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Roma. Alle Scuderie del Quirinale aperta la mostra “Tesori dei Faraoni”, la seconda più ampia esposizione di antichità egizie mai allestita in Italia dal 2002: 130 capolavori dell’arte dell’Antico Egitto, provenienti dal museo Egizio del Cairo e dal museo di Luxor. L’inaugurazione alla presenza del Presidente Sergio Mattarella con il ministro per il Turismo e le Antichità dell’Egitto, Sherif Fathy

Oro, lapislazzuli, alabastro direttamente dall’Antico Egitto. Vengono dal museo Egizio del Cairo i cinque bracciali d’oro di Sekhemkhet (III dinastia); il grande collare di Psusennes I (XXI dinastia) in oro, lapislazzuli, corniola, feldspato; il pendente col volto di Hathor (XXII dinastia) in lapislazzuli e oro; la sedia della principessa Sitamon (XVIII dinastia) in legno dorato; la pietra calcarea dipinta con Akhenaten e la famiglia in adorazione del Dio Aten (XVIII dinastia); la maschera funeraria d’oro di Amenemope (XXI dinastia) in oro e cartonnage. Invece dal museo di Luxor ecco la decorazione al Valor militare in oro (fine XVII – inizio XVIII dinastia); il sarcofago antropoide esterno di Tuya (XVIII dinastia) in legno rivestito di stucco dorato; l’anello di maiolica blu (XVIII dinastia) in faience. Sono solo alcuni di 130 capolavori dell’arte dell’Antico Egitto, provenienti dal museo Egizio del Cairo e dal museo di Luxor, molti dei quali esposti per la prima volta fuori dal loro paese, che dal 24 ottobre 2025 al 3 maggio 2026 si possono ammirare alle Scuderie del Quirinale a Roma nella mostra “Tesori dei faraoni”, curata da Tarek El Awady, già direttore del museo Egizio del Cairo, e prodotta da ALES – Arte Lavoro e Servizi del ministero della Cultura con MondoMostre, in collaborazione con il Supreme Council of Antiquities of Egypt, e il sostegno del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, del ministero della Cultura, del ministero del Turismo e delle Antichità d’Egitto, con il patrocinio della Regione Lazio e la collaborazione scientifica del museo Egizio di Torino.

Mostra “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale: da sinistra, Matteo Lafranconi, direttore delle Scuderie del Quirinale; Alessandro Giuli, ministro della Cultura; Fabio Tagliaferri, presidente di ALES (foto mic)

“Questa mostra racconta non solo i faraoni, ma anche le persone che li circondavano”, spiega il curatore Tarèk El Awady. “Ogni reperto è una voce che ci parla di vita, fede e immortalità. È un dialogo tra passato e presente, tra Egitto e Italia, che continua da tremila anni”. E Fabio Tagliaferri, presidente di ALES, aggiunge: “Tesori dei Faraoni riafferma il ruolo delle Scuderie del Quirinale, che ALES gestisce per il ministero della Cultura, come spazio delle grandi narrazioni universali e della cooperazione culturale internazionale. Con questo progetto, ALES e i partner istituzionali propongono un modello di cooperazione culturale che guarda oltre la mostra: programmi di formazione, attività didattiche, scambi scientifici e collaborazioni con musei e università italiane ed egiziane. La cultura diventa così infrastruttura di relazioni, nel segno del Piano Mattei, come investimento concreto nella conoscenza e nel futuro condiviso del Mediterraneo”. La mostra si inserisce infatti nel quadro delle relazioni culturali tra Italia ed Egitto e dialoga con gli obiettivi del Piano Mattei per l’Africa, come esempio concreto di cooperazione fondata su conoscenza, formazione e valorizzazione del patrimonio condiviso. È un progetto che riafferma la cultura come strumento di dialogo e amicizia, capace di unire due civiltà legate da sempre dal Mediterraneo e dal fascino della storia comune. Una stretta di mano che proseguirà con la partecipazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni all’inaugurazione del Gem, il Grand Egyptian Museum del Cairo, il 1° novembre 2025.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto all’inaugurazione della mostra “Tesori dei Faraoni” giovedì 23 ottobre 2025 con il ministro per il Turismo e le Antichità dell’Egitto, Sherif Fathy, e il segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità Mohamed, Ismail Khaled, accolti dal ministro della Cultura Alessandro Giuli e dal direttore delle Scuderie del Quirinale, Matteo Lafranconi. Il Capo dello Stato ha visitato il percorso espositivo illustrato da Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità e da Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino. “Affascinante”, il commento del presidente Mattarella.

