Belluno. A Palazzo Fulcis giornata di studi e apertura della mostra “Dolomiti e Pianura. Vita e culture a confronto 3.000 anni fa”: un focus sulla Circolazione di materie prime (rame) e trasmissione di idee tra le comunità a Nord e a Sud delle Alpi. Ecco il ricco programma

Locandina della mostra “Dolomiti e pianura. Vita e culture a confronto 3.000 anni fa” a Palazzo Fulcis di Belluno dal 14 dicembre al 30 marzo 2025
L’attesa è finita. Sabato 14 dicembre 2024 per iniziativa della Fondazione Giovanni Angelini in collaborazione con il museo civico di Belluno apre a Palazzo Fulcis di Belluno la mostra “Dolomiti e Pianura. Vita e culture a confronto 3.000 anni fa”, con un lunghissimo sottotitolo “Circolazione di materie prime e trasmissione di idee tra le comunità a Nord e a Sud delle Alpi, tra la fine dell’Età del Bronzo e la prima Età del Ferro”, e la giornata di studi. Data la capienza ridotta del salone nobile di Palazzo Fulcis, per partecipare alla giornata di studi si raccomanda la prenotazione al numero del Museo 0437 913323 o via email prenotazionimuseo@comune.belluno.it.La mostra sarà visitabile con il biglietto d’ingresso al museo dal 14 dicembre 2024 al 30 marzo 2025.

Un pannello didattico della mostra “Dolomiti e Pianura. Vita e culture a confronto 3.000 anni fa” a Palazzo Fulcis di Belluno (foto fondazione angelini / sabap-ve)
Le caratteristiche apparentemente ostili dell’ambiente montano hanno fortemente condizionato sin dall’epoca antica l’antropizzazione di valli e terrazzi alpini. Questa complessità ha portato l’uomo ad escogitare strategie di adattamento di cui è ricca la storia delle Dolomiti, non solo tra preistoria e protostoria ma anche in fasi ben più recenti. Ne sono testimonianza saperi e tecniche legati alle attività di sussistenza, che per questo ambiente sono anzitutto pastorizia e alpeggio, con forme integrate di agricoltura. Alla circolazione delle conoscenze tra le comunità a nord e a sud dei versanti montani, si unisce la trasmissione di materie prime e beni di pregio: in epoca protostorica il collegamento e il flusso di beni materiali tra opposti versanti sono stati accompagnati dalla trasmissione di modelli e idee, di cui abbiamo documentazione nei resti di cultura materiale, che hanno permesso di ricostruire la vita in territori montani tra loro confinanti. Il Bellunese rientra nel più ampio quadro del popolamento delle Dolomiti e dei contatti con l’area circumalpina e l’area padana nella fase conclusiva dell’età del Bronzo.

Allestimento della mostra “Dolomiti e Pianura. Vita e culture a confronto 3.000 anni fa” a Palazzo Fulcis di Belluno (foto fondazione angelini / sabap-ve)
La mostra pone l’attenzione proprio sulla connessione continua tra queste tre regioni, le Dolomiti bellunesi, la fascia confinante tra Trentino orientale e Alto Adige / Sudtirol meridionale e la pianura padana centrale, attraverso aspetti della cultura materiale che consentono di apprezzare la fitta rete di scambi avvenuti tra II e I millennio a.C. Proprio nell’ambito di questi rapporti culturali e commerciali, di centrale importanza è il tema della circolazione metallurgica e dell’estrazione del rame, risorsa fondamentale per la comprensione delle dinamiche di popolamento del mondo dolomitico e alpino dell’età del Bronzo e delle complesse relazioni commerciali che lo avvicinano al mondo padano e, tramite il collegamento delle principali vie fluviali, al Mediterraneo.
