Verona. Al museo civico di Storia naturale giornata di studi “Francesco Zorzi (1900-1964). L’uomo e lo studioso” celebra lo storico direttore del museo di Storia naturale di Verona in occasione del 60° anniversario dalla morte
Sono tanti gli interventi nella giornata di studi “Francesco Zorzi (1900-1964). L’uomo e lo studioso” in programma venerdì 24 maggio 2024 nella sala “Sandro Ruffo” del museo civico di Storia naturale di Verona, per celebrare lo storico direttore del museo di Storia naturale di Verona in occasione del 60° anniversario dalla morte, con un evento organizzato in collaborazione con l’associazione Naturalisti Veronesi “Francesco Zorzi” e l’associazione Consiglieri Emeriti del Comune di Verona, e patrocinato dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, di cui Zorzi fu tra i fondatori, dalla Fondazione Fioroni, di cui fu il primo direttore, e dall’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea. Partecipa all’iniziativa la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza. La partecipazione è libera fino a esaurimento dei posti disponibili in sala. Non è necessaria la prenotazione.
Programma della giornata. Alle 10, accoglienza dei partecipanti; 10.30, saluti delle autorità e introduzione alla giornata della direttrice dei Musei Civici Francesca Rossi. SESSIONE MATTUTINA, modera Alessandra Aspes, già museo di Storia Naturale: 10.45, Fedra Alessandra Pizzato, università di Verona, “‘Na scaiéta se strenze in le man. Francesco Zorzi combattente, animatore e guida tra ricerca e impegno socio-politico”; 11, Leonardo Latella, museo di Storia naturale di Verona, “Zorzi, Pasa e Ruffo: il trio che ha fatto grande il Museo di Verona”; 11.15, Nicoletta Martinelli, museo di Storia naturale di Verona, “Zorzi e le palafitte: gioie e dolori di una relazione ventennale”; 11.30, Massimo Saracino, museo di Storia naturale di Verona, “Le indagini di Zorzi sull’età del Ferro veronese fra castricoli e Atestini”; coffee break; 12, Antonio Curci, università di Bologna, “Tra un piroscafo e l’altro… Le ricerche di Francesco Zorzi alle Tremiti e la loro attualità”; 12.15, Fiorenza Gulino, università di Pavia, Cristiano Putzolu, università di Bologna, Paola Salzani, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Vicenza e Rovigo, Umberto Tecchiati, università di Milano, “Gli scavi dell’Università di Milano (2019-) nel villaggio preistorico delle Colombare di Negrar a settant’anni dalla sua scoperta”; 12.30, discussione e chiusura sessione mattutina. SESSIONE POMERIDIANA: alle 15, presentazione del libro “Francesco Zorzi e la ricostruzione del Museo Civico di Storia Naturale di Verona” di Ettore Curi, introduce Silvano Zavetti, associazione Consiglieri Comunali Emeriti del Comune di Verona, dialoga con l’autore Federico Melotto, direttore Fondazione Fioroni; 16, Margherita Frigo Sorbini, associazione Naturalisti Veronesi “Francesco Zorzi”, “Francesco Zorzi, una vita per la divulgazione delle Scienze Naturali”; 16.15, presentazione del montaggio di filmati “Zorzi in Super 8”, a cura di Massimo Saracino, museo di Storia naturale di Verona; 16.30, chiusura dei lavori.

Francesco Zorzi, paletnologo, storico direttore del museo civico di Storia naurale di Verona (foto comune vr)
Francesco Zorzi nacque il 2 luglio 1900 a Verona. La sua giovinezza fu segnata da eventi importanti: prese parte alla prima guerra mondiale come volontario nei reparti d’assalto, conquistando una medaglia d’argento dal valore militare, nel 1920 divenne funzionario della Civica Amministrazione e il 16 dicembre 1930 entrò a far parte del personale del museo civico di Storia naturale di Verona come assistente, quando era allora direttore Vittorio Dal Nero con cui instaurò una profonda amicizia. Nel 1933 succedette a quest’ultimo con la carica di conservatore del museo di Storia naturale con funzioni direttive, cercando di trasformare il Museo secondo le sue vedute: da semplice organismo statico e raccoglitore di materiali, sistemazione che rispecchiava la tradizione museologica ottocentesca di cui Dal Nero fu portavoce, a centro dinamico in cui si svolgevano attività di ricerca e didattiche.
