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Reggio Calabria. Cinquantesimo dei Bronzi di Riace. Presentato il logo e il programma: sette mesi di iniziative, tra mostre, convegni, incontri, con il coinvolgimento del territorio. Occasione per valorizzare e promuovere l’immagine della Calabria nel mondo. E un obiettivo: candidatura dei Bronzi di Riace a patrimonio dell’Unesco

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Il volto del guerriero B, uno dei due Bronzi di Riace esposti nel museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Sette mesi di iniziative, tra mostre, convegni, incontri, coinvolgimento del territorio. Il tutto “raccolto” in un logo: 1972-2022. Tutto questo per il Cinquantesimo della scoperta dei Bronzi di Riace: una straordinaria occasione per valorizzare e promuovere a livello regionale, nazionale e estero l’immagine della Calabria; accendere i riflettori verso il patrimonio culturale regionale e principalmente verso i Bronzi e le testimonianze della Magna Graecia; creare un legame identitario tra i Bronzi e la Calabria basato sui concetti di bellezza, forza, fascino, ma anche di sostenibilità e innovazione. Con un obiettivo: candidatura dei Bronzi di Riace a patrimonio dell’Unesco.

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Il logo per il Cinquantesimo dei Bronzi di Riace 1972-2022

Reggio Calabria, e non solo, si prepara dunque alla grande ad accogliere sullo Stretto le migliaia di ospiti che verranno ad ammirare i due guerrieri da sempre considerati gli ambasciatori della Calabria nel mondo. È stato costituito un Comitato di coordinamento inter-istituzionale, una vera task force, composto da presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto; vice presidente della Giunta regionale, Giusi Princi; presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso; assessore a Sviluppo economico e attrattori culturali, Rosario Varì; assessore a Turismo, marketing territoriale e mobilità, Fausto Orsomarso; sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace; sindaco della Città di Reggio Calabria, Paolo Brunetti; sindaco del Comune di Riace, Antonio Trifoli; dirigente generale del Segretariato regionale del ministero della Cultura, Salvatore Patamia; soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio di Reggio Calabria, Fabrizio Sudano; direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino; direttore regionale Musei della Calabria, Filippo Demma; presidente Camera di commercio Reggio Calabria, Antonino Tramontana; rettore dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, Marcello Zimbone; direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria, Antonella Iunti.

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Il comitato promotore dei Bronzi 50 nella sala che ospita i Bronzi di Riace al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto filippo toscano e graziella pensabene / MArRC)

Il programma delle manifestazioni per celebrare il Cinquantesimo dei Bronzi di Riace e il logo del Cinquantesimo sono stati presentati al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria dal direttore Carmelo Malacrino, con il vicepresidente della Regione Calabria, Giusy Princi, il sindaco della Città Metropolitana Carmelo Versace, il sindaco della città di Reggio Paolo Brunetti, il sindaco di Riace, Antonio Trifoli e il presidente della Camera di Commercio, Antonino Tramontana. “A livello locale, sono previste attività culturali e scientifiche, nonché di promozione e accoglienza rivolte a visitatori e turisti e finalizzate a rendere il territorio più accogliente e a dare visibilità alle eccellenze territoriali, attraverso eventi che vedranno il territorio protagonista. A livello nazionale e internazionale è in programma una intensa attività di eventi, marketing e comunicazione finalizzata ad accrescere la notorietà della Calabria turistica e culturale, con particolare riferimento ai Bronzi di Riace e alla Magna Graecia, in un’ottica di crescita dei flussi turistici”. E allora vediamo a grandi linee cosa ha in mente il Comitato per il Cinquantesimo dei Bronzi.

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Agosto 1972: il ritrovamento dei Bronzi di Riace da parte del sub Stefano Mariottini

Mostre ed eventi a cura del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Solo a scorrere i titoli delle mostre si può apprezzare la ricchezza e la varietà dell’offerta culturale: “Salvati dall’oblio tesori d’archeologia recuperati dai carabinieri per la tutela del patrimonio culturale”; “Gli eroi e la Magna Grecia insieme per i Bronzi di Riace”; “I Bronzi di Riace, cinquanta anni di storia”; “Tra Oriente e Occidente gli ebrei e la Calabria”; “Oltre l’emergenza: attività e restauri dopo l’alluvione del 2018”; “Per gli dei e per gli uomini musica e danza nell’antichità”; “Gli iberi: arte e cultura nel Mediterraneo occidentale”; “Il vaso sui vasi, capolavori del museo Jatta di Ruvo”; “L’altra isola. La Sardegna tra antichità e medioevo”. E poi ci sono gli eventi: “Itinerari culturali del consiglio di Europa in Italia: un patrimonio europeo”; mostra fotografica a cura del Touring club italiano; “Naked” nel piazzale Orsi del MArRC, mostra fotografica di Oliviero Toscani su proposta del Comitato Paralimpico.

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La locandina della mostra dell’artista Obey “Make art not war” a cura della Metamorfosi Eventi, al Palazzo della Cultura: la prima ad essere inaugurata nel programma Bronzi 50

Mostre ed eventi nel territorio della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Mostra dell’artista Obey “Make art not war” a cura della Metamorfosi Eventi, al Palazzo della Cultura dal 15 aprile al 5 giugno 2022; mostra “I Bronzi di Riace e i miti della Magna Grecia” a cura del maestro Raffaele De Rosa, al Palazzo della Cultura dal 13 giugno al 5 settembre 2022; mostra collettiva “Mediterraneo” a cura del direttore artistico Giammarco Puntelli, al Palazzo della Cultura dal 10 settembre al 10 novembre 2022; mostra arazzo “Ananias e Saphira”, a cura della Diocesi di Locri Gerace, mostra itinerante di una arazzo di Raffaello, al MArRC dal 6 settembre al 6 ottobre 2022; “Tragedie greche” con il coinvolgimento delle associazioni culturali del territorio; animazione territoriale dedicata ai Bronzi nel corso degli eventi già programmati dalla Città Metropolitana: Feste Mariane, Roccella Jazz, Caulonia tarantella festival, Varia di Palmi, Concorso Metropolitano Francesco Cilea, I Tesori del Mediterraneo, Traversata dello Stretto, Raduno nazionale Vespa Club, Premio letterario Reghium Julii; promozione di eventi culturali e scientifici ludici e artistici che interesseranno particolarmente i comuni di Reggio Calabria e Riace, per il 16 agosto in occasione del giorno del ritrovamento dei Bronzi.

