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Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta la conferenza “Pigorini e la struttura delle terramare. Che cosa regge e cosa no centocinquant’anni dopo?” di Michele Cupitò (università di Padova), quinto e ultimo appuntamento del ciclo “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”

All’auditorium del Complesso monumentale della Pilotta a Parma con la conferenza “Pigorini e la struttura delle terramare. Che cosa regge e cosa no centocinquant’anni dopo?” del prof. Michele Cupitò (università di Padova) giovedì 29 maggio 2025, alle 17, si chiude il ciclo di cinque conferenze “Luigi Pigorini. Cent’anni dopo 1925-2025” dedicate al grande archeologo nel centenario della sua morte. L’iniziativa è patrocinata dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria e realizzata in collaborazione con Arkheoparma e l’associazione Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). Il principale argomento degli studi condotti da Pigorini nel corso della sua lunga carriera sono senza dubbio le terramare; già nel 1882, pubblica autonomamente i risultati dello scavo condotto a Castione Marchesi nel 1877 dando interpretazioni non più in linea con il modello proposto da G. Chierici. Verso la fine del secolo, dopo la scomparsa dello stesso i Chierici e di P. Strobel, Pigorini dirige una serie di campagne di scavo nella terramara del Castellazzo di Fontanellato, da cui progressivamente trarrà una ricostruzione dell’impianto/strutture del villaggio così articolate e complesse da far lungamente dubitare, dopo la morte di Pigorini, della loro attendibilità. Solo in anni recenti, a partire dal 1990 circa una nuova intensa stagione di studi dedicata ai siti dell’età della piena età del Bronzo a Sud e Nord del Po ha dimostrato e continua a svelare la validità del “modello” pigoriniano e la genialità del suo autore.

Michele Cupitò (foto graziano tavan)

Michele Cupitò è professore associato del dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova. Titolare degli insegnamenti di “Protostoria europea e mediterranea” e “Protostoria dell’urbanizzazione in Italia settentrionale” è responsabile Didattica e Ricerca, Laboratori di Archeologia dell’università di Padova, e direttore scientifico degli scavi nei siti dell’età del Bronzo di Fondo Paviani (Vr) e di Villamarzana (Ro).

Parma. All’auditorium dei Voltoni la conferenza “Una recuperata bellezza tra le statue di Veleia: Agrippina Minore” con l’archeologa Gloria Capelli e la restauratrice Angela Allini, e visita alla sala delle Statue di Veleia con l’Agrippina Minore recentemente restaurata

In occasione del recente restauro della statua di Agrippina Minore, promosso dal Club Inner Wheel Parma Est (sezione del Club Inner Wheel Italia), venerdì 23 maggio 2025, alle 17, all’Auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta, la conferenza “Una recuperata bellezza tra le statue di Veleia: Agrippina Minore” con l’archeologa Gloria Capelli e la restauratrice Angela Allini (Opus Restauri) per riscoprire la storia dell’imperatrice Agrippina e della pregevole scultura in marmo che la ritrae con la presentazione del recente restauro della statua di Agrippina Minore. Ingresso libero fino ad esaurimento posti in sala (100 posti). Dopo l’incontro è prevista una breve visita guidata (durata di circa 15 minuti) alla Sala delle Statue di Veleia, presso la quale si potrà apprezzare la ritrovata bellezza di Agrippina Minore.

Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “L’ebrezza d’Ercole tra antico e moderno. Immagine e fortuna di un mito tra archeologia e collezionismo (tra Veleia, Parma e Europa)” con il prof. Marco Cavalieri (Université catholique de Louvain), quarto appuntamento del ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma

 

Giovedì 22 aprile 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta, incontro con il prof. Marco Cavalieri (Université catholique de Louvain) “L’ebrezza d’Ercole tra antico e moderno. Immagine e fortuna di un mito tra archeologia e collezionismo (tra Veleia Parma e Europa)”, quarto appuntamento nuovo ciclo di conferenze 2025 organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta. Ingresso libero e gratuito fino al raggiungimento della capienza massima della sala (100 posti). Il prof. Marco Cavalieri condurrà i partecipanti alla scoperta di Ercole, figura mitologica dal fascino imperituro nei dei secoli, e della sua ebrezza, episodio reso celebre da racconti e narrazioni mitologiche e da numerose opere pittoriche, scultoree e musive. Un viaggio attraverso l’archeologia: tra i reperti ritrovati negli scavi di Veleia e quelli giunti a Parma attraverso le vie del collezionismo europeo ottocentesco.

