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Firenze. A tourismA 2025 la cerimonia del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo, consegnato dalla presidente Valeria Li Vigni al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento

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tourismA 2025, cerimonia di consegna del premio “Fondazione Sebastiano Tusa” per le ricerche nel Mediterraneo conferito al prof. Ieranò: da sinistra, Piero Pruneti, Valeria Li Vigni, Giorgio Ieranò (foto graziano tavan)

Il premio “Fondazione Sebastiano Tusa” 2025 per le ricerche nel Mediterraneo è stato conferito al prof. Giorgio Ieranò dell’università di Trento. La cerimonia di consegna sabato 22 febbraio 2025 a tourismA, nell’auditorium del Palazzo dei Congressi con Valeria Li Vigni, presidente Fondazione Sebastiano Tusa, che ha letto la motivazione.

Motivazione. “Prof. Giorgio Ieranò, esperto di letteratura greca, saggista, giornalista e comunicatore culturale per grandi case editrici, la sua ricerca spazia dal teatro alla mitologia. Con i suoi libri ha raccontato brillantemente il mondo antico con un linguaggio arguto ed efficace, permettendo al grande pubblico di avvicinarsi al mondo greco e magico del mito. In assonanza con le tematiche sviluppate dalla Fondazione Tusa ci accomuna l’amore e la ricerca nel Mediterraneo, tanto caro a Sebastiano, nel quale navigò come un novello Ulisse”.

“Sebastiano Tusa”, commenta il prof. Ieranò appena ricevuto il premio, “è stato promotore organizzatore di cultura, un amministratore che ha anche fatto tanto per diffondere l’idea della tutela e della promozione dei beni culturali e della loro fruizione per un pubblico il più possibile vasto. Amava il Mediterraneo e si rendeva conto della ricchezza dei tesori che c’erano in quel mare, e di come le storie passavano, venendo testimoniate dai reperti archeologici che si inabissavano e raccontavano di queste navigazioni ardite e perigliose attraverso il mare. Quindi per me è davvero un grande onore. Ringrazio moltissimo la Fondazione Sebastiano Tusa, ringrazio Valeria Li Vigni, e naturalmente Piero Pruneti per aver organizzato anche questo contesto meraviglioso”.

Paestum. Al museo Archeologico nazionale al via con “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele” la rassegna teatrale “Donne di Hera”, diretta da Sarah Falanga. Gli altri spettacoli in aprile

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I parchi archeologici di Paestum e Velia, in collaborazione con l’Accademia Magna Graecia, diretta da Sarah Falanga, organizzano “Donne di Hera”, rassegna di teatro nel museo Archeologico nazionale di Paestum, che inizia domenica 23 febbraio 2025 con “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele”. Il titolo della rassegna evoca la straordinaria forza delle donne, poste sotto la protezione della dea Hera. Gli spettacoli che vanno in scena sono stati scritti o riadattati da Sarah Falanga e prodotti unicamente per Paestum e hanno come soggetto i “Miti Moderni”, appartenenti già all’immaginario collettivo e descritti da una drammaturgia nuova e sorprendente. Per questa stagione, anche in occasione di alcuni importanti anniversari, ad accomodarsi nel nostro “salotto teatrale”, vi saranno preziosissimi amici: Pino Daniele, Anna Magnani e le tre donne del Mito per eccellenza (Antigone, Elettra, Medea). Programma degli spettacoli: 23 febbraio 2025, “PINUCCIA – Un omaggio a Pino Daniele”; 6 aprile 2025, “Io Anna Magnani? – l’essenza e la poesia di un mito”; 26 aprile 2025, “TRILOGIA – Antigone, Elettra, Medea: l’intimo dissenso della modernità”. L’ingresso agli spettacoli è incluso nel biglietto dei Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia.

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A museo Archeologico nazionale di Paestum lo spettacolo “PINUCCIA. Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja”, omaggio in prosa e musica a Pino Daniele (foto pa-paeve)

“PINUCCIA. Ogni scarrafone è bell’ ‘a mamma soja”, 23 febbraio 2025, alle 17: un omaggio in prosa e musica a Pino Daniele (a dieci anni dalla sua scomparsa). L’ironica storia di Pinuccia, nata il 19 marzo “miezz’ o puort ‘e Napule” mentre la nonna faceva il contrabbando. Nasce il giorno di San Giuseppe e, perciò, viene chiamata Pinuccia, per “devozione”. paestum_archeologico_rassegna-teatrale-donne-di-hera_23-febbraio_locandinaDurante il parto, che avvenne in uno dei magazzini del porto, si sentiva di sottofondo la canzone “Napul è”, da poco pubblicata, mentre il padre veniva arrestato per un reato non commesso. Tutta la vita di Pinuccia sarà accompagnata e scandita, negli eventi salienti, dalle canzoni di Pino Daniele, del quale diventa fan appassionata. Lo spettacolo, tra prosa e musica, è una confessione divertente, dal sapore ironico e amaro, che trova il suo fulcro nel paradosso.

