Montebelluna (Tv). Al museo civico la conferenza “So much more than sex. Oltre alle immagini della situla di Montebelluna” di Louis Nebelsick e Clara Schaller, con la partecipazione di Luca Zaghetto, a corollario della mostra “Fabulae. Le situle raccontano i Veneti antichi”
La scena di amplesso tra un uomo e una donna rappresentata sulla situla figurata di Montebelluna non è solo una storia di sesso, ma ha molteplici significati da interpretare nel giusto contesto sociale dei Veneti antichi. Ne parleranno nella conferenza “So much more than sex. Oltre alle immagini della situla di Montebelluna” Louis Nebelsick e Clara Schaller, con la partecipazione di Luca Zaghetto, giovedì 8 maggio 2025, alle 20.45, al museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna (Tv) dove, fino al 31 agosto 2025, si può visitare la mostra “Fabulae. Le situle raccontano i Veneti antichi” con protagoniste le due situle figurate, scoperte una nel 2002 e l’altra nel 2012 nella necropoli preromana di via Cima Mandria di Posmon di Montebelluna. La conferenza è in lingua inglese con traduzione a cura di Luca Zaghetto. Per adulti. Ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria. Per info e prenotazioni: info@museomontebelluna.it, 0423 617479.
Della prima situla di Montebelluna, in occasione dell’inaugurazione della mostra “Fabuilae”, Angela Ruta, già direttrice del museo nazionale Atestino, ha fatto un’attenta descrizione per archeologiavocidalpassato.com che qui riproponiamo.

La situla di Montebelluna scoperta nel 2002 nella tomba 244 della necropoli di Posmon e conservata al museo civico di Montebelluna (foto sabap-ve-met)
“La prima situla esposta in questa mostra è stata ritrovata nel 2002 e fa parte di una tomba – la 244 – della necropoli di Posmon. La situla purtroppo è molto corrosa e quindi non è facile ricostruire la storia che vi è raccontata. Rispetto all’altra situla, quella della tomba 5, ha una caratteristica: la situla della tomba 5 rappresenta il conflitto territoriale, mentre questa della 244 rappresenta la festa, il matrimonio, l’unione, perché il racconto inizia con un corteo di carri con dei signori seduti, e subito abbiamo due particolarità. La prima è che dietro un carro c’è un prigioniero legato, l’altra è che su una biga compare una coppia. Ed è la prima volta che la donna è ritratta a fianco del personaggio maschile. Poi nella fascia mediana c’è tutta una serie di scene di festa con una scena musicale, una scena di libagione, e – qui viene il bello – una scena di accoppiamento amoroso molto realistica, come è usanza però sull’arte delle situle. Ma la sorpresa, la novità, è la scena successiva, perché dopo l’accoppiamento sul materasso ondulato si vedono due donne, una di fronte all’altra, entrambe impugnano una grande conocchia e dalla conocchia pende il fuso con la fusaiola, e già questa è una novità per l’arte delle situle del Veneto, della Slovenia, etc. Ma cosa sorprendente una delle due donne è in attesa, nel senso che ha il ventre prominente e la cintura bassa. Ecco sicuramente si pensa subito per associazione di idee alla situla dell’Alpago dove alle scene amorose – anche un po’ trasgressive alcune – segue invece il parto. Qui non abbiamo il parto abbiamo la gravidanza rappresentata. E anche questa è una novità stupefacente. Non avevamo niente del genere. Poi nella fascia inferiore invece sono scene di ambientazione: la caccia, la natura più consueta”.
Montebelluna (Tv). Al via al museo civico la mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi” dedicata all’eccezionale scoperta nella necropoli preromana di Posmon: le due situle in bronzo figurate esposte insieme per la prima volta: reperti da Montebelluna, Este e Lubiana

Fasi di allestimento della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi” al museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna (foto museo civico)
Manca solo un giorno al grande evento e al museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna (Tv) si stanno ultimando i preparativi di allestimento della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi” (17 novembre 2024 – 31 agosto 2025), dedicata ad un patrimonio archeologico eccezionale, recuperato grazie alle attività di tutela sul territorio: le due situle (vasi a forma di secchio) in bronzo figurate portate alla luce nel 2002 e nel 2012 nella necropoli preromana di Posmon a Montebelluna e, ora, esposte insieme per la prima volta. I due vasi, decorati nello stile della cosiddetta Arte delle Situle, sono tra gli esemplari più rappresentativi e più spettacolari della cultura materiale dei Veneti antichi, il popolo vissuto nell’Italia nord orientale tra il IX secolo a.C. e l’arrivo dei Romani.

