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Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta per il ciclo di incontri “Pigorini. Cent’anni dopo 1925 – 2025” la conferenza “Città d’Umbria e i cosiddetti castellieri liguri dell’Appennino Parmense” con Angelo Ghiretti, archeologo e presidente deputazione Storia Patria per le province parmensi

Giovedì 13 novembre 2025, alle 17, all’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta, la conferenza “Città d’Umbria e i cosiddetti castellieri liguri dell’Appennino Parmense” con Angelo Ghiretti, archeologo e presidente deputazione Storia Patria per le Province parmensi, terzo incontro – dopo la pausa estiva – del ciclo di conferenze “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025” dedicato al grande archeologo Luigi Pigorini, padre dell’archeologia preistorica italiana. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’associazione Arkheoparma e Amici della Pilotta con il patrocinio dell’istituto italiano di Preistoria e Protostoria. Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Planimetria di uno dei cosiddetti “castellieri liguri” dell’Appennino Parmense (foto pilotta)

Nel 1865 Pigorini, giovanissimo, contraddice un noto studioso dell’epoca e dichiara che le strutture note come “città d’Umbria” non sono i resti di una città italica, bensì di una fortificazione medievale. La datazione di questo sito (e di altri analoghi tra Parmense e Piacentino) è stata oggetto di infiniti dibattiti. Solo dalla fine del XX secolo, oltre cent’anni dopo le prime controversie, l’accurato esame delle fonti storiche e le ricerche sul campo, non limitate a questo solo sito, hanno consentito finalmente di fare chiarezza: i cosiddetti “castellieri liguri” dell’Appennino parmense, tra cui naturalmente Città d’Umbria, sono il risultato dell’incastellamento, ossia della ricerca e della fortificazione di luoghi già naturalmente protetti, che caratterizza l’Alto Medioevo, in particolare tra X e XIII secolo.

Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta per il ciclo di incontri “Pigorini. Cent’anni dopo 1925 – 2025” la conferenza “La prima Parma: terramara o palafitta?” del prof. Mauro Cremaschi (università di Milano)

Dopo la pausa estiva torna il ciclo di conferenze dedicate a Luigi Pigorini, il più noto tra i tre padri fondatori (oltre a lui, Pellegrino Strobel, docente di Scienze naturali all’università di Parma e don Gaetano Chierici, insegnante e archeologo reggiano) dell’archeologia preistorica italiana, a cent’anni dalla sua morte. L’iniziativa è promossa in collaborazione con l’associazione Arkheoparma e Amici della Pilotta con il patrocinio dell’istituto italiano di Preistoria e Protostoria. Appuntamento giovedì 16 ottobre 2025, alle 17, all’auditorium dei Voltoni del complesso monumentale della Pilotta a Parma, con la conferenza “La prima Parma: terramara o palafitta?” del prof. Mauro Cremaschi (università di Milano). Ingresso libero fino a esaurimento posti. Info e prenotazioni https://shorturl.at/jIU3A. Nei primi mesi del 1864 Luigi Pigorini esegue uno scavo nella parte orientale del centro storico di Parma, portando alla luce la stratigrafia della terramara e numerosi pali lignei: una prova inconfutabile della presenza di una palafitta. Nei primi anni del Novecento, durante un’altra campagna di scavo, emergono ancora numerosi pali. Circa vent’anni fa, durante la ristrutturazione di Palazzo Mauri — luogo dei primi scavi — nuove indagini, saggi di scavo accompagnati da accurate analisi di laboratorio, hanno restituito importanti informazioni sulle caratteristiche del grande villaggio che nel II millennio a.C. prosperava nell’area della successiva città romana.

