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Firenze. Al museo Archeologico nazionale per il quinto appuntamento della rassegna “SFIDA – Serate Fiorentine Di Archeologia”: presentazione del libro “Prima di Roma. Storia dell’Italia da Enea ad Annibale” di Valerio Massimo Manfredi e Luigi Malnati e visite tematiche sulla collezione Passerini e il Vaso François

firenze_archeologico_serate-fiorentine-di-archeologia_manfredi-malnati_18-settembre_locandinaMercoledì 18 settembre 2024, il museo Archeologico nazionale di Firenze ospiterà il quinto appuntamento della rassegna “SFIDA – Serate FIorentine Di Archeologia”. Come nelle altre aperture serali dell’estate 2024, per l’occasione il Museo sarà aperto dalle 18 alle 22 e offrirà ai visitatori un pacchetto di attività tutte comprese nel costo del biglietto di ingresso.

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Copertina del libro “Prima di Roma. Storia dell’Italia da Enea ad Annibale” di Valerio Massimo Manfredi e Luigi Malnati

Il programma avrà inizio alle 18 con la presentazione del libro “Prima di Roma. Storia dell’Italia da Enea ad Annibale” di Valerio Massimo Manfredi e Luigi Malnati, Mondadori, 2024. Il direttore del museo Daniele F. Maras si intratterrà per circa un’ora a conversazione con uno degli autori Luigi Malnati. Per chi intende partecipare all’evento, l’accesso sarà gratuito solo su prenotazione entro mezzogiorno di mercoledì 18 all’indirizzo: drm-tos.musarchnaz-fi@cultura.gov.it (massimo 60 posti: affrettatevi a prenotare!). il libro: scrivere una storia d’Italia prima che Cesare passasse il Rubicone e Augusto realizzasse la pax romana può sembrare un’impresa azzardata. Fino alla battaglia di Sentino e alla vittoria su Pirro, infatti, Roma non aveva ancora un ruolo predominante nel Mediterraneo e la ricostruzione di una storia della nostra penisola è stata tentata solo raramente. In realtà, molto ci sarebbe da dire su questi secoli poco esplorati, ricchi di testimonianze che riecheggiano ancora oggi. Dalle leggende su Enea e Diomede, che riportano ai secoli attorno al Mille a.C., alle imprese dell’etrusco Tarconte o a Servio Tullio, il sesto re di Roma, alle gesta di personaggi storici come Furio Camillo, Dionigi il Grande di Siracusa o Annibale, protagonista dell’ultimo disperato tentativo di fermare l’avanzata romana. È in questa cornice che prendono vita le vicende dei popoli italici e delle loro imprese mediterranee, che suggeriscono come la storia del nostro paese sia tanto complessa quanto interconnessa. Valerio Massimo Manfredi e Luigi Malnati tornano a raccontare insieme la Storia in una nuova veste, con un approccio sia da storici dell’antichità che da scrupolosi archeologi. Un viaggio alla scoperta della nostra penisola prima del dominio romano, un racconto che fa luce su un’epoca ancora poco indagata, che rivela come l’idea di unitarietà geografica sia in realtà molto più antica di quanto pensassimo.

Seguirà alle 19 una visita tematica alla “Collezione Passerini raccontata attraverso i pastiche chiusini. Storia di un restauro”, a cura di Giulia Basilissi, funzionaria restauratrice del Museo. Appuntamento presso la biglietteria, per una prospettiva speciale sulla mostra “Tesori dalle terre d’Etruria” (durata 45 minuti). La visita viene ripetuta alle 20.

Alle 19.45 sarà la volta dell’archeologo Mario Iozzo, grande esperto di ceramica greca e precedente direttore del Museo, che ci porterà a esplorare il compendio di mitologia figurata offerto dal “Vaso François: dalla Guerra di Troia alle divinità dell’Olimpo”. L’incontro avverrà al secondo piano del Museo, nella sala dedicata al grande capolavoro della ceramica ateniese a figure nere. L’incontro viene ripetuto alle 21.

Firenze. Il museo Archeologico nazionale chiude parzialmente a rotazione per la più grande operazione di ammodernamento e restyling dall’alluvione del 1966. Il direttore Maras: “Appuntamento al 2026 proprio per il 60° della piena dell’Arno”

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La Chimera di Arezzo, scultura etrusca del IV sec. a.C., uno dei simboli del museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

“Il museo Archeologico nazionale di Firenze cambia pelle. Si addormenta così come la celebre Arianna per potersi svegliare completamente rinnovato”: comincia con questa immagine poetica che rimanda a uno dei reperti iconici del Maf l’annuncio della più grande operazione di ammodernamento e restyling del museo fiorentino dalla grande alluvione. “L’appuntamento è nel 2026”, assicura il direttore Daniele Maras, “in tempo per il 60° anniversario dell’alluvione del ’66, che all’epoca colpì duramente e senza pietà l’edificio e le sue collezioni. Per allora il Museo ritornerà a splendere tra i gioielli della corona di Firenze, con l’auspicio di restituire alla città il suo ruolo di Capitale etrusca d’Italia”.