Grotte di Pertosa-Auletta (Sa). A tourismA 2025 si presentano i risultati di scavo della campagna appena conclusa: individuata una struttura di culto di età ellenistica e riconosciuta una maggiore estensione della palafitta protostorica

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Si è conclusa il 12 febbraio 2025 la campagna di ricerche archeologiche 2025 nelle Grotte di Pertosa-Auletta, la nota cavità turistica situata nel geoparco del Cilento, Vallo di Diana e Alburni in provincia di Salerno. Le indagini, iniziate nella seconda metà di gennaio 2025, si sono concentrate nell’Antegrotta, dove è stato impiantato un cantiere di scavo nell’alveo del fiume che scorre nella cavità (vedi Pertosa (Sa). Iniziata la campagna 2025 di ricerche archeologiche nelle Grotte di Pertosa-Auletta, dove c’è l’unico insediamento palafitticolo sotterraneo d’Europa | archeologiavocidalpassato). Di notevole interesse i primi risultati a cui sono approdati gli scavi, che hanno evidenziato l’esistenza di una struttura di culto di età ellenistica (IV-I secolo a.C.) presente lungo il corso d’acqua sotterraneo. Gli archeologi hanno recuperato nell’area sacra numerosi reperti e nei prossimi mesi sono previsti studi specialistici e varie attività di documentazione. Al tempo stesso sono proseguite le ricerche sulla palafitta protostorica presente nella cavità – un caso unico in Europa in ambiente ipogeo – con l’individuazione di ulteriori estensioni della struttura, sottoposta a campionature di legni per successive analisi di laboratorio. Ora inizierà la fase di analisi e studio e speriamo presto di darvi nuove interessanti rivelazioni.

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Bruciatore di incenso di età ellenistica scoperto nella campagna 2025 alle grtotte di Pertosa-Auletta (foto sabap sa-av)

Inoltre, alla campagna di ricerche fornisce un importante contributo anche l’Istituto centrale per l’Archeologia (ICA). L’Istituto del ministero della Cultura, nell’ambito delle iniziative per la definizione di linee di indirizzo metodologiche relative ai contesti ipogei, ha infatti stipulato con la Fondazione MIdA – concessionario delle ricerche – un accordo di collaborazione scientifica. L’accordo ha previsto la realizzazione di un progetto pilota finalizzato alla elaborazione, a cura di ICA, di standard operativi applicati alle ricerche archeo-speleologiche. La ripresa delle indagini quindi è prevista per gli inizi del 2026, ancora una volta in concomitanza con il temporaneo periodo di fermo biologico del sistema sotterraneo, quando le visite turistiche vengono sospese dalla Fondazione MIdA, ente di gestione della grotta.

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Scalpello immanicato dell’Età del Bronzo scoperto nella campagna 2025 alle Grotte di Pertosa-Auletta (foto sabap sa-av)

Queste scoperte confermano l’alta rilevanza anche storica del sito, tema che sarà al centro del convegno “Lungo le acque oscure. Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta” che si tiene nel pomeriggio del 22 febbraio 2025, a tourismA 2025, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale in corso a Firenze. Il convegno costituisce un momento per presentare e sottolineare ad un ampio pubblico l’importanza archeologica del sito. Interverranno Irma Della Giovampaola, direttore dell’Istituto Centrale per l’Archeologia; Maria Rosaria Carfagna, presidente Fondazione MIdA; Felice Larocca, direttore del Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici” e del museo Speleo-Archeologico di Pertosa; Alessia Fuscone, funzionario archeologo dell’Istituto Centrale per l’Archeologia; e Lorenzo Mancini, funzionario archeologo della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Salerno e Avellino.