Durante i primi anni del suo nuovo incarico cercò di ampliare lo spazio destinato alle collezioni del Museo, in quanto palazzo Pompei allora era sede anche del Liceo Artistico, dell’Accademia Cignaroli e della Galleria d’Arte Moderna, riuscendo, dopo numerose trattative, nel suo intento. Contemporaneamente al suo lavoro da direttore, Zorzi portò avanti anche le sue ricerche, orientandosi in particolare verso la Paletnologia, allo scavo metodico e allo studio della zona palafitticola di Barche di Solferino, i cui importanti risultati vennero da lui pubblicati solo nel 1940. Stessa sorte toccò alle ricerche intraprese nei depositi archeologici identificati nelle cave di Quinzano, in cui rintracciò anche un antico occipitale umano fossile. Con l’avvento della seconda guerra mondiale, i suoi studi dovettero subire una battuta d’arresto momentanea, in quanto Zorzi fu impegnato in prima persona nel conflitto, prima come ufficiale di Commissariato addetto alla Croce Rossa Italiana e poi dal settembre del 1943 nella Resistenza.
Finita la guerra, iniziò il periodo più fecondo e produttivo per Zorzi: divenne direttore del Museo, si dedicò alla sua risistemazione (il palazzo aveva subito gravi danni a causa dei bombardamenti), impostando ex novo le collezioni didattiche, arricchendo quelle di studio, consolidando i laboratori di ricerca e la biblioteca, prima praticamente inesistenti, nel 1946 fondò la Società Naturalisti Veronesi, nel 1951 ottenne la libera docenza in Paletnologia e inoltre riprese in modo attivo le sue ricerche di stampo preistorico, spesso in collaborazione con l’amico e collega Angelo Pasa. Tra le campagne di studio svolte assieme dai due naturalisti, una delle più importanti e gratificanti fu quella che fecero in Puglia, poiché fruttò non solo il ritrovamento di significativi giacimenti con industrie e faune del Paleolitico, ma soprattutto condusse nel 1962, all’interno della Grotta Paglicci presso Rignano Garganico, all’importantissima scoperta delle prime pitture parietali paleolitiche rinvenute in Italia. Non trascurò però il territorio veronese, dove condusse ricerche archeologiche sia su necropoli e palafitte della pianura, sia su insediamenti e siti ricchi di resti litici della Lessinia.
Durante gli ultimi anni di vita fu afflitto da una grave malattia, che lo portò a lasciare il suo amato lavoro nel dicembre del 1963; morì l’11 maggio 1964 a Verona, solo pochi mesi prima dell’inaugurazione del nuovo Museo per cui Zorzi aveva tanto lavorato.

Il Fondo Zorzi conservato al museo civico di Storia naturale di Verona (foto comune vr)
Fondo Zorzi, 1964. Acquisizione: gli ultimi anni di vita di Francesco Zorzi furono interamente dedicati alla ricostruzione del Museo e al riallestimento della parte espositiva in vista della riapertura al pubblico. Nel 1963 tuttavia fu costretto dalla malattia ad abbandonare il lavoro, morì nel 1964 lasciando in Museo tutto il suo patrimonio di studi, ricerche e corrispondenza. Consistenza e composizione: Zorzi lasciò in Museo una serie di cartelle numerate progressivamente ma senza una organizzazione cronologica o tipologica del materiale. Si è deciso perciò un riordino, tuttora in corso, che ha prodotto finora 16 faldoni di archivio così suddivisi: materiale che riguarda siti di scavo preistorici e romani, corrispondenza, appunti, bibliografie, manoscritti, segnalazioni, fotografie, cartoline, disegni, contabilità, fatture.
Verona. Alla Gran Guardia, per le conferenze dei Musei Civici, incontro con l’archeologa preistorica Nicoletta Martinelli su “I tesori archeologici del Museo di Storia Naturale”
Uno dei tratti distintivi del museo civico di Storia naturale di Verona è la grande ricchezza delle collezioni che costituiscono non solo un patrimonio naturalistico e culturale della città, ma anche un’insostituibile fonte di informazioni per la ricerca sul territorio e sulle sue trasformazioni, avvenute e in essere. Martedì 30 aprile 2024, alle 17.30, nella sala convegni della Gran Guardia, settimo appuntamento con le conferenze dei Musei Civici: Nicoletta Martinelli parlerà de “I tesori archeologici del Museo di Storia Naturale”. La partecipazione alla conferenza è libera fino a esaurimento dei posti disponibili.

