Capena (Rm). All’Antiquarium di Lucus Feroniae l’incontro “Archeologia preventiva: i recenti ritrovamenti nei territori di Capena, Fiano Romano e Riano”
Sabato 13 maggio 2023, alle 16, a Capena (Rm), all’Antiquarium di Lucus Feroniae, l’incontro “Archeologia preventiva: i recenti ritrovamenti nei territori di Capena, Fiano Romano e Riano”. Ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Dopo i saluti istituzionali del soprintendente, Margherita Eichberg, l’introduzione sarà affidata alla funzionaria archeologa Biancalisa Corradini. Seguiranno gli interventi degli archeologi liberi professionisti Davide Mancini, Mauro Lo Castro, Ilario Di Nardo e Francesco Borsari. All’incontro del 13 maggio ne seguirà un secondo sabato 27 maggio 2023. Gli incontri hanno carattere divulgativo e sono dedicati alla presentazione al pubblico di ritrovamenti archeologici oggetto di scavi recenti e per questo ad oggi inediti. L’obiettivo principale è di promuovere la conoscenza di un patrimonio archeologico ancora per nulla noto sul piano scientifico ed emerso nell’ambito di indagini archeologiche preventive. Sarà infatti oggetto di riflessione anche la funzione dell’archeologia preventiva nel consentire una migliore e più efficace conciliazione tra le esigenze di tutela e conservazione del patrimonio archeologico con le trasformazioni urbanistiche ed edilizie nei territori in esame.
Viterbo. Prime immagini della mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” al museo nazionale Etrusco di Rocca Albornoz. Il video dell’inaugurazione

Le mani d’argento esposte al museo nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo nella mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” (foto drm-lazio)

Sfinge vulcente esposta al museo nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo nella mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” (foto drm-lazio)
Mani d’argento, gioielli, preziose testimonianze della raffinata produzione vulcente stanno riportando al centro dell’attenzione il museo nazionale Etrusco di Rocca Albornoz a Viterbo dove, dal 25 febbraio 2023 al 15 giugno 2023 è aperta la mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci”(vedi Viterbo. Al museo nazionale Etrusco di Rocca Albornoz apre la mostra “Sfingi, Leoni e mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” con le raffinate produzioni vulcenti emerse dalle recenti campagne di scavo | archeologiavocidalpassato). Dopo l’anteprima a San Sisto a Montalto di Castro e l’esposizione al museo Archeologico di Francoforte sul Meno nel 2021 (vedi Al museo di Francoforte aperta la mostra “Leoni, Sfingi e Mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci”: esposte le ultime scoperte archeologiche dalla metropoli di Vulci e alcuni reperti dal Foro e dal Palatino della Roma dei re etruschi | archeologiavocidalpassato), l’aristocrazia vulcente ed i suoi tesori tornano a farsi ammirare dal pubblico.

Specchi in bronzo esposti al museo nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo nella mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” (foto drm-lazio)

Preziose briglie di cavallo esposte al museo nazionale Etrusco della Rocca Albornoz di Viterbo nella mostra “SFINGI, LEONI E MANI D’ARGENTO. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” (foto drm-lazio)
È un’occasione per immergersi nella bellezza dell’arte etrusca, attraverso reperti archeologici eccezionali. Le campagne di scavo condotte negli ultimi anni nella città etrusca di Vulci e nelle sue necropoli hanno permesso infatti di rileggere e integrare quanto emerso dalle ricerche, dalle indagini archeologiche e dai ritrovamenti fortuiti che dalla fine del Settecento hanno interessato quest’area. I nuovi dati emersi testimoniano la straordinaria raffinatezza delle produzioni vulcenti che rispondono alle esigenze di una aristocrazia locale in cerca di autocelebrazione. Dati archeologici che inoltre ci raccontano dei contatti commerciali e culturali con il Mediterraneo.

