Archivio tag | Fabrizio Mollo

Un libro al giorno. “Gli altri. Le popolazioni non greche della Calabria antica (IX-III sec. a.C.)” di Fabrizio Mollo che esamina il complesso rapporto e le interazioni tra Greci e popolazioni indigene e italiche, gli Altri, nella Calabria antica

Copertina del libro “Gli altri. Le popolazioni non greche della Calabria antica (IX-III sec. a.C.)” di Fabrizio Mollo

È uscito per i tipi di Rubettino il libro “Gli altri. Le popolazioni non greche della Calabria antica (IX-III sec. a.C.)” di Fabrizio Mollo. Il volume esamina il complesso rapporto e le interazioni tra Greci e popolazioni indigene e italiche, gli Altri, nella Calabria antica tra IX e III sec. a.C. attraverso fonti letterarie, origini mitiche e documentazione archeologica. Dalla colonizzazione greca, passando per la crisi delle poleis e la fine di Sibari, sino all’arrivo di Lucani e Brettii, alla guerra annibalica e all’affermazione di Roma il Bruzio dimostrerà la sua centralità culturale, economica e politica nel Mediterraneo. L’identità culturale della Calabria antica sarà ricostruita attraverso l’etnografia e gli aspetti socio-antropologici, le cui conoscenze approfondite potranno contribuire a superare la percezione di debolezza e minorità dei Calabresi, spesso frutto di retaggi culturali e condizionamenti ambientali.

Reggio Calabria. Notte Bianca al museo Archeologico nazionale in occasione delle Festività Mariane: mostra “Gli dei ritornano” e una tappa di Scirubetta

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La mostra “Gli dèi ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Reggo Calabria (foto marrc)

Il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria si prepara ad accogliere un grande flusso di visitatori in occasione delle Festività Mariane, in particolare nella giornata del 14 settembre. Per l’occasione, il MArRC parteciperà alla processione di sabato mattina, con un omaggio alla venerata effigie della Madonna della Consolazione e la sera contribuirà alle celebrazioni cittadine, con la Notte Bianca. Quattro ore di apertura serale straordinaria, dalle 20 alle 24 (ultimo ingresso 23.30) e biglietto d’ingresso ridotto a 3 euro, eccetto le agevolazioni e gratuità previste per legge. Sarà possibile visitare in atmosfera notturna i quattro livelli della collezione permanente del Museo, nonché la mostra temporanea “Gli dèi ritornano. I bronzi di San Casciano”, curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli. La visita all’esposizione temporanea avrà il costo aggiuntivo previsto da tariffario. E alle 21.30 in piazza Paolo Orsi il MArRC ospiterà una tappa di Scirubetta, con il talk “Echi di Magna Grecia. La Scirubetta il gelato più antico della storia”. Gelatieri, pasticceri, giornalisti e gli ospiti di Scirubetta “viaggeranno” nella storia insieme ai Bronzi di Riace, accompagnati dal direttore del museo Fabrizio Sudano e da Fabrizio Mollo, professore di Archeologia classica dell’università di Messina. A seguire una degustazione dell’antica “Scirubetta”.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale presentazione degli Atti del convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, tenutosi il 16 e 17 giugno 2022 all’università di Messina

reggio-calabria_archeologico_atti-convegno-parchi-archeologici-analisi-e-proposte_presentazione_locandinaMartedì 14 maggio 2024, alle 17.30, sulla terrazza del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria presentazione degli Atti del convegno “Parchi Archeologici. Analisi e proposte”, tenutosi il 16 e 17 giugno 2022 all’università di Messina (vedi Parchi archeologici: un confronto storico Stato-Regione Siciliana: due giorni di convegno al rettorato dell’università di Messina a cura (e in memoria) del prof. Gioacchino La Torre, scomparso prematuramente pochi giorni fa | archeologiavocidalpassato). Il libro, a cura della storica dell’arte Silvia Mazza, edito dalla Fondazione Federico II, è dedicato alla memoria del prof. Gioacchino La Torre, ordinario di Archeologia Classica, di UniMe, che aveva curato insieme alla dott.ssa Mazza il convegno, venuto prematuramente a mancare appena qualche giorno prima dell’apertura dei lavori. Dopo l’introduzione del direttore del museo Fabrizio Sudano, interverranno con la curatrice Massimo Cultraro, direttore di ricerca, Cnr-Ispc Catania, istituto di Scienze del Patrimonio culturale; Alessandro Garrisi, presidente ANA, associazione nazionale Archeologi; Gabriella Tigano, direttore del parco archeologico di Naxos-Taormina e Fabrizio Mollo, associato di Archeologia classica, Dicam, che porterà anche il saluto della rettrice dell’università di Messina. La pubblicazione analizza la situazione dei parchi archeologici in Italia e in Sicilia in quattro sessioni dal taglio interdisciplinare: la prima dedicata all’Università e agli Istituti di ricerca, con una componente di archeologi, architetti, etno-antropologi, economisti e giuristi; due sessioni rispettivamente riservate alle esperienze statali e della Regione Siciliana e una destinata al parere delle associazioni.

