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Cortona (Ar). A Palazzo Casali il seminario di studi, in presenza e on line, “Le mura delle città etrusche. Cortona: persistenze e trasformazioni dall’antichità all’età contemporanea” sullo stato attuale delle conoscenze sulle mura e la loro valorizzazione. Ecco il programma di due giorni

cortona_palazzo-casali_seminario-le-mur-delle-città-etrusche_locandinaCortona è conosciuta, tra le altre cose, anche per la sua cinta muraria caratterizzata da tratti di epoca etrusca. I viaggiatori che dal Settecento la scelgono come tappa del loro Grand Tour restano meravigliati per le pietre “ciclopiche” con cui è realizzato l’imponente monumento, che nel corso dei secoli ha vissuto attacchi dai nemici, demolizioni e ricostruzioni. Oggi presenta problemi di conservazione che, per essere affrontati seriamente, necessitano di una preliminare indagine del suo stato di salute. L’Accademia Etrusca di Cortona, in collaborazione con il Comune di Cortona, organizza per le giornate di venerdì 29 novembre (ore 15-18) e sabato 30 novembre 2024 (ore 9.30-18.30), nella sala Medicea di Palazzo Casali a Cortona (Ar), organizza il seminario di studi “Le mura delle città etrusche. Cortona: persistenze e trasformazioni dall’antichità all’età contemporanea” al quale partecipano studiosi di varie discipline con l’intento di illustrare lo stato attuale delle conoscenze sulle mura e di proporne la valorizzazione nel quadro complessivo della promozione del parco archeologico della città. Il seminario, in presenza e on line (in diretta YouTube al link https://www.youtube.com/live/bt3cAr_6_QA?si=pU47dgS_cadFEah2) giunge al termine di una serie di indagini e studi condotti dall’Accademia Etrusca, con la supervisione della soprintendenza e in stretta collaborazione con il dipartimento di Architettura dell’università di Firenze, in particolare con il prof. Pietro Matracchi, e si concluderà con una tavola rotonda destinata a individuare le forme migliori di tutela e di fruizione delle mura cittadine, anche sul piano turistico.

PROGRAMMA DI VENERDÌ 29 NOVEMBRE 2024. Alle 15, saluto del sindaco di Cortona e del lucumone dell’Accademia Etrusca. Interventi: Luigi Donati, “Cortona “città murata”: le ragioni di una ricerca e di un incontro di studio”; Luca Pulcinelli, “Le città murate dell’Etruria meridionale”; Luca Attenni, “Città con mura ciclopiche”; Flavio Barbaro e Alessandra Cittadini, “Oltre le mura: difesa, divisioni e spazio sociale dall’Iliade alla caduta del Muro di Berlino”.

PROGRAMMA DI SABATO 30 NOVEMBRE 2024. Alle 9.30, Giuliano Pinto, “Le cinte murarie, componenti identitarie del paesaggio medievale”; Michele Nucciotti, “Per una archeologia delle mura in epoca medievale”; Paolo Giulierini, “La porta bifora di Cortona. Una ipotesi di ricostruzione”; Paolo Bruschetti, “Recenti acquisizioni sulle mura etrusche di Cortona”; Curgonio Cappelli e Francesco Mazzarella, “Alcune considerazioni sulla vegetazione delle mura di Cortona”; 15, Pietro Matracchi, “Dalla digitalizzazione alla conoscenza delle mura di Cortona”; 16, Tavola rotonda “Tutela, conservazione e valorizzazione delle mura urbiche di Cortona coordina” con Paolo Bruschetti, Accademia Etrusca di Cortona, e Giulio Paolucci, direttore del MAEC. intervengono Maurizio Martinelli, Regione Toscana, Settore Patrimonio culturale, Museale e documentario, Arte contemporanea, Investimenti per la cultura; Gabriele Nannetti, soprintendente della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le provincie di Siena Grosseto e Arezzo; Maria Gatto, direzione regionale Musei nazionali della Toscana; Marica Bruni, Comune di Cortona; 18, conclusioni del convegno: Pietro Matracchi. Nel corso del Seminario sono previste letture di brani sul tema delle mura tratti da autori di varie epoche, a cura di Alessandra Cittadini, Emma Torresi e Filippo Trenna.

