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Padova. Al via prima edizione di “Antica.mente”, il festival della cultura classica e delle letterature antiche, intitolata “Ad armi pari. Voci di donne dall’antichità”: tre giorni di talk, presentazioni e laboratori, aperti alla cittadinanza. Ecco il ricco programma

Raccontare il mondo antico dando voce ai testi. Intrecciare i fili delle culture che hanno attraversato il Mediterraneo fondendosi, scontrandosi, mutando lungo i secoli. Ripensare gli interrogativi del presente scavandone le origini remote.  Ecco “Ad armi pari. Voci di donne dall’antichità”, dal 9 all’11 maggio 2025, a Padova: una rassegna di talk, presentazioni e laboratori aperta alla cittadinanza, con cui indagare l’origine delle discriminazioni che faticosamente stiamo lavorando per superare, ma anche per ascoltare voci di riscatto che dall’antichità ancora ci parlano. Uno sguardo prospettico sui conflitti, le rivendicazioni, le aspirazioni del mondo contemporaneo. “Ad armi pari. Voci di donne dall’antichità” è il tema scelto per la prima edizione di “Antica.mente”, il festival della cultura classica e delle letterature antiche che nasce dal desiderio di raccontare il mondo antico facendo parlare i testi, per affrontare domande e sfide del presente e del futuro. Il festival 2025, promosso dal Centro interdipartimentale di Ricerca “Studi Liviani” dell’università di Padova, è realizzato con il sostegno della Regione del Veneto e con il patrocinio dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto, dell’università di Padova e del Comune di Padova, intende rafforzare attraverso i testi classici la nostra consapevolezza su un tema cruciale della società odierna come la parità di genere. Tutti gli appuntamenti sono gratuiti, su prenotazione. Per informazioni e prenotazioni: unipd.link/festival-anticamente.

VENERDÌ 9 MAGGIO 2025, 9-18, sala delle Edicole, Palazzo del Capitanio: convegno di studi “Parole e silenzi delle donne nel mondo antico”. Nelle Troiane di Euripide, Andromaca ricorda la specchiata reputazione che ha conquistato comportandosi sempre come si conviene a una buona moglie: ha badato alla casa, ha parlato poco e soltanto quando richiesto. Nell’Aulularia di Plauto, la matrona Eunomia riconosce che una donna silenziosa non è mai esistita, e che le critiche all’eccessiva loquacità femminile sono dunque ben meritate. Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Tra le norme di comportamento che il mondo antico impone alla donna, il silenzio sembra essere una delle più potenti. La donna per bene per lo più tace, dosa le parole, le riserva soltanto a materie importanti; come la modesta ape descritta da Simonide, evita di intrattenersi con altre donne appassionate di pettegolezzi amorosi. Da moglie, accetta di buon grado che sia il marito a parlare in sua vece, e, come dice Plutarco nei suoi Precetti coniugali, farà come il suonatore di flauto, a cui non dispiace produrre un suono più nobile grazie a un tramite. Esplorare il mondo delle donne nell’antichità significa spesso tentare di penetrare un silenzio, e impone sempre di fare i conti con le parole che autori uomini hanno attribuito loro. A volte sono parole di rivalsa, che arrivano perfino a immaginare un mondo diverso, altre volte di obbedienza. Questo convegno, aperto alle scuole e agli insegnanti, indagherà i silenzi e le parole delle donne antiche, mettendo in dialogo letteratura, storia e archeologia. Il convegno si terrà in presenza con possibilità di connessione da remoto tramite piattaforma Zoom, al link: https://unipd.zoom.us/j/84414481783. L’ingresso singolo non richiede prenotazione. Per prenotazioni di classi compilare il modulo disponibile a questo link: https://forms.gle/K36FRPSUHDREcDXeA. Comitato scientifico: Martina Elice, Gianluigi Baldo, Monica Salvadori, Luca Beltramini, Francesca Cavaggioni, Francesco Lubian, Antonella Duso.

VENERDÌ 9 MAGGIO 2025, 18.30-20, sala dei Giganti, Palazzo Liviano: concerto “Sulle note dei classici”. In questo concerto, realizzato da studentesse e studenti del Conservatorio C. Pollini di Padova e dagli archi dell’Orchestra Regionale dei Licei Musicali del Veneto, esploreremo la presenza duratura e profonda della cultura antica nella musica. Grazie a un repertorio che attraversa la storia della musica occidentale dal Barocco al Romanticismo, assaporeremo i modi in cui i grandi compositori hanno tradotto in melodia le suggestioni che venivano dalla storia e dal mito dei Greci e dei Romani. Musiche di: Arcangelo Corelli, Giuseppe Torelli, Antonio Vivaldi, Jean-Philippe Rameau, Giuseppe Tartini, Franz Schubert, Jan Sibelius, Igor Stravinskij.

