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Tra Bacoli, Napoli e San Sebastiano al Vesuvio, la V edizione de “Le memorie del comandante” dal titolo “Plinio, il bello e il curioso nell’arte antica”, il convegno annuale dedicato a Plinio il Vecchio: quattro giorni di conferenze, visite guidate presentazioni di libri e rievocazioni storiche. Ecco il programma

Dal 12 al 15 dicembre 2025, tra Bacoli, Napoli e San Sebastiano al Vesuvio, la V edizione de “Le memorie del comandante”, il convegno annuale dedicato a Plinio il Vecchio: quattro giorni, ad ingresso gratuito, ci sarà un ciclo di conferenze, visite guidate presentazioni di libri e rievocazioni storiche. Gli interventi, partendo dalla lettura della Naturalis Historia, spazieranno dall’archeologia al mondo delle scienze naturali, fino a proporre riflessioni sul mondo contemporaneo. Il tema scelto quest’anno dal Comitato scientifico è legato all’arte antica: “Plinio, il bello e il curioso nell’arte antica”. Comandante in capo della flotta imperiale di stanza a Miseno, celebre naturalista, autore della più antica enciclopedia conosciuta (la Naturalis Historia), storico, retore, grammatico, uomo di pensiero e d’azione perito durante la disastrosa eruzione vesuviana del 79 d.C. nel tentativo di soccorrere gli abitanti delle zone colpite, Plinio il Vecchio è oggi considerato, oltre che antesignano della Protezione civile (Flavio Russo) e “protomartire delle scienza sperimentale” (Italo Calvino), un vero e proprio storico dell’arte antica (Silvio Ferri). L’edizione 2025 è curata dall’archeologo e scrittore Alessandro Luciano, accoglierà importanti studiosi di Plinio. Il convegno, i cui Atti sono pubblicati nella Rivista di Studi Pliniani, si articola in 4 Sessioni: I (12 dicembre, Bacoli) – L’ameno golfo di Baia. Ricerche in area flegrea; II (13, Napoli) – Studi storico-archeologici per la comprensione dell’arte antica; 14 – Visita guidata alla villa di Poppea ad Oplontis; III (15 mattina, Napoli) – Arte e natura. Un approccio scientifico tra tutela e valorizzazione; IV (15 pomeriggio, S. Sebastiano al Vesuvio) – Il vulcanesimo vesuviano tra iconografia e rischi presenti.

PROGRAMMA 12 DICEMBRE 2025. Alle 15, incontro al pozzo cd. di Sant’Anna, in via Sant’Anna 1 a Bacoli (Na). Introduzione al tema del Bello e alla sua trasversalità: “L’antico tempo ci osserva!”, rievocazione del Gruppo Storico Militum Schola. Quindi nella chiesa di Sant’Anna a Bacoli in via Sant’Anna 77: alle 15.15: introduzione e lettura di un brano della Naturalis Historia attraverso la voce di Don Alfonso; ascolto di un brano del Cantico delle creature di San Francesco dalla voce della cantante lirica Agnese Scamardella; 15.45, passeggiata lungo via Ambrogio Greco per raggiungere la sede del Convegno, con descrizione dell’antico percorso viario di Simona Formola. Al Pio Monte della Misericordia, in via Campi Elisi 1 a Bacoli: alle 16.20, saluti di Josi Gerardo Della Ragione, sindaco di Bacoli; Mauro Cucco, vicesindaco di Bacoli; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. SESSIONE I – L’ameno golfo di Baia. Ricerche in area flegrea. Coordinano Filomena Lucci, Mariano Scotto Di Vetta. Alle 16.30, Gea Palumbo, “Plinio. Storia della storia dell’arte”, 16.50, Simona Formola, “Recenti ritrovamenti scultorei in ambito subacqueo”; 17.10, Filomena Lucci, Gabriele Gomez de Ayala, “Il Progetto Aquarius per una carta archeologica di Bacoli sommersa”. Condivisione a termine della prima fase di lavoro e presentazione della seconda fase. Alle 17.30, Enrico Gallocchio, “È davvero la villa di Cicerone? Una ricerca tra dati e fonti, partendo dalle parole di Plinio”; 17.50, Anna Abbate, “Il tema del viaggio in Virgilio. Iconografia di un poeta”. Rievocazioni storiche della Militum Schola.