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Palazzo Piacentini sede del MarRC, realizzato negli anni Trenta de Novecento dall’architetto Piacentini per ospitare le ricche collezioni magnogreche

Convegni, seminari, pubblicazioni, campagne di scavo. Mostra Reghion Kiosk. La Piazza, il Museo, la Città” a cura dell’università Mediterranea di Reggio Calabria, ottobre 2022; convegno di studi “Nel segno dei Bronzi”, settembre 2022, a Riace e Reggio Calabria; convegno internazionale “I Bronzi di Riace, 50 anni di studi e ricerche”, settembre 2022; seminario internazionale su “Architettura/ Archeologia: Il progetto di tutela e valorizzazione del patrimonio storico”, settembre 2022 a Riace e Reggio Calabria; volume illustrato “Bronzi di Riace. 50 anni” a cura di Comune di Reggio Calabria e Città Metropolitana, in collaborazione con il Touring Editore e il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Data di consegna prevista: 30 giugno 2022. campagna di scavi in piazza Garibaldi con cantiere didattico e di studio scientifico.

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I Bronzi di Riace esposti nel museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Servizi per visitatori e turisti. Il Comune di Reggio Calabria attiverà i seguenti servizi: video mapping animato effetto 3D su palazzi istituzionali presenti nella città; intensificazione delle corse del bus cabrio; servizi di informazione, accoglienza ed assistenza turistica nella città; progetto Sunoicheo, animazione del circuito delle aree archeologiche con visite guidate. La Città Metropolitana promuoverà la brandizzazione dei bus cittadini e metropolitani, acquisizione video del territorio con focus su siti culturali e sul MArRC. La Camera di Commercio di Reggio Calabria ha coordinato i lavori dei club di prodotto per la costruzione di pacchetti turistici dedicati ai Bronzi. Sono 20 gli itinerari di varia durata, resi già disponibili, dedicati ai Bronzi di Riace e finalizzati a far conoscere le grandi ricchezze culturali, naturalistiche ed enogastronomiche del territorio reggino. La Camera di Commercio promuoverà inoltre, in collaborazione con associazioni di categoria, consorzi di tutela, consorzi di associazioni tra produttori di beni identitari del territorio metropolitano di Reggio Calabria. L’intento è quello di rendere il territorio, e in particolar modo le Città di Reggio Calabria e Riace, una cassa di risonanza capace di amplificare l’effetto promozionale del logo celebrativo dei Bronzi di Riace. Le attività ristorative saranno invitate a promuovere anche la somministrazione di preparazioni enogastronomiche identitarie del territorio, dedicate all’evento.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale la conferenza on line di Mario Micheli (RomaTre) su “I Bronzi di Riace tra restauro e metallurgia della grande statuaria in bronzo” apre il ciclo di incontri dedicati ai Bronzi in sinergia con l’università di Roma Tre nel Cinquantesimo della scoperta

Si parlerà de “I Bronzi di Riace tra restauro e metallurgia della grande statuaria in bronzo” nella conferenza on line che apre il ciclo curato dal Dipartimento di Studi umanistici – RomaTre per celebrare con il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria il Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. Appuntamento venerdì 8 aprile 2022, alle 17, con il professor Mario Micheli del Dipartimento di Studi umanistici dell’università di Roma Tre, alle 17, sulla piattaforma digitale Microsoft Teams. Ecco il Link per il collegamento: urly.it/3m_43. “È il primo appuntamento del ciclo di incontri organizzato dall’ateneo romano in collaborazione con il museo Archeologico nazionale”, commenta il direttore Carmelo Malacrino, “nell’ambito delle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. Il professor Micheli, docente di storia e tecnica di restauro nei corsi magistrali di Archeologia e di Storia dell’Arte, ci condurrà alla scoperta delle tecniche metallurgiche antiche che, proprio in occasione dei restauri effettuati sui Bronzi, si è arricchita di nuovi elementi. Attraverso le parole di uno dei protagonisti degli interventi eseguiti dall’Istituto Centrale per il Restauro e la visione di filmati d’epoca, il pubblico sarà condotto alla scoperta delle tecniche di creazione dei grandi capolavori dell’arte greca. Sarà un’occasione straordinaria per continuare quel percorso di approfondimento e di offerta culturale al grande pubblico che rientra nella nostra mission. Un obiettivo – conclude Malacrino – al quale non intendiamo venire meno, nonostante la drammatica carenza di personale negli uffici e negli spazi espositivi, che ci ha visti costretti a sospendere le attività in presenza per tutto il mese di aprile. Ringrazio la professoressa Giuliana Calcani, componente del consiglio di amministrazione del MArRC per essersi fatta promotrice di questo ciclo di incontri altamente scientifici”.

I Bronzi di Riace esposti in una speciale sala del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

“Alle celebrazioni per i Cinquant’anni della scoperta dei Bronzi di Riace parteciperanno anche Università ed enti culturali del centro e del nord d’Italia: dall’università degli Studi Roma Tre, agli atenei di Padova e di Udine, al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, a dimostrazione dell’interesse esteso ad ampio raggio sui due capolavori dell’arte greca, esposti al MArRC”, afferma Giuliana Calcani, dell’università Roma Tre e membro del Comitato organizzativo delle celebrazioni.  Avere la possibilità di riflettere su opere così complesse dal punto di vista tecnico, formale, attributivo, è un’occasione preziosa non solo per approfondire la conoscenza dell’arte antica, ma anche per valutarne il potenziale di relazione che hanno con la società attuale”. Per il professor Mario Micheli: “Il recupero dei Bronzi nel mare di Riace il 16 agosto 1972 ha aperto una fase straordinaria di ricerca sulle procedure della fusione artistica greca. Era necessario avere due capolavori che potessero fare da cassa di risonanza per una tipologia numericamente poco attestata, rispetto alla statuaria in marmo, per concentrare risorse conoscitive a tutto campo anche sulla metallurgia antica”.