SABATO 10 MAGGIO 2025, 9.30 – 10.45 – 12, museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, Palazzo Liviano: laboratorio didattico (riservato alle scuole), in collaborazione con il CAM – Centro di Ateneo per i Musei, “La tela di Penelope”. Ogni tessuto racconta una storia, e con questa attività potremo iniziare a conoscerla. Il laboratorio comincerà con una breve presentazione teorica sulle tecniche, strumenti e materiali della tessitura antica. A seguire i partecipanti si cimenteranno a tessere di propria mano una tela o arazzo su piccoli telai. Per i più intraprendenti ci sarà l’opportunità di lavorare su una replica a grandezza naturale di telaio verticale a pesi, di epoca pre-romana. Un’esperienza emozionante il cui scopo è di far conoscere i lunghi ritmi della tessitura antica e apprezzare, con occhi nuovi, i tessuti del passato. Il laboratorio prevede tre turni: 9:30 – 10:45 – 12 (ultimo ingresso). La durata del laboratorio è di 45 minuti circa.

SABATO 10 MAGGIO 2025, 10-12, biblioteca del Seminario Vescovile: visita guidata “I tesori della Biblioteca antica del Seminario vescovile di Padova. Storie di donne nei manoscritti e nei libri a stampa
Visita guidata”. La Biblioteca del Seminario Vescovile di Padova custodisce e mette a disposizione degli studiosi un ricco patrimonio di manoscritti medievali e rinascimentali (224 latini, alcuni greci, ebraici e arabi), di libri a stampa (fra cui 483 incunaboli e 10.558 cinquecentine), di epistolari e documenti d’archivio. Guidati dalla Direttrice della biblioteca, Giovanna Bergantino, in questa visita percorreremo la storia della biblioteca e dei suoi tesori alla scoperta delle storie di donne che si celano tra le pagine dei manoscritti e dei libri a stampa. Federica Toniolo, studiosa di storia della miniatura dell’Università di Padova, ci parlerà degli splendidi apparati decorativi di alcuni di questi esemplari e della rappresentazione del mondo femminile che ne emerge. Rino Modonutti, studioso di letteratura medievale e umanistica, ci parlerà delle donne a vario titolo protagoniste di questi libri: committenti, destinatarie, proprietarie, autrici o protagoniste dei miti, delle storie e dei fatti in essi narrati.

SABATO 10 MAGGIO 2025, 15-16, Cortile Antico, Palazzo del Bo: reading teatrale “Eroine maghe assassine: donne del mito antico”. In questa lettura pubblica, accompagnata da musiche e coreografie, ci metteremo in ascolto della viva voce dei testi per scoprire le molte sfaccettature del mondo femminile antico. Realizzeremo l’origine remota e dolorosa di discriminazioni e stereotipi di genere che ancora oggi lottiamo per mettere da parte, ma scopriremo anche che nelle pagine della letteratura greca e latina si celano sentimenti di rivalsa e di ribellione contro lo status quo, e perfino la speranza di un mondo diverso. Selezione testi a cura di Luca Beltramini, con Giulia Briata; musiche di Caroline Leigh Halleck; coreografie di Francesca Vitillo.

SABATO 10 MAGGIO 2025, 17-18, Cortile Antico, Palazzo del Bo: talk di Laura Pepe (università Statale di Milano) “Noi sole generiamo uomini”. Le donne nella cultura e nella società di Sparta. In caso di maltempo, il reading è spostato in aula E a Palazzo Bo. Sparta non ha lasciato in eredità una splendida acropoli ancora visitabile. Sparta non annovera tra i suoi figli uno storico illustre che ne abbia ricostruito le vicende. Di Sparta sappiamo essenzialmente quello che ci ha raccontato la sua storica rivale, Atene. Ma a leggere bene tra le testimonianze del passato, emerge un’altra storia, tutta da raccontare. Scopriremo che vivere a Sparta non significava votarsi solo alla guerra e all’addestramento militare; che in città si apprezzavano motti di spirito, musica, feste; soprattutto, che le donne avevano più libertà e più diritti rispetto alle altre donne greche. Insomma, scopriremo perché la città “amabile” e “divina” – per citare Omero – ha lasciato segni indelebili nella storia e nella cultura del mondo greco.

Laura Pepe insegna Istituzioni di diritto romano e Diritto greco antico all’università di Milano. Oltre a libri e saggi accademici su diritto penale e diritto di famiglia nell’antichità, ha scritto diversi manuali di storia antica e grammatica latina per la scuola secondaria superiore. Ha pubblicato “Atene a processo. Il diritto ateniese attraverso le orazioni giudiziarie” (Zanichelli 2019), “I tendini di Zeus. Corpo, anima e immortalità nel mito greco” (Solferino 2023), “Un giorno con i giganti. La Grecia antica in sei lezioni” (Rizzoli 2023) e ha curato per il “Corriere della Sera” le collane “Vita degli antichi” (35 volumi, 2020) e “Amori mitici” (20 volumi, 2024). Collabora come divulgatrice scientifica con il canale televisivo Focus.

DOMENICA 11 MAGGIO 2025, 9.30 – 10.45 – 12, museo di Scienze Archeologiche e d’Arte, Palazzo Liviano: laboratorio didattico per adulti e famiglie, in collaborazione con il CAM – Centro di Ateneo per i Musei, “La tela di Penelope”. Ogni tessuto racconta una storia, e con questa attività potremo iniziare a conoscerla. Il laboratorio comincerà con una breve presentazione teorica sulle tecniche, strumenti e materiali della tessitura antica. A seguire i partecipanti si cimenteranno a tessere di propria mano una tela o arazzo su piccoli telai. Per i più intraprendenti ci sarà l’opportunità di lavorare su una replica a grandezza naturale di telaio verticale a pesi, di epoca pre-romana. Un’esperienza emozionante il cui scopo è di far conoscere i lunghi ritmi della tessitura antica e apprezzare, con occhi nuovi, i tessuti del passato. Il laboratorio prevede tre turni: 9:30 – 10:45 – 12 (ultimo ingresso). La durata del laboratorio è di 45 minuti circa.