Nicoletta Martinelli negli spazi espotivi della sezione di Preistoria e Protostoria del museo civico di Storia naturale di Verona (foto musei verona)
L’intervento di Nicoletta Martinelli si propone di introdurre, in particolare, alla conoscenza delle collezioni preistoriche e protostoriche del museo di Storia naturale di Verona, che rappresentano numericamente la più ricca raccolta archeologica dei Musei Civici, attraverso la presentazione di alcuni reperti particolari conservati dalla Sezione di Preistoria del museo, alcuni dei quali risalgono alla prima Esposizione Preistorica Veronese del 1876, allestita nell’atrio di Palazzo Pompei. La selezione è stata operata seguendo un duplice filone: i “tesori” del museo sono sia oggetti in materiali preziosi e rari, sia oggetti che, dietro un apparente prosaicità, si rivelano preziosi, perché ci permettono di gettare uno sguardo nella vita quotidiana del passato. La provincia di Verona, da cui proviene la quasi totalità dei reperti delle collezioni, si conferma un luogo privilegiato per lo studio del più antico popolamento umano, per la varietà degli ambienti, ma anche per la lunga storia delle ricerche, iniziate dai paletnologi veronesi nella seconda metà dell’Ottocento e poi proseguite nelle indagini archeologiche organizzate e condotte dallo stesso museo di Storia naturale nel corso di tutto il Novecento.

L’archeologa preistorica Nicoletta Martinelli del museo civico di Storia naturale di Verona (foto unimi)
Nicoletta Martinelli ha conseguito la specializzazione post-laurea in Archeologia preistorica e protostorica all’università di Pisa e il dottorato in Scienze archeologiche all’università di Padova. Dopo aver rivestito ruoli direttivi in Cooperative di ambito archeologico e naturalistico, dal 1996 lavora nella Sezione di Preistoria del museo di Storia naturale. I suoi principali campi di indagine sono la cronologia assoluta dell’età del Bronzo e del Ferro, le strutture e le produzioni degli insediamenti palafitticoli; si occupa anche della storia della formazione delle collezioni pre- e protostoriche civiche. Vanta una produzione scientifica di oltre 200 titoli, alcuni dei quali editi nell’ambito delle Memorie del Museo di Storia Naturale. Membro del Gruppo di Lavoro italiano per il sito seriale transnazionale UNESCO Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, è stata Haury Visiting Scholar presso l’Università dell’Arizona (US) nel 2017. Dal 2008 al 2015 ha tenuto insegnamenti sulle metodologie di datazione assoluta per l’università di Verona (corso di Laurea in Beni Culturali) e di Padova (Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici), con cui continua la collaborazione.
Verona. Al via “4 passi nella Preistoria”: quattro domeniche per conoscere la Preistoria attraverso i numerosi reperti conservati nei due importanti musei cittadini: quello di Storia Naturale e l’Archeologico nazionale, con visite guidate a tema e percorso a piedi con accompagnatore
“4 Passi nella Preistoria”: è la nuova proposta didattica, frutto della convenzione siglata tra la direzione regionale Musei del Veneto del ministero della Cultura e i Musei Civici di Verona. Dal 25 febbraio 2024, una domenica al mese, per quattro appuntamenti complessivi, verrà offerta insieme dai due musei cittadini che conservano collezioni di preistoria, e cioè il museo di Storia Naturale di Verona e il museo Archeologico nazionale di Verona, per ampliare le proposte di visita rivolta alle famiglie. Quattro domeniche per conoscere la Preistoria attraverso i numerosi reperti conservati all’interno dei due importanti musei cittadini: un percorso studiato appositamente per emozionare grandi e piccini incrementando la valorizzazione e la fruizione delle collezioni dei due musei.
La collezione archeologica del museo di Storia naturale, di cui alcuni pezzi sono iscritti nella lista del Patrimonio mondiale dell’Umanità, deriva in gran parte dalle attività di archeologi veronesi operanti tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e l’inizio del Novecento e, soprattutto, dalle ricerche successive condotte dalla sezione stessa del Museo, nata nel 1934. Mentre la sezione della Preistoria e Protostoria veronese, inaugurata due anni fa, con l’apertura del museo Archeologico nazionale a San Tommaso, presenta i risultati delle campagne di scavo promosse dalla soprintendenza negli ultimi trent’anni nel Veronese. Le visite, pensate appositamente per le famiglie, si svolgeranno in 2 tappe nei due musei. Proposte quattro tematiche (Uomini e animali. Compagni di viaggio – Funziona o non funziona? – La magia dei colori – Scambiamoci di posto) attraverso cui sarà esplorata la varietà dei reperti in mostra nei due musei, utilizzando gli spazi disponibili per le attività didattiche e valorizzando nell’itinerario anche il tragitto che collega le due sedi museali. Durata complessiva 2 ore e mezza. I partecipanti accederanno ai due musei con pagamento del biglietto ordinario. Per informazioni e prenotazioni è possibile rivolgersi alla segreteria didattica dei Musei Civici cooperativa Le Macchine Celibi – tel. 045 8036353 – 045 597140. Dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, il sabato dalle 9 alle 13 – segreteriadidattica@comune.verona.it. Tutte le informazioni sul sito dei Musei civici.