Mostra “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale: da sinistra, Mohamed Ismail Khaled, Sergio Mattarella, Sherif Fathy, Alessandro Giuli, Christian Greco (foto mic)

“Orgoglioso, da ministro e da amante dell’antichità, di celebrare, nella cultura e nel dialogo, l’amicizia tra Italia ed Egitto”, dichiara il ministro Alessandro Giuli. “Questa mostra è l’esempio eccellente del fatto che la cooperazione in ambito culturale può generare frutti straordinari che arricchiscono identità radicate nel solco delle rispettive origini, e può, realmente, avvicinare popoli affratellati da una medesima comunità, oltre che geografica, di destino. Tesori dei Faraoni è un esempio eccellente, e virtuoso, di questo approccio. Non rappresenta soltanto una esposizione di stupendi manufatti, simbolo di una civiltà millenaria che ha saputo dare forma al mistero della vita attraverso la cultura, e ha influenzato le tradizioni più prestigiose, orientali e occidentali. Le Scuderie del Quirinale, con la gestione di ALES, rappresentano un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale, in grado di attrarre pubblico da tutto il mondo. La cura scientifica, la qualità dell’allestimento, l’attenzione alla mediazione culturale e all’accessibilità sono elementi che rendono le esposizioni qui realizzate momenti di godimento estetico e al tempo stesso occasioni di apprendimento autentico”. Sherif Fathy, ministro del Turismo e delle Antichità, ha evidenziato i profondi legami storici e culturali che uniscono l’Egitto e l’Italia, definendo la mostra “I Tesori dei Faraoni” a Roma come “una vera e propria incarnazione del rapporto radicato e duraturo tra le nostre due nazioni, un legame che si estende per millenni e che continua ad evolversi in un contesto di reciproco rispetto e apprezzamento”. Il ministro ha ribadito l’impegno dell’Egitto a rafforzare questa collaborazione e ad ampliare le opportunità di cooperazione in ambiti che rispondano agli interessi comuni di entrambi i Paesi, in particolare nei settori del turismo e delle antichità. “Questi due settori hanno da sempre svolto un ruolo fondamentale nel promuovere la comprensione reciproca, nel rafforzare i legami tra i popoli e nel costruire ponti tra civiltà”. E conclude: “I Tesori dei Faraoni sono molto più di una semplice esposizione archeologica; rappresentano una celebrazione dell’amicizia e della diplomazia culturale. Sono un invito coinvolgente per il popolo italiano a scoprire l’incredibile eredità archeologica dell’Egitto e la sua straordinaria diversità come destinazione turistica”. Anche Mohamed Ismail Khaled, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha sottolineato l’importanza della mostra “Tesori dei Faraoni” come un ponte culturale di grande rilievo che unisce l’Egitto al resto del mondo, offrendo al pubblico internazionale l’opportunità di immergersi nella profondità e nello splendore della civiltà dell’antico Egitto. “Le mostre archeologiche temporanee all’estero rappresentano uno degli strumenti più efficaci per promuovere la comprensione culturale e la valorizzazione del patrimonio umano condiviso. E questa alle Scuderie del Quirinale è la seconda più ampia esposizione di antichità egizie mai allestita in Italia dal 2002, a testimonianza dei solidi e duraturi legami culturali tra l’Egitto e l’Italia”.

Dettaglio del coperchio del sarcofago della regina Ahhotep II, in stucco dorato e legno (foto massimo listri)

Tesori dei Faraoni è un viaggio nella civiltà egizia attraverso le sue forme più alte e insieme più intime: potere, fede, vita quotidiana. Il percorso apre con lo splendore dell’oro, materia divina e simbolo dell’eternità. Il sarcofago dorato della regina Ahhotep II, la Collana delle Mosche d’oro, antica onorificenza militare per il valore in battaglia, e il collare di Psusennes I introducono al mondo delle élite egizie, dove l’ornamento diventa linguaggio politico e riflesso di una teologia del potere. Intorno al corredo funerario di Psusennes I, scoperto a Tanis nel 1940, si concentrano oggetti di straordinaria raffinatezza: amuleti, coppe e gioielli che, dopo tremila anni, conservano intatta la loro luce.