DOMENICA 11 MAGGIO 2025, 10-12, centro storico di Padova: passeggiata epigrafica “Da Antenore alla street art: voci latine nelle strade di Padova”. Una passeggiata alla (ri)scoperta delle più significative iscrizioni in lingua latina che popolano le strade del centro storico di Padova. Daremo voce alle pietre di epigrafi e di monumenti pubblici, ognuna delle quali consentirà di illuminare alcune delle molte vie che il latino e la cultura antica hanno percorso nella nostra storia. Il ventaglio temporale, esteso dal medioevo alla contemporaneità, permetterà di attraversare snodi culturali di primo piano della cultura, come il preumanesimo e l’umanesimo, e di accostare grandi figure di intellettuali, come Concetto Marchesi. A ciò si accompagnerà l’approfondimento di aspetti linguistici scelti e di momenti rilevanti della storia cittadina, in un contesto informale scevro di ogni accademismo. Il luogo del ritrovo è l’atrio di Palazzo Liviano. L’itinerario termina all’Orto Botanico (via Orto botanico 15). La passeggiata ha durata complessiva di 2 ore e si svolge interamente all’aperto nel centro storico di Padova. L’evento si terrà anche in caso di maltempo.

DOMENICA 11 MAGGIO 2025, 17-18, sala degli Anziani, Palazzo Moroni: talk di Francesca Ghedini (università di Padova) “Le eroine del mito fra passato e presente”. Francesca Ghedini ci guiderà in un percorso in cui ricostruiremo, nel continuo confronto con i testi greci e latini, le vicende di alcune grandi figure femminili della tradizione occidentale. Fronteggiando le mille contraddizioni che una civiltà pervasa e invasa dalle immagini conserva e riproduce nei secoli, rileggeremo momenti poco noti o celeberrimi tramandati dal canone letterario e scaveremo nell’iconografia che gareggia con le parole. Amore e odio, tradimenti e malefici convivono con dati storici e artistici, ai quali si aggiunge quel pizzico di fantasia indispensabile per creare biografie coerenti e dare un’anima a queste donne nelle cui storie la parola si fa immagine e l’immagine ci tramanda una realtà diversa rispetto a quella codificata dai classici.

Francesca Ghedini, professoressa emerita di Archeologia all’Università di Padova, è autrice di qualche centinaio di pubblicazioni. Fra i vari ambiti della sua ricerca, si è dedicata principalmente allo studio dell’iconografia e all’uso delle immagini come specchio delle società che le hanno prodotte. Tra i suoi ultimi volumi, “Giulia Domna. Una siriaca sul trono dei Cesari” (2020) e “Lo sguardo degli antichi. Il racconto nell’arte classica” (2022).

Villanova di Castenaso (Bo). Al museo della Civiltà villanoviana presentazione del libro “L’apicoltura nel Mediterraneo antico. Archeologia del rapporto tra uomo e api dalla preistoria alla tarda antichità” dell’archeologo e divulgatore storico Giorgio Franchetti (Edizioni Efesto)

Giovedì 8 maggio 2025, alle 17, al MUV – museo della Civiltà villanoviana, in via Tosarelli 191 a Villanova di Castenaso (Bo), presentazione del libro “L’apicoltura nel Mediterraneo antico” dell’archeologo e divulgatore storico Giorgio Franchetti (Edizioni Efesto). L’autore condurrà i partecipanti in un affascinante viaggio nel mondo antico alla scoperta di come l’ape ed il miele abbiano accompagnato da sempre l’uomo nel suo percorso evolutivo, cercando di sensibilizzare le coscienze ad una maggior tutela di questo antichissimo alleato. Interverranno con Giorgio Franchetti, Paola Poli conservatrice archeologa del MUV, e Ambra Grossi apicultrice. Al termine della presentazione si terrà una degustazione di miele del territorio a cura dell’azienda agricola Zarri di Ambra Grossi. Ingresso gratuito.

Copertina del libro “L’apicoltura nel Mediterraneo antico. Archeologia del rapporto tra uomo e api dalla preistoria alla tarda antichità” di Giorgio Franchetti