Presentazione dell’iniziativa “4 passi nella Preistoria”: da sinistra, Giovanna Falezza, Marta Ugolini e Francesca Rossi (foto comune-vr)
“Un’iniziativa che vuol essere l’avvio di un percorso che inizia con 4 passi ma che ne prevede in futuro di nuovi”, spiega l’assessore Marta Ugolini. “L’obiettivo è in primis quello di rafforzare la fruizione delle collezioni dei due siti museali, che hanno rapporti e racconti sui temi preistorici da proporre insieme, mettendoli in rete attraverso una comunicazione congiunta ma anche con l’elaborazione di iniziative condivise, come questi nuovi itinerari culturali e turistici”. E Francesca Rossi, direttrice dei Musei civici di Verona: “Un’importante collaborazione fra due realtà museali cittadine che nasce dalla volontà di far conoscere l’ampio e importante patrimonio culturale presente nei nostri Musei, proponendo nuove soluzioni di visita che valorizzano gli elementi di connessione relativamente agli scavi”. “Fin dall’apertura del museo Archeologico nazionale di Verona”, chiude Giovanna Falezza, direttore del ManVr, “il nostro obiettivo è stato quello di lavorare insieme alle altre realtà e metterci in rete, e questo è un nuovo passo, che si traduce nella prima progettazione che abbiamo costruito insieme proprio per mettere in evidenza che siamo due realtà diverse che possono essere vissute dal visitatore come due tappe di un unico percorso”.

Ciottolo inciso con figura di stambecco dal Riparo Tagliente, conservato nel museo Archeologico nazionale di Verona (foto graziano tavan)
Primo appuntamento domenica 25 febbraio 2024: Uomini e animali. compagni di viaggio. Per tutto il corso della Storia la sopravvivenza umana è legata al rapporto con gli animali. Questa relazione di simbiosi e, dal Neolitico in poi, di mutualità, è arrivata ben presto a trascendere da ragioni puramente economiche e ha portato l’uomo ad attribuire all’animale significati e ruoli simbolici. 1^ TAPPA: museo Archeologico nazionale. Visita guidata dedicata all’esplorazione dell’evolversi del rapporto umano con l’ambiente. Saranno approfonditi i significati e le trasformazioni di questo legame, con particolare attenzione a specifici reperti. TRAGITTO Percorso accompagnato durante il quale si incoraggeranno i partecipanti a esaminare le lastre della pavimentazione dei marciapiedi, realizzate in rosso ammonitico. Durante questa osservazione, si inviterà alla ricerca di un’ammonite (ne sono state notate diverse). II punto ottimale dove sostare, anche in presenza di un gruppo numeroso, è in via Interrato dell’Acqua Morta, presso il monumento dedicato a Carlo Montanari. 2^ TAPPA: museo di Storia Naturale. Laboratorio didattico: l’esperienza educativa è stata scelta per fornire ai partecipanti l’opportunità di apprendere attraverso un’esperienza creativa. Nell’aula didattica del Museo si procede alla realizzazione di un vasetto ornitomorfo in argilla, ispirato a quello rinvenuto nella necropoli dell’età del Ferro di Oppeano.

Bifacciale (utensile in pietra scheggiata) proveniente da Ca’ Palui (Verona), datato al Paleolitico Inferiore (> 200.000 anni fa) conservato al museo Archeologico nazionale di Verona (foto drm-veneto)
Secondo appuntamento domenica 24 marzo 2024: Funziona o non funziona? Nell’ampio panorama dei reperti archeologici, alcuni rivelano immediatamente la loro utilità, mentre altri nascondono funzioni inaspettate. Ci sono anche oggetti il cui scopo originale è radicalmente diverso da ciò che ci si potrebbe aspettare. La varietà di intenti dietro agli oggetti ci offre uno sguardo affascinante sulla diversità delle creazioni umane nel corso del tempo. 1^ TAPPA: museo di Storia Naturale. Visita guidata con approfondimenti. TRAGITTO Percorso accompagnato durante il quale, per giungere al museo Archeologico nazionale, si transiterà da via Interrato dell’Acqua Morta, cogliendo l’occasione per spiegare, in coerenza con il tema della visita, la mutata funzione dell’area di piazza Isolo: da isola fluviale, punto di guado e sede di attività produttive e non che implicavano lo sfruttamento dell’acqua o dell’energia idraulica (cf. organum dell’iconografia rateriana) ad arteria stradale. 2^ TAPPA: museo Archeologico nazionale. Kit di giochi enigmistici: l’attività educativa, progettata per approfondire le conoscenze acquisite durante la visita, si basa su coinvolgenti sessioni di quiz, svolti direttamente nelle sale espositive. Ai visitatori saranno fornite delle schede didattiche (adatte ai bambini supportati dai familiari), che mirano a promuovere un’esperienza partecipativa del Museo. Prima di immergersi nel divertimento tra le sale espositive, l’operatore didattico introdurrà le modalità di gioco e presenterà i reperti su cui il kit si focalizza.

