Trieste. Al via la VI edizione di “Palæomovies Film Fest”, cinema documentario sulla preistoria dell’umanità: film e incontri con gli esperti sulle ricerche recenti e le scoperte più importanti. Ecco il programma

Torna a Trieste, al museo civico di Storia Naturale, dal 27 novembre al 1° dicembre 2024, Palæomovies Film Fest, cinema documentario sulla preistoria dell’umanità. È giunta alla VI edizione la rassegna che fa conoscere al pubblico, attraverso il cinema documentario e gli incontri con gli esperti, le ricerche recenti e le scoperte più interessanti sulla preistoria dell’umanità. Il PalæoMovies Film Fest è promosso dal Comune di Trieste, Servizio Musei e Biblioteche, Civico Museo di Storia Naturale, assieme alla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la collaborazione de La Cappella Underground e con il supporto della Società per la Preistoria e la Protostoria del FVG – Onlus, ed è curato dall’archeologo della Soprintendenza Roberto Micheli e dalla conservatrice del Museo Deborah Arbulla. L’ingresso è gratuito sino ad esaurimento dei posti disponibili.
Palæomovies nasce dall’interesse di comunicare temi e problematiche che riguardano l’evoluzione e la paleoantropologia, la diversità culturale, la formazione della socialità, lo sviluppo delle prime società complesse. Quest’anno la rassegna offre alcuni approfondimenti sull’antichità dell’uomo moderno, sull’origine della musica, sul ruolo della donna nelle società paleolitiche, sulle sepolture come fonti di conoscenza delle identità delle genti preistoriche e sulla vita nelle palafitte dell’arco alpino. L’edizione del 2024 presenta le anteprime italiane dei film: “Sapiens, et la musique fut” di Pascal Goblot e “They Called Her Jamila – The secrets of Stone Age Ba’ja” di Barbara Fally-Puskás. Vengono presentate anche due recenti e innovative produzioni italiane nel campo della divulgazione della preistoria. Oltre a ciò si aggiunge un appuntamento speciale dedicato ai castellieri, gli abitati protostorici su altura che hanno lasciato i loro imponenti bastioni in numerosi siti del Carso e nei dintorni di Trieste. Nelle giornate della rassegna si farà un viaggio a ritroso nel tempo per conoscere comportamenti, tradizioni e costumi dei nostri antenati vicini e lontani. Per l’occasione, il museo civico di Storia Naturale propone anche laboratori, visite guidate e film di animazione dedicati ai bambini e alle famiglie. Attività gratuite con prenotazione obbligatoria scrivendo a newsmuseiscientifici@comune.trieste.it entro le 12 del 29 novembre 2024.

Frame del film “Hema. Una storia di castellieri” di Francesca Mucignato
PROGRAMMA DI MERCOLEDÌ 27 NOVEMBRE 2024. Alle 17, il film “Hema. Una storia di castellieri” di Francesca Mucignato (Italia, 2022, 69’). Docu-Fiction ispirata alla vita nei castellieri nel periodo dell’età del Ferro, girato tra mare e Carso. Prima della nascita di Trieste, le terre del Caput Adriae erano già abitate dalle genti che vivevano nei villaggi fortificati sulle alture che dominano il territorio. Hema è una bambina che vive nell’età del Ferro nel castelliere di Elleri, il padre, un commerciante di sale, diviene il protagonista di un triste rito che Hema, in una sorta di gioco, imiterà. Ma un parallelismo ai giorni nostri vede un’altra bambina simile ad Hema, che trovandosi in gita didattica presso lo stesso castelliere, riporta alla luce per caso un reperto che evocherà un legame emozionale con il passato. Saranno presenti alla proiezione la regista Francesca Mucignato, il direttore della fotografia Paolo Forti, l’autrice dei testi Lidia Rupel, l’autore dei disegni originali Guido Zanettini. Seguirà un confronto sul tema dei castellieri e la promozione della loro conoscenza. Interverranno gli autori del docu-film, Roberto Micheli (soprintendenza ABAP-FVG), Deborah Arbulla e Nicola Bressi (museo civico di Storia Naturale), Paolo Paronuzzi (Società per la Preistoria e Protostoria FVG).

Frame del film “Lady Sapiens à la recherche de la préhistoire / Lady Sapiens alla ricerca della preistoria” di Thomas Cirotteau
PROGRAMMA DI VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2024. Alle 17, il film “Lady Sapiens: à la recherche des femmes de la Préhistoire / Lady Sapiens: alla ricerca delle donne nella preistoria” di Thomas Cirotteau (Francia, Canada 2021, 90’). Cosa sappiamo delle donne preistoriche? Per 150 anni, i ricercatori hanno sottovalutato il loro ruolo interpretando le scoperte sulla base dei preconcetti del loro tempo. Le donne del Paleolitico sono diventate prigioniere di luoghi comuni. Oggi una nuova generazione di ricercatori, molti dei quali sono donne, sta ribaltando questo modello. Andando a incontrare gli scienziati sui siti di scavo o nei loro laboratori, emerge un nuovo ritratto di queste donne: le scopriamo cacciatrici, artiste, capi clan… E se questa era glaciale fosse stata anche l’era delle donne? Per la prima volta, “Lady Sapiens” racconta la loro storia. Presentazione a cura di Paola Visentini (museo Friulano di Storia Naturale).