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Il ministro Gennaro Sangiuliano a maggio 2024 ha dato il benvenuto ai 49 nuovi dirigenti tecnici immessi nei ruoli del ministero della Cultura (foto mic)

Proprio il conferimento dell’autonomia speciale al Museo nell’ambito della riforma del ministero della Cultura e la nomina del primo direttore dirigenziale, Daniele F. Maras (dal 16 maggio 2024), hanno inaugurato una nuova fase di vita dell’importante istituto della cultura fiorentino, a coronamento di decenni di lavoro appassionato di soprintendenti, direttori regionali, direttori museali, funzionari e di tutto lo staff che hanno dedicato quotidianamente la propria attività a questo progetto. In coincidenza con questo nuovo inizio, è giunta a compimento, dopo un intenso e lungo lavoro condotto negli anni recenti dalla direzione regionale Musei, la fase preparatoria di una serie di imponenti lavori intesi ad aggiornare e rimodernare la struttura e a rilanciare l’immagine del museo, coordinati e integrati in un grande progetto generale a cura del prestigioso studio di architettura fiorentino Guicciardini & Magni, con la supervisione scientifica di Mario Iozzo.

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4 novembre 1966, l’alluvione di Firenze: i danni al Museo e alla Soprintendenza (foto maf)

Nessuno ha dimenticato la notte del 4 novembre 1966 quando anche il museo Archeologico fu travolto dalla disastrosa furia di acqua e fango che si abbatté sulla città di Firenze: in particolare, i danni maggiori si riscontrarono al pianterreno, dove allora si trovava il museo Topografico dell’Etruria. Sommerse per oltre due metri di altezza, le sale vennero completamente devastate, molti reperti si frantumarono e quasi tutti i cartellini inventariali si staccarono e andarono perduti, in poche ore era stato cancellato il meticoloso lavoro di quasi un secolo compiuto dagli archeologi. Da allora numerosi interventi di recupero, ripristino e riallestimento coordinati e diretti negli anni da soprintendenze e direzioni ministeriali hanno dato al museo la forma che fino a oggi conoscevamo.

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Lavori al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Una parte rilevante dei lavori, finanziata con fondi del PNRR, riguarderà l’efficientamento energetico dell’edificio e il Piano di eliminazione delle barriere architettoniche e cognitive (PEBA). A questi si affiancano operazioni di revisione dei percorsi e dell’accessibilità, la ristrutturazione totale della sezione di entrata all’angolo di piazza della SS. Annunziata (già parte del complesso degli Innocenti) e, grazie a un finanziamento internazionale dei coniugi Laura e Jack Winchester, veicolato tramite la King Baudouin Foundation USA (oggi Myriad), il rifacimento della sezione delle sculture etrusche, a partire dalla sala della Chimera. Si tratta di una grande operazione di ammodernamento e di restyling, che richiederà lo sforzo congiunto del personale del museo e della direzione regionale Musei nazionali Toscana, diretta da Stefano Casciu, oltre che la paziente collaborazione dei visitatori e degli studiosi che frequentano le collezioni.

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Daniele F. Maras, direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Sarà infatti inevitabile che a turno alcune sale rimangano chiuse al pubblico per consentire i lavori: la prima tappa ha previsto, già nel corso del mese di luglio 2024, lo svuotamento della manica lunga che collega il Palazzo della Crocetta con il Palazzo degli Innocenti che ospita il museo topografico etrusco. “Ma abbiamo preso l’impegno di non chiudere mai del tutto l’esposizione”, sottolinea con enfasi il nuovo direttore Maras, “e di organizzare nel tempo eventi e mostre temporanee, con l’intento di coinvolgere il pubblico in questa stagione di rinnovamento, che ha fra l’altro il compito di rafforzare il rapporto tra il Museo e i cittadini di Firenze”. “Il nuovo allestimento del Museo”, afferma Stefano Casciu, “prende ora il via dopo un lungo percorso tecnico ed amministrativo di preparazione che ha visto Mario Iozzo e gli altri funzionari del Museo, e in generale la Direzione regionale Musei nazionali Toscana, impegnati ad immaginare e a progettare una nuova veste museografica per una collezione di primaria importanza nel panorama dei musei archeologici italiani. Con questo allestimento il Museo archeologico di Firenze potrà dirsi pienamente risorto dopo i gravissimi danni risalenti all’alluvione di Firenze del 1966”.

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La famosissima “Arianna addormentata”, statua marmorea romana del II secolo d.C. (foto maf)

Simbolo del museo in questa fase di chiusura parziale è la famosissima Arianna addormentata: la statua marmorea romana del II secolo d.C., inserita tra i pezzi più iconici del Museo sin dalla fine dell’Ottocento. Nel mito greco l’eroina cretese, che aveva aiutato Teseo nell’impresa del labirinto, fu poi abbandonata nel sonno dall’eroe sull’isola di Nasso – da cui il detto popolare “piantare in asso” – per essere infine salvata da Dioniso, che ne fece la sua sposa e la elevò al rango di divinità. Allo stesso modo il museo oggi si addormenta, riducendo gradualmente le parti dell’esposizione aperte al pubblico, per preparare l’inaugurazione di un nuovo grandioso allestimento, che alla fine lo restituirà rinnovato ai cittadini, sollevandolo, per così dire, nell’Olimpo degli istituti ad autonomia speciale.