Vibo Valentia. Per “Il Maggio dei Libri” 2024 presentazione del libro “Dal collezionismo alla storia Vito Capialbi e i Brettii a Vibo Valentia” (edizioni ETS) di Anna Maria Rotella che dialogherà con Fabrizio Mollo (università di Messina)

vibo-valentia_il-maggio-dei-libri_libro-dal-collezionismo-alla-storia-vito-capialbi-e-i-bretti-a-vibo-valentia_presentazione_locandinaPer “Il maggio dei libri” 2024, giunto alla 14ma edizione, dal tema “Se leggi ti lib(e)ri!”, promosso dal Centro per i libri e la lettura di Vibo Valentia, appuntamento lunedì 29 aprile 2024, alle 18, alla libreria Cuori d’Inchiostro di Vibo Valentia, per la presentazione del libro “Dal collezionismo alla storia Vito Capialbi e i Brettii a Vibo Valentia” (edizioni ETS) di Anna Maria Rotella, che dialogherà con Fabrizio Mollo docente di Archeologia classica all’università di Messina.

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Copertina del libro “Dal collezionismo alla storia Vito Capialbi e i Brettii a Vibo Valentia” (edizioni ETS) di Anna Maria Rotella

Dal collezionismo alla storia Vito Capialbi e i Brettii a Vibo Valentia. C’è un solo punto dal quale è possibile, oggi come ieri, il controllo del litorale tirrenico dell’odierna Calabria centro-meridionale: la città di Vibo Valentia. Il possesso e l’organizzazione militare ed insediativa di Hipponion-Vibo Valentia in età greca, brettia e romana e la complessa stratificazione della città, che documenta una tenace continuità di frequentazione dell’altura, sono leggibili solo attraverso esili tracce. Nei primi anni dell’Ottocento, per un ricercatore attento e permeato dall’inarrestabile curiosità per la storia e l’archeologia, com’era il conte Vito Capialbi, quelle tracce hanno rappresentato il punto fermo da cui partire per l’approfondimento dei suoi studi e per la stessa costituzione della sua rinomata collezione archeologica, oltre che dell’annessa ricca biblioteca. Un particolare gruppo di reperti archeologici della collezione Capialbi, rinvenuti nella città e nel suo territorio (la ceramica a vernice nera), consente ora, sottoposto ad analisi, di accertare, attraverso la rilettura dei suoi scritti – grazie al raffronto con tutto il materiale presente nella collezione – che lo studioso aveva eseguito scavi ‘programmatici’ e ‘in estensione’ in un fondo di sua proprietà, ubicato sulla cima del colle, il Cofinello, sede di una necropoli non però di età classica, com’è stato generalmente ritenuto: la peculiarità del rituale funerario consente in effetti di inquadrarla tra la seconda metà del IV e la fine del III secolo a.C. “Ricucendo” il legame tra i materiali della collezione e gli scritti del conte, la fase italica della necropoli al Cofinello (e non solo) conferma sia il mantenimento da parte della città di una spiccata vivacità commerciale in età brettia, che un’abile quanto peculiare strategia insediativa italica, attenta ai rapporti di convivenza con l’elemento italiota: il tutto grazie agli inediti tasselli offerti alla ricostruzione storica dall’illuminato studioso dell’Ottocento.