Carenza di organico al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. Malacrino: “Stop alle attività programmate al MArRC”. Anche il direttore tra il personale di vigilanza per #domenicalmuseo del 3 aprile

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Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, già in drammatica carenza di organico, perde un’altra unità di personale. Il funzionario archeologo responsabile dell’Ufficio prestiti e mostre, nonché dei Servizi didattici e dei rapporti con le scuole, lascia il MArRC per prendere servizio alla Direzione Regionale Musei. E il direttore Carmelo Malacrino è costretto a sospendere le attività programmate del museo. È un momento particolarmente difficile per il MArRC, gravato da carenze di organico anche nel settore della fruizione, accoglienza e vigilanza nelle sale espositive. E questo in un momento che dovrebbe essere di festa, per il superamento dell’emergenza Covid-19 e la ripresa delle domeniche con ingresso gratuito, la cui prima giornata sarà quella del prossimo 3 aprile 2022. E da venerdì, 1° aprile 2022, ai sensi dell’ultimo decreto ministeriale, la certificazione verde Covid-19 non sarà più necessaria per entrare in Museo, ma basterà indossare la mascherina chirurgica. “Auguro al nostro funzionario i migliori successi per il proseguo di una brillante carriera”, dichiara Malacrino, “e lo ringrazio per l’impegno profuso in questi anni al museo di Reggio. Non posso, tuttavia, non segnalare un’ulteriore contrazione dell’organico museale, che mette a rischio tutte le attività che avevamo programmato per la primavera e l’estate. Anche e soprattutto in vista delle celebrazioni per il Cinquantesimo anniversario dei Bronzi di Riace. Restano ora scoperte funzioni nevralgiche, quali quelle relative alle mostre e alle procedure di prestito di opere, sia in entrata che in uscita, ma anche la didattica e i progetti con scuole e università. Con sofferenza mi trovo obbligato a sospendere le manifestazioni già programmate per il mese di aprile, auspicando la rapida assegnazione di nuovo personale. Ridurre le attività culturali è una sconfitta non solo per il Museo, ma per l’intera comunità del territorio. Mi scuso con i tanti partner e le associazioni con cui avevamo costruito una ricca programmazione, ringraziandoli per la continua collaborazione che in questi anni ha trasformato il MArRC in un luogo della cultura inclusivo e dinamico”. E aggiunge: “Stiamo già ricevendo molte richieste da parte delle scuole e più in generale da un pubblico che vuole riappropriarsi della propria quotidianità, anche culturale, dopo la pandemia. In queste condizioni, la gestione di una visita in sicurezza all’interno del museo diventa estremamente complessa. Per questa ragione domenica 3 aprile 2022, in concomitanza con la ripresa dell’iniziativa #domenicalmuseo, ci sarò anch’io tra le sale per supportare in prima persona il personale di vigilanza”.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale “Magnagrecàntico sui Bronzi di Riace”, momento di riflessione culturale sulle due statue col prof. Daniele Castrizio, con l’accompagnamento di canzoni e narrazioni del musicantore Fulvio Cama e un filmato del grafico Saverio Autellitano

I Bronzi di Riace esposti in una speciale sala del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

“Un’occasione straordinaria per approfondire la conoscenza sui guerrieri che tutto il mondo ci invidia e trascorrere un momento piacevole di narrazione culturale che non si ferma al dato scientifico, ma abbraccia i saperi musicali e artistici per coinvolgere a 360 gradi gli ospiti del Museo”: Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria che ringrazia i protagonisti di “Magnagrecàntico sui Bronzi di Riace”, “un viaggio nell’antichità, certo che il pubblico del MArRC non perderà l’occasione di partecipare”. Appuntamento martedì 29 marzo 2022, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, per un momento di riflessione culturale sulle due statue a cura del prof. Daniele Castrizio, con l’accompagnamento di canzoni e narrazioni del musicantore Fulvio Cama e un filmato, prodotto dal grafico Saverio Autellitano, quale sottofondo visivo e come spiegazione per immagini le teorie scientifiche, le narrazioni e i canti. L’incontro è promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, presieduto da Rosita Loreley Borruto. L’evento si inserisce all’interno della più ampia programmazione di marzo per le celebrazioni del Cinquantesimo anniversario della scoperta dei Bronzi di Riace. “Si tratta di una sorta di archeologia educativa avente come caratteristica la gestione in prima persona degli stessi archeologi degli obiettivi educativi, sociali e culturali”, spiega l’archeologo Castrizio. “In contrasto con una valorizzazione dei beni archeologici e culturali in genere legata alla mera fruizione visiva, con schede tecniche che “parlano” solo agli addetti ai lavori, la nuova “archeologia pubblica” intende fornire una nuova narrazione della Storia e dell’Archeologia, che, utilizzando tutti gli strumenti che la mente può immaginare, dalla computer grafica alla musica, dall’enogastronomia alla danza, dai fumetti ai film, dai documentari alle arti visive tradizionali, permettano di rendere fruibili e comprensibili i beni culturali di ciascun territorio, rispondendo così ai nuovi bisogni sociali di inclusione e di partecipazione culturale. In ultima analisi – conclude il professore – il fine ultimo che ci propone è quello di affermare il valore del patrimonio storico e culturale, legandolo alla possibilità di crescita civile ed economiche delle popolazioni che lo posseggono e lo custodiscono per i figli e i nipoti”. La partecipazione è gratuita fino a disponibilità dei posti.

