Archivio tag | Federica Wiel Marin

Adria. Al museo Archeologico nazionale conferenza della direttrice Alberta Facchi su “Adria città etrusca. Un aggiornamento tra collezione Bocchi e nuove metodologie” per gli incontri del Gruppo archeologico adriese “F.A. Bocchi” sez. CPSSAE

adria_archeologico_conferenza-adria-città-etrusca_facchi_locandinaNuovo appuntamento del XXXIII ciclo di incontri del Gruppo Archeologico Adriese “F. A. Bocchi”, sez. CPSSAE. Domenica 4 dicembre 2022, alle 17, al museo archeologico nazionale di Adria, conferenza “Adria città etrusca. Un aggiornamento tra collezione Bocchi e nuove metodologie” di Alberta Facchi, direttore del museo adriese. L’ingresso al museo è gratuito per tutta la giornata essendo il 4 dicembre la prima domenica del mese (#domenicalmuseo). Ma alla conferenza si partecipa su prenotazione telefonando allo 0426 21612. “La conferenza”, anticipa Alberta Facchi, “è frutto di un lavoro di ricerca congiunto svolto insieme a Maria Cristina Vallicelli, per lo studio delle strutture e dei dati stratigrafici, e a Federica Wiel-Marin, per gli approfondimenti sulla ceramica attica. Per l’occasione si propone una rilettura della topografia e degli aspetti urbanistici del centro etrusco di Adria in età arcaica​​​, con particolare attenzione alle prime fasi insediative della città a partire dalla metà del VI sec. a.C. Punto di partenza – continua -, una riflessione sui vecchi e sui nuovi dati a disposizione: tra i primi, sono fondamentali i cataloghi compilati da Francesco Antonio Bocchi, oggetto di un accurato lavoro di trascrizione effettuato dal personale del museo Archeologico nazionale durante il lockdown, causato dalla recente pandemia, e di analisi comparativa soprattutto per quanto concerne la ceramica attica. Tra i secondi, ci sono i dati della nuova campagna di carotaggi effettuati in città grazie al progetto europeo VALUE uniti ai recenti scavi urbani, come quello in via Ex Riformati, che ha restituito evidenze di un vasto tavolato e di una struttura edilizia a pianta rettangolare allungata caratterizzata da un sistema di fondazioni in travi dormienti ammorsate che trova confronti in altri centri coevi dell’Etruria padana, quali il Forcello nel Comune di Bagnolo San Vito (Mn) e Spina nel Comune di Comacchio (Fe)”.​

Adria. Al museo Archeologico nazionale per “Padusa incontri” pomeriggio su “Etruschi e Greci in Polesine. Novità archeologiche tra San Cassiano, Adria e San Basilio” con le ricerche portate avanti dalle università di Bologna, Padova e Venezia

Per “PADUSA incontri” appuntamento venerdì 20 maggio 2022, alle 14.30, al museo Archeologico nazionale di Adria con la conferenza “Etruschi e Greci in Polesine. Novità archeologiche tra San Cassiano Adria e San Basilio”. Programma: 14.30, accoglienza; 14.45, saluti delle Autorità (Comune di Adria, Fondazione Cariparo, Comune di Ariano nel Polesine, Comune di Crespino); 15, introduzione: Alberta Facchi (MAN Adria), Giovanna Falezza (Soprintendenza ABAP VR RO VI), Paolo Bellintani (CPSSAE); 15.15: modera e introduce: Giuseppe Sassatelli (UniBO); 15.30, Maurizio Harari (UniPV), Raffaele Peretto (CPSSAE), Federica Wiel-Marin su “San Cassiano, il Cavaliere e altre storie del Polesine etrusco”; 15.55, Giovanna Gambacurta (UniVE), Silvia Paltineri (UniPD) su “San Basilio. Le nuove indagini nell’insediamento preromano (2018-2021)”; 16.20 – 16.50, pausa caffè; 16.50, modera e introduce: Simonetta Bonomi (Soprintendenza ABAP FVG); 17.05, Maurizio Harari (UniPV) presenta il volume “Iscrizioni della città etrusca di Adria. Testi e contesti tra Arcaismo ed Ellenismo” di Andrea Gaucci; 17.30, Maria Cristina Vallicelli (Soprintendenza ABAP VE MET), Claudio Balista su “Adria – nuovi dati sulla storia dell’abitato – i carotaggi del progetto VALUE”; 18, chiusura lavori (Simonetta Bonomi). La partecipazione alla giornata è libera. Consigliata la prenotazione allo 0426 21612.