Cortona (Ar). Al via la VI edizione del festival di Teatro Archeologico promosso dal MAEC nello straordinario spazio scenico del Tumulo del Sodo: tre giorni di appuntamenti che rinnovano la fusione tra l’arte teatrale e il ricco patrimonio archeologico. Ecco il programma. Prenotazione obbligatoria

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La gradinata-terrazza del tumulo II del Sodo nel parco archeologico di Cortona (foto drm-toscana)

cortona_maec_parco-del-sodo_teatro-archeologico-2024_locandinaAl via a Cortona la sesta edizione del festival di Teatro Archeologico nello straordinario spazio scenico del Tumulo del Sodo e del  parco archeologico di Cortona, che rinnova la fusione tra l’arte teatrale e il ricco patrimonio archeologico, offrendo al pubblico,  il 19, 20 e 21 luglio 2024,  un’esperienza culturale immersiva con  un articolato programma di appuntamenti  in un’atmosfera di autentica, stimolante convivialità. Gli spettacoli e le rappresentazioni esaltano la bellezza dei siti archeologici, creando un connubio unico tra passato e presente  che si completa con le proposte della libreria temporanea,  con visite guidate e una “Colazione con Vasari” e con  le degustazioni di vini  delle eccellenze del territorio.  L’ingresso per tutti gli spettacoli e le iniziative della rassegna è esclusivamente con prenotazione obbligatoria  a  prenotazioni@rumorbianco.it:  ACQUISTA I BIGLIETTI QUI. Il festival è organizzato dall’associazione culturale rumorBianc(O) con la direzione artistica di Chiara Renzi, realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze, è promosso da museo MAEC, Comune di Cortona, Accademia Etrusca, in accordo con direzione regionale Musei Toscana del ministero della Cultura, in collaborazione con ATI (AION, Itinera, Coop Culture), Omnia Tourist Services, Libri Parlanti, Consorzio Vini Cortona, Cautha, Confesercenti, con il sostegno di Cortona Photo Academy, sponsor Unicoop Firenze.

cortona_maec_parco-del-sodo_teatro-archeologico-2024_19-luglio_locandinaPROGRAMMA DI VENERDÌ 19 LUGLIO 2024. Alle 18 il festival si inaugura con il vernissage della mostra di Renzo Francabandera “Archeologia del presente”  seguito dal  wine tasting in collaborazione con Consorzio Vini Cortona. La mostra nasce dall’idea di ridare valore e senso a oggetti abbandonati e rinvenuti dall’artista in diversi contesti urbani, per comprendere meglio i comportamenti e i segni della società contemporanea attraverso un approccio metodologico che  in parte rimanda all’archeologia tradizionale. Dalla ricerca e dalla raccolta dei materiali Francabandera inizia uno scavo stratigrafico-emotivo che si fonda sull’analisi dei reperti  che vengono poi riassemblati per creare paesaggi, vicende immaginarie dell’artista con radici nei suoi vissuti e nelle esperienze reali. Alle 19  il primo degli spettacoli in programma “Corri, Dafne!” di e con Ilaria Carlucci, regia Alberto Cacopardi, una produzione Tessuto Corporeo e Factory Compagnia Transadriatica, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio (Biglietto 10 euro). I boschi delle storie non son mai luoghi tranquilli… Prima o poi si finisce per smarrirci qualcosa, se non sé stessi. Sulla riva limacciosa di un fiume, in una notte di luna piena, nasce dal fango una ninfa. Leggera, curiosa, spettinata. È Dafne, che nuota, salta, rotola, si arrampica, respirando al ritmo degli animali del bosco. Intanto, oltre le chiome degli alberi si staglia nel cielo terso la sagoma scintillante del carro del Sole, guidato da Apollo, il più bello tra tutti gli dei, tanto desiderato quanto sprezzante. Due universi lontani si incontrano per l’intervento dispettoso di un paio d’ali spennacchiate e due frecce malandrine…quelle di Cupido, il bambino eterno, il dio dell’amore. Apollo si innamora per la prima volta e il desiderio lo acceca. Dafne vacilla, si sente smarrita, schiacciata, sola. Tutto attorno a lei si trasforma senza preavviso e il suo mondo sembra crollare. Che cosa accade se comincia a correre? Correre via, da tutto e tutti, via da casa, dalla sequoia, dalle sorelle dai capelli di seta, dal padre fiume, da un vestito da sposa, dagli occhi di un dio sconosciuto. Correre libera, correre forte, si, ma verso cosa? “Corri, Dafne!” gioca con la materia del mito e con i fili invisibili che muovono le vite di tutti, che siano potenti creature divine o silenziosi abitanti del bosco, alla ricerca della sottile linea di confine tra l’amore per l’altro e l’amore per sé.