Appuntamento al museo di Montebelluna sabato 16 novembre 2024 alle 16.30: dopo i saluti istituzionali del Comune di Montebelluna, della soprintendenza ABAP-VE-MET e della direzione regionale Musei nazionali Veneto, la visita è libera alla presenza dei curatori. Sono previste visite guidate animate per bambini. Seguirà un momento conviviale.

La mostra “FABULAE” al museo nazionale Atestino di Este (marzo – giugno 2024)
La mostra è il frutto di una collaborazione istituzionale tra Comune di Montebelluna, con il suo museo civico, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso e direzione regionale Musei nazionali Veneto a cui fa capo il museo nazionale Atestino dove nel marzo scorso, nell’ambito di questo progetto, è stata esposta in anteprima la situla del 2012, con il suo corredo, a seguito del restauro effettuato nel laboratorio del museo (vedi Este (Pd). Al museo nazionale Atestino apre l’anteprima della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi”, con focus sul restauro e sulle tecniche di realizzazione del manufatto, evento prequel del progetto (seconda parte a novembre a Montebelluna) di studio e valorizzazione delle due situle scoperte nella necropoli di Posmon di Montebelluna | archeologiavocidalpassato). Il comitato scientifico è costituito da un team di esperti: Stefano Buson, già funzionario restauratore al museo nazionale Atestino; Monica Celi, direttrice del museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna; Emanuela Gilli, conservatrice archeologa del museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna; Giovanna Gambacurta, professore associato di Etruscologia ed Antichità italiche all’università Ca’ Foscari di Venezia; Nicoletta Onisto, esperta in resti cremati, docente incaricato all’università di Ferrara; Carla Pirazzini, funzionario archeologo responsabile delle zone di Este e di Montebelluna per la soprintendenza ABAP VE-MET; Benedetta Prosdocimi, direttrice del museo nazionale Atestino; Angela Ruta, già direttrice del museo nazionale Atestino; Luca Zaghetto, archeologo, autore di studi sistematici sui sistemi iconografici dell’arte delle situle.

La situla di Montebelluna scoperta nel 2002 nella tomba 244 della necropoli di Posmon e conservata al museo civico di Montebelluna (foto sabap-ve-met)
La mostra “FABULAE” nasce dalla volontà di restituire alla comunità questo patrimonio straordinario ed è stata l’occasione per riprendere gli studi sulla necropoli preromana di Montebelluna-Posmon avvalendosi di un gruppo di lavoro interdisciplinare a garanzia della qualità scientifica di un’operazione che unisce la ricerca alla valorizzazione. L’impianto museologico e museografico prevede l’utilizzo di linguaggi diversi che si adattano ai diversi target d’utenza nel pieno rispetto degli stili di apprendimento di ogni persona. All’interno della mostra sono così previsti percorsi paralleli in relazione alle fasce d’età (età prescolare, scolare e adulti). La mostra potrà essere fruita dai visitatori sia singolarmente in piena autonomia, sia in gruppo attraverso visite guidate. Per le scuole di ogni ordine e grado e per gruppi organizzati è prevista un’offerta educativa che prevede percorsi emozionali, visite guidate partecipate, laboratori e animazioni.

La situla scoperta nella necropoli di Posmon di Montebelluna nel 2012 dopo i restauri (foto sabap-ve-met)
Il percorso espositivo. Le “vite” e i “racconti” di questi due capolavori vengono presentati in un percorso dove passato e presente testimoniato si alternano in un dialogo costante. I reperti esposti, datati tra il VII e il I secolo a.C., sono più di 400 tra materiali dello stesso museo civico di Montebelluna e altri in prestito dal museo nazionale Atestino (Este | PD) e dal museo nazionale Sloveno (Lubiana |SLO). L’allestimento prevede soluzioni immersive, postazioni interattive e partecipative per far rivivere, anche in maniera emozionale, il mondo dei Veneti antichi raccontato dalle due situle di Montebelluna nel contesto dei nuovi studi sulla necropoli di Posmon.
Este (Pd). Al museo nazionale Atestino apre l’anteprima della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi”, con focus sul restauro e sulle tecniche di realizzazione del manufatto, evento prequel del progetto (seconda parte a novembre a Montebelluna) di studio e valorizzazione delle due situle scoperte nella necropoli di Posmon di Montebelluna