Programma della giornata di studi. MATTINO Alle 10, saluti delle autorità: Vincenzo Tinè, soprintendente Archeologica Belle arti e Paesaggio Venezia Padova Treviso e Belluno; Giovanni Leonardi, senior full professor università di Padova; Andrea Cardarelli, presidente istituto italiano di Preistoria e Protostoria. CHAIR: Monica Miari; 10.30, Franco Marzatico: “ll Trentino e le aree limitrofe: uno sguardo sulla circolazione della produzione metallurgica”; 10.50, Umberto Tecchiati: “Dall’età del Bronzo all’età del Ferro in Alto Adige/ Südtirol. Aggiornamenti e nuove prospettive”; 11.10, Gerhard Tomedi: “Riflessioni sulla genesi della cultura Fritzens-Sanzeno nel Tirolo settentrionale/Reflections on the Genesis of the Fritzens-Sanzeno Culture in North Tyrol”; 11.30, coffee break; 11.50, Andrea Cardarelli: “Dalle Alpi alla grande pianura: rapporti fra le comunità delle terramare e mondo alpino tra Bronzo medio e recente”; 12.10, Michele Cupitò: “Spunti di riflessione sui rapporti tra l’area alpina e la pianura veneta sud-occidentale tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio della prima età del Ferro”; 12.30, Elena Silvestri: “Nuovi dati sulla tarda età del Bronzo e l’età del Ferro in Trentino dall’abitato di Lavis località Bristol”; 12.50, discussione sui lavori della mattinata; 13.10, buffet in Museo.
POMERIGGIO CHAIR: Umberto Tecchiati; 14.30, Gilberto Artioli, Ivana Angelini: “Dati d’insieme dalla ricerca di Alpine archeo copper project”; 14.50, Giovanni Tasca, David Vicenzutto: “Circolazione dei tipi metallici tra Alpi orientali e pianura veneto-friulana. Un focus sulle asce della tarda età del bronzo”; 15.10, Anna Angelini, Valentina Donadel: “Dal museo civico di Belluno agli scavi stratigrafici: circolazione di metalli e sistemi insediativi nelle Dolomiti bellunesi tra tarda età del Bronzo e età del Ferro”; 15.30, coffee break; 15.50, Mara Migliavacca, Valentina Donadel, Alberto Balasso, Silvia Bandera, Giuseppe Maltese: “Il sito fortificato di Monte Palazzo: un nodo strategico di scambi nelle Prealpi venete”; 16.10, Carlo Mondini, Aldo Villabruna: “L’età del Bronzo alla luce di quarant’anni di ricerche del gruppo Amici del Museo di Belluno”; 16.30, conclusione dei lavori e discussione.
Segue visita libera all’esposizione “Dolomiti e pianura. Vita e culture a confronto 3000 anni fa” nel lapidarium del Museo.
A mezzo secolo dalla scoperta del grande abitato protostorico dell’età del Bronzo il museo dei Grandi Fiumi di Rovigo ospita la tre giorni di convegno internazionale “Frattesina cinquant’anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C.”
Era il 1967 quando i soci del Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo (Cpssae) scoprirono nelle campagne a sud-est dell’attuale centro di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, l’abitato di Frattesina, villaggio protostorico sorto nel XIII secolo a.C. (Bronzo recente) che si estendeva per oltre 20 ettari (come mostra il video qui sopra del 2017 di Michele Baldo) lungo la riva destra del Po di Adria, il maggiore ramo del fiume durante l’età del Bronzo. Frattesina conobbe la sua massima fioritura nel XII-XI sec. a.C. (Bronzo finale) seguita da una fase di decadenza fino all’inizio dell’età del Ferro (X sec. a.C.). Nel 50° anniversario della scoperta di Frattesina, al museo dei Grandi Fiumi di Rovigo dal 13 al 15 aprile 2018 il Cpssae promuove il convegno internazionale “Frattesina cinquant’anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C.”. Un convegno che è già un successo a due settimane dalla sua apertura: gli organizzatori avvisano che per le giornate del 14 e 15 aprile non si accettano ulteriori iscrizioni, per superamento degli iscritti rispetto alla capienza della sala.
