Torino. Il museo Egizio fa il bilancio del 2024, anno del bicentenario: più di un milione di visitatori, nuove aperture e riallestimenti culminati con la nuova Galleria dei Re e della Cappella rupestre di Ellesiya. E il 2025 porterà la Piazza Egizia
Per il museo Egizio di Torino è tempo di bilanci: il 2024 è stato l’anno del bicentenario, che ha segnato una tappa fondamentale nel rinnovamento del museo Egizio: “Abbiamo inaugurato nuove gallerie e riallestito spazi che arricchiscono l’esperienza di visita, sempre all’insegna della ricerca, dello studio del passato per capire il presente e progettare il futuro. E Il 2025 si preannuncia altrettanto ambizioso: i festeggiamenti per il bicentenario proseguiranno, culminando con l’inaugurazione della Piazza Egizia, che segnerà la conclusione di una serie di trasformazioni architettoniche e curatoriali senza precedenti”, scrivono Evelina Christillin e Christian Greco, rispettivamente presidente e direttore dell’Egizio, nel ringraziare il milione e più di visitatori del 2024 formulando i migliori auguri di un felice anno nuovo con “l’obiettivo di rendere l’istituzione che abbiamo l’onore di dirigere un luogo sempre più aperto, permeabile e accessibile. Un’agorà contemporanea, uno spazio vivo a disposizione di tutti”.

Il direttore Christian Greco, il presidente Sergio Mattarella e il ministro Alessandro Giuli nella Galleria dei Re del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Nel 2024 sono stati 1.036.689 i visitatori, compresi i partecipanti agli eventi istituzionali, a fronte dei 1.061.157 ingressi nel 2023. Un risultato non scontato, vista la chiusura al pubblico del Museo di un mese, a cavallo tra giugno e luglio 2024, per poter avviare i cantieri e altri lavori di riallestimento della Galleria dei Re e del Tempio di Ellesiya (vedi Torino. Il museo Egizio chiude un mese per i lavori della copertura della piazza che diventerà il nuovo centro nevralgico del museo | archeologiavocidalpassato). Cantieri che hanno obbligato il museo a riorganizzare i percorsi di visita, a partire dallo scorso aprile (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato). Il mese che ha registrato un maggiore afflusso di pubblico è stato marzo 2024 (con 117.678 visitatori, +19,3% rispetto all’analogo mese del 2023). L’incremento maggiore di visitatori, rispetto all’analogo mese dell’anno scorso, lo ha registrato novembre con 105.112 (+ 24% rispetto a novembre 2023), complice anche la celebrazione del bicentenario del Museo, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del ministro della Cultura, Alessandro Giuli (vedi Torino. Al museo Egizio il presidente Mattarella col ministro Giuli apre i festeggiamenti per il bicentenario: consegnato alla città e all’Italia il tempio di Ellesiya e riaperta la Galleria dei Re che stupisce e convince anche i più prevenuti | archeologiavocidalpassato). Solo in occasione del Festival 200, una notte bianca e due giorni di eventi ed happening gratuiti in Museo a cavallo tra il 20 e il 22 novembre 2024, hanno fatto ingresso in Museo 23.004 persone (vedi Torino. Al museo Egizio per la tre giorni “speciale compleanno del bicentenario” ben 23mila visitatori: il grazie dello staff | archeologiavocidalpassato). Ottime performance di incremento di visitatori anche per febbraio con 95.532 (+10,3%). Sono 484.394 i follower totali dei social del museo Egizio (con una crescita del 10.9% rispetto al 2023). La reach totale dei post è aumentata del 128% rispetto all’anno precedente, arrivando a 28.082.943 di utenti unici che hanno visto i contenuti pubblicati sui profili ufficiali del museo. Tra le varie piattaforme, è ancora Facebook quella che garantisce la maggiore reach.

Il nuovo allestimento della Galleria dei Re nel museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Il più antico museo Egizio al mondo nell’anno del suo bicentenario ha voluto puntare i riflettori sulla natura contemporanea dei musei archeologici, luoghi di scambio culturale e di ricerca, entità vive, in continua evoluzione e in dialogo con la società. È proseguito in questo solco il percorso di rinnovamento, sotto il profilo architettonico e sotto il profilo scientifico e di riallestimento delle collezioni, iniziato con l’inaugurazione della Galleria della Scrittura nel dicembre 2023 (vedi Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato” | archeologiavocidalpassato), e proseguito quest’anno con il riallestimento della Sala Deir-El Medina, la creazione della Sala dei Tessuti, il lancio dei Giardini Egizi sul Roof Garden, la creazione della sala dedicata al corredo della Regina Nefertari, a 120 anni dalla scoperta della sua tomba, e non ultimo l’allestimento permanente di un’ala del museo dal titolo “Materia – Forma del tempo” (vedi Torino. Il presidente Mattarella presenzierà alle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio. Il direttore Greco annuncia interventi ed eventi: dalla sala Nefertari (9 agosto) alla Galleria “Materia. Forma del Tempo”, dalla consegna all’Italia del Tempio di Ellesiya (20 novembre) alla nuova Galleria dei Re, dalla piazza Egizia all’Egitto immersivo (2025) | archeologiavocidalpassato). La sintesi plastica del nuovo corso del museo Egizio, che intende coniugare la progettazione architettonica alla ricerca archeologica, è costituita proprio dalla nuova Galleria dei Re (vedi Torino. Il direttore del museo Egizio Christian Greco ci introduce alla nuova Galleria dei Re: ecco l’allestimento “dall’oscurità alla luce” | archeologiavocidalpassato) e dalla Cappella Rupestre di Ellesiya, il cui nuovo ingresso da via Duse, nel retro del Museo, ha rimodellato il palazzo seicentesco dell’ex Collegio dei Nobili e l’esperienza di visita della Cappella.

