Bologna. Al museo civico Archeologico “Lettere da Pompei. Letture da Ovidio” a cura di archiviozeta, nell’ambito del ciclo di incontri “LO SPLENDIDO INGANNO: intorno alla mostra I pittori di Pompei”

Maschera tra grappoli d’uva e viti, affresco dalla Casa delle Colombe a mosaico di Pompei, conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
“Medea, Didone, Fedra. Ovidio ha immaginato le vostre parole scritte dal profondo del cuore. Noi domenica proviamo a leggerle a voce alta. E lasciamo che per un momento l’amore, la gelosia, l’inquietudine e la rabbia riprendano corpo e voce”. Così Enrica Sangiovanni nell’introdurre “Lettere da Pompei. Letture da Ovidio”, l’appuntamento di domenica 12 febbraio 2023, alle 18, in sala Risorgimento al museo civico Archeologico di Bologna nell’ambito del ciclo di incontri “LO SPLENDIDO INGANNO: intorno alla mostra I pittori di Pompei”. Evento a cura di archiviozeta, introduzione di Anna Dore con Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Enrica Sangiovanni. Ingresso: 10 euro intero, 5 euro ridotto under 18. Posti limitati, prenotazione obbligatoria https://www.archiviozeta.eu/libro/lettere-pompei-copia/. Il biglietto non comprende l’ingresso alla mostra che è possibile visitare prima dello spettacolo. In occasione della straordinaria mostra “I pittori di Pompei” archiviozeta propone un’immersione nella letteratura latina che ha ispirato i soggetti di quegli affreschi. Le Lettere da Pompei sono messaggi dalle ceneri del tempo. Ovidio guida e tesse corrispondenze che diventano lettera viva: Medea, Fedra, Didone, ecco le voci che risuonano da quei muri e ci precipitano nel gran teatro del mito. Dopo il successo di novembre archiviozeta torna dunque a grande richiesta – per una sola replica il 12 febbraio 2023 – al museo civico Archeologico di Bologna con “Lettere da Pompei” una lettura tratta dalle Heroides, lettere immaginarie scritte da Ovidio, un’immersione nella letteratura latina che ha ispirato i soggetti di quegli affreschi.
“Didone, per esempio. Nuove storie dal passato”: Mariangela Galatea Vaglio presenta un red carpet grecoromano che diverte, seduce e risplende e ci fa scoprire che “L’impero romano è meglio di Beautiful”
Non è un libro di archeologia. Ma quanto lo trovano interessante gli archeologi! “Didone, per esempio. Nuove storie dal passato” (Edizioni Ultra) di Mariangela Galatea Vaglio è un concentrato di informazioni su alcuni protagonisti – eroi ed eroine – del mito e della storia antica nel mondo classico che l’autrice ha tratteggiato con ritratti-biografie (non autorizzate)-medaglioni vividi e pregni di dettagli che solo chi ha dimestichezza con le fonti antiche (anche quegli autori considerati minori o delle cui opere sono giunti a noi solo frammenti) può permettersi di citare: è un pantheon di personaggi storici e mitologici più vivi (“e talora pure più cialtroni”) dei politici, delle veline e degli opinion maker del nostro tempo; un red carpet grecoromano che diverte, seduce, risplende grazie alla penna di Galatea. Ma attenzione, Vaglio – da rigorosa storica qual è – non scivola mai nella facile interpretazione del mondo antico con gli occhi e i parametri di noi che viviamo nel terzo millennio: il testo riporta fatti e situazioni di altri mondi e di altre culture. Citazioni e riferimenti ai nostri giorni corrono sempre sul filo dell’ironia, mai sono una lettura critica. Anzi in più di un passo l’autrice fa presente che certe situazioni – che cozzano contro il nostro comune sentire – all’epoca erano accettate senza intaccare il comune senso del pudore.

Mariangela Galatea Vaglio, giornalista e insegnante, dottore di ricerca in Storia Antica, blogger (Il nuovo mondo di Galatea)
Tagliente e sintetica, arguta e ironica, ma anche partecipativa e didattica, Mariangela Galatea Vaglio nel suo stile talora dissacrante ma sempre coinvolgente armonizza le sue conoscenze di storica del mondo antico con la sua esperienza didattica di insegnante e quella comunicativa di giornalista, nonché la freschezza e la modernità di blogger (suo il blog Il nuovo mondo di Galatea). “L’impero romano è meglio di Beautiful”, assicura Galatea. Mai affermazione fu più azzeccata. Solo che quanto scrive Mariangela Vaglio non è la sceneggiatura di una soap opera o del gossip per alimentare le chiacchiere estive sotto l’ombrellone. No, qui è tutto vero, tutto documentato, dalla cronaca nera alla cronaca rosa, dagli intrighi di palazzo alle storie di letto. Ecco allora che quando compare la bellissima Elena di Troia, così altera e distaccata, pure antipatica per quanto è amata e agognata, subito si insinua il dubbio che dietro tanta altezzosità si celi una segreta passione per le droghe pesanti. Poi c’è Didone col relativo complesso: Didone bella e intelligente, coraggiosa e impavida, che fine fa? S’innamora del vacuo Enea, che più che un uomo è una iattura, e in quanto tale non può che condurla a una tragica fine. E a seguire tornano in vita Ulisse, il re contadino che stilla fascino e sudore; Calpurnia, la moglie perfetta; Pericle, bello come Obama; Messalina, la Paris Hilton dell’antichità; Temistocle, l’eroe per eccellenza, il vincitore di Salamina che fermò l’incubo persiano, è “il meraviglioso figlio di buona donna”. E se Alessandro Magno fu “Il primo globalizzatore” e Giulio Cesare “l’uomo che si giocò il potere a dadi”, Augusto è ricordato come “l’imperatore in ombra” e la sorella Ottavia “l’ombra di Augusto”; Marco Aurelio “l’imperatore controvoglia”, Aureliano “l’imperatore che venne dal nulla” , Ipazia “la donna che violava le regole”, Onoria “la donna che sussurrava agli Unni”, e tanti altri in un vortice di storie narrate e reinterpretate con humor e leggerezza. Ma perché la storia a scuola non ce l’hanno raccontata così?






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