Bolsena (Vt). A Palazzo Monaldeschi della Cervara e nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo aperta la mostra “La memoria dell’acqua. Nuove scoperte Archeologiche dal Gran Carro di Bolsena”: un viaggio tra archeologia subacquea, memoria e identità, con una selezione di reperti rinvenuti nelle acque del lago (tra XVI e IX sec. a.C.)

Inaugurazione della mostra “La memoria dell’acqua” a Bolsena: da sinistra, l’archeologa Barbara Barbaro, il ministro Alessandro Giuli, e l’onorevole Mauro Rotelli (foto emanuele antonio minerva / mic)
Un viaggio tra archeologia subacquea, memoria e identità, dove l’antico dialoga con il presente. È la mostra “La memoria dell’acqua. Nuove scoperte Archeologiche dal Gran Carro di Bolsena”, visitabile fino al 2 novembre 2025, articolata in due sedi espositive, il museo territoriale del Lago di Bolsena, nell’antico Palazzo Monaldeschi della Cervara, e l’isola Bisentina, negli spazi della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, restituiti alla comunità nel 2024 dopo un’attenta opera di restauro. La mostra offre una selezione di reperti rinvenuti nelle acque del lago grazie alle ricerche del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza di Viterbo, testimonianza della vita quotidiana delle popolazioni residenti nel sito del Gran Carro, anticamente affacciato sulle rive del lago. La mostra è un progetto realizzato in collaborazione tra ministero della Cultura, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, Fondazione Luigi Rovati e Isola Bisentina.
“Questo è luogo straordinario per tante ragioni”, ha dichiarato il ministro della Cultura Alessandro Giuli intervenuto all’inaugurazione il 17 luglio 2025 con il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Mauro Rotelli; il sindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte; il direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, Fabrizio Magani; il soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Margherita Eichberg; la funzionaria archeologa della soprintendenza ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Barbara Barbaro. “Questo è veramente un luogo d’elezione – ha dichiarato il ministro Giuli – un luogo straordinario per tante ragioni. Il lago di Bolsena è l’ombelico del mondo: non solo perché è il lago vulcanico più grande d’Europa, ma perché qui c’è la radice ancestrale di ciò che poi sarebbe divenuto il popolo etrusco e che è stato prima villanoviano, poi forse tirrenico. Le ipotesi sono tante, a partire dalle chiavi di lettura del materiale di scavo, il cui studio impegnerà ancora tanto tempo, e di tutto ciò che ancora potrebbe emergere con il proseguire della ricerca. Insieme a pochi altri luoghi d’Italia – ha proseguito il ministro – in questo momento la Tuscia e Bolsena rappresentano un modello di riferimento, per ciò che sta avvenendo qua e per ciò che una sorta di geografia sacra ci ha offerto in dono. Siamo di fronte a una storia molto risalente nel tempo, ma le cui scoperte ci proiettano in avanti. Qui noi oggi rappresentiamo un patto ideale di amicizia e solidarietà – ha concluso il ministro – tra l’antico e il contemporaneo e tra tutti noi che siamo viterbesi, abitanti della Tuscia, italiani, europei, cittadini del mondo però orgogliosi di partire da qua, da Bolsena”.

Ricerche nel villaggio perilacustre del Gran Carro di Bolsena (inizio età del Ferro) (foto catalogo beni culturali)
La mostra propone un viaggio alla scoperta dell’insediamento protostorico oggi sommerso del Gran Carro, eccezionale contesto archeologico scoperto nel 1959 a circa cento metri dall’attuale linea di costa e oggetto di indagini approfondite solo in anni recenti da parte della Soprintendenza. Il sito fu popolato fra la media Età del Bronzo (XVI sec. a.C.) e la prima Età del Ferro (fine X – inizio IX sec. a.C.). In esso si distinguono due settori principali: un ampio spazio abitativo, di cui si conservano ancora centinaia di pali infissi nel terreno, e un’area sacra, detta “Aiola”, costituita da un tumulo di pietre realizzato a secco intorno a sorgenti di acqua calda. La sommersione del sito ha preservato perfettamente tutti gli oggetti di uso comune e quotidiano, ma anche rituale, degli antichi abitanti.