Reggio Calabria. Nuove indagini diagnostiche sul Kouros in marmo pario uno dei reperti più suggestivi e straordinari del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, grazie all’accordo con l’università di Messina

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Il Kouros in marmo pario conservato al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Nuove indagini diagnostiche su uno dei reperti più suggestivi e straordinari del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria: il Kouros in marmo pario, esposto al Livello D. Per questo progetto il MArRC e il dipartimento di Scienze matematiche e informatiche, Scienze fisiche e Scienze della terra (Dipartimento MIFT) dell’università di Messina hanno attivato un accordo di collaborazione per attività di studi, ricerca scientifica, formazione e valorizzazione. “Si tratta di sinergie proficue che suggellano e fortificano i rapporti tra il sapere scientifico delle nostre università e il Museo”, spiega il direttore Carmelo Malacrino. “Il MArRC non deve essere solo attrattore culturale, ma anche luogo in cui le testimonianze del passato possano offrire dati inediti e di forte valenza scientifica grazie a importanti progetti multidisciplinari e interistituzionali”. Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria non è solo spazi espositivi, ma continua ad affermarsi anche come luogo di studio e ricerca. Gli approcci adottati per la valorizzazione delle ricche collezioni archeologiche continuano a puntare su conoscenza e conservazione, anche grazie alla collaborazione con università e centri di ricerca italiani e stranieri.

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Barbara Fazzari, funzionario restauratore che guida anche il laboratorio di restauro del MArRC (foto MArRC)

“L’accordo siglato dal nostro direttore e dal direttore del dipartimento MIFT Domenico Majolino”, interviene Barbara Fazzari, funzionario restauratore che guida anche il laboratorio di restauro del MArRC, “si inserisce nell’ambito di una serie di collaborazioni avviate con numerosi istituti di ricerca. Così il MArRC intende approfondire lo studio delle opere conservate all’interno del Museo, con particolare attenzione per gli aspetti scientifici legati alla conoscenza delle tecniche esecutive e dei fenomeni di degrado”. E la prof.ssa Valentina Venuti, referente della convenzione per il dipartimento MIFT: “Il progetto, condiviso dai due istituti culturali, è sfociato in una sinergia nata sul campo tra le diverse professionalità. In particolare, il lavoro condotto dalla dott.ssa Fazzari e dal funzionario archeologo Daniela Costanzo è andato integrandosi con le attività del team scientifico con il quale condivido numerosi progetti di ricerca nell’ambito dei beni culturali, composto oltre che dal prof. Majolino e dalla sottoscritta, dalla prof.ssa Vincenza Crupi, dal prof. Francesco Caridi, dal dott. Giuseppe Paladini e dal dott. Sebastiano Ettore Spoto”.

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Il Kouros di Reggio Calabria sottoposto a indagini non invasive mediante Micro Raman portatile (foto MArRC)

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Il Kouros di Reggio Calabria sottoposto a indagini non invasive mediante Micro Raman portatile (foto MArRC)

Nell’ambito di questo accordo lo scorso febbraio al Museo è stata effettuata una campagna di indagini di tipo non invasivo sul Kouros. La statua, databile intorno al 500 a.C., è stata recentemente restaurata dalla ditta Sante Guido. Restauro di opere d’arte, nell’ambito del grande progetto “Restituzioni” di Intesa Sanpaolo. Già durante l’intervento conservativo la statua era stata sottoposta a indagini mediante spettroscopia XRF e Raman portatile eseguite dal team messinese. “Per ulteriori approfondimenti scientifici”, continua Venuti, “si è scelto di effettuare indagini puntuali tramite uno spettrometro Micro Raman portatile; una strumentazione che, a differenza del tradizionale sistema Raman, permette l’analisi molecolare di aree molto ridotte, focalizzando il laser, tramite un microscopio, su regioni di dimensioni nell’ordine di qualche micron, con la garanzia di risultati importanti per lo studio dell’opera”.

Il ministero della Cultura lancia la campagna social “La cultura unisce il mondo” ed esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina: ecco una carrellata di musei e parchi archeologici che hanno aderito all’iniziativa

Il Colosseo illuminato con i colori della bandiera dell’Ucraina (foto PArCo)

ministero-cultura_contro-la-guerra_locandinaAl via la campagna social con le opere del patrimonio culturale italiano per ricordare il dolore della guerra e il valore della pace. Il ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini, con la campagna digitale “la cultura unisce il mondo”, che coinvolge musei, biblioteche, archivi e istituti culturali statali, ricorda che l’Italia ripudia la guerra ed esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina. Con gli hashtag #cultureunitestheworld e #museumsagainstwar il sistema museale nazionale e la rete degli archivi e delle biblioteche stanno condividendo immagini significative riguardanti il dolore e la sofferenza della guerra o, al contrario, l’armonia e la prosperità del tempo di pace. Tante le realtà museali che hanno già aderito: dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, con la decorazione del frontone di un tempio che sorgeva nell’antico santuario portuale di Pyrgi raffigurante la lotta bestiale degli alleati Tideo e Capaneo sotto le mura di Tebe, al museo Archeologico nazionale di Orvieto, con una testa equina lapidea che ricorda la stravolta espressione del cavallo del Guernica, dal museo Egizio di Torino, con l’amuleto ankh di lunga vita e protezione, al museo di Capodimonte, con l’Allegoria della Giustizia di Giorgio Vasari, dalle statue di Villa Adriana a Tivoli, fino alle opere della Galleria Borghese, del museo nazionale Romano, del museo Omero di Ancona, di Palazzo Grimani a Venezia e di Palazzo Reale di Genova. La campagna è iniziata nei giorni scorsi con l’illuminazione con i colori della bandiera dell’Ucraina del Colosseo.