cortona_maec_parco-del-sodo_teatro-archeologico-2024_20-luglio_locandinaPROGRAMMA DI SABATO 20 LUGLIO 2024. Alle 17.30 spazio al tradizionale talk archeologico, a cura di Libri Parlanti in collaborazione con Cautha,  con  l’archeologo Paolo Giulierini che  getterà una nuova luce sulle pratiche religiose degli Etruschi, raccontando il profondo rispetto e la connessione di quel popolo con la natura. Alle 19 sarà di scena lo spettacolo cult della compagnia Gli Omini  “La Coppa del Santo”, scritture di Giulia Zacchini, con Luca Zacchini e Francesco Rotelli (biglietto 10 euro). Se c’è una cosa su cui proverbialmente non si può scherzare, quella cosa sono i Santi. È bene-dire infatti che la Coppa del Santo è un gioco molto serio. Gli Omini coltivano la loro passione per gli idoli del cristianesimo, studiando agiografie e disegnando nuove icone, da più di dieci anni. Da questa ricerca puntigliosa e potenzialmente infinita nasce il secondo spettacolo a tema sacro. Due preti psichedelici che conducono la gara. Una selezione di 32 santi, scelti con grande cura. Otto squadre. Un tabellone. Una sfida all’ultimo sangue. Perché i Santi sono duri a morire. E perché il pubblico continui a giocare. Saranno proprio gli spettatori, tutti insieme, a decidere quale Santo vincerà il torneo, per eleggere ed invocare un unico patrono della serata. Una partita sul modello dei campionati virtuali che spopolano su giornali, radio e web. Ma dal vivo. I santi gareggeranno tra di loro sfoderando poteri sovrannaturali. Dai sedicesimi di finale finché ne rimarrà uno solo, il pubblico ascolterà le loro straordinarie storie di vita e verrà chiamato in causa per stabilire il vincitore di ogni sfida. Martiri contro Crocifissi, Vergini contro Nudi, VIS (very important saints) contro Madonne. Da San Giorgio a Padre Pio, passando per Santa Pazienza e Santa Speranza, per non parlare della Santa Nonna. Grandi e storici, ultravenerati o misconociuti, improbabili o impossibili Santi,  gente della quale potreste avere bisogno. Se non sapete più a che santo votarvi, venite a votare i santi.