Locandina dell’anteprima della mostra “Fabulae. Le situle raccontano i Veneti antichi” al museo nazionale Atestino di este dal 28 marzo al 30 giugno 2024

La situla Benvenuti conservata al museo nazionale Atestino di Este (foto drm-veneto)

La situla di Montebelluna scoperta nel 2002 nella tomba 244 della necropoli di Posmon e conservata al museo civico di Montebelluna (foto sabap-ve-met)
Al museo nazionale Atestino di Este (Pd) giovedì 28 marzo, alle 17.30, si inaugura l’anteprima della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi”, evento prequel – dal 28 marzo al 30 giugno 2024 – della mostra che aprirà il 9 novembre 2024 al museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna (Tv), con la presentazione in anteprima della situla rinvenuta nel 2012 a Posmon di Montebelluna, con focus sul restauro e sulle tecniche di realizzazione del manufatto: l’esposizione nella sala III del Museo permetterà un confronto diretto con la situla Benvenuti di Este, capolavoro e capostipite di questa forma artistica. Il progetto di mostra temporanea “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi” nasce dalla volontà di restituire alla comunità un patrimonio archeologico eccezionale, rinvenuto nel corso di attività di tutela territoriale sotto la direzione scientifica della Soprintendenza, che a volte sono vissute come un peso dai cittadini: si tratta di due reperti davvero iconici, due vasi in bronzo a forma di secchio (situle), messi in luce rispettivamente nel 2002 e nel 2012 nella necropoli preromana di Posmon a Montebelluna (Treviso), recuperate, restaurate e studiate sotto la direzione scientifica della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso. Le due situle, riccamente decorate, rientrano tra gli esemplari più rappresentativi e più spettacolari della cultura materiale dei Veneti antichi, il popolo vissuto nell’Italia nord orientale tra il IX secolo a.C. e l’arrivo dei Romani.

La situla scoperta nella necropoli di Posmon di Montebelluna nel 2012 dopo i restauri (foto sabap-ve-met)

Particolare della decorazione della situla di Montebelluna in fase di restauro: cervo con corna ramificate (foto stefano buson)
Il progetto ha preso avvio a conclusione dello studio della situla del 2012, reso possibile grazie al restauro nei laboratori del museo nazionale Atestino (oggi afferente alla direzione regionale Musei Veneto), dove il reperto si trova tuttora in attesa di essere riportato al museo civico di Montebelluna e ricongiunto all’esemplare rinvenuto nel 2002. Per questo, i due musei si sono uniti alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso in un progetto espositivo in due fasi: la prima, quella che apre il 28 marzo 2024 – come detto – a este; la seconda, dal 9 novembre 2024, al museo civico di Montebelluna dove sarà inaugurata la mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi”, in cui le due situle di Montebelluna, per la prima volta riunite, saranno lo spunto per una narrazione sui Veneti antichi. L’allestimento si baserà su innovative soluzioni immersive per far rivivere a tutti il mondo degli antichi Veneti e trasformare in emozioni le informazioni ottenute dai nuovi studi sulla necropoli di Posmon.

Una fase della ricostruzione sperimentale della situala di Montebelluna (foto stefano buson)