Vaso canopo di Tuya (foto massimo listri)

Dalla magnificenza regale si entra nell’universo del rito e del passaggio, dove la morte è intesa come trasformazione. Il monumentale sarcofago di Tuya, madre della regina Tiye, domina una sezione dedicata alle pratiche funerarie e alla fede di rinascita. Attorno, le statuette ushabti, i vasi canopi e un papiro del Libro dei Morti raccontano la precisione quasi scientifica con cui gli Egizi preparavano il viaggio nell’aldilà: un insieme di formule, immagini e strumenti per attraversare il mondo invisibile e rinascere alla luce di Ra.

Sedia dorata della principessa Sitamon (foto massimo listri)

Il percorso si apre poi al volto umano della regalità. Le tombe dei nobili e dei funzionari, come quella di Sennefer, svelano la quotidianità del potere, la devozione e il senso del dovere di chi serviva il faraone come garante dell’ordine cosmico. In dialogo con queste figure, la poltrona dorata di Sitamun, figlia di Amenofi III, restituisce un’intimità sorprendente: un oggetto domestico, usato in vita e poi deposto come dono nella tomba dei nonni, testimonianza rara di affetto e continuità familiare.

Anello in maiolica blu dalla Città d’Oro (foto massimo listri)

Una delle sezioni più attese è dedicata alla “Città d’Oro” di Amenofi III, scoperta nel 2021 da Zahi Hawass. Gli utensili, i sigilli e gli amuleti provenienti da questo straordinario sito restituiscono la voce degli artigiani e dei lavoratori che costruivano la grandezza dei faraoni. Lì, tra le officine e le case, la civiltà egizia appare nel suo volto più umano e produttivo, capace di unire ingegno tecnico e senso religioso in ogni gesto.

La Maschera funeraria d’oro di Amenemope (foto massimo listri)

La mostra culmina nel mistero della regalità divina. Le statue e i rilievi che chiudono il percorso sono tra le espressioni più alte dell’arte faraonica: l’Hatshepsut inginocchiata in atto d’offerta, la diade di Thutmosi III con Amon, la Triade di Micerino, fino alla splendida maschera d’oro di Amenemope, dove il volto del re, levigato e perfetto, diventa icona di un corpo che appartiene ormai al divino. In chiusura, la Mensa Isiaca – eccezionalmente concessa dal Museo Egizio di Torino – riannoda il filo simbolico che da Alessandria conduce a Roma, testimoniando l’antico legame spirituale e culturale tra i due mondi. Come ricorda Zahi Hawass, “il più grande monumento mai costruito dall’Egitto non fu una piramide o un tempio, ma l’idea stessa di eternità.” È questa idea, più forte della pietra e dell’oro, a risuonare in ogni sala della mostra.

 

Torino. Al museo Egizio la conferenza “Archeologia invisibile del crimine” a cura del Gabinetto interregionale di Polizia Scientifica e del museo Egizio con i curatori Susanne Töpfer ed Enrico Ferraris: l’obiettivo dell’incontro è quello di esplorare il legame tra archeologia e indagine nell’ambito di una ricostruzione giudiziaria

Nell’ambito del Torino Crime Festival, il festival italiano dedicato alla criminologia e allo storytelling sui fenomeni criminali giunto alla decima edizione, appuntamento venerdì 17 ottobre 2025, alle 18, nella sala conferenze del museo Egizio di Torino, con accesso da via Maria Vittoria 3m, per la conferenza “Archeologia invisibile del crimine” a cura del Gabinetto interregionale di Polizia Scientifica e del museo Egizio con i curatori Susanne Töpfer ed Enrico Ferraris, per un approfondimento sulle più aggiornate tecniche di analisi forensi di tipo tecnico scientifico, con un affondo su alcuni delitti dell’antico Egitto. L’obiettivo dell’incontro è quello di esplorare il legame tra archeologia e indagine nell’ambito di una ricostruzione giudiziaria. Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti. Iscrizioni su Eventbrite: https://www.eventbrite.com/…/archeologia-invisibile-del….

Ogni oggetto custodisce informazioni che trascendono la percezione immediata dei nostri sensi. Aspetto, dimensione, forma, colore e le tracce superficiali lasciate dall’uomo, dalla natura o dal tempo costituiscono dati iniziali, ma non esaustivi, sulla storia e sul ciclo di vita del reperto. L’applicazione di metodologie scientifiche avanzate consente oggi di interrogare gli oggetti in maniera molto approfondita. Tecniche chimiche, fisiche e radiologiche permettono di analizzare materiali, metodi di produzione, alterazioni e conservazione, restituendo informazioni altrimenti inaccessibili. In ambito forense, questa prospettiva rende possibile ricostruire eventi, identificare modalità operative e attribuire responsabilità, trasformando reperti apparentemente ordinari in fonti documentali cruciali per svolgere le indagini. La collaborazione tra istituzioni scientifiche e investigative, supportata da strumenti digitali e di imaging avanzato, crea un network di competenze che valorizza la capacità degli oggetti di raccontare storie invisibili. Una sorta di “archeologia invisibile” che trova applicazione anche nello studio dei fenomeni criminali, evidenziando come la scienza possa portare alla luce ciò che era nascosto. Al termine della conferenza, sarà possibile visitare liberamente l’allestimento permanente “Materia. Forma del Tempo”.