Frame del film “Memorie di un mondo sommerso / Mémoires d’outre-lacs” di Philippe Nicolet
PROGRAMMA DI VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2024. Alle 20, il film “Antiche tracce. La vita in palafitta” di Federico Basso (Italia 2024, 6’). Un corto in Realtà Virtuale ambientato nel parco Archeo Natura di Fiavé in provincia di Trento, patrimonio mondiale UNESCO, e suddiviso in sei scene, nato per raccontare attraverso uno storytelling immersivo in VR la vita di una delle comunità agricole più antiche d’Europa che, tra il 3.800 a.C. e il 1.500 a.C., ha costruito e abitato villaggi alpini preistorici su palafitte. Una finestra sulla vita quotidiana in un villaggio preistorico, in cui la location diventa la tela su cui illustrare la quotidianità degli abitanti, e ripercorre le attività quotidiane della società preistorica che ha abitato le zone di Fiavè. A seguire il film “Memorie di un mondo sommerso / Mémoires d’outre-lacs” di Philippe Nicolet (Svizzera 2021, 58’). Grazie alle particolari condizioni ambientali e alle perfette condizioni di conservazione dei resti organici, le aree umide europee preservano importanti monumenti preistorici di un lontano passato. I siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, iscritti dal 2011 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, rappresentano degli importanti archivi archeologici e paleoambientali che ci fanno conoscere la vita e le forme di adattamento delle prime comunità agricole europee alle aree umide avvenute durante la preistoria. Il film presenta uno straordinario spaccato del mondo dei nostri antenati palafitticoli del Neolitico e dell’età del Bronzo. Presentazione a cura di Pierre Corboud (università di Ginevra, Svizzera).

Frame del film “Il misterioso villaggio dell’età della pietra: cosa ci raccontano le tombe di Ba’ja” di
PROGRAMMA DI SABATO 30 NOVEMBRE. Alle 10, il film “Sapiens, et la musique fut And There Was Music / Sapiens, e fu la musica” di Pascal Goblot (Francia, 2021, 53’). La musica è ovunque: nei bar, nelle chiese, nei negozi, nelle cuffie dei nostri smartphone… Come spiegare questa universalità e diversità? Sarebbe possibile risalire a un’origine? Alla ricerca di tracce archeologiche, cercando di ricostruire quella che poteva essere la musica dei nostri antenati, inizieremo con il più antico strumento conosciuto: un flauto d’osso, la cui età è oggi stimata in oltre 40.000 anni! Esploreremo poi altre tracce di musica nella preistoria: resti archeologici che oggi interpretiamo come strumenti, incisioni e dipinti, e tutto ciò che possiamo dedurre dal rapporto dei Cro-Magnon con la musica. A seguire il film “Das geheimnisvole Steinzeit-Dorf: Was die Gräber von Ba’ja erzählen They Called Her Jamila – The secrets of Stone Age Ba’ja / Il misterioso villaggio dell’età della pietra: cosa ci raccontano le tombe di Ba’ja” di Barbara Puskas (Austria, 2022, 52’). Nel 2018 sull’altopiano di Ba’ja in Giordania, durante gli scavi in un insediamento dell’età della pietra, gli archeologi hanno fatto una scoperta affascinante: i resti di una bambina di otto anni, sepolta sotto il pavimento di una casa, con un corredo funerario e un’antica collana. Ispirati dal gioiello, gli scienziati hanno dato alla defunta il nome di Jamila – “la bella”. La loro scoperta offre una visione innovativa delle società umane del Neolitico: Ba’ja è stata insediata circa 9.000 anni fa, quando gli esseri umani avevano abbandonato la loro precedente esistenza di cacciatori-raccoglitori per diventare sedentari. Presentazione a cura di Andrea Pessina (segretariato regionale del MiC per il Friuli Venezia Giulia).

Frame del film “Pescatori-Cacciatori-Raccoglitori. Abitanti del Nilo bianco nella preistoria recente” di Marco Tomaselli
PROGRAMMA Di SABATO 30 NOVEMBRE 2024. Alle 17, il film “Os enigmas do Cabeço da Mina The Mysteries of Cabeço da Mina / Gli enigmi di Cabeço da Mina” di Rui Pedro Lamy (Portogallo, 2019, 27’). Come in una rotazione cosmica con epicentro nella valle di Vilariça, il documentario presenta i principali resti archeologici conosciuti della regione di Trás os-Montes in Portogallo, dall’arte dei cacciatori-raccoglitori del Paleolitico (Mazouco, Côa) agli habitat, alle architetture funerarie megalitiche e altri luoghi sacri dei primi agricoltori e pastori. Al cuore della storia, Cabeço da Mina, una piccola collina situata in una valle che si distingue come terra delle prime comunità agricole: qui, a partire dagli anni ’80, sarebbe stata scoperta la più grande concentrazione di stele risalenti al III millennio a.C. in un unico sito dell’Europa occidentale. A seguire il film “Pescatori-Cacciatori-Raccoglitori. Abitanti del Nilo bianco nella preistoria recente / Fisher-Hunter-Gatherers: Inhabitants of the White Nile in Recent Prehistory” di Marco Tomaselli, Donatella Usai (Italia, Sudan, 2023, 43’). Il documentario illustra gli aspetti della vita dei cacciatori-raccoglitori-pescatori che abitavano sulla sponda del Nilo Bianco nel Tardo Pleistocene-inizio Olocene Antico. Una narrazione resa possibile dai risultati del lavoro interdisciplinare effettuato nel sito di al-Khiday dal Centro Studi Sudanesi e Sub-Sahariani (ETS) di Treviso, in collaborazione con l’università di Padova, Parma e Milano. Un film di Marco Tomaselli con la supervisione scientifica di Donatella Usai e le musiche originali di Adriano Orrù e Silvia Corda. Presentazione a cura di Donatella Usai (Centro Studi Sudanesi e Sub-Sahariani).