Locri (RC). Al museo Archeologico nazionale la presentazione del libro “Calabria angioina (1266-1382). Novità gotiche e tradizione bizantina al tramonto del Medioevo” a cura di Stefania Paone, con il vescovo Parisi, primo incontro dell’anno di “Un caffè… storicamente corretto”

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È stato ampiamente annunciato e ora ci siamo al primo incontro dell’edizione 2025 di “Un caffè… storicamente corretto” al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri (RC), il ciclo promosso il giovedì dal museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri con il Circolo di Studi storici “Le Calabrie” e il patrocinio del Comune di Locri, curato da Elena Trunfio e Marilisa Morrone (vedi Locri (RC). Elena Trunfio e Marilisa Morrone annunciano l’edizione 2025 della rassegna “Un caffè… storicamente corretto”: ogni mese un appuntamento con ricercatori e studiosi per trattare temi di archeologia, storia, arte, museografia | archeologiavocidalpassato). Appuntamento giovedì 20 febbraio 2025, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Locri Epizefiri, presentazione del libro “Calabria angioina (1266-1382). Novità gotiche e tradizione bizantina al tramonto del Medioevo” a cura di Stefania Paone, docente di storia dell’arte all’università della Calabria. L’incontro è gratuito e non è necessaria la prenotazione. Introducono Elena Trunfio, direttrice del museo e parco archeologico nazionale di Locri Epizefiri, e Marilisa Morrone, presidente del Circolo di Studi storici “Le Calabrie”. Interviene S.E. mons. Serafino Parisi, vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, delegato della Conferenza episcopale calabra alla commissione per la Cultura e la Comunicazione sociale e alla consulta per i Beni culturali.

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Copertina del libro “Calabria angioina (1266-1382). Novità gotiche e tradizione bizantina al tramonto del Medioevo” a cura di Stefania Paone

“Calabria angioina (1266-1382). Novità gotiche e tradizione bizantina al tramonto del Medioevo”. La mostra Calabria angioina si concentra su un periodo poco battuto ma assolutamente unico e sorprendente: l’arte gotica (nei diversi ambiti dell’architettura, scultura, pittura e oreficeria) nella Calabria del tardo Medioevo che viene affiancata, esaltandone i contrasti, alla più nota arte bizantina già presente sul territorio da secoli. L’esposizione è allestita nel museo civico di Altomonte, che si trova nei locali dell’antico Convento dei Domenicani e che è attiguo alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, edificio dalle forme gotiche che riprende i modelli delle chiese provenzali trecentesche. Ma la ricchezza della mostra non si esaurisce nella collocazione d’eccellenza, anzi si sostanzia nei numerosi manufatti esposti: non solo oreficerie, sculture, dipinti, ma anche monete, documenti e manoscritti, molti dei quali assolutamente inediti perché mai esposti in precedenza. A simboleggiare l’intera produzione di epoca angioina sono due opere in particolare: il Monumento di Isabella d’Aragona, nella cattedrale di Cosenza, e l’affresco con la Deèsis nella chiesa di San Zaccaria a Caulonia riprodotti in loco attraverso proiezioni digitali di grande efficacia realizzati da 3D Research, spin-off dell’università della Calabria, al quale spetta anche l’avvincente racconto immersivo all’interno della chiesa, fruibile attraverso l’uso di visori. Si tratta, quindi, di un’occasione davvero unica per conoscere e apprezzare tesori nascosti della nostra terra, presentati, in modo magistrale, grazie al sapiente e meticoloso lavoro di grandi Professionisti. Questo catalogo resterà come testimonianza scritta ed illustrata anche di questo grande lavoro, e siamo certi che il lettore continuerà a sfogliarlo nel momento assai prossimo nel quale i semi piantati ad Altomonte germoglieranno in tutta la Calabria.

Roma. In Curia Iulia, in presenza e on line, la conferenza “I Marmi del Partenone: la bellezza eterna (The Parthenon Marbles: a timeless beauty)” col professor Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Ingresso libero, prenotazione obbligatoria

roma_curia-iulia_conferenza-i-marmi-del-partenone-la-bellezza-eterna_Stampolidis_locandinaMercoledì 19 febbraio 2025, alle 16.30, la Curia Iulia ospita la conferenza “I Marmi del Partenone: la bellezza eterna (The Parthenon Marbles: a timeless beauty)” tenuta dal professor Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Introducono Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo; Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. Interviene Nikolaos Stampolidis, direttore generale del museo dell’Acropoli. Ingresso libero da largo Salaria Vecchia con prenotazione obbligatoria su eventbrite.it fino ad esaurimento posti. Diretta streaming su facebook.com/parcocolosseo. Il tema della conferenza è la grande questione relativa al furto delle sculture del Partenone, alla loro dispersione in vari musei europei, principalmente in Inghilterra ed in Francia, agli sforzi che vengono affrontati per poterli nuovamente riunire al corpo del Partenone all’interno del Nuovo Museo dell’Acropoli. Verranno così trattati gli argomenti relativi alla restituzione e alla riunione delle sculture partenoniche, con particolare riguardo alla qualità, all’estetica, all’innovativo significato del fregio in relazione all’idea di democrazia e ai tentativi che sono stati operati, in questa direzione, negli ultimi anni.