L’apicoltura nel Mediterraneo antico. Archeologia del rapporto tra uomo e api dalla preistoria alla tarda antichità. L’uomo ha sempre avuto, per lungo tempo inconsapevolmente, il migliore degli alleati in natura: l’ape. Dalla sua comparsa sulla terra, quasi 100 milioni di anni fa, è stata lei principalmente, insieme ad altri agenti pronubi, a permettere lo sviluppo, la diversificazione e la sopravvivenza di un complesso e meraviglioso apparato di reciproche biodipendenze che oggi chiamiamo semplicemente Natura. L’ape ha accompagnato l’umanità per l’intera durata del suo percorso evolutivo e infatti, seguendo le tracce di questo rapporto, possiamo risalire per millenni fino agli albori della Storia. Ma non solo. Possiamo spingerci più indietro ancora, con certezza al Neolitico e, secondo alcuni studiosi, anche alle fasi finali del Paleolitico. Testimonianze di come il miele abbia costituito per moltissimo tempo un elemento fondamentale di apporto calorico nella dieta umana sono rintracciabili nelle pitture rupestri di culture lontanissime anche a livello geografico, segno evidente di come universalmente l’uomo si fosse reso conto dell’importanza di questo insetto e dei suoi prodotti. Dall’inizio dei tempi storici troviamo non solo raffigurazioni di api e della lavorazione del miele legate al fabbisogno alimentare ma, da subito, anche miti e culti legati a questa piccola e operosa creatura. Questo volume ripercorre la storia, e in parte la preistoria, del rapporto uomo-ape andando alla ricerca di evidenze archeologiche confrontandole con le fonti scritte, con l’intento di raccontare un lato meno conosciuto delle pratiche in uso nel Mondo Antico e con l’accesa speranza di sensibilizzare le coscienze verso la tutela di questo nostro antichissimo alleato.

Speciale Tg1 “Il mistero dei Bronzi di Riace”: a cinquantatré anni dal ritrovamento, il Tg1 racconta un’altra storia sul fortuito ritrovamento dei Bronzi nei pressi di Marina di Riace

Statua A, 198 cm. Statua B, 197 cm. Autore: ignoto. I Bronzi di Riace, forse i capolavori scultorei più celebri al mondo, non hanno ancora svelato tutta la loro storia, densa di non pochi misteri. A Speciale Tg1, domenica 4 maggio 2025, alle 23.50 su Rai 1, Dania Mondini, attraverso un’accurata inchiesta tra scienza e archeomafie, ripercorre alcuni dei molti interrogativi rimasti aperti: da dove vengono i Bronzi di Riace? Chi rappresentano?  E poi: erano davvero solo due? E che fine hanno fatto le loro armi? Sulle tracce di inconfessate verità, nuove ammissioni di testimoni tingono di giallo il ritrovamento in Calabria, mentre studi archeometrici – nuovi strumenti d’indagine – svelano alcuni segreti sui due guerrieri che il mondo ammira e ci invidia. Inedite testimonianze raccolte in Sicilia, assieme a studi di universitari e archeologi, perlustrano insoliti ambiti di ricerca, aprendo scenari affascinanti su vecchi dubbi, mai completamente dissipati. A cinquantatré anni dal ritrovamento, il Tg1 racconta un’altra storia sul fortuito ritrovamento dei Bronzi nei pressi di Marina di Riace, quel 16 agosto del 1972, con documenti esclusivi e persino una enigmatica foto. Lo Speciale è di Dania Mondini, con il montaggio di Germano Satiri e le ricerche nelle Teche Rai di Giorgia Ginaldi. 

 

Eboli (Sa). In occasione di #domenicalmuseo, al museo Archeologico nazionale la seconda “Colazione al Manes”: visita guidata e degustazione gratuita in collaborazione con l’associazione Il forno di Vincenzo

Domenica 4 maggio 2025, in occasione di #domenicalmuseo, il museo Archeologico nazionale di Eboli (Sa), con apertura aperti dalle 9 alle 13.30 (ultimo ingresso ore 13), propone il secondo appuntamento di “Colazione al ManES”, in collaborazione con l’associazione Il forno di Vincenzo ETS. L’evento, che si svolgerà dalle 10 alle 12, unirà cultura, gastronomia e solidarietà, dando la possibilità di accompagnare la visita al Museo con la degustazione di una colazione speciale, preparata dai ragazzi dell’associazione Il forno di Vincenzo. Ci saranno ancora una volta i classici, come la torta di mele e pane con la marmellata o con il pregiato miele delle suore, ma anche una sorpresa tutta da assaporare: il dolce eburino dell’antenata Dorina, la statuetta femminile simbolo del ManES. Il tutto accompagnato da caffè, tisane e acqua e limone. Sarà un momento di condivisione e arricchimento culturale per tutta la comunità, che permetterà di concretizzare un modello di inclusione sociale e lavorativa, a conferma della costante attenzione del Museo archeologico nazionale di Eboli ai temi dell’inclusività. L’ingresso al Museo e la partecipazione all’evento sono gratuiti e non occorre prenotazione.

Parco archeologico dell’Appia Antica. Per gli “Incontri di archeologia alle Tombe della via Latina” presentazione del libro “Ad aquam orantes: Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” di Simona Modeo e Silvana Chiara (Edizioni Lussografica) e visita guidata speciale alla Tomba dei Valeri

Per gli “Incontri di Archeologia alle Tombe della Via Latina”, occasioni uniche promosse dal parco archeologico dell’Appia antica per incontrare professionisti del settore e scoprire le loro ultime ricerche e pubblicazioni nella suggestiva cornice della sala superiore della Tomba dei Valeri, sabato 3 maggio 2025, alle 10.30, in via dell’Arco di Travertino 151, presentazione del libro “Ad aquam orantes: Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” di Simona Modeo e Silvana Chiara, edito da Edizioni Lussografica, Collana Mesogheia 2024. Dopo i saluti del direttore Simone Quilici e del responsabile del sito Santino Alessandro Cugno, interverranno Maria Amalia Mastelloni, già soprintendente del MIC e direttore del parco archeologico di Siracusa; Silvana Chiara, archeologa e curatrice; e Simona Modeo, curatrice e vicepresidente regionale di SiciliAntica. Nel corso dell’evento, i partecipanti potranno visitare la Tomba dei Valerii. Appuntamento in via dell’Arco di Travertino 151. Attività gratuita, prenotazioni al link: https://portale.museiitaliani.it/…/a62f7628-2b88-42c7…