Direttori di seconda fascia: il ministero della Cultura ha pubblicato il bando per 14 istituti. Selezione entro dicembre

Dopo la nomina dei direttori dei musei di prima fascia e dei 140 dirigenti di seconda fascia, il ministero della Cultura il 7 agosto 2025 ha pubblicato il bando per la selezione pubblica dei direttori di 14 istituti di cultura statali di seconda fascia. Gli istituti interessati sono: museo storico e parco del Castello di Miramare – direzione regionale Musei nazionale Friuli-Venezia Giulia; complesso monumentale della Pilotta; musei nazionali di Bologna – direzione regionale Musei nazionali Emilia-Romagna; musei nazionali di Lucca; Pantheon e Castel Sant’Angelo – direzione Musei nazionali della città di Roma; parco archeologico dell’Appia Antica; Villa Adriana e Villa D’Este; ville monumentali della Tuscia; Palazzo Reale di Napoli; musei nazionali del Vomero; musei e parchi archeologici di Capri; parco archeologico di Ercolano; castello Svevo di Bari – direzione regionale Musei nazionali Puglia; musei nazionali di Matera – direzione regionale Musei nazionali Basilicata. Possono accedere alle selezioni i cittadini dell’Unione Europea e i candidati devono avere, tra gli altri requisiti, una particolare e comprovata qualificazione professionale, desumibile da una documentata esperienza di elevato livello nella gestione e valorizzazione del patrimonio culturale, nella gestione di istituti e luoghi della cultura o nella gestione di strutture, enti, organismi pubblici e privati. È consentita la candidatura per un massimo di 5 istituti tra quelli in elenco. La scadenza per la presentazione della candidatura è prevista per l’8 settembre 2025, esclusivamente sul sito del Ministero https://servizi.cultura.gov.it/. I candidati verranno esaminati da una Commissione di valutazione nominata dal ministro della Cultura Alessandro Giuli. L’incarico di direttore ha la durata di 4 anni, rinnovabili in caso di valutazione positiva dei risultati ottenuti. La procedura di selezione terminerà entro il 15 dicembre 2025.

Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta la conferenza “Pigorini e la struttura delle terramare. Che cosa regge e cosa no centocinquant’anni dopo?” di Michele Cupitò (università di Padova), quinto e ultimo appuntamento del ciclo “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”

All’auditorium del Complesso monumentale della Pilotta a Parma con la conferenza “Pigorini e la struttura delle terramare. Che cosa regge e cosa no centocinquant’anni dopo?” del prof. Michele Cupitò (università di Padova) giovedì 29 maggio 2025, alle 17, si chiude il ciclo di cinque conferenze “Luigi Pigorini. Cent’anni dopo 1925-2025” dedicate al grande archeologo nel centenario della sua morte. L’iniziativa è patrocinata dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e realizzata in collaborazione con Arkheoparma e l’associazione Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). Il principale argomento degli studi condotti da Pigorini nel corso della sua lunga carriera sono senza dubbio le terramare; già nel 1882, pubblica autonomamente i risultati dello scavo condotto a Castione Marchesi nel 1877 dando interpretazioni non più in linea con il modello proposto da G. Chierici. Verso la fine del secolo, dopo la scomparsa dello stesso i Chierici e di P. Strobel, Pigorini dirige una serie di campagne di scavo nella terramara del Castellazzo di Fontanellato, da cui progressivamente trarrà una ricostruzione dell’impianto/strutture del villaggio così articolate e complesse da far lungamente dubitare, dopo la morte di Pigorini, della loro attendibilità. Solo in anni recenti, a partire dal 1990 circa una nuova intensa stagione di studi dedicata ai siti dell’età della piena età del Bronzo a Sud e Nord del Po ha dimostrato e continua a svelare la validità del “modello” pigoriniano e la genialità del suo autore.

Michele Cupitò (foto graziano tavan)

Michele Cupitò è professore associato del dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova. Titolare degli insegnamenti di “Protostoria europea e mediterranea” e “Protostoria dell’urbanizzazione in Italia settentrionale” è responsabile Didattica e Ricerca, Laboratori di Archeologia dell’università di Padova, e direttore scientifico degli scavi nei siti dell’età del Bronzo di Fondo Paviani (Vr) e di Villamarzana (Ro).

