“Il Mito con il Futuro Intorno”: è la nuova identità visuale del Parco archeologico di Ercolano con il “nodo di Ercole” che annoda passato/futuro, città archeologica/città abitata, mito/storia, ricerca/valorizzazione. Il direttore Sirano ha presentato la programmazione 2021-’22 in un bilanciamento e integrazione tra reale e virtuale

La copertina della brochure sulla programmazione pluriennale “Il Mito con il Futuro Intorno” del parco archeologico di Ercolano
“Ercole ti aspetta: il Mito con il Futuro Intorno, 11 marzo 2021”. Un annuncio un po’ criptico lanciato dai social del parco archeologico di Ercolano. L’11 marzo è arrivato. E un video promo ci ha spiegato tutto. Prima le parole del Capo dello Stato: “La Cultura è una chiave, che ci consente di comprendere il passato, interpretare il presente e progettare il futuro, per sentire la storia come nostra e renderci protagonisti dei suoi cambiamenti”. Quindi una serie di immagini/concetti accoppiati (meglio, annodati) a due a due: Vesuvio/mare, passato/futuro, città archeologica/città abitata, mito/storia, sommerso/emerso, Ercole/la sua città, identità ereditata/nuove generazioni, ricerca/valorizzazione. È in questo momento che sul video promo del parco archeologico di Ercolano una serie di linee cominciano a intrecciarsi fino a creare un nodo, il “nodo erculeo”, scelto come nuovo logo del parco archeologico di Ercolano, o – come ora si usa definire – la nuova identità visuale. Lo troveremo in tutti gli atti ufficiali, sulle card, al bookshop, nel merchandising. Con nuove immagini/concetti: scoprire, collegare, unire. Il tutto accompagnato da un motto, “Il Mito con il Futuro Intorno”, che racchiude la filosofia e la strategia della nuova programmazione del parco archeologico di Ercolano sempre più “connesso” con il territorio. Il nuovo logo e il programma pluriennale sono stati presentati giovedì 11 marzo 2021 on line dal direttore del parco archeologico di Ercolano Francesco Sirano, con Nadia Barrella membro del comitato scientifico del Paerco e docente all’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, e Jane Thompson manager di Herculaneum Conservation Project. “Siamo a un anno dal primo lockdown, la situazione sanitaria è ancora grave, la Campania in questo momento è zona rossa, il parco – come i musei – è chiuso al pubblico”, esordisce Sirano, “eppure oggi siamo qui a presentare un’iniziativa singolare perché è proprio in questi momenti che dobbiamo costruire il futuro. Mantenendo quell’atteggiamento, quell’approccio positivo che abbiamo assunto fin dallo scoppio della pandemia”. Il parco archeologico di Ercolano lancia dunque un messaggio di resilienza e trasforma il delicato momento dell’emergenza sanitaria in occasione di progettualità e di lavoro condiviso verso il rilancio. Parte una nuova fase della vita del Parco, completamente basata sulla connessione e sulla partecipazione; i punti chiave sono: 1. la nuova programmazione pluriennale e le strategie di conservazione, tutela, valorizzazione; 2. la nuova offerta al pubblico, giocata in un bilanciamento ed integrazione tra reale e virtuale e completamente orientata a potenziare la partecipazione, il coinvolgimento, l’interazione; 3. una nuova identità visiva, per sottolineare anche simbolicamente il processo di conoscenza condotto.