Copertina del libro “Ad aquam orantes: Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica” di Simona Modeo e Silvana Chiara

Ad aquam orantes. Il culto delle divinità acquatiche nella Sicilia antica. Il libro raccoglie i contributi scientifici del XIX Convegno di Studi organizzato dalla sede nissena di SiciliAntica che ha avuto luogo a Caltanissetta il 22 ottobre 2023 presso la sala Morici del palazzo della Fondazione Sicana – Sicilbanca (ex Palazzo delle Poste). Il tema dell’annuale simposio scientifico è partito dalla considerazione che l’acqua è ritenuta, sin dai primordi dell’umanità, l’emblema della vita. Essa ha infatti tutte le caratteristiche del sacro, dove convivono gli opposti: la purezza e la fertilità, la morte e la distruzione, la memoria e l’oblio. Nell’acqua si distinguono due principi antitetici: il maschile e il femminile, le acque in movimento che scendono dal cielo a penetrare nel grembo della terra, e quelle che sgorgano, limpide, dalle sorgenti a portare la fertilità a tutto il territorio circostante o che ristagnano, immote, in luoghi paludosi e mefitici dove, secondo il folklore popolare, abitano streghe e nefaste divinità. Dai nessi simbolici, epocali e legati alle civiltà si snoda una narrazione opulenta di riferimenti.

Paestum. Al museo Archeologico nazionale va in scena “Gli uomini che cantano le donne” di Sarah Falanga, ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Donne di Hera”

Giovedì 1° maggio 2025, alle 17, nella sala spazio pubblico del museo Archeologico nazionale di Paestum, va in scena “Gli uomini che cantano le donne”, ultimo spettacolo della rassegna teatrale “Donne di Hera” promossa dai parchi archeologici di Paestum e Velia che evoca la straordinaria forza delle donne, poste sotto la protezione della dea Hera. Ci sorprendiamo spesso a canticchiare versi e note di canzoni che “ci fanno compagnia”. Questa è la storia di una donna comune, una di quelle che “Canta a squarciagola” ai concerti, per stordire la sua voce e la sua solitudine, è la storia di tutte le donne che cantano i versi di quegli uomini che le sanno “RACCONTARE”, è la storia di poeti ispirati dal femminile che nei loro versi diventa etereo, universale, è lo spettacolo scrigno degli “uomini poeti illuminati”, che aiutano le donne a conoscersi meglio,  e delle donne che imparano a “cantarsi”, è un “grazie in musica” ai poeti scrutatori e rivelatori dell’animo, è uno scambio fantastico tra gli uomini canticchiati dalle donne e gli uomini che sanno cantare il femminile più profondo. Testo e regia dello spettacolo sono di Sarah Falanga, con Sarah Falanga, Raffaele Perfetto e la compagnia dell’Accademia Magna Graecia. Lo spettacolo è incluso nel biglietto di ingresso ai Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia.

Lipari. Il parco archeologico delle Isole Eolie presenta le novità del museo “Luigi Bernabò Brea” che si racconta in Braille e LIS a non vedenti e non udenti: dalle copie tattili destinate ai non vedenti un contributo al teatro di ricerca che può sperimentare la recitazione con le maschere, come nell’antica Grecia; le maschere teatrali greche tornano in scena per la tragedia classica “Prometeo incatenato” di Eschilo

L’Etera, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Prototipo tattile dell’Etera, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Da maggio 2025 il museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari – che fa parte del parco archeologico delle Isole Eolie della Regione Siciliana, ente diretto dall’architetto Rosario Vilardo – “parla” in Braille e in LIS (Lingua Italiana dei Segni) ed è fruibile quindi da non vedenti e non udenti grazie a una serie di innovazioni tecnologiche realizzate con i fondi del PNRR per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive. “Vietato non toccare”, recita infatti un pannello: ecco copie tattili delle maschere della tragedia antica (come Paride e Filottete, IV a.C. figure riconducibili alla perduta tragedia di Sofocle “Filottete a Troia”) e della commedia nuova (come Pseudokore e l’Etera, prima metà III a.C.); statuette comiche (come il Satiro sconcertato, dalla pancia gonfia e l’inequivocabile citazione fallica, tipica della satira del IV a.C.); vasi delle culture preistoriche e un cratere attico a figure rosse (V a.C.). In tutto 35 reperti tattili, perfettamente uguali agli originali e realizzati in PLA (bioplastica ricavata da zuccheri vegetali) con tecnologie digitali e rilievi con laser scanner, che potranno essere toccati dai visitatori non vedenti (e non solo) restituendo loro la reale percezione della ricca collezione archeologica del Museo di Lipari, istituzione di altissimo valore storico e identitario che proprio lo scorso anno ha compiuto i suoi primi 70 anni di vita. Per i visitatori un’app, video descrizioni a tema e raccontate in LIS, didascalie e segnaletica in Braille (oltre a italiano e inglese) dentro e fuori il museo.

