiare e bere a Fondo Paviani nella tarda età del Bronzo. Una prima sintesi integrata dei dati archeozoologici, archeobotanici e chimici” con M. Cupitò (università di Padova), C. Ambrosioni (università di Padova), M.S. Manfrin (università di Padova), S. Mileto (universitat de Barcelona), A. Pecci (universitat de Barcelona), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como), U. Tecchiati (università di Milano); 15.10, “Trent’anni di ricerche nell’agricoltura protostorica del Veronese” con R. Nisbet (ricercatore indipendente, Torino). Dopo il coffee break, alle 16, “In cucina nell’età del Ferro: considerazioni a partire dalle analisi gascromatografiche” con M. Migliavacca, S. Bandera, V. Donadel, L. Pogietta (università di Verona); 16.20, “Cosa si mangiava nella Verona preromana? Un approccio isotopico allo studio della necropoli del Seminario Vescovile di Verona” con Z. Laffranchi, M. Milella (università di Berna); 16.40, discussione e conclusioni.
Verona. Al museo di Storia naturale terzo appuntamento on line in preparazione dell’XI Incontro Annuale di Preistoria e Protostoria “Spazi domestici nell’età del bronzo. Dall’individuazione alla restituzione”: intervento di Franco Marzatico su “Fra palafitte e siti all’asciutto: soluzioni edilizie dell’età del Bronzo nell’area alpina sud-orientale”

Giovedì 21 aprile 2022, alle 18, terzo appuntamento online sul canale YouTube de I Musei di Verona (I MUV) e sulla piattaforma Zoom con le conferenze preparatorie all’XI Incontro Annuale di Preistoria e Protostoria “Spazi domestici nell’età del bronzo. Dall’individuazione alla restituzione”. L’XI Incontro Annuale di Preistoria e Protostoria – in programma il 6 e 7 ottobre 2022 nella “Sala Ruffo” del museo civico di Storia naturale di Verona e organizzato in collaborazione con l’IIPP – Istituto italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze, affronterà infatti gli aspetti legati al tema “casa” emersi da scavi recenti, in corso e/o inediti in contesti dell’età del Bronzo. Protagonista Franco Marzatico della soprintendenza per i Beni culturali di Trento con l’intervento “Fra palafitte e siti all’asciutto: soluzioni edilizie dell’età del Bronzo nell’area alpina sud-orientale”. Introdurrà il relatore Monica Miari (IIPP – Istituto italiano di Preistoria e Protostoria); modera Nicoletta Martinelli. Interverranno anche i coordinatori degli eventi Paola Bianchi e Massimo Saracino. Per partecipare all’evento basterà accedere al canale YouTube dei Musei di Verona al link http://bit.ly/YouTubeIMUV o alla piattaforma al link Zoom https://bit.ly/37QClik.
Verona. Al museo di Storia naturale presentazione del libro “Vivere tra terra e acqua. Dalle palafitte preistoriche a Venezia”, catalogo della mostra in corso a Palazzo Mocenigo a Venezia in concomitanza con le celebrazioni per i 1600 Anni di Venezia e con il decennale dell’iscrizione nella lista dell’Unesco del sito seriale transnazionale “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”. Prenotazione obbligatoria e Green Pass

È un suggestivo viaggio nel tempo, in due tappe, quello proposto, il 28 settembre 2021, alle 16, al museo di Storia Naturale di Verona, da Federica Gonzato, direttore del museo Archeologico nazionale di Verona e del museo nazionale Atestino di Este che, al museo di Storia Naturale di Verona, presenterà il volume “Vivere tra terra e acqua. Dalle palafitte preistoriche a Venezia”, catalogo della mostra in corso sino al 31 ottobre 2021 nella città lagunare, a Palazzo Corner Mocenigo. 1600 anni fa prendeva forma la città di Venezia, innalzata su una fitta rete di pali infissi nel terreno limoso della Laguna
. Più di due millenni prima, lungo l’intero Arco Alpino, le popolazioni dell’Età del Bronzo innalzavano su pali i loro piccoli agglomerati “urbani”, di cui il Museo di Storia Naturale conserva ampia testimonianza. Dieci anni fa, l’UNESCO riconosceva i Siti Preistorici Palafitticoli dell’Arco Alpino come Patrimonio dell’Umanità. Analogo riconoscimento la città di Venezia lo aveva ottenuto nel 1987. Due “storie di pali”, lontane secoli e secoli di storia, ma vicine geograficamente e strutturalmente, che documentano come l’ingegno dell’uomo abbia saputo affrontare la sfida di vivere in un ambiente naturale tra terra e acqua. Prenotazione obbligatoria: segreteria didattica dei Musei Civici di Verona Cooperativa Le Macchine Celibi, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, tel. 045 8036353 – 045 597140; segreteriadidattica@comune.verona.it (entro le 13 del 28 settembre 2021). Ingresso consentito con Green Pass e mascherina