Lo “sciamano” dalla Grotta di Fumane (foto drm-veneto)
Terzo appuntamento domenica 28 aprile 2024: La magia dei colori. L’affascinante mondo dei colori, sia derivato da processi chimici che da interventi umani, ha sempre catturato l’attenzione dell’uomo. Questa fascinazione si manifesta nei reperti preistorici, che testimoniano l’uso significativo dei colori in epoche passate. 1^ TAPPA museo Archeologico nazionale. La visita guidata si concentra sull’impiego dei materiali coloranti naturali lungo tutto il corso della Preistoria. Verranno esplorate approfonditamente le tecniche e le modalità di creazione di tali materiali, con una particolare attenzione riservata a specifici reperti. TRAGITTO Percorso accompagnato durante il quale si inviteranno i partecipanti ad ammirare la varietà dei colori delle facciate delle abitazioni, richiamando l’abitudine di affrescare le facciate già in età tardomedievale (è possibile citare il Palazzo Fiorio della Seta e il colorificio Dolci). 2^ TAPPA museo di Storia Naturale. Laboratorio didattico: l’esperienza educativa è stata scelta per fornire ai partecipanti l’opportunità di apprendere attraverso un’esperienza creativa. Nell’aula didattica del Museo il laboratorio si concentra sull’uso di terre coloranti per la riproduzione artistica della figura dello sciamano di Fumane.

Vago d’ambra proveniente dalla necropoli di Franzine Nuove a Villabartolomea (Vr) e conservato al museo di Storia Naturale di Verona (foto comune-vr)
Quarto appuntamento domenica 26 maggio 2024: Scambiamoci di posto. Attraverso i reperti esposti, emerge una narrazione sullo scambio commerciale nel mondo preistorico. Gli oggetti rivelano connessioni e interazioni tra diverse culture, offrendo uno sguardo prezioso sulle dinamiche commerciali che hanno caratterizzato le comunità preistoriche, sottolineando l’importanza di tali relazioni nell’evoluzione umana. 1^ TAPPA museo di Storia Naturale. Visita guidata con approfondimenti. TRAGITTO Percorso accompagnato durante il quale, per giungere al museo Archeologico nazionale, si transiterà lungo il fiume, un’occasione importante per evidenziare la sua funzione di antica via di trasporto, che nel tempo ha favorito lo scambio di merci, la migrazione delle popolazioni e la diffusione delle culture. 2^ TAPPA museo Archeologico nazionale. Kit di giochi enigmistici: l’attività educativa, progettata per approfondire le conoscenze acquisite durante la visita, si basa su coinvolgenti sessioni di quiz, svolti direttamente nelle sale espositive. Ai visitatori saranno fornite delle schede didattiche (adatte ai bambini supportati dai familiari), che mirano a promuovere un’esperienza partecipativa del Museo. Prima di immergersi nel divertimento tra le sale espositive, l’operatore didattico introdurrà le modalità di gioco e presenterà i reperti su cui il kit si focalizza.
Verona. Per la rassegna “Visti da vicino, visti con te”, al museo civico di Storia naturale l’incontro “Racconti di ossa” con Irene Dori (università di Firenze) e Massimo Saracino (sezione di Preistoria del museo)
Fino al 14 dicembre 2023 nuove occasioni d’incontro per scoprire particolarità e bellezza dell’ampia proposta museale di Verona con la rassegna “Visti da vicino, visti con te” dei Musei civici di Verona. Si inizia giovedì 30 novembre 2023, alle 17, al museo civico di Storia naturale di Verona, con l’incontro “Racconti di ossa”. Interverranno: Irene Dori, dipartimento di Biologia dell’università di Firenze; Massimo Saracino, sezione di Preistoria del museo di Storia naturale di Verona. La partecipazione è compresa nel biglietto d’ingresso al museo. All’interno della sala espositiva sulla preistoria veronese del museo di Storia naturale, vi è una parte dedicata al mondo dei morti che, tanto in passato quanto nel presente, era in genere ben distinto da quello dei vivi. Durante l’incontro saranno trattate e illustrate alcune tombe a inumazione e a cremazione rinvenute nel territorio veronese cronologicamente afferenti alla pre e protostoria.
