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Museo Archeologico nazionale di Napoli da record: in 11 mesi già 650mila visitatori. E dicembre promette altri successi: dopo “Muse al Museo”, ecco la grande mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, poi “Fotografare il Mann tutto l’anno”, il calendario 2020 “ARCHEmiti femminili”, “OpenHeArt. Quattro laboratori per una mostra”, e l’accordo con il teatro San Carlo. Le offerte di OpenMann: già 8mila iscritti

Una lunga fila di visitatori in attesa di entrare al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

L’invito alla presentazione della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”

Manca poco meno di un mese alla fine dell’anno, ma il museo Archeologico nazionale di Napoli conta già 650mila visitatori dal 1° gennaio del 2019: una soglia lusinghiera, che supera di gran lunga le 613mila presenze registrate il 31 dicembre del 2018. E il ricco programma di dicembre promette nuove cifre da record. Mentre con l’Immacolata si è chiusa la settimana della la kermesse “Muse al Museo. Speciale Thalassa”, un produzione FestivalMANN con la direzione artistica di Andrea Laurenzi (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/04/muse-al-museo-speciale-thalassa-al-museo-archeologico-di-napoli-musica-spettacolo-e-performance-dedicati-al-mare-in-attesa-della-grande-mostra-sulle-meraviglie-sommerse-d/), si avvicina al grande evento del 12 dicembre quando è in programma l’inaugurazione della mostra “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, il cui progetto scientifico è stato promosso da “Teichos. Servizi e Tecnologie per l’Archeologia”: nel suggestivo allestimento dell’exhibit, saranno presentati al pubblico 400 straordinari reperti, che racconteranno il Mare nostrum tra cultura, economia, folclore e paesaggio. Peculiarità dell’esposizione, che ha determinato una variegata rete di collaborazioni con istituzioni museali e privati, l’analisi delle conquiste dell’archeologia subacquea, tra rigore metodologico ed applicazione delle nuove tecnologie. “Thalassa” nasce nel più ampio framework di collaborazione con l’Assessorato alla Cultura ed all’Identità Siciliana della Regione Siciliana: la mostra non sarebbe stata possibile senza il contributo del famoso archeologo Sebastiano Tusa, scomparso nella sciagura aerea dello scorso marzo in Etiopia (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2019/03/11/archeologia-in-lutto-nel-disastro-aereo-del-boing-737-precipitato-in-etiopia-e-morto-larcheologo-sebastiano-tusa-siciliano-doc-docente-di-paletnologia-e-archeologia-marina-ha-creato-la-so/).

La locandina che promuove OpenMann, l’abbonamento annuale al museo Archeologico nazionale di Napoli

Raggiunta anche la quota delle 8mila sottoscrizioni per l’abbonamento annuale OpenMANN. A un anno esatto dal primo lancio dell’abbonamento annuale OpenMANN, cui hanno aderito ben 8mila iscritti, la manifestazione “Muse al Museo” è stata l’occasione per promuovere l’OpenMANN Fest: dal 1° dicembre 2019 al 12 gennaio 2020, infatti, è possibile sottoscrivere la card, direttamente in biglietteria, a prezzi scontati (15 euro per adulti, 30 euro per famiglie composte da due over 25, 10 euro per young). La card OpenMANN, presentata di recente anche in versione Academy (rivolta a studenti universitari ed iscritti a scuole di specializzazione, con un prezzo simbolico 5 euro, ferme le gratuità previste dalla legge), permetterà di accedere illimitatamente al Museo per 365 giorni dalla data di prima attivazione, includendo tutti gli eventi in calendario, comprese le grandi mostre del 2020: “Thalassa. Meraviglie sommerse dal Mediterraneo”, “Lascaux 3.0” (dal prossimo 31 gennaio), “Gli Etruschi al MANN” (dal 13 febbraio), “I Gladiatori” (dall’8 aprile) e “Capire il cambiamento climatico” (sino al 31 maggio). Nel prossimo anno, sarà anche la collezione permanente del Mann ad ampliarsi, non soltanto con la riapertura della sezione “Preistoria e protostoria”, ma anche con il restyling delle sale dedicate agli Affreschi ed agli oggetti della vita quotidiana di Pompei, Ercolano e delle città vesuviane.

