“La ricerca archeologica a Paestum e a Velia”: presentazione dei nuovi scavi, giovedì 20 all’area archeologica di Velia e venerdì 21 al museo Archeologico nazionale di Paestum. Ecco il programma
“La ricerca archeologica a Paestum e a Velia” sarà al centro di una doppia giornata di presentazione dedicata ai nuovi scavi, in programma il 20 marzo 2025 all’area archeologica di Velia e il 21 marzo 2025 nella sala Cella del museo Archeologico nazionale di Paestum. L’iniziativa, organizzata dai parchi archeologici di Paestum e Velia con il coinvolgimento della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Salerno e Avellino e delle Università che conducono scavi in regime di concessione ministeriale, rappresenta un’importante occasione di condivisione dei risultati più recenti delle campagne di ricerca condotte nei due siti e nei loro territori. Oltre alla presentazione delle principali scoperte, la giornata offrirà un momento di confronto tra studiosi, ricercatori e professionisti del settore, con l’obiettivo di favorire il reciproco aggiornamento e stimolare nuove prospettive di studio. L’auspicio è che questi incontri possano contribuire ad approfondire e ampliare la conoscenza della storia di due tra i più significativi siti archeologici del Mediterraneo.
PROGRAMMA DEL 20 MARZO 2025, AREA ARCHEOLOGICA DI VELIA. Alle 9.30, saluti e introduzione: Tiziana D’Angelo, direttore parchi archeologici di Paestum e Velia; Raffaella Bonaudo, soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino; Stefano Sansone, sindaco di Ascea; 10, Luigi Vecchio (università di Salerno), Ivan Tornese (università di Salerno), Eliana Ferraioli (università di Salerno), “Ricerche in corso sul patrimonio epigrafico di Paestum e Velia”; 10.30, Luigi Cicala (università di Napoli Federico II), “Elea-Velia. La città ellenistica e romana. Le ricerche dell’università di Napoli Federico II”; 11, Michele Cotugno (università di Napoli Federico II), Teresa Tescione (università di Napoli Federico II), Rosa Vanacore (università di Napoli Federico II), “Elea-Velia. Materiali ceramici tra età ellenistica e tardo antica: ricerche e casi di studio”; 11.30, pausa caffè; 12, Jon Albers (Ruhr-Universität Bochum), Brigit Bergmann (Ruhr-Universität Bochum), “Il progetto “Velia-città orientale”: una prima relazione di lavoro”; 12.30, Simona Di Gregorio (soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino), Angelo D’Angiolillo (università di Bologna), Alexander Sokolicek (Universität Salzburg), “ La zona periurbana di Velia: nuove ricerche alla cd casa Mingazzini. Rapporto campagna 2023 della missione austriaca”; 13, pausa pranzo; 14, Tiziana D’Angelo (direttore parchi archeologici di Paestum e Velia), Francesco Uliano Scelza (parchi archeologici di Paestum e Velia), Jessica Elia (archeologo libero professionista), Gaia Isoldi (archeologo libero professionista), “Scavi, strati e materiali della più antica acropoli di Velia”; 14.30, visita allo scavo sull’acropoli di Velia.
PROGRAMMA DEL 21 MARZO 2025, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI PAESTUM – SALA CELLA. Alle 9.30, saluti e introduzione: Tiziana D’Angelo, direttore parchi archeologici di Paestum e Velia; Raffaella Bonaudo, soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino; 10, Fausto Longo (università di Salerno), Andrea Jacopo Cucino (università di Salerno), Anna Salzano (università di Salerno), “Le origini del santuario settentrionale: la ripresa dello scavo all’Athenaion”; 10.30, Rebecca Miller Ammerman (Colgate University), Albert Ammerman (Istituto Veneto di Scienza, Lettere ed Arti di Venezia), “Returning to the temple of Athena”; 11, Jon Albers (Ruhr-Universität Bochum), Anna Bertelli (Ruhr-Universität Bochum), Claudia Widow (Ruhr-Universität Bochum), “Ricerche 2024 presso il tempio sul foro e il comizio di Paestum”; 11.30, pausa caffè; 12, Fausto Longo (università di Salerno), Alessandro Campedelli (università di Salerno), Amedeo Rossi (università di Salerno), “Uno straordinario palinsesto urbano: lo scavo dell’impianto termale dell’insula in 6-8”; 12.30, Maria Boffa (parchi archeologici di Paestum e Velia), Silvio Leone (parchi archeologici di Paestum e Velia), Giovanna Manzo (parchi archeologici di Paestum e Velia), Monica Sessa (archeologo libero professionista), “Le terme sul foro: nuovi scavi e restauri”; 13, pausa pranzo; 14, Bianca Ferrara (università di Napoli Federico II), Elena Russo (soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino), “La missione archeologica della Federico II al santuario di Hera sul fiume Sele. Risultati delle campagne di scavo 2021-2024”; 14.30, Tiziana D’Angelo (direttore parchi archeologici di Paestum e Velia), Francesco Uliano Scelza (parchi archeologici di Paestum e Velia), Francesco Mele (archeologo libero professionista), Manuela Ferraioli (archeologo libero professionista), “Il tempietto arcaico di Paestum”; 15, visita al cantiere delle terme sul foro e allo scavo del tempietto presso le mura di cinta di Paestum.
San Valentino 2025. Con le visite guidate “Legami” i parchi archeologici di Paestum e Velia celebrano l’amore nella sua forma più arcaica e universale. Ecco il programma a Paestum e a Velia

A Paestum e Velia il 14 febbraio 2025 celebra l’amore nella sua forma più arcaica e universale con le visite guidate tematiche “Legami”, con il quale si vuole evocare quell’intreccio, spesso indissolubile, che l’amore è capace di generare. Un amore che non si limita alle relazioni tra uomini, ma che riesce a coinvolgere in un più ampio respiro l’universo intero. A Velia, alle 11, sarà possibile partecipare alla visita “La natura dell’amore. Intrecci di botanica, archeologia e saperi”, un percorso che rivela come la storia, l’archeologia e la tradizione si fondono con la botanica e le risorse del territorio, in un racconto millenario. A Paestum, alle 15, ci sarà la visita “Unioni senza tempo. I matrimoni e i viaggi delle giovani spose”, dove sarà possibile indagare il ruolo di Hera e Afrodite nei matrimoni antichi e avere l’opportunità di visitare i depositi del museo per vedere reperti solitamente non esposti. Le iniziative sono incluse nel biglietto di ingresso ai Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia. Appuntamento alle biglietterie dei Parchi.