Sara De Angelis, direttrice del museo nazionale Etrusco di Rocca Albornoz a Viterbo (foto drm-lazio)
Ecco il video di Tuscia Time Quotidiano dell’inaugurazione della mostra con Sara De Angelis, direttrice del museo nazionale Etrusco di Rocca Albornoz; Stefano Petrocchi, direttore regionale Musei del Lazio; e Margherita Eichberg, soprintendente Archeologia Belle arti Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.
Viterbo. In Sala Regia il primo convegno “Tutela penale e crimini contro il patrimonio culturale” promosso dalla SAG del Centro studi criminologici con magistrati, avvocati, giornalisti, Sabap e Nucleo TPC
“Tutela penale e crimini contro il patrimonio culturale” è il tema del primo convegno organizzato dalla Scuola biennale di Alta formazione in Archeologia giudiziaria (SAG) del Centro Studi Criminologici (CSC) che approfondirà le delicate tematiche legate alla tutela del patrimonio culturale. Appuntamento il 24 febbraio 2023, alle 15.30, nella Sala Regia del Comune di Viterbo con al tavolo dei relatori tra i massimi esperti in materia di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, quali magistrati, avvocati, giornalisti, soprintendente ABAP per la Provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, il Comandante del Nucleo TPC di Roma – Comando Carabinieri Tutela Patrimonio. Dopo la pandemia che ha costretto ad un rallentamento delle attività in presenza, il CSC Viterbo è il primo ente di Alta formazione a organizzare nella provincia di Viterbo un evento ufficiale che gode del patrocinio di Consiglio della Regione Lazio, Comune di Viterbo, Provincia di Viterbo e Prefettura di Viterbo. L’occasione nasce dalla pubblicazione del libro “Lineamenti di tutale penale dei beni culturali. La transizione dal Codice Urbani alla Legge 22/2022”, scritto da Riccardo Nodari, avvocato penalista Patrocinante in Cassazione, docente in materia di Diritto penale applicato ai Beni culturali, editore CSC Viterbo.

La Sala Regia al Palazzo dei Priori di Viterbo ospita il convegno del Centro studi criminologici (foto artinvisitaguideviterbo.com)
PROGRAMMA. L’evento è presentato dal giornalista Gaetano Alaimo e moderato da Andrea Natali, esperto in conservazione e valorizzazione dei beni culturali e co-direttore SAG del CSC di Viterbo. Dopo i saluti istituzionali della sindaca di Viterbo Chiara Frontini, e di Fabrizio Ballarini presidente del comitato scientifico SAG, e di altre autorità presenti, alle 16 apre i lavori Riccardo Nodari sulla tutela penale dei beni culturali, alla luce della transizione dal Codice Urbani alla Legge 22/2022. Lo scopo è, citando la sua opera, “quello di offrire al lettore, anche non giurista, un valido strumento per meglio comprendere gli istituti trattati e apprezzare l’evoluzione normativa della tutela penale dei beni culturali dal Codice Urbani alla legge Franceschini-Orlando”. Seguono Margherita Eichberg, soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, su “Il ruolo della soprintendenza nella tutela del patrimonio culturale nazionale”, e Alessandra Conforti, sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale della Spezia, su “Il ruolo della Magistratura nella tutela del patrimonio culturale”. Alle 17 su “La comunicazione e la divulgazione nella lotta a traffico illecito di beni culturali” interviene Fabio Isman, giornalista e scrittore, e, infine, è la volta del Magg. Francesco Nicolò Pirronti, comandante del Nucleo TPC di Roma – Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, che illustrerà l’attività del Comando Tutela Patrimonio Culturale svolta nell’ambito della salvaguardia e repressione dei reati ai danni del patrimonio storico-artistico nazionale. Alle 17.40, la tavola rotonda con i relatori e le eventuali domande degli intervenuti fino alle 19, giungendo così alla conclusione del Convegno.
Roma. Per “Dialoghi in Curia” presentazione, in presenza e on line, di un volume della serie dei Quaderni Vulcenti, editi da Antiqua Res Edizioni: “Regisvilla. Scavi e Ricerche (1968 – 1983)” di Carlo Regoli
Nuovo appuntamento con i “Dialoghi in Curia” promossi dal parco archeologico del Colosseo. Giovedì 10 novembre 2022, alle 16.30, la Curia Iulia ospita la presentazione, in presenza e on line, di un volume della serie dei Quaderni Vulcenti, editi da Antiqua Res Edizioni: “Regisvilla. Scavi e Ricerche (1968 – 1983)” di Carlo Regoli, dedicato alla ricostruzione delle indagini archeologiche e allo studio delle strutture e dei materiali rinvenuti nel sito costiero di Regisvilla (Montalto di Castro, VT), oggetto di scavi tra il 1977 e il 1980 da parte dell’Istituto di Topografia Antica dell’università La Sapienza di Roma. Oltre a queste ricerche, edite solo in parte, sono state riesaminate tutte quelle attività che hanno interessato l’area, come ricognizioni di superficie e recuperi di emergenza, testimoniate da documenti d’archivio databili tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta. Presenta Stephane Verger, direttore del museo nazionale Romano; intervengono Margherita Eichberg, soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale e Gianni Bonazzi, presidente Fondazione Vulci. Introduce Alfonsina Russo, direttore del PArCo. L’evento potrà essere seguito in presenza con prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti (max 100) su www.eventbrite.it.