Frame del film “Dames et princes de la Préhistoire / Dame e Principi della Preistoria” di Pauline Coste
PROGRAMMA DI SABATO 30 NOVEMBRE 2024. Alle 20, il film “Dames et princes de la Préhistoire Ladies and Princes of Prehistory / Dame e Principi della Preistoria” di Pauline Coste (Francia, Repubblica Ceca, 2022, 52’). 28 marzo 1872, al confine tra Francia e Italia, l’archeologo Émile Rivière porta alla luce uno scheletro umano che ritiene molto antico, oggi datato a meno di 24.000 anni. Questa importante scoperta ha cambiato la nostra percezione dell’uomo preistorico e, soprattutto, della donna preistorica. La donna che oggi chiamiamo la “Dama del Caviglione”, dal nome della grotta in cui fu ritrovata, fu inizialmente scambiata per un uomo a causa della sua robustezza e della ricchezza dei suoi corredi funerari. Il suo studio nel corso del ventesimo secolo racconta anche come è cambiata la nostra visione di queste società preistoriche. Presentazione a cura di Fabio Negrino (università di Genova).

Frame del film “Homo Sapiens, les nouvelles origines Homo Sapiens: New Origins / Homo sapiens: le nuove origini” di Olivier Julien
PROGRAMMA DI DOMENICA 1° DICEMBRE 2024. Alle 10, il film “Homo Sapiens, les nouvelles origines Homo Sapiens: New Origins / Homo sapiens: le nuove origini” di Olivier Julien (Francia, Marocco, 2020, 90’). Un teschio dal volto allungato e arcate sopracciliari prominenti viene scoperto nel 1960 da un operaio in una miniera di Djebel Irhoud, in Marocco. Potrebbe trattarsi di un Neanderthal? Il Carbonio 14 fa risalire il ritrovamento a più di 40.000 anni fa, ma negli anni ‘80 il ricercatore francese Jean-Jacques Hublin e il professore marocchino Abdelouahed Ben-Ncer avanzano l’ipotesi che il teschio sia molto più antico e appartenga a un Homo sapiens. Il settimo strato di sedimenti rivela un tesoro sbalorditivo: i resti di cinque individui distinti. La datazione a termoluminescenza ne fa risalire l’origine a 300.000 anni fa… Presentazione a cura di Marco Peresani (università di Ferrara). A seguire il film “L’uomo di Val Rosna” di Stefano Zampini (Italia, 2024, 20’). Docu-drama che mostra alcuni momenti della vita dell’Uomo di Val Rosna, un cacciatore vissuto 14.000 anni fa nell’attuale territorio del Comune di Sovramonte (Belluno). La sepoltura di questo cacciatore è stata scoperta negli anni ’80 da Aldo Villabruna e studiata dal professor Alberto Broglio dell’Università degli Studi di Ferrara. Caccia, vita di comunità, cure dentali e un rito funebre sono i momenti di vita messi in scena. Un film di Stefano Zampini con la fotografia di Daniele Simoncelli, la supervisione scientifica di Marco Peresani e le musiche originali di Duck Chagall (Francesco Ambrosini).
Verona. La conferenza di Marco Peresani dell’università di Ferrara su “Grotta di Fumane. Ultimi Neanderthal, primi Sapiens e le nuove frontiere della Scienza” apre il ciclo di cinque Archeo Racconti al museo Archeologico nazionale
“Grotta di Fumane. Ultimi Neanderthal, primi Sapiens e le nuove frontiere della Scienza” è il titolo del primo dei cinque Archeo Racconti, il ciclo di conferenze promosse dal museo Archeologico nazionale di Verona. Appuntamento venerdì 10 maggio 2024, alle 16.30, nella sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Verona con l’archeoracconto d Marco Peresani dell’università di Ferrara, che condurrà i partecipanti alla scoperta della Grotta di Fumane, da cui proviene la celebre pietra dipinta con lo Sciamano esposta in museo, di cui è il simbolo, certamente uno dei siti più importanti per ricostruire un ampio arco cronologico del Paleolitico, non solo del territorio veronese. La partecipazione alla conferenza è gratuita. Info: 045591211 o drm-ven.museoverona@cultura.gov.it.
Il ciclo di conferenze continua venerdì 17 maggio 2024, alle 16.30, con l’archeoracconto “Agricoltori e artigiani a Lugo di Grezzana 7500 anni fa” di Annaluisa Pedrotti e Fabio Santaniello dell’università di Trento; venerdì 24 maggio 2024, alle 16.30, con “Tra terra e acqua. Vivere a Oppeano nell’Età del Bronzo” di Federica Gonzato della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Ravenna Forlì-Cesena e Rimini; venerdì 31 maggio 2024, alle 16.30, “Riparo Tagliente e la riconquista del margine alpino alla fine dell’ultima glaciazione” di Federica Fontana dell’università di Ferrara; chiude venerdì 7 giugno 2024, alle 16.30, “Storie sepolte di ieri e di oggi. Le necropoli di Arano e Nogarole Rocca a confronto” di Paola Salzani della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza.