La mostra a Venezia. Fino al 31 ottobre 2021 in Palazzo Corner Mocenigo, a Venezia, questa doppia storia è riunita nella mostra “Vivere tra terra e acqua. Dalle palafitte preistoriche a Venezia”, promossa dalla direzione regionale Musei del Veneto del ministero della Cultura e dal Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza, che ha la propria sede nel nobile palazzo. Alla mostra hanno attivamente collaborato anche la soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza e il museo di Storia Naturale di Verona.

Ricerche archeologiche subacquee nelle acque del laghetto del Frassino vicino a Peschiera (foto drm-veneto)
Sono stati proprio gli insediamenti palafitticoli a creare l’occasione per il coinvolgimento del museo di Storia Naturale di Verona, che raccoglie i rinvenimenti avvenuti nelle palafitte del Veronese sin dalla metà dell’Ottocento e ha rivestito nel Novecento un ruolo chiave nella ricerca degli insediamenti palafitticoli dell’Italia settentrionale. Tra le importanti e ricche collezioni di reperti da numerosi siti palafitticoli del Veneto e della Lombardia occidentale che ospita nei suoi depositi e nelle vetrine dell’esposizione, ci sono quelli dell’insediamento di Tombola di Cerea, uno dei siti palafitticoli iscritti nella lista dell’UNESCO (vedi Venezia. Nel 1600 anniversario della fondazione di Venezia e nel decennale del sito Unesco “Siti preistorici palafitticoli dell’arco alpino”, apre a Palazzo Corner Mocenigo la mostra “Vivere tra terra e acqua” – Dalle palafitte preistoriche a Venezia” che avvicina la storia di Venezia e la cultura degli insediamenti palafitticoli | archeologiavocidalpassato).

Oggetti in mostra a Venezia nell’esposizione “Vivere tra terra e acqua” (foto pm-veneto)
I reperti del museo di Storia Naturale in mostra a Venezia. Tra le opere scelte per raccontare gli aspetti salienti della vita in palafitta nella mostra veneziana ci sono 27 reperti provenienti dalle collezioni della Sezione di Preistoria del Museo di Storia Naturale: in particolare un gruppo di reperti di proprietà civica è presente nella sezione “Scambi, commerci, contatti” della mostra allestita a Palazzo Corner Mocenigo e dimostra che, ben prima di Venezia, gli scambi su lunghe distanze abbiano antecedenti già tra III e II millennio a.C. Altri oggetti preistorici delle collezioni veronesi, legati alla tessitura, sono stati selezionati per l’esposizione nella sezione “Costumi e mode nei secoli”.


Copertina del catalogo della mostra “Vivere tra terra e acqua. Dalle palafitte preistoriche a Venezia”

L’archeologa Federica Gonzato
Il volume “’Vivere tra terra e acqua. Dalle palafitte preistoriche a Venezia” sarà presentato al museo di Storia Naturale dai suoi curatori, Federica Gonzato e Ivan Toluzzo, che illustreranno il grande tema del costruire in ambienti umidi, utilizzando il legno come principale materiale, e il ruolo della Guardia di Finanza nella tutela del patrimonio culturale. Attingendo alle più avanzate ricerche internazionali, Federica Gonzato (funzionario archeologo presso la direzione regionale Musei Veneto, direttore del museo Archeologico nazionale di Verona e direttore del museo nazionale Atestino di Este) illustrerà il mondo palafitticolo e, in particolare, quello dei Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino riconosciuti dall’Unesco. Sono ben 111, localizzati sulle Alpi o nelle immediate vicinanze. Si trovano in Svizzera, Austria, Francia, Germania, Italia e Slovenia. Di questi ben 19 si trovano in Italia, di cui 4 in Veneto: Peschiera del Garda-Belvedere; Peschiera del Garda-Frassino; Arquà Petrarca-Laghetto della Costa e Cerea-Tombola. Una selezione di materiali da quest’ultimo sito è tuttora esposta nella sala di Preistoria del museo di Storia Naturale, frutto delle ricerche condotte negli anni ’50 del secolo scorso dall’allora direttore Francesco Zorzi. Le ricerche condotte nei siti palafitticoli alpini, in Italia e negli altri paesi coinvolti (Svizzera, Francia, Germania, Austria e Slovenia) hanno permesso agli specialisti di ricostruire, come in nessun’altra regione del mondo, la vita nelle società di agricoltori e allevatori degli ultimi cinque millenni a.C. In parallelo, il volume e la mostra analizzano la nascita “su pali” di Venezia. In questo caso i pali vennero infissi per rendere stabile la superficie su cui innalzare palazzi, chiese e case.