cortona_maec_parco-del-sodo_teatro-archeologico-2024_21-luglio_locandinaPROGRAMMA DI DOMENICA 21 LUGLIO 2024. Alle 10  “Colazione con Vasari” (biglietto 5 euro), a cura di rumorBianc(O) e Omnia Guide in collaborazione con Confesercenti. Un’esperienza unica in occasione dei 450 anni dalla morte di Giorgio Vasari, che unirà la scoperta del patrimonio artistico di Cortona con il piacere di una colazione conviviale a base di delizie locali.  un itinerario alla scoperta delle meraviglie artistiche e architettoniche di Cortona, tra i segreti e le bellezze che hanno ispirato e influenzato il maestro. Una passeggiata archeologica accessibile anche ai meno esperti alla scoperta dei ritrovamenti più importanti della città. Il percorso partirà dal centro di Cortona e arriverà a piedi fino alla Tanella di Pitagora. La Tanella di Pitagora, ambientata in una suggestiva cornice di cipressi, è situata sul pendio che discende dalla collina di Cortona verso la Valdichiana. Conosciuta già nel Cinquecento fu visitata dal Vasari che sembra la giudicasse la tomba di Archimede. Da allora i visitatori si sono sbizzarriti nel riconoscere nella costruzione chi la tomba di Ulisse, altri quella di Pitagora, richiamati in tali attribuzioni dallo stile greco-ellenistico della sua architettura. Silvia Vecchini introdurrà la figura del grande maestro del Rinascimento e il suo legame con Cortona,  con una tappa nella splendida Chiesa di Santa Maria Nuova prima di un monologo ispirato alle Vite di Vasari. Alle 17 ATI (AION, Itinera, Coop Culture  conduce il laboratorio didattico “Alla scoperta delle divinità etrusche” un workshop gratuito dedicato ai bambini tra i 5 e i 12 anni. Alle 18.30 la rassegna si conclude con “Aspettando il vento” lo straordinario spettacolo costruito e raccontato da Luigi d’Elia, con la regia di Francesco Niccolini e Fabrizio Pugliese (biglietto teatro + wine tasting: 10 euro). Aspettando il vento è una storia originale (Finalista 2015 al Premio Andersen di letteratura per l’Infanzia) ambientata in un luogo che esiste davvero, la Riserva Naturale di Torre Guaceto in Puglia, e nata un giorno d’agosto del 2007 quando un incredibile incendio cancellò in una notte la palude degli uccelli migratori. Aspettando il vento è l’avventura di crescita e mistero di tre ragazzini che si incontrano sperduti in un’immensa palude nella stagione del passaggio degli uccelli migratori. C’è Arturo, un bambino che nella vita sarà sempre un pinguino: non c’è niente da fare, non volerà mai. Il suo papà viaggia per lavoro e ora c’è una nuova casa, un nuovo paese. Il suo papà ha i capelli che cambiano con il vento: lisci a tramontana, ricci con lo scirocco. Nel nuovo paese c’è Caterina, una ragazzina che sa tutto degli uccelli migratori. Ed è troppo carina… anche se ha gli occhiali e l’apparecchio sopra e sotto. E poi c’è Andrea, un bambino con una passione così profonda da far presagire un destino più grande, misterioso e magico. Lui nella vita sarà una rondine, non c’è dubbio.
Un universo lieve, di avventure, giochi e amori. Nuovo, tutto da scoprire. Un’amicizia che ha il suono del vento tra le canne e del silenzio nella palude al tramonto. Arturo, Caterina e Andrea sembrano disegnati sull’acqua dello stagno, hanno il cielo dentro, affrontano il mistero e insieme si conoscono e si raccontano, con la meraviglia dentro gli occhi. Finché non arriva una notte che le stelle sono allineate, il vento è cambiato e per tutti e tre sarà arrivato il momento di diventare un po’ più grandi.

Cortona. Al Maec inaugurate le Sale Corbelli che ospitano il nuovo allestimento della Collezione Egizia. L’intervento del vice lucumone, l’etruscologo Paolo Bruschetti, a TourismA 2023