“Fotografare il Mann tutto l’anno”: due piccole visitatrici scoprono l’antichità grazie ai supporti didattici della collezione (foto De Riccardis)

“Fotografare il Mann tutto l’anno”: uno splendido cratere in primo piano con la fuga delle sale sfocate sullo sfondo (foto Codispoti)

Due appuntamenti con la creatività contemporanea connotano questa settimana: lunedì 9 dicembre 2019 vernice dell’esposizione “Fotografare il MANN tutto l’anno”, a cura dell’Associazione Flegrea Photo, seguita dalla presentazione del calendario 2020 del museo Archeologico nazionale di Napoli, realizzato da Barbara Ciardo per la Scuola Italiana di Comix. Anno che va, anno che viene: nell’atrio del museo Archeologico nazionale di Napoli, da lunedì 9 dicembre 2019 al 13 gennaio 2020, sono in programma due mostre dedicate, rispettivamente, al 2019 ed al 2020. Sono quaranta artisti dell’Associazione Flegrea Photo a proporre il percorso “Fotografare il MANN tutto l’anno”: il Museo è raccontato attraverso l’obiettivo di chi, con uno sguardo particolare, ha ammirato le collezioni permanenti, ha seguito la peculiarità dei percorsi espositivi proposti, ha partecipato agli eventi culturali in calendario. I fotografi, peraltro tutti titolari dell’abbonamento annuale OpenMann (lanciata sino al prossimo 12 gennaio la possibilità di rinnovo al prezzo promo di 15 euro per adulti), si sono mescolati al pubblico del Museo per fermare non soltanto momenti simbolo dell’anno che sta per terminare, ma anche attimi di quotidianità vissuti all’Archeologico: non mancheranno, naturalmente, immagini dedicate alla collezione Magna Grecia (uno splendido cratere in primo piano con la fuga delle sale sfocate sullo sfondo, così come due piccole visitatrici che scoprono l’antichità grazie ai supporti didattici della collezione), ma sarà il culto del dettaglio a rappresentare un trait d’union fra le fotografie in mostra. Dal bookshop (dove due turisti si abbracciano mentre scelgono un catalogo) e dalla biglietteria (una ragazza è in fila, ma ciò che colpisce è il nastro che ha tra i capelli), si arriverà poi alle sale, per scoprire la magia dei bronzi della Villa dei Papiri, l’inquietudine perenne delle figure rappresentate negli affreschi, lo spettacolare assetto del Salone della Meridiana: non sempre, nelle immagini, saranno ritratti i visitatori, ma saranno le opere e gli spazi stessi a prendere vita, per raccontare un anno (ed anche un tempo indefinito), che al Museo è stato pieno di vita.

La copertina del calendario 2020 del Mann “ARCHEmiti femminili” di Barbara Ciardo