La copertina del libro Nuovo appuntamento “Regisvilla. Scavi e Ricerche (1968 – 1983)” di Carlo Regoli
Il volume si articola in due Parti, divise in sei capitoli. La Parte Prima si apre con un’introduzione al territorio costiero vulcente (Cap. 1), a cui segue un riesame di tutte le fonti e i documenti d’archivio riguardanti il sito di Regisvilla (Cap. 2). Sono poi descritte e interpretate le attività di scavo svolte tra il 1977 e il 1980 (Cap. 3) e analizzati nel dettaglio i vari gruppi di reperti rinvenuti (Cap. 4). Concludono questa prima sezione alcune considerazioni interpretative sul sito e i suoi frequentatori (Cap. 5). La Parte Seconda, invece, è composta essenzialmente dal Catalogo analitico dei materiali diagnostici (Cap. 6), presentati per schede seguendo l’ordine di scavo, cioè per saggio, “strato” o “livello”, e per classe di produzione, all’interno della quale sono, a loro volta, divisi per forme e tipi. Seguono le abbreviazioni bibliografiche e le tavole con l’apparato grafico. Da sempre Regisvilla ha suscitato grande interesse ed attenzione. Nel suo periodo di massima espansione Vulci vantava ben due porti. Il primo, il più antico, era quello situato alla foce del fiume Fiora, canale navigabile dove le merci potevano essere veicolate da chiatte trainate da funi e trasportate sino alla città. Poi c’era appunto l’altro porto di Regisvilla. Il nome Regisvilla significa “Città del Re” e viene citata da Strabone, che narra come qui regnò Maleos, re dei Pelasgi, per poi procedere alla volta di Atene. Detto anche Regae, da “Regai” cioè “scogliera”, perché vicino a Punta delle Murelle a Montalto Marina. I reperti rinvenuti, databili al VI e al V sec. a. C. permettono di datare il porto all’età tardo arcaica. Un ulteriore tassello è stato aggiunto dalla ricognizione ad opera dell’Associazione Subacquea Assopaguro di Montalto, che ha scoperto strutture sommerse, formate da ciottoli fluviali: forse proprio la struttura originaria del Porto. Ciò, dunque, permetterebbe persino di associare Regisvilla, per tipologia, ad altri porti del Mediterraneo in siti che hanno caratteristiche geomorfologiche simili a quelle delle coste di Montalto. Di recente, la Soprintendenza ha provveduto ad acquisire, attraverso la procedura della prelazione, una parte delle aree un tempo collegate al porto di Regisvilla, vincolate con DM del 05.08.1985.
Roma. Presentazione del libro “Augusto. Città e territorio, potere e immagini: l’esempio del Latium e dell’Etruria meridionale” (edito da Quasar) che raccoglie gli atti del Convegno tenutosi a Nepi il 26 e 27 maggio 2017
La soprintendenza ABAP dell’Etruria meridionale celebra Augusto, presentando gli atti del convegno di Nepi 2017. Palazzo Patrizi Clementi (via Cavalletti 2, Roma) ospita venerdì 30 settembre 2022 la presentazione del volume a cura di Alfonsina Russo, Stefano De Angeli e Stefano Francocci “Augusto. Città e territorio. Potere e immagini: l’esempio del Latium e dell’Etruria meridionale” (edito da Quasar), che raccoglie gli atti del Convegno tenutosi a Nepi il 26 e 27 maggio 2017, in occasione del rientro nel comune in provincia di Viterbo della testa marmorea di Ottaviano Augusto, nota come “Augusto di Bruxelles”. Oltre agli autori, parteciperanno all’incontro il soprintendente Margherita Eichberg; il sindaco di Nepi, Franco Vita; il prof. Eugenio Polito, docente di Archeologia classica all’università di Cassino e del Lazio Meridionale; Daniele Federico Maras, funzionario archeologo responsabile per il territorio di Nepi; il prof. Mario Mazza, emerito di Storia romana dell’università di Roma ‘La Sapienza’ e accademico dei Lincei. Una giornata dedicata soprattutto alla figura di Augusto, 35 anni dopo la prima edizione del celebre volume di Paul Zanker, Augusto e il potere delle immagini (Monaco, 1987), alla quale allude il titolo stesso del nuovo volume. Dal culto del Princeps alla propaganda imperiale, dalla società romana alla Pax Augustea, con un occhio soprattutto al territorio di Nepi e all’Etruria meridionale, che faceva parte della VII delle Regiones in cui Augusto divise l’Italia, prefigurando l’attuale divisione amministrativa. Con la presentazione di un libro miscellaneo, che raccoglie il frutto del lavoro di ricerca di diversi studiosi, la Soprintendenza partecipa così idealmente alla “Notte Europea dei ricercatori e delle ricercatrici”, che animerà gli istituti e luoghi della cultura italiani a partire dalla serata di venerdì 30 settembre.
Roma. Presentate e illustrate per la prima volta al pubblico le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta, del VI sec. a.C., recuperate a Cerveteri nel 2019 dalla Guardia di Finanza. Saranno esposte nel Castello di Santa Severa