I pannelli tattili installati al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Il Museo Egizio e il Pnrr. Il Museo ha poi realizzato a settembre 2024 un progetto di accessibilità, con un investimento di 499.767 euro nell’ambito del PNRR. Il progetto è stato realizzato da un gruppo di lavoro interdipartimentale del museo Egizio, in stretta collaborazione con diverse realtà del territorio torinese, coinvolgendo attivamente stakeholder e associazioni di persone con disabilità visive e uditive (UICI di Piemonte e Torino, Istituto dei Sordi) e Fondazione Paideia, in riferimento a persone con bisogni comunicativi complessi. Questo progetto ha reso il museo Egizio più accogliente, dotato di nuovi strumenti e anche di una rinnovata attenzione per tutte le forme di disabilità. “Ogni nostro futuro allestimento terrà conto di queste, sfaccettate, esigenze”, assicura Greco (vedi Torino. Al museo Egizio l’incontro “Il museo risponde: bisogni, ascolto, strumenti” dedicato al racconto e alla condivisione del progetto di accessibilità del museo Egizio, finanziato dal PNRR. Prenotazione obbligatoria. Ecco il programma | archeologiavocidalpassato).
Il Museo fuori dal Museo. L’Egizio ha inoltre consolidato il suo ruolo proattivo nel tessere rapporti con altri enti culturali e produrre eventi di alto profilo, che hanno coinvolto fotografi, artisti, musicisti e scrittori del calibro di Orhan Pamuk, in collaborazione con il Salone del Libro, Gallerie d’Italia Torino e Sistema Musica del Comune di Torino, con cui per la prima volta ha dato vita ad un festival trimestrale di musica classica e jazz dal titolo “Incanto Egizio” (vedi Torino. Nell’anno del bicentenario del museo Egizio, al via “Incanto Egizio: un viaggio in 13 appuntamenti per riscoprire il fascino millenario dell’Egitto e la sua influenza sulla musica classica e contemporanea | archeologiavocidalpassato).

Christian Greco, Evelina Christillin e Michele Coppola alla presentazione del progetto “Paesaggi/Landscapes” alle Gallerie d’Italia di Torino (foto graziano tavan)
La fotografia e la video arte hanno incontrato l’archeologia e l’antico Egitto nell’ambito di “Paesaggi/Landscapes” una installazione immersiva accompagnata da un ciclo di incontri che si sono svolti in Gallerie d’Italia Torino a cavallo tra giugno e settembre 2024, frutto di un accordo triennale tra la Fondazione Museo delle Antichità Egizie e Intesa Sanpaolo, su iniziative di sviluppo e diffusione della cultura e dell’arte (vedi Torino. Alle Gallerie d’Italia la video-installazione immersiva “Paesaggi/Landscapes”, progetto culturale ideato dal museo Egizio – in partnership con Intesa Sanpaolo – in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto: anticipazione di ciò che i visitatori del museo Egizio potranno sperimentare con “Egitto immersivo” nel 2025 | archeologiavocidalpassato).