Ivan Toluzzo, tenente colonnello Ufficiale di Stato Maggiore presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza di Venezia

L’archeologa Nicoletta Martinelli
Ivan Toluzzo (tenente colonnello Ufficiale di Stato Maggiore presso il Comando Regionale della Guardia di Finanza di Venezia e referente per il coordinamento delle iniziative congiunte tra il Corpo della Guardia di Finanza e la direzione regionale Musei del Veneto) tratterà delle attività di tutela del patrimonio della Guardia di Finanza attraverso il Comando Regionale Veneto, ma anche dell’attività di valorizzazione e condivisione del patrimonio culturale di cui è detentrice, col supporto del Museo Storico del Corpo, intrapresa dal 2012 con l’organizzazione di mostre tematiche, la partecipazione alla realizzazione di pubblicazioni e con l’opera di conservazione, recupero e valorizzazione architettonica delle proprie sedi in Laguna. Illustrerà, inoltre, il protocollo di intesa sottoscritto nel febbraio 2021 con la direzione regionale Musei del Veneto, che intende rafforzare la dialettica tra istituzioni pubbliche per la promozione della cultura. Infine Nicoletta Martinelli del museo di Storia Naturale illustrerà brevemente i reperti della sezione di Preistoria selezionati per l’allestimento della mostra veneziana.
“Dendroprovenienza: storie di viaggi di legni e di persone”: riprendono a Verona i seminari di Alteritas con l’affascinante storia del legno antico
C’è una disciplina che consente non solo di datare il legno antico con la dendrocronologia, ma anche di identificarne la regione di provenienza. È la dendroprovenienza. E di “Dendroprovenienza: storie di viaggi di legni e di persone” parlerà Nicoletta Martinelli (Laboratorio Dendrodata – Alteritas) nell’incontro di lunedì 24 settembre 2018 alle 17.30 nella sede di Alteritas, in via Seminario a Verona, che riprende così il ciclo dei seminari dopo la pausa estiva. Prendendo spunto da alcuni casi-studio, Nicoletta Martinelli dimostrerà come, grazie alla dendroprovenienza, è possibile ricostruire il percorso del legname dai boschi dove gli alberi sono stati inizialmente abbattuti, lungo poi i percorsi via fiume e/o via mare e i relativi traffici commerciali, anche a grandi distanze. Talvolta, in tali ricerche, è stato possibile approfondire alcuni episodi storici in cui il legno, la sua lavorazione e il suo impiego divengono motivo di interazione tra gruppi umani, in genere maestranze di diversa provenienza con particolari competenze tecniche.
Le palafitte diventano patrimonio dell’Unesco: a Verona la mostra “PALAFITTE. Un viaggio nel passato per alimentare il futuro” celebra i siti dell’arco alpino e studia l’alimentazione nell’età del Bronzo (II millennio a.C.)
Sono per lo più invisibili, sepolte nei depositi torbosi di antichi laghetti o corsi fluviali, o sommerse lungo le coste degli specchi d’acqua: sono le palafitte dell’arco alpino, che offrono una visione unica della vita nei primi villaggi agricoli. Ma proprio per la loro peculiarità l’Unesco ha inserito le palafitte nel Patrimonio culturale dell’umanità: “momenti fondamentali per capire l’evoluzione delle comunità umane tra il Neolitico e l’età del Bronzo”. Grazie all’abbondante ricchezza di ritrovamenti le palafitte offrono un’immagine precisa e dettagliata di questi periodi preistorici in Europa, dove si sviluppa l’agricoltura, permettendo di fornire dettagli della vita quotidiana, delle pratiche agricole, dell’allevamento di animali e delle innovazioni tecnologiche. Inoltre la dendrocronologia (metodo di datazione che misura gli anelli di crescita degli alberi) permette di datare con precisione le strutture in legno (pali) che compongono le case dei villaggi e che possono raccontare l’evoluzione dell’occupazione dello spazio in intervalli cronologici anche molto lunghi. Questi siti palafitticoli sono la miglior fonte di informazione archeologica a nostra disposizione oggigiorno per approfondire le culture e le popolazioni preistoriche.