PROGRAMMA 13 DICEMBRE 2025. Sala del Lazzaretto, ex Ospedale di S. Maria della Pace, in via dei Tribunali 227 a Napoli. Alle 15, saluti di Gennaro Rispoli, direttore del Museo; Giuseppe Serroni, presidente de I Sedili di Napoli. SESSIONE II – Studi storico-archeologici per la comprensione dell’arte antica. Coordinano Carmela Caccioppoli, vicesegretario generale Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, e Alessandro Luciano. Alle 15.10, Gennaro Rispoli, Federica Vanacore, “Il termalismo flegreo in epoca romana. Benefici medici”; 15.30, Giuseppe Serroni, “Echi delle antichità greco-romane nell’arte presepiale napoletana”; 15.50, Alessandro Luciano, “Aneddoti e curiosità nei libri 33-36. Plinio e il senso dell’humor”; 16.10, Maria Lucia Siragusa, “L’iconografia nelle edizioni della Naturalis Historia”; 16.30, Tsao Cevoli, “La fama e la fortuna artistica di Prassitele nella Naturalis Historia”; 16.50, Lidia Vignola, “Plinio e il ritratto realistico”; 17.10, Michele Di Gerio, “Opere d’arte e fauna nella Naturalis Historia”; 17.30, Ivan La Cioppa, “L’arte scultorea sulle steli dei soldati romani”; 17.50, Elvira Passaro, “Arte al femminile. Le donne ricordate da Plinio”; 18.10, Adele D’Avino, “Nel “Wunderkammer” pliniano: l’interesse per le anomalie scheletriche nella Roma imperiale attraverso il Liber VII. Le evidenze artistiche e archeologiche”; 18.30, Alessandra Vuoso, “La flora nel mondo antico. Iconografia e notazioni pliniane”. Rievocazioni del Gruppo Storico Oplontino: banchetti didattici e teatralizzazione con l’imprenditore Gaio Sergio Orata, l’imperatore Nerone e il medico Gaio Stertinio Senofonte; Vincenzo Amorosi (Associazioni Opus Est) interpreta Plinio il Vecchio; Esperienza olfattiva con profumi antichi, a cura di Marco Falco. Alle 19, visita al Presepio nella chiesa di San Nicola a Pistaso, in via San Biagio dei Librai 82, a cura di Giuseppe Serroni (I Sedili di Napoli).

PROGRAMMA 14 DICEMBRE 2025. Alle 10.30, visita guidata alla villa di Poppea ad Oplontis (in via dei Sepolcri, Torre Annunziata), con intermezzi dedicati alla musica e alla danza antica, a cura di Gruppo Storico Oplontino, Gruppo Archeologico Nuceria e Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi”.

PROGRAMMA 15 DICEMBRE 2025 (mattina). Centro Musei delle Scienze naturali e fisiche – università Federico II, in via Mezzocannone 8 a Napoli. Alle 9.45, saluti di Piergiulio Cappelletti, direttore del Centro Musei; Massimiliano Mondelli, presidente Accademia Pliniana; Fabio M. Guarino, vicepresidente della Società dei Naturalisti; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. SESSIONE III – Arte e natura. Un approccio scientifico tra tutela e valorizzazione. Coordina Lucia Borrelli, direttore del museo di Antropologia. Alle 10, Laura Caso, “La Naturalis Historia e il cimento degli artisti nell’imitazione fedele della natura”; 10.20, Lucia Borrelli, “Alle origini dell’arte. Testimonianze dalle collezioni del Museo di Antropologia”; 10.40, Cristina Canoro, “Tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale dei Campi Flegrei”; 11, Giuseppe Rolandi, “La forma del Vesuvio dalla Preistoria ad oggi”. Presentazione di libri: alle 11.20, Carlo Avvisati, “Pompei. Guida turistica di un viaggiatore di duemila anni fa”; 11.40, Cap. Massimiliano Croce, Arma dei Carabinieri, “I falsi d’arte. Aspetti storico-artistici, criminologici e normativi. Il caso Modigliani”; 12, visita guidata al Centro Musei, a cura di Piergiulio Cappelletti e Lucia Borrelli.