Firenze. Al museo Archeologico nazionale le aperture straordinarie dell’estate diventano le “Serate Fiorentine di Archeologia 2024”: gli archeologi curatori raccontano le varie sezioni

firenze_archeologico_serate-fiorentine-di-archeologia-2024_programma_locandinaDa quest’anno le aperture straordinarie dell’estate del museo Archeologico nazionale di Firenze, in programma tra luglio e settembre, prendono la forma di serate a tema, alle quali sono invitati cittadini, turisti e appassionati di archeologia che si trovano a Firenze: sono le “Serate Fiorentine di Archeologia 2024” in programma il 24 e il 31 luglio, il 7 agosto, il 7 e il 18 settembre 2024, dalle 18 alle 22. La “sfida” simboleggiata dalle lettere iniziali di questa iniziativa è quella di mantenere il Museo aperto e vitale durante l’intensa stagione di lavori di ammodernamento e rinnovo degli allestimenti. Il museo Egizio, il Monetiere, il Giardino monumentale, il Coretto, i capolavori saranno protagonisti di diversi appuntamenti dedicati al pubblico dagli archeologi curatori delle varie sezioni, dalle restauratrici e dal direttore del Museo. Le notti fiorentine si animano per l’archeologia, per raccontare la cultura in modo insolito e coinvolgente e per aprire alla città le porte del Museo che si rinnova. Visite gratuite comprese nel biglietto di ingresso. Info claudia.noferi@cultura.gov.it.

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Una sala del museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

IL PROGRAMMA: mercoledì 24 luglio 2024, ore 18-22. Alle 18.15 e 19.45,  Claudia Noferi in “Il giardino del MAF: un viaggio tra Firenze e l’Etruria” (durata: 1 ora); 19.30 e 21, Barbara Arbeid, in “Un’eredità d’oro e di immagini: il Monetiere del museo Archeologico nazionale di Firenze” (durata: 45 minuti). Mercoledì 31 luglio 2024, ore 18-22. Alle 18, Daniele Federico Maras, in “Al Museo con il direttore. Parliamo di capolavori: la Chimera e l’Arringatore” (durata: 1 ora); 19 e 20.30, Barbara Arbeid, in “Un’eredità d’oro e di immagini: il Monetiere del museo Archeologico nazionale di Firenze” (durata: 45 minuti); 19.45 e 21.15, Lucia Nucci, in “I manufatti organici nell’arte copta” (durata: 45 minuti). Mercoledì 7 agosto 2024, ore 18-22. Alle 18.15  e 19.45,  Anna Consonni, in “I signori della vita. Alla scoperta dei sarcofagi del museo Egizio” (durata: 1 ora); 19.30 e 21, Lucia Nucci, in “Gli arazzi del Monetiere” (durata: 1 ora). Sabato 7 settembre 2024, ore 18-22. Alle 18, Daniele Federico Maras, in “Al Museo con il direttore. Parliamo di capolavori: la Chimera e l’Arringatore” (durata: 1 ora); 18.15, 19 e  21.30, visita al “Coretto di Maria Maddalena de’ Medici” (durata: 30 minuti); 19, 19.45 e 21, Giulia Basilissi, in “Il restauro dei grandi bronzi del museo Archeologico nazionale di Firenze: il caso della Testa di cavallo Medici-Riccardi e della Minerva” (durata: 1 ora); 19.45, Claudia Noferi, in “Sulle tracce di Maria Maddalena de’ Medici” (laboratorio a tema “Rificolona”; durata: 1 ora). Mercoledì 18 settembre 2024, ore 18-22. Alle 18.15, 19.45 e 21, Mario Iozzo, in “Il Vaso François: dalla Guerra di Troia alle divinità dell’Olimpo” (durata: 1 ora); 18.30 e 20, Giulia Basilissi, in “La collezione Passerini raccontata attraverso i pastiche chiusini. Storia di un restauro” (durata: 1 ora).

Firenze. Al museo Archeologico nazionale, per la Giornata internazionale della donna con ingresso gratuito alle donne, le visite tematiche “Specchio, specchio delle mie brame” alla scoperta della magia, della bellezza e del mondo femminile dall’Egitto all’Etruria

firenze_archeologico_giornata-della-donna_viste-tematiche-specchio-delle-mie-brame_locandinaVenerdì 8 marzo 2024, per la Giornata internazionale della donna con ingresso gratuito alle donne, al museo Archeologico nazionale di Firenze le visite tematiche “Specchio, specchio delle mie brame”: il direttore e le curatrici accompagneranno personalmente il pubblico nelle sale e nelle sezioni del museo alla scoperta della magia, della bellezza e del mondo femminile dall’Egitto all’Etruria attraverso alcune delle opere meno note e dei loro dettagli nascosti. Non è necessaria la prenotazione. Alle 10, Mario Iozzo: “Il riflesso di Atena”; 10.45, Barbara Arbeid: “Una danza di sguardi: gli specchi fra divinazione e mondo femminile”; 11.30, Anna Consonni: “Colei che guardava il suo riflesso nell’acqua, ora possiede uno specchio: i molti significati dello specchio nell’Antico Egitto”; 12.15, Claudia Noferi; “Bellezza eterna: riflessi di donne sui monumenti funerari etruschi”.