Verona. Al museo di Storia naturale conferenza di Giampaolo Rizzetto su “Il calderone di Gundestrup: un’offerta agli dei del cielo” promossa dall’associazione Naturalisti veronesi “Francesco Zorzi”

Martedì 3 ottobre 2023, alle 17.30, nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo di Storia naturale di Verona, riprende il ciclo delle conferenze dell’associazione Naturalisti veronesi “Francesco Zorzi” con l’incontro dal titolo “Il calderone di Gundestrup: un’offerta agli dei del cielo”. Relatore Giampaolo Rizzetto. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili (dopo le 18 si potrà accedere dall’ingresso laterale di via Museo 2). Considerato da molti studiosi il manufatto d’argento protostorico più bello del mondo, il calderone di Gundestrup (Danimarca), datato alla fine del II secolo a.C., è stato oggetto, fin dal giorno della sua scoperta in una palude, di accese discussioni e di due scuole di pensiero contrapposte: da una parte chi l’ha ritenuto un prodotto celtico dell’Europa centro-occidentale e chi dall’altra l’ha collocato nell’antica Tracia (gli attuali territori della Serbia nord-orientale, della Bulgaria e della Romania meridionale). Oggi questa querelle sembra aver finalmente trovato una risposta: il calderone è stato manualmente fabbricato in area trace dalla tribù dei Triballi ma commissionato dai confinanti e di etnia celtica, gli Scordisci. Resta aperto però un interrogativo: come mai questo prezioso oggetto, “nato” sul medio/basso Danubio, è finito in una lontana palude-torbiera dello Jutland danese?

Il giornalista e archeologo Giampaolo Rizzetto
Giampaolo Rizzetto, giornalista professionista. Laurea in Lettere classiche (indirizzo archeologico) e specializzazione in Pre-protostoria dell’Europa e del Medio Oriente. Campagne di scavo in Italia settentrionale e centrale, Turchia e Bulgaria – in questa nazione con i musei di Alexandrovo e Haskovo sul mondo dei Traci. Indagini sul popolamento antico delle isole Cicladi (Grecia) e pubblicazioni di carattere scientifico e didattico su riviste, cataloghi di mostre e libri. Ricercatore scientifico da oltre cinquant’anni del museo di Storia naturale di Verona (Sezione di Preistoria), è collaboratore della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio – Nucleo di Verona – e del Centro Ambientale Archeologico di Legnago. Studioso della cultura celtica a nord e a sud delle Alpi, ha in corso di stampa, con alcuni colleghi, un esaustivo articolo sulla presenza dei Cenomani nel territorio veronese (III – I secolo a.C.) che sarà presentato in un volume internazionale dedicato alle modalità di integrazione tra Romani e popolazioni autoctone nell’Europa di fine I millennio a.C.
Verona. Al museo civico di Storia naturale conferenza di Alessia Fassone, curatrice del museo Egizio di Torino, su “Donne nell’antico Egitto” promossa da Moica
Per il ciclo “Donne nella storia” promosso dall’associazione Moica Verona nell’ambito del programma di primavera 2023, conferenza “Donne nell’antico Egitto” tenuta dall’egittologa Alessia Fassone, curatrice del museo Egizio di Torino. Appuntamento giovedì 11 maggio 2023, alle 16, nella sala Ruffo del museo civico di Storia naturale di Verona. Entrata libera fino a esaurimento posti. Gradita la prenotazione via mail a moicaverona@gmail.com. L’associazione di promozione sociale Moica Donne Attive in Famiglia e Società opera da 41 anni sul territorio nazionale e da 11 a Verona. La civiltà egiziana aveva un occhio speciale per la figura femminile, che aveva un ruolo centrale dal punto di vista sociale ed economico e politico.
Verona. Al museo di Storia naturale la prima delle tre giornate di studio “Il progetto Food and Wine in ancient Verona (FaW)” dalla preistoria al Medioevo, tutte in diretta streaming su Zoom. Si inizia con “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella preistoria e protostoria”
A Verona tre giornate di studio, in altrettante sedi della città, dal titolo “Il progetto Food and Wine in ancient Verona (FaW)”, dedicate alla presentazione e alla discussione dei risultati del progetto di eccellenza scientifica In Veronensium mensa. Food and Wine in ancient Verona, sostenuto dalla Fondazione Cariverona, anche nel confronto con altre ricerche in corso nel territorio e altrove (vedi Verona. Produzione e consumo di cibo e vino dall’età del Ferro al Medioevo al centro del progetto di ricerca “In Veronensium mensa. Food and Wine in ancient Verona” dell’università di Verona con la soprintendenza di Verona e il museo di Storia Naturale, il supporto della Fondazione Fioroni e l’accademia di Agricoltura, Scienze e Lettere, e il finanziamento di Fondazione Cariverona | archeologiavocidalpassato). La prima giornata, “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella preistoria e protostoria”, si tiene venerdì 24 febbraio 2023 al museo di Storia Naturale di Verona (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3YIRO8Z). La seconda giornata, “Archeologia dell’alimentazione romana”, venerdì 10 marzo 2023, verrà ospitata dal museo Archeologico nazionale di Verona (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3RWbjsH) e infine, il 30 marzo 2023, con “Cibo e ambiente nel Medioevo”, i lavori si concluderanno all’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona a Palazzo Erbisti (l’evento potrà essere seguito in streaming tramite piattaforma Zoom al seguente link: https://bit.ly/3xjz1Wi).