Milano. Al museo di Storia Naturale apre “Tracce”, il nuovo percorso immersivo e coinvolgente dedicato all’evoluzione umana. Due giorni di ingresso gratuito e di incontri aperti al pubblico con studiosi e ricercatori
Al museo di Storia Naturale di Milano apre “Tracce”, il nuovo percorso immersivo e coinvolgente dedicato all’evoluzione umana. Il 19 dicembre 2023, alle 10, ci sarà l’evento di inaugurazione, con ingresso libero fino a esaurimento posti e trasmessa in diretta streaming su scienzainrete.it. Martedì 19 e mercoledì 20 dicembre 2023 sono previsti l’ingresso gratuito al Museo e un programma di incontri aperti al pubblico con studiosi e ricercatori. L’allestimento con cui il museo di Storia di Naturale di Milano riapre la sala dedicata alle origini della nostra specie ha coinvolto, oltre ai Conservatori e al personale del Museo, progettisti, tecnici, grafici e artisti. Programma dell’inaugurazione martedì 19 dicembre 2023: alle 10, i saluti istituzionali di Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano; Domenico Piraina, direttore Cultura e Area Mostre e Musei scientifici; Chiara Fabi, responsabile Musei scientifici. Introduce: Anna Alessandrello, conservatore di Paleontologia MSNM. Alle 10.30, lectio magistralis di Giorgio Manzi, paleoantropologo (Sapienza Università di Roma), “Sulle tracce dell’evoluzione umana”; 12, apertura al pubblico della nuova esposizione; 14.30, “Tracce. Una conversazione sull’evoluzione umana”: Silvia Bencivelli, giornalista scientifica, incontra Marco Cherin, paleontologo (università di Perugia); Jacopo Moggi Cecchi, paleoantropologo (università di Firenze); Marco Peresani, archeologo (università di Ferrara); Fabio Di Vincenzo, paleoantropologo (università di Firenze); Olga Rickards, antropologa molecolare (università di Roma Tor Vergata).
Verona. La Sabap organizza “Archaiologika Erga 2022”, il secondo convegno dedicato alla presentazione delle ricerche svolte nel 2022 sul territorio di competenza della soprintendenza ABAP per le province di Verona Rovigo e Vicenza: in presenza e in streaming sul canale YouTube
Archaiologika Erga, atto secondo. Venerdì 2 dicembre 2022, alle 9.45, via Corte Dogana 2, sede della soprintendenza, a Verona, giornata di studi Archaiologika Erga dedicata alle ricerche svolte nel 2022 sul territorio di competenza della soprintendenza ABAP per le province di Verona Rovigo e Vicenza promossa dal soprintendente Vincenzo Tiné. Si potrà assistere all’evento anche in live streaming su YouTube alla pagina ufficiale della SABAP Verona. L’indirizzo è il seguente: https://www.youtube.com/@sabapverona
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Grotta di Veja (Sant’Anna d’Alfaedo, Vr): momento di campionamento (foto di Giulia Santini / unive)
PROGRAMMA. Alle 9.45, introduzione ai lavori di Vincenzo Tiné (SABAP Verona). SESSIONE 1 (chairman Vincenzo Tiné): alle 10, Roberto Zorzin (museo di Storia naturale di Verona) su “Altissimo – Monte Postale e Bolca – Pesciara di Bolca”; 10.15, Elena Ghezzo (università di Venezia) su “Sant’Anna d’Alfaedo – Grotta A di Veja” (vedi Preistoria. Nella Grotta di Veja a Sant’Anna d’Alfaedo, in Lessinia (Vr), millenni di convivenza tra l’uomo, il lupo e l’orso delle caverne: ecco i risultati della nuova campagna di scavo del team di Ca’ Foscari diretto da Elena Ghezzo | archeologiavocidalpassato); 10.30, Marco Peresani, Davide Delpiano, Davide Margaritora, Ursula Thun Hohenstein (università di Ferrara) su “Fumane – Grotta della Ghiacciaia”; 10.45, Marco Peresani, Alessandra Livraghi (università di Ferrara) su “Zovencedo – Grotta de Nadale”; 11, Cristiano Nicosia (università di Padova) e Paola Salzani (SABAP Verona) su “Arcugnano – Fimon” (vedi Fimon Molino Casarotto (Arcugnano, Vi). Presentazione dei risultati delle ricerche archeologiche riprese dopo anni per definire con più precisione la frequentazione del sito preistorico (dalla fine del IV millennio agli inizi del III) e comprendere meglio le cosiddette “aree di abitazione” | archeologiavocidalpassato); 11.15, Umberto Tecchiati, Fiorenza Gulino, Barbara Proserpio (università di Milano), Paola Salzani (SABAP Verona) su “Negrar di Valpolicella – Colombare” (vedi Negrar. Nel sito archeologico di Colombare l’università di Milano ha scoperto la prima uva della Valpolicella: 6300 anni fa questo frutto veniva già consumato. “Ma attenzione: per ora nella terra dell’Amarone non si può parlare di vino del Neolitico. Non ci sono ancora le prove. Dobbiamo continuare le ricerche. Che però costano e richiedono tempo” | archeologiavocidalpassato); 11.30, pausa caffè.