Roma. Al Collegio Romano (e in diretta su YouTube) il convegno “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”: in due giornate illustrati e discussi circa 40 progetti con oltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi

roma_mic_convegno-allestire-l-archeologia_locandinaOltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi si riuniscono il 26 e il 27 febbraio 2024 a Roma, al ministero della Cultura, al Collegio Romano, per il convegno organizzato dalla direzione generale Musei “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”. Nel corso delle due giornate verranno illustrati e discussi circa 40 progetti, studiati per realizzare ex novo o per rinnovare gli allestimenti di altrettanti musei e parchi archeologici nazionali di tutta Italia. I lavori si concluderanno con una tavola rotonda, coordinata da alcune tra le personalità attualmente più competenti per animare il dibattito intorno all’intreccio tra ricerca, comunicazione e musei. Diretta sul canale YouTube del Ministero della Cultura ai seguenti link: 26 febbraio https://www.youtube.com/watch?v=tXYIwEtPCUo ; 27 febbraio https://youtube.com/live/MT5Q9kEkrkY. Finanziati con gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M1C3 Cultura 4.0), talora messi a sistema con altri finanziamenti del ministero della Cultura, i nuovi allestimenti dovranno saper rispondere a molteplici esigenze: la chiarezza, per veicolare nitidamente informazioni selezionate, con il ricorso, secondo opportunità, anche a supporti digitali; l’accessibilità, per includere ogni persona che intraprenda la visita; la sostenibilità, per inserirsi nel ciclo di conservazione e rigenerazione delle risorse del pianeta; la flessibilità e la praticità, per agevolare la rotazione delle collezioni esposte e la continuità della ricerca; l’estetica, per contribuire al benessere durante la permanenza; l’originalità, per permettere a ciascun contesto di emergere nella sua specificità e diversità. I contenuti scientifici e storici relativi al patrimonio archeologico trovano un decisivo canale di espressione negli allestimenti permanenti dei musei e dei parchi archeologici, attraverso i quali in pochi anni cambieranno l’impatto, l’attrattività e l’efficacia della comunicazione archeologica in Italia.

LUNEDÌ 26 FEBBRAIO 2024. Sala Spadolini: alle 9.30, saluti istituzionali. SESSIONE MATTUTINA “Paradigmi per il cambiamento”, presiede Alfonsina Russo. Alle 10, Andrea Viliani, “Museo delle Civiltà, il museo antropologico contemporaneo come ecosistema: nuovi allestimenti per esperienze accessibili e plurali, multidisciplinari e interspecie”; 10.15, Filippo Demma, Serena Guidone, Camilla Brivio, “#sibarinprogress: per una museologia del provvisorio”; 10.30, Andrea Bruciati, “Variae, Multiplices et Multiformes: le VILLÆ”; 10.45, Lorenza Campanella, Santino Alessandro Cugno, “MUVI Appia: il museo virtuale del Parco archeologico dell’Appia Antica. Opportunità e prospettive attraverso l’esempio offerto dal contesto delle tombe della via Latina”; 11, pausa.

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Nuovo allestimento del museo nazionale del Paleolitico di Isernia (foto mic)

“Nuovi allestimenti per la Preistoria”: alle 11.30, Pierangelo Izzo, Annarosa Di Nucci, Carlo Peretto, “Il riallestimento del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia: tra archeologia, architettura, arte e design”; 11.45, Mari Hirose, Verena Frignani, Alessandro Sartori, “Un nuovo progetto di allestimento per il Museo archeologico nazionale di Mantova”. “Magna Grecia accessibile”: alle 12, Tiziana D’Angelo, Antonella Manzo, Teresa Marino, “Musei per tutti: nuovi progetti di allestimento, fruizione e accessibilità a Paestum”; 12.15, Fabrizio Sudano, Giuseppina Cassalia, Antonino Giordano, Elena Nicolò, Claudia Ventura, “Spazi inclusivi al MArRC: percorsi e strumenti narrativi per l’eliminazione delle barriere all’accessibilità culturale del patrimonio archeologico”; 12.30, dibattito; 13, pausa. SESSIONE POMERIDIANA “Terre etrusche”, presiede Simone Verde. Alle 14, Denise Tamborrino, Patrizia Cirino, Federica Timossi, Fabio Fornasari, “Patrimonio vivo: contemporaneità ed inclusione. Il nuovo riallestimento del Museo nazionale etrusco di Marzabotto”; 14.15, Giorgio Rocca, Alessandro Nocentini, “Verso la valorizzazione del patrimonio etrusco a Orvieto: dalla Necropoli al Museo”; 14.30, Alessandra Gobbi, Gabriella Musto, Daniela Borgese, “Percorsi veienti”; 14.45, Maria Cristina Tomassetti, Vincenzo Bellelli, Agostino Caterina, Melania Bisegna, “Il Museo archeologico nazionale di Tarquinia: work in progress”; 15, Lara Anniboletti, Giorgio Pala, Paolo Monesi, “Il progetto di riqualificazione e riallestimento del Museo archeologico nazionale di Civitavecchia”; 15.15, Mario Iozzo, Barbara Arbeid, “Il progetto di riallestimento del Museo archeologico nazionale di Firenze: 67 anni dopo l’alluvione del 1966”; 15.30, pausa.

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L’edificio che ospita il museo delle Navi romane di Nemi (foto mic)

“Emersi dall’acqua”: alle 16, Daniela De Angelis, Andrea Mandara, “Il nuovo allestimento del Museo delle Navi Romane di Nemi. Passato, presente e futuro”; 16.15, Andreina Contessa, Marta Novello, Francesca Condò, “Il nuovo Museo nazionale di Archeologia subacquea dell’Alto Adriatico di Grado (GO)”; 16.30, Daniele Ferrara, Maria Letizia Pulcini, Giulia Passante, Annunziata Genchi, “Da Hospitale a Museo. La nascita del nuovo Museo archeologico nazionale della Laguna di Venezia”; “Oltre l’Antico”: alle 16.45, Angela Borzacconi, “Il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli: nuove forme per consolidate identità. Rigenerazione di uno spazio espositivo che racconta le radici dell’Europa altomedievale”; 17, Alessandra Mongelli, Claudia Lucchese, “Alla corte del tempo. Costruire nuovi percorsi di visita al Castello Svevo di Bari fra esperienze immersive e allestimenti archeologici”; 17.15, dibattito.