Torino. Al museo Egizio un’inedita chiave per scoprire le collezioni: “Visita il museo, ascolta le guide, disegna dal vero”. Bilancio della “Notte degli Scavi”: 4500 visitatori

Neanche il tempo di registrare il successo della “Notte degli Scavi” che il museo Egizio di Torino lancia un’inedita chiave per scoprire le collezioni: “Visita il museo, ascolta le guide, disegna dal vero”. Sabato 11, 18, 25 ottobre 2025 il museo Egizio sarà aperto fino alle 20. Con il biglietto di ingresso, dalle 18.30, i visitatori potranno usufruire di pillole egittologiche gratuite, disponibili lungo il percorso di visita, oltre che portare taccuino e matita per disegnare i reperti preferiti. Acquista il tuo biglietto al link https://ow.ly/83X850WZnks.

Grande partecipazione di pubblico alla prima “Notte degli Scavi” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

“Per la prima edizione della Notte degli scavi“, dichiarano al Museo, “sono venute a trovarci 4500 persone: un successo che ha superato le nostre aspettative: grazie di cuore. È solo grazie alla curiosità dei visitatori, alla partecipazione, al mettersi in gioco nelle varie attività che la nostra missione di raccontare e rendere viva l’archeologia si concretizza. La serata è stata raccontata anche attraverso il canale TikTok @genz_museoegizio grazie a studentesse e studenti del Liceo Massimo d’Azeglio di Torino. Grazie ai volontari Amici Collaboratori del Museo Egizio di Torino – A.C.M.E. per l’importante supporto durante l’evento”.

Torino. Al museo Egizio la conferenza “From 3D to carpentry techniques in Ancient Egypt” con Paul Bouchard, in presenza e on line. In collaborazione con ACME e l’università di Torino

Martedì 7 ottobre 2025, alle 18.30, in sala conferenze del museo Egizio di Torino l’incontro “From 3D to carpentry techniques in Ancient Egypt” con Paul Bouchard. L’evento è a ingresso libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/from-3d-to-carpentry… Live streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. La conferenza è organizzata in collaborazione con l’associazione ACME e il dipartimento di Studi storici dell’università di Torino. In lingua inglese con traduzione simultanea in italiano in sala. Attraverso illustrazioni, modelli 3D e fotografie del banco di lavoro, la conferenza illustra le fasi di progettazione ed esecuzione di diversi tipi di sgabelli e suppellettili dell’antico Egitto, con particolare riferimento alla collezione del museo Egizio. Le tecniche di falegnameria vengono spiegate in rapporto ai pezzi analizzati, offrendo al pubblico gli strumenti per comprendere e immaginare le giunzioni nascoste sotto la superficie degli oggetti lignei antichi.

Paul Bouchard, artigiano del legno e story artist canadese attivo nel campo dell’animazione, realizza fedeli repliche di mobili egizi utilizzando semplici utensili manuali e modelli digitali ottenuti da scansioni 3D e fotogrammetria. Laureato all’Ontario College of Art and Design (OCAD), porta avanti questo progetto come ricerca indipendente.

Torino. Al museo Egizio la prima “Notte degli Scavi”: incontri con egittologi, archeologi, restauratori e curatori; laboratori interattivi, dimostrazioni pratiche delle tecniche di scavo; le missioni da Saqqara a Deir el-Medina e Coptos. Ecco il programma tutto gratuito

Serata dedicata agli scavi archeologici, sabato 4 ottobre dalle 19 alle 24 al Museo Egizio, che lancia la “Notte degli Scavi”, un evento gratuito rivolto a tutti gli appassionati di archeologia e antico Egitto di ogni età. Il pubblico avrà la possibilità di incontrare egittologi, archeologi, restauratori e curatori del museo, partecipare a laboratori interattivi, assistere a dimostrazioni pratiche delle tecniche di scavo contemporanee, scoprire come si disegna un reperto o come la tecnologia 3D sta rivoluzionando lo studio del passato.  La “Notte degli Scavi” rappresenta anche un momento di bilancio per il Museo Egizio, che in questi dieci anni di rinnovate attività archeologiche ha consolidato la propria reputazione internazionale, confermandosi come uno dei centri di eccellenza mondiale negli studi egittologici, capace di coniugare ricerca di frontiera e divulgazione di qualità. La manifestazione infatti si propone di celebrare due importanti anniversari: i 50 anni degli scavi a Saqqara in Egitto e i dieci anni dalla ripresa delle missioni archeologiche del museo Egizio, che dal 2015 ha riacceso i riflettori su Saqqara e allargato l’orizzonte verso Deir el Medina e Coptos.