L’area archeologica di San Basilio, vicino ad Ariano Polesine: i reperti sono al museo di Adria (foto drm-veneto)

Incentrata sulle evidenze archeologiche etrusche e greche e frutto di collaborazione tra CPSSAE (Centro polesano studi storici archeologici ed etnografici), Direzione regionale Musei Veneto, Soprintendenze ABAP di Verona e di Padova, la giornata intende illustrare al territorio gli esiti dei più recenti studi di archeologia e delle ricerche sul campo condotti tra Adria, San Basilio di Ariano nel Polesine e San Cassiano di Crespino dalle università di Bologna, Padova e Venezia in collaborazione con i tre Enti organizzatori della giornata. Numerose Istituzioni e Amministrazioni comunali hanno sostenuto negli anni le ricerche oggetto di questa giornata, tra cui la Fondazione Cariparo con il progetto “Ritorno a San Basilio” e l’Ente Parco regionale veneto Delta del Po attraverso il progetto europeo VALUE. La pluralità di soggetti pubblici e privati coinvolti nello studio dell’antico Polesine, tra cui ricordiamo l’impegno per la ripresa delle indagini a Frattesina di Fratta Polesina, è il segno più evidente della possibilità per il territorio di collaborare nell’ottica della formazione di un “sistema” di archeologia partecipata, nella consapevolezza che proprio l’archeologia rappresenti un forte elemento identitario del Polesine e in particolare dell’area deltizia.

A Montecchio Maggiore (Vi) quarta e ultima tappa della mostra itinerante “La scansia di casa mia. 2500 anni fa” con i reperti di un villaggio dell’età del Ferro scoperto nel 1981. In una delle case recuperiamo aspetti della vita alla metà del I millennio a.C.: nella “scansia” coppe, tazze e boccale, stoviglie in ceramica ben conservate

La mostra archeologica itinerante “La scansia di casa mia 2500 anni fa” si sposta a Montecchio Maggiore, alla Galleria Civica S. Vitale: quarta e ultima tappa di un “viaggio” che ha toccato Trissino, Castelgomberto e Sovizzo. Appuntamento sabato 5 febbraio 2022, alle 17, per l’inaugurazione, durante la quale sarà presentato e distribuito gratuitamente il fascicolo che raccoglie i pannelli esposti. La mostra, curata dal museo di Archeologia e Scienze Naturali “G. Zannato” – Sistema Museale Agno-Chiampo, sarà visitabile fino al 6 marzo 2022, il sabato e la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 19, con ingresso libero nel rispetto della normativa sanitaria vigente. “Questa mostra rende ancora una volta tangibile la capacità del Sistema Museale di valorizzare il patrimonio del nostro territorio”,  commenta l’assessore alla Cultura, Claudio Meggiolaro. “Un itinerario che ha permesso di trasmettere casa per casa la conoscenza dell’archeologia e dell’antico”. L’allestimento è stato curato da Annachiara Bruttomesso, conservatrice archeologa del museo Zannato e da Angela Ruta Serafini, già direttrice del museo nazionale Atestino, con la collaborazione dell’archeologa Fiorenza Bortolami e del conservatore naturalista Roberto Battiston, che ha curato la grafica della mostra e l’editing dei video.

Le ceramiche di 2500 anni fa, ben conservate, trovate nelle case del villaggio dell’età del Ferro (foto sabap-vr-vi-ro)

È un vero e proprio viaggio indietro nel tempo di 2500 anni, quello che la mostra propone, per entrare in una casa dell’antico villaggio di Trissino, scoperto nel 1981 durante i lavori di ampliamento del cimitero comunale e parzialmente messo in luce dagli scavi archeologici condotti fino al 1990. Le case del villaggio erano caratterizzate da profondi scassi nella roccia, che ospitavano probabilmente fresche cantine. Per alcune di esse, sigillate da incendi e molto ben conservate, si pensò alla musealizzazione in loco, poi non realizzata a causa della collocazione all’interno dell’attuale cimitero. Per questo tra il 2014 e il 2015, le strutture furono consolidate, restaurate e documentate con rilievo laser-scanner 3D e infine protette con tessuto non tessuto, sabbia e terra. Proprio perché l’antico villaggio non è più visibile, la mostra vuole restituirne la memoria, offrendo l’occasione di scoprire la vita di 2500 anni fa. La scansia del titolo, ricostruita sulla base dei dati di scavo con il suo servizio di coppe, tazze e boccale sorprendentemente conservati, è il focus della mostra. Un grande dolio sapientemente ricomposto da molti frammenti, la ricostruzione di un telaio e alcune macine completano il suggestivo angolo della casa. Reperti e pannelli ricostruiscono la vita quotidiana dell’antico villaggio veneto ai confini con il mondo dei Reti, mettendone in luce i diversi aspetti. Non mancano due brevi ma suggestivi video: “Immagini da una scoperta” che racconta la storia degli scavi e “Un filmato da una nuvola di punti” che propone le immagini ricavate dal rilievo laser scanner 3D dell’antico villaggio.

montecchio_museo-zannato_logoAnche per questa tappa conclusiva della mostra sono in programma alcuni incontri culturali. Ecco il calendario. Venerdì 18 febbraio 2022, alle 20.30: “Com’è arrivato un vaso greco a Trissino?”, incontro con l’archeologa Federica Wiel Marin, che prenderà spunto dal frammento di ceramica attica esposto in mostra per illustrare i rapporti commerciali e culturali tra la Grecia e il Veneto nell’antichità; giovedì 24 febbraio 2022, alle 20.30, incontro con il professor Michele Asolati, docente di numismatica all’università di Padova; sabato 5 marzo 2022, alle 16.30, incontro-laboratorio con Franco Mastrovita su lavorazione della lana nel mondo antico.