Il convegno si articolerà in tre giornate e su tre diverse tematiche: venerdì 13, i musei archeologici in Polesine a quattro anni dalla riforma Franceschini; sabato 14, il territorio tra Adige e Po nella tarda età del Bronzo; domenica 15, il “fenomeno Frattesina” tra Europa e Mediterraneo. Sono previste inoltre: una tavola rotonda dedicata alle tematiche della valorizzazione, della ricerca e della tutela nell’ambito archeologico museale; la presentazione del numero LI della rivista Padusa (Nuova Serie); la presentazione del volume “Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella Tarda Età del Bronzo del Veneto” (Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei – Memorie di Scienze Morali); visite guidate del Museo Civico dei Grandi Fiumi di Rovigo e di quello Archeologico Nazionale di Fratta Polesine. Gli atti del convegno saranno pubblicati nel prossimo numero di Padusa, rivista archeologica del Cpssae.
Ricco il programma. Prima giornata venerdì 13 aprile 2018 “Cinquant’anni dopo… Giornata di studi sulla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio”, coordinata da Simonetta Bonomi. Dopo i saluti, apre i lavori alle 10.30, Raffaele Peretto, presidente del Cpssae di Rovigo, “La scoperta di Frattesina, il Cpssae e la nascita del museo Archeologico di Rovigo”; 10.50, Massimo Bergamin, sindaco di Rovigo, “Rovigo capitale europea della cultura 2021: la grande sfida”; 11.10, Cristiano Corazzari, assessore al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione del Veneto, “Musei e valorizzazione del territorio Veneto”; 11.30, Giuliano Volpe, “I musei e la riforma Franceschini”; 12, visita guidata al museo dei Grandi Fiumi di Rovigo a cura di Raffaele Peretto, già direttore del museo. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana inizia alle 14.30, con la tavola rotonda “Musei e territorio: l’archeologia tra tutela, valorizzazione e ricerca a quattro anni dalla riforma Franceschini” presieduta da Piero Pruneti. Intervengono: Pierluigi Cellarosi, Maria Teresa De Gregorio, Alberta Facchi, Daniele Ferrara, Federica Gonzato, Fabrizio Magani, Franco Nicolis, Carlo Peretto, Cristina Regazzo, Chiara Vallini.

Ambre ritrovate a Campestrin di Grignano Polesine oggi al museo dei Grandi Fiumi (foto RovigoOggi.it)
Seconda giornata sabato 14 aprile 2018 “La bassa pianura tra Adige e Po dalla tarda età del Bronzo all’inizio dell’età del Ferro” coordinata da Maria Bernabò Brea e Anna Maria Bietti Sestieri. Alle 9.30, Paolo Bellintani presenta il numero 51 di Padusa, rivista del Cpssae. La Nuova Serie; 9.45, Giovanna Gambacurta, Claudio Balista, Marco Bertolini, Fiorenza Bortolami, Fiorenzo Fuolega, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Elisabetta Rizzoli, Ursula Thun Hohenstein, Erika Valli su “L’insediamento dell’età del Bronzo medio-recente di Adria (località Amolara) avamposto orientale della polity delle Valli Grandi Veronesi?”; 10.10, Claudio Balista, Maurizio Cattani, Lisa Guerra, Elena Maini, Paolo Marcassa, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Luca Rinaldi, Stefania Zuffi su “L’abitato di Ca’ Spadolino di Coccanile (Copparo – FE) e il popolamento lungo i rami meridionali del delta del Po nell’età del Bronzo”; 10.35, Michele Baldo, Claudio Balista, Paolo Bellintani su “Frattesina di Fratta Polesine: estensione, infrastrutture, definizione di aree funzionali ed evoluzione paleo-idrografia del territorio. Metodologie “a basso impatto” e risultati delle indagini sul campo – anni 2014-2016”. Alle 11.20, Luciano Salzani, Paolo Bellintani, Michele Baldo, Mirka Disarò, Ursula Thun Hohenstein su “Campestrin di Grignano Polesine: le ricerche sul campo”; 11.45, Elodia Bianchin Citton su “L’abitato protostorico di Montagnana-Borgo S. Zeno: aspetti topografici e infrastrutturali”; 12.10, Armando De Guio, Claudio Balista, Andrea Betto, Laura Burigana, Luigi Magnini su “Le Valli Grandi Veronesi e il Progetto AMPBV: linee di una rotta interpretativa bottom-up “contro-corrente” in un’area nodale di formazione della complessità sociale europea”. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana coordinata Andrea Cardarelli e Mark Pearce apre alle 14.30: Thun Hohenstein, Ivana Angelini, Paolo Bellintani su “Aspetti tecnologici e archeometrici delle ambre di Campestrin di Grignano Polesine”; 14.55, Paolo Bellintani su “Le perle d’ambra tipo Tirinto. Per una revisione della problematica”; 15.20, Mateusz Cwaliński, Janusz Czebreszuk su “Circulation of amber in the Western Balkans during the Bronze Age and its significance for tracing trans-Adriatic contacts”. Segue la sessione dei poster col coordinamento scientifico di Massimo Saracino. E alle 18.15, partenza con autobus per Fratta Polesine con visita guidata alle 19 del museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine a cura di Federica Gonzato.
