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#domenicalmuseo. Nella prima domenica di giugno Pompei resta al primo posto con 20.000 ingressi, seguita dal Colosseo – Anfiteatro Flavio (14.293 ingressi) e dalla Reggia di Caserta (13.285). Sulle nuove regole di accesso all’area archeologica di Pompei in occasione della domenica a ingresso gratuito interviene il direttore Zuchtriegel che traccia un bilancio positivo

Sono stati circa 255mila gli ingressi nei musei e nei parchi archeologici statali aperti domenica 1° giugno 2025 gratuitamente in occasione della #domenicalmuseo, iniziativa del ministero della Cultura che prevede l’ingresso libero nei luoghi della cultura di propria pertinenza nella prima domenica del mese. Nella classifica assoluta l’area archeologica di Pompei resta al primo posto con 20.000 ingressi, seguita dal Colosseo – Anfiteatro Flavio (14.293 ingressi) e dalla Reggia di Caserta (13.285). Proprio sull’ingresso – con nuove regole – di 20mila persone al sito archeologico di Pompei – limite massimo per l’ingresso al sito, dal 15 novembre 2024 – interviene il direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel.

Visitatori in coda all’ingresso agli scavi di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Pompei, bilancio positivo della prima domenica del mese, con ingresso gratuito in tutti i luoghi della cultura statali: tempi di accesso scorrevoli, con picchi di 20-30 minuti di attesa, anche grazie alle nuove regole stabilite in occasione della domenica gratuita, con la sospensione del biglietto nominativo per queste giornate. Grande attenzione anche alla sicurezza fuori gli scavi, con il Comune di Pompei che, su richiesta della direzione del Parco, ha fornito 250 transenne ed è presente con i vigili urbani. Proprio le transenne hanno evitato il peggio quando, nell’area antistante uno degli ingressi, un pullman nella salita verso Porta Marina superiore è fuoriuscito leggermente dalla corsia e ha spinto una delle transenne, buttando a terra una visitatrice che stava accedendo al sito. È stata portata in ospedale, in codice verde. Sono in corso accertamenti per ricostruire la dinamica precisa dell’incidente. “Ringrazio il Comune, le Forze dell’ordine e lo staff del Parco Archeologico, in particolare il personale di biglietteria, vigilanza e accoglienza e l’ufficio tecnico”, ha detto il direttore del sito, Gabriel Zuchtriegel, “senza le transenne, l’incidente poteva avere conseguenze molto più gravi. Avremo aggiornamenti sulla persona in ospedale e le auguriamo pronta guarigione. Nell’insieme, con accessi così scorrevoli, tempi di attesa minimi anche nel confronto nazionale ed internazionale, misure straordinarie di sicurezza grazie alla collaborazione del Comune di Pompei, posso solo meravigliarmi di chi, senza del resto essere stato sul posto, parla di inefficienza e disorganizzazione: nella migliore dell’ipotesi, è ignoranza, nella peggiore, un attacco strumentale, perché evidentemente la nostra linea di rispetto della legalità e di contrasto al bagarinaggio non piace a tutti, ma noi andremo avanti lo stesso senza farci intimidire. I tempi in cui i biglietti del Parco si rivendevano anche durante le giornate gratuite sono finiti e non torneranno più”.

Visitatori in coda all’ingresso agli scavi di Pompei (foto parco archeologico pompei)

“Il piano operativo che ho studiato insieme al direttore del Parco, con il nostro dirigente, e i rispettivi funzionari per garantire la sicurezza dei turisti e la tutela del Parco ha superato ampiamente le aspettative”, sottolinea il sindaco della Città di Pompei, Carmine Lo Sapio. “Con ampio anticipo, in vista dei due giorni ad ingresso gratuito di domenica e lunedì, ho firmato una ordinanza, unitamente al dirigente della Polizia Municipale, per fornire centinaia di transenne a tutela dei turisti in fila e la presenza massiccia degli agenti della municipale. Un’ordinanza, appunto, che va nella direzione della sicurezza. La collaborazione, unitamente anche alle altre forze dell’ordine, ha permesso di gestire al meglio i flussi turistici. Possiamo ritenerci soddisfatti per un bilancio molto positivo.  Sono lieto di poter collaborare con il direttore generale del Parco, anche in virtù del protocollo d’intesa che abbiamo siglato all’inizio dei rispettivi insediamenti. Una collaborazione nata ai tempi delle restrizioni del Covid. A chi lancia critiche gratuite invito a venire a Pompei per vedere di persona come la collaborazione tra Comune e Parco funziona”.

#domenicalmuseo: Visitatori nell’area archeologica di Paestum (foto pa-paeve)

Ecco i numeri relativi a parchi e musei archeologici. Area archeologica di Pompei 20.000; Colosseo. Anfiteatro Flavio 14.293; Pantheon – Basilica di Santa Maria ad Martyres 12.863; Foro Romano e Palatino 11.483; museo e area archeologica di Paestum 5.110; museo Archeologico nazionale di Napoli 4.300; Parco archeologico di Ercolano 3.722; Villa Adriana 3.327; area archeologica di Ostia antica 2.580; museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria 2.093; Palazzo Altemps 1.954; necropoli dei Monterozzi e museo Archeologico nazionale di Tarquinia 1.641; Terme di Diocleziano 1.583; Palazzo Massimo 1.288; museo Archeologico nazionale “Mario Torelli” e parco archeologico di Venosa 1.238; museo Archeologico nazionale di Ravenna 1.147; museo Archeologico nazionale di Sperlonga e Villa di Tiberio 1.012; necropoli della Banditaccia e museo nazionale Archeologico Cerite a Cerveteri 953; museo nazionale Etrusco di Villa Giulia 743; museo Archeologico nazionale di Taranto 741; parchi archeologici di Crotone e Sibari – Le castella – Isola Capo Rizzuto 725.

All’auditorium degli Scavi (e on line) il parco archeologico di Pompei e l’Agenzia del Demanio presentano l’avviso di consultazione di mercato per la valorizzazione del Real Polverificio Borbonico di Scafati (Sa)

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Il Real Polverificio Borbonico a Scafati (foto parco archeologico pompei)

Come verrà valorizzato il Real Polverificio Borbonico di Scafati (Sa)? Chi è interessato a investire in questo immobile dello Stato di grande valore storico-culturale? L’obiettivo dichiarato dall’Agenzia del Demanio e dal parco archeologico di Pompei è quello di generare sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale sul territorio, nel rispetto della sua identità storica e della sua vocazione agricola. Con questo obiettivo, l’Agenzia del Demanio e il parco archeologico di Pompei organizzano un incontro con stakeholder e investitori privati per illustrare l’iter di valorizzazione del Real Polverificio Borbonico di Scafati e i termini dell’avviso di consultazione di mercato in corso che terminerà il 30 aprile 2025. L’evento si tiene il 4 marzo 2025, alle 11, all’auditorium del parco archeologico di Pompei. L’evento potrà essere seguito in streaming sul canale youtube del parco archeologico di Pompei.