La locandina della mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo” a Forte dei Marmi (Lu) dal 1° agosto 2024 al 2 febbraio 2025, prorogata al 2 aprile 2025
Dal 1° agosto 2024 inoltre è visitabile a Forte dei Marmi (Lucca) la mostra “Gli Egizi e i doni del Nilo”, che, fino al 2 aprile 2025, propone un viaggio nel tempo, dall’Epoca Predinastica (3900 – 3300 a.C.) all’età greco-romana (332 a.C. – 395 d.C.), attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri, reperti di grande valore provenienti dai depositi del Museo (vedi Forte dei Marmi (Lu). Aperta al Fortino, alla presenza del ministro degli Esteri Tajani, la mostra “Gli Egizi e il dono del Nilo”: 24 preziosi reperti (molti inediti) dal museo Egizio di Torino propongono un viaggio nel tempo, dall’epoca Predinastica all’età greco-romana attraverso vasi, stele, maschere, amuleti e papiri | archeologiavocidalpassato).
I direttori dei grandi musei internazionali sono stati ancora protagonisti del ciclo di conferenze “What is a Museum?” e sono tornati a Torino a metà dicembre, in occasione del Simposio internazionale “Memory is our future”, che ha visto confrontarsi a una settantina di archeologi, egittologi, studiosi internazionali e di esperti di digital humanities (Torino. Al museo Egizio, in presenza e on line, il convegno internazionale “Memory is our future”: per tre giorni oltre 70 studiosi di fama mondiale si riuniscono per discutere del presente e del futuro della disciplina archeologica e dei musei | archeologiavocidalpassato).
Infine è approdato in libreria “La memoria è il nostro futuro. 200 anni di Museo Egizio” (Franco Cosimo Panini), una pubblicazione scientifica corale, curata dal direttore del Museo, Christian Greco, con interventi di curatori dell’Egizio e di altre istituzioni internazionali, ricercatori, storici ed egittologi. Un libro disponibile anche in inglese, che potrà essere acquistato al bookshop del Museo, ad un prezzo speciale il 6 gennaio 2025.
Torino. Al museo Egizio arriva il progetto di visite teatralizzate “Anche le statue parlano” con Caterina Bernardi, Alessandro Maione ed Edoardo De Angelis: un vero e proprio viaggio nel tempo tra archeologia e storia contemporanea
E se la Stele di Meru conservata nella Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino iniziasse a parlare? Quali storie ci racconterebbe? “Anche le statue parlano”: mercoledì 27 novembre 2024, gli attori Caterina Bernardi e Alessandro Maione e il cantautore Edoardo De Angelis – grazie alle suggestioni della musica e dei testi scritti per l’occasione – guideranno il pubblico alla scoperta delle affascinanti storie che la Galleria della Scrittura, il nuovo gioiello espositivo da poco inaugurato negli spazi del museo Egizio di Torino, conserva. Il progetto di visite teatralizzate “Anche le statue parlano”, finanziato dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e organizzato dall’A.C. CulturArti di Udine in partenariato con il museo Egizio di Torino, nasce con l’intento di collegare passato e presente, archeologia e storia contemporanea. Si tratta di un vero e proprio viaggio all’indietro nel tempo, di tipo espressivo e artistico, un progetto innovativo di valorizzazione culturale accessibile a tutti, ideato per far conoscere e apprezzare le storie e le leggende relative alle opere conservate presso le realtà museali coinvolte nell’iniziativa. Un viaggio nell’Antichità, ma anche un filo diretto con la Storia dei nostri giorni e un appello alla necessità di tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio culturale. Sono previsti tre turni di visita: ore 11 (1° gruppo), 13.40 (2° gruppo), 14.40 (3° gruppo). Lo spettacolo è incluso nel biglietto di ingresso al Museo.
Torino. Il presidente Mattarella presenzierà alle celebrazioni del bicentenario del museo Egizio. Il direttore Greco annuncia interventi ed eventi: dalla sala Nefertari (9 agosto) alla Galleria “Materia. Forma del Tempo”, dalla consegna all’Italia del Tempio di Ellesiya (20 novembre) alla nuova Galleria dei Re, dalla piazza Egizia all’Egitto immersivo (2025)

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli interventi per il bicentenario (foto museo egizio)
Sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 20 novembre 2024 ad aprire ufficialmente la tre giorni di celebrazioni del bicentenario del museo Egizio di Torino (1824-2024). In realtà l’anno del bicentenario è già iniziato nell’ultimo scorcio del 2023 e continuerà per quasi tutto il 2025. A ripercorrere quanto già fatto e ad annunciare il grosso degli eventi che ci aspettano nei prossimi mesi è stato il direttore del museo Egizio Christian Greco.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: l’ingresso (foto graziano tavan)
Galleria della Scrittura. “Il bicentenario è già iniziato”, esordisce Greco, “e noi l’abbiamo iniziato il 19 dicembre 2023 aprendo la prima sala che è la Galleria della Scrittura: con la scrittura declinata in tutte le sue valenze” (vedi Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato” | archeologiavocidalpassato). Il progetto espositivo della Galleria della Scrittura è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo.

L’allestimento temporaneo “Verso la nuova Galleria dei Re” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Verso la nuova Galleria dei Re. Per consentire il riallestimento della Galleria dei Re, le statue della Galleria dei Re sono protagoniste dal 23 aprile 2024 di un nuovo allestimento temporaneo nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze, dal titolo “Verso la nuova Galleria dei Re” (vedi Torino. Al museo Egizio, nell’anno del bicentenario, avviato il riallestimento della Galleria dei Re: fino a ottobre le statue di dei e faraoni sono spostate nell’atrio e sotto le arcate del museo Egizio e dell’Accademia delle Scienze. L’esposizione “Verso la nuova Galleria dei Re” ricorda il loro arrivo, 200 anni fa, con la collezione Drovetti | archeologiavocidalpassato). L’esposizione, frutto della collaborazione tra le due istituzioni, offrirà fino a ottobre 2024 ai visitatori una suggestione dell’origine del museo, 200 anni fa, quando arrivarono a Torino le grandi sculture di faraoni e divinità. Nel 1823 queste, infatti, assieme a migliaia di reperti della collezione Drovetti, varcarono la soglia del palazzo barocco che oggi ospita il museo Egizio e l’Accademia delle Scienze e furono sistemate al piano terreno e nella corte. Un anno dopo nacque a Torino il primo museo Egizio al mondo.