Parma. All’auditorium dei Voltoni la conferenza “Una recuperata bellezza tra le statue di Veleia: Agrippina Minore” con l’archeologa Gloria Capelli e la restauratrice Angela Allini, e visita alla sala delle Statue di Veleia con l’Agrippina Minore recentemente restaurata

In occasione del recente restauro della statua di Agrippina Minore, promosso dal Club Inner Wheel Parma Est (sezione del Club Inner Wheel Italia), venerdì 23 maggio 2025, alle 17, all’Auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta, la conferenza “Una recuperata bellezza tra le statue di Veleia: Agrippina Minore” con l’archeologa Gloria Capelli e la restauratrice Angela Allini (Opus Restauri) per riscoprire la storia dell’imperatrice Agrippina e della pregevole scultura in marmo che la ritrae con la presentazione del recente restauro della statua di Agrippina Minore. Ingresso libero fino ad esaurimento posti in sala (100 posti). Dopo l’incontro è prevista una breve visita guidata (durata di circa 15 minuti) alla Sala delle Statue di Veleia, presso la quale si potrà apprezzare la ritrovata bellezza di Agrippina Minore.

Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta la conferenza “Cremazioni e campi d’urne dell’età del Bronzo a Parma, in Emilia e in Europa. Cosa sappiamo oggi rispetto a Pigorini?” di Claudio Cavazzuti (università di Bologna), quarto appuntamento del ciclo “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”

Giovedì 8 maggio 2025, all’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta di Parma quarto appuntamento del ciclo di conferenze “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”. Alle 17, la conferenza “Cremazioni e campi d’urne dell’età del Bronzo a Parma, in Emilia e in Europa. Cosa sappiamo oggi rispetto a Pigorini?” di Claudio Cavazzuti. Al centro della relazione sarà lo studio dei resti dei cremati di epoca protostorica come metodo per il recupero di numerose informazioni di carattere antropologico e culturale che può aiutare a delineare un quadro della società dell’età del Bronzo cui tali sepolture appartenevano. Ingresso libero e gratuito fino all’esaurimento dei posti (max 100). Nella seconda metà del II millennio a.C., si diffonde in tutta Europa l’uso della cremazione. A differenza di quello che si potrebbe pensare, i resti dei cremati di epoca preistorica (non paragonabili alle ceneri della pratica attuale) consentono, se accuratamente trattati, il recupero di numerose informazioni di carattere antropologico e culturale. All’interno dei cinerari, il microscavo viene solitamente eseguito in laboratorio, con le stesse procedure usate negli scavi archeologici: grazie all’esame dei resti umani, delle loro posizioni entro l’urna, con lo studio degli (eventuali) oggetti di corredo è possibile stabilire la temperatura raggiunta dal rogo funebre, le procedure dell’ossilegio (raccolta e inserimento nel cinerario dei resti), l’età e il sesso dei defunti e, nel caso di gruppi di sepolture sufficientemente numerosi, delineare un quadro della società dell’età del Bronzo cui tali sepolture appartenevano.

Claudio Cavazzuti (foto unibo)

Claudio Cavazzuti, ricercatore in Preistoria e Protostoria, Alma Mater Studiorum – università di Bologna, titolare dell’insegnamento di “Networks and mobility in Archaeology”; curatore del progetto Marie Skłodowska-Curie “Ex-SPACE”, mirato alla ricostruzione della mobilità nell’età del Bronzo tramite un approccio integrato fra bio-archeologia e analisi isotopiche.

Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “L’ebrezza d’Ercole tra antico e moderno. Immagine e fortuna di un mito tra archeologia e collezionismo (tra Veleia, Parma e Europa)” con il prof. Marco Cavalieri (Université catholique de Louvain), quarto appuntamento del ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma

 

Giovedì 22 aprile 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta, incontro con il prof. Marco Cavalieri (Université catholique de Louvain) “L’ebrezza d’Ercole tra antico e moderno. Immagine e fortuna di un mito tra archeologia e collezionismo (tra Veleia Parma e Europa)”, quarto appuntamento nuovo ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). Il prof. Marco Cavalieri condurrà i partecipanti alla scoperta di Ercole, figura mitologica dal fascino imperituro nei dei secoli, e della sua ebrezza, episodio reso celebre da racconti e narrazioni mitologiche e da numerose opere pittoriche, scultoree e musive. Un viaggio attraverso l’archeologia: tra i reperti ritrovati negli scavi di Veleia e quelli giunti a Parma attraverso le vie del collezionismo europeo ottocentesco.

Parma. All’Auditorium del Complesso monumentale della Pilotta presentazione del libro “Giovanni Bernardo De Rossi. Uno studioso della letteratura ebraica e dei suoi testimoni” a cura di Stefano Cassini

Lunedì 14 aprile 2025, alle 17, all’Auditorium del Complesso monumentale della Pilotta a Parma, presentazione del libro “Giovanni Bernardo De Rossi. Uno studioso della letteratura ebraica e dei suoi testimoni” a cura di Stefano Cassini (Olschki editore), che approfondisce la ricca produzione di Giovanni Bernardo De Rossi, considerato il maggiore ebraista e semitista italiano tra fine XVIII e l’inizio del XIX secolo. Ingresso libero e gratuito fino all’esaurimento dei posti (max 100). L’evento è organizzato in collaborazione del CRELEB – Centro di Ricerca europeo Libri Editoria Biblioteca dell’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Programma, Dopo i saluti di Paola Cirani, direttrice della Biblioteca Palatina di Parma, intervengono Chiara Pilocane (università di Torino) e Alberto Salarelli (università di Parma). Modera Edoardo Barbieri (università Cattolica di Milano).

Copertina del libro “Giovanni Bernardo De Rossi. Uno studioso della letteratura ebraica e dei suoi testimoni” a cura di Stefano Cassini

Il libro. Giovanni Bernardo De Rossi (1742-1831), sacerdote piemontese e professore dell’Università di Parma, fu il maggiore ebraista e semitista italiano tra fine XVIII e inizi XIX secolo. Appassionato raccoglitore di manoscritti e antiche edizioni di testi ebraici e non solo, allestì una collezione oggi depositata alla Biblioteca Palatina di Parma, che è tuttora uno dei più importanti fondi mondiali di questo materiale. Con le sue numerose pubblicazioni, De Rossi non si segnalò solo come uno dei primi bibliografi della stampa ebraica, ma anche come studioso attento della letteratura biblica e rabbinica, filologo, traduttore, nonché collaboratore di Giambattista Bodoni nella stampa in caratteri “esotici”.

Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta incontro con Georgia Cantoni su “Ospitare mondi. Le collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia”, secondo appuntamento della rassegna “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”

parma_pilotta_auditorium_Ospitare-mondi-Le-collezioni-etnografiche-dei-Musei-Civici-di-Reggio-Emilia_cantoni_locandinaGiovedì 27 marzo 2025, alle 17, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta a Parma, incontro con Georgia Cantoni su “Ospitare mondi. Le collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia”, secondo appuntamento della rassegna “Pigorini. Cent’anni dopo 1925 – 2025” è patrocinata dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e realizzata in collaborazione con Arkheoparma e l’associazione Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). L’etnologia svolge un ruolo importante per la formazione dell’archeologia preistorica (poi denominata appunto “paletnologia”); le popolazioni viventi a diversi stadi di sviluppo sono considerati dalla nascente disciplina archeologica un strumento fondamentale per ricostruire la storia fisica, tecnologica e culturale delle popolazioni vissute in epoche remote. Raccolte etnografiche di privati e i reperti che Luigi Pigorini direttore del museo Preistorico Etnografico di Roma offriva a Giovanni Mariotti, direttore del Museo di Parma, in cambio di reperti delle terramare, hanno costituito fino agli anni Sessanta la collezione etnografica del Museo di Parma. Dopo il suo riallestimento, questi beni hanno rischiato la dispersione, ma l’intera collezione è stata, fortunatamente, acquisita dai Civici Musei di Reggio Emilia dove è tuttora esposta.