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Il Real Polverificio Borbonico a Scafati in un panorama dominato dal Vesuvio (foto parco archeologico pompei)

Il programma. Saluti, introduzione e moderazione di Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei. Seguono i saluti istituzionali di Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati; Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei; Giovanni Capasso, responsabile Unità Grande Pompei; Bruno Discepolo, assessore Urbanistica e pianificazione territoriale della Regione Campania. Intervengono Cetti Lauteta, partner The European House – Ambrosetti S.p.A. responsabile Practice Scenario Sud TEHA Group; Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio; Vincenzo Calvanese, responsabile del Real Polverificio Borbonico di Scafati e RUP dell’avviso di consultazione di mercato.

“Andrea Bocelli, live a Pompei”: il celebre tenore sarà protagonista di un doppio concerto all’Anfiteatro degli Scavi nel giugno 2025. Il sindaco: “Pompei è pronta a essere la capitale della Cultura 2027”. Al via la prevendita dei biglietti

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“Andrea Bocelli, live a Pompei”: il celebre tenore sarà protagonista di un doppio concerto all’Anfiteatro degli Scavi, il 27 e 28 giugno 2025, alle 21.30, accompagnato dall’Orchestra I Filarmonici di Napoli e il Coro That’s Napoli diretto del Maestro Carlo Morelli le cui relazioni esterne, rapporti istituzionali e immagine sono curati dal dr. Alberto Terilli. Un incontro straordinario tra due patrimoni artistici dell’umanità: il bel canto interpretato dalla voce di Andrea Bocelli e l’unicità senza tempo del sito di Pompei. Il concerto è organizzato da DuePunti Eventi con Klassics Music Management e Almud Edizioni Musicali, in collaborazione con il Parco archeologico di Pompei e con il contributo economico del Comune di Pompei. Biglietti in vendita online e nei punti vendita Ticketone e Vivaticket dalle 12 di lunedì 4 novembre 2024. L’organizzazione raccomanda l’acquisto dei biglietti esclusivamente tramite i canali di vendita autorizzati ed invita a non acquistare in altri siti. Biglietti a partire da 170 euro + diritti di prevendita. Andrea Bocelli è uno dei tenori più amati e riconosciuti al mondo, noto per la sua voce inconfondibile e la capacità di fondere opera e musica pop in uno stile unico. Con oltre 90 milioni di dischi venduti, ha pubblicato album iconici come Romanza, Sacred Arias (il disco di musica classica più venduto di sempre) e Sì, il primo album di un artista italiano a raggiungere il primo posto nella classifica Billboard 200 negli Stati Uniti. Nel corso della sua carriera, Bocelli ha calcato alcuni dei palchi più prestigiosi al mondo. Tra gli eventi più memorabili, il concerto al Central Park di New York nel 2011 davanti a 70.000 spettatori, la sua esibizione al Colosseo di Roma, il Teatro del Silenzio (festival da lui creato nella sua terra natale in Toscana) e, più recentemente, l’emozionante performance del 2020 nella cattedrale del Duomo di Milano con Music for Hope, che ha raggiunto milioni di persone durante il lockdown globale. Tra le ultime novità discografiche, Bocelli ha pubblicato Believe nel 2020, un album incentrato su brani spirituali e di ispirazione, dove esplora temi di speranza e fede, e A Family Christmas nel 2022, in collaborazione con i suoi figli Matteo e Virginia Bocelli, portando il calore delle feste a un pubblico internazionale. Con una carriera costellata di successi e collaborazioni con artisti come Céline Dion, Ed Sheeran e Dua Lipa, Bocelli è oggi una vera icona globale, capace di unire generazioni e culture attraverso la sua musica senza tempo.

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Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei (foto FB)

Il sindaco della Città di Pompei Carmine Lo Sapio: “Con la ‘Pompei dei grandi eventi internazionali’, grazie ai due concerti del Maestro Bocelli nell’Anfiteatro, la Città è pronta a essere Capitale della Cultura 2027. Con la magia della voce del Maestro Bocelli e il suggestivo scenario della location, garantiremo agli spettatori – che arriveranno da ogni parte del mondo – un’avventura culturale straordinaria, offrendo loro di vivere Pompei con una emozione intensamente alternativa, unica e irripetibile. Essere partner in un progetto dalla risonanza mediatica internazionale fa entrare di diritto la Città di Pompei nella storia mai scritta e mai vissuta da chi mi ha preceduto come sindaco”.

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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico Pompei)

“Siamo felici di annunciare l’apertura della stagione estiva di eventi con il concerto di un grande artista”, dichiara il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel. “Un evento che, oltre a celebrare l’arte italiana in uno scenario unico, contribuisce a richiamare turisti da tutto il mondo, che solo attraverso offerte diversificate sono incentivati a vivere il territorio a tutto tondo.  Valorizzare i luoghi della cultura attraverso il connubio di diverse forme d’arte significa valorizzare anche il territorio circostante promuovendo un turismo slow, che è l’obiettivo verso il quale siamo impegnati”.

Valerio Simonato, organizzatore: “La carriera di Andrea Bocelli è costellata di esibizioni nei teatri più prestigiosi del mondo, ma credo che l’Anfiteatro di Pompei rappresenti un’esperienza unica, sia per l’artista che per il pubblico. Dopo anni di collaborazione con il Maestro nei più importanti siti e piazze d’Italia, come organizzatori siamo estremamente orgogliosi di questo nuovo traguardo, reso possibile grazie alla sinergia con il Parco Archeologico e il Comune di Pompei. Non poteva esserci un palcoscenico più suggestivo di Pompei per presentare la voce di Andrea Bocelli ad un pubblico che arriverà da ogni angolo del pianeta. Sarà pura magia”.

