Roma. Chiusa con un finissage online la mostra “Carthago. Il mito immortale” promossa dal parco archeologico del Colosseo. In cinque mesi contati più di 2 milioni e 300mila visitatori. Presentati 8 video che raccontano l’eccezionale evento per chi non è riuscito a vederla

Locandina della mostra “CARTHAGO. Il mito immortale”, al Colosseo e al Foro Romano dal 27 settembre 2019 al 29 marzo 2020
Il 29 marzo 2020 era in programma il finissage della mostra “Carthago. Il mito immortale” promossa dal Parco archeologico del Colosseo con l’organizzazione di Electa: ma non è stato quello previsto all’inaugurazione, il 27 settembre 2019 (vedi: https://archeologiavocidalpassato.com/2019/09/28/carthago-il-mito-immortale-al-colosseo-e-al-foro-romano-nel-tempio-di-romolo-e-nella-rampa-imperiale-la-prima-grande-esposizione-con-oltre-400-reperti-interamente-dedicata-alla/). Aderendo alla campagna #iorestoacasa, nello spirito di grande impegno e coesione di questi giorni, il finissage è stato online: curatori, allestitori, courier, restauratori, addetti alla didattica e alla custodia, montatori, tutto il personale e i professionisti che hanno dato vita e prestato cura alla mostra hanno salutato presentando se stessi e le istituzioni di appartenenza al pubblico, mentre sono stati percorsi gli eventi culturali organizzati nel Parco. I 36 musei ed enti prestatori che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa, distribuiti in tutto il Mediterraneo dal Libano alla Tunisia, a Malta, alla Spagna, fino alle regioni italiane quali la Sardegna e la Sicilia e le numerose istituzioni museali del Paese, dimostrano l’ampio respiro della mostra che ha ospitato più di 400 reperti, all’interno di un racconto distribuito tra il II millennio a.C. e l’età bizantina (VI sec. d.C.).

L’ingresso al Colosseo della mostra “Carthago” che richiama la stilizzazione della dea fenicia Tanit
Nei cinque mesi in cui è rimasta aperta al pubblico, l’esposizione è stata visitata da più di 2 milioni e 300mila visitatori, ricevendo numerosissime recensioni da quotidiani nazionali e internazionali. Nel corso dei mesi di esposizione la mostra è stata arricchita da eventi e momenti di incontro nell’ambito della rassegna “I martedì di Carthago”: performance musicali e teatrali e percorsi di calligrafia fino alle giornate di studio dedicate alla cultura fenicia e cartaginese tra Sicilia e Sardegna. Il ruolo del Mediterraneo è stato inoltre al centro dell’incontro con Lucio Caracciolo (vedi: https://archeologiavocidalpassato.com/2019/09/29/i-martedi-di-carthago-alla-curia-iulia-di-roma-incontri-a-corollario-della-grande-mostra-carthago-il-mito-immortale-aperta-al-colosseo-e-nel-foro-romano/; https://archeologiavocidalpassato.com/2019/10/15/i-martedi-di-carthago-a-roma-la-danza-di-rochdi-belgasmi-apre-una-finestra-sul-mondo-tunisino-a-corollario-della-mostra-al-colosseo-carthago-il-mito-immortale/; https://archeologiavocidalpassato.com/2019/11/03/roma-per-i-martedi-di-carthago-alla-curia-julia-incontro-con-il-tunisino-nja-mahdaoui-linventore-della-calligrafia-astratta-che-parlera-di-segni/; https://archeologiavocidalpassato.com/2019/11/25/roma-per-i-martedi-di-carthago-alla-curia-julia-giornata-di-studi-fenici-e-cartaginesi-patrimonio-e-ricerca-archeologica-in-sardegna-nuove-acquisizioni-progetti/; https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/09/per-i-martedi-di-carthago-nella-curia-julia-a-roma-giornata-di-studio-fenici-e-cartaginesi-patrimonio-e-ricerca-archeologica-in-sicilia-e-presentazione-del-libro-p/; https://archeologiavocidalpassato.com/2020/01/17/roma-incontro-evento-alla-curia-iulia-a-margine-della-mostra-carthago-il-mito-immortale-col-direttore-del-limes-lucio-caracciolo-su-dal-mediterraneo-di-roma-al-mediterrane/). A dicembre l’esposizione si è ampliata con la mostra fotografica di Marianne Catzaras, “Carthage ou la memoire des pierres”, una raccolta di scatti inediti della città di Cartagine (vedi: https://archeologiavocidalpassato.com/2019/12/16/roma-apre-al-foro-romano-la-mostra-fotografica-carthage-ou-la-memoire-des-pierres-della-fotografa-tunisina-marianne-catzaras-a-margine-della-mostra-al-colosseo-carthago-i/).