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Dettaglio del frontone dell’antico santuario portuale di Pyrgi conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma. La decorazione del frontone di un tempio che sorgeva nell’antico santuario portuale di Pyrgi, sul Tirreno a pochi chilometri da Cerveteri. La scena è densamente popolata di figure e copriva la testata posteriore della trave di colmo del tetto del tempio A; quest’ultimo costruito intorno al 470 a. C. era dedicato a Thesan, dea etrusca dell’aurora. L’artista con uno sforzo di estrema sintesi e originalità riesce a raccontare le storie di due personaggi del mito, Tideo e Capaneo, di cui bisogna conoscere l’antefatto. Siamo sotto le mura della città di Tebe, dove Eteocle e Polinice, i due figli maledetti di Edipo, lottano per il potere: Eteocle, che allo scadere del suo turno di regno non ha voluto cedere il trono al fratello come pattuito, è asserragliato con i Tebani nella città, mentre fuori i guerrieri provenienti da Argo, chiamati in aiuto da Polinice, ne tentano l’assalto. Come sempre gli dei assistono allo scontro ed intervengono. E infatti al centro della scena Zeus adirato scaglia il suo fulmine contro Capaneo che ha bestemmiato gli dei, mentre sulla sinistra alla vista di Tideo, che pur ferito a morte azzanna il cranio di Melanippo, la dea Atena si allontana disgustata con la pozione che avrebbe dato l’immortalità al suo protetto. La nudità di Tideo e Capaneo sottolinea la bestialità dei loro atti e la loro punizione è la punizione di ogni comportamento improntato al disprezzo degli dei e delle leggi degli uomini (hybris), in chiave politica è una condanna della tirannide e un monito a non violare mai i valori della civiltà per lasciarsi prendere da brutalità e barbarie.

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Dettaglio scodella in sigillata da Taranto conservata al museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTa)

Il museo Archeologico nazionale di Taranto si schiera contro ogni guerra e contro ogni violenza condividendo un reperto, decorato con colombe, simbolo e augurio di Pace, esposta nella Sala XXV, vetrina 73. Si tratta di una scodella in sigillata africana D da Taranto rinvenuta nell’ipogeo funerario di Palazzo Delli Ponti, 1990. All’interno croce gemmata, marginata e decorata con una serie di cerchi concentrici, ai lati tre colombe. Prima metà del VI sec. d.C.

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Amuleto ankh conservato al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Il museo Egizio di Torino è contro ogni forma di guerra, violenza e discriminazione. L’amuleto ankh aveva lo scopo di conferire protezione e lunga vita. Condividiamo questa immagine per ricordare la bellezza della vita, l’importanza della pace e del dialogo tra i popoli.

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Rython a testa d’asino del museo Archeologico nazionale di Orvieto (foto drm-umbria)

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Testa di cavallo impazzito: dettaglio di “Guernica” (1937) di Pablo Picasso (foto da Flikr, licenza Creative Commons)

Il museo Archeologico nazionale di Orvieto propone un’associazione di idee tra un rhytòn configurato a testa d’asino (ca. 460 a.C.) da Campo della Fiera, Tempio C, e un particolare di Guernica dipinto da Pablo Picasso nel 1937. Il richiamo di questa testa con la stravolta espressione del cavallo del Guernica non è nulla di più che una suggestione derivata dal nostro substrato culturale. Ma rende con efficacia l’atmosfera dei giorni che stiamo vivendo.

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I Bronzi di Riace messaggeri di pace dal museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria aderisce alla campagna digitale promossa dal ministero della Cultura per ricordare il dolore della guerra e il valore della pace. Su tutti i social del MArRC, infatti, saranno pubblicate le immagini dei reperti del museo accompagnati dagli hashtag ufficiali #laculturaunisceilmondo e #museumagainstwar, per esprimere la condanna dell’invasione russa e piena e incondizionata solidarietà al popolo ucraino. “Abbiamo deciso di avviare la campagna social con i Bronzi di Riace che esprimono, in tutto il pianeta, il valore identitario della Calabria”, commenta il direttore Carmelo Malacrino. “Possano le due statue assumere, nel cinquantesimo anno dalla loro scoperta, il valore di simboli della pace e dell’unione tra i popoli. Quanto sta accadendo in questi giorni in Ucraina ci lascia sgomenti – aggiunge Malacrino -. Oggi più che mai siamo qui per ribadire che l’umanità non ha bisogno di guerre. Ci auguriamo che le tristi immagini che i media ci stanno sottoponendo in queste ore, possano essere sostituite da quelle della speranza. Il Museo e i reperti d’arte che custodisce, possano, attraverso la bellezza, ricordarci sempre i valori dell’unità e della fratellanza”.

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La statua della Concordia dall’Edificio di Eumachia in Pompei lancia un messaggio di pace dall’atrio del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto luigi spina)

Nell’atrio del museo Archeologico nazionale di Napoli, alta e imponente, attende i visitatori. È la statua della Concordia Augusta che è stata installata proprio all’ingresso del Mann. Un gesto simbolico, voluto dal direttore Paolo Giulierini per accompagnare queste drammatiche giornate di negoziati e guerra fra Russia e Ucraina. Ancora una volta, dall’arte antica proviene un messaggio di perenne attualità: la scultura marmorea della Concordia (dall’edificio di Eumachia, Pompei, I sec. d. C.) venne realizzata per celebrare la pace e la stabilità, che si candidavano a essere valori guida del principato augusteo dopo un periodo doloroso di guerre civili. Un messaggio che, scolpito nella pietra, ci parla soprattutto oggi. Lo spostamento della statua in Atrio è raccontato sui social del Mann con l’hashtag #Museumsagainstwar, lanciato dal ministero della Cultura quando è stata invasa l’Ucraina.

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La de Minerva, dettaglio del Salone delle Scienze, al museo delle Civiltà a Roma-Eur (foto muciv)

Al museo delle Civiltà a Roma, nel salone delle Scienze “Mario Tozzi” che presenta elementi decorativi relativi alla scienza. Al centro campeggia la figura di Minerva, dea protettrice delle scienze. I suoi più consueti attributi (l’elmo, la lancia, lo scudo) sono abbandonati da una parte: un chiaro messaggio di pace e di speranza in tempo di guerra.

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Il messaggio social “La cultura unisce il mondo” dal museo Archeologico nazionale di Verona (foto drm-veneto)

Anche il museo Archeologico nazionale di Verona aderisce alla campagna contro la guerra. A pochi giorni dall’inaugurazione nell’ex caserma asburgica San Tomaso lancia sui social lo slogan “La cultura unisce il mondo”.