Christian Greco, direttore del museo Egizio di Torino, nello scavo di Saqqara (foto museo egizio)

Lo scavo della missione archeologica del museo Egizio di Torino a Coptos in Egitto (foto museo egizio)

“L’archeologia è una scienza in continua evoluzione che affina costantemente le sue metodologie per assicurare che la documentazione di quanto è sopravvissuto da epoche lontane sia la più accurata possibile. Lo scavo è un lavoro di squadra in cui professionalità diverse si assistono perché la memoria del passato possa tornare a vivere. Grazie al lavoro sul campo il museo Egizio è in grado di ricontestualizzare gli oggetti che custodiamo nella nostra istituzione e di ricostruirne la biografia”, ha dichiarato il direttore del museo Egizio, Christian Greco, che chiuderà la serata con una conferenza dal titolo: “Alla ricerca di Maja. Archeologia e contesto: 50 anni di scavo a Saqqara”.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala del sarcofago di Puia (foto graziano tavan)

Il format della serata non prevede visite guidate tradizionali, ma un programma flessibile che permetterà a ciascuno di costruire il proprio percorso tra conferenze, dimostrazioni pratiche e conversazioni a tu per tu con gli egittologi. Sei postazioni sparse sui tre piani dell’edificio offriranno l’opportunità di sottoporre agli studiosi le proprie curiosità in merito ai reperti e al mestiere di archeologo: dalla sala di Kha e Merit al primo piano, di cui verrà presentato a dicembre il riallestimento, alla Galleria della Scrittura, ogni angolo del Museo diventerà scenario di piccoli incontri di massimo 15 minuti.

La missione del museo Egizio a Saqqara nel 2022 in una foto di Nicola Dall’Aquila

Ma il vero cuore pulsante della serata saranno le sette postazioni tematiche dove toccare con mano letteralmente il mestiere dell’archeologo moderno. Si potrà imparare a disegnare un reperto con Paolo Marini e Martina Terzoli, curatori del Museo, scoprire come la fotogrammetria permette di “catturare” un sito archeologico in 3D con Alessandro Mandelli e Andrea Pasqui del Politecnico di Milano o assistere alle delicate operazioni di restauro dei tessuti antichi guidati da Valentina Turina e Giulia Pallottini, restauratrici del Museo. Nicola Dell’Aquila, che ha documentato con le sue fotografie le missioni archeologiche del museo Egizio, è il protagonista di “Zoom sull’archeologia: l’arte di catturare lo scavo”. Dell’Aquila è anche l’autore della mostra “Impressioni dagli scavi”, che accoglie il pubblico all’ingresso. Quindici pannelli raccontano attraverso scatti inediti il lavoro sul campo in Egitto dei curatori e archeologi del Museo. Mentre Enrica Ciccone e Sara Cianetti, egittologhe del Museo, sveleranno come il software D-stretch riesca a far riemergere pitture invisibili a occhio nudo, una sorta di “Photoshop dell’archeologia” che sta rivoluzionando lo studio dell’arte antica. Di “Restauro in azione: il pronto intervento archeologico” si occupano invece Sara Aicardi e Eleonora Furgiuele, restauratrici del Museo.

Missione del museo Egizio a Saqqara: cappella tomba di Panehsy. Rilievo a fine scavo (foto museo egizio)

Missione del museo Egizio a Saqqara: cappella tomba di Panehsy. Rilievo a inizio scavo (foto museo egizio)