Pompei. Nuove scoperte fuori dalla città antica: nel cantiere per la realizzazione di un parcheggio interrato annesso alla stazione della Circumvesuviana, emergono campi arati (dove si coltivavano gli ortaggi che rifornivano i mercati di Pompei) e una necropoli preromana (già 35 sepolture). Il soprintendente Nuzzo: “Si deve proseguire e ampliare l’indagine archeologica”

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: una fase delle ricerche archeologiche (foto sabap-met-na)

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: scoperte sepolture di una necropoli preromana (foto sabap-met-na)

Pompei riesce a stupire anche al di fuori dell’area archeologica della città antica. A 400 metri ad Est da Porta Sarno del parco archeologico di Pompei, in via Fucci, alle spalle della stazione ferroviaria di Pompei Santuario, emergono campi arati (dove si coltivavano gli ortaggi che rifornivano i mercati di Pompei) e una necropoli preromana, quindi livelli di frequentazione precedenti alla deduzione coloniaria romana. L’occasione sono stati i lavori di “Ammodernamento della Circumvesuviana e degli Interventi di compatibilizzazione urbana della linea ferroviaria del Comune di Pompei”. L’area in cui doveva essere realizzato un parcheggio interrato in via Fucci, opera per la quale l’allora Soprintendenza di Pompei aveva espresso parere favorevole già nel 2007, riconfermato dalla Soprintendenza Speciale di Napoli e Pompei nel 2009 e nel 2010, era stata già interessata da indagini preliminari, soprattutto carotaggi geo-archeologici e trincee, in ragione del rinvenimento dei livelli del 79 d.C. a profondità superiori ai 6 metri dall’attuale piano di campagna ed immersi in falda.

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: istituzioni coinvolte nel progetto di ricerca (foto sabap-met-na)

“Visti gli eccezionali rinvenimenti”, ha dichiarato il soprintendente Mariano Nuzzo, “è necessario proseguire ed ampliare ulteriormente l’area di indagine per completare il quadro conoscitivo della necropoli e delineare la fisionomia del paesaggio antico che caratterizzava il suburbio orientale di Pompei, di cui ancora poco si conosce. Grazie all’archeologia preventiva e all’azione sinergica tra Soprintendenza, Comune ed EAV, che ha consentito di condividere procedure ed obiettivi, si stanno raggiungendo risultati importanti nell’ambito della tutela e valorizzazione di un territorio di rilevanza cruciale dal punto di vista storico ed archeologico. Contiamo di condividere a breve nuovi dati dal prosieguo degli scavi”.

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: necropoli preromana con tombe a semi-cappuccina (foto sabap-met-na)

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: necropoli preromana, scavo di tomba a inumazione (foto sabap-met-na)

Il dato più interessante, emerso durante il sopralluogo congiunto del 22 luglio 2024, tra la soprintendenza ABAP per l’area Metropolitana di Napoli, nella persona del soprintendente Mariano Nuzzo e del funzionario archeologo Simona Formola, insieme al direttore generale EAV (Ente Autonomo Volturno srl) Umberto De Gregorio, al coordinatore delle opere civili del Consorzio Ferroviario Vesuviano ing. Mario Barbati e al sindaco di Pompei, Carmine Lo Sapio, è il rinvenimento di una necropoli preromana, che copre un arco cronologico che va dal III al I sec. a.C., costituita, allo stato attuale delle conoscenze, già da 35 sepolture. Si tratta di inumazioni in semplice fossa terragna, a semi-cappuccina o con copertura di anfore (tutte di importazione nord-africana, alcune con bolli in lingua punica, e posizionate in alternanza collo/puntale, in numero ricorrente di 7), caratterizzate dalla presenza di pochi oggetti di corredo (essenzialmente unguentari e monete) e da un ottimo stato di conservazione dei reperti osteologici grazie proprio all’immersione delle sepolture nell’acqua di falda, che ha consentito di avviare una campagna di indagine pale-antropologica sui resti.

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: scoperti campi arati perfettamente conservati sotto la spessa coltre di pomici della grande eruzione vesuviana del 79 d.C. (foto sabap-met-na)

Scavi recenti, a partire dalla primavera del 2023, sotto la direzione della soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli, hanno poi confermato la presenza di estesi campi arati perfettamente conservati sotto la spessa coltre di pomici della grande eruzione vesuviana del 79 d.C.: un sistema di solchi e porche antiche (strisce di terreno comprese tra due solchi) orientati in senso N-S ed impostati direttamente sui livelli protostorici, con coltivazione prevalenti ad ortaggi, che rifornivano ogni giorno i mercati pompeiani, prossimi al percorso dell’antico fiume Sarno, che doveva essere molto più vicino alla città di quanto non appaia oggi. Sono in corso analisi dei macroresti e polliniche al fine di caratterizzare nel dettaglio il tipo di ortaggio coltivato, sebbene le dimensioni dei resti superficiali, la tipologia di distribuzione e le dimensioni degli apparati radicali, lascino già ipotizzare campi coltivati a piante pluriennali di carciofi.

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: scoperta di anfore usate per la copertura delle sepolture (foto sabap-met-na)

Realizzate le opere di contenimento, grazie all’utilizzo di pompe idrovore, sono stati eseguiti saggi di controllo a circa -7.50 m dal piano di campagna in corrispondenza dei sottoservizi funzionali all’autorimessa. Qui è stato individuato un canale, paleoalveo di origine antropica con andamento N/S all’interno del quale si è raccolto materiale di natura diversa pertinente a contesti funerari probabilmente devastati: centinaia di frammenti di tegole, un grosso quantitativo di frammenti di dolia e anfore, una ventina di columelle in pietra lavica locale – divelte in antico ed accumulate nel canale già in fase antecedente all’imposta dei campi arati romani –, tegole con bolli in lingua osca, reperti lignei di notevoli dimensioni.

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Cantiere di scavo di via Fucci a Pompei: tegola di copertura con bollo (foto sabap-met-na)

Si segnala il rinvenimento di una testa femminile in tufo grigio campano con tracce di colore rosso nell’acconciatura dei capelli. È probabile che il canale, caratterizzato per lo più da materiali pertinenti a contesti funerari devastati, sia da riferire al riassetto territoriale di età sillana, avvenuto dopo la deduzione coloniaria di Pompei nell’89 a.C. Le indagini sono tuttora in corso, così come le analisi archeobotaniche e paleoantropologiche, in un’ottica di documentazione multidisciplinare del contesto archeologico che sta restituendo una messe di dati di assoluto interesse