Parma. All’auditorium dei Voltoni (complesso monumentale della Pilotta) la conferenza “Cadalo! Chi era costui?” con il prof. Sergio Olivati apre il nuovo ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma

parma_pilotta_arkheoparma_conferenza-cadalo-chi-è-costui_locandinaPrende il via il nuovo ciclo di conferenze organizzato da Arkheoparma, in collaborazione con gli Amici della Pilotta, che per il 2025 dedicherà ampio spazio alla celebrazione del centenario della morte del parmigiano Luigi Pigorini, il più noto fra i padri fondatori dell’archeologia preistorica italiana. Appuntamento giovedì 16 gennaio 2025, alle 16.30, all’auditorium dei Voltoni, complesso monumentale della Pilotta. Il primo incontro “Cadalo! Chi era costui?” con il prof. Sergio Olivati sarà dedicato alla figura di Cadalo, vescovo di Parma candidato al soglio pontificio. L’inizio anticipato di 30 minuti rispetto al solito consentirà di dedicare più tempo alle domande e alla discussione. Ingresso libero fino al raggiungimento della capienza della sala.

Parma. Al Complesso monumentale della Pilotta conferenza della prof.ssa Maria Bernabò Brea su “Le statuette femminili neolitiche in Italia e non solo”: riflessione sul mondo simbolico del neolitico attraverso la cultura materiale: dalle figurine femminili del Vicino Oriente e dell’Europa, ai ritrovamenti del territorio italiano

parma_pilotta_arkeoparma_le.statuette-neolitiche-in-italia-e-non-solo_locandinaPer le conferenze di Arkheoparma giovedì 12 dicembre 2024, alle 17, all’auditorium dei Voltoni nel Complesso monumentale della Pilotta a Parma, la conferenza “Le statuette femminili neolitiche in Italia e non solo” con la prof.ssa Maria Bernabò Brea, promossa in collaborazione con l’associazione Amici della Pilotta. Ingresso libero fino ad esaurimento posti. La prof.ssa Bernabò Brea, già direttrice del museo Archeologico di Parma, oggi ispettrice onoraria della SABAP di Parma e Piacenza e membro del direttivo dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, proporrà una riflessione sul mondo simbolico del neolitico attraverso la cultura materiale: dalle figurine femminili del Vicino Oriente e dell’Europa, ai ritrovamenti del nostro territorio.

Le civiltà che non hanno conosciuto l’uso della scrittura possono essere indagate solo con i metodi dell’archeologi grazie alle testimonianze della cultura materiale. Sono rarissimi i reperti che consentano uno sguardo più approfondito nel loro mondo simbolico e, tra questi, sono particolarmente interessanti le figurine antropomorfe, in grandissima percentuale femminili. Molte di esse sono attribuibili alle prime civiltà agricole del Vicino Oriente, dell’Europa sud-orientale e, in minor misura, dell’Italia, tanto da poter essere considerate un elemento fondante dell’ideologia di quelle civiltà.

Il periodo di cui parliamo ha complessivamente una lunga durata (dal IX-VIII al IV millennio a.C.) e l’area presa in considerazione è estremamente estesa. È quindi naturale che le figurine siano stilisticamente differenziate, diventando, in ogni luogo e in ogni tempo, oggetti emblematici di culture molto diverse tra loro. La maggior parte di esse è realizzata in ceramica, ma ve ne sono anche in pietra, in osso, in avorio; talvolta i tratti sono tendenzialmente naturalistici, benché spesso esagerati, altre volte invece sono fortemente stilizzati. Tra esse si riconoscono alcune vere e proprie opere d’arte, accanto a moltissimi piccoli oggetti senza pregio artistico, o che paiono solo alludere alla forma antropomorfa.

Il dibattito sul loro significato, acceso fin dai primi rinvenimenti nel XIX secolo, è tutt’ora irrisolto, tra credenza nel culto universale di una “Grande Madre” o “Madre Terra” e interpretazioni quali talismani, rappresentazioni di defunte/i, oggetti propiziatori. La riflessione, dopo un accenno ai possibili -antichissimi- progenitori paleolitici, verterà sulle più famose figurine neolitiche del Vicino Oriente e dell’Europa, senza dimenticare i ritrovamenti neolitici nel nostro territorio.