Insediamento protostorico del Gran Carro: asetto miniaturistico zoomorfo con beccuccio dall’Aiola (foto sabap-vt-em)

Insediamento protostorico del Gran Carro: figurina fittile antropomorfa appena abbozzata proveniente dall’area dell’abitato (foto emanuele antonio minerva / mic)
Nel Palazzo Monaldeschi della Cervara, sede del SiMuLaBo (Sistema Museale del Lago di Bolsena) che ha rinnovato la sua tradizionale esposizione proprio per accogliere la mostra, è ospitata la maggior parte dei materiali dagli scavi recenti, da inquadrare principalmente nell’ambito della Cultura Villanoviana, ovvero quella che precede la formazione delle grandi città etrusche di Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Veio e Orvieto. Tra tutti si segnalano oggetti particolari, come i tre vasetti con beccuccio interpretabili come poppatoi e un sonaglio ancora funzionante, riempito di sassolini, al fine di intrattenere i bambini nella fase dell’allattamento; un vasetto miniaturistico che forse poteva contenere un unguento o un profumo con una singolare decorazione incisa avvicinabile ad una sorta di scrittura proto-Etrusca, mai ancora attestata; una eccezionale figurina fittile antropomorfa appena abbozzata proveniente dall’area dell’abitato, chiara rappresentazione simbolica legata a pratiche rituali, come suggerirebbe l’iconografia ben nota della dea madre, finora nota soltanto in contesti funerari. Anche i materiali dal monumento cultuale dell’Aiola, grandi vasi biconici contenenti offerte di cibo, quali semi e ossa animali combuste, rimandano ad un culto evidentemente collocato all’aperto e indirizzato alla venerazione di divinità femminili ctonie.
L’esposizione nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sull’Isola Bisentina, realizzata in collaborazione con la Fondazione Luigi Rovati, si articola in quattro sezioni tematiche, con l’intento di restituire la complessità e la varietà di queste testimonianze. Il mondo femminile che include oggetti probabilmente utilizzati in prevalenza dalle donne, dagli spilloni alle fibule, con la funzione di ornamento o per fissare le vesti. Il sacro raccoglie reperti decorati con motivi graffiti, ma soprattutto con schematiche figure ornitomorfe, riconducibili al culto della divinità solare. La vita quotidiana offre uno spaccato del vissuto domestico attraverso oggetti legati al consumo e alla conservazione di cibo e bevande: anfore e anforette, ma anche olle, pissidi e boccali, talvolta arricchite da decorazioni plastiche. Il viaggio esplora la dimensione degli scambi e dei contatti: si segnalano un frammento di ceramica d’importazione di tipo protogeometrico, estremamente raro nel mondo medio-tirrenico, e un vaso-modellino a forma di imbarcazione, attestazione del ruolo del lago quale polo di interazione tra culture diverse.