Le novità saranno presentate al Parco delle Eolie il 2 e il 3 di maggio 2025 nel corso di una due giorni che, oltre a un convegno e a un workshop con gli attori istituzionali coinvolti nel progetto – e fra questi gli interventi dell’assessore regionale dei BBCC Francesco Paolo Scarpinato e del direttore generale del dipartimento, Mario La Rocca –  prevede sabato sera 3 maggio, alle 21, il debutto di uno spettacolo straordinario allestito nel teatro di pietra della rocca di Lipari, realizzato nel 1978 su modello di quelli greci e che guarda il mare. Si tratta della tragedia greca “Il Prometeo incatenato” di Eschilo. La sua unicità sta nel fatto che gli attori sulla scena indosseranno maschere teatrali perfettamente riprodotte dai rilievi digitali sui reperti archeologici originali, miniature provenienti dai corredi funerari di Lipari ed esposti al Museo. Nel ruolo di Prometeo l’attore Christian Poggioni, regista dello spettacolo.

Digitalizzazione dei reperti del museo Archeologico “Luigi Bernabò Brea” di Lipari (foto regione siciliana)

“Rendere i luoghi della cultura quanto più accessibili possibile è tra le nostre mission”, spiega l’assessore ai Beni culturali e identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato. “Grazie alle moderne tecnologie e ai sistemi più avanzati, la disabilità non può e non deve costituire un limite alla fruizione di Parchi archeologici, musei e gallerie. Stiamo lavorando alacremente in questa direzione affinché un numero sempre maggiore di siti sia accessibile a tutti”. Il progetto, finanziato dal PNRR con circa 500mila euro, è redatto dal Parco delle Isole Eolie ed è stato messo a punto in collaborazione con l’università Cattolica di Milano; l’università Mediterranea di Reggio Calabria e la società Naos Lab (azienda che opera tra Salerno, Catanzaro e Roma) che ha curato tutta l’elaborazione digitale. Il coordinamento scientifico del progetto è di Maria Clara Martinelli archeologa del parco Eolie; Francesca Fatta, docente di Disegno dell’architettura (UniRC) e Elisabetta Matelli, docente di Storia del Teatro Greco (UniCatt). “Con questo progetto”, commenta il direttore del Parco delle Eolie, Rosario Vilardo, “il museo Luigi Bernabò Brea diventa inclusivo, parla il Braille e la LIS, si apre a quote di visitatori che sinora non potevano fruire e apprezzare il grande patrimonio archeologico e la storia delle Eolie che qui sono custoditi. Siamo sinceramente orgogliosi delle innovazioni introdotte, frutto del grande lavoro di squadra di un team interdisciplinare con il coordinamento scientifico e gestionale del Parco”.

Satiro Cornuto, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Prototipo tattile del Satiro Cornuto, maschera del museo Archeologico di Lipari (foto regione siciliana)

Archeologia: le novità del museo di Lipari per non vedenti e non udenti. Cuore del progetto PNRR del parco archeologico delle Eolie è il Laboratorio Multisensoriale allestito al piano terra del primo edificio del complesso museale del Castello di Lipari. Qui i visitatori sono accolti in uno spazio espositivo con 35 riproduzioni tattili realizzate in PLA (acido polilattico, materiale usato nella stampa 3D). Fra cui: 26 maschere della commedia e della tragedia ricavate dalle miniature esposte al museo e provenienti dai corredi funerari rinvenuti nella necropoli di Contrada Diana dalla metà del secolo scorso e oggetto di numerose campagne di scavo coordinate dai grandi archeologi Luigi Bernabò Brea e da Madeleine Cavalier; sei statuette, due vasi delle culture preistoriche e un cratere attico nero a figure rosse. Tutti questi prototipi, realizzati fedelmente grazie ai rilievi con laser scanner, sono completati da didascalie trilingue: italiano, inglese e braille. Completano il percorso 3 totem con la mappa degli edifici del Castello, dell’accessibilità dei singoli piani e la mappa cronologica degli scavi iniziati il 20 ottobre del 1950. Anche qui in italiano, inglese, LIS e con testo speakerato per i non vedenti; tre video con storytelling tematici; infine un QR CODE per scaricare l’app che accompagna i visitatori anche con un video con la descrizione audiovisiva dei reperti e contenuti in LIS. Un’area è stata destinata al bookshop e alla caffetteria che sarà data in gestione a terzi mentre tra le novità per i “visitatori speciali” con ridotta mobilità sono stati rinnovati ascensori e montascale secondo le normative più recenti, pedane per facilitare l’accesso ai piani; segnaletica e mappe in Braille nell’area esterna e due golf car elettriche per raggiungere il Museo.