Georgia Cantoni è conservatrice delle collezioni etnografiche dei Musei Civici di Reggio Emilia, ispettore onorario per la soprintendenza dei Beni Archeologici Belle arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara.

Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “Alla ricerca dell’immortalità. Lo studio scientifico delle mummie” con la prof.ssa Maria Grazia Bridelli, terzo incontro del ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma

parma_pilotta_arkheoparma_conferenza-alla-ricerca-dell-immortalità_bridelli_locandinaL’analisi scientifica e multidisciplinare delle mummie ci permette di affondare lo sguardo nel passato in una sorta di sfida con la morte tale da svelarci il segreto della conservazione del corpo per lunghissimo tempo fino a farne il simbolo del sogno di una vita eterna. Se ne parla giovedì 20 febbraio 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta, nell’incontro con la prof.ssa Maria Grazia Bridelli (università di Parma) “Alla ricerca dell’immortalità. Lo studio scientifico delle mummie”, secondo appuntamento nuovo ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti).

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La prof.ssa Maria Grazia Bridelli (unipr)

Lo studio delle mummie è un capitolo dell’archeologia estremamente affascinante. Si tratta dello studio di corpi di individui che hanno vissuto anche molte migliaia di anni fa e che sollecitano profondamente la curiosità non solo dei “non esperti” ma anche di scienziati e studiosi per la grande quantità di preziose informazioni storico-culturali che racchiudono come in uno scrigno. L’analisi di questi antichi reperti ci permette di affondare lo sguardo nel passato in una sorta di sfida con la morte tale da svelarci il segreto della conservazione del corpo per lunghissimo tempo fino a farne il simbolo del sogno di una vita eterna. La Scienza ha sempre giocato un ruolo importante nell’ambito dell’Archeologia a partire dagli anni ’50 del secolo scorso quando fu messo a punto il metodo della datazione al radiocarbonio da parte di fisici nucleari. Ma già alla fine del 1800 ad alcune mummie erano state applicate tecniche radiologiche. In tempi più recenti l’analisi dei resti mummificati si è servita dei metodi derivanti dalla fisica, dalla chimica, dalla medicina e dalla biologia molecolare. Con l’impiego di queste tecniche una mummia diventa archivio di informazioni in una grande varietà di ambiti della ricerca. Dal punto di vista storico ed antropologico è fonte di informazioni sulle tecniche di cura dei defunti messe in atto dalle antiche civiltà; per quanto riguarda lo studio dei tessuti biologici (pelle, ossa,…) rappresenta un vero e proprio laboratorio di ricerca sui meccanismi di “sopravvivenza” delle macromolecole biologiche che li costituiscono e che si sono conservate quasi intatte fino a noi attraverso centinaia e migliaia di anni e pertanto, nell’ambito della conservazione museale, può suggerire strumenti idonei al trattamento e alle strategie di conservazione dei beni del patrimonio culturale. Una mummia rappresenta insomma una “finestra sul passato” e lo spunto per un’ampia ricerca multidisciplinare.

In questa conferenza la prof.ssa Maria Grazia Bridelli presenterà i risultati ottenuti applicando tecniche di Spettroscopia ottica (InfraRosso, Raman) e di Microscopia elettronica su molti esempi di corpi mummificati dalle mummie egizie (museo Antropologico dell’università di Torino, VI-XI sec. a.C.), a mummie tardo medievali (Roccapelago, Modena, XVI-XVII sec) e altri reperti.