Lastra dipinta etrusca arcaica da Cerveteri: il combattimento tra Achille e Pentesilea, in cui la regina delle Amazzoni si lancia, contro l’eroe greco che la sconfiggerà (foto sabap vt-em)
A tre anni dal loro recupero a Cerveteri, nel 2019, da parte della Guardia di Finanza nel corso di un’operazione contro il mercato illecito delle opere d’arte, le quattro lastre dipinte etrusche di epoca arcaica sono state restaurate, in un complesso intervento di conservazione a cura di Antonio Giglio. Attualmente sono ancora conservate presso i laboratori della Soprintendenza, ma la loro destinazione definitiva sarà nell’esposizione permanente dell’Antiquarium del Castello di Santa Severa, in una apposita sezione dedicata alle lastre dipinte dell’antica Caere. Ciò permetterà di valorizzarle meglio con un percorso espositivo più ‘mirato’. Di sicuro questo straordinario evento ricorda che, se è possibile ammirare le quattro lastre, è solo grazie al grande lavoro in sinergia e in collaborazione fra la Soprintendenza e le forze dell’ordine.
E ora le quattro lastre dipinte etrusche di terracotta del VI sec. a.C. cominciano a svelare le loro “storie”. È successo nell’incontro promosso dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale in occasione delle Giornate europee dell’archeologia con la loro presentazione in anteprima al pubblico nella sede della Sabap a Palazzo Patrizi Clementi di Roma. A introdurre sono stati il soprintendente, arch. Margherita Eichberg (nel video) e il ten. Col. della Guardia di Finanza, Alberto Franceschin.

Lastra dipinta etrusca del VI sec. a.C. da Cerveteri: un’eroina armata di arco (foto sabap vt-em)
A raccontare quelle storie che hanno danno il titolo all’incontro (“Nuove storie per immagini dall’Etruria meridionale”) sono state le scene dipinte su quattro lastre etrusche di terracotta risalenti al VI secolo a.C., esposte per la prima volta in quest’occasione e presentate in anteprima al pubblico. A spiegare il tutto sono stati gli archeologi della Sabap VT-EM Rossella Zaccagnini (nel video) e Daniele Maras, assieme al collega Leonardo Bochicchio, della Sabap per le provincie di Pisa e Livorno, e ad Antonio Giglio, del Consorzio Cavaklik Restauro.
Scene inedite di natura rituale e mitologica, che ne mostrano l’eccezionale valore storico e archeologico, in quanto opera di eccellenti maestri della pittura antica, come è possibile riscontrare nei particolari del volto di alcuni personaggi. E poi si sono potute apprezzare le tonalità dei colori particolarmente vivaci, esaltati proprio dal grande intervento di restauro eseguito a cura della Soprintendenza (nel video Antonio Giglio, del Consorzio Cavaklik Restauro).

Lastra dipinta etrusca del VI sec. a.C. da Cerveteri: il messaggero degli dei Hermes, l’etrusco Turms, dalle ricche ali (foto sabap vt-em)
I soggetti sono stati spiegati dal funzionario archeologo Daniele Maras (nel video). Fra le scene figurate mitologiche e rituali del tutto inedite, notiamo: il combattimento tra Achille e Pentesilea, in cui la regina delle Amazzoni si lancia, bella e terribile, contro l’eroe greco che la sconfiggerà, racchiuso nella sua armatura; un’eroina armata di arco, impegnata in una gara di corsa contro un avversario biondo, che brandisce un ramo (forse la sfida tra la cacciatrice Atalanta e il suo futuro marito Melanione); il messaggero degli dei Hermes, l’etrusco Turms, dalle ricche ali, che scorta una donna in atto di svelarsi (forse parte di un quadro del giudizio di Paride); una coppia di aruspici al lavoro.