In seguito al DPCM dell’8 marzo, la mostra è stata chiusa al pubblico, ma si è intensificato il lavoro sui canali web e social del PArCo. Per concludere questa eccezionale avventura, che ha riportato Roma e Cartagine al centro del dibattito storico, il 29 marzo 2020 si è svolto il finissage online: una novità per il PArCo e per gli enti museali coinvolti e aperto da un video del direttore del PArCo, Alfonsina Russo, che ha inviato il suo messaggio di ringraziamento a chi ha partecipato alla mostra: “Portiamo sui social la grande festa che avevamo immaginato di tenere al PArCo in onore del Mediterraneo, della sua cultura che nei secoli ha rappresentato uno straordinario esempio di tolleranza e di dialogo tra i popoli”. L’evento si è concluso alle 21.30 con la pubblicazione dell’ultimo dei video per la serie “Carthago Diaries”, un ciclo con 8 appuntamenti che raccoglie in pillole un percorso di visita che va dalle immagini dietro le quinte, nei giorni dell’allestimento, ai momenti emozionanti dell’inaugurazione, sino agli approfondimenti sulla eredità di Cartagine nella cultura moderna e contemporanea. Un contributo didattico che, assieme ai cataloghi della mostra, consentirà a chi non ha avuto modo di visitarlo, di scoprire le sedi dell’allestimento, tra Colosseo, Tempio di Romolo al Foro Romano e Rampa imperiale per il Palatino. Vediamo i video realizzati da Mario Cristofaro.
Una mostra complessa come Carthago richiede mesi intensi di studio e progettazione. La concentrazione è ancor più alta negli ultimi giorni prima dell’apertura, quando ognuna delle opere viene esaminata da curatori e restauratori prima di trovare il suo posto nell’allestimento. Ecco un viaggio inedito dietro le quinte di “Carthago. Il mito immortale”!
Storie da un’inaugurazione. Dalla conferenza stampa agli ultimi ritocchi, un viaggio lungo un giorno alla scoperta di “Carthago. Il mito immortale”.
Una storia raccontata dalla parte di Cartagine. La direttrice del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo presenta la mostra “Carthago. Il mito immortale” e le tante novità in esposizione, provenienti dagli scavi archeologici degli ultimi anni. Il percorso valorizza diversi luoghi del PArCo: non solo l’anfiteatro ma anche il Foro Romano, con il Tempio di Romolo, e la Rampa Imperiale che conduce dal Foro verso il Palatino. Curatori della mostra sono Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo, Francesca Guarneri, Paolo Xella e José Ángel Zamora López, con Martina Almonte e Federica Rinaldi.
Cos’è il Tofet, santuario tipico della civiltà fenicia? Ce ne parla il prof. Paolo Xella (università di Tübingen – CNR), tra i curatori della mostra “Carthago. Il Mito immortale”.
I Fenici sono popolo di navigatori, commercianti e artigiani. Con l’affermarsi di Cartagine nel Mediterraneo le uova di struzzo decorate, l’oreficeria, le gemme e le pietre dure incise e i vasetti decorati in vetro per olii, unguenti e profumi si diffondono in tutte le terre toccate dalle rotte commerciali. Scopriamo l’artigianato punico insieme a Francesca Guarneri (soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Roma la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale), tra i curatori della mostra “Carthago. Il Mito immortale”.
Cartagine ci è stata raccontata sempre da altri: i primi sono stati i Greci e i Romani, ma il loro sguardo è stato condizionato dalla rivalità. Il Rinascimento e la modernità, poi, hanno ripreso questa prospettiva. “Carthago. Il Mito immortale” dedica una sezione alla ricezione dell’idea della città di Cartagine in epoca moderna e contemporanea. In questo video ce ne parla José Ángel Zamora López dell’Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma e rivela la verità sul dio Moloch.
Per illustrare i rapporti complessi tra la cultura punica e quella romana sono esposti nel Tempio di Romolo reperti davvero eccezionali, corrispondenti a 3 casi di studio: Pantelleria, in Sicilia; Nora, in Sardegna; il culto di Saturno in Nordafrica. Ci accompagna oggi in visita Martina Almonte, funzionaria archeologa del Parco archeologico del Colosseo e co-curatrice dell’esposizione.
Ultima sezione della mostra “Carthago. Il mirto immortale” è la Rampa Imperiale che collegava il Foro Romano e il Palatino: qui ritroviamo Cartagine che risorge dalle sue ceneri dopo la fine della terza Guerra Punica nel 146 a.C. Sarà Augusto a dedurre nel 29 a.C. la colonia Iulia Concordia Carthago e sarà Virgilio a cantare nell’Eneide la ricostruzione di strade, mura, case, palazzi, teatri e anfiteatri. Edilizia pubblica ed edilizia imperiale sono raccontate dalla curatrice dell’allestimento della Rampa Federica Rinaldi, funzionaria archeologa del Parco archeologico del Colosseo.