Pompei. In auditorium la tavola rotonda “Ben…Essere Persone Cultura Sostenibilità e Territorio… Il parco archeologico di Pompei e la sua gente” promossa dalla cooperativa Il Tulipano e dal liceo Pascal di Pompei col patrocinio del Festival dello Sviluppo sostenibile. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria

pompei_parco_Il-Festival-dello-Sviluppo-sostenibile_tavola-rotonda_locandina“Ben…Essere Persone Cultura Sostenibilità e Territorio… Il parco archeologico di Pompei e la sua gente” è il titolo della tavola rotonda che mette al centro il benessere della persona, promossa dalla Cooperativa Il Tulipano, che si occupa di percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone con autismo e/o disabilità cognitiva, e dal liceo Pascal di Pompei col patrocinio del Festival dello Sviluppo sostenibile. Appuntamento all’auditorium di Pompei scavi martedì 21 maggio 2024 dalle 10.30 alle 14.30, con ingresso da piazza Esedra. Evento gratuito con prenotazione obbligatoria a info@iltulipanocoop.org. Saranno presenti Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei; Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei; Paolo Mighetto, responsabile dell’area funzionale “Cura Aree Verdi” e degli uffici “Manutenzione Verde” e “Valorizzazione Aree Verdi” del PAP; Maurizio Bartolini, primo giardiniere del PAP; Filomena Zamboli, dirigente del liceo ‘Pascal’; Giovanni Minucci, presidente della Cooperativa ‘Il Tulipano’. Nel corso della tavola rotonda sarà presentato il “Manifesto della Bellezza”, ideato e realizzato dagli alunni del liceo Pascal che hanno partecipato al percorso PCTO di co-progettazione partecipata delle aree verdi inclusive del parco archeologico di Pompei. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il parco archeologico di Pompei, il liceo Pascal e la Cooperativa Sociale Il Tulipano, ed è finalizzato alla realizzazione di attività laboratoriali ed esperienziali con il metodo del “learning by doing”. L’obiettivo è la condivisione di “Tulipano Art Friendly”, un modello di welfare culturale inclusivo per la fruizione dell’area archeologica e la co-progettazione partecipata delle aree verdi del Parco.

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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico Pompei)

“Pompei partecipa dell’esigenza ormai inderogabile di conseguire uno sviluppo sostenibile attraverso la consapevolezza che il patrimonio culturale è fatto di archeologia, di verde, di biodiversità e di quei valori immateriali che oggi comprendono anche nuovi modelli per un welfare culturale inclusivo capaci di generare e rigenerare luoghi in cui il benessere della persona è al primo posto e senza ostacoli”, dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel. “L’antica città di Pompei, vivissima, diventa luogo dove non esistono più le barriere del tempo e dove ognuno può vivere un’esperienza di pieno benessere tra cultura e natura”.

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Giovanni Minucci, presidente della coop Il Tulipano (foto parco archeologico pompei)

Per Giovanni Minucci, presidente della cooperativa Il Tulipano, “grazie all’accordo di collaborazione, il parco archeologico di Pompei sta diventando un vero e proprio incubatore di sviluppo sostenibile che coinvolge scuola, famiglia e territorio – ha precisato Minucci – con “Tulipano Art Friendly” si promuovono opportunità di benessere delle Persone, di valorizzazione della identità personale e di riscoperta dell’identità comunitaria. La nostra è una visione che si sposa perfettamente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030, in cui il parco archeologico di Pompei, liceo Pascal e Tulipano promuovono buone prassi di welfare di prossimità dove Archeologia Ambiente Paesaggio Territorio e Comunità diventano fonte di Salute della Persona, di Sviluppo Locale e di inclusione lavorativa dei giovani”.

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Filomena Zamboli, dirogente del liceo Pascal di Pompei

“Siamo estremamente felici dell’efficace collaborazione avviata con la cooperativa Il Tulipano e il parco archeologico di Pompei”, ha dichiarato Filomena Zamboli, dirigente del liceo Pascal. “Il “Manifesto della Bellezza” rappresenta la sintesi del percorso educativo che stiamo costruendo e che si basa sul concetto di benessere della persona attraverso la bellezza e la cultura. Un percorso inclusivo che ognuno può intraprendere secondo le proprie specificità e la propria vocazione. Nel nostro Liceo concepiamo la didattica pluridimensionale, una didattica, cioè, che non si ferma alle sole aule scolastiche. Grazie al Parco Archeologico e a Il Tulipano, stiamo sperimentando un nuovo tipo di didattica outdoor e inclusiva. Spostare parte dell’insegnamento nelle magnifiche aree verdi del Parco Archeologico da perfettamente il senso di un’osmosi educativa che mette la persona al centro. Davvero una didattica sostenibile – ha concluso la dirigente Zamboli -, che per gli studenti rappresenta anche un’avventura di crescita umana”.

 

Pompei. All’auditorium l’archeologo Domenico Esposito presenta il libro “Carta del potenziale archeologico del territorio comunale di Pompei” (Centro di Cultura e Storia Amalfitana) degli archeologi Mario Notomista e Domenico Camardo, incontro promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” 

pompei_auditorium_amici-di-pompei_libro-Carta-del-potenziale-archeologico-del-territorio-comunale-di-Pompei_presentazione_locandina“Carta del potenziale archeologico del territorio comunale di Pompei” è il titolo del libro degli archeologi Mario Notomista e Domenico Camardo con un contributo geoarcheologico di Aldo Cinque che viene presentato dall’archeologo Domenico Esposito, ricercatore alla Freie Universität Berlin, nell’incontro promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” ETS, giovedì 14 marzo 2024, alle 17, nell’auditorium del parco archeologico di Pompei, con la partecipazione di Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del parco archeologico di Pompei; Teresa Elena Cinquantaquattro, dirigente del Segretariato regionale del ministero della Cultura per la Campania; Mariano Nuzzo, soprintendente della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli; Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei; Antonio Varone, presidente dell’associazione internazionale Amici di Pompei; Giuseppe Gargano, Centro di Cultura e Storia Amalfitana. Il testo, corredato dalle foto di Francesco Varone, è edito dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana in collaborazione con il parco archeologico di Pompei, il Segretariato regionale del ministero della Cultura per la Campania, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, il Comune di Pompei.