Una delle sale dello statuario con l’allestimento di Dante Ferretti, per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 (foto museo egizio)
“Il primo ripensamento – spiega Greco – è stato innanzitutto il basamento, perché forse tutti noi siamo sempre stati colpiti da quell’immagine che ci ha regalato Dante Ferretti, che venne in aiuto del museo nell’anno delle Olimpiadi (2006), arrivavano le delegazioni straniere, non c’erano soldi per rifare il museo, e quindi bisognava regalare un sogno. E questo sogno ce l’ha regalato, che era l’Egitto di Hollywood che rimarrà nella memoria di tutti, ed è documentato sul nostro sito. Però forse – continua – ci siamo dimenticati a essere una relazione intima con le statue a vederle. Oggi le vediamo tutte ribassate, e riusciamo finalmente a vederne i volti”. “Quando ho deciso al progetto della nuova Galleria dei Re– confessa Greco – ho pensato che questo sarà il mio licenziamento! Perché tutti adoravano la Galleria dei Re e in genere un direttore deve venire incontro a quello che vuole il visitatore e invece noi l’abbiamo cambiata”. Il progetto si chiama “Dall’oscurità alla luce”: “Queto è il concetto fondamentale: l’Egitto che torna con la sua luce. Già oggi al tramonto le Sekhmet acquistano una luce particolare che sembra davvero di rivederle nelle loro corti in Egitto”.
Giardino funerario e orto. “Il 1° maggio 2024 abbiamo aperto un piccolo giardino funerario” (vedi Torino. Al museo Egizio apre al pubblico un nuovo allestimento permanente “Giardini egizi: l’orto e il giardino funerario” | archeologiavocidalpassato). “Quello del museo Egizio – spiega Greco – riproduce il giardino funerario proposto nel Djehuty Project dal professor José Manuel Galán, ritrovato difronte a due tombe del Medio Regno (1991-1965 a.C.): una specie di griglia fatta in argilla rialzata con piante messe a dimora dentro questi cubi di terra e utilizzate nei rituali funerari. È l’ultimo omaggio a quelle persone che sotto quella sala riposano perché le mummie sono persone che riposano e mai avrebbero immaginato di essere oggi a Torino e che in quel giardino ritrovano uno degli elementi del paesaggio che hanno perso”. Dall’altra parte c’è un tipico orto così come viene rappresentato in una tomba di Beni Hasan, anch’esso realizzato con una specie di griglia dove si portava l’acqua a mano perché le piante sui diversi terrazzamenti potessero essere annaffiate.

La sala immersiva delle Gallerie d’Italia di Torino con la video-installazione “Paesaggi/Landscapes” (foto graziano tavan)
Paesaggi / Landscapes. “Paesaggi/Landscapes” è l’installazione immersiva, che dal 13 giugno al 12 settembre 2024 si può vedere gratuitamente, al mattino, alle Gallerie d’Italia di Torino, parte del progetto culturale ideato dal museo Egizio in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto. A corollario della video-installazione, e in concomitanza della chiusura del museo Egizio (17 giugno – 12 luglio 2024) per i lavori di copertura del cortile barocco, c’è stato un ciclo di dialoghi a ingresso libero che metterà a confronto fotografi, artisti ed egittologi saranno i protagonisti di “Paesaggi/Landscapes” (vedi Torino. Alle Gallerie d’Italia la video-installazione immersiva “Paesaggi/Landscapes”, progetto culturale ideato dal museo Egizio – in partnership con Intesa Sanpaolo – in cui la fotografia e la video-arte incontrano l’archeologia e l’antico Egitto: anticipazione di ciò che i visitatori del museo Egizio potranno sperimentare con “Egitto immersivo” nel 2025 | archeologiavocidalpassato). “È un primo assaggio di quello che vogliamo sia l’Egitto immersivo che vedremo nel 2025”, sottolinea Greco, “ovvero 200 anni dopo la nascita del museo Egizio ci siamo interrogati e ci siamo chiesti: cosa manca al museo Egizio? L’Egitto. E l’ambiente un po’ lo ricreiamo con il giardino e un po’ con un Egitto immersivo, ovvero cercando di far capire come il paesaggio sia un palinsesto in cui l’elemento antropico ha operato cercando di ricostruire il paesaggio”.

Il direttore Greco presenta il manifesto che annuncia l’apertura della sala Nefertari al museo Egizio (foto museo egizio)

La locandina della mostra “Queen Nefertari: eternal Egypt” al Nelson-Atkins Museum of Art di Kansas City
Nefertari. Il primo appuntamento del bicentenario è il 9 agosto 2024. Innanzitutto alla sera il museo Egizio avrà l’onore di ospitare il prof. Tarek Tawfik, presidente dell’associazione internazionale degli Egittologi, che parlerà su “La tomba di Nefertari. Incontro con la regina”, In occasione dell’inaugurazione della nuova sala del museo Egizio per il corredo della tomba della regina Nefertari, scoperta 120 anni fa da Ernesto Schiaparelli durante gli scavi della Missione Archeologica Italiana, tra 1903 e 1905. Nefertari, la sposa di Ramses II non si vede al museo Egizio da 8 anni. Ha fatto parte di una mostra itinerante che ha toccato prima l’Ermitage di San Pietroburgo, facendo 2 milioni e mezzo di visitatori (vedi “Nefertari e la Valle delle Regine. Dal museo Egizio di Torino”: all’Ermitage in mostra i capolavori conservati nella città sabauda parte delle ricche collezioni Drovetti e Schiaparelli | archeologiavocidalpassato), poi è andata a Leiden (vedi Il corredo della tomba di Nefertari del museo Egizio di Torino star della mostra “Le Regine del Nilo” a Leiden, in Olanda, prima esposizione temporanea all’estero del direttore Greco | archeologiavocidalpassato), quindi è approdata negli Stati Uniti (vedi Usa. Nonostante il contesto internazionale condizionato dalla pandemia, terza tappa nordamericana della mostra “Le Regine del Nilo” con 250 reperti del museo Egizio di Torino. Al Kimbell Art Museum di Fort Worth (Texas) proposto un nuovo allestimento dal titolo “Queen Nefertari’s Egypt”. Il direttore Greco: “Seguite tutte le operazioni di allestimento da remoto” | archeologiavocidalpassato) e in Canada (vedi Apre al Canadian Museum of History di Gatineau (Ottawa, Québec) la mostra “Queens of Egypt”, con 250 reperti del museo Egizio di Torino: dopo Kansas City e Fort Worth in Texas, i reperti delle collezioni torinesi proseguono il viaggio in Nord America e arrivano in Canada | archeologiavocidalpassato) per 5 anni. Dal 1° agosto 2024 la città di Torino è tappezzata col manifesto che riproduce uno degli oggetti più belli della Tomba di Nefertari, il Pilastro Djed-Zed. Sono state recuperate le vetrine volute da Schiaparelli arricchite da foto che ci riportano alla Valle delle Regine di inizio Novecento.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta la nuova galleria “Materia. Forma del Tempo” (foto museo egizio)
Galleria “Materia. Forma del Tempo”. “Un museo deve mettere al centro la materia: ecco quindi una serie di nuove biblioteche che verranno aperte in questa sala – anticipa Greco -. “La biblioteca dei legni: quali legni erano conosciuti nell’Antico Egitto? Quali pigmenti erano conosciuti? Perché i legni sono fondamentali e ci permettono all’interno dell’archeologia di datare, e quindi impareremo a cosa serve la Dendrocronologia. E poi la biblioteca della ceramica per rendere visibile quello che è l’elemento portante in archeologia: senza la ceramica noi non possiamo datare i vari strati. Sono 5600 vasi del museo Egizio che non sono mai stati esposti nella loro totalità, verranno presentati in un vetrinone che come una libreria. Ci sarà una scala che porta al secondo piano per poter vedere tutti i vasi in sequenza, ordinati per topografia – quindi nei luoghi in cui sono stati trovati – e poi in ordine cronologico. E in questo siamo precursori a livello internazionale”.