“Underwater Visions (blue papers)” opera di Alex Cecchetti nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sull’Isola Bisentina (foto lorenzo breccola /profilo FB cecchetti)
Sull’Isola Bisentina il percorso espositivo si completa con gli interventi site-specific di artisti contemporanei, invitati a operare in concomitanza con l’apertura di questa stagione. Gli artisti si sono confrontati con le recenti scoperte degli insediamenti protostorici ora sommersi, i cui reperti, perfettamente conservati proprio grazie all’immersione nell’acqua del lago, testimoniano gli oggetti d’uso quotidiano e rituale delle antiche comunità locali, rivelandone la spiritualità e il rapporto con l’ambiente lacustre. La Chiesa ospita, oltre ai reperti archeologici, i lavori su carta di Alex Cecchetti (1973), che evocano la dimensione parallela di un fondale subacqueo e invitano lo spettatore a farsi testimone di una memoria giunta fino a noi grazie all’incessante azione conservatrice del lago. La Malta dei Papi, suggestiva struttura ipogea scavata nel Monte Tabor, forse realizzata dagli Etruschi per scopi rituali – accoglie i fragili frammenti vitrei di Lisa Dalfino (1987), una poetica reinterpretazione contemporanea degli ex voto. L’oratorio di Monte Calvario e l’approdo all’isola, con la sua elegante darsena in stile liberty, fanno da cornice alle sculture “alchemiche” di Namsal Siedlecki (1986), che evocano antiche pratiche di buon auspicio e riti propiziatori.
La chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, dopo un importante restauro, è di nuovo accessibile dallo scorso anno. La chiesa fu originariamente costruita e dedicata a San Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il Vecchio, che volle per la propria famiglia un mausoleo sull’isola. Sarà il Cardinale Alessandro Farnese il Giovane a costruire sopra questo preesistente edificio l’imponente monumento che oggi vediamo: la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, la cui edificazione ha inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e termina all’epoca di Odoardo Farnese tra il 1602-1603.
Firenze. Al museo Archeologico nazionale al via la rassegna “Pomeriggi dell’Archeologico” con Barbara Barbaro (Sabap Etruria meridionale) su “L’insediamento sommerso del Gran Carro di Bolsena: memoria di una comunità perilacustre della prima Età del Ferro”
Giovedì 3 aprile 2025, alle 17, il museo Archeologico nazionale di Firenze inaugura la nuova rassegna dei “Pomeriggi dell’Archeologico” con una conferenza di Barbara Barbaro, funzionaria archeologa della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, su “L’insediamento sommerso del Gran Carro di Bolsena: memoria di una comunità perilacustre della prima Età del Ferro”. L’ingresso gratuito è consentito solo su PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA all’indirizzo: man-fi@cultura.gov.it. Vengono presentati i dati delle ultime campagne di scavo dirette dalla soprintendenza per l’Etruria meridionale nel complesso protostorico del Gran Carro, un insediamento villanoviano oggi sommerso e che ha conservato le tracce della vita quotidiana di una comunità della prima Età del Ferro. Il sito, importante laboratorio sperimentale dell’archeologia subacquea in Italia, oggi oggetto di investimenti per la creazione di un percorso subacqueo accessibile al pubblico, è stato scoperto oltre sessant’anni fa, ma è stato indagato a più riprese solo recentemente. Grazie allo scavo stratigrafico, è stato possibile comprendere le dinamiche di formazione del deposito archeologico, unico per lo stato di conservazione, fondamentale per la comprensione di aspetti mai registrati in altri contesti coevi e all’asciutto.
Bolsena (Vt). Aperture straordinarie (diurne e notturne) per subacquei e snorkelisti nell’area archeologica sommersa del Gran Carro, in vista dell’attivazione del percorso subacqueo nel 2025 col progetto di restauro e valorizzazione PNRR

Un tuffo nella protostoria. A dieci giorni dall’inizio dei lavori nell’ambito della linea di finanziamento del PNRR – CAPUT MUNDI finalizzati al restauro e alla valorizzazione del complesso della Prima età del ferro sommerso nel lago di Bolsena, partono le aperture straordinarie per subacquei e snorkelisti nell’area archeologica sommersa del Gran Carro, aperture straordinarie propedeutiche all’apertura del percorso subacqueo previsto per il 2025 nell’ambito proprio del progetto di restauro e valorizzazione PNRR linea di finanziamento Caput Mundi NGEU.

L’archeologa Barbara Barbaro (dal profilo FB)
Sono state programmate due aperture diurne il 14 e il 28 luglio 2024 (ore 9-13) e una serale il 21 luglio 2024 (ore 19-22). Considerate le numerose richieste le visite saranno a numero limitato e su prenotazione. Per agevolare le tempistiche durante gli eventi si chiede quindi di scaricare i moduli per la prenotazione e di recarsi sul posto avendo già compilato la documentazione richiesta al link: https://sabapviterboetruria.cultura.gov.it/servizio…/ La sicurezza in acqua sarà garantita dal personale del Servizio di Archeologia Subacquea in stretta collaborazione con la motovedetta dei Carabinieri Stazione di Bolsena e dal Nucleo Sommozzatori della Giardia di Finanza della Stazione Navale di Civitavecchia. Ogni visita sarà preceduta da una conferenza curata dalla dott.ssa Barbara Barbaro che introdurrà le ultime novità sulle scoperte archeologiche delle ricerche dirette dalla Soprintendenza. Gli eventi saranno trasmessi anche in diretta streaming sul canale https://www.youtube.com/channel/UCzf6WSwFrrMhLy1p3vm8FBg. Per info scrivere a: sabap-vt-em.subacquea@cultura.gov.it.