A Velia, alle 11, nell’area archeologica con la visita tematica “La natura dell’amore. Intrecci di botanica, archeologia e saperi” a cura di Francesco Uliano Scelza, i visitatori saranno guidati in un viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’antica città di Elea che non è solo storia, archeologia e tradizione ma è anche il racconto di un territorio ferace, sintesi di esperienze millenarie. Velia è risorsa botanica, agraria e culturale, è il frutto di radici che rappresentano le testimonianze di un mondo antico, tenace e originale, ma anche fertile e vario. Passeggiare a Velia significa percorrere un viaggio nel tempo. Significa soffermarsi presso gli edifici più disparati le cui porzioni sono parti aggiunte o sottratte in momenti diversi. Significa immergersi in colori, odori e forme di piante e di essenze diverse, e significa riconoscere profili di rocce tagliate e piani di terra sovrapposti, alcuni per un movimento del suolo, altri per un’opera di cava o di trasporto. La spiaggia, il promontorio, la macchia, gli ulivi, gli alberi da frutto, le essenze, il profilo delle colline ed il mare, sono gli attori di un paesaggio che intreccia l’edificato della città e l’ambiente. Non certo un sito monotono, né un mero contenitore di testimonianze del passato. La sua archeologia e il suo paesaggio si incontrano in un quadro unico e sempre nuovo. Ed è proprio questa unione che si racconta nel giorno dedicato agli innamoramenti: una passeggiata sceneggiata dalle fonti, dalle architetture e dalla natura, in cui saranno illustrati i beni di Velia, vegetali e archeologici, i saperi antichi che li hanno custoditi e trasformati e i progetti che i Parchi archeologici di Paestum e Velia hanno ideato per farne motivo di valore.

A Paestum, invece, alle 15, al museo è prevista la visita guidata “Unioni senza tempo. I matrimoni e i viaggi delle giovani spose” a cura di Maria Boffa. Il matrimonio è da sempre il coronamento di un legame d’amore tra due persone. Nel mondo antico, i matrimoni andavano oltre i sentimenti e si arricchivano di valori aggiunti: erano mezzi per stringere alleanze sociali, politiche ed economiche tra famiglie o comunità differenti. Il sistema dei matrimoni era davvero articolato e iniziava molto prima del giorno delle nozze, coinvolgendo tutta la comunità. Tra le divinità che giocano un ruolo fondamentale richiamiamo Hera, dea dei matrimoni, della fedeltà coniugale e del parto, e Afrodite, la dea dell’amore per eccellenza, il cui culto è attestato a Paestum in diversi santuari. Attraverso la descrizione del culto di Hera e Afrodite a Paestum e di alcuni specifici vasi rinvenuti in tombe femminili, si racconterà del complesso sistema dei matrimoni antichi, passeggiando tra le sale del museo e visitando i depositi di Paestum dove verranno mostrati dei reperti generalmente non visibili.
Velia (Sa). Alle terme ellenistiche l’incontro “Memorie dal sottosuolo: Archeologia e Speleologia in dialogo a Paestum e Velia”. Presentazione del progetto di documentazione dei contesti archeo-speleologici dei siti di Paestum e Velia
Il 18 ottobre 2024, alle 11, alle terme ellenistiche dell’area archeologica di Velia, la conferenza “Memorie dal sottosuolo: Archeologia e Speleologia in dialogo a Paestum e Velia”. Intervengono Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia; Francesco Uliano Scelza, funzionario archeologo in servizio ai Parchi; Graziano Ferrari, presidente associazione Cocceius; Daniele De Simone, funzionario archeologo della soprintendenza ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli. L’iniziativa è inclusa nel biglietto di ingresso ai Parchi è nell’abbonamento Paestum&Velia. L’incontro è dedicato alla presentazione del progetto di documentazione dei contesti archeo-speleologici dei siti di Paestum e Velia. Tale attività è stata inaugurata attraverso l’intesa tra i Parchi archeologici di Paestum e Velia e l’Associazione Cocceius, un gruppo non accademico senza scopo di lucro, composto da speleologi, geologi, archeologi e naturalisti che, da vari anni, opera nel territorio campano applicando le tecniche speleologiche nell’esplorazione e nella documentazione del patrimonio culturale sotterraneo. In particolare saranno illustrate le ricerche sui sistemi idraulici antichi di Paestum e Velia, recentemente esplorati con l’impiego di tecniche di progressione in verticale e di modellazione 3D.
Paestum-Velia. “Diari di Archeologia”: nell’ottavo episodio il funzionario archeologo Francesco Uliano Scelza del Parco, con l’archeologa Jessica Elia, ricostruisce la storia di Velia, a partire dallo scavo dell’Acropoli e dalla struttura sacra recentemente tornata alla luce, dove sono custodite le memorie dei focei, fondatori dell’antica città di Elea