Christian Poggioni in Prometeo incatenato al teatro Pime di Milano (foto roberto bellu)

 

Christian Poggioni. attiore e regista del Prometeo Incatenato a Lipari (foto regione siciliana)

 

L’artigiano Andrea Cavarra al lavoro su una maschera del Prometeo di Lipari (foto regione siciliana)

Riproduzioni delle maschere teatrali del museo Archeologico di Lipari (foto alessandro villa)

Teatro: “Il Prometeo Incatenato” di Eschilo a Lipari. Conclude la due giorni dedicata alle novità del PNRR uno spettacolo originale: una tragedia classica, il “Prometeo Incatenato” di Eschilo, dove gli attori indosseranno come nell’antichità le maschere secondo il sistema recitativo del teatro classico. In questo caso si tratta delle maschere provenienti dalla necropoli di Lipari di Contrada Diana e oggi esposte nel museo Luigi Bernabò Brea: miniature provenienti dai corredi funerari e che, grazie ai rilievi in 3D, sono state ingrandite con precisione a misura umana e realizzate da un artigiano nel modo più simile possibile alle originali per essere usate da attori professionisti ed essere quindi restituite alla loro funzione originaria, la dimensione teatrale. La rappresentazione intende far emergere anche il potere sinestetico dei capolavori del teatro antico, composti in modo tale da creare ‘visioni’ anche solo ascoltando il testo, e percependo sonorità attraverso la sola vista. Lo spettacolo sarà messo in scena nel teatro all’aperto del Castello di Lipari, spazio straordinario con il mare a fare da scenografia e immerso nel complesso architettonico e museale che ospita il parco archeologico delle Isole Eolie e il museo Luigi Bernabò Brea, che nel 2024 ha compiuto 70 anni di storia. La ricostruzione artigianale delle maschere è stata curata da Andrea Cavarra e Chiara Barlassina, mentre Francesco Stilo ha realizzato i rilevamenti digitali delle miniature e la modellazione a grandezza naturale delle maschere.

La collezione: storia delle maschere del museo Archeologico di Lipari. Le terrecotte di soggetto teatrale sono state oggetto di un importante studio di Luigi Bernabò Brea (tra il 1981 e il 2001), tutt’oggi ritenuto di fondamentale rilevanza scientifica. Lo studioso ha curato personalmente la scelta dei reperti e la loro collocazione nelle vetrine del museo di Lipari a lui intitolato creando un percorso scenografico arricchito anche da miniature di palcoscenici teatrali. La collezione è composta da numerosi esemplari di statuette e maschere riconducibili ai generi teatrali in uso all’epoca: tragedia, dramma satiresco, commedia. Le terrecotte provengono, in massima parte, dai corredi funerari delle tombe di Contrada Diana e da fosse votive situate nell’area della necropoli. Si tratta di riproduzioni in miniatura delle maschere che gli attori portavano sul volto durante la recitazione sia per amplificare il tono della voce, sia per interpretare i diversi ruoli loro assegnati, compresi quelli femminili. Accanto alle maschere figurano statuette di danzatori e danzatrici, di attori comici, di giocolieri nonché di satiri e sileni, fedeli e allegri compagni di Dioniso (testi Maria Clara Martinelli, archeologa).

Canosa di Puglia (BAT). 1° maggio di archeologia con il tour “La città degli ipogei” promosso dall’associazione Amici dell’archeologia e dalla Fondazione Archeologica Canosina

“I principi dauni narrano il passaggio dal mondo terreno a quello ultraterreno attraverso la tecnologia. Gli affreschi prendono vita, con i loro protagonisti, grazie alla realtà spaziale aumentata, nell’ipogeo del Cerbero. Storie di principesse, con i loro preziosi corredi, negli Ipogei Lagrasta. Antico e moderno si fondono nell’ipogeo di Vico San Martino”: così l’associazione Amici dell’archeologia e la Fondazione Archeologica Canosina annunciano le nuove visite guidate a Canosa di Puglia (Barletta-Andria-Trani) con il tour “La città degli ipogei” con il patrocinio della Regione Puglia e del Comune di Canosa di Puglia. Appuntamento giovedì 1° maggio, alle 11 e alle 17, con un entusiasmante tour nel sottosuolo canosino con questo itinerario: Ipogeo D’Ambra (IV-III sec. a.C.); Ipogeo del Cerbero (III sec. a.C.) con affresco raffigurante il mitologico cane Cerbero e realtà spaziale aumentata; Ipogeo di Vico San Martino (V sec. a.C. – I sec. a.C.); Ipogeo Lagrasta I (IV sec. a.C. – I sec. a.C.). Il più importante complesso funerario di Canusium e dell’intera regione, composto da tre tombe a camera. Inoltre, il parco archeologico di San Leucio sarà aperto straordinariamente dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Per partecipare alla passeggiata è necessaria la prenotazione al 3338856300 dove è possibile, inoltre, richiedere ulteriori informazioni. I partecipanti potranno usufruire di menù convenzionati nei ristoranti aderenti all’iniziativa.

Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale cresce la collezione di Arte contemporanea con la donazione “L’Attesa” dell’artista Sergio Vecchio. Il direttore Tiziana D’Angelo: “L’opera porterà ancora una volta il suo sguardo nel Museo”. Ecco il programma della presentazione