Il tempio di Ellesiya ricostruito nelle sale del museo Egizio di Torino (foto museo Egizio)
Tempio di Ellesiya. Il 20 novembre 2024 arriverà al museo Egizio il presidente Mattarella. “Per noi è molto importante che venga il presidente – sottolinea Greco – perché il presidente rappresenta tutti, rappresenta l’unità del nostro Paese. E noi restituiremo al presidente per restituirlo all’Italia il Tempio di Ellesiya, donato dal presidente Nasser all’Italia. Però c’era una cosa che doveva essere portata a termine del progetto iniziato da Silvio Curto: restituire questo tempio alla nazione. Il tempio non è del museo Egizio, il tempio è stato donato all’Italia. Ci sono stati altri tre Paesi che hanno ricevuto un tempio: gli Stati Uniti, i Paesi Bassi e la Spagna. La Spagna ha optato per l’esposizione in un parco, il Metropolitan ce l’ha all’interno del Met ma c’è un cubo di vetro che permette a chi è a Central Park di vedere all’interno, a Leiden si decise di coprire una piazza per rendere questo tempio fruibile. Noi stiamo per avviare i lavori per aprire una porta su via Duse e il tempio sarà fruibile gratuitamente per tutti. Lo consegneremo al Presidente della Repubblica, e dopo, nel pomeriggio del 20 novembre, apriremo il museo fino alle 21 per la comunità scientifica nazionale e internazionale. E poi fino alle 2 di notte avremo una prima notte bianca gratuita. La gratuità e la restituzione a Torino del museo Egizio continueranno poi il 21 e il 22 novembre in un festival di tre giorni che sarà per restituire a tutti il museo che è di tutti. E voglio che sia una festa che coinvolgerà tutti, voglio coinvolgere l’università, il Politecnico, voglio che vengano i giovani e che capiscano che questo museo in primis è loro”.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta gli allestimenti multimediali al Tempio di Ellesiya (foto museo egizio)
Il tempio di Ellesiya sarà raccontato. “Ci saranno due modalità in cui il tempio verrà raccontato”, spiega Greco. “Ci sarà un video-mapping sulle superfici del tempio che ci racconterà le varie parti del tempio e poi ci sarà una proiezione che darà una spiegazione invece sulla storia del museo. Una storia – continua Greco – che ci permette di nuovo di raccontare, di declinare una memoria sotto una valenza diversa, perché non esiste una memoria unica. In archeologia si deve dimenticare la parola identità. Non esistono identità, esistono caratteristiche diverse, esistono ibridazioni, e non si può pensare che ci sia un qualcosa di unico, un bianco e un nero, ma ci sono diverse gradazioni”.

Christian Greco, direttore del museo Egizio, presenta il nuovo allestimento della Galleria dei Re (foto museo egizio)
Galleria dei Re. “Innanzitutto recuperiamo l’ingresso monumentale Museum – spiega Greco – con una porta in legno bellissima arricchita di elementi esoterici che ci testimonia anche il sentire di Torino di fine ‘800. Si rivede la volta, si rivedono le due lapidi, una che ci ricorda di Drovetti e l’altra in lettere d’oro che ci ricorda della visita di Jean-Françoise Champollion, e che finalmente saranno esposte. Cambia la concezione: finestre aperte sulla corte interna, finestre aperte su piazza Carignano e luce. Le statue sono tutte abbassate e saranno in un contatto molto più intimo. Da metà piazza Carignano guardando verso il museo, con le luci accese, di sera si riuscirà a vedere le statue all’interno. La statua di Seti II sarà nella luce, con una parete dietro graficata che ci farà vedere da dove lui arriva perché lo sforzo di contestualizzazione lo faremo anche qui. La statua di Seti II è stata trovata difronte alla cappella di Seti II nel gran cortile del Tempio di Karnak. appena si entra dalla porta monumentale di Nectanebo I immediatamente a Nord c’è il suo fratello gemello che si trova al Louvre – il nostro però è più bello – e quindi finalmente ci sarà questo tentativo di contestualizzazione. Lo stesso avverrà con le Sfingi, esposte in una maniera diversa. Non più che guardano il pubblico ma che si guardano loro e che dovranno in prospettiva anche ricordare quel dromos che collegava il tempio di Karnak e il tempio di Luxor”.