L’archeologo Francecso Uliano Scelza dei parcho archeologici di Paestum e Velia sull’acropoli di Velia (foto pa-paeve)
Dopo aver seguito lo scavo del Tempietto dorico di Paestum con Tiziana D’Angelo, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia; aver partecipato con Teresa Marino, funzionario archeologo del parco, al sopralluogo effettuato con l’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza; essere andati alla scoperta della sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo di Paestum con Manuel Crisci assistente alla fruizione; aver visitato a Velia la mostra “Elea: la Rinascita” col funzionario archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza; essere entrati nel vivo dei progetti di monitoraggio dei templi insieme al direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo e al funzionario architetto Antonella Manzo; esserci addentrati col funzionario archeologo del parco, Francesco Uliano Scelzanella, nella galleria ferroviaria ottocentesca, che si trova a sessanta metri sotto l’acropoli di Velia, attualmente in disuso, e trasformata in deposito; essere tornati con il direttore Tiziana D’Angelo sullo scavo del tempietto dorico per conoscere gli ultimi ritrovamenti (vedi Paestum. “Diari di Archeologia”: nel settimo episodio il direttore del parco archeologico Tiziana D’Angelo ci riporta sullo scavo del tempietto dorico per conoscere gli ultimi ritrovamenti | archeologiavocidalpassato), nell’ottavo episodio della rubrica “Diari di archeologia”, il funzionario archeologo Francesco Uliano Scelza ricostruisce la storia di Velia, a partire dallo scavo dell’Acropoli e dalla struttura sacra recentemente tornata alla luce.

Sequenza stratigrafica dello scavo sull’acropoli di Elea-Velia (foto pa-paeve)
“Lo scavo sull’acropoli di Velia ci conduce nei tempi più antichi della città focea”. Comincia così il racconto dell’archeologo Francesco Uliano Scelza. “Ci troviamo all’interno, al centro di un’opera sacra di una struttura templare che è stata scoperta grazie a questi scavi che per la prima volta riusciamo ad ammirare per gran parte della sua interezza. Lo scavo ci dà delle datazioni precise. Siamo tra il 540 a.C., anno della fondazione presunta di Velia, e gli anni immediatamente successivi. Sono gli anni che vedono i profughi focei approdare sulle coste del Cilento e portare con sé tutte le memorie del viaggio che hanno intrapreso dal momento in cui sono scappati dalla loro patria nativa. Queste memorie le troviamo all’interno di questa struttura sacra. Gli strati e le pietre che abbiamo individuato attraverso lo scavo ci raccontano questa storia, questa storia molto antica sulla città focea. Con Jessica stiamo analizzando nel particolare questi due grandi elementi. Le tecniche costruttive e la stratigrafia archeologica”.

Jessica Elia, archeologa dei parchi archeologici di Paestum e Velia (foto pa-paeve)

L’elmo calcidese appena dissotterrato dagli strati archeologici all’interno del tempio di Atena sull’acropoli di Elea-Velia (foto pa-paeve)
“Qui siamo all’interno della struttura”, interviene Jessica Elia, archeologa del parco archeologico. “Questa sezione stratigrafica ci mostra tutti gli strati che abbiamo individuato all’interno della struttura sacra. Partendo dalla pavimentazione, una pavimentazione realizzata in arenaria compattata. Vediamo questo strato marrone che è lo strato di crollo delle pareti di argilla, delle pareti di mattoni crudi, riusciamo ancora a vedere l’intonaco che aderiva alle pareti ed è proprio all’interno di questo strato che noi abbiamo trovato la maggior parte delle armi e delle armature che erano conservate all’interno di questa struttura. Da qui, da questo punto, vengono gli elmi, vengono le punte di lancia, punte di freccia, pezzi di scudo. Ed è appunto tutto questo strato, appunto, che ci testimonia il crollo e la chiusura di questa struttura sacra”.

L’acropoli di Velia al tramonto sul mar Tirreno (foto pa-paeve)
“Il progetto di scavo – riprende Uliano Scelza – procederà con l’indagine all’interno dei crolli. Tenteremo di verificare bene la planimetria dell’edificio, sia per quello che riguarda il profilo esterno, sia per quanto riguarda l’organizzazione interna, cosa che ci aspettiamo. Inoltre tenteremo di scendere al di sotto del pavimento della struttura sacra per indagare le fasi che hanno preceduto l’arrivo dei focei qui a Elea-Velia. Infine il progetto si concluderà con la creazione di un nuovo percorso di fruizione attraverso il quale gli utenti potranno osservare con un sol colpo d’occhio la struttura arcaica, il tempio di età classica e la torre di età medievale”.
Paestum. “Diari di Archeologia”: nel sesto episodio l’archeologo del parco Francesco Uliano Scelza ci porta a scoprire la galleria ferroviaria 60 metri sotto l’area archeologica di Velia, trasformata in deposito, e presto accessibile al pubblico con un ascensore dall’acropoli