Firenze. Al via l’XI edizione di tourismA 2025 il il Salone dell’archeologia e del turismo culturale organizzato da Archeologia Viva: stand, degustazioni, film, mostre, laboratori didattici, realtà virtuali, tavole rotonde, presentazioni libri. Ecco alcune idee dal ricco programma della tre giorni al Palazzo dei Congressi

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Il conto alla rovescia è ormai agli sgoccioli. Venerdì 21 febbraio 2025, alle 9. Si apriranno le porte del Palazzo dei Congressi di Firenze dando l’avvio dell’undicesima edizione di “tourismA”, il Salone dedicato al meglio dell’archeologia e del turismo culturale organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore). Tre giorni, dal 21 al 23 febbraio 2025, di esposizione, comunicazione e confronto di tutte le iniziative legate al mondo antico e alla valorizzazione delle sue testimonianze: tra stand, degustazioni, film, mostre, laboratori didattici, realtà virtuali, tavole rotonde, presentazioni libri. Al centro dell’XI edizione di tourismA: il turismo sostenibile e le politiche culturali, la comunicazione archeologica, le scoperte che fanno la storia. E non mancheranno i protagonisti della ricerca e della comunicazione archeologica. Tra loro Alberto Angela, Guido Barbujani, Paolo Giulierini, Cristoforo Gorno, Angelo Panebianco, Vittorio Sgarbi, Mario Tozzi, Syusy Blady.

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La Valle d’Aosta è la regione ospite di tourismA 2025 (foto archeologia viva)

Valle d’Aosta regione ospite a tourismA. Sono 2050 anni dalla fondazione di Augusta Praetoria e la Regione si presenta a Firenze con un ricchissimo programma di convegni, spazi dedicati, degustazioni, performance folkloristiche a cura della Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali.

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Tomba di Nefertari: a tourismA 2025 ricostruito il Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) (foto archeologia viva)

Quest’anno da non perdere un’anteprima assoluta a cura delle egittologhe Donatella Avanzo, Silvana Cincotti e del “naso” Meo Fusciuni: per la prima volta sarà visitabile il Primo Annesso Laterale (in scala 1:1) della Tomba di Nefertari con la Grande Sposa Reale al cospetto delle divinità egizie nella celebre “Sala delle Sette Vacche Sacre, del Toro e dei Quattro Timoni Celesti” immersa nelle antiche fragranze della Valle del Nilo. Un percorso multisensoriale per vivere le atmosfere dell’Antico Egitto nel cuore del capoluogo toscano.

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L’Ercolino (III sec. d.C.) scoperto a Montaione (Fi) e presentato in anteprima a tourismA 2025 (foto archeologia viva)

tourismA 2025 è l’occasione anche quest’anno per la soprintendenza ABAP Firenze, Pistoia, Prato per fare il punto in anteprima sulle novità archeologiche in Toscana. Dalla collina di Bellosguardo passando per Figline Valdarno, Montaione, Vinci e Artimino saranno svelati al pubblico i tesori recentemente scoperti, come l’Ercolino di Montaione (Fi), una splendida statuetta del III secolo d.C. che verrà esposta in anteprima assoluta a “tourismA” nel convegno “Ultime dalla Toscana”,

firenze_tourisma-2025_iraq-in-transizione_locandinaMissioni di scavo italiane all’estero: il patrimonio culturale dell’Iraq, dell’Azerbaigian, Turchia, Marocco, Oman, raccontato dalla testimonianza diretta degli archeologi responsabili.

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“archeocucina” a tourismA (foto archeologia viva)

Spazio anche quest’anno all’archeocucina con degustazione di pietanze e bevande riprodotte su ricette tratte da fonti antiche. I più audaci si potranno cimentare anche nella degustazione della “Posca” la bevanda più amata dai Legionari Romani.