Il sito della Muraiola a Povegliano (Vr): alla fine della seconda fase della campagna di scavo 2022 stanno emergendo le strutture abitative del villaggio dell’Età del Bronzo (foto graziano tavan)
SESSIONE 2 (chairman Giovanni Leonardi). Alle 11.45, Cristiano Nicosia (università di Padova) su “Povegliano Veronese – La Muraiola” (vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2022/11/30/preistoria-visita-allo-scavo-del-villaggio-delleta-del-bronzo-alla-muraiola-di-povegliano-veronese-il-direttore-prof-cristiano-nicosia-universita-di-padova-fa-un-bilancio-della-campagna/); 12, Paolo Bellintani (CPSSAE), Andrea Cardarelli (università di Roma La Sapienza), Wieke De Neef (università di Ghent), Cristiano Nicosia (università di Padova), Vincenzo Tiné (SABAP Verona) su “Fratta Polesine – Frattesina – Progetto Prima Europa”; 12.15, Michele Cupitò (università di Padova), Paola Salzani (SABAP Verona) su “Villamarzana – Progetto prima Europa”; 12.30, Michele Cupitò, Veronica Gallo, Nadia Noio, David Vincenzutto (università di Padova) su “Legnago – Fondo Paviani”; 12.45, Irene Dori, Paola Salzani (SABAP Verona) su “Arano, Nogarole Rocca, Verona, Quinzano (indagini antropologiche)”; 13, pausa pranzo.

La dama ingioiellata, uno dei due tondi con figura umana del mosaico pavimentale del peristilio ovest della Villa dei Mosaici di Negrar (foto graziano tavan)
SESSIONE 3 (chairman Mariangela Ruta Serafini). Alle 14, Mara Migliavacca Alberto Balasso, Silvia Bandera, Valentina Donadel (università di Verona) su “Malo – Monte Palazzo e Selva di Progno – Alta Val Fraselle”; 14.15, Luigi Magnini (università di Sassari), Armando De Guio (università di Padova), Cinzia Bettineschi (università di Augsburg) su “Rotzo – Bostel di Rotzo”; 14.30, Giovanna Gambacurta, Fiorenza Bortolami, Cecilia Moscardo (università di Venezia) su “Ariano nel Polesine – San Basilio (abitato preromano – scavi UniVe) (vedi Adria. Al museo Archeologico nazionale per “Padusa incontri” pomeriggio su “Etruschi e Greci in Polesine. Novità archeologiche tra San Cassiano, Adria e San Basilio” con le ricerche portate avanti dalle università di Bologna, Padova e Venezia | archeologiavocidalpassato); Silvia Paltineri (università di Padova) su “Ariano nel Polesine – San Basilio (abitato preromano – scavi UniPd)”; 14.50, Jacopo Bonetto, Caterina Previato, Jacopo Turchetti (università di Padova), Giovanna Falezza (SABAP Verona) su “Ariano nel Polesine – San Basilio (villa-mansio)”; 15.05, Gianni de Zuccato, Irene Dori (SABAP Verona), Patrizia Basso (università di Verona), Alberto Manicardi (SAP) su “Negrar di Valpolicella – villa dei mosaici” (vedi Villa dei Mosaici di Negrar (Vr). Presentati i risultati degli scavi: gli straordinari mosaici del peristilio, l’area termale, le tracce medievali. E la notizia più attesa: nel cuore della Valpolicella si produceva vino già 1700 anni fa. Trovate le tracce della coltivazione della vite e della spremitura dell’uva. Parlano i protagonisti | archeologiavocidalpassato); 15.20, Brunella Bruno (SABAP Verona), Samantha Castelli (Cooperativa Archeologia) su “Scavi Tratta Alta Velocità tra Peschiera e Vicenza”; 15.35, pausa caffè.

La conchiglia rappresentata sul mosaico romano del V sec. d.C. riaffiorato in via delle Logge a Montorio (Vr) durante la posa delle condotte del gas (foto graziano tavan)
SESSIONE 4 (chairman Marisa Rigoni). Alle 15.50, Giulia Pelucchini (SABAP Verona), Andrea Betto (ArcSat) su “Vicenza – Bacino Diaz”; 16.05, Giulia Pelucchini (SABAP Verona), Massimiliano Fagan (Archetipo) su “Vicenza – Piazza Duomo”; 16.20 Gianni de Zuccato (SABAP Verona), Raffaele Peretto (CPSSAE), Claudia Fiocchi (Archetipo) su “Rovigo – Ex Carcere”; 16.35, Gianni de Zuccato (SABAP Verona), Jacopo Leati (In Terras) su “Melara – Chiesa di Santo Stefano”; 16.50, Brunella Bruno (SABAP Verona), Davide Brombo (Ar.Tech), Massimiliano D’Ambra (ArcheoEd) su “Verona – Ponte Nuovo e via Diaz”; 17.05, Brunella Bruno (SABAP Verona), Davide Brombo (Ar.Tech) su “Verona – Montorio” (vedi Archeologia pubblica. In via delle Logge a Montorio (Vr) visita straordinaria al mosaico parte di una villa dell’epoca di re Teodorico, con presentazione dei lavori di scavo e di restauro prima della sua ricopertura. Le richieste e le curiosità della gente, le risposte di archeologi e restauratori. Ecco le interviste per archeologiavocidalpassato | archeologiavocidalpassato); 17.20, conclusioni, saluti e brindisi.
Bologna. Per il ciclo “…comunicare l’archeologia…” del gruppo archeologico bolognese conferenza di Marco Peresani (università di Ferrara) su “Come eravamo. L’Italia nel Paleolitico”