Cresce la collezione di arte contemporanea dei parchi archeologici di Paestum e Velia (Sa) con la donazione dell’opera “L’Attesa” dell’artista Sergio Vecchio, prematuramente scomparso nel 2018. L’appuntamento è per martedì 29 aprile 2025, alle 9.30, nella sala Spazio pubblico del museo Archeologico nazionale di Paestum. “La donazione di questa tela è un ritorno a casa per Sergio Vecchio, un artista che ha sempre vissuto Paestum in modo viscerale, segnandone con la sua pittura il paesaggio antico e quello contemporaneo”, dichiara il direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo. “Con grande emozione e gratitudine nei confronti della moglie Bruna Alfieri accogliamo “L’Attesa” all’interno della collezione pestana. L’opera porterà ancora una volta lo sguardo di Sergio Vecchio nel Museo, creando per i visitatori una nuova prospettiva sul passato di Poseidonia-Paestum”. Intervengono: Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia; Paolo Apolito, professore di Antropologia culturale all’università Roma Tre; Massimo Bignardi, professore di Storia dell’Arte contemporanea all’università di Siena; Renata Florimonte, dirigente scolastico liceo artistico “Sabatini-Menna”. Modera: Concita De Luca, vicepresidente della Commissione Pari opportunità dell’Ordine dei Giornalisti della Campania. Saranno presenti i docenti e i ragazzi del liceo artistico “Sabatini-Menna” (dove l’artista ha insegnato) con un’installazione dal titolo “Omaggio a Sergio Vecchio”. L’iniziativa è inclusa nel biglietto di ingresso ai Parchi e nell’abbonamento Paestum&Velia.

Il quadro, realizzato con la tecnica della pittura a olio su tela, rappresenta un bue e un asino affrontati, inseriti in un paesaggio notturno in cui si riconosce il colonnato di un tempio dorico. Sergio Vecchio, pittore e scultore pestano, aveva intrapreso un proficuo dialogo tra arte e archeologia nella sua terra natale concretizzatosi in due importanti mostre presso i Parchi: “Sancta Venera. Arte contemporanea e archeologia a Paestum” (2016) nello stabilimento industriale dell’ex fabbrica della Cirio e nel luogo del racconto (2018) al museo Archeologico nazionale di Paestum. La tela, gentilmente donata dalla famiglia Vecchio, è stata acquisita al patrimonio dello Stato con numero di inventario 25.M267-1.1 e sarà esposta in modo permanente in uno spazio a essa dedicato nel Museo.

I parchi archeologici di Crotone e Sibari all’Expo di Osaka protagonisti del Padiglione Italia con immagini, suoni e colori della Magna Grecia. Workshop “La Calabria: esempio di sviluppo urbano e dei piccoli borghi attraverso la Cultura”. Demma: “Occasione per far conoscere le buone pratiche gestionali che il ministero della Cultura sta sperimentando proprio in Calabria”

Expo di Osaka: al Padiglione Italia immagini, suoni e colori della Magna Grecia (foto drm-calabria)

Il Padiglione Italia all’Expo di Osaka 2025 (foto drm-calabria)

Termina domenica 27 aprile 2025 la settimana della Calabria all’Expo di Osaka (Giappone) che al Padiglione Italia ha visto 10mila visitatori al giorno, animato da immagini, suoni e colori della Magna Grecia. L’obiettivo è raccontare una Regione diversa dagli stereotipi, un posto in cui natura e storia si fondono per offrire al visitatore un incantevole paesaggio culturale. I parchi archeologici di Crotone e Sibari – Istituto autonomo del ministero della Cultura guidato da Alessandro Giuli –  partecipano alla spedizione con un contributo decisivo all’immaginifica installazione che impreziosisce il padiglione, dove una serie di colonne video animate propongono ai visitatori le immagini di Sybaris e Kroton: il Parco del Cavallo, Capocolonna, la Fortezza Le Castella, mentre una “teca virtuale” presenta il modello 3d del cosiddetto tesoro di Hera Lacinia, col celebre diadema d’oro.

Expo di Osaka: la Settimana della Calabria al Padiglione Italia (foto drm-calabria)

Importante anche la serie di iniziative divulgative, come il workshop dal titolo “La Calabria: esempio di sviluppo urbano e dei piccoli borghi attraverso la Cultura” che si è tenuto il 24 aprile 2025, in cui il direttore dei Parchi, Filippo Demma, ha presentato il modello di gestione dinamico e innovativo dell’Istituto, parlando di “Patrimonio Archeologico e sviluppo locale su base culturale”, in un Seminario introdotto da Anna Barbara, che ha messo a confronto l’esperienza italiana con quella giapponese; Mario Cucinella la rigenerazione urbana su base culturale; Stefania Argenti gli aspetti della ricerca archeologica a Crotone e le ricadute sulla possibile riqualificazione urbana, con riferimento al caso di Antica Kroton; Giuseppe Mantella l’impatto culturale sullo sviluppo delle aree interne, con il caso di Gerace. Infine Hidenobu Jinnai ha offerto una prospettiva comparata tra borghi italiani e villaggi giapponesi, analizzando strategie di rigenerazione, mentre le conclusioni saranno affidate all’assessore Rosario Varì, della Regione Calabria.

Il diadema d’oro di Hera Lacinia conservato al museo Archeologico di Crotone (foto drm-calabria)

Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, a Osaka (foto drm-calabria)

“Una importante occasione per far conoscere le buone pratiche gestionali che il ministero della Cultura sta sperimentando proprio in Calabria”, dichiara Demma, “in un contesto in cui, grazie all’impegno organizzativo della Regione con la quale è da tempo in atto una proficua collaborazione, il mondo intero può finalmente assistere a quella che speriamo possa essere la rinascita, il rilancio definitivo di un territorio di importanza strategica fondamentale per il Paese. Una vetrina importante che ci permette di presentare una volta di più a una platea enorme la ricchezza e la profondità del nostro Patrimonio Culturale”.