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A tourismA laboratori pensati per famiglie e bambini (foto archeologia viva)

Simulare uno scavo armati di pennello e cazzuola, incidere un cartiglio egizio, realizzare un mosaico romano, scheggiare la pietra o accendere il fuoco come i primitivi, tessere come gli etruschi. È tutto possibile (e gratuito) a tourismA, all’interno dei laboratori pensati per famiglie e bambini.

 

Licata (Ag). Scoperta la matrice di una maschera, probabilmente di Medusa, nella casa 18 dell’area archeologica di Finziade, colonia greca fondata nel 282 a.C., nell’ambito del programma “Finziade project” sostenuto dal parco della Valle dei Templi

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La matrice raffigurante Medusa scoperta nella Casa 18 dell’area archeologica di Finziade (Licata) (foto regione siciliana)

Scoperta una matrice di una maschera che probabilmente raffigura Medusa e proviene dallo scavo della Casa 18 nell’area archeologica di Finziade a Licata (Ag). Le attività di scavo e ricerca sono sostenute dal parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento e dal direttore, Roberto Sciarratta, e svolte in convenzione con il Cnr di Catania nel contesto del programma “Finziade project”, di scavo della città ellenistico-romana di Finziade, sul Monte S. Angelo, fondata come colonia greca nel 282 a.C., diretto dagli archeologi Alessio Toscano Raffa per il Cnr-Ispc Catania, e Maria Concetta Parello, con il coordinamento logistico di Rosario Callea, del parco della Valle dei Templi.

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L’area archeologica di Finziade su Monte Sant’Angelo a Licata (Ag) (foto regione siciliana)

La Casa 18, di età tardo repubblicana, probabilmente nell’ultima fase di frequentazione, intorno all’inizio del l secolo a.C., venne trasformata in un laboratorio dove si producono per l’appunto anche maschere, di cui sono state trovate diverse matrici.

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I labotarori del Finziade project nel castello di Monte Sant’Angelo a Licata (Ag) (foto regione siciliana)

Medusa, sia temuta che venerata, era più di una semplice figura mitica – la sua immagine era profondamente intessuta nella vita quotidiana. Queste maschere sono state probabilmente prodotte in un laboratorio artigianale per vari scopi: come oggetti di scena teatrali nelle rappresentazioni, simboli protettivi nei rituali ed elementi decorativi nelle case e negli spazi pubblici. La scoperta di molteplici stampi conferma che Finziade era un centro di artigianato, dove gli artigiani producevano in serie questi oggetti per uso locale e regionale.

Taranto. Al museo Archeologico nazionale il concerto “Vissi d’arte, vissi per Maria”, omaggio a Maria Callas, secondo appuntamento di “Un anno di concerti al MArTa – Domeniche in concerto musica e aperitivo” con visita guidata

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Domenica 16 febbraio secondo appuntamento del 2025 con “Un anno di concerti al MArTa – Domeniche in concerto musica e aperitivo”: le matinée di Musica e Archeologia organizzata dal museo Archeologico nazionale di Taranto e l’associazione le Corti Taras. In programma il concerto “Vissi d’arte vissi per Maria”, omaggio a Maria Callas con l’Ensable Musica Civica e la voce di Maria Callas. Ingresso al museo da corso Umberto al costo di 10 euro. L’accesso sarà consentito dalle 10 per la visita guidata, con inizio visita alle 10.30. L’accesso per il concerto dalle 11, con inizio concerto alle 11.15. Per concludere l’aperitivo nella suggestiva cornice del chiostro del museo a partire dalle 12.15. Biglietti acquistabili alle Corti di Taras (via Giovinazzi, 28 – Taranto). Oppure su VIVATICKET qui https://www.vivaticket.com/…/vissi-d-arte-vissi…/259432.

Augusta (Sr). La conferenza dell’archeologo Massimo Cultraro “Prima del Giubileo. Pellegrinaggi nel mondo greco-romano” apre il ciclo di incontri “In viaggio. Storie di pellegrinaggi nell’anno del Giubileo” promossi dall’Archeoclub di Augusta

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Inizia sabato 15 febbraio 2025 il nuovo ciclo di incontri “In viaggio. Storie di pellegrinaggi nell’anno del Giubileo” promossi dall’Archeoclub d’Italia Aps sede di Augusta (Sr) pensato per questo 2025, anno giubilare, che si concluderà nel mese di novembre dopo avere percorso viaggi e cammini anche di altre fedi. Appuntamento dunque sabato 15 febbraio 2025, alle 18, nella sede dell’associazione Filantropica Liberale Umberto 1, in via Principe Umberto ad Augusta (Sr), con l’archeologo Massimo Cultraro che accompagnerà i partecipanti attraverso la storia dei pellegrinaggi nel mondo greco e romano. Introduce Mariada Pansera, presidente Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Quindi Massimo Cultraro, dirigente Cnr-Ispc di Catania, su “Prima del Giubileo. Pellegrinaggi nel mondo greco-romano”.