Messina. Al dipartimento di Civiltà antiche e moderne presentazione del libro “Torre di Satriano III. Insediamento e paesaggi agrari”, a cura di Massimo Osanna, Barbara Serio e Francesco Giuliano, pubblicazione definitiva delle ricerche sul campo nel comprensorio tra i comuni di Tito e di Satriano di Lucania (Pz)

messina_università_libro-torre-di-satriano-III-insediamento-e-paesaggi-agrari_di-osanna_presentazione_locandinaIl dipartimento di Civiltà antiche e moderne promuove la presentazione del libro “Torre di Satriano III. Insediamento e paesaggi agrari”, a cura del prof. Massimo Osanna, della dottoressa Barbara Serio e del dott. Francesco Giuliano, allievo della scuola messinese, ora dottorando alla Scuola Superiore Meridionale di Napoli. Appuntamento giovedì 4 aprile 2024, alle 11.30, nell’aula magna del dipartimento messinese. Dopo i saluti istituzionali del prof. Giuseppe Ucciardello, direttore del dipartimento CAM, introduce il prof. Lorenzo Campagna, del dipartimento CAM. Presenta il libro e ne discute con gli autori il prof. Fabrizio Mollo, del dipartimento CAM. “Sono felicissimo – scrive il prof. Mollo – che il prof. Osanna abbia scelto Messina, ancora di più perché ha dedicato il libro al nostro compianto e indimenticabile maestro e collega, Francesco La Torre”.

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Copertina del libro “Torre di Satriano III. Insediamento e paesaggi agrari” (Osanna edizioni)

Torre di Satriano III. Insediamento e paesaggi agrari (Osanna edizioni). Terzo volume della serie “Torre di Satriano”, pubblicazione definitiva delle ricerche sul campo nel comprensorio tra i comuni di Tito e di Satriano di Lucania. Restituisce alla comunità scientifica quello che si può considerare un vero e proprio caso-modello per la Basilicata. Le indagini presentate nei primi volumi della serie, nonché in numerose pubblicazioni, gettano luce su fenomeni insediativi e sociali, su dinamiche rituali e manifestazioni del potere di un centro antico e delle sue trasformazioni e cesure nel corso dei secoli, dall’età del Bronzo al basso Medioevo. Gli scavi estensivi e le intensive indagini di superficie, portata avanti dall’università della Basilicata, che hanno coinvolto numerosi studenti, ricercatori e docenti anche di università straniere, hanno permesso di conoscere quello che può considerarsi senza dubbio l’insediamento meglio noto della Basilicata antica e uno dei meglio noti degli Italici di Italia meridionale.

Reggio Calabria. Al museo Archeologico nazionale incontro con Fabrizio Mollo (università di Messina) sulle ricerche archeologiche a Santa Gada di Laino Borgo che chiude il ciclo su “Reggio e oltre”

reggio-calabria_archeologico_ricerche-archeologiche-nella-valle-del-mercure_locandinaAl museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria terzo e ultimo appuntamento del ciclo di conferenze “Reggio e oltre. Studi, ricerche e valorizzazione in Calabria” a cura dell’Ufficio Collezioni del MArRC. Appuntamento martedì 16 gennaio 2024, alle 17, con l’incontro: “Ricerche archeologiche nella valle del Mercure-Lao: l’insediamento di Santa Gada di Laino Borgo”. Introduce Daniela Costanzo, museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, relaziona Fabrizio Mollo, università di Messina, che parlerà dell’insediamento di Santa Gada di Laino Borgo e presenterà i risultati delle ultime ricerche.

Reggio Calabria. Il museo Archeologico nazionale apre il 2024 con il ciclo di tre conferenze “Reggio e oltre. Studi, ricerche e valorizzazione in Calabria” e con il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”