PROGRAMMA 15 DICEMBRE 2025 (pomeriggio). Sala Consiliare di San Sebastiano al Vesuvio, in piazza Raffaele Capasso 1. Alle 17.30, saluti di Giuseppe Panico, sindaco di San Sebastiano al Vesuvio; Assia Filosa, assessore alla Cultura di San Sebastiano al Vesuvio; Alessandro Luciano, curatore del Convegno. Alle 17.40, istanze dalle nuove generazioni: Giusy Sica, “Founder Re-generation Youth think tank – Istituzioni europee e politiche giovanili”; Vincenzo Capasso, presidente Let’s do it Italy, “Temi ambientali e rispetto della natura”; Pasquale D’Anna, ceo Passione Astronomia, “Ricerca astronomica per un futuro migliore. Immagini dal cielo stellato”. SESSIONE IV – Il vulcanesimo vesuviano tra iconografia e rischi presenti. Modera Peppe Di Leva. Alle 18.10, Mauro Antonio Di Vito, “Il Vesuvio ieri e oggi. Immagini e pericoli”; 18.40, Vittoria Minniti, “Vesuvius, la montagna di fuoco nella Biblioteca del MANN: storia ed editoria tra XVI e XIX secolo”; 19, Andrea Paduano, “Ricostruzioni virtuali delle ville stabiane al momento dell’eruzione”. Rievocazioni dell’Archeoclub Pompei Legio I Adiutrix, con vestizione di un classiario della flotta romana del I secolo d.C.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale si presenta il libro “Heinrich Schliemann a Napoli” che restituisce la figura dello scopritore di Troia ma anche il suo profondo legame con la città partenopea e i siti vesuviani

La locandina della presentazione del libro al museo Archeologico nazionale di Napoli

Tutti conoscono il nome di Heinrich Schliemann, il mitico scopritore di Troia e poi di Micene, Tirinto e Orcomeno. Al pensiero di Micene i nostri ricordi vanno alla “maschera d’oro di Agamennone”, raffigurata nel libro di storia della terza elementare. Meno noto è il suo legame con Napoli, dove morì nel 1890. Di quest’ultimo aspetto, soprattutto, si parla nel libro “Heinrich Schliemann a Napoli” (Francesco D’Amato Editore) con saggi di Umberto Pappalardo, Sybille Galka, Amedeo Maiuri, Carlo Knight, Lucia Borrelli, Massimo Cultraro, e una nota di Paolo Giulierini. Il libro “Heinrich Schliemann a Napoli” sarà presentato mercoledì 22 settembre 2021, alle 17, nel Giardino delle Fontane del museo Archeologico nazionale di Napoli. Interverranno Paolo Giulierini (direttore del Mann), Umberto Pappalardo (direttore del Centro Internazionale di Studi Pompeiani), Massimo Cultraro (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e Lucia Borrelli (Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’università Federico II). Il giornalista Carlo Avvisati de “Il Mattino” modererà il dibattito. Per partecipare è obbligatoria la prenotazione inviando una mail a info@damatoeditore.it.