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Massimo Cultraro, archeologo del CNR ISPC

“Il pellegrinaggio, come esperienza di viaggio devozionale, è una creazione della religione cristiana?”, si chiede Massimo Cultraro. “I Padri della Chiesa e soprattutto pensatori e uomini di Chiesa del Medioevo ci hanno fatto credere questo, ma in realtà la pratica è strettamente legata al mondo antico, da cui il Cristianesimo prende spunto, aggiungendo un elemento che in ambito greco-romano era assente, il pellegrinaggio penitenziale. L’Egitto del Nuovo Regno conosceva il pellegrinaggio annuale nel santuario di Osiride ad Abydos, che sopravvive fin in età classica, come ci racconta Erodoto che mise in campo questa esperienza. Anche gli Ittiti conoscevano il pellegrinaggio nella città sacra di Nerik, dove erano custodite le statue di divinità capaci di guarire anche i mali più oscuri. Sono i Greci – continua Cultraro – ad elaborare un sistema di pellegrinaggio, declinato in diverse forme: il più antico, forse residuo della Grecia micenea, è la visita cadenzata presso oracoli, il più celebre è quello di Zeus a Dodona, in Epiro. Ci sono anche pellegrinaggi di devoti che si rivolgono a divinità salutari, come Asklepio, ma anche figure meno note come Tryphonios in Beozia. Il vero pellegrinaggio politico-istituzionale è quello dei Theoroi, i magistrati che si spostavano da una città all’altra, compiendo sacrifici, allo scopo di rinsaldare i legami tra comunità anche geograficamente lontane, come le città della Grecità d’Occidente. Infine, vi sono i pellegrinaggi nei luoghi della memoria, come il sito della battaglia di Platea che nel 479 a.C. vide affermarsi lo schieramento spartano e gli alleati contro i Persiani, oppure le visite periodiche che molti effettuavano sulla collina di Troia, nei pressi dei Dardanelli, celebrando gli eroi omerici”.

Taranto. Al museo Archeologico nazionale “Amori realizzati e amori perduti”, percorsi tematici in occasione di San Valentino (14 febbraio) e San Faustino (15 febbraio)

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“Amori realizzati e amori perduti” è il titolo dei percorsi tematici previsti a cura dello staff del museo Archeologico nazionale di Taranto per il 14 febbraio e il 15 febbraio 2025 in occasione di San Valentino e San Faustino, entrambi alle 17.30: un viaggio che porterà i partecipanti a riscoprire l’arte e i miti sotto una nuova luce, quella dell’amore in tutte le sue forme. Le esperienze, dalla durata di circa un’ora e mezza, sono rivolte agli adulti fino ad un massimo di 25 partecipanti. L’attività sarà compresa nel costo d’ingresso per il Museo: 10 euro, salvo le gratuità o le riduzioni previste dalla legge e dalle convenzioni. La prenotazione (obbligatoria) dovrà essere effettuata al numero 099 4532112 sino ad esaurimento dei posti disponibili, comunicando il proprio nome e cognome, email, telefono e numero di partecipanti.

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Nelle antiche civiltà, l’amore e la castità erano temi ricorrenti, espressi attraverso miti, leggende e opere d’arte che ancora oggi ci affascinano e ci interrogano. Gli antichi Greci, ad esempio, non avevano una sola parola per definire l’amore, ma ne utilizzavano diverse, riconoscendo le sue diverse manifestazioni: dall’eros, l’amore passionale, alla philia, l’affetto profondo tra amici, fino all’agape, l’amore spirituale, universale e incondizionato. Attraversando le sale del MArTA, osserveremo come questi concetti siano presenti e si intreccino nelle opere esposte: dalle statuette votive che rappresentano divinità dell’amore e della fertilità, alle rappresentazioni amorose, opera dei maestri ceramografi apuli, sino ai raffinati gioielli che adornavano le donne della Magna Grecia, testimoni silenziosi di affetti personali e sociali. Rivivremo i miti più celebri di amori realizzati o infranti e di coloro che vi rinunciarono per scelta, riflettendo su quanto questi temi siano ancora attuali e profondamente umani.