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Il suggestivo allestimento della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

MARTEDÌ 27 FEBBRAIO 2024. Sala della Crociera: SESSIONE MATTUTINA “Sinergie moltiplicatrici”, presiede Francesca Cappelletti. Alle 9.30, Gabriele Nannetti, Ada Salvi, Federico Salvini, Jacopo Tabolli, Guglielmo Malizia, Roberto Vannata, “Dall’acqua al Museo: oltre la scoperta del santuario di Bagno Grande. Progetti e prospettive per il futuro Museo archeologico nazionale di San Casciano dei Bagni”; 9.45, Valeria Acconcia, Lara Anniboletti, Claudio Borgognoni, Alessandra Gobbi, Daniela Quadrino, Ursula Piccone, “Antichi popoli italici: dalla mostra temporanea al Museo archeologico nazionale di Veroli”; 10, Pietro Copani, Vincenzo Corrado, Anita Rocco, “Il nuovo Museo archeologico nazionale di Canosa di Puglia nell’edificio scolastico Mazzini”; 10.15, Massimo Osanna, Luigi La Rocca, Paolo Desideri, “Il Museo pompeiano al Real Albergo dei Poveri a Napoli”; 10.30, pausa. “Allestire l’archeologia in situ”: alle 11, Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Paola Quaranta, “Sotto un’altra luce. Progetti di accessibilità e innovazione tecnologica nel Parco archeologico del Colosseo”; 11.15, Alessandro D’Alessio, Cristina Genovese, “Spazi da esporre, spazi per esporre: i nuovi progetti di allestimento del Parco archeologico di Ostia antica”; 11.30, Enrico Rinaldi, Pierangelo Izzo, Michele Laurenzana, Lorenzo Romacciato, “Strategie innovative per i vari livelli di accessibilità nel Parco archeologico di Sepino”; 11.45, Marianna Bressan, Elisabetta Baldan, Francesca Farroni Gallo, “Allestire per aggregare. I progetti in corso ad Altino (Venezia)”; 12, Alessandra Guerrini, Marcella Mancusi, Massimo Molinelli, Antonella Traverso, “Museo nazionale e zona archeologica di Luni. L’accessibilità fisica e cognitiva: i progetti in corso”; 12.15, dibattito; 13, pausa.

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Depositi del museo Archeologico nazionale di Aquileia: Massimo Osanna, direttore generale musei; Andreina Contessa, direttrice regionale Musei del Friuli Venezia Giulia; Marta Novello, direttrice Man Aquileia (foto drm-fvg)

SESSIONE POMERIDIANA “Allestire l’archeologia nei musei”, presiede Luigi La Rocca. Alle 14, Stéphane Verger, “Presentazione del progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana” e il nuovo percorso espositivo del Museo Nazionale Romano”; 14.15, Marta Novello, Elena Braidotti, Annalisa de Franzoni, Ilaria Fedele, “I nuovi depositi del Museo archeologico nazionale di Aquileia: strategie per una nuova narrazione museale”; 14.30, Daniele Ferrara, Annunziata Genchi, Marcella De Paoli, “Museo archeologico nazionale di Venezia. Il volto classico della Serenissima”; 14.45, Massimo Osanna, Francesco Sirano, Marialucia Giacco, Laura Forte, “Il progetto di riallestimento della Villa dei Papiri di Ercolano”; 15, Luigi Gallo, Diego Voltolini, “Restaurare, rifunzionalizzare, innovare. Il masterplan di intervento sul Museo archeologico nazionale delle Marche”; 15.15, Silvia Casciarri, Francesco Di Lorenzo, Silvia Dainese, Stefano Gris, “Nuovi percorsi espositivi al Museo archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto”; 15.30, pausa.

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Rendering dei nuovi allestimenti del museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” (foto parco archeologico di pompei)

“Allestire l’archeologia nei musei”: alle 16, Addolorata Bilardi, Antonio Salerno, Marco Magni, Valeria Parisi, “Il Museo archeologico di Calatia a Maddaloni (CE): nuove opportunità espressive del sistema spazio-collezione-tecnologia”; 16.15, Maria Rispoli, “Il progetto di ampliamento del Museo archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: il museo che indaga e interpreta”; 16.30, Annamaria Mauro, “La rete museale statale della Basilicata. Nuovi orizzonti: accessibilità, inclusione e fruizione dei luoghi e delle collezioni”; 16.45, Francesco Muscolino, Luana Toniolo, Luciano Cannas, “Spazi ripensati: il nuovo allestimento del Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari”; 17, Tavola rotonda conclusiva: interverranno prof. Nadia Barrella, università della Campania “Luigi Vanvitelli”; prof. Maria Luisa Catoni, IMT Scuola Alti Studi Lucca; prof. Paolo Coen, università di Teramo; arch. Mario Cucinella. Mario Cucinella Architects; prof. Christian Greco, Museo Egizio di Torino; prof. Carlo Rescigno, università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Modera prof. Massimo Osanna, direttore generale Musei.