Bicentenario museo Egizio: rendering della piazza Egizia, veduta zenitale (foto OMA Rotterdam)
Piazza Egizia. Per consentire tutti i singoli interventi è stato necessario coprire la corte, attraverso un bando internazionale cui hanno partecipato 38 progetti da 34 Paesi. È stato scelto un progetto olandese (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato). È una copertura leggera e completamente reversibile, perché non entra nelle pareti e quindi si potrà togliere in qualsiasi momento. È in vetro e acciaio che nell’ottica degli architetti ricorda quella che doveva essere la griglia di scavo. “Questo ci permetterà di avere una piazza”, spiega Greco, “dove avverranno una serie di cose. Ma la piazza con tutti i servizi annessi non sarà pronta per novembre, quando verrà il Presidente della Repubblica, ma sarà completata tra giugno e settembre 2025”. InfoPoint. Nel 2025 ci sarà un infopoint condiviso che sarà museo Egizio e Accademia delle Scienze, “perché il valore è che questo museo continua a essere all’interno di questo palazzo dove l’Accademia delle Scienze ha avuto il primo curatorio dove l’Accademia delle Scienze ancora c’è e dove insieme accoglieremo il pubblico per dire qui c’è un luogo congiunto e ci sono delle cose che si possono fare. Il mio sogno è di poter unire un giorno il patrimonio tangibile e intangibile, Accademia delle Scienze e museo Egizio per tentare assieme di valorizzare questo, quindi non solo le collezioni ma anche il palazzo in cui sono i saperi che si sono accumulati per cercare di far partecipare il museo Egizio a una candidatura Unesco.

Progetto OMA per il museo Egizio di Torino: rendering del bookshop accessibile dalla piazza Egizia (foto OMA Rotterdam)
La copertura della piazza ci ha permesso finalmente di stamponare le arcate del portico che è il portico di un palazzo barocco, così da poter percepire questa idea di interno ed esterno. Ci sarà la libreria, ricordando un po’ i portici di carta di Torino, prima di entrare nella Galleria dei Re. Questa piazza diventerà un luogo in cui chi entra, un po’ in piccolo date le nostre dimensioni, possa decidere dove andare. Si può andare al Tempio di Ellesiya, che è gratuito; si può andare sotto, nell’Egitto immersivo, che è gratuito; si può andare alla Galleria dei Re, o alla Galleria Materia Forma del Tempo; oppure prendere la scala mobile, raggiungere il secondo piano e cominciare il percorso cronologico. Quindi un museo che diventa molto più permeabili”. Continua Greco: “Toglieremo finalmente la scala mobile che porta adesso nell’ipogeo, perché oggi questa scala mobile oscura completamente il muro romano. La nuova scala, molto più leggera, utilizzabile anche per piccole conferenze, permetterà di far vedere tutto il muro romano su cui è costruito tutto l’edificio”.