Il nodo di Ercole, nuovo logo del parco archeologico di Ercolano
“Il Parco lavora lungo due binari: tutela e valorizzazione”, dichiara il direttore Francesco Sirano. “In merito alla valorizzazione, abbiamo interpretato questo momento di difficoltà a causa del COVID quale occasione per costruire su basi rinnovate la ripresa e negli scorsi mesi abbiamo lanciato un processo condiviso sulle radici identitarie del parco archeologico di Ercolano in parallelo ai programmi volti alla conservazione del patrimonio, alla conoscenza, ad azioni di integrazione con il territorio attraverso connessioni e reti. Questo lavoro, che si è molto giovato di quanto da anni impostato dai colleghi HCP, ci ha aiutato a costruire su solide basi la definizione di un nuovo programma pluriennale e di una nuova identità visiva ispirata ad Ercole. Il percorso proseguirà nei prossimi mesi con tante importanti novità nel segno dell’apertura e della partecipazione”. Il parco archeologico di Ercolano, autonomo dal 2016, ha il compito di diffondere i valori culturali che lo rendono unico e la mission UNESCO. L’istituto interpreta questa sfida con la ricerca, l’analisi e la condivisione dei valori identitari. Questo processo si è basato sulla costruzione di una comunità e sulle connessioni con il territorio. “Il nuovo approccio aveva bisogno anche di una rappresentazione visiva che rendesse immediatamente riconoscibili e trasmissibili i valori culturali e possibilmente li potenziasse”, spiega Sirano. “La scelta simbolica si è orientata verso Ercole, eroe che dà il nome alla città, con particolare riferimento ad uno dei suoi attributi, il nodo con il quale si allacciava al collo la pelle del leone di Nemea, che acquisisce un senso speciale: il nodo per collegare la città antica e quella moderna, il Parco e il territorio, il passato e il futuro, il mare e il Vesuvio, la ricerca e la valorizzazione. I valori di forza e resilienza vogliono dunque interpretare il momento delicato che viviamo, offrendo un messaggio positivo di spinta verso una graduale ripartenza secondo prospettive rinnovate: tutti insieme, con il territorio, con i visitatori, i ricercatori, le istituzioni, che nei valori del Parco si riconoscono e si identificano”.


Francesco Sirano direttore del parco archeologico di Ercolano (foto Paerco)
Programma pluriennale: le mostre. Due le grandi mostre che sono in programma, annuncia Sirano: “L’ebanistica e l’arte dell’arredo ligneo” e “La civiltà del cibo e i piaceri della tavola nell’antica Ercolano”, due percorsi, tra il virtuale e il reale, sull’artigianato del legno e sui piaceri del cibo, per rivivere la storia, la società, la cultura, la fantasia, i gusti, i profumi e le voci di questa antica comunità attraverso straordinarie scoperte archeologiche. “Ci siamo dovuti confrontare con nuove necessità”, riprende Sirano, “di qui la flessibilità con nuove metodologie, e l’interscambio tra visite in presenza e virtuali, un’integrazione già avviata per arricchire l’offerta culturale e che con la pandemia ha conosciuto una significativa accelerazione. Il risultato è un progressivo incremento della partecipazione della comunità che frequenta gli spazi museali e virtuali”. Entrambe le mostre interpretano il lavoro di ricerca e di conservazione, ma cercano anche di essere dei nessi tra il mondo antico e il contemporaneo: ecco ancora una volta il concetto di “connessione”. Ed entrambe danno l’occasione di mostrare al pubblico alcuni tesori, spesso unici ed eccezionali (pensiamo solo ai legni, ma sarebbe più corretto di parlare di mobilio giuntoci in straordinarie condizioni direttamente dalla città romana). E per quanto riguarda i piaceri della tavola, Ercolano conserva una serie di reperti che per quantità e qualità sono in grado di illustrare non solo la dieta degli antichi ma anche come preparavano e cucinavano i cibi. “Ma la mostra sull’ebanistica ha anche un’altra particolarità”, continua Sirano, “la sede: verrà infatti allestita alla Reggia di Portici, grazie a un accordo con la città metropolitana e con l’università “Federico II” di Napoli. Ciò significa che i legni saranno esposti proprio dove furono portati i reperti provenienti dagli scavi dei Borboni a Ercolano e Pompei, formando una delle raccolte più famose al mondo e dando vita all’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata del Grand Tour. La Reggia di Portici si trova ad alcune centinaia di metri dagli scavi: si può raggiungere con una passeggiata che contribuirà a “coinvolgere” anche la città moderna. Ma gli enti coinvolti stanno collaborando per realizzare delle navette di collegamento. Di sicuro è previsto un biglietto cumulativo per l’area archeologica e la Reggia.

