Padova. Al museo Eremitani apre il ciclo di incontri “Sì, viaggiare… Identità e mobilità culturale in Etruria padana e in Italia settentrionale”: presentazione del libro “Bologna etrusca. La città invisibile” di Giuseppe Sassatelli che dialoga con Giovanna Gambacurta (università Ca’ Foscari)

Giuseppe Sassatelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici (foto ravennantica)

La prof.ssa Giovanna Gmbacurta (università Ca’ Foscari) (foto unive)
Al via a Padova “Sì, viaggiare… Identità e mobilità culturale in Etruria padana e in Italia settentrionale”, la rassegna organizzata da una collaborazione tra l’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici e i Musei Civici di Padova. Per ogni appuntamento il confronto tra due studiosi su argomenti riconducibili al tema dell’identità nell’Italia antica, in una sorta di “botta e risposta” tra Etruschi di area padana e popolazioni delle regioni settentrionali. Il primo incontro è mercoledì 26 febbraio 2025, alle 17, in sala Romanino del museo Eremitani a Padova, con la presentazione del libro di Giuseppe Sassatelli, presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, “Bologna etrusca. La città invisibile”. Introduce Francesca Veronese, musei civici di Padova; dialoga con l’autore Giovanna Gambacurta, università Ca’ Foscari, Venezia. Ingresso libero.

Copertina del libro “Bologna etrusca. La città invisibile” di Giuseppe Sassatelli (Editore Bologna University Press)
Bologna etrusca. La città invisibile. Al contrario delle “città invisibili” di Italo Calvino che vivono solo nella fantasia di Marco Polo e nella credulità del Kublai Khan, la Bologna etrusca non si vede, ma è reale e concreta. Nel suo abitato di straordinaria estensione, nei suoi luoghi di sepoltura, specchio fedele della società e dei cittadini, nella sua economia agricola e nel controllo della fertile pianura padana, nella sua dimensione produttiva, nel suo ruolo di snodo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa. Per la prima e unica volta nella sua storia, con gli Etruschi, Bologna è stata una grande capitale. Il libro intende raccontare il lungo e complesso periodo storico che va dal X al IV secolo a.C., sulla base delle tracce archeologiche dell’abitato etrusco e delle necropoli recuperate dal sottosuolo della città, delle sue vie, delle sue piazze e delle sue case, tracce non più visibili, ma bene individuate dalla ricerca archeologica che dura da tanti anni. Manca comunque uno strumento conoscitivo che metta insieme tutti i dati disponibili fornendo un quadro complessivo dell’estensione della città, della sua struttura, della sua importanza territoriale e del suo ruolo economico. Questo si propone il libro “Bologna etrusca. La città invisibile”. L’esigenza di una sintesi su una lunga e importante fase della storia più antica è particolarmente sentita in ragione dei molti scavi, fatti in particole negli ultimi decenni in occasione di diversi interventi urbani, dai quali è emerso un quadro completamente nuovo della città etrusca e del suo ruolo storico. Un ricco apparato di figure e fotografie accompagna il lettore in questa narrazione. Il volume è completato dai testi delle principali fonti scritte greche e latine sulla città e da una bibliografia di approfondimento.
Milano. Alla fondazione Luigi Rovati conversazione a più voci dal titolo “La seduzione delle gemme fra storia e collezionismo” in occasione della presentazione del libro di Gemma Sena Chiesa “Gemme antiche: arte lusso potere” (Carocci editore)
In occasione della presentazione del libro di Gemma Sena Chiesa “Gemme antiche. Arte lusso e potere nella Roma dei Cesari” (Carocci editore) alla fondazione Luigi Rovati di Milano conversazione a più voci dal titolo “La seduzione delle gemme fra storia e collezionismo”: appuntamento giovedì 4 aprile 2024, alle 16.30. Giuseppe Sassatelli (istituto nazionale di Studi etruschi ed italici) in dialogo con Fabrizio Slavazzi (università di Milano), Francesca Ghedini (università di Padova), Francesca Tasso (musei del Castello, Comune di Milano), Elisabetta Gagetti (Gemmae. An International Journal on Glyptic Studies), Claudia Lambrugo (università di Milano). L’incontro è gratuito e a ingresso libero, fino a esaurimento posti disponibili. Si consiglia la prenotazione. Il biglietto per la conferenza non include l’accesso al Museo d’arte. La conferenza sarà pubblicata sul canale YouTube della Fondazione.