Progetto OMA: rendering del giardino Egizio al livello -1 della piazza Egizia del museo Egizio di Torino (foto OMA Rotterdam)
Giardino egizio ed Egitto immersivo. Sarà pronto nel 2025. “In molte tombe tebane del Nuovo Regno – riprende Greco – il giardino viene rappresentato come un luogo in cui soggiornare. Così noi ricreeremo un giardino antico egizio e questo giardino è una parte della ricostruzione del paesaggio, perché dal giardino si entrerà in quello che è l’Egitto immersivo. Qui non saranno solo immagini, ma ci saranno anche reperti esposti vicino al loro paesaggio. E lì accanto c’è la sezione della Storia del Museo, anche questa gratuita. È il passato e il futuro del museo in dialogo tra loro”.
Torino. Al museo Egizio “Il canto del Nilo”: doppia performance dei Piccoli Cantori di Torino dedicata alla nuova Galleria della Scrittura
Doppia performance dei Piccoli Cantori di Torino dedicata alla nuova Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino. Appuntamento martedì 30 gennaio 2024 alle 16.30 e alle 17.15 nella nuova Galleria della Scrittura con “Il canto del Nilo”: il pubblico potrà seguire un concerto ispirato dall’antica scrittura egizia che, come la scrittura musicale, ha una forte componente visiva: si associa alle parole, cerca di vestirle e raccontarle con i suoni. L’evento è compreso nel biglietto di ingresso del Museo. Si tratta del primo passo della collaborazione tra il Museo e i Piccoli Cantori di Torino in occasione del Bicentenario dell’Egizio, portando i giovanissimi musicisti torinesi a farsi padroni di casa e offrire il loro sguardo e il loro canto per esplorare assieme i nuovi spazi museali. Come la scrittura egizia ha una forte componente visiva, così la scrittura musicale, quando si associa alle parole, cerca di vestirle e raccontarle con i suoni. In entrambi i casi, il significato della parola viene amplificato dalla vista e dall’udito, dal segno e dal suono. I Piccoli Cantori di Torino propongono una performance che parte da questa riflessione, associandola all’elemento naturale più affascinante da raccontare con i suoni: l’acqua, primo geroglifico e insostituibile fonte di vita per la civiltà egizia. Saranno le voci del coro a evocare lo scorrere del fiume, le profondità del mare, la delicatezza delle gocce, i racconti che si affidano alla corrente. Il coro dei Piccoli Cantori di Torino, fondato nel 1972 da Roberto Goitre, è il nucleo dell’omonima associazione che include una scuola di musica e numerose formazioni corali. È attualmente composto da circa 45 cantori di età compresa tra i 9 e i 16 anni. Dalla fondazione ad oggi il coro ha collaborato con la RAI, l’Unione Musicale, il Teatro Stabile, il Teatro Regio di Torino, MiTo Settembre Musica, ha cantato con l’OSN e l’OFT, ha partecipato a concerti, festival e rassegne in tutta Europa, creato la rassegna internazionale Voci in movimento giunta alla XI edizione e vinto un bando di Creative Europe. Ha inoltre cantato alle cerimonie olimpiche del 2006, con Elisa nel 2011 e Robbie Williams nel 2014, partecipato a programmi televisivi nazionali, messo in scena alcune opere da camera e inciso numerosi CD. Tra i progetti più significativi del 2024, l’incisione ed esecuzione dell’opera “I due usignoli” di Nicola Campogrande e la scrittura e realizzazione dello spettacolo “Il canto del Nilo” in collaborazione con il Museo Egizio.
Torino. Al museo Egizio è sold out la prima iniziativa dell’anno di Club Silencio “Una notte al museo: speciale bicentenario”: con visita alla Galleria della Scrittura, musica e drink
La nuova stagione di Club Silencio riparte al museo Egizio di Torino in occasione del suo bicentenario e dell’apertura del terzo piano con la Galleria della Scrittura. L’appuntamento “Una notte al museo Egizio: speciale bicentenario” di venerdì 26 gennaio 2024, dalle 19 a mezzanotte, con musica, performance, drink e attività interattive, è già sold out. Sarà possibile visitare il terzo piano del Museo, che da dicembre 2023 ospita la Galleria della Scrittura, e vedere all’opera i curatori e restauratori del museo. E poi musica elettronica con lo showcase di Outcast e la presentazione del nuovo disco di Perdurabo, polistrumentista dei Marlene Kuntz che vanta collaborazioni con membri di Apparat e Placebo. Per gli ospiti anche il lounge bar, con i premium drink di GinTò, la selezione di vini e le craft beer di BrewDog, e le attività culturali a tema.
Torino. Al museo Egizio da oggi apre la Galleria della Scrittura, percorso permanente di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. L’intervento del direttore Greco per “archeologiavocidalpassato”

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala del Pyramidion di Ramose (foto graziano tavan)
La mostra “Il dono di Thot”, dal 7 dicembre 2022 al 7 settembre 2023, 500 metri quadrati, distribuiti tra piano terreno e ipogeo del museo Egizio di Torino per narrare la scrittura dell’Antico Egitto dal geroglifico al copto, dallo ieratico al demotico, è stata la prova generale, la preparazione di quello che da oggi, 22 dicembre 2023, è il nuovo allestimento permanente: la Galleria della Scrittura, aperta al terzo piano del museo, dopo lavori di consolidamento e restauro, negli spazi finora dedicati alle mostre temporanee le quali, nei progetti di riorganizzazione dell’Egizio per il bicentenario della sua fondazione (1824-2024), troveranno posto al piano terra.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: Paolo Marini. Federico Poole e Susanne Toepfer curatori del progetto espositivo (foto graziano tavan)
Il progetto espositivo della Galleria della Scrittura è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. La Papiroteca dell’Egizio, infatti, è uno scrigno di più di 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 23mila frammenti di papiro, che documentano più di 3000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue ed è crocevia di progetti internazionali di restauro e digitalizzazione. I papiri non furono l’unico supporto che ha condotto fino a noi i testi antichi, raccontati nella Galleria della Scrittura anche da postazioni multimediali, alcune delle quali interattive, realizzate grazie al sostegno della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: l’ingresso (foto graziano tavan)