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Dal parco archeologico del Colosseo il messaggio “La cultura unisce il mondo” (foto alessandro serranò)

Il parco archeologico del Colosseo aderisce alla campagna lanciata dal ministero della Cultura “La Cultura Unisce il Mondo – L’Italia ripudia la guerra” illuminando il Colosseo con i colori della bandiera dell’Ucraina.

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Aiace Telamonio porta sulle spalle il corpo di Achille: dettaglio della raffigurazione del Vaso François al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Il museo Archeologico nazionale di Firenze per “La cultura unisce il mondo” propone la scena più drammatica dipinta sul Vaso François, raffigurata simmetricamente su entrambe le anse, con sapienti variazioni. Il lato più crudo e vero della guerra! L’imponente Aiace Telamonio, cugino e fedele compagno di Achille, ed uno dei più valorosi eroi greci, trasporta il corpo inerte dell’eroe caduto in battaglia. L’enorme guerriero senza vita ha le braccia e le gambe distese nell’abbandono della morte e la lunghissima chioma aristocratica pende quasi fino al suolo. Questo resta di Achille, che a una vita lunga e serena ne preferì una breve ma gloriosa…la guerra non ha risparmiato neppure lui!

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Il tempio di Nettuno nel parco archeologico di Paestum con i colori della bandiera dell’Ucraina (foto pa-paeve)

Il parco archeologico di Paestum e Velia aderisce alla campagna “L’Italia ripudia la guerra” ed esprime la piena e incondizionata solidarietà all’Ucraina, Paese colpito nella propria legittima sovranità. Così il Tempio di Nettuno si colora di blu e giallo in segno di vicinanza.

Cinquantesimo Bronzi di Riace, la Regione Calabria stanzia 3 milioni. Il direttore Malacrino: “Straordinario investimento che darà un respiro internazionale alle celebrazioni”

I Bronzi di Riace su piedistalli antisismici al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Cinquantesimo dei Bronzi di Riace: la Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, stanzia 3 milioni finanziamento di tre milioni di euro della Regione Calabria, presieduta da Roberto Occhiuto, per la valorizzazione e la promozione delle manifestazioni promosse dalla Regione intorno ai Bronzi di Riace: attività che saranno coordinate dalla vicepresidente Giusi Princi. “Si entra finalmente nel vivo della programmazione per il Cinquantesimo dei Bronzi di Riace”, plaude Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, “un evento che da tempo il MArRC sta pianificando per trasformare un anniversario in una eccezionale opportunità di promozione e valorizzazione per tutto il territorio. Ringrazio il presidente Occhiuto e tutta la giunta per questo investimento – dichiara Malacrino – e per aver creduto sulla valenza internazionale di questa ricorrenza per tutta la Calabria. Sono grato, in particolare, alla vicepresidente Princi, con la quale in queste settimane si sono svolti proficui incontri. Il Museo, per mettere insieme tutte le forze del territorio, già l’anno scorso aveva istituito un apposito comitato, passato negli ultimi mesi al coordinamento della Città Metropolitana, che molto sta facendo in proposito. Adesso, con questo finanziamento, la Calabria potrà rilanciare uno dei suoi più potenti attrattori – i Bronzi di Riace – a livello internazionale. Ho già avuto occasione di avanzare qualche proposta per promuovere l’immagine dei Bronzi e della Calabria nelle città italiane ed europee. Per la nostra regione sarà un’occasione irripetibile per valorizzare le bellezze del territorio: dall’archeologia ai borghi, dalle tradizioni artigianali alle peculiarità linguistiche, dal paesaggio costiero e montano alle specialità eno-gastronomiche. Il tutto nel segno dei Bronzi, uno dei simboli della Calabria nel mondo. Ora bisogna correre – conclude il direttore del Museo –, lavorando tutti insieme e facendo rete per raggiungere elevati livelli di qualità, anche nel campo dell’offerta turistica”.

Reggio Calabria. Prorogata fino a maggio la mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”. Visite guidate con giovani “ciceroni”

La locandina della mostra “Salvati dall’oblio” al MArRC fino al 9 gennaio 2022: prorogata fino al 15 maggio 2022
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Il direttore Carmelo Malacrino con i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza all’inaugurazione della mostra “Salvati dall’oblio” (foto MArRC)

È stata la grande mostra del 2021 al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, prevista in chiusura il 9 gennaio 2022. Ma non è finita. Ora ci sono ancora quattro mesi per visitarla. È stata prorogata fino al 15 maggio 2022 la mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, curata dal direttore Carmelo Malacrino, dal Capitano Bartolo Taglietti, già Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Cosenza, e dall’archeologo Maurizio Cannatà (vedi Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”: in vetrina oltre 150 reperti trafugati o destinati al mercato clandestino | archeologiavocidalpassato). “Promuovere il valore identitario del patrimonio culturale e l’importanza della sua tutela presso le giovani generazioni”, ha dichiarato il direttore Carmelo Malacrino, “è uno degli obiettivi della missione istituzionale del MArRC. Questa esposizione lancia un messaggio significativo su tutto il territorio e si è rivelata finora un grande successo. Oltre 75mila visitatori, a partire dallo scorso 18 giugno, al loro ingresso al Museo hanno trovato ad accoglierli, nel suggestivo spazio di Piazza Paolo Orsi, oltre 150 preziosi reperti restituiti alla collettività dallo straordinario lavoro dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. Per questo motivo, in accordo con il Comando generale e con il Nucleo T.P.C. di Cosenza, si è deciso di prorogare l’esposizione ancora per qualche mese”. La funzione sociale del Patrimonio Culturale, la sua appartenenza a tutta la collettività e l’importanza di garantirne l’accessibilità a tutte le categorie di pubblico, dunque, saranno ancora protagonisti al MArRC, proprio in contemporanea con le celebrazioni per il 50° anniversario dalla scoperta dei Bronzi di Riace, simboli identitari della Calabria nel Mondo. L’obiettivo è stato possibile grazie alla preziosa sinergie intessute dal MArRC, in primo luogo con il Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza oggi al comando del Ten. Giacomo Geloso, oltre che con la Direzione Regionale Musei Calabria guidata da Filippo Demma e con il Dipartimento Culture Educazione e Società dell’Unical, diretto da Roberto Guarasci. Incontri formativi coordinati dai Servizi Educativi Museali hanno formato giovani ‘Ciceroni’ che al termine di un importante percorso formativo umano e professionale metteranno a disposizione dei loro coetanei le loro conoscenze, attraverso visite e percorsi guidati alla mostra. Le attività saranno prenotabili all’indirizzo mail man-rc.mostre@beniculturali.it a partire dal mese di febbraio e si svolgeranno nel rispetto dei protocolli anticontagio.