cortona_maec_sezione-egizia_nuovo-allestimento_inaugurazione_locandinaIl nuovo allestimento della Collezione Egizia del MAEC (museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona) è realtà. Era stato annunciato in marzo a TourismA 2023, e venerdì 5 maggio 2023 sono state inaugurate al secondo piano di Palazzo Casali le due sale intitolate a Guido Corbelli, cui si deve la collezione Egizia. Il museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona può così proporre una specifica offerta culturale dedicata all’antica civiltà degli egizi con il progetto espositivo dell’architetto Andrea Mandara. I lavori sono stati realizzati grazie ad un cofinanziamento tra il Comune di Cortona e il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, relativo al progetto “Gli Etruschi in Toscana le città dell’Etruria”. “Con questo nuovo investimento l’offerta culturale del Maec cresce ulteriormente”, dichiara il sindaco di Cortona, Luciano Meoni. “Dopo la realizzazione delle sale dedicate a Gino Severini e prima dell’apertura della mostra dedicata a Luca Signorelli, oggi l’Amministrazione comunale pone un altro mattone sul percorso di crescita del proprio patrimonio. Voglio ringraziare la Regione Toscana, oltre a tutto lo staff che si è occupato delle opere, a partire dall’ufficio Tecnico e l’ufficio Cultura. Con queste sale possiamo offrire un’esperienza più accattivante per i visitatori e in particolare modo alle famiglie, oltre che al mondo dell’istruzione. Cortona e il Maec sono fra le poche realtà in Toscana a poter strutturare una proposta culturale di questo genere”.

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L’architetto Andrea Mandara illustra il nuovo allestimento della collezione Egizia del MAEC (foto comune di cortona)

“La Collezione egizia del Maec, dovuta alla generosità del vescovo cortonese monsignor Guido Corbelli che l’aveva raccolta nella terra del Nilo sul finire dell’Ottocento, costituisce un vanto per il nostro Museo, dove adesso fa ancor più bella mostra di sé grazie al nuovo allestimento”, dichiara Luigi Donati, lucumone dell’Accademia Etrusca. “Grazie ad esso, percorrendo le sale del museo, il visitatore potrà cogliere direttamente l’abissale differenza delle testimonianze archeologiche esistente fra un mondo etrusco in cui, per ragioni ambientali, ci sono pervenuti solo materiali inorganici, e quello degli egizi dove invece essi sono la normalità, restituendoci uno spaccato della loro vita reale che da noi può essere solo immaginata”. E Andrea Mandara, l’architetto curatore del progetto espositivo: “Con questo nuovo allestimento in continuità con quanto già fatto in altre sezioni del Maec, aggiorniamo l’offerta di visita delle collezioni. L’obiettivo è quello di far entrare il pubblico in una suggestione avvolgente del racconto, a partire dalla prima sala, dove si parla della vita quotidiana degli egizi, fino alla seconda dove si descrivono le sepolture. In quest’ultima sala prevale la presenza di una grande teca nella quale le mummie, prima esposte in sarcofagi singoli, ora sono esposte in una nuova ambientazione unica, nella quale si ricrea quasi l’interno di una tomba, completa dei suoi arredi. Le suggestioni grafiche, curate da Francesca Pavese, aiutano il visitatore a sentirsi quasi all’interno di quel mondo. Il nostro obiettivo è stato quello di costruire, insieme con i curatori, un nuovo racconto che, rispettando sempre il carattere collezionistico della raccolta, potesse offrire al visitatore del Maec un’esperienza nuova, più viva e coinvolgente”.

Paolo Bruschetti, vice lucumone e segretario accademia Etrusca di Cortona, etruscologo, che per anni si è occupato del museo, a TourismA 2023 aveva ripercorso la nascita e sistemazione della collezione Egizia del Maec. “A partire dal 1727, anno nel quale fu fondata, assieme al museo, l’accademia etrusca, sono confluiti beni culturali di qualsiasi tipo, frutto da un lato dell’esperienza culturale e collezionistica dell’accademia etrusca a partire dal Settecento e tuttora vitale. Ma anche da una volontà molto più recente che si è sviluppata tra il Comune di Cortona, l’accademia etrusca, la soprintendenza e il concorso dell’università, che hanno destinato nel nostro museo tutto ciò che veniva dai più recenti scavi nella necropoli di Cortona.