Roma. Mostra fotografica “Carthage ou la memoire des pierres”: immagini di Tunisi di Marianne Catzaras a corollario della mostra “Carthago. Il mito immortale” al parco archeologico del Colosseo

La locandina della mostra fotografica al Foro Romano “Carthage ou la memoire des pierres” di Marianne Catzaras (17 dcembre 2019 – 29 marzo 2020)
Dodici fotografie in bianco e nero, tutte scattate nel corso dell’ultimo anno in Tunisia, vengono esposte nell’ambito della mostra “Carthago. Il mito immortale”, aperta al Colosseo fino al 29 marzo 2020. La mostra fotografica “Carthage ou la memoire des pierres” dell’artista di origine greco-tunisina Marianne Catzaras, rientra negli appuntamenti al parco archeologico del Colosseo con la cultura tunisina. Con l’apertura della mostra “Carthago. Il mito immortale” il parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa, ha avviato infatti un articolato programma di incontri, per approfondire non solo i temi della rassegna che si tiene al Colosseo e nel Foro Romano al Tempio di Romolo e alla Rampa imperiale, ma anche per avvicinare personalità della scena artistica tunisina di oggi. Dopo appuntamenti con artisti di varie discipline e giornate di studio su recenti scavi e ricerche, seguirà una riflessione sulla fortuna di Cartagine nel cinema, nel teatro e nella letteratura fino alla più contemporanea creazione di videogiochi.
Marianne Catzaras, nata in Tunisia da genitori greci, è fotografa e poetessa. Dopo aver studiato letteratura alla Sorbona, si dedica alla fotografia, catturando ciò che è dietro il paesaggio rumoroso del mondo. I suoi primi lavori fotografici riguardano le minoranze, i neri di Jerba, gli zingari della Grecia. Con la scrittura e con lo sguardo trasfigura la realtà sfidando convenzioni e pregiudizi. In un andare e ritornare tra le lingue, tra le città, i paesi, nella ricerca incessante di tracce perse e ritrovate. Le sue fotografie sono state pubblicate in monografie e raccolte antologiche così come i suoi testi poetici. Ha esposto in Tunisia (Museo del Bardo, 2019; Galerie Le Violon Bleu, 2018), Francia (Institut des cultures d’islam, 2017), Italia (Fortezza di Livorno, 2017), Marocco (Musée de la palmeraie a Marrakech, 2017); ma anche negli Stati Uniti, Egitto, Grecia. Direttrice della Biennale d’arte mediterranea di Tunisi (2010), è stata curatrice di mostre in Italia (Photolux Lucca, 2017), in Arabia Saudita (L’Art Pur Gallery, 2019) e in Francia (Chapelle quartier haut, Sète, 2015). Ha ricevuto il Gran Premio della città di Tunisi (2010) e, nel 2011, è stata nominata Cavaliere delle arti e delle lettere della Repubblica francese. Vive a Tunisi.
L’esposizione, allestita nella Rampa Imperiale nel Foro Romano, si inserisce, con uno sguardo contemporaneo, nella sezione della rassegna che racconta la rifondazione della nuova Colonia Concordia Iulia Carthago, dopo la distruzione che segue la fine della Terza Guerra Punica: una città monumentale, dotata di edifici da spettacolo e lussuose abitazioni private, famose ovunque per la ricchezza musiva. Qui sono infatti esposti straordinari mosaici come la “Dama di Cartagine”. Proprio qui, al termine del percorso della mostra “Carthago. Il mito immortale”, sembrava mancare ancora un tassello per completare il racconto di quel che resta oggi della grande metropoli del Mediterraneo: essa infatti non vive soltanto nell’immaginario, ma continua a respirare e a comunicare, pur nell’immobilità delle sue pietre.
“Carthage ou la memoire des pierres” nasce, quindi, dalla volontà di raccontare il concetto di immortalità di Cartagine, il valore profondo della cultura del Mediterraneo, la voglia di credere nella diversità e nel mescolare le tracce attraverso le immagini e le fotografie di un’artista dall’identità plurale – come lei stessa ama definirsi. “È questa un’ulteriore occasione per scoprire la realtà artistica contemporanea della Tunisia e avvicinare il pubblico alla storia e alla civiltà di una delle città più potenti e affascinanti del mondo antico, Cartagine”, dice Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. “Visitare, rivisitare Cartagine è, senza dubbio, un andare all’ascolto della memoria degli uomini, lì dove essa è più silenziosa e più presente”, spiega Marianne Catzaras. “Rivisitare le civilizzazioni passate significa costruire delle passerelle, inventare un altro paese, quello di una lunga ospitalità”.