Firenze. Al museo Archeologico nazionale presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” di Paolo Giulierini che dialoga con Piero Pruneti

firenze_archeologico_libro-l-italia-prima-di-roma_di-paolo-giulierini_presentazione_locandinaGiovedì 19 ottobre 2023, alle 17, il museo Archeologico nazionale di Firenze, in piazza Santissima Annunziata, ospita la presentazione del libro “L’Italia prima di Roma. Sulle tracce degli antichi popoli italici” di Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli. Dopo i saluti e l’introduzione del direttore del MAF Mario Iozzo, l’autore dialogherà con Pietro Pruneti, direttore di “Archeologia Viva”. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

“L’Italia prima di Roma”. Il nostro Paese ci appare il più delle volte come l’erede per eccellenza della civiltà romana. Non c’è nulla di più vero, ma se ci mettessimo in viaggio percorrendo l’Italia da nord a sud scopriremmo che prima ancora che Italiani siamo stati Italici: in ogni regione la toponomastica, i monumenti, i reperti archeologici, le tradizioni etnografiche, persino le abitudini alimentari e culinarie raccontano la storia di popoli antichi che a partire dall’Età del ferro si sono frequentati, confrontati, scontrati. Celti, Veneti, Liguri, Etruschi, Sardi, Latini, Sanniti, Lucani, Piceni, Campani, Punici, Enotri, Siculi e molti altri hanno lasciato ovunque nella penisola tracce profonde, preziose per capire com’era l’Italia prima dell’avvento di Roma. Con la competenza dell’esperto e il passo avvincente del divulgatore, Paolo Giulierini ci accompagna in un viaggio affascinante, ci presenta gli Italici che siamo stati, ne approfondisce il rapporto con il territorio, le modalità insediative, la religione, la lingua e la scrittura, senza tralasciare il fondamentale incontro con i Romani e quello che ne è seguito. Corredato da immagini, il libro è al tempo stesso un saggio sulla meravigliosa complessità della storia del nostro Paese e una guida per innamorarsi, oltre che di tutte le sue bellezze, anche delle genti che lo hanno abitato in tempi remoti, e che ancora oggi ci parlano: non solo di loro ma anche di noi, da sempre popolo in cammino che a ogni tappa aggiunge un viandante alla carovana.

Reggio Calabria. Prorogata la direzione di Malacrino fino al 15 novembre 2023. E con la “Domenica al Museo”, il 1° ottobre ingresso gratuito e l’occasione per ammirare i Bronzi di Riace e di Porticello e tre grandi mostre temporanee

reggio-calabria_archeologico_domenica-al-museo_ottobre-2023_locandinaDomenica 1° ottobre 2023, anche al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, torna il tradizionale appuntamento della “Domenica al Museo”: l’iniziativa del ministero della Cultura che prevede, ogni prima domenica del mese, l’ingresso gratuito in Parchi archeologici, musei e luoghi della cultura. Ottima occasione per ammirare i Bronzi di Riace e di Porticello, nonché visitare i quattro livelli di allestimento permanente, con i preziosi reperti esposti al Museo. A ciò si aggiungono le tre grandi mostre temporanee che arricchiscono la programmazione museale: “I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia”, curata dal direttore del Museo, Carmelo Malacrino; “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”, curata dal direttore e dalle archeologhe Angela Bellia e Patrizia Marra; “Le nuvole e il fulmine. Gli Etruschi interpreti del volere divino”, curata da Malacrino insieme agli archeologi Mario Iozzo e Barbara Arbeid. “Le prime domeniche del mese si confermano momenti tra i più significativi del dialogo del MArRC con la comunità del territorio”, dichiara il direttore Malacrino. “Vedere tanti cittadini tornare nelle sale espositive dà senso al nostro impegno di rendere il Museo un luogo inclusivo e dinamico”.

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Carmelo Malacrino, direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

Con decreto della direzione generale Musei è stato prorogato l’incarico del direttore Malacrino, che doveva concludersi il 30 settembre 2023. “Mi onora”, conclude Malacrino, “la possibilità di proseguire la direzione del MArRC fino al prossimo 15 novembre, termine previsto per la conclusione del nuovo concorso. Saranno settimane impegnative, che permetteranno di concludere vari progetti e presentare il bilancio di previsione per il prossimo anno”.

Reggio Calabria. Per “Notti d’Estate” al museo Archeologico nazionale “Grandi Incontri” sulla spettacolare terrazza del MArRC: Stefano Casciu, Mario Iozzo e Barbara Arbeid del museo Archeologico nazionale di Firenze