La galleria deposito di Velia, galleria ferroviaria ottocentesca in disuso, 60 metri sotto l’area archeologica (foto pa-paeve)
Dopo aver seguito lo scavo del Tempietto dorico di Paestum con Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, aver partecipato con Teresa Marino, funzionario archeologo del parco, al sopralluogo effettuato con l’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza, essere andati alla scoperta della sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo di Paestum con Manuel Crisci assistente alla fruizione, aver visitato a Velia la mostra “Elea: la Rinascita” col funzionario archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza, essere entrati nel vivo dei progetti di monitoraggio dei templi insieme al direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo e al funzionario architetto Antonella Manzo (vedi Paestum. “Diari di Archeologia”: nel quinto episodio il direttore Tiziana D’Angelo con il funzionario architetto Antonella Manzo ci porta nel vivo dei progetti di monitoraggio dei templi | archeologiavocidalpassato), nel sesto episodio della rubrica “Diari di archeologia”, accompagnati dal funzionario archeologo del parco, Francesco Uliano Scelza, ci addentriamo nella galleria ferroviaria ottocentesca, che si trova a sessanta metri sotto l’acropoli di Velia, attualmente in disuso, che è stata trasformata in deposito per custodire una parte cospicua dei reperti rinvenuti nella città antica. Questo spazio è interessato da un ambizioso progetto di riqualificazione che lo trasformerà in un deposito completamente accessibile a tutti i visitatori, prevedendo anche la realizzazione di un ascensore di collegamento tra acropoli e galleria sottostante.
“Siamo a Velia in un posto unico”, spiega Scelza, “siamo all’interno del deposito della città antica realizzato qualche decennio fa all’interno di questa galleria ferroviaria, ora in disuso. Qui è condensata la storia che al di fuori in superficie è rappresentata dai monumenti. Il parco archeologico di Paestum e Velia ha deciso di riqualificare questo luogo ma non solo, anche per dare un giusto valore a questo straordinario reperto manufatto che è la galleria di Velia che è esso stesso un bene culturale.

Veduta panoramica della Torre di Velia nell’area archeologica (foto pa-paeve)
“La galleria – continua l’archeologo – contiene diverse migliaia di cassette, più di 10mila, con reperti di ogni genere ma anche reperti che non è stato possibile incassettare, come a esempio le anfore che sono rinvenimenti sottomarini di antichi relitti o anche epigrafi e sculture che provengono dagli scavi della città meridionale, vale a dire la città che ospitava le insule e le residenze, gli edifici pubblici. Il progetto di riqualificazione della galleria ha tre grandi e principali finalità. La prima, la più ovvia, la più immediata, di tutela: dobbiamo garantire a tutti i reperti di Velia conservazione. La seconda, dobbiamo tentare di rendere questo patrimonio non isolato; dobbiamo rendere quindi il più possibile fruibile, accessibile, percorribile questo ambito. Terza grande finalità è quella di dare un grosso contributo all’accessibilità e alla conoscenza di Velia. Per questa ragione – conclude – noi abbiamo considerato l’ipotesi di costruire, a partire una galleria, un ascensore che può raggiungere direttamente l’acropoli. Si tratta di progettare un nuovo accesso alla città e un nuovo tipo di accessibilità. È l’occasione dunque per impostare delle fondamenta di quello che noi chiamiamo il sistema Museo di Velia, costituito appunto dal deposito, dai percorsi che intersecheranno l’area archeologica con spazi espositivi all’aperto, e dal museo vero e proprio che sarà costruito all’esterno”.
Paestum. “Diari di Archeologia”: nel quarto episodio il direttore Tiziana D’Angelo e il funzionario archeologo Francesco Scelza ci porta a scoprire la mostra “Elea: la rinascita” nell’area archeologica di Velia

Locandina della mostra “Elea: la rinascita” nell’area archeologica di Velia dal 4 agosto 2023 al 30 aprile 2024
Dopo aver seguito lo scavo del Tempietto dorico di Paestum con Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, aver partecipato con Teresa Marino, funzionario archeologo del parco, al sopralluogo effettuato con l’Opificio delle Pietre Dure alla Tomba del Sequestro della Finanza, essere andati alla scoperta della sezione “Oltre il museo” nei depositi del museo di Paestum con Manuel Crisci assistente alla fruizione (vedi Paestum. “Diari di Archeologia”: nel terzo episodio l’assistente Manuel Crisci ci porta a scoprire le lastre tombali lucane, dalla Tomba degli Atleti alla Tomba del Magistrato nella sezione “Oltre il Museo” dei depositi dell’Archeologico nazionale | archeologiavocidalpassato), nel quarto episodio della rubrica “Diari di Archeologia” è dedicato alla mostra intitolata “Elea: la Rinascita”, inaugurata il 4 agosto 2023, che sarà aperta al pubblico fino al 30 aprile 2024. Il percorso espositivo è illustrato dal direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo, e dal funzionario archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza.
“La mostra Elea: la rinascita”, esordisce Tiziana D’Angelo, “ci riporta alle origini della città di Elea-Velia nel VI secolo a.C. in un percorso che attraversa tutta l’area archeologica e ha il suo fulcro sull’acropoli. La mostra racconta la nascita della città di Elea e la rinascita del suo popolo. Un popolo, quello dei Focei, che aveva dovuto abbandonare la propria patria sulla costa occidentale della Turchia per evitare l’assedio dei Persiani. Una storia quindi eterna e universale di conflitti esilio e riscatto. La mostra trae ispirazione dai risultati degli scavi più recenti che sono stati condotti proprio qui sull’acropoli. E sono qui oggi con il dottor Francesco Scelza, funzionario del parco che ci racconterà dei risultati degli scavi passati e di come un progetto di scavo nuovo sia stato integrato all’interno della mostra”.

L’archeologo Francesco Uliano Scelza con il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia Tiziana D’Angelo (foto pa-paeve)
“Tappa fondamentale della mostra e centrale per il suo percorso”, spiega Francesco Scelza, “è la zona di scavo, una zona di scavo che abbiamo sondato qualche anno fa, recentissimamente, e che ha condotto a importantissimi e ricchissimi risultati. I materiali di questi scavi sono adesso esposti all’interno di un’altra tappa della mostra. Ma abbiamo voluto aprire lo scavo proprio per far vedere all’interno del percorso le stratigrafie e le successioni di strutture e cose che hanno caratterizzato i primi anni di vita di Elea”.