Particolare della ricostruzione della situla di Montebelluna: guerriero che porta un vessillo a forma di tridente (foto di R. Miotto)
I punti di forza del progetto sono dunque: patrimonio archeologico: reperti di notevole rarità e grande impatto; situle venete come strumento d’indagine archeologica e al contempo bacino di informazioni d’interesse storico e antropologico; ricostruzione della complessità culturale degli antichi Veneti, dall’organizzazione sociale alle usanze comunitarie, sulla base dei dati forniti dai reperti; sinergia interdisciplinare tra enti locali e istituzioni nazionali; coinvolgimento della comunità contemporanea attraverso l’attuazione di un progetto di archeologia pubblica e partecipativa; approccio museografico innovativo di tipo esperienziale e immersivo. Il comitato scientifico è costituito da un team interdisciplinare di esperti: Stefano Buson, già funzionario restauratore presso il museo nazionale Atestino; Monica Celi, direttrice del museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna; Emanuela Gilli, conservatrice archeologa del museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna; Giovanna Gambacurta, professore associato di Etruscologia ed Antichità italiche all’università Ca’ Foscari di Venezia; Nicoletta Onisto, esperta in resti cremati, docente incaricato all’università di Ferrara; Carla Pirazzini, funzionario archeologo responsabile delle zone di Este e di Montebelluna per la soprintendenza ABAP VE-MET; Benedetta Prosdocimi, direttrice del museo nazionale Atestino; Angela Ruta, già direttrice del museo nazionale Atestino; Luca Zaghetto, archeologo, autore di studi sistematici sui sistemi iconografici dell’arte delle situle. Enti promotori del progetto: soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso, direzione regionale Musei Veneto – museo nazionale Atestino, Comune di Montebelluna – Museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna. In collaborazione con università Ca’ Foscari Venezia – dipartimento Beni umanistici. Con il patrocinio di: Comune di Este, istituto nazionale di Studi etruschi e italici-Sezione Etruria padana e Italia settentrionale.
Montebelluna (Tv). All’auditorium per la rassegna “News dal Museo. La ricerca in diretta” incontro con l’archeologa Veronica Groppo su “News dai Veneti antichi. Studio e valorizzazione della necropoli di Posmon” con la presentazione degli ultimi studi sui corredi veneti antichi della necropoli di Posmon a Montebelluna


Una delle vetrine dedicate alla necropoli di Posmon di Montebelluna (Tv) al museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna (foto museo montebelluna)
Come si viveva al tempo dei Veneti antichi? Com’era la società montebellunese di 2500 anni fa? Una prima risposta a queste domande nell’incontro “News dai Veneti antichi. Studio e valorizzazione della necropoli di Posmon” con Veronica Groppo giovedì 30 novembre 2023, alle 20.45, all’auditorium della Biblioteca Comunale in largo Dieci Martiri 1 a Montebelluna (Tv). Ingresso libero. La conferenza è l’ultimo degli otto incontri della rassegna “News dal Museo. La ricerca in diretta” organizzata dal museo civico di Storia naturale e Archeologia Montebelluna, insieme alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Padova e al museo nazionale Atestino di Este per la conoscenza e la divulgazione del ricco patrimonio archeologico preromano rinvenuto nel sito di Posmon, dove è stata rinvenuta una vasta necropoli veneto-antica e romana e strutture di età romana. I reperti degli oltre 300 corredi funerari recuperati si trovano al museo civico di Montebelluna (sec VII a.C. – sec. I d.C.).

L’archeologa Veronica Groppo impegnata nell’inventariazione e studio dei materiali provenienti dalla necropoli di Posmon di Montebelluna e conservati nel depositi del museo civico di Montebelluna (foto museo montebelluna)
Nell’appuntamento di giovedì 30 novembre 2023 all’auditorium della Biblioteca Comunale di Montebelluna, l’archeologa Veronica Groppo presenterà i suoi ultimi studi sui corredi veneti antichi della necropoli di Posmon a Montebelluna a seguito di una campagna triennale di inventariazione dei materiali. L’analisi di centinaia di reperti provenienti da tombe organizzate in strutture a tumulo rivela una differenziazione sociale dove il potere e la ricchezza sono dichiarati attraverso la deposizione di oggetti prestigio, tra cui spiccano le situle in bronzo, vasi a forma di secchio usati come urne per i resti cremati dei defunti. Montebelluna veneta antica deve la sua fama proprio alle due situle decorate già presentate in varie sedi, ma che ora saranno rivalutate alla luce del riesame dell’intera necropoli in vista dei prossimi importanti eventi di cui si parlerà in occasione della conferenza.