Ricerche nel villaggio perilacustre del Gran Carro di Bolsena (inizio età del Ferro) (foto catalogo beni culturali)
Archeologi subacquei al lavoro. Si è cominciato asportando innanzitutto la fitta coltre di limo che ricopre i resti antichi a circa 3,5 metri di profondità. L’obiettivo è quello di realizzare un percorso archeologico attrezzato, di attrazione sia per subacquei, ma anche non subacquei tramite la creazione di un polo ricettivo a terra dotato di postazioni per la visione 3D del fondale lacustre in corrispondenza della “palafitta” e della “Aiola”, il monumentale luogo di culto. È prevista la suddivisione dell’area in due settori distinti: l’area di cantiere continuo per gli interventi di tutela che si svolgono durante tutto l’anno da parte del Servizio di Archeologia subacquea della soprintendenza e un’area destinata alla fruizione del pubblico in giornate appositamente dedicate. Una camera 360° trasmette in streaming durante le attività in acqua per una archeologia pubblica, presto visibile sul sito YouTube https://www.youtube.com/channel/UCzf6WSwFrrMhLy1p3vm8FBg, e si stanno implementando applicazioni per visori 3D raggiungibili da PC e smartphone. Il percorso prevede anche l’accessibilità a subacquei non vedenti, tramite la predisposizione di percorsi guidati e pannellistica in braille. I lavori verranno realizzati dai restauratori subacquei della C.S.R Restauro Beni Culturali e dall’Impresa Gentili Restauri per le opere a terra.
Bolsena (Vt). Abitato sommerso del Gran Carro di Bolsena: apertura straordinaria serale con visite guidate nel sito sommerso al tramonto e in notturna
L’abitato sommerso della prima età del Ferro del Gran Carro di Bolsena (Vt) verrà aperto eccezionalmente al pubblico di sera domenica 16 luglio 2023, dalle 19 alle 22. L’evento è dedicato ad appassionati che verranno guidati a visitare l’area dove si stanno svolgendo le ricerche subacquee da parte della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, sia sott’acqua che in snorkeling. L’immersione sarà preceduta da una breve conferenza introduttiva in cui verranno illustrate le ultime scoperte alla luce del tramonto sul lago di Bolsena. Ad accogliere i visitatori ci sarà il personale afferente al Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza, i subacquei esperti del Centro Ricerche di Archeologia Subacquea, e i restauratori subacquei della C.S.R. Restauro Beni Culturali. Il sito è raggiungibile dal km 107,2 della Via Cassia lungo la strada sterrata che porta sulla riva del lago di Bolsena. Si raccomanda a tutti i partecipanti di munirsi di maschera, pinne, e attrezzatura propria in caso di immersione (potrà essere fornita bombola su richiesta). Se possibile portare una torcia subacquea. Per i più freddolosi potrà essere fornita una muta secondo disponibilità. Per una migliore organizzazione è gradita la prenotazione, anche eventualmente per prenotare un piatto di pasta dopo l’immersione. Per informazioni è possibile contattare la dott.ssa Barbara Barbaro all’indirizzo barbara.barbaro@cultura.gov.it.
Groningen (Olanda). L’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro nel lago di Bolsena (Vt) protagonista dei seminari dell’università olandese: conferenza di Barbara Barbaro in presenza e on line