cortona_maec_logo“Nel 2005 è nato il Maec – museo dell’Accademia etrusca e della Città di Cortona, prima era solo il museo dell’Accademia etrusca, da allora diretto dal collega Paolo Giulierini che poi ha varcato i confini del nostro Granducato per arrivare fino ad altri regni, quelli borbonici. Da tutto questo insieme di situazioni è nato un complesso certamente unico nel suo genere che ritengo possa essere ascritto a un modello culturale valido per tutto il nostro Paese. In un contesto del genere un posto particolare è riservato all’archeologia egizia che tanto successo ha avuto fin dalle prime fasi dell’esperienza collezionistica di Cortona. Un primo nucleo, infatti, ridotto e limitato, di antichità egizie fu lasciato al nostro museo fino dagli ultimi anni del XVIII secolo, da quando una parte della collezione Venuti è arrivata nelle vetrine del museo che in quel momento era un contenitore estremamente eterogeneo e limitato ad alcune sale nelle quali erano insieme biblioteca, archivio, museo, quadreria, e tutto quello che si poteva immaginare in un contenitore di questo tipo. I Venuti insieme ad altri intellettuali cortonesi nel 1727 costituirono l’accademia etrusca e la costituirono come un sodalizio culturale che fin dall’inizio ebbe un posto importante nella cultura della nostra regione, nella cultura granducale di quest’epoca e degli illuministi italiani.

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Il ritratto di mons. Guido Corbelli creatore della collezione Egizia del Maec (foto maec)

“Però il numero più importante del materiale della civiltà egizia è legato a una notissima figura di ecclesiastico cortonese che donò gli oggetti raccolti al museo della sua città natale. Questo ecclesiastico era appunto monsignor Guido Corbelli che, dopo una giovinezza abbastanza burrascosa, scelse l’abito francescano dei Minori osservanti al convento di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Grazie alle sue doti dottrinali e alle sue doti diplomatiche soprattutto, unite poi a una cultura molto profonda e molto articolata, conosceva tutte le lingue che potevano permettergli di viaggiare nel mondo – conosceva l’arabo, conosceva il greco, conosceva varie lingue orientali, aramaico e così via – arrivò così a svolgere tutta una serie di viaggi e di missioni in varie regioni del Medio Oriente che culminarono con la sua nomina da parte papale come 228mo Custode di Terrasanta. Quindi una sorta di plenipotenziario ecclesiastico in quella parte del mondo in un momento come quello della seconda metà dell’Ottocento di rapporti particolarmente complessi e difficili non solo dal punto di vista culturale e religioso, ma soprattutto politico ed economico. Non ci dimentichiamo che in quel periodo c’era una lotta, neanche tanto sommessa, tra vari imperialismi che in quella parte del Mediterraneo predominavano e si dimostravano molto importanti.

“In questo prestigioso ma difficilissimo incarico monsignor Corbelli fu seguace di un altro cortonese, frate Elia da Cortona, che fu il primo seguace di San Francesco, il costruttore della basilica di Assisi e della basilica di Cortona, e fu appunto il primo delegato papale per questa parte del mondo mediterraneo. E siamo nel XIII secolo, quindi ben sei secoli prima di monsignor Corbelli. E con questo incarico di delegato apostolico per l’Arabia e l’Egitto, ricevuto da papa Leone XIII, Corbelli che aveva la sua sede ad Alessandria d’Egitto impostò un dialogo interculturale e direi interreligioso in un periodo in cui parlare di ecumenismo era una cosa non normale. E durante il suo soggiorno alessandrino costituì una raccolta importante di oggetti che in piccola parte gli vennero donati nel corso delle sue visite pastorali e culturali, in gran parte lui aveva acquistato con sue risorse personali.