reggio-calabria_archeologico_buon-anno_locandinaCome si scopre un sito? Come si studiano resti umani, strutture, reperti o manufatti artistici? Come si presentano i dati per mezzo delle nuove tecnologie? A queste e altre domande risponderanno studiosi e ricercatori affermati protagonisti del ciclo di tre conferenze “Reggio e oltre. Studi ricerche e valorizzazione in Calabria” ideato e curato dall’Ufficio Collezioni del MArRC nelle quali presenteranno i loro progetti, spesso condotti in stretta collaborazione con noi. Il 2024 inizia dunque nel segno dell’apertura e della divulgazione per il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria. La partecipazione alle conferenze è gratuita e libera fino ad esaurimento posti. “Questo ciclo di tre conferenze”, spiega Daniela Costanzo, archeologa e funzionario responsabile dell’Ufficio Collezioni del Museo, “intende proiettare il Museo nel più ampio contesto della ricerca archeologica e storico-artistica nella nostra regione, proponendo al pubblico novità scientifiche sul doppio asse della ricerca e della valorizzazione del patrimonio”. E a gennaio il MArRC propone il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”. “Queste due iniziative”, interviene il direttore del MArRC, Filippo Demma, “sono le prime di un breve ciclo che occuperà i mesi di gennaio e febbraio 2024, ideato in queste settimane di lavoro per iniziare a riposizionare il Museo al centro del dibattito scientifico e aprire al pubblico spazi di conoscenza e riflessione, introducendolo anche nei luoghi finora meno accessibili o chiusi. L’idea alla base è che un museo Archeologico sia e debba essere un organismo vivo che alimenta la propria offerta culturale con lo sviluppo della ricerca e con la massima condivisione delle proprie metodologie di lavoro”.

reggio-calabria_archeologico_conferenze-reggio-e-oltre-studi-ricerche-e-valorizzazione-in-calabria_locandinaGiovedì 4 gennaio 2024, alle 17, in sala conferenze del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, si terrà il primo incontro, con la relazione di Dario Piombino Mascali, università di Vilnius, sul tema “Osteobiografie o ricostruire il profilo biologico degli antichi. Riflessioni a partire dalla necropoli reggina di San Giorgio Extra”. Introdurranno l’incontro Daniela Costanzo (MArRC) e Andrea Maria Gennaro, funzionario responsabile della tutela per l’area urbana di Reggio Calabria per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Martedì 9 gennaio 2024, “La mostra Calabria angioina. Ricerca e tecnologie multimediali per valorizzare il patrimonio medievale”: si prosegue con le applicazioni multimediali per la valorizzazione del patrimonio: esperienze e potenzialità saranno indagate a partire dalla mostra curata da Stefania Paone (università della Calabria) al museo civico di Altomonte (Cs) e dedicata alla cultura artistica della Calabria Angioina, che espone anche un frammento di sarcofago in marmo del XV secolo raffigurante Maria Maddalena e Caterina d’Alessandria normalmente conservato nei depositi del MARC. Nell’ultimo appuntamento, martedì 16 gennaio 2024, “Ricerche archeologiche nella valle del Mercure-Lao: l’insediamento di Santa Gada di Laino Borgo”: Fabrizio Mollo dell’università di Messina, renderà noti i dati del suo scavo iniziato nel 2018 nel sito di Santa Gada di Laino Borgo (Cs): una scoperta recentissima che riscrive in parte la nostra conoscenza di un importante comparto dell’Italia antica, un punto di passaggio tra Jonio e Tirreno che collegava la Sibartitide con l’area del Vallo di Diano e del Lagonegrese, che ha visto avvicendarsi Enotri, Lucani e Romani.

reggio-calabria_archeologico_progetto-dietro-le-quinte-visita-al-laboratorio-di-restauro-del-marrc_locandinaSempre nel mese di gennaio 2024 per la prima volta il Laboratorio di Restauro del MArRC apre le porte al pubblico per mostrare il dietro le quinte delle attività di restauro e conservazione che si svolgono al suo interno. Nelle mattine del 10 – 11 – 17 gennaio 2024 Barbara Fazzari, funzionario responsabile del Laboratorio di Restauro del MArRC, propone il progetto sperimentale “Dietro le quinte: visite al laboratorio di restauro del MArRC”. Gli incontri di “Dietro le quinte: visita al laboratorio di restauro del Museo” si terranno su quattro turni di 30 minuti per 5 persone con prima partenza alle 10 e chiusura alle 12. I posti sono limitati a causa della dimensione degli spazi e per misure di sicurezza, pertanto è obbligatoria la prenotazione mezzo mail all’indirizzo man-rc.comunicazione@cultura.gov.it entro e non oltre il 5 gennaio, comunicando numero, nominativo ed età del partecipante. La partecipazione alle visite guidate nel Laboratorio è inclusa nel costo del biglietto. “Un’occasione unica per capire come il museo si prende cura delle opere, con approfondimenti su aspetti di conservazione, diagnostica e restauro”, dichiara Fazzari. La responsabile del Laboratorio di Restauro accompagnerà i visitatori a conoscere da vicino e con dimostrazioni pratiche i metodi e i processi di un affascinante lavoro che si svolge tra arte e scienza. Durante il percorso sarà possibile assistere ai cantieri didattici degli affreschi provenienti dalle Terme Romane di Via Marina e delle lastre in stucco provenienti dalla chiesa di Santa Maria Terreti restaurati dagli studenti del corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni culturali dell’Università della Calabria sotto la guida della docente e restauratrice Anna Arcudi. Il pubblico potrà finalmente conoscere le attività conservative che si svolgono dietro le quinte del Museo, spesso poco note ai non addetti ai lavori.