L’archeologa Veronica Groppo (foto unive)
Veronica Groppo, archeologa protostorica, è da tempo impegnata nello studio dei resti di abitato rinvenuti a Montebelluna (l’abitato con il forno rinvenuto a Mercato Vecchio) e da tre anni per l’inventariazione dei corredi veneti antichi della necropoli di Posmon. Veronica Groppo inoltre sta studiando anche i contesti protostorici di Oderzo.
Montebelluna. In biblioteca il convegno “1872. La terza Città. Montebelluna dalle origini alla città nuova”: dai Veneti antichi all’insediamento romano, dal medioevo all’età moderna della Serenissima, fino alla città del Novecento. Ecco il ricco programma e qualche anticipazione

La situla di Montebelluna, tra i pezzi più famosi dei veneti antichi conservati al museo di Montebelluna (Tv) (foto muve)
Nel 1869 il consiglio comunale di Montebelluna (Tv) deliberò, dopo una accesa discussione tecnica e politica, l’atteso trasporto dell’antico mercato dal colle al piano. I progetti giunti all’attenzione dei commissari furono sei ma il progetto più rispondente ai bisogni richiesti venne giudicato “Il tempo è moneta” a firma Gio. Batta Dall’Armi. Il giorno 8 settembre 1872 il “Nuovo Mercato” venne inaugurato. Iniziò così la vita della nuova città di Montebelluna. Ma la storia di Montebelluna è ben più antica, prende il via dal Paleolitico, proseguendo con il florido periodo dei Veneti Antichi, attestato da un’importante necropoli, sino all’epoca romana. Oggi Montebelluna è questo, una città dalla storia millenaria ma il cui centro, disegnato a tavolino, ha tutto sommato solo 150 anni di vita. Sabato 19 novembre 2022, all’auditorium della biblioteca di Montebelluna, dalle 10 alle 18, il convegno “1872. La terza Città. Montebelluna dalle origini alla città nuova” cerca di esplorare questa storia, dai Veneti antichi all’insediamento romano, lungo il medioevo e l’età moderna della Serenissima, per trattare poi della città del Novecento. Interverranno Alfredo Buonopane, Angela Trevisin, Attilio Mastrocinque, Benedetta Prosdocimi, Chiara Sacchet, Chiara Scarselletti, Danilo Gasparini, Emanuela Gilli, Giovanna Gambacurta, Irene Bolzon, Leonardo Sernagiotto, Luca Arioli, Lucio de Bortoli e Ranieri Melardi. Mentre gli studenti dell’IPSSEOA – Maffioli presenteranno il Biscotto dei 150 anni. Accesso libero, prenotazione consigliata. Info e prenotazioni: 0423600024 | info@bibliotecamontebelluna.it
PROGRAMMA PRIMA SESSIONE (10-13): LE ORIGINI. Alle 10, registrazione e saluti istituzionali; 10.45, Giovanna Gambacurta, Emanuela Gilli su “Tra signori e mercanti. Montebelluna al tempo dei Veneti antichi”; 11.15, Luca Arioli, Alfredo Buonopane, Attilio Mastrocinque, Benedetta Prosdocimi su “Alle origini di Montebelluna romana. Le scoperte di Mercato Vecchio”; 12, Leonardo Sernagiotto su “Imperatori e vescovi, condottieri e letterati. Montebelluna e il medioevo”; 12.30, Danilo Gasparini su “I mercati della Serenissima: luoghi sacri dell’abbondanza”. Interventi del pubblico.
PROGRAMMA SECONDA SESSIONE (15-18): VERSO LA CITTÀ NUOVA. Alle 15, Ranieri Melardi su “Le opere d’arte antica nel duomo di Montebelluna provenienti da Santa Maria in Colle (e non solo)”; 15.30, Irene Bolzon su “Montebelluna e le sue strade: dalla rappresentazione del potere alla toponomastica partecipativa”; 16, Angela Trevisin e Chiara Sacchet su “C’era una volta la città del lavoro. Ricerche e testimonianze su un distretto industriale”; 16.30, Chiara Scarselletti su “Dall’archivio allo smartphone: le cartoline del Fondo Robazza alla prova della Public History”; 17, Lucio De Bortoli su “Dopo e dentro la nuova città” (Relazione conclusiva). Interventi del pubblico. Alle 18, presentazione e degustazione del Biscotto dei 150 anni e diffusione della ricetta a cura dell’Istituto Maffioli.