L’erma di Parmenide esposta nella mostra “Elea: la rinascita” (foto pa-paeve)
“In questa storia di rinascita la filosofia gioca un ruolo assolutamente cruciale”, riprende la direttrice. “I due filosofi Parmenide e Zenone, filosofi presocratici e fondatori della famosa scuola eleatica, appartenevano alle prime generazioni degli abitanti di Elea. Ma erano molto più che filosofi. Non dimentichiamo che sono state proprio le buone leggi di Parmenide a consentire alla città di Elea di fiorire. E la memoria di queste due figure segna lo sviluppo della città di Elea-Velia nei secoli a venire fino all’epoca romana”.
Paestum. La direttrice Tiziana D’Angelo riapre lo scavo del tempietto arcaico lungo le mura e decide di raccontarlo in diretta sui canali social

Capitelli, rocchi di colonna, elementi del fregio e del cornicione: sono i frammenti lapidei di un tempio dorico del V sec. a.C. emersi lungo le mura di Paestum (foto parco archeologico Paestum)
In diretta dagli scavi del tempietto arcaico di Paestum ripresi in questi giorni. È la nuova iniziativa di Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, che ha deciso di seguire passo passo, con interventi video sui canali social del Parco, la ripresa delle ricerche archeologiche del tempietto di età tardo arcaica ubicato presso la porzione ovest delle mura di cinta della città fu individuato nel 2019 a seguito del ritrovamento di diversi elementi architettonici appartenenti al tempio stesso come capitelli, metope, triglifi, parti di colonne e di tetto (vedi Il parco archeologico di Paestum presenta alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico la scoperta del tempietto dorico e lancia il Manifesto dell’Archeologia Circolare: occasione per riflettere nella prassi archeologica, museologica e gestionale | archeologiavocidalpassato). Per ora sono tante le domande aperte, come ricorda la direttrice Tiziana D’Angelo: quale la divinità titolare? Quale il rapporto con gli altri templi? Quando fu costruito? Quando venne distrutto? Lo scavo in corso è chiamato a dare queste risposte che verranno raccontate col prosieguo delle ricerche.
Il tempietto arcaico non sorge all’interno del percorso archeologico del parco, ma comunque all’interno della città antica di Poseidonia-Paestum, in prossimità della cinta muraria, nella parte occidentale della città. “Per comprendere meglio questa struttura”, spiega D’Angelo, “dobbiamo tornare indietro qualche anno, al giugno 2019, quando alla direzione del Parco c’era Gabriel Zuchtriegel. Allora, in occasione di un’attività di manutenzione della cinta muraria, sono stati rinvenuti numerosi blocchi, numerosi frammenti architettonici: frammenti di capitello, frammenti di triglifi, e questo ha consentito di comprendere che proprio in questa zona molto probabilmente esisteva una struttura sacra molto importante.

La mappa del tempietto emersa con l’indagine del georadar (foto parco archeologico Paestum)
Sono seguite quasi immediatamente delle indagini scientifiche, le geofisiche, il telerilevamento, realizzate in collaborazione con il Cnr, che hanno confermato le prime intuizioni. Ciò ha permesso di individuare il perimetro di questa struttura sacra, un tempietto dorico, quindi più piccolo ovviamente rispetto ai tre grandi templi che troviamo all’interno dell’area urbana, nel santuario settentrionale e nel santuario meridionale della città di Paestum, ma che molto probabilmente appartiene allo stesso periodo storico, quindi siamo all’inizio del V sec. a.C.”. Lo scavo archeologico è seguito dai funzionari archeologo Francesco Scelza e Francesco Mele.

Tiziana D’Angelo, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia (foto pa-paeve)
“È pochi giorni che abbiamo ripreso questo scavo”, continua la direttrice, “e già si cominciano a vedere i primi risultati. La pianta del tempietto, lo abbiamo detto, è visibile. Mentre verso Ovest si può notare anche un crollo delle mura. Quindi ci sono davvero degli eventi molto interessanti che adesso dobbiamo ricostruire. Gli interrogativi ovviamente sono moltissimi. Da una parte ci si chiede a quale divinità questo tempio fosse dedicata, dall’altra quale fosse il rapporto tra questo tempio piccolo in una zona liminale della città e i templi dei santuari urbani. E ci si chiede anche quando effettivamente sia stato costruito, quando sia stato distrutto, quale sia il rapporto anche con il crollo delle mura. Queste per ora sono solo domande. Ma quello che vogliamo fare è cercare di raccontare in una sorta di diario di scavo il nostro lavoro ed è quello che faremo nelle prossime settimane di lavoro, e ve lo racconteremo: ci potete seguire – conclude – in questa nostra avventura di scavo su tutti i nostri canali social”.
Giornate europee del Patrimonio: ecco il ricco programma a Paestum e Velia
Il parco archeologico di Paestum e Velia aderisce alle Giornate Europee del Patrimonio, manifestazione promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione UE dal 1991, con due giornate ricche di eventi e aperture straordinarie. Quest’anno il tema conduttore è: “Patrimonio culturale sostenibile: un’eredità per il futuro”. A Paestum e a Velia verrà dedicato ampio spazio ad attività didattiche con laboratori creativi e di restauro, visite ai cantieri di scavo e visite guidate notturne.