Lamezia Terme (Cz). In biblioteca torna la rassegna “All’Ombra dell’Abbazia”, con la presentazione del volume “Temesa. Il mito e la storia” di Maurizio Cannatà (Rubettino Editore) alla conoscenza delle fasi più antiche del popolamento della fascia tirrenica centrale della Calabria

lamezia_biblioteca_all-ombra-dell-abbazia_libro-temesa-il-mito-e-la-storia_cannata_presentazione_locandinaRitorna la rassegna “All’Ombra dell’Abbazia”, con la presentazione del libro “Temesa. Il mito e la storia” di Maurizio Cannatà (Rubettino Editore). Appuntamento lunedì 19 giugno 2023, alle 17.30, nella biblioteca comunale di Lamezia Terme (Cz). Dialogano con Maurizio Cannatà, autore del libro “Temesa. Il mito e la storia”, Giovanna de Sensi Sestito, dell’università della Calabria; Fabrizio Mollo, dell’università di Messina; Florindo Rubettino, editore. Modera Giorgia Gargano, assessore alla Cultura. Un libro che ci trasporterà nelle fasi più antiche del popolamento della fascia tirrenica centrale della Calabria, tra miti trasformati in storia dall’archeologia e recenti scoperte archeologiche che hanno ridefinito le conoscenze dell’area tra l’Oliva e il Savuto dall’età greca arcaica all’inizio della tarda antichità.

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Copertina del libro “Temesa. Il mito e la storia” di Maurizio Cannatà (Rubettino editore)

Temesa. Il mito e la storia. Con il polionimo Temesa (latino Tempsa) gli antichi hanno identificato un centro ubicato lungo la fascia costiera tirrenica della Calabria, tra Clampetia e Hipponion, dapprima emporion internazionale di scambio di metalli (VIII sec. a.C.), poi centro indigeno posto sotto il controllo delle poleis greche, Sibari prima e Crotone poi (VI-V sec. a.C.), ancora oppidum italico (IV-III sec. a.C.) e colonia civium Romanorum (II-I sec. a.C.), statio lungo la principale viabilità imperiale (I-IV sec. d.C.) e infine una delle più antiche sedi vescovili di tutta l’Italia meridionale (VI-VII sec. d.C.). Vent’anni di studi e ricerche hanno consentito di riconoscere Temesa in un complesso sistema insediativo ubicato tra i corsi terminali dei fiumi Oliva e Savuto, dove sono concentrate numerose testimonianze materiali che coprono, nel loro complesso, l’intera storia del centro antico. Non un unico sito pluristratificato quindi, bensì una pluralità di evidenze, che riassumono quanto noi sappiamo su Temesa da parte delle fonti letterarie. Attraverso la rilettura dei vecchi dati, della cartografia, delle foto aeree, di nuovi scavi e ricognizioni, questo lavoro colma per la prima volta il gap esistente tra l’eccezionale corpus di fonti letterarie relative alla città e i dati archeologici a essa riferibili, fornendo una lettura organica di tutte le fasi di occupazione del suo territorio, dalla protostoria alla tarda antichità.