Programma pluriennale: gli approfondimenti. Nella visita del sito archeologico sono previsti dei momenti approfondimento con tre spazi tematici che, appunto, approfondiscono con continuità il dialogo tra passato e presente: il lusso, con la mostra (ormai divenuta permanente) “SplendOri. Il lusso negli ornamenti a Ercolano” nell’Antiquarium; il mare, attraverso il Padiglione della Barca; e la scoperta, con il percorso sotterraneo del Teatro antico di Ercolano.


Programma pluriennale: le iniziative. Il programma stagionale prevede per la Primavera “Close Up. Visite ai cantieri di restauro del parco”, Estate “I Venerdì di Ercolano. Serate estive con percorsi sensoriali”, Primavera e Autunno “AAA Aperitivi tra Archeologia e Arte contemporanea”. Le partecipazioni partecipate sul restauro e la conservazione, le esperienze multisensoriali delle visite serali, gli aperitivi tra archeologia e arte contemporanea sono solo alcune delle iniziative intese a far vivere ai visitatori, dal vivo e on line, tante emozioni e una visita sempre diversa e appassionante. Iniziative scientifiche: il Parco è anche un laboratorio permanente di ricerca e divulgazione scientifica, con molteplici occasioni di contaminazione interdisciplinare e approfondimento culturale tra conferenze, seminari e laboratori. Eventi speciali: manifestazioni in presenza e in remoto, culturali nazionali e internazionali, eventi del ministero della Cultura (“Aderiamo alle iniziative del calendario ministeriale”) e iniziative social (“Il Parco si apre anche al pubblico on line”) al Parco diventano speciali perché coinvolgono visitatori e community alla scoperta dell’identità, dei valori e della cultura del territorio.
Ercolano. Il direttore Francesco Sirano presenta il progetto culturale per il rilancio del sito: tre mostre (l’espressione del lusso, la grande tradizione artigianale legata alla lavorazione del legno, i piaceri della tavola) per preparare l’apertura del museo di Ercolano atteso da 40 anni
Era il 1738 quando, durante la costruzione della Reggia di Portici, voluta da Carlo III di Borbone re delle Due Sicilie, il funzionario Roque Joaquin de Alcubierre avviò la prima esplorazione di Ercolano: furono rinvenuti statue, pezzi di marmo e frammenti di iscrizioni e cornici. Sono passati 280 anni e il parco archeologico di Ercolano – dopo un 2018 che ha visto un incremento die visitatori del 9% – si prepara al rilancio nel 2019, che passa dalla realizzazione del museo che offra al pubblico la possibilità di ammirare i tesori ercolanesi in loco: lo fa con un progetto culturale ambizioso e il programma espositivo “Ercolano 1738-2018 talento passato e presente” per dare nuovo stimolo alla valorizzazione dell’inestimabile patrimonio culturale rappresentato dai reperti provenienti dagli scavi novecenteschi e destinati al museo del sito. Tre tappe nel 2019 accompagneranno i visitatori alla scoperta di aspetti salienti e identitari dell’antica Herculaneum: l’espressione del lusso, la grande tradizione artigianale legata alla lavorazione del legno, i piaceri della tavola.
“Esporre all’attenzione dei visitatori l’interessantissimo materiale archeologico conservato nei depositi, e sinora illustrato in modo episodico”, dichiara il direttore Francesco Sirano, “lo ritengo un obiettivo imprescindibile della mia direzione, accanto alla conservazione programmata. Con queste mostre intendiamo porre le basi per la definitiva esposizione nel museo del sito di tutti i reperti che dal 1927 in poi Amedeo Maiuri volle che restassero qui e non confluissero più nelle collezioni del museo Archeologico nazionale di Napoli. Con queste mostre parte un processo museografico che non resterà confinato ai laboratori ma coinvolgerà il pubblico come parte attiva della costruzione di un museo che garantisca un’effettiva esperienza di conoscenza. È necessario colmare in tempi rapidi una terribile lacuna nell’esperienza di visita del sito e interrompere il silenzio che dura da oltre 40 anni: il pubblico deve potere ascoltare proprio nell’area archeologica il racconto proveniente dai numerosissimi oggetti d’uso comune: arredi, ornamenti personali e strumenti di lavoro, decorazioni, mobili in vario materiale, dell’incredibile mole di reperti organici proveniente direttamente dalle case, dalle strade, dalle mense degli antichi ercolanesi. Finalmente dobbiamo portare a compimento lavori, studi, restauri condotti per decenni dall’amministrazione dello Stato con tanto sacrificio e passione da parte di tanti colleghi e studiosi e, non da ultimo, con notevole investimento finanziario. Sullo sfondo il dialogo intenso e la ultra decennale collaborazione con la Fondazione Packard con il cui presidente, dr. David Packard, si stanno valutando possibili scenari di cooperazione e partenariato proprio per imprimere una definitiva svolta storica per il Parco e il suo Museo. Adeguamenti impiantistici e per il risparmio energetico, limitate opere strutturali, nuova videosorveglianze e impianto antintrusione. Tutte opere che ci mettono a disposizione uno spazio di più di 400 mq coperto e climatizzato di cui il Parco ha impellente bisogno per compiere adeguatamente la propria missione”.