Ricerche nel villaggio perilacustre del Gran Carro di Bolsena (inizio età del Ferro) (foto catalogo beni culturali)
L’insediamento protostorico sommerso del Gran Carro nel lago di Bolsena (Vt) protagonista a Groningen in Olanda, nell’ambito della collaborazione scientifica instaurata tra la soprintendenza Archeologia Belle arti e paesaggio di Viterbo e dell’Etruria meridionale e l’università La Sapienza di Roma -studio di Protostoria Europea- dott. Luca Alessandri, e il prof. Jan Sevink dell’Institute for Biodiversity and Ecosystem Dynamics, University of Amsterdam, finalizzata allo studio sedimentologico e composizionale dei livelli naturali e antropici del sito, oggi sommerso, del Gran Carro di Bolsena allo scopo di approfondire i processi formativi del deposito archeologico e la sua relazione con l’antica paleoriva. Una collaborazione interdisciplinare necessaria per coprire quanti più aspetti nello studio di un complesso archeologico unico ed eccezionale per il suo stato di conservazione.
Martedì 27 giugno 2023, alle 16, all’istituto di Archeologia dell’università di Groningen, in Poststraat 6, nell’ambito dei seminari organizzati dall’università di Groningen conferenza “The submerged protohistoric settlement of Gran Carro in the Bolsena lake (Viterbo, Italy)” a cura dell’archeologa subacquea Barbara Barbaro della soprintendenza dell’Etruria meridionale. La conferenza può essere seguita anche on line collegandosi al link https://meeting.google.com/hjz-gphd-dtf. L ’evento sarà seguito anche nell’ambito del workshop “Challenges in the Study and Conservation of Underwater Archaeological Materials” tra i seminari della Summer School dalla Aristotle University of Thessaloniki.
Vulci. Nella sala François del parco archeologico e naturalistico “Vulci. Work in progress”, II Incontro Internazionale, due giorni dedicati alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca: in presenza e on line. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “La prima Vulci”
Il 18 e 19 maggio 2023, nella sala François del parco archeologico e naturalistico di Vulci, appuntamento con “Vulci. Work in progress”, il II Incontro Internazionale dedicato alla ricerca sul campo nella grande metropoli etrusca. L’accesso è consentito fino ad esaurimento posti. Il più ampio pubblico potrà seguire la diretta streaming sulla pagina Facebook. Negli ultimi anni la soprintendenza ha aperto, con concessioni annuali e triennali in accordo con la direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del MIC, un intenso programma di scavi e ricerche affidate a Istituti nazionali e internazionali, in modo da arricchire la conoscenza di Vulci sotto ogni aspetto, sottraendola alle urgenze legate alla tutela, come è avvenuto per molti decenni. Torna quindi, dopo il I Incontro avvenuto nel dicembre del 2021, il convegno internazionale “Vulci work in progress”, il 18 e 19 maggio 2023. Un’occasione per presentare gli atti del convegno precedente, svoltosi sempre nella suggestiva location del parco archeologico e naturalistico di Vulci. Si approfitterà per fare il punto su tutte le scoperte, rinvenute anche di recente, in questo luogo che non smette mai di stupire. Inoltre, il 18 maggio 2023, alle 12, si avrà anche l’opportunità di poter apprezzare la mostra “La Prima Vulci”, che sarà inaugurata al museo Archeologico nazionale di Vulci, grazie alla collaborazione con la direzione regionale Musei del Lazio.

L’interno della Tomba 3 recentemente scoperta nella necropoli dell’Osteria a Vulci (foto sabap-vt-etr-mer
“Vulci. Work in progress” è un momento di dialogo e di confronto sui nuovi dati acquisiti dalle ricerche svolte sul campo da vari istituti universitari, coinvolti per riflettere sulla storia, sull’evoluzione, sul passato, sul presente e sul futuro di questa terra con tutte le sue stratificazioni, i suoi usi e le sue frequentazioni. Atenei italiani e stranieri si inter‐scambieranno le reciproche esperienze, in nome del comune interesse per il patrimonio culturale vulcente. E gli attori‐soggetto di queste attività li ritroveremo nel II incontro internazionale di maggio. Saranno loro ad illustrare lo scenario venuto alla luce tra il 2022 e i primi mesi del 2023. Dopo i saluti istituzionali iniziali, alle 10, in primis del presidente della Fondazione Vulci, Gianni Bonazzi, l’introduzione spetterà ai sindaci dei comuni di Canino, Ischia di Castro e Montalto di Castro; a seguire sarà il turno delle autorità: il direttore della direzione generale Abap, Luigi La Rocca; il direttore della direzione regionale Musei Lazio, Stefano Petrocchi; del soprintendente, Margherita Eichberg. Per la soprintendenza, inoltre, interverrà in più contributi la funzionaria archeologa responsabile di zona, Simona Carosi e la funzionaria responsabile del servizio di archeologia subacquea, Barbara Barbaro.
Molti i progetti che hanno coinvolto direttamente Fondazione Vulci e la soprintendenza, in particolare quelli riguardanti le indagini nell’Area C della necropoli dell’Osteria. Inoltre saranno presenti: l’università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti‐Pescara con contributi riguardanti il sito di Poggio delle Urne (progetto: Usi funerari preromani) della prima età del Ferro e della fase orientalizzante; si parlerà delle ricognizioni territoriali nella bassa Valle del Fiora e degli scavi nella necropoli villanoviana ed etrusca di Ponte Rotto da parte dell’università di Napoli “Federico II” (All’origine di Vulci). E poi ancora tanti altri progetti: Understanding Urban Identities, a cura del dipartimento di Studi storici dell’università di Göteborg (Svezia); Vulci 3000, della Duke University (USA); Vulci Cityscape 2022 dell’università di Friburgo e Magonza; Sustainable Vulci della University College London (Londra). Di “Vulci: vecchi scavi, nuove prospettive. Un progetto condiviso” parleranno Alessandro Conti, della Sapienza università di Roma, e Cristian Mazet, dell’istituto nazionale di Studi etruschi e italici; quest’ultimo altro ente che va ad aggiungersi a tutte le fondazioni, istituzioni e atenei coinvolti nel II convegno internazionale Vulci work in progress 2023. Ancora, molti i contributi relativi ad indagini archeometriche su materiali vulcenti, che consentiranno riflessioni e nuove prospettive anche su materiali e contesti già noti. Non meno importante, la ricognizione sulle scoperte archeologiche avvenute sul territorio, grazie all’archeologia preventiva. Un bilancio dei risultati per tracciare le linee di progetti futuri.
Barbarano Romano (Vt). Presentazione del libro “San Giuliano e Barbarano Romano” di Stephan Steingräber: focus su storia e archeologia di questo suggestivo angolo della Tuscia
Focus su storia e archeologia di un suggestivo angolo della Tuscia che, anche grazie agli sforzi congiunti dell’amministrazione comunale e del parco regionale Marturanum, sta acquistando rinomanza a livello internazionale. Appuntamento venerdì 24 febbraio 2023, alle 16.30, in sala Sant’Angelo, nel centro storico di Barbarano Romano (Vt), per la presentazione del libro “San Giuliano e Barbarano Romano” di Stephan Steingräber.