Le situle dei Veneti antichi esposte al museo di Storia naturale e archeologia di Montebelluna (Tv) (foto muve)
Giovanna Gambacurta, Emanuela Gilli: “Tra signori e mercanti. Montebelluna al tempo dei Veneti antichi”. “Dopo un breve aggiornamento sul popolamento preistorico del territorio di Montebelluna, alla luce delle ultime ricerche”, anticipano le due relatrici, “il focus dell’intervento sarà l’inquadramento del periodo veneto antico raccontato dalle eccezionali situle decorate rinvenute nella necropoli preromana di Montebelluna-Posmon. L’accurato studio della seconda situla di Montebelluna, condotto da Giovanna Gambacurta, abbinato all’interpretazione degli altri esempi di arte delle situle precedentemente rinvenuti a Posmon e alla ricca documentazione archeologica, consente di ricostruire in maniera accurata uno spaccato “storico” della comunità veneto-antica del nostro territorio rivelando nuovi dettagli sugli aspetti socio-economici della comunità antico-veneta. I rinvenimenti di situle decorate a Montebelluna ha davvero costituito una svolta nello studio di questi documenti e nella valutazione del centro preromano”. Prima della storia solo l’archeologia ci permette di ricostruire le origini della presenza umana nel territorio montebellunese e seguirne le vicende fino alla romanizzazione. In particolare gli ultimi studi sui corredi e sulle due situle figurate della necropoli di Montebelluna-Posmon”.

Frammento lapideo con tratto di una lettera capitale incisa (foto muve)
Luca Arioli, Alfredo Buonopane, Attilio Mastrocinque, Benedetta Prosdocimi: “Alle origini di Montebelluna romana. Le scoperte di Mercato Vecchio”. Gli scavi archeologici sul fondo ex Amistani a Mercato Vecchio hanno messo in luce un complesso di strutture romane riferibili a una grande villa rustica. I nuovi dati archeologici ed epigrafici interpretati con la lente dello storico consentono ora di ricostruire il quadro dell’abitato romano di Montebelluna dalla tarda età repubblicana al periodo tardo-antico.
Montebelluna. Il museo di Storia naturale e Archeologia organizza sulla piattaforma Zoom il corso di approfondimento on line “Storie di Veneti antichi” con l’archeologo Luca Zaghetto sulle nuove scoperte e i più recenti studi


L’archeologo Luca Zaghetto
I Veneti antichi a portata di click. Il museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna due incontri di approfondimento on line dedicato ai Veneti antichi, descritti e raccontati da Luca Zaghetto alla luce delle nuove scoperte e dei più recenti studi. Il corso di approfondimento “Storie di Veneti antichi”, organizzato dal museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna nell’ambito dei suoi servizi educativi rivolti al mondo della scuola e a tutti gli interessati, è articolato in due incontri online su piattaforma Zoom: giovedì 24 marzo 2022, dalle 17.30 alle 18.30, e martedì 29 marzo 2022, sempre dalle 17.30 alle 18.30. Il corso è gratuito e su prenotazione. Per informazioni e prenotazioni: tel. 0423300465, didattica@museomontebelluna.it. Nell’ambito delle collezioni archeologiche del museo civico di Montebelluna, la sezione dei Veneti antichi sta infatti assumendo un’importanza crescente grazie all’arrivo di importanti esemplari dell’Arte delle situle dalla necropoli di Posmon (Montebelluna). Tra questi il più noto e significativo è la situla in bronzo figurata della tomba n. 244 che troverà spazio nell’aggiornamento proposto da Luca Zaghetto, archeologo specializzato in protostoria europea. Oltre ad aver pubblicati alcuni libri e articoli scientifici sull’Arte delle situle e sui Veneti antichi, Zaghetto collabora con varie università italiane ed europee su progetti riguardanti i linguaggi figurati e l’antico DNA delle popolazioni protostoriche. È stato recente co-organizzatore della giornata Internazionale di Studi “Rhaeti & co.” (2021) dedicata ai più recenti risultati in campo genetico, linguistico ed archeologico sul tema delle origini delle popolazioni alpine. Il primo incontro (il 24 marzo 2022) servirà a prendere conoscenza del quadro generale del veneto preromano e delle relazioni fra i Veneti e le altre grandi culture europee e mediterranee del II e soprattutto del I millennio a.C. (Etruschi, Italici, Celti, Latini, Greci, ecc.). Il secondo incontro (il 29 marzo 2022) sarà invece dedicato all’Arte delle situle, una forma d’arte tipica dei Veneti e dei loro vicini, che fra 600 e 400 a.C., fornisce inestimabili immagini di vita reale in un periodo altrimenti largamente sconosciuto. Oltre a presentare i più rilevanti e aggiornati dati archeologici, il corso è dunque anche un’occasione per prendere contatto con altri aspetti tipici della civiltà veneta, come appunto quelli iconografici, artistici e linguistici.
Montebelluna. L’archeologa Giovanna Gambacurta, che ne sta curando lo studio, presenta per la prima volta al pubblico al museo civico la situla dei veneti antichi scoperta nel 2012 nella necropoli di Posmon: un ossuario con tre individui cremati, forse un cimelio di famiglia