La locandina della mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” all’antiquarium di Ercolano fino al 30 settembre 2019
Dopo la mostra “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano”, inaugurata il 20 dicembre 2018 e aperta all’antiquarium fino al 30 settembre 2019, il parco archeologico di Ercolano – come si diceva – ha in programma nel 2019 di offrire al pubblico ulteriori occasioni per approfondire la conoscenza dei luoghi, della storia e delle tradizioni dell’area vesuviana con la diffusione in sedi prestigiose del territorio (la Villa Campolieto e la Reggia di Portici) di altre due mostre che approfondiranno i temi dell’arte lignea e dell’alimentazione, “esibizioni che – dichiara il direttore – si arricchiranno anche di valori simbolici e dimostreranno, attraverso la concreta prassi amministrativa e tecnico organizzativa, come sia possibile e necessario che, all’interno della buffer zone del sito Unesco di Herculaneum, tutte le istituzioni e le realtà culturali ed economiche sane concorrano a ‘fare sistema’ per restituire a questo territorio centralità culturale e qualità della vita che lo hanno caratterizzato per secoli”. Con questa iniziativa il Parco vuole intrattenere con il territorio un rapporto sempre più stretto e svolgere una funzione di catalizzatore delle migliori energie e competenze: ognuna delle esposizioni avrà una sezione dedicata all’attualizzazione delle tematiche per creare un ponte concreto tra passato e presente attraverso le competenze artigianali e di creatività. Inoltre mentre “SplendOri. Il lusso negli ornamenti ad Ercolano” si svolge nell’edificio dell’Antiquarium all’interno del Parco, le mostre sull’ebanistica e gli arredi lignei (“L’ebanistica e l’arte dell’arredo ligneo”) e quella sul cibo e i piaceri della tavola (“La civiltà del cibo e i piaceri della tavola nell’antica Ercolano”) saranno allestite nella Villa Campolieto e nella Reggia di Portici. In questa maniera, esplodendo i valori culturali archeologici sul territorio, il Parco intende scardinare le proprie barriere e favorire il godimento e l’attenzione per due eccezionali monumenti la cui storia è intrecciata a doppio filo con quella degli scavi.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)






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