reggio-calabria_archeologico_notti-d-estate-2023_5-agosto_locandinaPer “Notti d’Estate” 2023, sabato 5 agosto 2023, alle 21, sulla magnifica terrazza del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, il MArRC e il Touring Club Italiano, sezione di Reggio Calabria, presentano l’atteso approfondimento “Grandi Incontri al MArRC”. “Il Club di territorio del TCI di Reggio Calabria”, dichiara il console Francesco Zuccarello Cimino, “dopo la bellissima esperienza dell’anno scorso con la direttrice della Galleria dell’Accademia di Firenze Cecilie Hollberg, promuove questo nuovo incontro sul museo Archeologico nazionale di Firenze, una delle principali realtà museali italiane”. Negli anni il format ha proposto entusiasmanti dialoghi con i più attivi direttori di musei ed enti culturali italiani, nella panoramica cornice della terrazza del Museo. “L’idea”, commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino, “nasce dalla certezza che la condivisione di esperienze diverse e contesti geografici differenti possa offrire spunti di crescita comune e stimolare la partecipazione attiva alle iniziative culturali della città”. Aprirà la serata l’intervento di Stefano Casciu, a capo della direzione regionale Musei della Toscana, che parlerà dell’accordo di valorizzazione con il Museo reggino dal quale è nata la mostra “Le nuvole e il fulmine. Gli Etruschi interpreti del volere divino”, appena inaugurata al MArRC. “Ho accolto con entusiasmo questo invito”, dichiara Casciu. “La mia presenza su questa splendida terrazza segna l’avvio di una significativa sinergia, volta a promuovere e valorizzare in rete il ricchissimo patrimonio archeologico del nostro Paese”. A seguire ci sarà la presentazione di Mario Iozzo, direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze. Archeologo di chiara fama, è socio ordinario della Società Archeologica Greca di Atene, membro ordinario dell’Istituto nazionale di Studi etruschi e italici, membro della Pontificia accademia di Archeologia e membro corrispondente dell’American Institute of Archaeology. Ha curato numerose mostre, tra cui The Chimaera of Arezzo (Malibu, 2009-2010); Piccoli Grandi Bronzi. Capolavori greci, etruschi e romani delle Collezioni Mediceo-Lorenesi (Firenze, 2015); Tesori dalle terre d’Etruria: la collezione dei conti Passerini, Patrizi di Firenze e Cortona (Firenze, 2020-2021). Iozzo presenterà i capolavori del museo Archeologico nazionale di Firenze. “Quello fiorentino”, commenta Iozzo, “è il più grande museo Archeologico d’Italia a Nord di Roma e le sue collezioni lo rendono tra i più rilevanti per la cultura degli Etruschi. Mi fa piacere accompagnarvi in un viaggio alla scoperta di questo Museo, con le sue straordinarie raccolte archeologiche, in gran parte risalenti al collezionismo dei Medici e dei Lorena”. La serata si concluderà con l’intervento dell’estruscologa Barbara Arbeid, curatrice della sezione etrusca del Museo fiorentino, che illustrerà il percorso della mostra appena inaugurata. “L’esposizione che abbiamo creato vuole illustrare gli aspetti principali della storia e della cultura etrusca attraverso una selezione di opere legate alle credenze religiose e ai rituali funerari. Tra gli oggetti più preziosi in mostra vi è certamente il grande diadema in oro, appartenuto a una sacerdotessa del V secolo a.C.”. Sabato 5 agosto 2023 il Museo resterà aperto fino alle 23 (ultimo ingresso 22.30). Dalle 20, il prezzo del biglietto sarà di soli 3 euro, maggiorato di 1 euro a favore del patrimonio culturale danneggiato dall’alluvione in Emilia Romagna (art. 14, DL 61/2023).

Reggio Calabria. Gli Etruschi per la prima volta in Magna Grecia. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “Le nuvole e il fumine. Gli Etruschi interpreti del volere divino”: più di 100 opere dal museo Archeologico nazionale di Firenze

reggio-calabria_archeologico_mostra-Etruschi_le-nuvole-e-il-fulmine_locandinaGli Etruschi arrivano a Reggio Calabria. Una nuova esposizione arricchirà la programmazione estiva del museo Archeologico nazionale. Il 4 agosto 2023 (inaugurazione alle 18) apre la grande mostra “Le nuvole e il fumine. Gli Etruschi interpreti del volere divino”, nata dalla collaborazione con la direzione regionale Musei della Toscana e il museo Archeologico nazionale di Firenze. Più di un centinaio le opere in esposizione, giunte sulla riva dello Stretto dal più importante museo dell’Etruria settentrionale. Statue, preziosi oggetti in oro, argento e bronzo, ceramiche figurate e le caratteristiche urne cinerarie decorate con i più distintivi motivi etruschi, tra cui quello dei defunti sul coperchio. Molto suggestivi i due canopi scelti per presentare la mostra: si tratta di complesse urne cinerarie a testa umana che cercavano di mantenere il ricordo dell’immagine del defunto. L’esposizione è curata dal direttore del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, Carmelo Malacrino; dal direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze, Mario Iozzo; e dalla curatrice della sezione etrusca dello stesso Museo, Barbara Arbeid. Il percorso espositivo sarà articolato in varie sezioni tematiche, che accompagneranno il visitatore alla scoperta del mondo etrusco attraverso decine di straordinari reperti, databili dal IX al II secolo a.C. “Il titolo Le nuvole e il fulmine“, spiega la curatrice Arbeid, “prende spunto da un passo di Seneca. Mentre i Romani credevano che i fulmini si producessero a causa dello scontro fra le nuvole, per gli Etruschi le nuvole si scontravano proprio per produrre i fulmini, considerati messaggi divini per gli uomini, cui spettava il compito di interpretarne il significato. Gli scrittori antichi sottolineano le diversità che contraddistinguevano gli Etruschi dagli altri popoli, spesso legate alle credenze religiose: Livio riteneva gli Etruschi sommamente dediti alla religione, mentre Isidoro di Siviglia faceva discendere l’etimologia di Tyrrhenoi, il nome greco degli Etruschi, da thusiazein, ovvero fare sacrifici“. “Ho accolto con entusiasmo questo progetto”, dichiara Stefano Casciu, direttore regionale dei Musei della Toscana, “che porta la straordinaria cultura degli Etruschi nel cuore della Magna Grecia. L’accordo di collaborazione firmato con il MArRC segna l’avvio di una significativa sinergia, volta a promuovere e valorizzare in rete il ricchissimo patrimonio archeologico del nostro Paese”. “La mostra”, sottolinea Iozzo, “vuole illustrare al pubblico più ampio il fascino della civiltà etrusca, vista attraverso gli aspetti della vita quotidiana, dei culti e dei rituali funerari. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle pratiche religiose della divinazione, evidenziando l’abitudine degli Etruschi di trarre presagi dal volo degli uccelli, dalle viscere degli animali e dall’osservazione del cielo con i suoi fenomeni atmosferici”.