Copertina del libro “San Giuliano e Barbarano Romano” di Stephan Steingräber
Dopo i saluti del sindaco di Barbarano Romano, Rinaldo Marchesi, seguiranno gli interventi introduttivi di Stefano Celletti, direttore del parco regionale Marturanum, e Barbara Barbaro della Sabap per l’Etruria Meridionale. Poi il prof. Steingräber e Carlo Casi, direttore scientifico della collana “Antiqua Res” nonché direttore del parco archeologico naturalistico di Vulci, parleranno del libro illustrandone i contenuti. A introdurre il dibattito e a far da moderatrice, Francesca Ceci, archeologa in servizio ai Musei Capitolini. Al termine dell’incontro Rosa Lucidi, direttrice del museo Archeologico delle Necropoli rupestri di Barbarano Romano, condurrà una speciale visita guidata tra le sale e le teche del Museo. Il professor Steingräber, archeologo ed esperto etruscologo, già docente nelle università di Monaco, Magonza, Tokyo e RomaTre, ha realizzato una preziosa guida ai principali monumenti etruschi presenti nel territorio di Barbarano, analizzandoli e descrivendoli in maniera approfondita, soffermandosi su ogni singola necropoli e aggiornando le informazioni in nostro possesso con le nuove scoperte venute alla luce nel corso delle campagne di scavo intraprese in questi ultimi anni.
Parco archeologico dei Campi Flegrei. Già completato il restauro subacqueo del mosaico “dei pesci” ammirato dai primi fortunati visitatori nel parco sommerso di Baia
Meno di un minuto di immagini. Sotto gli occhi di pochi fortunati visitatori subacquei scorrono le immagini, scandite solo dal gorgogliare dei respiratori, di aguglie, murene, tonni e ricci e che oggi “nuotano” tra vivacissimi cefali, saraghi e orate. Sono passate un paio di settimane e, come promesso e annunciato, terminati i lavori di restauro nel parco sommerso di Baia, che fa parte del parco archeologico dei Campi Flegrei, il mosaico dei Pesci, tra la Villa con ingresso a Protiro e le antiche sponde del Lacus Baianus, è stato aperto al pubblico. E già i primi sub sono riusciti ad ammirarlo come mostra il video di Naumacos Underwater Archaeology con Riccardo Mancinelli (CRS Restauro Beni Culturali), Luca de Santis, Celanapoli Carlo Leggieri, Nuccia Filomena Lucci, Gabriele Gomez de Ayala, Enrico Paolino Nola Gallocchio, Barbara Barbaro e il nucleo subacqueo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio dell’Etruria Meridionale.
Parco archeologico dei Campi Flegrei. Iniziato il restauro subacqueo del mosaico “dei pesci”: a lavori ultimati, sarà una attrazione in più del parco sommerso di Baia