Terza e ultima giornata domenica 15 aprile 2018 “Frattesina: una pagina di Storia europea” coordinata da Giovanni Leonardi e Federica Gonzato. Alle 9 si inizia con la presentazione del volume “Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella Tarda Età del Bronzo del Veneto” a cura di Anna Maria Bietti Sestieri, Paolo Bellintani e Claudio Giardino. Interverranno: Anna Maria Bietti Sestieri, Paolo Bellintani, Claudio Giardino, Jacopo De Grossi Mazzorin; 9.45, Andrea Cardarelli, Claudio Cavazzuti, Francesco Quondam, Luciano Salzani su “Oltre il fiume, oltre la vita. Recenti sviluppi delle ricerche sulla necropoli delle Narde a Fratta Polesine”; 10.15, Paolo Bellintani, Ivana Angelini su “Frattesina e le origini del vetro europeo”. Alle 11, Michele Cupitò, Giovanni Leonardi, Elisa Dalla Longa, Claudio Balista, Laura Pau, Claudio Bovolato su “Pianura veronese e Polesine tra Bronzo recente e Primo Ferro iniziale. Dinamiche di popolamento, organizzazione del territorio e modelli di scambio”; 11.25, Marco Bettelli, Sara T. Levi su “Cinquanta sfumature di ceramica italo-micenea: Frattesina e altre nuances dal Mediterraneo centrale”; 11.50, Franco Marzatico su “Le Alpi centro-orientali. Barriera e ponte”. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana coordinata da Armando De Guio e Claudio Giardino apre alle 14.45 con Elisabetta Borgna su “Il Caput Adriae tra Alpi e Adriatico durante la tarda età del Bronzo: apporti transalpini, relazioni pensinsulari, dinamiche di trasformazione”; 15.10, Andrea Cardarelli su “Frattesina e la tarda età del Bronzo fra Po e Tevere”; 15.55, Mark Pearce su “Frattesina: il significato storico”; 16.20, Anthony F. Harding su “The role of Frattesina in European prehistory”; 16.45, Reinhard Jung su “Frattesina fra Europa e Mediterraneo orientale”. Dopo le discussioni, chiusura dei lavori alle 18.20.
Riscoprire i gesti degli antichi vasai. È quanto si propone il progetto “La prima fonderia di Padova preromana” che comprende un sistematico approfondimento delle tecniche usate dai vasai che, nell’VIII secolo a.C., operavano nella prima Padova. Martedì 6 dicembre 2022, dalle 9.30, in sala Sartori, al Palazzo Liviano, in piazza Capitaniato 7 a Padova, appuntamento con la prima giornata di studi dedicata al progetto “La Prima Fonderia di Padova Preromana. The earliest foundry of Pre-roman Padua. I primi risultati”, occasione di scambio e dibattito sul tema. La giornata è promossa dal dipartimento Beni culturali dell’università di Padova (scuola di specializzazione in beni archeologici, corso di dottorato in storia, critica e conservazione dei beni culturali) ed è aperta a dottorandi, specializzandi, studenti e a tutti gli interessati.









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