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Copertina del libro “Carta del potenziale archeologico del territorio comunale di Pompei” (Centro di Cultura e Storia Amalfitana) degli archeologi Mario Notomista e Domenico Camardo

Questo libro nasce dalla redazione della Carta del Potenziale Archeologico del territorio comunale di Pompei, che gli archeologi Domenico Camardo e Mario Notomista, della Sosandra srl, hanno realizzato nel 2020 per conto dell’Amministrazione civica nel corso dell’elaborazione del Piano Urbanistico Comunale. È nota a tutti l’importanza che l’antica Pompei riveste nel mondo, sia come fonte di conoscenza delle civiltà del passato ed in modo particolare di quella romana del I secolo d.C., sia come attrattore turistico. Meno conosciuti sono, invece, i numerosi rinvenimenti sparsi nel territorio, che testimoniano una frequentazione umana di questi luoghi a partire dall’Età Preistorica. La ragione di questa mancanza è dovuta essenzialmente al fatto che molti di questi siti pur essendo stati individuati ed esplorati, in alcuni casi anche integralmente, sono stati successivamente ricoperti e quindi oggi non sono più visibili. A ciò si aggiunga che mentre l’antica città è stata oggetto di indagini sistematiche avviate nel 1748 sotto l’egida della corona Borbonica, il territorio invece è stato esplorato solo attraverso interventi sporadici. Lo scopo di questo volume, che mappa i rinvenimenti archeologici e le aree sottoposte a vincolo presenti entro i confini comunali, è quello di costituire un valido strumento di lavoro che serva da base a tutti quei professionisti che si adopereranno per lo sviluppo urbano della città tenendo presente anche le valenze storico-archeologiche. L’auspicio che grazie all’utilizzo di questo volume, finanziato dal Centro di Cultura e Storia Amalfitana, tutti i soggetti coinvolti riusciranno a conciliare la salvaguardia del patrimonio archeologico con le necessità di sviluppo territoriale, trasformando quello che per molti è un “rischio archeologico” in un vero e proprio “potenziale” a servizio della crescita culturale della comunità pompeiana.

Al via il Pompei Street Festival. Tre giorni di eventi con quattro sezioni dedicate all’arte: musica, street art, cinema e fotografia. Si inizia dagli Scavi di Pompei con quattro street artist

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Al via la seconda edizione del Pompei Street Festival (foto psf)

pompei_street-festival_locandinaAl via giovedì 22 settembre 2022 la seconda edizione del Pompei Street Festival, evento organizzato dal Comune di Pompei in collaborazione con Art and Change Impresa Sociale e la partecipazione del parco archeologico di Pompei. L’evento, in programma dal 22 al 24 settembre 2022, prevede quattro sezioni dedicate all’arte: musica, street art, cinema e fotografia, con particolare attenzione a tematiche che ne animano i contenuti come la legalità, il lavoro precario, l’interazione sociale, la tutela dell’ambiente e la riqualificazione urbana. Ma che ha anche l’obiettivo di sviluppare una crescita turistica e socio-economica della città di Pompei.

pompei_street-festival_run_locandinapompei_street-festival_maxi-bagnasco_locandinapompei_street-festival_pompei-scavi_locandinaSi partirà proprio dagli Scavi dove quattro street artist, dalle 9 alle 17, realizzeranno opere all’interno del parco archeologico degli Scavi di Pompei, nella scia del nuovo protocollo sottoscritto tra Comune e Direzione del Parco. L’antica Pompei, sede naturale di bassorilievi, dipinti e graffiti, ritroverà così, attraverso le opere moderne di quattro street artist, un filo conduttore che neanche i secoli hanno potuto interrompere con un salto temporale di oltre 2000 anni. L’argentino Max Bagnasco, nel viale di accesso degli Scavi di Pompei, il canadese Ben Johnston, l’olandese Gomad e l’iraniana Run, in via dell’Abbondanza all’interno degli scavi, avranno così l’arduo compito di realizzare le proprie opere nel noto sito archeologico. A testimoniare la valenza del progetto due presenze importanti agli Scavi nella giornata inaugurale: quella del sindaco Carmine Lo Sapio e del direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel che, accompagnati dall’ideatore e produttore della manifestazione Nello Petrucci, seguiranno le esibizioni degli artisti.

pompei_street-festival_gomad_locandinapompei_street-festival_ben-johnston_locandinaL’arte utilizzata, quindi, come strumento di cambiamento per sensibilizzare e far conoscere a tutti la capacità di ogni movimento artistico popolare e, in particolare, della street art, di stimolare il desiderio di miglioramento e riflessione. Il festival vuole scuotere la coscienza delle nuove generazioni sui problemi ambientali e sociali utilizzando pittura, musica, cinema e fotografia come strumenti per interagire con il tessuto sociale del territorio, aprendo nuove strade al cambiamento.

pompei_street-festival_dj-daddy-g_locandinaLa seconda edizione del Pompei Street Festival sarà suddivisa in quattro sezioni: cinema, curata dal direttore Andrea Valentino, con un concorso internazionale dedicato ai corti e ai documentari (dalle 17); musica, con i Dj Set on the street di Daddy G dei Massive Attack, Paolo Polcari degli Almamegretta,  Filo Q e il concerto del gruppo musicale partenopeo La Maschera (dalle 21); arte, con la partecipazione di 32 street artist provenienti da 23 nazioni e 5 continenti, che realizzeranno anche 21 opere di riqualificazione urbana e live show; foto, sezione curata da Fabrizio Scomparin, con una mostra dedicata alle guerre nel mondo attraverso gli scatti di fotoreporter e workshop con 3 tra i migliori fotografi della Campania. Incontri, dibattiti e laboratori tematici completeranno il fitto calendario della kermesse che coinvolge attivamente i giovani studenti delle scuole di ogni grado della città sui temi della socialità-archeologia-arte/arte urbana. film_il-giudice-ragazzinoMentre per il cinema le linee guida delle tematiche del concorso dei corti e docufilm (dalle 19) saranno Legalità, nell’anniversario del 30° anno delle stragi di Capaci e via d’Amelio (1992), e Lavoro Precario visto il difficile momento del mondo del lavoro e il suo accesso per i giovani.  La strada, dunque, diventa un punto di partenza del Festival per favorire l’incontro tra il pubblico e l’arte, ma anche per sensibilizzare, con alcuni appuntamenti, la coscienza sociale dei cittadini. Tra questi spiccano TreeNation – pianta un albero, con gazebo per la sensibilizzazione sul tema ambiente; La Parola del Cuore, con un gazebo per la raccolta delle opere degli studenti; Plastic Free, il seminario per l’educazione ambientale e, non ultimo, Street Haart un check point con test gratuiti per l’HIV.