Una fase del restauro subacqueo del mosaico “dei pesci” nel parco sommerso di baia (foto pa-fleg)
È iniziato il restauro del mosaico “dei pesci” nelle acque del golfo di Baia (Na). Una volta terminato, sarà un’altra attrazione per il pubblico del già interessante parco sommerso di Baia. Sono gli stessi archeologi del parco archeologico dei Campi Flegrei, di cui Baia fa parte, a darne notizia. “Restaurare un mosaico”, spiegano, “significa ripercorrere il lavoro di un antico artigiano, o meglio, di un artista di 2000 anni fa. Noi nel Parco sommerso di Baia abbiamo l’onore e l’onere di farlo immersi in un mare cristallino, soprattutto durante questo periodo dell’anno”.

La porzione meglio conservata del mosaico “dei pesci” a Baia, con in primo piano un tonno e forse un’aguglia (foto Naumacos Underwater Archaeology and Technology)
“In questi giorni”, annunciano, “è infatti iniziato il cantiere presso il mosaico “dei pesci”, tra la Villa con ingresso a Protiro e le antiche sponde del Lacus Baianus. “Un pavimento di oltre 50 metri quadri, in parte rovinato dall’azione del mare, che si accanisce in primis verso le tessere nere, con cui sono stati resi gli animali marini della composizione”.

Riccardo Mancinelli di CSR Restauro Beni Culturali all’opera tra la murena e il riccio rappresentati nel mosaico “dei pesci” a Baia (foto Naumacos Underwater Archaeology and Technology)
“Aguglie, murene, tonni e ricci e che oggi “nuotano” tra vivacissimi cefali, saraghi e orate, curati dalle esperte mani di Riccardo Mancinelli e dei suoi collaboratori dell’azienda CSR Restauro Beni Culturali. Appena terminati i lavori, apriremo al pubblico questo nuovo settore di visita per condividere sempre al massimo i contesti unici al mondo che Baia sommersa offre”.

L’archeologa subacquea Barbara Barbaro del Servizio di Archeologia subacquea della SABAP dell’Etruria meridionale impegnata a Baia (foto pa-fleg)

I Servizio di Archeologia subacquea della SABAP dell’Etruria meridionale a Baia (foto pa-fleg)
“Una esperienza unica poter vedere all’opera i restauratori subacquei sui mosaici di Baia nel parco archeologico dei campi Flegrei”, confessa Barbara Barbaro, archeologa subacquea del Servizio di Archeologia subacquea della SABAP dell’Etruria meridionale. “Un ringraziamento per l’accoglienza al direttore Fabio Pagano, a Enrico Paolino da Nola Gallocchio, e Nuccia Filomena che ci ha sapientemente guidato tra le meraviglie sommerse dell’antica città”.
Bolsena. Aperture straordinarie e visite guidate nel sito sommerso protostorico del Gran Carro
Il sito sommerso protostorico del Gran Carro di Bolsena verrà aperto eccezionalmente al pubblico nelle giornate di domenica 17 e 24 luglio 2022, dalle 9 alle 13. L’evento è dedicato ad appassionati apneisti e sub che verranno guidati a visitare l’area della Aiola, recentemente interpretata come luogo di culto della prima età del Ferro, visibile grazie alle ricerche in corso da parte della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio dell’Etruria Meridionale a una profondità accessibile di circa 2,5 metri. L’immersione sarà preceduta da una breve conferenza introduttiva in cui verranno illustrate le ultime scoperte. Ad accogliere i visitatori ci sarà il personale afferente al Servizio di Archeologia subacquea della soprintendenza e i subacquei esperti del Centro ricerche di Archeologia subacquea che collaborano alle attività. Il sito è raggiungibile dal km 107,2 della Via Cassia lungo la strada sterrata che porta sulla riva occidentale del lago di Bolsena. Per informazioni è possibile contattare Barbara Barbaro all’indirizzo barbara.barbaro@cultura.gov.it. Si raccomanda a tutti i partecipanti di munirsi di maschera, pinne, o attrezzatura da sub propria (potrà essere fornita bombola o ricarica esclusivamente su richiesta).
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)



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