Suggestiva immagine del Santuario meridionale del parco archeologico di Paestum (foto pa-paeve)
PROGRAMMA PAESTUM. 24 e 25 settembre 2022: “Oltre il Museo. Storie dai depositi di Paestum” alle 10, 12, 15, 17. Prenotazione obbligatoria (tel. 0828/811023 – mail infopaestumevelia@gmail.com – max 15 visitatori per gruppo). 24 settembre 2022: “Diventa un restauratore”. Attività didattica gratuita nel laboratorio di restauro: dalle 10 alle 12 (appuntamento nel piazzale del museo). “Le insulae romane e i percorsi dell’acqua”: visite allo scavo del quartiere abitativo a cura dell’archeologa Teresa Marino: alle 10 e 12. Apertura straordinaria serale dalle 20 alle 23 (chiusura biglietteria alle 22.15). Biglietto di ingresso 1 euro. “Laboratori del gusto” a cura degli Amici di Paestum e Velia: dalle 20 alle 22. Laboratorio e degustazione costo: 10 euro. “Costruire la città: viaggio tra monumenti pubblici ed edifici privati”, visita al Santuario meridionale, a cura del direttore Tiziana D’Angelo: alle 20.30 e alle 21.30. “Alla scoperta di Paestum: visita e laboratorio di disegno creativo”: alle 20.30 e alle 21.30. Prenotazione consigliata (tel. 081/2395653 – mail arte@lenuvole.com oppure in biglietteria – Costo 3 euro). 25 settembre 2022. “Domus e terme romane a Paestum”. Visite allo scavo del quartiere abitativo a cura dell’università di Salerno: alle 10 e alle 12. “Tempio della Pace e Comitium”. Visite allo scavo in corso a cura dell’università di Bochum: alle 10 e alle 12. “Alla scoperta di Paestum: visita e laboratorio di disegno creativo”: alle 11 e alle 17. Prenotazione consigliata (tel. 081/2395653 – mail arte@lenuvole.com oppure in biglietteria – Costo 3 euro).

Veduta panoramica della Torre di Velia nell’area archeologica (foto pa-paeve)
PROGRAMMA VELIA. 24 settembre 2022: “Abitare nell’antica Velia”, visite allo scavo del quartiere meridionale, a cura dell’università Federico II di Napoli. Ore 10 e 12. “I mosaici di Velia, laboratorio di restauro: dalle 10 alle 12. Prenotazione consigliata (tel. 081/2395653 – mail arte@lenuvole.com oppure in biglietteria – Costo 3 euro). Apertura straordinaria serale dalle 20 alle 23 (chiusura biglietteria alle 22.15). Biglietto di ingresso 1 euro. “Costruire la città: viaggio tra monumenti pubblici ed edifici privati”, visita nella parte bassa della città a cura dell’archeologo Francesco Uliano Scelza: alle 20.30 e alle 21.30. “Alla scoperta di Velia”: visita e laboratorio di disegno creativo: alle 20.30 e alle 21.30. Prenotazione consigliata (tel. 081/2395653 – mail arte@lenuvole.com oppure in biglietteria – Costo 3 euro). 25 settembre 2022: “Abitare nell’antica Velia”, visite allo scavo del quartiere arcaico sull’acropoli a cura dell’archeologo Francesco Uliano Scelza: alle 10 e alle 12. “Alla scoperta di Velia”: visita e laboratorio di disegno creativo: alle 11 e alle 17. Prenotazione consigliata (tel. 081/2395653 – mail arte@lenuvole.com oppure in biglietteria – Costo 3 euro).
Velia. Sull’acropoli scoperti i resti del più antico tempio arcaico dedicato ad Atena con ceramiche dipinte, armi e armature: reliquie della battaglia navale di Alalia del 541-535 a.C. tra i greci di Focea contro Cartaginesi ed Etruschi. Osanna: “Nuova luce sulla storia della colonia greca dei Focei”

L’obiettivo che si era prefissato nel 2021 Gabriel Zuchtriegel, allora direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, era quello di comprendere l’organizzazione iniziale dell’acropoli di Velia e risolvere problemi di cronologia delle principali strutture sacre della città, attraverso l’esecuzione di sondaggi, localizzati in diversi punti dell’acropoli (vedi Parco archeologico di Paestum: donazione con l’Artbonus destinata per la prima volta a Velia. E a marzo al via indagini archeologiche sull’acropoli | archeologiavocidalpassato).

Il grande pannello con la situazione del Mediterraneo all’inizio del VI sec. a.C. nellamostra “Alalìa, la battaglia che ha cambiato la storia” a Vetulonia (foto Graziano Tavan)
I risultati degli scavi archeologici appena conclusi sull’acropoli di Elea-Velia, in corso dallo scorso mese di luglio, hanno superato ogni più rosea aspettativa: ritrovati non solo i resti del più antico tempio arcaico dedicato ad Atena sull’acropoli di Elea-Velia che consentono di far luce sulle più antiche e lacunose fasi di vita della città, fondata intorno al 540 a.C. dai coloni Focei provenienti dall’Asia Minore, ma anche al suo interno ceramiche dipinte, elmi, armi e armature della battaglia di Alalia, lo scontro navale che vide affrontarsi i profughi greci di Focea e una coalizione di Cartaginesi ed Etruschi, tra il 541 e il 535 a.C. circa, al largo del mar Tirreno, tra la Corsica e la Sardegna. Una notizia accolta con entusiasmo dal ministro della Cultura, Dario Franceschini: “È importante continuare a investire con convinzione nella ricerca archeologica che non smette di restituire importanti tasselli della storia del Mediterraneo”. E proprio in considerazione di questi importanti risultati, saranno programmate dal Parco nuove indagini per ricostruire la storia della colonia greca.