Pompei. Aperto il nuovo Antiquarium: 11 sale che raccontano la storia della città antica e introducono alla visita del sito. Ecco come si articola il percorso espositivo

Undici sale per oltre 600 metri quadri di esposizione permanente che illustra la storia di Pompei: è il nuovo Antiquarium di Pompei, inaugurato questa mattina, 25 gennaio 2021, dal direttore ad interim del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna, alla presenza del generale Mauro Cipolletta direttore generale del Grande Progetto Pompei, e del sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio. Per il visitatore sarà una emozionante e coinvolgente “introduzione alla visita del sito”, come ha ricordato Osanna, “attraverso le testimonianze più rilevanti della città antica, dall’età sannitica (IV secolo a.C.) fino alla tragica eruzione del 79 d.C., con particolare evidenza all’inscindibile relazione con Roma. Oltre a celebri testimonianze dell’immenso patrimonio pompeiano, come gli affreschi della Casa del Bracciale d’oro, gli argenti di Moregine o il triclinio della Casa del Menandro, sono qui esposti anche i rinvenimenti dei più recenti scavi condotti dal Parco Archeologico: dai frammenti di stucco in I stile delle fauces della Casa di Orione al tesoro di amuleti della Casa con Giardino, agli ultimi calchi delle vittime dalla villa di Civita Giuliana”.

L’ingresso monumentale dell’Antiquarium di Pompei (foto parco archeologico di Pompei)
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Massimo Osanna, direttore ad interim del parco archeologico di Pompei, alla presentazione del nuovo Antiquarium (foto parco archeologico di pompei)

Ma se oggi si plaude a questa nuova proposta culturale di Pompei (entusiasta il sindaco Lo Sapio che ha annunciato la cittadinanza onoraria a Osanna, “con la speranza che continui a stare vicino a Pompei, letteralmente rinata dal suo arrivo alla direzione del parco archeologico, nonostante i suoi nuovi prestigiosi incarichi a Roma”), la storia dell’Antiquarium registra alterne vicende. Inaugurato da Giuseppe Fiorelli nel 1873 circa e ampliato da Amedeo Maiuri a partire dal 1926, nel 1943 subì i danni del bombardamento che portò alla distruzione di una intera sala e alla perdita di diversi reperti. Seguì un nuovo allestimento nel 1948. Ma ancora nel 1980, il terremoto ne determinò nuovamente la chiusura per ben 36 anni e solo nel 2016, è stato possibile riaprirlo con ambienti dedicati ad esposizioni temporanee. “Oggi si restituisce alla pubblica fruizione uno spazio, completamente rinnovato, che rimanda a quella che fu la prima concezione museale di Amedeo Maiuri”. L’allestimento, curato da COR arquitectos & Flavia Chiavaroli, è caratterizzato da una forte luminosità e riporta all’atmosfera dell’Antiquarium pensato da Amedeo Maiuri, grazie anche al recupero spaziale delle gallerie originali, al restauro delle vetrine espositive degli anni cinquanta e ad una loro rivisitazione (vedi Pompei. Il 25 gennaio viene inaugurato il “nuovo” Antiquarium con sale dedicate all’esposizione permanente di reperti che illustrano la storia di Pompei, seguendo la concezione museale data da Amedeo Maiuri | archeologiavocidalpassato).

L’allestimento del nuovo Antiquarium di Pompei (foto Francesco Squeglia)
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La copertina della guida “Pompei. Antiquarium” (Electa)

L’organizzazione è stata a cura di Electa che ha edito anche la guida “Pompei. Antiquarium” a cura di Massimo Osanna, Fabrizio Pesando e Luana Toniolo (14 euro) . L’accesso all’Antiquarium consigliato è da piazza Esedra ed è incluso nella tariffa di ingresso al sito. Dal 25 gennaio 2021 è possibile acquistare il biglietto sia  on-line sul sito www.ticketone.it, unico rivenditore ufficiale autorizzato, sia presso le casse automatiche di piazza Esedra e di piazza Anfiteatro. Tariffe: Pompei e Antiquarium: intero 16 euro (+ 1.50 euro su prevendita online); ridotto: 2 euro (+ 1.50 euro su prevendita online) per giovani tra 18 e 25 anni. Gratuità e riduzioni come da normativa. E allora vediamo meglio il percorso espositivo.

Parete con architetture prospettiche (affresco della metà I secolo a.C. dall’area vesuviana) (foto parco archeologico di Pompei)

Prima sezione: “Summa pompeiana”. La scoperta di Pompei nel 1748 porta a un’immagine nuova dell’Antico, che racconta gli aspetti della vita domestica e quotidiana. Goethe nel 1786, vinto dallo stupore per quella quotidianità ritrovata, esclama: “Molte sciagure sono accadute nel mondo, ma poche hanno procurato altrettanta gioia alla posterità. Credo sia difficile vedere qualcosa di più interessante”. Pompei offre per la prima volta la possibilità di trovarsi in una città media dell’Italia antica, all’interno di case con pareti decorate con affreschi che potevano riprodurre semplici partizioni architettoniche o raccontare dei miti e con tavoli in marmo dove il proprietario esponeva i propri oggetti più preziosi. Biografie di uomini e di oggetti di cui a volte possiamo seguire tutto il percorso di vita fino al ritratto posto sulla propria tomba. La prima sala è una sorta di presentazione, tramite pezzi iconici, dei vari momenti storici, offrendo una “summa pompeiana”, che introduce alla visita.

Metopa in tufo con il supplizio di Issione della fine IV-inizi III secolo a.C. dal Tempio Dorico (foto parco archeologico di Pompei)

Seconda sezione: “Prima di Roma”. Il “Secolo Oscuro”. Durante l’età arcaica (VII-VI secolo a.C.) Pompei conobbe un grande sviluppo urbano, grazie alla forte influenza esercitata dalle città magno-greche ed etrusche presenti nell’area del golfo di Napoli. Furono pianificate grandi aree pubbliche come la piazza principale, costruiti templi (il santuario di Apollo e quello di Atena presso il Foro Triangolare), edificate abitazioni e la città venne difesa da mura di oltre 3 chilometri. Il V secolo a.C. coincide con un profondo periodo di crisi: i templi non sono più frequentati, le mura abbandonate e si registra un significativo calo demografico. È una crisi che riguarda quasi tutta l’Italia centro-meridionale, dovuta anche allo stanziamento di nuovi popoli provenienti dall’area appenninica: fra questi i Sanniti, che si stabilirono a Pompei e nella Valle del Sarno. Le tombe sannitiche del IV sec. a.C., scoperte al di sotto della necropoli romana di Porta Ercolano, con gli oggetti di corredo, in genere riferibili alla pratica del banchetto rituale, gettano luce su questa fase ancora oscura. La fase dell’alleanza con Roma Nel 308 a.C., due anni dopo aver subito la devastazione del proprio territorio ad opera dei Romani, le città della Valle del Sarno stipulano un trattato di alleanza con Roma: i fatti, narrati dallo storico romano Livio, costituiscono la prima testimonianza storica su Pompei. Il suo ingresso fra le città federate coincide con una notevole attività edilizia che si riflette nella ristrutturazione del Tempio Dorico e in una rinnovata attenzione al culto di Apollo e, soprattutto, nella costruzione di un nuovo circuito murario, edificato con il sistema ad agger utilizzato anche a Roma. Il restauro dell’antico Tempio Dorico del Foro Triangolare, in particolare, è documentato da una metopa in tufo raffigurante un episodio mitico (il supplizio di Issione o la costruzione della nave Argo) e da una serie di lastre di protezione in terracotta raffiguranti Minerva ed Ercole. A partire dai primi decenni del III secolo a.C. inizia a svilupparsi la Pompei che tutti conosciamo, con le sue strade, allora semplici battuti, i suoi edifici pubblici e le sue abitazioni.