Il programma delle conferenze attraversa cinquant’anni di scoperte, da Saqqara a Deir el Medina fino alla missione a Coptos, della scorsa primavera. Paolo Del Vesco, curatore e archeologo del museo Egizio, che ha diretto per anni gli scavi, aprirà i lavori in sala Conferenze alle 19.15 raccontando “Tra le tombe degli ufficiali del Re: Saqqara 10 anni di scavi”, seguito dall’egittologa e divulgatrice Divina Centore che esplorerà il tema “Archeologia pubblica: perché il passato conta nel presente”. Cédric Gobeil, responsabile delle missioni a Deir el Medina e Coptos, porterà idealmente il pubblico nei luoghi dove vivevano gli artigiani che decoravano le tombe della Valle dei Re, con il suo intervento: “Deir el-Medina: la vita quotidiana ai piedi della montagna tebana” e poi sarà protagonista dell’incontro “Coptos: ridisegnare un tempio perduto”. Barbara Aston dell’università di Berkeley presenterà uno studio sulla ceramica della tomba di Ry, prima che il direttore Christian Greco tiri le fila della serata, intorno alle 23 con l’incontro: “Alla ricerca di Maja. Archeologia e contesto: 50 anni di scavo a Saqqara”.

Torino. Al museo Egizio presentazione del libro “Faraoni e Fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” di Divina Centore (edito da Il Mulino): un viaggio alla scoperta dei segreti dei giardini dell’antico Egitto

Martedì 30 settembre 2025, alle 18.30 appuntamento in sala conferenze del museo Egizio di Torino, con accesso da via Maria Vittoria 3M, per la presentazione del libro “Faraoni e Fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” di Divina Centore (edito da Il Mulino) alla scoperta dei segreti dei giardini dell’antico Egitto. Un viaggio tra natura, mito e storia che sorprende e incanta. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/faraoni-e-fiori-la…. L’evento è disponibile anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio.

Copertina del libro “Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto” di Divina Centore

Faraoni e fiori. La meraviglia dei giardini dell’antico Egitto. Tebe, 1350 a.C. Sotto il sole ardente, brilla una gemma nascosta: il giardino di Nebamun, alto funzionario del tempio di Amon. Qui palme da dattero, fichi, alberi di persea, ninfee e papiri riflettono il potere e la ricchezza del proprietario. Oasi simili si trovano dentro templi e altri contesti sacri, come anche in residenze private. Quello dei suoi splendidi giardini è un aspetto poco conosciuto della civiltà egizia, eppure resti archeobotanici, testi antichi e pitture sfidano l’immagine di un paese quale terra arida e desertica e ci mostrano come gli egizi sapessero creare giardini e orti incantevoli che oltre a fornire cibo, materie prime e medicine, avevano profondi significati simbolici e tramandavano storie meravigliose.

L’egittologa Divina Centore

Divina Centore è egittologa e, dal 2018, lavora al museo Egizio nel dipartimento “Interpretazione, Accessibilità e Condivisione” dove si occupa di interpretazione museale e del coordinamento editoriale per le pubblicazioni divulgative e scientifiche. Nel 2022 ha curato l’allestimento di “Cortile Aperto: Flora dell’antico Egitto” e nel 2024 “Giardini Egizi: l’orto e il giardino funerario”. Collabora alla Rivista Scientifica del Museo (RiME) e cura gli atti dei convegni.

Roma. Alle Scuderie del Quirinale in arrivo la mostra “Tesori dei Faraoni”, per la prima volta dal Cairo 130 capolavori: dalle origini della civiltà faraonica allo splendore dei grandi sovrani del Nuovo Regno e del Terzo Periodo Intermedio, fino ad arrivare alle scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni

Un mese. Manca solo un mese per l’apertura della mostra “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale: per la prima volta dal Cairo a Roma, dal 24 ottobre 2025 al 3 maggio 2026, un viaggio straordinario nel cuore dell’antica civiltà egizia. La mostra, curata da Tarek El Awady, sarà accompagnata da un catalogo curato da Zahi Hawass e pubblicato da Allemandi Editore. Il progetto espositivo è un’occasione imperdibile per poter osservare 130 capolavori provenienti dai più importanti musei dell’Egitto. Le opere in mostra regaleranno al pubblico la possibilità di scoprire questa storia incredibile: dalle origini della civiltà faraonica allo splendore dei grandi sovrani del Nuovo Regno e del Terzo Periodo Intermedio, fino ad arrivare alle scoperte archeologiche più significative degli ultimi anni.

Attraverso sei sezioni tematiche, la mostra esplora la complessità della società egizia, l’autorità divina dei faraoni, la vita quotidiana, le credenze religiose, le pratiche funerarie e le più recenti scoperte archeologiche. Dalle spettacolari statue di Sennefer, Ramses VI e Thutmose III ai raffinati gioielli reali, dagli oggetti di uso quotidiano finemente lavorati ai sarcofagi decorati con simboli sacri, l’esposizione svela l’eccezionale sofisticazione artistica e la profonda spiritualità che hanno reso l’antico Egitto una delle civiltà più affascinanti della storia.