Una nuova situla in bronzo decorata è stata scoperta nella necropoli veneto antica di Montebelluna-Posmon. Si tratta della terza, e forse della quarta situla, da Montebelluna che diventa così il centro con più attestazioni di situle decorate in Veneto dopo Este. Giovanna Gambacurta, che sta curando lo studio della nuova situla, ne parla per la prima volta martedì 6 luglio 2021, alle 21, nel giardino del museo civico di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna. Iniziativa gratuita su prenotazione. Per info e prenotazioni: 0423 300465 – info@museomontebelluna.it. “Da Montebelluna vengono alcuni documenti veneti figurati”, ricorda l’archeologa Giovanna Gambacurta, docente di Etruscologia e antichità italiche all’università Ca’ Foscari di Venezia: “una cista, nota dall’800; il frammento di una situla con l’immagine di un carro, rinvenuto di recente in operazioni di restauro, una situla figurata edita nel 2014 da Elodia Bianchin e rinvenuta nella tomba 244 della necropoli di Posmon. In questa situla e nella cista vi sono scene di aratura, scene riconducibili probabilmente a forme di feste o ritualità e scene erotiche”. E arriviamo alla nuova scoperta: “La nuova situla – spiega Gambacurta – è stata rinvenuta nel 2012 nella necropoli di Posmon e reca una decorazione piuttosto differente dalle precedenti. Era usata come ossuario di una sepoltura e, straordinariamente, le analisi antropologiche hanno individuato dentro al situla le ossa cremate di tre individui, con ogni probabilità un uomo, una donna e una giovane adolescente, il tutto con un ricco corredo di oggetti personali. La cosa interessante è che la sepoltura si data alla seconda metà del V secolo senza tanti dubbi, mentre la situla è almeno 70 o più anni più vecchia, rappresenterebbe quindi un cimelio di famiglia, probabilmente ereditato e alla fine usata come ossuario”. La situla, che era in condizioni molto precarie, è stata subito sottoposta al restauro, per il quale sono stati necessari alcuni anni, cui è seguito lo studio dei materiali di corredo e delle ossa. E ora siamo arrivati al momento dello studio della situla. “La situla”, anticipa Gambacurta, “ha una decorazione figurata su tre registri, con la particolarità che non compaiono figure femminili e si tratta di una figurazione di carattere marziale, con un registro dedicato completamente ad una teoria militare. Alcuni dettagli in tutti e tre i registri, che sembrano legati da una logica narrativa unica, fanno presumere che si possa trattare di episodi bellici, schermaglie o forme di guerriglia, legate al controllo dei confini del territorio e in particolare forse al controllo della Valle del Piave, direttrice portante dei commerci nella piena età del Ferro”.
“Restituire il passato”: al museo civico di Montebelluna apre il nuovo percorso della sezione archeologica con importanti reperti inediti soprattutto dalla necropoli dei veneti antichi e romana di Posmon
Sono passati più di quindici anni da quando, nel 2001, le campagne di scavo sistematiche della soprintendenza in località Posmon, confermarono la posizione di assoluta rilevanza ricoperta da Montebelluna, città prima dei veneti antichi e poi romana, punto nevralgico lungo la via commerciale che collegava i centri veneti di pianura, e in particolare Padova, con i mercati alpini e transalpini. All’epoca furono individuate e recuperate più di 300 sepolture distribuite lungo un arco di tempo che va dal VI secolo a.C. fino alla piena età romana. Nel corso dello scavo i corredi furono prelevati a blocco insieme al terreno di riempimento delle sepolture per essere sottoposti a un più accurato e delicato scavo in laboratorio. Amministratori e archeologi si erano dati dieci anni per lo scavo in laboratorio delle tombe recuperate, il restauro e lo studio dei corredi, e il loro allestimento museale. Ci siamo. Sabato 23 settembre 2017 il museo civico di Storia naturale e di Archeologia di Montebelluna inaugura alle 18.30 il nuovo percorso espositivo con l’evento “Restituire il passato. Nuovi restauri al Museo Civico di Montebelluna”. La sezione archeologica del museo civico di Montebelluna continua dunque a rinnovarsi. Così dal 23 settembre 2017, in occasione delle Giornate europee del patrimonio, al termine della cerimonia di inaugurazione sarà possibile visitare un nuovo percorso dedicato al restauro di importanti rinvenimenti archeologici inediti del territorio, allestito in stretta collaborazione con la soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’Area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso. Sabato 23 e domenica 24, giornate europee del patrimonio, l’ingresso al museo sarà al prezzo speciale di 1 euro. Invece dalle 18.30 di sabato 23 ingresso gratuito fino al termine della cerimonia di inaugurazione.