“Tutti questi materiali furono poi inviati tra il 1891 e il 1896 a Cortona con cinque blocchi di spedizioni attraverso il porto di Livorno che era una sorta di crocevia per tutta una serie di arrivi da viaggi culturali. Altri oggetti furono estrapolati dagli spedizionieri seguendo una volontà malamente espressa da monsignor Corbelli. Lui volle infatti che alcuni di questi pezzi fossero destinati alla raccolta di Assisi, e dette mandato agli spedizionieri di sceglierne alcuni. E gli spedizionieri che tutto erano meno che non solo egittologi ma persone di cultura, presero un po’ da una cassa un po’ dall’altra, e fu così che attraverso la disponibilità del cavaliere Alfonso Brizi, presidente dell’accademia properziana del Subasio di Assisi, un gruppetto di oggetti egizi giunsero appunto in questa raccolta. Nell’ultima parte della sua vita monsignor Corbelli fu nominato dal papa alla cattedra episcopale di Cortona che tenne fino al 1901, non fino alla morte. Fu un periodo abbastanza burrascoso, ebbe una serie di vicissitudini di gestione di questa società ecclesiastica cortonese piuttosto ribelle all’autorità vescovile dell’epoca, tanto che appunto nel 1901 lui rinunciò alla cattedra episcopale, si ritirò ad Assisi e morì nella stessa cella nella quale aveva condotto i suoi primi studi nel convento di Santa Maria degli Angeli. La prima ordinata raccolta dei materiali egizi di monsignor Corbelli non avvenne subito. Nel 1896 – dicevo – fu completata la spedizione, però non c’erano gli spazi, gli oggetti rimasero rinchiusi nelle casse fino alla fine degli anni Venti del Novecento allorché fu possibile allargare gli spazi del museo e dedicare anche alla collezione egizia una sala apposita. Solo in quel momento i materiali di Corbelli poterono essere visti nel loro splendore.

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Sarcofagi esposti nella Collezione Egizia del Maec (foto comune di cortona)

“Le nuove sale sono il completamento di un discorso di ammodernamento e di nuova concezione museografica necessaria per una migliore fruizione di un patrimonio di grande rilievo. La collezione egizia è composta da circa 400 pezzi che comprendono tutte le epoche della storia dell’antica civiltà egizia. Siamo grati alla professoressa Guidotti che insieme con altri egittologi di Firenze ha curato il primo allestimento e ha insegnato a tutti noi, modesti etruscologi, quale era la vera natura di questa collezione. Ripeto, coprono tutte le epoche della civiltà egizia con esemplari di ogni categoria di materiali e con pezzi anche di grande valore storico e di qualità artistica non indifferente. Il nuovo allestimento è stato curato dall’architetto Andrea Mandara che ha elaborato tutta una serie di sistemazioni moderne del nostro museo e questo allestimento che vuole proporre proprio nell’intenzione di Mandara un rinnovato racconto di una civiltà mediterranea che tanta importanza ha avuto nella storia dell’uomo. Le nuove sale – conclude Bruschetti – sono dedicate alla figura di monsignor Corbelli: si chiameranno infatti sale Corbelli”.

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Dettaglio dell’allestimento delle nuove sale della Collezione Egizia del Maec (foto maec)

I lavori hanno riguardato sale già libere da precedenti allestimenti che ora sono state restaurate, consolidate, dotate di tutti gli impianti, compreso quello di climatizzazione, e riallestite. Quest’ultimo lavoro, in particolare, ha riguardato un progetto espositivo e grafico per accompagnare il visitatore all’interno di un racconto che lo spinge ad approfondire la conoscenza del mondo egizio, attraverso un percorso tra le opere esposte. Il progetto grafico guida il visitatore ad attraversare la storia della proposta museale, segnando il passaggio da un’introduzione sulla generale questione della collezione e del collezionismo, al racconto della quotidianità degli egizi, documentati nella prima sala, quella dedicata alla vita, fino alla drammaticità della morte e della mummificazione, nella seconda. Nella prima sala, il progetto comprende quattro vetrine che raccolgono le opere della collezione e un apparato didascalico. Nella seconda sala, una grande teca accoglie la descrizione del tema dell’inumazione con l’esposizione di sarcofagi, mummie e arredi tombali. L’investimento complessivo sfiora i 190mila euro ed è sostenuto dall’Amministrazione comunale per una quota pari al 30% del totale, mentre il restante 70% è stato finanziato dalla Regione Toscana.  