Venerdì 24 febbraio 2023 il museo di Storia Naturale di Verona ospita, in sala conferenze “Sandro Ruffo”, la prima delle tre giornate di studio del progetto “Food and Wine in ancient Verona (FaW)”, organizzato dal Dipartimento di Culture e Civiltà dell’università di Verona, in collaborazione con la sezione di Preistoria del Museo e con la SABAP per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. L’appuntamento, dal titolo “Alimentazione e bevande nel territorio veronese nella Preistoria e Protostoria” è a cura di Mara Migliavacca, Nicoletta Martinelli, Paola Salzani e Massimo Saracino. Archeologi preistorici e protostorici, insieme ai paleobotanici e ai paleoantropologi, andranno alla ricerca delle più antiche radici dell’alimentazione: dai cacciatori-raccoglitori del Paleolitico fino alle soglie della romanizzazione, per poi arrivare a conoscere le abitudini alimentari delle popolazioni celtiche che abitavano a Verona. La giornata di studi sarà l’occasione per integrare le ricerche condotte per il progetto FaW con altre indagini in corso da tempo nel territorio veronese e relative anche ai cambiamenti delle tecniche di produzione e preparazione del cibo, nonché il progressivo ingresso di nuove specie domesticate. Il museo di Storia Naturale di Verona presenterà le indagini a cui collabora nell’ambito del progetto FaW e di altri progetti di ricerca. Il Museo ha istituito con l’Università un’apposita convenzione per la collaborazione alle ricerche del progetto, cui partecipano anche il dipartimento di Biotecnologie dell’università, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza, l’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere di Verona, il Centro Ambientale Archeologico Pianura di Legnago e l’università di York, con l’obiettivo di ricercare le radici storiche della produzione e del consumo di cibo e vino, per cogliere da un lato le continuità e quindi le tradizioni, dall’altro le innovazioni nelle diete degli abitanti nel corso dei secoli e in particolare nelle fasi pre e protostoriche, della romanizzazione, della fine dell’Impero e dell’affermarsi del Medioevo, che segnarono decisivi passaggi economici, sociali e culturali nella vita del centro urbano e del suo territorio.

Ciotole e vasi da ambienti palafitticoli dal museo di Storia naturale di Verona: contenevano tracce di cibo degli antenati preistorici (foto univr)
PROGRAMMA. Alle 10.30, saluti istituzionali. Alle 11, “Carne, semi e frutti: gli animali e le piante come fonte alimentare nel Paleolitico del territorio veronese” con U. Thun Hohenstein (università di Ferrara), M. Carra (Alma Mater Studiorum, università di Bologna), F. Fontana (università di Ferrara), M. Peresani (università di Ferrara); 11.20, “L’alimentazione vegetale nelle prime fasi del Neolitico: da Lugo di Grezzana all’Italia settentrionale” con A. Pedrotti (università di Trento), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como); 11.40, “Non solo carne. Metodi e risultati preliminari nello studio della dieta degli individui della necropoli neolitica di Quinzano” con E. Cristiani (Sapienza università di Roma), M. Saracino (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), D. Borić (Sapienza università di Roma), I. Dori (università di Firenze), N. Martinelli (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), P. Salzani (SABAP Verona, Rovigo e Vicenza), A. Zupancich (CSIC, Institución Milá y Fontanals, Barcelona); 12, “Ambiente, economia e alimentazione nel sito preistorico delle Colombare di Villa (Negrar di Valpolicella, VR). Nuovi dati 2019-2023” con P. Salzani (SABAP Verona, Rovigo e Vicenza), U. Tecchiati (università di Milano); 12.20, discussione. Dopo la pausa pranzo, alle 14.30, “Alimentazione nelle palafitte del lago di Garda e della pianura veronese: le informazioni dalle analisi paleobotaniche” con G. Bosi (università di Modena e Reggio Emilia), L. Castelletti (università dell’Insubria, Como), S. D’Aquino (università di Padova), M. Dal Corso (università di Padova), A.M. Mercuri (università di Modena e Reggio Emilia), S. Motella De Carlo (università Cattolica-Milano), R. Perego (CNR-IGAG, Milano), B. Proserpio (Laboratorio di Archeobiologia, Como), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como), A. Aspes (già