Il mese di Luglio del calendario 2020 del Mann realizzato da Barbara Ciardo

Anche per il 2020, è confermata la sinergia tra il Mann e la Scuola Italiana di Comix, definita nell’ambito del progetto universitario Obvia: sono esposte in Atrio tutte le dodici tavole del calendario del museo Archeologico nazionale di Napoli, realizzato dall’artista Barbara Ciardo (napoletana, classe 1983). Il calendario, intitolato significativamente “ARCHEmiti femminili”, è un viaggio colorato tra storie, leggende e tesori del patrimonio culturale (anche immateriale), sulla scorta del concetto di immaginazione attiva proposto da Carl Jung, per cui dalle forme astratte scaturisce una visione ragionata e compiuta della Bellezza. Così Barbara Ciardo, tesaurizzando la raffinata prassi di contaminazione creativa da sempre realizzata dalla Scuola Italiana di Comix, dedica ogni mese alle donne che hanno popolato la cultura ed il folclore occidentale (e non solo): riferimento imprescindibile la Sirena Partenope, figura sinuosa stagliata tra un sereno cielo notturno ed il Castel dell’Ovo, per giungere al mito babilonese di Inanna, che celebrava la potenza creatrice del femminile; non mancheranno l’appello al potere dell’inconscio con la raffigurazione di Ecate sulle soglie di un mondo sconosciuto e l’inno a chi, come Cassandra, aveva il coraggio di affermare al mondo il proprio concetto di consapevolezza. Immagine guida di “ARCHEmiti” è l’Artemide Efesia, la splendida scultura (II sec. d.C.) della collezione Farnese del Mann, simbolo della fecondità femminile. “Un nuovo calendario scandirà il 2020 del MANN, frutto dell’arte di Barbara Ciardo e sul solco di una solida tradizione avviata dal progetto universitario Obvia- Out of boundaries viral art dissemination”, commenta Paolo Giulierini, direttore del Mann. “L’arte per l’arte, reinterpretazione delle opere del MANN e non solo, oltre le mura, oltre i confini per proporre una visione human centred. A questo viaggio creativo ben si combina, in Atrio, il racconto fotografico realizzato, nel 2019, dagli artisti dell’Associazione Flegrea Photo: guardiamo verso il futuro, tenendo ben fermo quanto fatto sinora”.

Rilievo con testa femminile proveniente da Palmira e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Ma non è finita. Un evento simbolico per dare inizio alla sinergia tra il museo Archeologico nazionale di Napoli ed il Teatro San Carlo: in occasione dell’opera “Pikovaja Dama -La Dama di Picche” (la prima è in cartellone l’11 dicembre 2019), sarà in mostra temporanea al Lirico napoletano un prezioso reperto con testa femminile appartenente alle collezioni del Mann. La scelta del capolavoro in esposizione non è casuale: il pregevole rilievo proviene da Palmira ed è databile tra la fine del II secolo d.C. ed i primi decenni del III secolo d.C. L’opera, verosimilmente, doveva completare un monumento funerario, del tipo a camera ipogeico o a torre. A destra del volto, da riferirsi alla defunta, si scorgono le tracce di un’iscrizione in aramaico palmireno. Se la vicenda di un antico reperto permette di ricollegare, ancora una volta, la storia passata a quella presente (il precoce interesse per il sito di Palmira ci spinge a lanciare un monito sempre attuale per la tutela del patrimonio culturale in aree di crisi), è il fil rouge tra storia, arte e musica ad avvicinare MANN e San Carlo. Un legame ideale, infatti, unisce i due istituti, le cui origini affondano nell’illuminata politica culturale di Carlo III di Borbone: a un anno di distanza dalla fondazione del Teatro che porta il suo nome, nel 1738, il sovrano si fece fautore degli scavi che identificarono a Resina il sito dell’antica Ercolano, portando alla luce per prime proprio le strutture della scena del teatro. Un decennio dopo fu la volta di Pompei. Lo stesso Mozart, nel 1770, visitò Pompei e l’Herculanense Museum di Portici, ricavandone probabilmente le suggestioni che sarebbero riemerse più tardi con la composizione del “Flauto magico”. Parte integrante dell’azione di Carlo III, ripresa poi dal figlio Ferdinando, fu proprio la costruzione museografica, che si concentrò dapprima presso le residenze reali di Portici e Capodimonte per poi identificare nel Palazzo degli Studi di Napoli la sede di quello che sarebbe diventato il Real Museo Borbonico nel 1816, oggi Museo Archeologico Nazionale. Le collezioni stesse del MANN rimandano per più di un aspetto al teatro e alla musica: gli strumenti musicali rinvenuti nei siti vesuviani e le iconografie di mosaici, affreschi, pitture vascolari, sculture recano frequenti rimandi alla musica antica e ai diversi ambiti in cui era praticata.