Una fase dello scavo dell’elmo tipo Negau all’interno del tempio arcaico di Stena sull’acropoli di Elea-Velia (foto pa-paeve)
Sulla base di precedenti ricerche archeologiche avviate negli anni ’20 del secolo scorso, e proseguite con discontinuità fino agli anni ’90, si ipotizzava, anche se con forti dubbi, l’esistenza di una struttura sacra arcaica antecedente al tempio maggiore dell’Acropoli di Velia. In particolare si pensava a una sua collocazione sul terrazzo più elevato della punta occidentale dell’Acropoli. I recenti scavi non solo hanno confermato l’esistenza di un edificio sacro ma ne hanno anche precisato la collocazione, la planimetria, la cronologia e il rapporto con le strutture più recenti. Gli archeologi del Parco hanno, infatti, riportato alla luce resti di muri realizzati con mattoni crudi, intonacati e fondati su zoccolature in blocchi accostati in poligonale, una tecnica utilizzata anche per le abitazioni di età arcaica rinvenute lungo le pendici dell’acropoli. Tali testimonianze disegnano un edificio rettangolare lungo almeno 18 metri ed ampio 7. La porzione interna della struttura è pavimentata con un piano in terra battuta e tegole, sul quale, in posizione di crollo, sono stati rinvenuti elementi dell’alzato, ceramiche dipinte, vasi con iscrizioni “IRE”, ovvero “sacro”, e numerosi frammenti metallici pertinenti ad armi e armature. Tra questi, due elmi, uno calcidese e un altro di tipo Negau, in ottimo stato di conservazione.

“I rinvenimenti archeologici presso l’acropoli di Elea-Velia lasciano ipotizzare una destinazione sacra della struttura”, dichiara il direttore generale dei Musei e direttore avocante del parco archeologico di Paestum e Velia, Massimo Osanna. Con tutta probabilità in questo ambiente vennero conservate le reliquie offerte alla dea Atena dopo la battaglia di Alalia”, sulla quale nel 2019 era stata allestita un’interessante mostra internazionale al museo civico Archeologico “Isidoro Falchi” di Vetulonia (vedi Dentro il teatro dello scontro navale. A Vetulonia nella mostra-evento “Alalia, la battaglia che ha cambiato la storia” il visitatore rivive la battaglia tra Greci, Etruschi e Cartaginesi nel mare Sardonio, con reperti preziosi, molti inediti | archeologiavocidalpassato).


L’elmo tipo Negau, proveniente dallo scavo sull’acropoli di Elea-Velia, in laboratorio (foto pa-paeve)
Liberati dalla terra solo qualche giorno fa, i due elmi devono ancora essere ripuliti in laboratorio e studiati. “Al loro interno – continua Osanna – potrebbero esserci iscrizioni, cosa abbastanza frequente nelle armature antiche, e queste potrebbero aiutare a ricostruire con precisione la loro storia, chissà forse anche l’identità dei guerrieri che li hanno indossati. Certo si tratta di prime considerazioni che già così chiariscono molti particolari inediti di quella storia eleatica accaduta più di 2500 anni fa”.

Gli scavi hanno chiarito anche la cronologia del principale tempio della città dedicato alla dea Atena. La costruzione del tempio maggiore, almeno di una sua prima fase, deve collocarsi cronologicamente dopo la struttura sacra riportata alla luce in questi ultimi mesi. In seguito, in età ellenistica, l’intero complesso riceverà una completa risistemazione con la realizzazione di una stoà monumentale che cingerà il tempio maggiore e il piano di uso si eleverà a coprire tutte le fasi precedenti”.


Disegno del saggio di scavo sull’acropoli di Elea-Velia (foto pa-paeve)
“La struttura del tempio più antico risale al 540-530 a.C., ovvero proprio gli anni subito successivi alla battaglia di Alalia”, fa notare Osanna, “mentre il tempio più recente, che si credeva di età ellenistica, risale in prima battuta al 480-450 a. C., per poi subire una ristrutturazione nel IV sec. a C. È possibile quindi che i Focei in fuga da Alalia l’abbiano innalzato subito dopo il loro arrivo, com’era loro abitudine, dopo aver acquistato dagli abitanti del posto la terra necessaria per stabilirsi e riprendere i floridi commerci per i quali erano famosi. E alle reliquie da offrire alla loro dea per propiziarne la benevolenza, aggiunsero le armi strappate ai nemici in quell’epico scontro in mare che di fatto aveva cambiato gli equilibri di forza nel Mediterraneo”.

“Il lavoro ha condotto, grazie ad un’ampia squadra di professionisti e collaboratori, a dare risposta a questioni aperte da oltre settant’anni, su cui si sono espressi nel corso del tempo numerosi eminenti studiosi”, dichiara l’archeologo del Parco, Francesco Uliano Scelza. “I risultati hanno chiarito topografia, architettura, destinazione d’uso e cronologia delle varie fasi dell’acropoli, dall’età del Bronzo al periodo ellenistico. Adesso si lavora ad ulteriori progetti che la presente ricerca ha ispirato, di fruizione, studio e valorizzazione. Tra questi, la rimodulazione dell’Acropoli, da rendere visibile e visitabile in ogni sua parte e la rielaborazione dei luoghi espositivi della Cappella Palatinae e della chiesa di Santa Maria, in modo da rendere ancora più attraente il già suggestivo paesaggio di Velia”.
Paestum mette il suo patrimonio in rete: nasce il “Sistema Hera”, il nuovo catalogo digitale del parco archeologico di Paestum e Velia, sviluppato dalla stessa società della App Paestum, tra le applicazioni culturali più scaricate e usate in Italia