museo di Storia Naturale di Verona), M. Baioni (museo Archeologico della Valle Sabbia di Gavardo, Brescia), F. Gonzato (SABAP Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini), N. Martinelli (musei civici di Verona, museo di Storia Naturale), C. Nicosia (università di Padova), L. Salzani (già SA Veneto), P. Torri (università di Modena e Reggio Emilia); 14.50, “Mangiare e bere a Fondo Paviani nella tarda età del Bronzo. Una prima sintesi integrata dei dati archeozoologici, archeobotanici e chimici” con M. Cupitò (università di Padova), C. Ambrosioni (università di Padova), M.S. Manfrin (università di Padova), S. Mileto (universitat de Barcelona), A. Pecci (universitat de Barcelona), M. Rottoli (Laboratorio di Archeobiologia, Como), U. Tecchiati (università di Milano); 15.10, “Trent’anni di ricerche nell’agricoltura protostorica del Veronese” con R. Nisbet (ricercatore indipendente, Torino). Dopo il coffee break, alle 16, “In cucina nell’età del Ferro: considerazioni a partire dalle analisi gascromatografiche” con M. Migliavacca, S. Bandera, V. Donadel, L. Pogietta (università di Verona); 16.20, “Cosa si mangiava nella Verona preromana? Un approccio isotopico allo studio della necropoli del Seminario Vescovile di Verona” con Z. Laffranchi, M. Milella (università di Berna); 16.40, discussione e conclusioni.
Verona. “Spazi domestici nell’età del bronzo. Dall’individuazione alla restituzione”: al via l’XI incontro annuale di Preistoria e Protostoria in presenza al museo di Storia naturale e in streaming su Zoom
Manca ormai pochissimo all’XI incontro annuale di Preistoria e Protostoria organizzato in collaborazione con l’IIPP – Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria di Firenze. Dopo alcuni incontri preparatori on line a introdurre l’atteso evento, giovedì 6 ottobre e venerdì 7 ottobre 2022 si terrà l’XI Incontro Annuale di Preistoria e Protostoria dal titolo “Spazi domestici nell’età del bronzo. Dall’individuazione alla restituzione”, in programma nella sala conferenze “Sandro Ruffo” del museo civico di Storia naturale di Verona. La partecipazione sarà consentita prioritariamente a chi ha prenotato entro il 30 settembre 2022. La disponibilità di ulteriori posti è limitata, ma sarà possibile assistere allo streaming live dell’evento su Zoom al seguente link https://bit.ly/IAPP_ottobre2022 o https://us02web.zoom.us/j/86775755910…. L’incontro di studio intende favorire un confronto sugli aspetti legati al tema “casa” emersi da scavi recenti, in corso e/o inediti in contesti dell’età del Bronzo. La “casa” è unità fisica e funzionale; nell’arco del tempo e nei diversi luoghi mostra marcate differenze, condizionate da fattori ambientali, sociali, culturali, tecnologici, economici. In essa sono archeologicamente riflessi il nucleo sociale risiedente e le attività quotidiane e produttive che esso vi conduce. Indagini condotte con accurate tecniche di scavo e innovative metodologie di documentazione possono apportare rilevanti novità al tema, contribuendo all’interpretazione delle testimonianze dello spazio abitativo, anche con l’integrazione di altre discipline (geoarcheologia, scienze naturali, etnoarcheologia, archeologia sperimentale, …) e l’utilizzo dei sistemi GIS e di rappresentazione / modellazione 2D e 3D. Il programma prevede comunicazioni della durata massima di 20 minuti (in italiano o inglese) con ampio spazio alla discussione. Si può scaricare il programma al seguente link https://www.iipp.it/…/Programma-XI-IAPP_MSNatVerona… Invece il libro con gli abstracts è disponibile a questo link https://www.iipp.it/…/Book-of-abstract_XI-IAPP-Verona.pdf.
Martedì 9 maggio 2023, alle 17.30, nella sala “Sandro Ruffo” del museo civico di Storia Naturale di Verona, nuovo appuntamento con le conferenze curate dall’associazione Naturalisti veronesi “Francesco Zorzi”. Il professor Umberto Tecchiati dell’università di Milano parlerà della ripresa degli scavi nel sito archeologico a Colombare di Negrar e del progetto che, dal 2018, ha ripreso lo scavo in un sito preistorico indagato per la prima volta più di settant’anni fa proprio da uno degli “antenati” del museo, Francesco Zorzi. L’accesso è libero fino all’esaurimento dei posti.




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