L’antropologo Marco Peresani dell’università di Ferrara

Copertina del libro “Come eravamo. Viaggio nell’Italia paleolitica”
Chi abitò l’Italia nel Pleistocene? A questa domanda cercherà di rispondere il prof. Marco Peresani, archeologo e antropologo dell’università di Ferrara, martedì 15 novembre 2022, alle 21, al Centro sociale ricreativo culturale “Giorgio Costa”, via Azzo Gardino 48 (BO) nella conferenza “Come eravamo. L’Italia nel Paleolitico”, nuovo appuntamento del ciclo “…comunicare l’archeologia…” del Gruppo archeologico bolognese. Archeologi e antropologi – si legge nella presentazione del libro “Come eravamo. Viaggio nell’Italia paleolitica” di Marco Peresani (Il Mulino edizioni) – hanno esplorato il territorio dalle Alpi alla Sicilia, sulle tracce dei primi ominini che popolarono la nostra penisola. Nella nuova edizione, aggiornata agli ultimi ritrovamenti in Bassa Maremma e nella Grotta della Bàsura a Toirano, Peresani ci guida alla scoperta di focolari, attrezzi e armi in pietra scheggiata, ossa animali, elementi di adorno, sepolture umane. Visita grotte e ripari, sale montagne e si riposa su antiche pianure alluvionali, giunge fino al mare. Peresani raccoglie tutti gli indizi per ricostruire la vita, il rapporto con l’ambiente, la cultura dei cacciatori-raccoglitori che siamo stati, a partire da oltre un milione di anni fa.
Bologna. Al via “…Comunicare l’archeologia…” (quarto trimestre), il ciclo di incontri del Gruppo archeologico bolognese con focus sulla Grecia macedone, l’uomo del Paleolitico, e il riutilizzo dei materiali romani
“…Comunicare l’archeologia…”: al via il ciclo di incontri per il quarto trimestre 2022 proposto dal Gruppo archeologico bolognese al martedì, alle 21, in presenza al Centro Sociale G. Costa in via Azzo Gardino 48 a Bologna. Tuttavia, a causa del permanere del rischio di contagio da sars-cov-2, gli incontri si faranno applicando il criterio di sicurezza fondamentale, e cioè l’uso della mascherina tipo FFP2 per tutta la durata dell’incontro. Il Gabo richiede di non presentarsi alle conferenze con una temperatura corporea superiore a 37.5 gradi e se risultati positivi al tampone anche se asintomatici. Tutto questo salvo imprevedibili maggiori restrizioni richieste da eventuale peggioramento della situazione pandemica.

Alessandro Magno: dettaglio del grande mosaico della battaglia di Isso, proveniente da Pompei e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Si inizia martedì 18 ottobre 2022, con la conferenza “Nella Grecia macedone sulle orme di Alessandro Magno. Racconto di viaggio con il Gruppo Archeologico Bolognese” (Prima parte) tenuta dall’archeologa e travel designer Silvia Romagnoli che racconta lo splendido viaggio attraverso una civiltà di grande fascino realizzato da Insolita Itinera e accompagnato dalla stessa Silvia Romagnoli, tenutosi a giugno 2022, in collaborazione con il Gruppo Archeologico Bolognese. La Grecia conobbe in epoca antica momenti di assoluta gloria, dalla fioritura delle arti nel periodo classico al regno di Macedonia, il cui più celebre sovrano, Alessandro Magno, conquistò giovanissimo i territori remoti e inesplorati dell’Asia centrale. Il territorio della Macedonia custodisce i più affascinanti siti archeologici dell’antico Impero macedone, tra cui città fortificate, artefatti d’oro, e tombe monumentali dei sovrani. E poi lo splendore delle chiese bizantine di Salonicco, i cui mosaici, patrimonio dell’umanità UNESCO, sono tra le più alte testimonianze dell’arte cristiana sotto l’Impero Romano d’Oriente. Sopravvivono castelli e fortificazioni sul mare che sono oggi parte integrante del paesaggio e dell’anima dei borghi della Grecia del Nord. La Grecia continentale è anche spiritualità e contemplazione, come mostra il complesso monastico della Meteora, eretto in un paesaggio impervio quanto mozzafiato con inenarrabili sforzi e ora autentico spettacolo di umana tenacia. Denso di sacralità è anche il territorio autonomo di Monte Athos, una montagna sporgente sul mare della Penisola Calcidica. La seconda parte si terrà il 25 ottobre 2022.

L’ingresso della grotta di Fumane, uno dei massimi siti preistorici in Europa (foto unife)
Martedì 15 novembre 2022, conferenza “Come eravamo. L’Italia nel Paleolitico” con il prof. Marco Peresani dell’università di Ferrara che parlerà della Grotta di Fumane a Verona, uno dei maggiori siti archeologici preistorici d’Europa con ricche testimonianze che rappresentano un eccezionale documento delle frequentazioni dell’Uomo di Neanderthal e dei primi Uomini Moderni.

Howard Carter e il faraone Tutankhamon “coinvolti” nelle interviste impossibili del Gabo
Martedì 29 novembre 2022, nel centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon da parte di Howard Carter il 29 novembre 1922 il Gruppo Archeologico Bolognese e la compagnia Ten Teatro Costarena presentano: “Intervista impossibile a Tutankhamon” di Giorgio Manganelli, e “Intervista impossibile a Howard Carter” di Giuseppe Mantovani. Introduzione a cura dell’archeologa Daniela Ferrari.