Sulla scorta di questa matrice culturale condivisa, la convenzione tra MANN e San Carlo, promossa nell’ambito del progetto universitario Obvia- Out of boundaries viral art dissemination, seguirà diversi filoni operativi: da una parte, l’esposizione temporanea di reperti in occasione di alcune importanti opere in cartellone al San Carlo (dopo la “Dama di picche”, anche il “Flauto magico” tra marzo ed aprile 2020, così come il “Maestro di Cappella” nel giugno del prossimo anno prevedranno un’exhibit di capolavori del MANN) e l’organizzazione, da parte del Lirico partenopeo, di workshop e flash mob dedicati alla musica nelle sale dell’Archeologico. Un secondo ed importante piano sarà rappresentato dalla promozione di un biglietto integrato (Formula Duetto) che, al costo di 18 euro, consentirà, nell’arco temporale di 3 giorni, di partecipare alle visite guidate al Teatro di San Carlo e di accedere al Mann nei periodi di Natale e Pasqua. Ultima articolazione dell’accordo sarà la scontistica per determinate categorie di utenti: per i titolari di abbonamento OpenMANN sarà possibile acquistare i biglietti al botteghino del San Carlo con lo sconto del 10%; ancora, gli abbonati alla stagione concertistica e sinfonica del San Carlo potranno sottoscrivere card annuali a prezzi promo (15 euro per adulti; 30 euro per una coppia di over 25).

Un laboratorio dell’esposizione “OpenHeArt. Quattro laboratori per una mostra”, in programma a Villa Pignatelli- Casa della Fotografia (foto Mann)

Costruire una mostra, in ogni suo tassello: dalla realizzazione delle opere al progetto di allestimento, dalla grafica alla comunicazione. Lo hanno fatto 44 giovani napoletani inoccupati, dai 18 ai 29 anni, adesso protagonisti dell’esposizione “OpenHeArt. Quattro laboratori per una mostra”, in programma a Villa Pignatelli- Casa della Fotografia da sabato 7 dicembre 2019 (apertura al pubblico: ore 11) sino al 6 gennaio 2020. Il progetto “OpenHeArt” ha rappresentato l’occasione per esprimere energie creative e scoprire la vena artistica che è in ognuno di noi, costruendo una rete di collaborazioni virtuose nel territorio regionale (e non solo). Realizzato dal museo Archeologico nazionale di Napoli e dal Polo museale della Campania, in collaborazione con il Laboratorio Irregolare di Antonio Basiucci, l’associazione AZTeCA, l’associazione Pianoterra, l’associazione OcchiAperti, Incontri Internazionali d’arte ed il Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione dell’università di Salerno (vincitore del bando Prendi Parte! Agire e pensare creativo ideato dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e rigenerazione urbana del Mibact), “OpenHeArt” ha avuto lo scopo di promuovere l’inclusione culturale dei giovani nelle aree a rischio di marginalità economica e sociale. Quattro i laboratori iniziati nel febbraio 2019 ed in programma per tutto l’anno: Photo Lab – Laboratorio fotografico a cura di Antonio Biasiucci per la realizzazione delle opere da esporre; Graphic Design Lab – Laboratorio di grafica, condotto da Alessandro Leone per la progettazione ed esecuzione del materiale di comunicazione; Videomaking Lab – Laboratorio di produzione video, guidato da Ra¬ffaele Iardino per la documentazione audiovisiva del percorso creativo; Exhibition Lab – Laboratorio di allestimento, con un percorso portato innanzi da Denise Maria Pagano per la progettazione e l’allestimento della mostra conclusiva. Dal 7 dicembre 2019, in esposizione a Villa Pignatelli, vi saranno non soltanto otto portfolio, montati su dei leggii e realizzati dagli aspiranti artisti di “OpenHeArt”, ma anche cento scatti realizzati nel corso del laboratorio di fotografia “Irregolare” di Antonio Biasiucci. Libero il tema delle opere presentate nell’exhibit: scopo dell’esposizione, infatti, non sarà soltanto mostrare il complesso iter che porta all’individuazione ed alla scelta di un’immagine fotografica, ma anche la necessaria integrazione di profili professionali diversi per l’allestimento di un’esposizione. Dalle idee ai fatti: l’obiettivo di “OpenHeArt”, progetto curato da Andrea Milanese e Denise M. Pagano, è proporre nuove ipotesi di inclusione in un tempo di rilancio delle industrie culturali e creative.