La mostra è il risultato di un’importante iniziativa di diplomazia culturale tra Italia ed Egitto. Questa collaborazione ha reso possibile il prestito straordinario di capolavori provenienti da alcuni tra i più importanti musei egiziani, tra cui il museo Egizio del Cairo e il museo di Luxor. Molte di queste opere saranno esposte in Italia per la prima volta. La mostra vede la prestigiosa collaborazione del museo Egizio di Torino che firma importanti contributi e un prestito eccezionale.

Torino. Al museo Egizio, in presenza e on line, presentazione del libro “La scienza nascosta nei luoghi d’Italia”, a cura di Elisabetta Tola, Daniele Mont D’Arpizio ed edito da Il Bo Live: un percorso attraverso 33 luoghi – tra cui il museo Egizio – dove il sapere ha lasciato un’impronta indelebile, trasformando paesaggi e comunità

Ogni angolo d’Italia custodisce storie di ricerca, anche se spesso non ce ne rendiamo conto. Giovedì 4 settembre 2025, alle 18.30, appuntamento in Sala Conferenze del museo Egizio di Torino, con accesso da via Maria Vittoria 3M, per la presentazione del libro “La scienza nascosta nei luoghi d’Italia”, a cura di Elisabetta Tola, Daniele Mont D’Arpizio ed edito da Il Bo Live. Prefazione di Beatrice Mautino. Postfazione di Telmo Pievani. L’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria al link https://www.eventbrite.it/…/la-scienza-nascosta-nei…. L’evento è disponibile anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. Interverranno Daniele Mont D’Arpizio, scrittore e redattore de il Bo Live, giornale on line dell’università di Padova; Stefania Pizzimenti, professoressa associata di Patologia generale, dipartimento di Scienze cliniche e biologiche dell’università di Torino; Beatrice Mautino, divulgatrice scientifica. In questo volume hanno scritto: Sofia Belardinelli, Francesca Boccaletto, Marco Boscolo, Francesca Buoninconti, Anna Cortelazzo, Federica D’Auria, Maria Esposito, Francesca Forzan, Andrea Gaiardoni, Elena Sophia Ilari, Antonio Massariolo, Chiara Mezzalira, Daniele Mont D’Arpizio, Monica Panetto, Mattia Sopelsa, Francesco Suman, Elisabetta Tola, Sara Urbani. La scienza nascosta nei luoghi d’Italia fa parte della serie I libri de Il Bo Live, la collana ideata da Pietro Greco e diretta da Elisabetta Tola per approfondire, in maniera agile ma autorevole, le grandi tematiche della scienza, della storia e della cultura. Tutti i libri sono curati dalla redazione de Il Bo Live.

Copertina del libro “La scienza nascosta nei luoghi d’Italia”, a cura di Elisabetta Tola, Daniele Mont D’Arpizio

Questo libro è un percorso attraverso 33 luoghi – tra cui il museo Egizio – dove il sapere ha lasciato un’impronta indelebile, trasformando paesaggi e comunità. Dalla Siracusa di Archimede, dove la scienza si intreccia alla filosofia, ai laboratori del Gran Sasso, in cui oggi si svelano i misteri dell’universo; dalla Padova di Vesalio, culla della medicina moderna, alla Milano di Leonardo, fino alla dorsale quantistica che percorre l’Italia da Sud a Nord, scopriremo come la scienza non sia confinata nei laboratori ma viva nelle strade, nei palazzi, nelle tradizioni e nelle innovazioni che plasmano il nostro Paese. Ogni capitolo è un viaggio: si parte da un luogo fisico per poi raccontare una storia fatta di protagonisti di esperimenti e ricerche, fallimenti, idee geniali, scoperte che hanno cambiato la storia del nostro Paese e che sono tutt’ora cruciali per le nuove frontiere della ricerca. “Conoscere queste storie e visitare questi luoghi, a volte defilati dai circuiti turistici tradizionali”, scrive nella prefazione di Beatrice Mautino, “offre una prospettiva inedita sul nostro Paese che consente di apprezzare la continuità tra passato e presente e di guardare al nostro patrimonio con occhi più consapevoli e curiosi, comprendendo come la scienza sia stata e continui a essere una componente vitale della nostra identità”.