Si chiama “Sistema Hera”. È il nuovo catalogo digitale del parco archeologico di Paestum e Velia, sviluppato da una società specializzata in soluzioni tecnologiche, in rete da martedì 20 ottobre 2020. La presentazione del “Sistema Hera” sarà in videoconferenza sempre martedì 20 ottobre 2020 alle 11 (link gratuito https://zoom.us/s/94109339021). Il nuovo catalogo digitale è un sistema integrato GIS (Geographic Information System) in cui convergono le informazioni di catalogo, i documenti di archivio, il patrimonio monumentale e i dossier di progettazione, inseriti in un’architettura di sistema pensata per garantire il loro coordinamento e la gestione simultaneamente dei procedimenti a essi collegati. Il sistema consente di ricreare in ambiente digitale il legame contestuale dei reperti archeologici con i luoghi del loro rinvenimento, con le indagini che li hanno portati alla luce e con la documentazione ad essi riferita. Ogni elemento schedato è georeferenziato e mappato attraverso geometrie puntuali, lineari e areali. Tutti i dati presenti in “Hera” colloquiano tra loro mediante relazioni logiche e possono essere processati per finalità amministrative, progettuali e di fruizione, nonché essere integrati ai sistemi di catalogazione nazionali adottati dal ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Paestum e Velia, non esita a definire il nuovo catalogo digitale – battezzato “sistema Hera”- uno “spartiacque”: “Con il nuovo sistema integrato che mette in rete collezioni, monumenti, archivio e processi di studio e monitoraggio, si alza il livello di tutela attraverso una moderna gestione del patrimonio, basata su un database georeferenziato che permette di rintracciare ogni oggetto sia per quanto riguarda il suo contesto di rinvenimento sia per quanto riguarda interventi di restauro, prestiti e studi. Aumentiamo anche l’accessibilità del patrimonio consentendo a utenti esterni da tutto il mondo di accedere a tutti i dati che non sono classificati come sensibili. Infine, l’accesso a archivi, relazioni di scavo, interventi di restauro e dati cartografici è anche un grande passo in avanti per la ricerca all’insegna di un approccio di Public Archaeology”.

Il sistema digitale di catalogazione, gestione e studio del patrimonio archeologico di Paestum è online dal 20 ottobre 2020 ed è stato sviluppato in collaborazione con Visivalab, una società specializzata in soluzioni tecnologiche che ha collaborato già in passato con il Parco Archeologico, sviluppando un’app gratuita per i visitatori dal nome “App Paestum”. Il sistema è aperto a tutti, non solo al personale interno, ed è accessibile mediante il sito-web del Parco archeologico (www.paestum.museum): studiosi, professionisti o semplici appassionati potranno consultare in tempo reale il database per mezzo di un sistema di autenticazione che organizza l’accesso in tre livelli. La scelta del Parco di investire in un sistema informativo risulta importante non solo nella gestione di una grande quantità di materiali, ma anche in fase di organizzazione del lavoro e programmazione delle attività e degli investimenti, al fine di ottimizzare le azioni di tutela, conservazione, fruizione e valorizzazione.

“Il sistema Hera è un grande contenitore formulato su tecnologia GIS che parla di Paestum e Velia”, dichiara il funzionario archeologo, Francesco Uliano Scelza. “Grazie al lavoro di archeologi e collaboratori, è stato possibile raccogliere, digitalizzare e sistematizzare i materiali presenti negli archivi, nei depositi e nelle aree di competenza del Parco: dalle planimetrie e disegni ai documenti scientifici e amministrativi; dalle schede di restauro e manutenzione ai dati di scavo; dal materiale bibliografico a quello fotografico. Il risultato è un sistema circolare dove monumenti, reperti e indagini sono collegati tra loro attraverso relazioni logiche, topografiche e documentali. Le schede inserite nel sistema sono attualmente più di 15.000, ma il lavoro è in continuo divenire, anche alla luce dei nuovi scavi”.

Il viaggio nel mondo del digitale del Parco Archeologico di Paestum e Velia è iniziato già qualche anno fa, in particolare in ambiente social, per poi consolidarsi progressivamente e offrire agli utenti una modalità di fruizione dei monumenti e delle collezioni museali innovativa e complementare a quella tradizionale. Da un anno il Parco archeologico ha una propria app scaricabile gratuitamente su Apple store e Android: è disponibile in 6 lingue ed in LIS ed è stata realizzata da VISIVALAB e ECCOM con l’Istituto Statale per Sordi. L’App mobile che accompagna i visitatori alla scoperta della città dei templi con testi, audio, immagini e video di approfondimento, è stata aggiornata in questa primavera nel pieno dell’emergenza sanitaria da Covid-19, diventando così un’alleata per la gestione in sicurezza dei flussi dei visitatori grazie alla geolocalizzazione degli ospiti all’interno dell’area archeologica. Positivi i dati in merito all’App che nei mesi di luglio e agosto ha registrato un record di 10.190 download: circa il 18% dei visitatori giunti a Paestum hanno usufruito dell’applicazione per la visita al sito archeologico e ancora oggi sono 4mila gli utenti attivi che continuano ad avere l’applicazione sul proprio smartphone. Numeri che pongono l’App Paestum tra le applicazioni culturali più scaricate e usate in Italia.

“Il nostro obiettivo è quello di migliorare la fruizione del Parco seguendo i principi dell’accessibilità universale anche attraverso il digitale”, commenta il direttore. “Stiamo dando seguito alle indicazioni della Direzione Generale Musei che mira a promuove la digitalizzazione e l’innovazione nei musei e nei luoghi della cultura. Il focus nel processo di digitalizzazione è il miglioramento dei servizi al pubblico ed è proprio quello a cui puntiamo a Paestum e a Velia”. Tra le novità in cantiere, al Parco Archeologico di Paestum e Velia si sta lavorando per la definizione di processi di digitalizzazione come la creazione di modelli in 3D, soluzioni di realtà aumentata ed esperienze di gaming. L’obiettivo è di essere presenti in maniera efficace su tutti i canali digitali con contenuti adeguati e in grado di coinvolgere sempre di più il pubblico, pur “non dimenticando che la prima esperienza che vogliamo far vivere ai nostri visitatori è quella sensoriale con la visita in presenza a Paestum e Velia”, come chiosano dal Parco.
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