Proprio per far conoscere questi nuovi siti Unesco e al contempo rendere omaggio al tema di Expo 2015, il 2 ottobre 2015 apre a Verona, al museo civico di Storia naturale (dove rimarrà aperta fino al 10 aprile 2016) la mostra ideata e curata da Federica Gonzato, Claudia Mangani e Nicoletta Martinelli, e dedicata all’alimentazione nell’età del Bronzo (II millennio a.C.): “PALAFITTE. Un viaggio nel passato per alimentare il futuro”, promossa dalla soprintendenza Archeologia del Veneto, in collaborazione con le associazioni culturali Il Genio Italiano, Adige Nostro e il Comune di Verona col Museo Civico di Storia Naturale, e con il patrocinio di EXPO – Milano 2015. Scoperte a partire da un secolo e mezzo fa, le palafitte alpine hanno permesso agli specialisti di ricostruire la vita nelle società di agricoltori e allevatori degli ultimi cinque millenni prima di Cristo; hanno contributo ad approfondire il rapporto tra i popoli di cacciatori e raccoglitori della preistoria e le prime grandi civiltà europee. Fra gli oltre 1000 insediamenti conosciuti, 111 (distribuiti fra sei nazioni: Francia, Germania, Italia, Svizzera, Austria e Slovenia) sono stati selezionati per far parte del sito seriale transnazionale Unesco denominato “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino”. Fra questi, quattro siti si trovano in Veneto: due nella zona di Peschiera del Garda, cioè Belvedere e Frassino; uno nella Bassa veronese, a Tombola di Cerea; e l’ultimo nel Padovano: Laghetto della Costa, vicino ad Arquà Petrarca.
La mostra di Verona racconta, attraverso i reperti provenienti dai quattro siti Unesco e da altre palafitte scoperte in Veneto e Lombardia, gli aspetti più significativi del grande tema dell’alimentazione, dalle conoscenze agropastorali alle produzioni degli ingredienti, dalla preparazione dei cibi alla loro conservazione, con particolare attenzione anche ai prodotti secondari. Al visitatore è proposto un percorso che illustra, grazie ai dati scientifici provenienti dalle più aggiornate ricerche e all’osservazione diretta dei reperti esposti, cosa e come mangiavano i nostri antenati palafitticoli. Proprio le particolari condizioni di giacitura in ambiente umido di questi villaggi, infatti, ha permesso la conservazione anche delle materie organiche che hanno fornito agli studiosi molti dati. In mostra sarà così possibile osservare la spiga dal sito del Belvedere di Peschiera del Garda o il panino combusto da Lazise-La Quercia.
“Numerosi reperti”, spiegano le curatrici, “sono esposti al pubblico per la prima volta. Segnaliamo in particolare gli oggetti provenienti dal contesto del laghetto del Frassino. Non a caso, proprio un vaso dalla palafitta di Frassino, unico nella sua foggia con quattro versatoi verticali, è stato scelto come “simbolo” della mostra”. Obiettivo della mostra è far conoscere un particolare aspetto della preistoria delle regioni alpine, quando le capanne venivano realizzate su impalcati lignei in ambienti umidi. La mostra è anche occasione per esporre reperti solitamente conservati nei depositi della soprintendenza Archeologia-Nucleo Operativo di Verona, del museo civico di Storia naturale di Verona, del museo Archeologico nazionale Atestino e di alcuni musei civici: Legnago, Cavaion Veronese, Castelnuovo Bariano. “Valorizziamo il patrimonio archeologico, con un’idonea azione didattica a supporto: pannelli con testi originali e immagini aprono finestre di approfondimento immediate e di facile lettura per ogni pubblico”.
La mostra si articola in due sezioni. Nella prima c’è la presentazione del sito seriale transnazionale Unesco “Siti palafitticoli preistorici dell’Arco alpino”: un’alternanza di pannelli e vetrine sui siti Unesco e alcuni siti palafitticoli del Veneto. Nella seconda, l’alimentazione all’epoca delle palafitte. Introduzione alle strategie di sussistenza alimentare, con un focus particolare su agricoltura, caccia, pesca, allevamento, cottura e conservazione dei cibi, oltre alla lavorazione delle materiale prime fornite da queste attività primarie.
Commenti recenti