Evelina Christillin, presidente del museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
“Proiettati verso il bicentenario nel 2024”, interviene la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin, “tagliamo il traguardo a fine anno del milione di visitatori e riapriamo al pubblico il terzo piano del Museo. Un nuovo tassello arricchisce il percorso espositivo dell’Egizio, che cambierà ancora volto. Grazie al mecenatismo attento di Consulta, con la Galleria della Scrittura proponiamo una sorta di museo nel museo, con cui intendiamo riannodare le fila del racconto di una delle innovazioni che non ha mai smesso di avere un’influenza sull’umanità. Potrebbe infatti esistere l’intelligenza artificiale, senza la scrittura?”.
La Galleria della Scrittura occupa mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4000 anni. Sotto i riflettori non solo i geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto. Raccontare la storia della scrittura antica, nelle sue varianti ed evoluzioni significa anche descrivere la società, le articolazioni dello stato e in ultimo la figura dello scriba, custode della memoria storica dell’antica civiltà egizia e depositario di un saper fare, che affonda le sue origini nel mito ed è avvolto da un’aura quasi sacra.
È proprio il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco, a introdurre i lettori di archeologiavocidalpassato.com alla Galleria della Scrittura. “Oggi facciamo un bel regalo di Natale ai nostri visitatori: 1000 mq che offriamo ai nostri visitatori”, spiega Greco. “È un percorso permanente che ci permette di fare un viaggio dall’inizio della scrittura, dai primi testi di senso compiuto, circa il XXVII secolo a.C., per arrivare ai papiri in lingua araba del IX-X secolo d.C. È una galleria che ci permette di capire quale fosse il supporto, che significato avessero i geroglifici, e soprattutto che fa parlare i documenti. Questa galleria che diventa permanente – continua -, rispetto alla mostra temporanea “Il dono di Thot” aggiunge tutta la parte dei soppalchi dove vediamo oggetti monumentali, come il pyramidion di Ramose, che ci fa capire quali fossero i diversi livelli della tomba, e soprattutto ci sembra quasi di entrare nel per hank, nella biblioteca del tempio, e di vedere i vari testi che vi erano contenuti:

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala dei papiri (foto graziano tavan)
40 metri di papiri, 32 documenti, che suddivisi tra documenti biografici, amministrativi, mitologici, religiosi e rituali, che ci permettono davvero di entrare nella vita dell’Antico Egitto, e poi concludiamo con una parte anch’essa nuova e molto importante sulla valenza, sulla potenza della parola, e in questa ultima sala il pezzo importante è il sarcofago di Puia, dove facciamo vedere per la prima volta i tenoni che sono iscritti con i nomi delle divinità che devono proteggere le diverse parti del corpo. Ecco quindi come la parola sia davvero la parola degli dei, sia questo dono importantissimo dato agli uomini che – conclude – permette agli uomini di sistematizzare il cosmo e di vivere all’interno di esso. E quindi di dare vita alle strutture fondamentali come la burocrazia, la sistemazione dello Stato, i rituali, e al contempo, tramite i testi rituali, di permettere anche che l’Egitto continui a vivere”.

Il cartiglio in calcare dal tempio dell’Aten a Karnak datato al regno di Akhenaten (1353-1336 a.C.) parte della Collezione Drovetti, apre la Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)
Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi. È il caso del Cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura. Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinità Aten, riportato nel cartiglio, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri. In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

Galleria della Scrittura al museo Egizio di Torino: la sala del sarcofago di Puia (foto graziano tavan)
“Il pensiero egizio oscillava continuamente fra razionalità ed empirismo”, spiega ancora Greco. “Forse nulla come il geroglifico dà ragione di questa tensione, che vogliamo far scoprire al visitatore. Rivestendo contemporaneamente il ruolo di grafema e simbolo, il geroglifico ci restituisce un doppio significato fonologico ed iconografico e si trova quindi ad assumere due funzioni distinte: quella linguistica e quella semiotica. Testo ed immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di 4000 anni di storia dell’Antico Egitto. Come e perché si è sviluppata la scrittura, che ruolo ha avuto nella formazione dello Stato in tutte le sue articolazioni e nello sviluppo del discorso religioso e della complessa cosmografia funeraria? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta, con rigore scientifico e allo stesso tempo cercando di interessare e appassionare visitatori di tutte le età, anche attraverso supporti multimediali e interattivi”.


Per celebrare il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, il museo Egizio ha invitato un’artista contemporanea, Sara Sallam, per riflettere ancora una volta sull’etica dell’esposizione dei resti umani. Il Museo ha quindi ospitato fino a fine febbraio 2023 una piccola esposizione di arte contemporanea: “Attraverso gli occhi di Tutankhamon”. Un’istallazione video ha condotto i visitatori nella tomba di Tutankhamon, al momento della sua scoperta, mostrando però il punto di vista del faraone (vedi 
L’Egizio si è poi confermato crocevia di studi e ricerche internazionali, con l’obiettivo di ripensare il ruolo dei musei all’epoca della globalizzazione e della digitalizzazione. In particolare, in questo solco si è inserito “What is a Museum?”, un ciclo di dieci incontri, ideato dal direttore, Christian Greco, per riflettere sul futuro dei musei e per accompagnare l’Egizio in un percorso di trasformazione fisica e di innovazione, in vista del bicentenario, che verrà celebrato nell’autunno del 2024 (vedi 
A luglio il simposio internazionale “The Mensa Isiaca under review. Technical study and new interpretations”, organizzato dal Museo, in collaborazione col J. Paul Getty Museum e col Getty Conservation Institute ha riunito a Torino egittologi, archeologi ed esperti provenienti da tutto il mondo. Proprio grazie alla collaborazione tra il museo Egizio, il J. Paul Getty Museum e il Getty Conservation Institute, un gruppo di conservatori e di scienziati, alla luce delle nuove tecnologie, ha sottoposto il reperto a nuove analisi per studiare tutti i dettagli, di cui la Mensa è ricchissima, è stato fatto un approfondito esame con microscopia ottica assistita (vedi 










Poi abbiamo iniziato un’attività, che tutti voi conoscete, “What is a museum” (vedi 
“L’ha già detto la presidente, il 1° gennaio 2024 la Città di Torino regala il concerto di Capodanno in piazza Castello con l’orchestra Filarmonica di Torino con protagonista l’Egizio, in diretta televisiva su Sky Classica.




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