Cortona (Ar). “A 30 anni dagli scavi di Ossaia”: MAEC-Parco ricordano con un evento il ritrovamento, gli studi e i restauri dei reperti della villa romana di età tardo repubblicana-imperiale in località Ossaia. Visita agli scavi, incontro-dibattito e mostra fotografica sui reperti 

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Visita guidata alla villa romana di Ossaia (Cortona) (foto maec)

cortona_a-30-anni-dagli-scavi-di-ossaia_locandinaIn località Ossaia – La Tufa, nei pressi di Cortona in provincia di Arezzo, è stato messo in luce un’interessante villa romana di età tardo repubblicana-imperiale per un’area complessiva di circa 1000 mq in tre aree separate da un terrazzo intermedio. Questo complesso è stato interessato da tre diverse fasi abitative. La prima è databile tra il 50 a.C. e la metà del I sec. d.C. La seconda dall’80-100 d.C. al III sec. d.C. La terza fase documenta una ripresa fra l’età della Tetrarchia e quella costantiniana fino alla metà del V sec. d.C. I reperti più importanti della villa, che fa parte del Sistema MAEC-Parco, e una sua ricostruzione sono stati collocati nelle sale del museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (MAEC), a illustrare la fase romana della storia della città. Sabato 3 settembre 2022, alle 17.30, in località Ossaia di Cortona MAEC-Parco propone l’evento “A 30 anni dagli scavi di Ossaia” patrocinato dal ministero della Cultura, Comune di Cortona, Accademia Etrusca, Rotary Club Valdichiana Cortona, Gruppo sportivo Ossaia, Circolo Arci di Ossaia e Fotoclub Etruria. Ritrovo al parcheggio del Ristorante Tufa, visita agli scavi della Villa romana. Successivamente, al Circolo Arci di Ossaia, incontro-dibattito e piccolo buffet: saranno illustrate le fasi principali dei lavori e delle iniziative prese per la salvaguardia e la valorizzazione del sito. Coordinerà l’incontro l’architetto Silvia Neri, interverranno i professori Maurizio Gualtieri e Helena Fracchia, il sindaco di Cortona Luciano Meoni, l’assessore alla Cultura del Comune Francesco Attesti e il vice lucumone dell’Accademia Etrusca, Paolo Bruschetti. Parteciperà anche il direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, Paolo Giulierini. Quindi sarà aperta la mostra fotografica a cura del Fotoclub Etruria dedicata ai ritrovamenti archeologici.

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Mosaico policromo proveniente dalla villa romana di Ossaia, conservato al museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (foto maec)

Gli scavi archeologici sono effettuati appunto a partire dal 1992, su concessione ministeriale, con la supervisione scientifica dell’allora soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, condotti dall’università di Alberta (Canada) e di Perugia, sotto la direzione dei professori Helena Fracchia e Maurizio Gualtieri. L’università di Alberta ha effettuato la ricerca attraverso scavi e studi di materiali e strutture, con studenti universitari canadesi, dottorandi in archeologia, nell’ambito di un semestre accademico in Italia che ha permesso di individuare i resti di una villa imperiale romana, con una estensione complessiva di circa 1000 mq lungo un fronte di oltre 200 metri, impostata su un santuario etrusco del VI sec. a.C., che certamente era proprietà di personaggi di altissimo livello nella società cortonese di allora. La continuità abitativa del sito documenta varie trasformazioni sociali fino al VI sec. d.C. che illumina anche sullo sviluppo urbano e diacronico della città di Cortona. Il luogo dove sorgeva l’insediamento dominava su un’ampia estensione di terreni che raggiungevano anche il lago Trasimeno e che era collocato a ridosso dell’importante percorso stradale di collegamento fra le maggiori località dell’Etruria romana.