Fregio floreale in terracotta con divinità ed eroti della metà del II – inizio I secolo a.C. dall’Insula Occidentalis (foto di Roberto Della Noce e Francesco Saverio Esposito/MEF)

Il “secolo d’oro” di Pompei. Il II secolo a.C. può essere definito il “secolo d’oro” della città. Seguendo le tappe della conquista romana in Oriente, gruppi di mercanti provenienti dalle città costiere della Campania raggiungono i principali porti del Mediterraneo: Delo, Rodi e Alessandria. Come le altre importanti città della Campania, anche Pompei rinnovò e moltiplicò in pochi decenni i propri monumenti. Presso il Tempio Dorico furono costruiti un teatro, alcuni templi destinati a culti stranieri fra cui quello dedicato all’egiziana Iside, una serie di edifici per la formazione fisica, culturale e militare dell’élite locale come la Palestra Sannitica e la domus publica. Poco lontano venne eretto il più antico edificio termale della città, le Terme Stabiane. Nell’area del Foro Civile fu interamente ricostruito il santuario di Apollo e intorno alla piazza, circondata da tabernae, si affacciarono nuovi monumenti, ispirati a quelli presenti a Roma: il tempio di Giove, la Basilica e, poco distante, il mercato pubblico (macellum).

Coppe di terracotta a rilievo di produzione microasiatica (costa occidentale della Turchia) del 140-100 a.C. provenienti dallo scarico sul lato occidentale del Foro (foto di Roberto Della Noce e Francesco Saverio Esposito/MEF)

Mercatores. L’attività dei mercanti pompeiani nel bacino del Mediterraneo è ben nota fin dal II secolo a.C. Iscrizioni di cittadini pompeiani sono state ritrovate sia a Delo, il più famoso porto dell’Egeo e crocevia globale di genti e di merci, sia nelle province ispaniche, dove le principali attività erano collegate allo sfruttamento minerario e al traffico degli schiavi. Una serie di oggetti esposti attesta l’arrivo di merci dall’Oriente e dall’Occidente del Mediterraneo, scambiate con rinomati prodotti locali, fra cui il vino e il garum: fra questi spiccano vasi e coppe da banchetto di produzione egea, piccoli contenitori di provenienza iberica e una quantità notevole di anfore rodie e puniche.

Capitello in tufo figurato con coppie di sposi, Satiri e Menadi della seconda metà del II secolo a.C. dalla Casa dei Capitelli figurati (foto parco archeologico di pompei)

Privata luxuria. L’“immagine di Roma” era ben presente percorrendo le vie della città. Grandi case, talvolta perfino più lussuose di quelle presenti a Roma – dove l’angustia dei luoghi consentiva spesso solo un pericoloso sviluppo verticale – si aprivano sulle strade con alti portali. In esse si poteva ammirare la vasta solennità di atri adatti a ricevere decine di visitatori ogni giorno per la cerimonia della salutatio e la sontuosità di ariosi peristili, dove gli ospiti erano accolti in sale da banchetto che richiamavano le magnifiche architetture della Grecia ellenistica. Gli ingressi erano spesso segnalati da ricchi capitelli scolpiti di tufo, raffiguranti la trasfigurazione dei proprietari nella perfetta coppia maritale. Anche i ceti intermedi godevano di un sereno benessere: le loro case erano più piccole ma decorate con ricercatezza, e in alcune si allestirono anche dei bagni privati.

Proiettili in pietra lavica di catapulta del I secolo a.C. (foto parco archeologico di pompei)

Terza sezione: “Roma vs Pompei”. Obsidio. Nel corso della dura e sanguinosa Guerra Sociale, che vide Roma opporsi agli alleati Italici (91-89 a.C.), Pompei aderì alla coalizione degli insorti e le fonti antiche testimoniano l’intervento diretto di Silla contro la città nell’89 a.C. L’archeologia ci mostra i segni di questo assedio: lungo il settore Nord-Ovest delle mura sono ancora visibili i fori lasciati dai proiettili lanciati dalle catapulte. Una preziosa serie di iscrizioni in lingua osca documenta il sistema di difesa messo in atto dai pompeiani: le milizie scelte erano disposte in difesa di singoli settori delle mura, gli ausiliari raggruppati presso le principali aree pubbliche e lungo i percorsi indicati con il nome delle antiche strade di Pompei, fra le quali si ricordano la víu sarinu (Via Salaria) e la víu mefíu (Via Mediana).

Affresco con la dea Venere su una quadriga trainata da elefanti (I secolo d.C.) dall’Officina dei Feltrai (foto parco archeologico di pompei)

Quarta sezione: “Pompeis difficile est”. Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum. Un’espressione proverbiale attribuita a Cicerone ricordava che era più facile fare carriera a Roma che a Pompei. La creazione di una colonia di veterani dell’esercito di Silla nell’80 a.C., Colonia Cornelia Veneria Pompeianorum, cambiò per sempre la vita della città. La classe dirigente sannitica fu sostituita anche brutalmente dai nuovi arrivati e Pompei assunse l’aspetto di una città romana dotandosi di edifici allora in voga, come il teatro per le rappresentazioni musicali (l’Odeion) e l’anfiteatro. Lungo le strade che uscivano dalla città furono create grandi necropoli monumentali, simili a quelle di Roma, e il suburbio venne popolato da grandi ville aristocratiche (come la Villa dei Misteri) e da una miriade di piccole fattorie, il cui aspetto ci è testimoniato da Villa Regina a Boscoreale.