Toro in bronzo di età romana dalla collina di Montebelluna (foto Archivio Soprintendenza ABAP-Ve-Met, vietata la riproduzione)
“I visitatori”, spiega Emanuela Gilli, conservatore archeologo del museo, “rimarranno stupiti dalla varietà e dalla bellezza dei nuovi reperti, che vengono restituiti grazie agli interventi conservativi effettuati presso il laboratorio di restauro della soprintendenza. Dalla preistoria all’età romana, le collezioni archeologiche saranno arricchite con inediti esemplari, alcuni di recente acquisizione, altri provenienti dagli scavi della necropoli preromana e romana di Posmon di Montebelluna, in via Cima Mandria”. E continua: “Dal territorio provengono alcuni rari esempi di asce preromane in rame e in bronzo, attestazioni non solo di una lunga diffusione di prodotti di elevata qualità, ma anche delle più antiche tecniche di lavorazione dei metalli, come dimostra il toro in bronzo del I secolo d.C., un vero capolavoro della bronzistica romana”. L’archeologa fa notare come la necropoli di Posmon continui a sorprendere con importanti corredi funerari connotati da eccezionali reperti, alcuni dei quali sono esposti nel nuovo percorso: in particolare, per il periodo dei Veneti antichi, il prezioso pugnale con fodero in lamina di bronzo decorato nello stile dell’arte delle situle (VI secolo a.C.), mentre, per la successiva età romana, una lamina inscritta (I secolo d.C.) menziona per la prima volta il magistrato municipale Lucio Orazio Longo, proveniente da Montebelluna. “Frammenti di un passato, altrimenti perduto, che è possibile restituire alla comunità anche grazie all’intervento degli specialisti dei dipartimenti di Ingegneria industriale e dei Beni culturali dell’università di Padova, che hanno contribuito allo studio dei manufatti con le analisi specialistiche”.

Coltello con fodero decorato dalla necropoli di via Cima Mandria a Posmon di Montebelluna, tomba n. 118, del VI secolo a.C. (foto Archivio Soprintendenza ABAP-Ve-Met, vietata la riproduzione)
Particolarmente soddisfatto il sindaco di Montebelluna, Marzio Favero, che ha inserito il progetto nelle attività di valorizzazione e divulgazione promosse dall’amministrazione comunale attraverso il museo civico: “Anno dopo anno con l’esposizione dei reperti di grande valore che emergono dal territorio come la Situla di età venetica, piuttosto che adesso il coltello figurato o la testa di toro di età romana di pregevole fattura, il museo diventa sempre di più museo di luogo e non locale, di respiro regionale e nazionale e questo è reso possibile grazie a due fattori: la professionalità dei dipendenti del nostro museo, in particolare della responsabile della sezione archeologica, Emanuela Gilli, e dal dialogo costante e fruttuoso con la soprintendenza”. E l’assessore alla cultura, Debora Varaschin: “Come assessore alla Cultura non posso che essere felice di poter ridare alla comunità l’opportunità di conoscere quello che il nostro territorio ci regala dal passato attraverso questi nuovi reperti che andranno ad arricchire la sezione di archeologia del museo civico di Montebelluna. Un doveroso ringraziamento a chi si è adoperato perché questo avvenisse, museo civico e soprattutto al lavoro conservativo della soprintendenza. Il nostro territorio è pieno di storia e il lavoro incessante di ricerca, restauro, conservazione di quanto emerge dal passato è per una comunità, il valore dato dalla conoscenza e consapevolezza del proprio passato”.





Commenti recenti