Copertina del libro “Gemme antiche. Arte lusso e potere nella Roma dei Cesari” di Gemma Sena Chiesa (Carocci editore)
Gemme antiche. Arte lusso e potere nella Roma dei Cesari. Nel volume si ripercorre la storia di una forma d’arte rara e sofisticata, sorta nel mondo classico e nota oggi con il nome di glittica. In età ellenistica gemme e cammei lavorati incisi con ritratti o simboli furono utilizzati per propaganda personale da re e personaggi famosi e realizzati da artigiani che firmavano le loro opere. Dopo la fine dei regni ellenistici molti di loro si trasferirono a Roma al servizio dei nuovi potenti. Per Cesare, Augusto e i suoi discendenti lavorarono celebri artisti come Dioscuride, creando opere di straordinaria qualità. Dal I secolo d.C. l’uso di portare al dito una gemma si diffuse nelle classi popolari e nell’esercito dando vita a una produzione più vasta e quindi meno costosa. Nell’inquieta età tardoantica iniziarono a circolare le gemme con figurazioni magiche e cristiane. Dal V secolo molti esemplari prestigiosi passarono dal tesoro imperiale alle chiese per poi divenire fino ad oggi oggetto di collezionismo.
Gemma Sena Chiesa è professoressa emerita di Archeologia classica all’università di Milano, autrice di numerose pubblicazioni e grandi mostre. Da un cinquantennio si occupa di gemme intagliate di età romana di cui è studiosa di fama internazionale.
Archeologia in lutto. È morta a ottant’anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, compagna di vita dell’etruscologo Mauro Cristofani, morto prematuramente a 56 nel 1997

La copertina del libro “La ceramica degli Etruschi” di Marina Martelli

L’etruscologa Marina Martelli, morta a 80 anni (foto sabap-vt-em)
Archeologia in lutto. Il 24 dicembre 2023 si è spenta all’età di ottanta anni Marina Martelli, etruscologa di fama internazionale, già professore ordinario all’università della Tuscia, dove ha tenuto a battesimo più di una generazione di studiosi di archeologia e arte etrusca. Era nata a Bologna il 15 luglio 1943. Tra il 1969 e il 1982 aveva rivestito ruoli di ispettore archeologo, direttore e soprintendente aggiunto presso le Soprintendenze, in Sicilia, in Etruria e a Roma. A dare la notizia è stata la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale. Il suo ricordo in una breve nota: “Con lei se ne va una grande esperta di ceramica greca ed etrusca, di oreficeria glittica e arti minori, di storia dell’arte, storia degli studi e collezionismo, nonché soprattutto di antichità vulcenti, tarquiniesi e ceretane. Una studiosa a tutto campo, benemerita dell’Etruria Meridionale e autrice di innumerevoli contributi scientifici, mostre archeologiche e conferenze; accolta tra l’altro tra i membri dell’Accademia dei Lincei, dell’Istituto di Studi Etruschi ed Italici di Firenze, della Pontificia Accademia Romana di Archeologia, del Deutsches Archäologisches Institut e dell’Accademia Etrusca di Cortona. Oggi – conclude la nota – Marina Martelli ha raggiunto Mauro Cristofani, suo compagno di vita prematuramente scomparso nel 1997 a 56 anni, anche lui etruscologo di vaglia e protagonista degli studi del Novecento: sit vobis terra levis”. Così l’archeologo Massimiliano Valenti: “Borsista del CNR per due volte (1992 e 1994), nell’Istituto di Etruscologia allora diretto da Mauro Cristofani, suo marito, l’ho conosciuta in quel periodo. Tanto aperto e sorridente lui, altrettanto chiusa lei. Ma preparatissima e molto temuta da allievi e colleghi, per il suo rigore scientifico. Celebri le sue recensioni, analitiche e intransigenti”.
Al Centro Jean Bérard di Napoli appuntamento l’11 e il 12 aprile 2024 con il colloquio internazionale “Ceramiche dipinte opache del sud Italia tra produzioni, contesti e iconografie. Nuovi dati e approfondimenti”, organizzato da Cesare Vita, con la collaborazione del Centro Jean Bérard e il sostegno dell’università di Rennes 2, che segna il culmine del progetto europeo Marie Curie Individual Fellowship
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