Ritratto in marmo di Marcello della prima metà I secolo d.C. dagli scarichi sotto la Casa di Championnet (foto parco archeologico di pompei)

Quinta sezione: “Tota Italia”. Pompei Augustea. La lealtà di Pompei al nuovo sistema di potere creato da Augusto e dai suoi successori fu celebrata da una serie di monumenti sul lato orientale del Foro, costruiti da magistrati e da potenti personaggi locali, spesso donne come nell’Edificio di Eumachia. Poco lontano dalla piazza fu ristrutturato il Macellum, luogo di riunione della potente congregazione degli Augustales e venne costruito su suolo privato il Tempio della Fortuna Augusta. Nel lato opposto della città, l’enorme Palestra Grande fu destinata alla formazione fisica e culturale della gioventù pompeiana. Lavori di ammodernamento interessarono l’antico teatro, dove l’ardita realizzazione dell’architetto M. Artorius Primus definì uno spazio al tempo stesso ludico e sacrale, nel quale la gigantesca statua di Augusto compariva al centro della scena. Lo stesso avvenne nel Tempio di Venere, ristrutturato come luogo celebrativo delle origini della gens Iulia. Nelle case e nei più sontuosi mausolei, le statue e i ritratti dell’élite locale si ispiravano alle pose e alla foggia di quelli della famiglia imperiale, a cui rendevano esplicito omaggio di lealtà.

Servizio da tavola in argento composto da 20 pezzi (3850 grammi) di età augustea da Moregine (foto parco archeologico di Pompei)
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Tesoro di amuleti del I secolo d.C. dalla Casa con Giardino (foto parco archeologico di pompei)

Sesta sezione: “Hic habitat felicitas”. Vivere nel lusso. Durante l’età giulio-claudia (27 a.C.-68 d.C.) Pompei godette di un rapporto diretto con la corte imperiale, che sotto Tiberio e Nerone soggiornò lungamente nell’area del golfo, fra Capri e Baia. Un graffito ricorda forse la residenza in città di una delle mogli di Caligola, e Svetonio narra che un figlio di Claudio vi trovò la morte durante un tragico gioco infantile. Le ville e le case in città dell’aristocrazia e dei nuovi ricchi mostrano nell’articolazione architettonica degli spazi e negli arredi in marmo, bronzo e argento un nuovo gusto, anche filellenico e antiquario, una ricercatezza e un’esibizione di lusso che attestano un benessere socio-economico. Tra tutti si ricordano gli arredi della Casa del Menandro (appartenuta a un ramo della famiglia di Poppea Sabina, moglie di Nerone) e il prezioso tesoro di argenti rinvenuto a Moregine. Tra le scoperte più recenti, gli scavi della Regio V hanno restituito reperti di grande rilievo. Nel 58 d.C. Tacito racconta una grande rissa scatenatasi nell’anfiteatro, che vide contrapposti Nucerini e Pompeiani e che alla fine lasciò sul campo decine di vittime. L’episodio causò una dura repressione da parte del Senato romano, che vietò i combattimenti gladiatori in città per quindici anni.

Rilievo in marmo con gli effetti del terremoto del 62 d.C. nel Foro (62-79 d.C.) dal larario della Casa di Cecilio Giocondo (foto parco archeologico di pompei)

Settima sezione: “A fundamentis reficere”. Ma il mondo “dorato” della prima età imperiale cessa, in parte, di esistere a causa di un evento terribile, che trova eco nei rilievi della Casa di Cecilio Giocondo: il terremoto, anzi un lungo sciame sismico, più che un unico evento. Sotto il consolato di Regolo e di Virginio, Seneca ricorda che: “Pompei, frequentata città della Campania […] è sprofondata a causa di un terremoto che ha devastato tutte le regioni adiacenti e che ciò è avvenuto proprio nei giorni invernali che i nostri antenati garantivano essere al sicuro da un pericolo del genere. Questo terremoto si è verificato alle None di Febbraio, sotto il consolato di Regolo e di Virginio, ed ha devastato con gravi distruzioni la Campania, regione che non era stata mai al sicuro da queste calamità e che ne era sempre uscita indenne, anche se tante volte morta di paura […] A questi danni se ne aggiungono altri: è morto un gregge di seicento pecore, alcune statue si sono rotte, alcuni dopo questi fatti sono andati errando con la mente sconvolta e non più padroni di sé (Seneca, Questioni Naturali, 6, 1, 1-2.)”.

Coppette contenenti i pigmenti impiegati per le decorazioni parietali a Pompei nel I secolo d.C. (foto parco archeologico di pompei)

Structores et pictores. Per l’enorme lavoro di ricostruzione della città non potevano essere sufficienti le poche officine di muratori (structores) o di decoratori (pictores) presenti in città al momento del terremoto. Dopo lo sgombero delle macerie, dovettero intervenire decine di imprese specializzate provenienti da altre località, meno colpite o uscite indenni dal sisma. E tutte queste maestranze composte da schiavi, lavoratori salariati, architetti, muratori, pittori e mosaicisti, dovevano risiedere a lungo in città o giungere quotidianamente dai centri vicini; e tutti dovevano mangiare, dormire, riposarsi. Una città raddoppiata, per la quale bisognava costruire locande, luoghi di ristoro, alloggi, postriboli: in una parola la Pompei che oggi conosciamo percorrendo le sue principali strade.

I calchi dei pompeiani sorpresi dall’eruzione del Vesuvio chiudono il percorso nel nuovo allestimento dell’Antiquarium di Pompei (foto Francesco Squeglia)

Ottava sezione: “L’ultimo giorno”. Prima dell’eruzione, il Vesuvio appariva come una fertile montagna, le cui pendici erano occupate da ville rustiche dedite alla produzione di vino. Nella convinzione di trovarsi in un luogo protetto dagli dei, i pompeiani vivono senza immaginare di essere sull’orlo di un vulcano. Il 24 agosto o il 24 ottobre del 79 d.C., come suggeriscono recenti studi e scoperte, il Vesuvio riversa una pioggia di lapilli e frammenti litici su Pompei: l’eruzione durò fino al giorno dopo facendo crollare i tetti e mietendo le prime vittime. I pompeiani tentarono di ripararsi nelle case o sperarono nella fuga, camminando sul letto di pomici che si andava formando, alto ormai più di 2 metri. Ma alle 7.30 del giorno successivo una scarica violentissima di gas tossico e cenere ardente devastò la città: essa si infiltrò dovunque, sorprendendo chiunque cercasse di sfuggire e rendendo vana ogni difesa. Una pioggia di cenere finissima, depositata per uno spessore di circa 6 metri, aderì alle forme dei corpi e alle pieghe delle vesti e avvolse ogni cosa.