Un capitello romano riutilizzato a Bologna in epoca medievale (foto gabo)
Martedì 13 dicembre 2022, conferenza ” Spolia bononensia. Il riutilizzo del materiale architettonico di età romana nel centro storico di Bologna” con Claudio Calastri, archeologo, classicista, dirigente di Ante Quem per servizi in campo archeologico e casa editrice dedicata all’archeologia.
Taranto. L’Uomo di Neanderthal ha frequentato la Grotta Sant’Angelo a Lizzano: è stato accertato dalle indagini preliminari condotte dall’università di Ferrara

Indagini archeologiche condotte dall’università di Ferrara nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
L’Uomo di Neanderthal ha frequentato la Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto. È stato accertato dalle indagini archeologiche preliminari condotte ad inizio aprile 2022 dall’università di Ferrara su concessione del ministero della Cultura, che hanno permesso di indagare quasi due metri di stratigrafia archeologica, esponendo diversi livelli di frequentazione preistorica della cavità. La grotta, situata all’estremità sudorientale della Murgia tarantina a circa 2 km a Nord-Ovest del paese di Lizzano, si apre verso Sud-Est a 78 metri sul livello del mare e si sviluppa per circa 92 metri. L’apertura esterna è caratterizzata da un largo portale a cui si accede dopo alcuni metri in declivio; dopo uno stretto corridoio ed un’apertura sulla volta, si entra in un grande ambiente caratterizzato dalla presenza di affreschi, tra i quali si riconosce una Madonna con bambino. Sporadiche ricerche speleologiche ed archeologiche, a partire dagli anni 70 del secolo scorso, hanno segnalato la presenza, all’interno, di frammenti fittili protostorici e rari manufatti litici, oltre che di numerose ossa caratterizzate da uno stadio piuttosto avanzato di fossilizzazione.

Stratificazione archeologica nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
Gli scavi condotti dall’università di Ferrara hanno dapprima intercettato alcune strutture databili al Neolitico finale grazie ai resti ceramici (Cultura di Diana-Bellavista), caratterizzate dalla presenza di concentrazioni di cariossidi carbonizzate di graminacee, che assieme a carboni e ad un piano in concotto attestano l’accensione di fuochi in quelle che erano probabilmente fosse di cottura o di stoccaggio. Le strutture neolitiche sono scavate nel sottostante deposito di età Pleistocenica, disseminato da ossa di grandi erbivori che recano chiare fratture di origine antropica.

Industria litica riferibile all’Uomo di Neanderthal trovata nella Grotta Sant’Angelo a Lizzano di Taranto (foto unife)
Gli scavi hanno raggiunto, a poco meno di due metri di profondità dall’attuale piano di calpestio della grotta, un livello chiaramente frequentato dall’uomo di Neanderthal, dove i resti delle sue prede si ritrovano numerosi assieme a strumenti litici di fattura Musteriana, quali raschiatoi, punte Musteriane e limaces. Da un’analisi preliminare dei materiali l’industria può essere associata ai tecno-complessi culturali Levallois e Quina, segnalati nel Paleolitico Medio della Puglia e dell’alto versante adriatico, e inquadrabili in una fase antica almeno 50 o 60mila anni. L’estensione dell’area scavata e ulteriori analisi del contesto geomorfologico e cronologico saranno l’obiettivo principale delle prossime campagne di ricerca ad opera della Sezione di Scienze preistoriche e antropologiche Dipartimento di Studi umanistici dell’università di Ferrara (direzione Davide Delpiano e Marco Peresani).
Al museo civico di Montebelluna “Archeologia del territorio a Montebelluna”: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Webinar gratuito su Zoom

Archeologia del territorio a Montebelluna: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg”, a cura di Emanuela Gilli e Benedetta Prosdocimi. Evento on line organizzata dal museo civico di Montebelluna (Tv) insieme alla competente soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per parlare di archeologia, ricerca, tutela e valorizzazione. Partner scientifici: università di Padova – Dipartimento di Beni Culturali; università di Ferrara – Dipartimento di Studi Umanistici; università Ca’ Foscari Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici; università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà. Tutto questo grazie alla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” allestita al Museo Civico di Montebelluna dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Appuntamento mercoledì 31 marzo 2021, mattino: 10.15-12.30 / pomeriggio: 16.30-18.30. Webinar gratuito su piattaforma Zoom. È possibile iscriversi ad entrambe le sessioni oppure ad una soltanto. Iscrizione obbligatoria a info@museomontebelluna.it oppure chiamando lo 0423300465. PROGRAMMA. Ore 10.15: Apertura dei lavori e saluti istituzionali, interviene Fabrizio Magani soprintendente ABAP-Ve-Met; ore 10.30-12.30 | SESSIONE 1 – Pre-Protostoria: “Valorizzare il patrimonio tra tutela, ricerca e comunicazione. Il caso della mostra Sapiens. Da cacciatore a cyborg” con Emanuela Gilli (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna), Benedetta Prosdocimi (soprintendenza ABAP-Ve-Met) e Giorgio Vaccari (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna). “Art Bonus per lo studio delle collezioni litiche preistoriche del museo civico di Montebelluna” con Nicolò Scialpi (università di Ferrara), Marco Peresani (università di Ferrara). “L’indagine di strutture con indicatori di attività artigianale dell’Età del ferro a Montebelluna-Via Mercato Vecchio” con Veronica Groppo archeologa, Gaspare De Angeli archeologo, Paolo Reggiani (Paleostudy). “Lo studio della tomba 410 dell’Età del Ferro dalla necropoli di Montebelluna-Posmon. Dati archeologici e antropologici a confronto” con Benedetta Prosdocimi funzionario archeologo SABAP-Ve-Met, Nicoletta Onisto antropologa. Ore 16:30-18:30 | SESSIONE 2 – Età Romana: “Montebelluna, una società multiculturale: il caso delle spade celtiche da tombe romane dalla necropoli di Posmon” con Pier Giorgio Sovernigo archeologo. “Microstorie di romanizzazione. Lo studio della tomba 304 dalla necropoli di Montebelluna-Posmon” con Claudia Casagrande archeologa, Giovannella Cresci Marrone (università Ca’ Foscari Venezia), Anna Marinetti (università Ca’ Foscari Venezia), Nicoletta Onisto archeologo (antropologo) professionista, e Michele Asolati (università di Padova). “La fucina romana di Montebelluna. Dallo scavo alla ricostruzione virtuale” con Maria Stella Busana (università di Padova), Denis Francisci (università di Padova), Emanuel Demetrescu (istituto di Scienze del Patrimonio Culturale-CNR). “Nuovi dati sul centro romano di Montebelluna. Il fondo Amistani a Mercato Vecchio” con Attilio Mastrocinque (università di Verona), Luca Arioli archeologo, e Alfredo Buonopane (università di Verona).
“Raccontare per immagini: Il primo cinema della storia. Obiettivo sul Paleolitico”: il progetto del Polo museale del Veneto coordinato da Federica Gonzato protagonista alla rassegna del cinema archeologico di Rovereto con “Fuoco Colore Movimento”, tre video di Igor Imhoff