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Locandina della mostra “I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia” al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria dal 20 luglio al 26 novembre 2023

La nuova mostra, che si potrà visitare fino al 29 ottobre 2023, si aggiunge alle altre già aperte al pubblico nelle settimane precedenti. “Sarà un’estate magnifica”, conclude Malacrino. “Accanto alla programmazione delle Notti d’Estate sulla terrazza del Museo, questa nuova esposizione offrirà la possibilità di un inedito viaggio nel mondo degli Etruschi. È la prima volta che questo tema viene presentato a Sud di Napoli e siamo felici di questa opportunità, resa possibile grazie alla direzione regionale Musei della Toscana e al museo Archeologico nazionale di Firenze. Dall’inizio di agosto, oltre alla ricca collezione permanente e a questo nuovo progetto, i visitatori avranno a disposizione molte esposizioni temporanee: la mostra “I Bronzi di Riace. Cinquanta anni di storia” e “I Bronzi di Riace. Un percorso per immagini”; il percorso “Per gli dei e per gli uomini. Musica e danza nell’antichità”; l’esposizione “Sullo scaffale dello speziale. Vasi da farmacia nella Calabria del Settecento”; e la piccola sezione dei “Depositi in mostra”. Il mio ringraziamento va a tutto il personale che lavora quotidianamente per arricchire l’offerta espositiva del Museo e per accogliere al meglio il pubblico”.

Firenze. All’Archeologico per “Incontri al museo” conferenza del direttore Mario Iozzo “I Bronzi di Riace a Firenze: storia di un’emozione collettiva” proprio nell’anniversario dell’inaugurazione della prima esposizione dei due guerrieri dopo il lungo restauro

firenze_archeologico_conferenza-iozzo-i-bronzi-di-riace-a-firenze_locandina15 dicembre 1980 – 15 dicembre 2022: per i 50 anni dalla scoperta e per l’anniversario della mostra, il direttore del museo Archeologico nazionale di Firenze, Mario Iozzo, presenta “I Bronzi di Riace a Firenze: storia di un’emozione collettiva” nell’ambito degli “Incontri al Museo” 2022 – 2023. Il 15 dicembre 1980 al museo Archeologico di Firenze si inaugurava infatti la straordinaria mostra “I bronzi di Riace” che esponeva per la prima volta al pubblico le due statue restaurate a Firenze dopo il loro ritrovamento. Il MAF festeggia i 50 anni dalla loro scoperta con una conferenza del direttore Mario Iozzo “I Bronzi di Riace a Firenze: storia di un’emozione collettiva” giovedì 15 dicembre 2022 alle 17, proprio nella stessa data della storica inaugurazione. Le due celebri statue furono rinvenute nello specchio di mare antistante Riace il 16 agosto 1972. La moderna cittadina di Riace si trova pochi km a Sud della colonia greca di Kaulonía, già identificata alla fine dell’800 dall’archeologo Paolo Orsi nel sito dell’attuale Monasterace Marina (Reggio Calabria). Secondo il mito su questa spiaggia battuta da un mare impetuoso, una tempesta avrebbe sospinto l’amazzone Clete, nutrice della regina delle amazzoni Pentesilea, mentre si recava a Troia a recuperare il corpo della sua signora, uccisa da Achille.

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La mostra “I Bronzi di Riace” allestita nel salone del Nicchio al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Allestita negli ambienti del Salone del Nicchio, l’esposizione consentì di riaprire momentaneamente l’accesso a un settore del museo che era stato travolto dall’alluvione, attraendo lunghe code di visitatori davanti all’ingresso di piazza SS. Annunziata in attesa di vedere i miracoli compiuti in cinque anni di lavori dai laboratori del Centro di Restauro della soprintendenza Archeologica di Firenze. “Ho avuto la fortuna di essere testimone di un grande evento archeologico e di un sorprendente fenomeno sociale e culturale”, racconta Mario Iozzo. “Nell’arco di un mese 250mila persone visitarono la mostra che fu poi prorogata fino a giugno, prima del riallestimento al Quirinale voluto da Sandro Pertini. Il pubblico stava in coda per ore per conquistare un biglietto da 125 lire per vedere i due capolavori mentre la loro fama cresceva di giorno in giorno…”.

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Lunghe code di visitatori davanti al museo Archeologico di Firenze per la mostra “I Bronzi di Riace” (foto maf)

Le due sculture furono trasportate a Firenze nel gennaio del 1975 e furono affidate alle cure dei restauratori Renzo Giachetti ed Edilberto Formigli e nell’autunno del 1980 al termine dei lavori furono esposte a Firenze accompagnate dall’illustrazione delle varie fasi di restauro. Prima di tornare “a casa” i bronzi furono poi esposti fino al 12 luglio anche al Palazzo del Quirinale, dove richiamarono trecentomila visitatori in soli dodici giorni. Le operazioni svolte a Firenze valsero alla soprintendenza Archeologica della Toscana il riconoscimento del premio “Campione d’Italia per la promozione della Cultura e dell’Arte”, per aver reso “attuale l’antico” e fatto riscoprire “nella coscienza dell’uomo i valori perenni di civiltà”.