Archeologia in lutto. È morto, a 63 anni, dopo una breve malattia, Gioacchino Francesco La Torre, uno dei più grandi archeologi italiani: prima funzionario del ministero, poi docente dell’ateneo di Messina, dove ha ricoperto vari ruoli fino a Pro Rettore

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Il prof. Gioacchino Francesco La Torre morto a 63 anni, dopo una breve malattia (foto dal profilo FB del prof. Fabrizio Mollo)

Lutto nel mondo dell’archeologia. È morto all’età di 63 anni, domenica 12 giugno 2022, Gioacchino Francesco La Torre, uno dei più grandi archeologi italiani. Si è spento dopo una breve malattia. Romano di nascita, ma adottato da Messina. Laureatosi e specializzatosi a Roma La Sapienza, si è perfezionato alla Scuola Archeologica Italiana di Atene. Dal 1989 al 2001 nei ruoli del ministero della Cultura come funzionario archeologo, ha lavorato dapprima in Abruzzo (1988) e poi per lunghi anni in Calabria (1989-2001). Nell’ateneo di Messina dal 2001 come professore associato, e poi dal 2014 come professore ordinario di archeologia classica, ha ricoperto vari ed importanti incarichi didattici, operando dal 2018 anche come prorettore alla didattica. È il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, a esprimere il cordoglio di tutta la Comunità Accademica per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “È una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.

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Il prof. Gioacchino Francesco La Torre, docente di Archeologia classica e Pro Rettore per la Didattica all’università di Messina (foto dal profilo FB del prof. Fabrizio Mollo)

Toccante il ricordo del prof. Fabrizio Mollo, docente di Archeologia classica all’università di Messina. “Trovare la forza di scrivere è davvero complicato in questo momento. Ho sofferto in silenzio per giorni, sperando e pregando con tutte le mie forze. Adesso prevale il dolore ed un forte senso di smarrimento. Ti ho conosciuto nel 1993, ancora studente: in questi 29 anni mi hai letteralmente preso per mano, insegnandomi tutto. Sei stato un grande maestro: mi hai insegnato il mestiere dell’archeologo, a fare ricerca, ad essere speculativo, ad andare in profondità, a vedere le cose in prospettiva. Sei stato un modello per me, da ogni punto di vista. Mi sono nutrito del tuo esempio, ho osservato i tuoi comportamenti e ne ho fatto tesoro. Abbiamo condiviso tantissime esperienze lavorative: gli anni calabresi (1989-2001) sono stati esaltanti. Hai trasformato il Tirreno cosentino in un modello di studio e di ricerca, lavorando in lungo e largo ed effettuando ricerche straordinarie. Ricordo gli anni di Temesa (Imbelli, Campora, Serra Aiello, Principessa), un ventennio di scoperte strabilianti a Tortora (l’abitato del Palecastro, le necropoli, il Mausoleo), sensazionali e memorabili imprese di scavo, nottate a fare da ‘guardiani’ alle tombe ricchissime in corso di scavo, parlando per ore e ore di archeologia, di politica, di calcio di cui eravamo grandi appassionati (io juventino sfegatato e tu antijuventino). E poi la passione condivisa per il tennis che ci portava a giocare partite lunghissime a Tortora, a Cetraro, a Serra Aiello, a Porto Empedocle. Dappertutto, purché ci fosse un campo: tanto vincevi sempre tu, eri il più bravo, come in tutto il resto. Abbiamo scavato a Cirella, a Laos, a Belvedere, a Cetraro, ad Acquappesa. E poi ancora musei allestiti (Tortora, Cetraro, Licata), parchi archeologici realizzati, convegni organizzati. Io ero sempre lì a seguirti, ad imparare, ad aiutarti, a nutrirmi del tuo sapere. Dal 2001 sono arrivati gli anni all’università di Messina; ho iniziato a collaborare con te dal 2003, lavorando a Tripi e a Licata, per anni. Dal 2011 siamo diventati colleghi e abbiamo continuato a collaborare, iniziando nel 2014 le ricerche a Skotoussa, in Grecia (il tuo sogno si era realizzato). Sono stati trent’anni di condivisione, di gioie, di fatica e di sudore, di grandi sacrifici e di grandi soddisfazioni e di grandi risultati. Sei stato un grande maestro, un grande ricercatore. Sereno, pacato, autorevole, ironico, risoluto, votato naturalmente ad insegnare agli altri, coinvolgente quando parlavi, hai costituito un esempio per tutti, allievi, colleghi, amici, dall’alto della tua specchiata moralità. Un esempio per la tua onestà, per la tua correttezza, per la tua disponibilità. Una guida, una bussola. Sei stato uno dei più grandi archeologi In Italia e non solo, un grande maestro per generazioni di studiosi, per chi come me ha avuto il privilegio di condividere con te tante ricerche. Per me sei stato soprattutto un grande amico e in questi anni ho condiviso con te tantissimi momenti belli. A casa nostra sei stato sempre di famiglia, i miei figli ti chiamavano sin da piccolissimi affettuosamente ‘Zio Francesco’ e tu, tenerissimo, eri sempre gentile e premuroso con loro. Tante volte ti ho ripetuto che una vita non sarebbe bastata per manifestarti la mia gratitudine per tutto quello che mi avevi dato; purtroppo sono ancora tuo debitore e non potrò onorare sino in fondo la mia promessa. Io proverò a proseguire nel solco del tuo insegnamento. Mi mancherai tanto, davvero tanto. Non sarà facile ripartire. Ma io continuerò a pregare per Te, senza sosta. Chi rimane all’ombra di uomini di tale levatura non può che indegnamente provare a portare avanti il testimone per onorarne e perpetrarne il magistero scientifico e morale”.