Roma. Apre al Foro Romano la mostra fotografica “Carthage ou la memoire des pierres” della fotografa tunisina Marianne Catzaras, a margine della mostra al Colosseo “Carthago. Il mito immortale”

La locandina della mostra fotografica al Foro Romano “Carthage ou la memoire des pierres” di Marianne Catzaras (17 dcembre 2019 – 29 marzo 2020)
“Carthage ou la memoire des pierre”: l’esposizione di dodici fotografie in bianco e nero, tutte scattate nel corso dell’ultimo anno in Tunisia, si inserisce con uno sguardo contemporaneo nella sezione della mostra “Carthago. Il mito immortale” che racconta la rifondazione della nuova Colonia Concordia Iulia Carthago, dopo la distruzione che segue la fine della Terza Guerra Punica: una città monumentale, dotata di edifici da spettacolo e lussuose abitazioni private, famose ovunque per la ricchezza musiva. “Carthage ou la memoire des pierres” di Marianne Catzaras nasce dalla volontà di raccontare attraverso le immagini e le fotografie dell’artista greco-tunisina dall’identità plurale – come lei stessa ama definirsi – il concetto di immortalità di Cartagine, il valore profondo della cultura del Mediterraneo, la voglia di credere nella diversità e nel mescolare le tracce. Il nuovo appuntamento al Parco archeologico del Colosseo con la cultura tunisina è in programma martedì 17 dicembre 2019, alle 11: la mostra fotografica “Carthage ou la memoire des pierres”, allestita nella Rampa Imperiale nel Foro Romano, rimarrà aperta fino al 29 marzo 2020. “È questa un’ulteriore occasione per scoprire la realtà artistica contemporanea della Tunisia e avvicinare il pubblico alla storia e alla civiltà di una delle città più potenti e affascinanti del mondo antico, Cartagine”, dice Alfonsina Russo, direttore del Parco archeologico del Colosseo. “Visitare, rivisitare Cartagine è, senza dubbio, un andare all’ascolto della memoria degli uomini, lì dove essa è più silenziosa e più presente” spiega Marianne Catzaras. “Rivisitare le civilizzazioni passate significa costruire delle passerelle, inventare un altro paese, quello di una lunga ospitalità”.
Marianne Catzaras, nata in Tunisia da genitori greci, è fotografa e poetessa. Dopo aver studiato letteratura alla Sorbona, si dedica alla fotografia, catturando ciò che è dietro il paesaggio rumoroso del mondo. I suoi primi lavori fotografici riguardano le minoranze, i neri di Jerba, gli zingari della Grecia. Con la scrittura e con lo sguardo trasfigura la realtà sfidando convenzioni e pregiudizi. In un andare e ritornare tra le lingue, tra le città, i paesi, nella ricerca incessante di tracce perse e ritrovate. Le sue fotografie sono state pubblicate in monografie e raccolte antologiche così come i suoi testi poetici. Ha esposto in Tunisia (Museo del Bardo, 2019; Galerie Le Violon Bleu, 2018), Francia (Institut des cultures d’islam, 2017), Italia (Fortezza di Livorno, 2017), Marocco (Musée de la palmeraie a Marrakech, 2017); ma anche negli Stati Uniti, Egitto, Grecia. Direttrice della Biennale d’arte mediterranea di Tunisi (2010), è stata curatrice di mostre in Italia (Photolux Lucca, 2017), in Arabia Saudita (L’Art Pur Gallery, 2019) e in Francia (Chapelle quartier haut, Sète, 2015). Ha ricevuto il Gran Premio della città di Tunisi (2010) e, nel 2011, è stata nominata Cavaliere delle arti e delle lettere della Repubblica francese. Vive a Tunisi.

Locandina della mostra “CARTHAGO. Il mito immortale”, al Colosseo e al Foro Romano dal 27 settembre 2019 al 29 marzo 2020
Con l’apertura della mostra “Carthago. Il mito immortale” il parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa, ha avviato un articolato programma di incontri, per approfondire non solo i temi della rassegna che si tiene al Colosseo e nel Foro Romano al Tempio di Romolo e alla Rampa imperiale, ma anche per avvicinare personalità della scena artistica tunisina di oggi. Dopo appuntamenti con artisti di varie discipline e giornate di studio su recenti scavi e ricerche, seguirà una riflessione sulla fortuna di Cartagine nel cinema, nel teatro e nella letteratura fino alla più contemporanea creazione di videogiochi. Un’importante occasione di confronto sarà fornita dal prossimo incontro in calendario (18 gennaio 2020), con Lucio Caracciolo, sulla realtà geopolitica del bacino del Mediterraneo.
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