Affresco da Pompei con la scena del cavallo di Troia e Ulisse conservato al Mann (foto Luigi Spina)
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Heinrich Schliemann con gli scavatori riportano alla luce l’antica Troia sulla collina di Hisarlik in Turchia

Il nome di Troia ci riporta invece al liceo, all’Iliade e alll’Odissea, alla questione omerica, dove ci si domandava: ma Omero sarà mai esistito? E come era possibile che un cantore della fine dell’VIII secolo (la scrittura fu introdotta intorno al 750 a.C.) potesse descrivere con tanti dettagli una città messa a ferro e fuoco intorno al 1250 a.C., ovvero 500 anni dopo? Tanti interrogativi Schliemann non se li pose, guidato dalla fede assoluta nella veridicità di Omero e bene armato di zappa e pala (come lui stesso scrive), scavò sulla collina di Hissarlik, in Turchia, e trovò Troia. Ma Schliemann è stato anche lo scopritore della “civiltà micenea”, restituendo all’umanità ben mille anni di storia dei quali, prima di lui, non si conoscevano – al di fuori dei racconti omerici – le testimonianze concrete.

Maschera funeraria conosciuta come la “maschera di Agamennone”. Maschera d’oro del XVI secolo a.C. trovata da Schliemann nella tomba V a Micene nel 1876 e conservato al Museo archeologico nazionale di Atene
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Copertina del libro “Heinrich Schliemann a Napoli”

Questo valore di Schliemann quale “artefice” o “restitutor” della storia è ben delineato nel primo saggio di Sybille Galka, cuore e anima della Società e del Museo “Heinrich Schliemann” di Ankerhagen, che fu la città dove egli trascorse la sua prima infanzia. Seguono un saggio del celebre archeologo Amedeo Maiuri, che fu soprintendente di Pompei ed Ercolano (e non solo) e direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli e uno di Umberto Pappalardo sulla sua intensa attività di viaggiatore: infatti Schliemann fece scorrerie per il mondo immaginabili per un uomo di quell’epoca, giungendo in America (dove prese la cittadinanza), Africa, India, Cina e Giappone.

Terracotta raffigurante Enea, Anchise e il piccolo Ascanio in fuga da Troia, da Pompei, I sec. d.C. (foto Patrizio Lamagna, Mann)
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Heinrich Schliemann, morto a Napoli nel 1890

Venne anche almeno dieci volte a Napoli, non solo perché da qui prendeva la nave per raggiungere la sua casa ad Atene, ma anche perché amava questa città. Nonostante Napoli non fosse più la splendida capitale europea del secolo XVIII ma fosse divenuta nell’Ottocento socialmente molto problematica, c’erano tante cose da vedere: Pompei, Ercolano, il Museo Archeologico, il Teatro San Carlo e poi il Vesuvio, Sorrento, Capri e tanto altro ancora! Non è quindi un caso che morì proprio a Napoli, a Natale del 1890, prima di imbarcarsi per Atene… voleva ancora rivedere le nuove scoperte di Pompei e le nuove acquisizioni del museo Archeologico nazionale. In Italia aveva conosciuto dapprima a Pompei il giovane ispettore Giuseppe Fiorelli, che avrebbe poi rivisto a Napoli come direttore del Museo Nazionale e nuovamente a Roma in qualità di direttore generale delle Antichità del nuovo Regno d’Italia. Con Fiorelli ebbe dunque un lungo sodalizio, testimoniato da un frequente scambio epistolare. Carlo Knight spiega perché alcune di queste lettere, proprio alcune fra le più importanti, non ci sono pervenute. Possedute dal napoletano Domenico Bassi, che nel 1927 le pubblicò nell’ormai raro libro “Il carteggio” di Giuseppe Fiorelli. In Italia ne sono custoditi solo due esemplari, uno a Milano e uno a Venezia, qui riprodotto in appendice insieme alle trascrizioni dei diari di viaggio napoletani, i cui originali sono custoditi oggi presso l’American Academy di Atene.