Hydria a figure rosse, del IV secolo a.C., recuperata dai carabinieri con l’operazione “Purgatorio” del 2011 (foto MArRC)

“La ripresa dell’emergenza sanitaria ha purtroppo frenato nuovamente l’affluenza di pubblico, soprattutto dei gruppi scolastici, tra i principali destinatari del messaggio culturale dell’esposizione”, ha commentato Cannatà, responsabile dei servizi educativi del Museo. “Per tale ragione abbiamo lavorato per consentire la fruizione della mostra fino alla prossima primavera, per permettere ai bambini e ai ragazzi delle comunità scolastiche del territorio di non perdere questa straordinaria opportunità”. Valore aggiunto della nuova programmazione dell’esposizione sarà uno specifico protocollo d’intesa, stipulato tra il MArRC, l’Ufficio Servizi Sociali dei Minorenni del Tribunale dei Minori di Reggio Calabria, l’Istituto professionale alberghiero di Villa San Giovanni e l’Associazione culturale Biesse, con l’obiettivo di rafforzare nei ragazzi le radici classiche dell’identità calabrese e con esse i suoi valori positivi da contrapporre a quelli della cultura massificante e dell’illegalità. “Uno strumento fondamentale per il riscatto di tanti giovani”, ha dichiarato Bruna Siviglia, presidente dell’associazione culturale Biesse. “Una sinergia importantissima per divulgare i valori di legalità e di giustizia attraverso l’arte e la bellezza. La bellezza salverà il mondo”.

Reggio Calabria. Speciale Ponte di Ognissanti al museo Archeologico nazionale con il Green Pass: sabato 30 apertura serale con evento “Halloween al Museo” per bambini e famiglie alla scoperta delle origini antiche della festa. Domenica 31 e lunedì 1° orario continuato fino alle 20. Martedì chiuso

Locandina della serata Halloween al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria

Un ricco fine settimana al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, dedicato in particolare ai bambini e alle famiglie. Sabato 30 ottobre 2021, il MArRC sarà aperto con orario continuato fino alle 23 con l’iniziativa “Halloween al Museo”. Dalle 20 tanti palloncini colorati in regalo per i più piccoli, che potranno venire anche mascherati per l’occasione, e un opuscolo con giochi e immagini per scoprire le radici antiche di questa festa grazie agli appuntamenti didattici offerti dal personale del Museo. Tutte le famiglie, inoltre, riceveranno in omaggio il bellissimo fumetto sui Bronzi di Riace e una borsa in tela con il logo del MArRC. Dalle 20 il biglietto d’ingresso costerà solo 3 euro, restando come sempre gratuito fino a 18 anni di età. “Abbiamo voluto organizzare, dopo questi anni di terribile pandemia, una serata tutta dedicata ai più piccoli”, dichiara il direttore Carmelo Malacrino. “La festa di Halloween ci offre ancora una volta l’opportunità di coniugare il gioco con l’apprendimento didattico, il tutto al cospetto dei grandi e piccoli capolavori della Calabria antica. Ormai anche i nostri bambini per Halloween hanno assunto l’abitudine di travestirsi da folletti, mostri, streghe e vampiri per bussare alle porte delle case recitando la famosa formula: ‘scherzetto o dolcetto?’. Ma non tutti sanno – conclude Malacrino – che Halloween ha radici molto antiche e il Museo può essere il luogo più suggestivo per scoprirle”. I servizi educativi museali hanno predisposto un programma di attività didattiche che prevede, oltre a visite guidate dedicate alla coppia divina “Ade e Persefone. Signori dell’oltretomba”, la distribuzione di un opuscolo che permetterà a bambini e ragazzi, attraverso il gioco, di scoprire: il mito di Ecate, la dea greca dei fantasmi, dal terribile aspetto a teste canine; le feste antesterie, che si celebravano ad Atene e che vedevano le anime dei defunti vagare per le città dei vivi; i Lemuria, i rituali praticati dai Romani per placare i demoni dei defunti; fino all’assimilazione di questi riti a quelli celtici dello Samhain, antenati dell’odierno Halloween. “La festa di Halloween affonda le sue origini in antichi rituali delle popolazioni celtiche sottomesse all’impero romano, poi passati alle culture anglosassoni”, dichiara Maurizio Cannatà, responsabile dei servizi educativi. “Numerose furono le interazioni culturali con il mondo classico, romano in particolare, che assimilò queste credenze ancestrali ad alcune delle proprie celebrazioni in onore dei defunti, fino alla fine del paganesimo e all’istituzione della festa cristiana di Ognissanti”.

I Bronzi di Riace esposti in una speciale sala del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Domenica 31 ottobre 2021 il MArRC sarà aperto con orario continuato dalle 9 alle 20. Apertura straordinaria anche lunedì 1° novembre 2021, con lo stesso orario, per permettere ai tanti turisti di visitare le sale espositive e ammirare le ricche collezioni archeologiche, a partire dai magnifici Bronzi di Riace e di Porticello. Sarà anche possibile visitare, senza alcun sovrapprezzo, la grande mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, allestita nel suggestivo spazio di Piazza Paolo Orsi. Martedì 2 novembre 2021, invece, il museo resterà chiuso al pubblico. Per l’accesso al Museo sono obbligatori il Green Pass sopra i 12 anni, il controllo della temperatura e l’uso della mascherina in possesso. Ai sensi dell’ultimo decreto anti Covid, la percentuale di capienza della struttura museale torna al 100%.