Screenshot del video “Movimento” che viene presentato alla 29.ma rassegna del cinema archeologico di Rovereto
Raccontare il Paleolitico sotto una nuova veste. È stato questo l’impegno preso nei mesi scorsi dal Polo museale del Veneto col progetto della direzione generale Musei del Mibact “MuSST-Musei e sviluppo dei sistemi territoriali”. E se le pitture paleolitiche potessero davvero muoversi? Si sono chiesti gli esperti del Polo museale. “Bisonti, leoni, gufi, orsi, cervi e addirittura sciamani… attendono solo che una torcia li illumini per riprendere vita. Come al cinema. Ed ecco, basta la poesia di quelle prime “macchinette” usate per dare movimento alle immagine statiche (taumatropi, zootropi, lanterne magiche, tachiscopi e prassinoscopi) per animare le figure dipinte nelle grotte, interpretate come fotogrammi di animazione”. Ecco quindi il progetto del Polo museale del Veneto, coordinato da Federica Gonzato, direttore del museo Archeologico nazionale di Verona e del museo nazionale Atestino di Este, “Raccontare per immagini: Il primo cinema della storia. Obiettivo sul Paleolitico”, proposta declinata in molteplici eventi culturali nella primavera 2018 ai musei nazionali di Este e Verona e in altre location partner per sviluppare il tema delle relazione fra Paleolitico e Precinema (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/03/10/raccontare-per-immagini-il-primo-cinema-della-storia-obiettivo-sul-paleolitico-al-museo-nazionale-atestino-di-este-si-inaugura-il-nuovo-allestimento-della-sala-della-preistoria-co/).
Giovedì 4 ottobre 2018, alle 16, a Rovereto al teatro Zandonai, all’interno della 29.ma edizione della rassegna internazionale del Cinema Archeologico, verrà presentato il video “Fuoco, Colore, Movimento”, realizzato dal Polo Museale del Veneto nell’ambito del progetto Musst “Raccontare per immagini: Il primo cinema della storia. Obiettivo sul Paleolitico”. Il progetto complessivo deve la sua realizzazione anche grazie al sostegno e alla collaborazione di partner qualificati quali l’università di Ferrara; la soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo Vicenza; il parco regionale della Lessinia; EvolutaMente-associazione Culturale; il Film Festival della Lessinia; il museo del Pre-Cinema Minici Zotti; la Fabbrica del Vedere; Gambero Nero Escursioni. “Grazie ai moderni strumenti di comunicazione (cortometraggi di animazione, esperienze laboratoriali, conferenze e performance) si è sperimentata una nuova via per avvicinare il pubblico al fascino del Paleolitico”, spiegano i promotori. “Considerando l’esigenza, da sempre insita nell’Uomo, di comunicare, utilizzando strategie diverse, dalle Grotte dipinte paleolitiche al cinema, dalla pietra alla pellicola, è stata proposta una nuova lettura della storia umana, “messa in scena” in modi e su supporti diversi, attraverso diverse forme artistiche giocando sul tema delle immagini in movimento”.

Screenshot del video “Colore” alla 29.ma rassegna internazionale del cinema archeologico di Rovereto
“Il primo cinema della storia: “obiettivo” sul Paleolitico. Fuoco, Movimento, Colore” di Igor Imhoff (Italia, 2018; 11’), nuova lettura dell’iconografia paleolitica, giocando sul tema delle immagini in movimento che lega l’esperienza espressiva di 40.000 anni fa alle sperimentazioni del pre-cinema. I tre video dedicati al Paleolitico, realizzati dal regista Igor Imhoff, con la progettazione scientifica di Federica Gonzato, direttrice dei due musei nazionali coinvolti, e la consulenza di Carlo Montanaro (Fabbrica del Vedere) e Marco Peresani (università di Ferrara), “ripropongono le immagini dipinte nelle grotte paleolitiche utilizzando gli strumenti visivi propri del pre-cinema: serie di disegni (tratti dalla documentazione scientifica fornita dagli scavi archeologici, in particolare da Grotta di Fumane in provincia di Verona) si formano e si cancellano, combinandosi senza sosta, riproducendo le figure e i colori usati comunemente nella pittura paleolitica: il bianco, il nero, il giallo ed il rosso dell’ocra. I video trattano argomenti strettamente legati alle prime pitture della storia Umana: il fuoco, ovvero la luce, il movimento e il colore”.


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