Reggio Calabria. Per le “Notti d’Estate” al museo Archeologico nazionale quarto appuntamento in sinergia col Touring Club Italiano. Fabrizio Mollo sull’importanza dell’area dello Stretto tra l’età ellenistica e la prima età imperiale. Accesso alla terrazza con il Green Pass

Per le Notti d’estate al MArRC, locandina dell’incontro con Fabrizio Mollo sulla storia dello Stretto

“Mobilità sociale e relazioni commerciali tra le due sponde dello Stretto tra età ellenistica e prima età imperiale” è il tema del quarto appuntamento di “Notti d’Estate al MArRC” giovedì 29 luglio 2021, alle 21: la conferenza del professor Fabrizio Mollo, organizzata in sinergia con il Club di Territorio del Touring Club Italiano, rientra tra le iniziative promosse dal museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria per la programmazione estiva con le aperture serali del MArRC. Il Mare nostrum torna dunque con la conferenza di Mollo, volta a far conoscere al pubblico l’importanza dell’area dello Stretto tra l’età ellenistica e la prima età imperiale. La conferenza sarà introdotta da Francesco Zuccarello Cimino, console per Reggio Calabria del Touring Club Italiano. “Ogni serata sulla terrazza del Museo è una festa della cultura”, commenta il direttore del Museo, Carmelo Malacrino. “Arte, musica, scienza e letteratura vengono declinate ogni volta in eventi sempre diversi, ricchi di mille suggestioni. Con il Touring Club Italiano di Reggio Calabria sono attive da molti anni iniziative volte a favorire la cultura e il dibattito su temi del territorio e del paesaggio – continua Malacrino -. E, dopo mesi di chiusura, in queste settimane si è registrato grande interesse da parte del pubblico e degli appassionati di arte e archeologia per gli eventi estivi, ma anche per le ricche collezioni esposte al Museo. Alle quali si aggiunge ora la suggestiva mostra “Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale”, allestita nello spazio di piazza Paolo Orsi. Pur mantenendo alta l’attenzione verso i rigidi protocolli di sicurezza, siamo fiduciosi di poter tornare presto alla normalità – conclude il direttore -. Reggio e la Calabria hanno sete di socializzazione, serenità e cultura. E noi, per le celebrazioni del prossimo anno, siamo già pronti a promuovere i Bronzi di Riace come simboli del Mediterraneo”. Il Museo sarà aperto fino alle 23 (ultimo ingresso 22.30) e a partire dalle 20 il costo del biglietto sarà di soli 3 euro. A partire dalle 20.30 si potrà accedere anche in terrazza. I protocolli di sicurezza impongono ai visitatori il distanziamento e l’uso del gel disinfettante e della mascherina negli spazi chiusi, nonché il possesso del Green Pass per la partecipazione agli eventi serali all’aperto sulla terrazza. Tutte le info sul sito www.museoarcheologicoreggiocalabria.it.