Lastra dipinta etrusca del VI secolo a.C. da Cerveteri: coppia di aruspici al lavoro (foto sabap vt-em)
“L’analisi della tecnica usata rivela informazioni utili”, precisa l’archeologo Leonardo Bochicchio. “Le lastre sarebbero opera di almeno due artisti, forse un maestro e il suo allievo. Il primo, infatti, mostra una mano più raffinata e specializzata proprio in scene mitologiche, in grado di dare particolare rilievo alla luminosità e all’espressività dei volti. Il suo ‘discepolo’, invece, potrebbe proprio aver lavorato anche nell’officina delle lastre ‘Campana’, oggi al Louvre. Ricordiamo che queste ultime, insieme a quelle ‘Boccanera’ attualmente al British Museum di Londra, sono gli unici esemplari (rinvenuti nel XIX secolo sempre a Cerveteri) simili alle lastre esposte per la prima volta a Palazzo Patrizi Clementi (via Cavalletti 2), risalenti al VI sec. a.C.”.
Al museo di Francoforte aperta la mostra “Leoni, Sfingi e Mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci”: esposte le ultime scoperte archeologiche dalla metropoli di Vulci e alcuni reperti dal Foro e dal Palatino della Roma dei re etruschi


L’inaugurazione della mostra “Löwen Sphingen Silberhände. Der unsterbliche Glanz etruskischer Familien aus Vulci – Leoni, Sfingi e Mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” al museo Archeologico di Francoforte (foto sabap etruria meridionale)
Per la prima volta i nuovi ritrovamenti archeologici provenienti dagli scavi in corso della necropoli della città etrusca di Vulci si possono vedere fuori dall’Italia: succede al museo Archeologico di Francoforte dove il 2 novembre 2021, alla presenza del console generale d’Italia Andrea Samà e dell’assessore alla Cultura Ina Hartwig, del direttore del museo Wolgang David, del sindaco di Montalto di Castro Sergio Caci, di Simona Carosi della soprintendenza, di Carlo Casi e Carlo Regoli di Fondazione Vulci, è stata inaugurata la mostra “Löwen Sphingen Silberhände. Der unsterbliche Glanz etruskischer Familien aus Vulci – Leoni, Sfingi e Mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” (3 novembre 2021-10 aprile 2022) che tra agosto e settembre 2021 aveva avuto un’anteprima nel complesso monumentale di S. Sisto a Montalto di Castro, comune nel quale insiste l’area archeologica di Vulci.


Una vetrina della mostra “Löwen Sphingen Silberhände. Der unsterbliche Glanz etruskischer Familien aus Vulci – Leoni, Sfingi e Mani d’argento. Lo splendore immortale delle famiglie etrusche di Vulci” al museo Archeologico di Francoforte (foto alessandro lugari)
Le ultime scoperte archeologiche dalla metropoli di Vulci e le più recenti riflessioni sullo sviluppo della civiltà etrusca in Italia, come nella recente mostra “Etruschi. Viaggio nella terra dei Rasna” a Bologna (vedi Bologna. Al museo civico Archeologico riapre la grande mostra “Etruschi. Viaggio nelle terre dei Rasna”, grazie a Istituzione Bologna Musei ed Electa, e alla solidarietà dei gran musei europei prestatori: biglietti solo on line e ingressi contingentati. In 75 minuti si possono ammirare 1400 oggetti che dialogano con la collezione bolognese | archeologiavocidalpassato) hanno spinto la SABAP dell’Etruria Meridionale, insieme al museo di Francoforte, alla Fondazione Vulci (ente gestore del Parco di Vulci) e al parco archeologico del Colosseo, a promuovere l’evento. “La mostra rappresenta un esempio straordinario”, commenta il soprintendente Margherita Eichberg, “di una riuscita collaborazione internazionale tra il nostro Ministero e il Museo tedesco. È anche grazie alla condivisione e alla diffusione della conoscenza del nostro patrimonio che si combatte il traffico illecito dei reperti e si stimola la coscienza di una cultura partecipata dal più ampio pubblico possibile”.

Alla mostra di Francoforte si possono ammirare i reperti rinvenuti nei recenti scavi effettuati nella Necropoli dell’Osteria e in quella di Poggio Mengarelli. Fanno bella mostra di sé i corredi della Tomba delle Mani d’argento, della Tomba dello Scarabeo Dorato e della Tomba 18 con la rarissima coppa tolemaica, oltre che gli esempi delle più importanti produzioni di artigianato artistico vulcente, come la statuaria in pietra e gli elementi della devozione popolare in terracotta. In mostra, inoltre, alcuni reperti da contesti sacri e sepolcrali dal Foro e Palatino di Roma, relativi al periodo della Roma dei Re Etruschi.
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