“Paolo Orsi, archeologo e uomo: la corrispondenza, gli archivi, le idee”: a Rovereto una giornata di studi con i massimi esperti sulle orme del grande archeologo dal Trentino alla Magna Grecia, in Calabria e Sicilia. Convegno in presenza al museo civico (con Green Pass) e on line

L’archeologo roveretano Paolo Orsi “protagonista” della giornata di studi al museo civico di Rovereto
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Locandina de “I venerdì dell’archeologia” 2021 a Rovereto

Da Rovereto alla Magna Grecia, in Calabria e Sicilia, sulle orme di Paolo Orsi. Rovereto dedica una giornata di studi per scoprire il grande archeologo roveretano Paolo Orsi, un convegno aperto al pubblico insieme ai massimi esperti da tutta Italia. Appuntamento venerdì 22 ottobre 2021, dalle 9 alle 18.30, in sala convegni F. Zeni del museo di Scienze e Archeologia in Borgo Santa Caterina 41 a Rovereto, con “Paolo Orsi, archeologo e uomo: la corrispondenza, gli archivi, le idee”, giornata di studi per il ciclo di incontri “I venerdì dell’archeologia” a cura di Barbara Maurina della Fondazione Museo Civico di Rovereto. La partecipazione al convegno è libera e gratuita, senza prenotazione. Green Pass obbligatorio. L’attività è riconosciuta ai fini dell’aggiornamento degli insegnanti. La partecipazione vale inoltre come credito formativo per studenti della scuola secondaria di secondo grado. Sarà possibile anche seguire l’evento in diretta online sul canale YouTube della Fondazione MCR. 

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L’archeologo roveretano Paolo Orsi (foto fmcr)

L’archeologo Paolo Orsi è uno dei personaggi della cultura roveretana più grandi e forse meno celebrati in terra trentina. Dopo gli studi a Vienna, Padova e Roma e gli anni giovanili in cui ha scavato siti preistorici nella terra d’origine, la Busa dell’Adamo sopra a Lizzana o il Colombo di Mori, ha svolto praticamente tutta la sua entusiasmante carriera fatta di studi e di scoperte eccezionali nelle regioni della Magna Grecia, in Calabria e in Sicilia dove è stato Soprintendente ai beni archeologici, regioni che ha battuto palmo a palmo con un metodo innovativo che gli derivava anche dalla sua antica passione per le passeggiate e le esplorazioni sul territorio (era socio della SAT), e che è diventato un’ispirazione per i futuri archeologi di tutto il mondo.  

L’archeologo Paolo Orsi raccoglie appunti seduto su un capitello del tempio di Apollo Aleo, appena scoperto a Punta Alice nel Crotonese (foto fmcr)
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La sede del museo civico di Rovereto – museo di Scienze e Archeologia (foto fmcr)

Organizzata dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto a cura di Barbara Maurina, conservatrice della sezione di archeologia del Museo, la giornata di studi pone il focus su alcuni aspetti inediti o poco esplorati del suo lavoro sul campo, dei suoi metodi di ricerca, delle sue idee e dell’eredità che il suo lavoro rappresenta per noi oggi. Durante il convegno Barbara Maurina e Maurizio Battisti, archeologi del Museo, illustreranno le scoperte e le novità emerse dallo studio delle lettere di Paolo Orsi, ben 7843 documenti, acquisiti dalla Fondazione Museo Civico di Rovereto nel 2013 e ora inventariati, schedati e liberamente consultabili online, lavoro condotto con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Saranno presenti a Rovereto per esplorare queste tematiche i principali studiosi italiani di Paolo Orsi in rappresentanza delle Istituzioni che hanno conosciuto maggiormente da vicino il lavoro dell’archeologo roveretano. Tra questi Franco Nicolis e Franco Marzatico della soprintendenza per i Beni culturali – Provincia Autonoma di Trento. Per la Sicilia, Anita Crispino e Giuseppina Monterosso del parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai, e Maria Concetta Parello del parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi. Concludono la giornata gli interventi di Carmelo Malacrino del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e Maurizio Paoletti dell’università della Calabria.

Locandina della giornata di studi “Paolo Orsi, archeologo e uomo: la corrispondenza, gli archivi, le idee” a Rovereto

Il programma. Alle 9, saluti istituzionali e apertura dei lavori; 10, Franco Marzatico (soprintendenza per i Beni Culturali Provincia autonoma di Trento), su “Paolo Orsi e le radici identitarie”; 10.30, Franco Nicolis (soprintendenza Provincia di Trento) su “Nato per scavare: Paolo Orsi e le ricerche giovanili in Trentino”; 11.15, Barbara Maurina e Maurizio Battisti (Fondazione Museo Civico di Rovereto) su “Pagine inedite di storia. l’epistolario orsi della Fondazione Museo Civico Di Rovereto”; 12, discussione; 12.30, pausa pranzo; 14.30, Annaluisa Pedrotti (università di Trento) su “Il “neolitico” di Paolo Orsi”; 15, Anita Crispino (parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai) su “Dal naufragio della mia corrispondenza”: l’epistolario di Paolo Orsi conservato al museo di Siracusa e il suo riordino”; 15.30, Giuseppina Monterosso (parco archeologico di Siracusa) su “Paolo Orsi e la “Repubblica Di Catania”; 16, Maria Concetta Parello (parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento) su “L’archeologia a Girgenti negli anni di Paolo Orsi”; 17, Maurizio Paoletti (università della Calabria) su “Paolo Orsi e la Calabria: tra ricerca e tutela”; 17.30, Carmelo Malacrino (museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria) su “Scavi e scoperte a Reggio Calabria nei taccuini di Paolo Orsi”; 18, discussione e chiusura dei lavori. Al termine del convegno, per chi lo desidera, è prevista una breve visita alla Sala Paolo Orsi con l’artista Osvaldo Maffei.