La scienza nascosta nei luoghi d’Italia è suddivisa in quattro sezioni corrispondenti a Sud, Centro, Nord Est e Nord Ovest della Penisola, ciascuna composta di otto siti. Ogni capitolo si apre con un’introduzione e una mappa, i testi sono arricchiti da schede e box di approfondimento e da immagini a colori. Alcuni luoghi presenti nel libro: Favignana e la rivoluzione siciliana del cibo; Castel del Monte, Federico II e la rinascita della scienza; Isernia, dove la scienza è un ponte verso il passato; Gola del Bottaccione: Gubbio e i dinosauri; Pisa, patria della misurazione matematica del mondo; A Trieste la scienza al servizio della pace; Padova, culla della medicina moderna; Risorgere dalle macerie: il Palazzo delle Esposizioni di Nervi; Pavia e la rivoluzione del parto cesareo; Cascina Cuccagna: un ponte tra passato e futuro. “Che vi sia qualcosa di unico nella diversità bioculturale italiana e che lo si possa valorizzare anche in termini turistici è ben noto”, scrive nella postfazione di Telmo Pievani. “Meno intuitivo è che un simile esercizio si possa applicare anche alla scienza italiana. Del resto, la scienza alimenta il mondo delle idee, ma nasce e fiorisce sempre in un luogo fisico situato, in un contesto sociale, demografico ed economico, in uno spazio apposito e accogliente”.

Torino. Al museo Egizio per il ponte di Ferragosto quasi 16mila visitatori: il top il 15 agosto

Visitatori all’inizio del percorso permanente del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Sono stati 15.741 i visitatori del museo Egizio di Torino a cavallo delle festività di Ferragosto, da giovedì 14 a domenica 17 agosto 2025. Un dato leggermente superiore rispetto a quello registrato lo scorso anno: nel 2024 in 4 giorni di ponte si erano registrati 14.929 visitatori. Le giornate che hanno avuto maggiore affluenza di pubblico quest’anno sono state venerdì 15 agosto con 4.728 ingressi e sabato 16 agosto con 3.887 visitatori.

Torino. Al museo Egizio secondo mese di programmazione della rassegna “Onde”: in agosto due matinée musicali gratuite in Galleria dei Re, a cura del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino

Secondo mese di programmazione della rassegna “Onde”, sei matinée musicali gratuite al museo Egizio in Galleria dei Re, realizzate in collaborazione con l’Orchestra Filarmonica di Torino, il Conservatorio Statale “Giuseppe Verdi” di Torino e la Fondazione Merz. La rassegna nasce come naturale prosecuzione di un percorso già avviato dal museo Egizio, in occasione del bicentenario, quando ha promosso progetti di contaminazione tra la ricerca archeologica e le arti, grazie a consolidate collaborazioni con alcune delle principali istituzioni musicali e culturali del territorio. Onde si inserisce così in un più ampio disegno culturale che vede il museo come laboratorio della contemporaneità, luogo vivo e condiviso, dove la storia e l’archeologia si intrecciano con linguaggi artistici diversi per generare nuovi significati, stimolando il dialogo tra passato e presente, tra saperi e sensibilità differenti.

Gli appuntamenti di agosto sono a cura del Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino: due matinée caratterizzate da epoche, stili e linguaggi differenti. Il 10 agosto, alle 11 – con Tancredi Sferrazza (sax tenore), Lorenzo Demarchi (batteria), Gianluca Gallucci (contrabbasso) e Nicola Testa (chitarra) – è in programma un omaggio all’universo sonoro di Hank Mobley. Attraverso capolavori incisi per la Blue Note Records si ripercorre l’evoluzione del jazz americano tra hard bop e sofisticata energia ritmica. In programma H. Mobley This I Dig of YouDig Dis; K. Weill Speak Low; H. Mobley My Groove, Your Move; H. Warren The More I See You; R. Rainger If I Should Lose You; H. Mobley Soul Station. Il 24 agosto, alle 11 flauto e arpa saranno i protagonisti di un raffinato dialogo tra tradizione e modernità. Dal fascino impressionista di Fauré e Saint-Saëns al tango di Piazzolla, passando per le atmosfere moderne di Yiruma e Conant, il programma, interpretato da Leonardo Zaccarelli (arpa) e Lara Gaudenzi (flauto), intreccia stili e suggestioni fortemente evocativi. Due esperienze sonore complementari che uniscono fascino e profondità. In programma G. Faurè Pavane; J. Ibert Entr’acte; A. Piazzolla Oblivion; Yiruma River Flows in You; D. H Conant Baroque Flamenco; G. Faurè Siciliana; C. Saint-Saëns Romanza; A. Piazzolla Cafe. Night club (da Histoire du Tango).