Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale ospita il convegno internazionale di studi “Choròi parálleloi. Percorsi sulla danza e lo spettacolo antico: filologia e visioni contemporanee”: occasione per approfondire il ruolo della danza nel mondo antico – tra riti, miti, spettacolo e vita quotidiana – e per metterla in dialogo con le pratiche performative moderne e contemporanee

Il museo Archeologico nazionale di Paestum ospita, dal 3 al 5 luglio 2025, il convegno internazionale di studi “Choròi parálleloi. Percorsi sulla danza e lo spettacolo antico: filologia e visioni contemporanee”, promosso dall’associazione italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza), dal dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II” e dai parchi archeologici di Paestum e Velia. Un’occasione unica per approfondire il ruolo della danza nel mondo antico – tra riti, miti, spettacolo e vita quotidiana – e per metterla in dialogo con le pratiche performative moderne e contemporanee. Nell’ambito del convegno, giovedì 3 luglio 2025, alle 18.15, all’interno del museo di Paestum, lo spettacolo di danza “Il mare che ci unisce”, con le coreografie di Emma Cianchi – ArtGarageDanceCo, chiuderà la prima giornata del convegno con un momento performativo ispirato ai temi dell’incontro e della memoria condivisa. Partecipazione inclusa nel biglietto di ingresso e nell’abbonamento Paestum&Velia. La locuzione Choròi parálleloi riprende il titolo delle Vite parallele di Plutarco (Bìoi pa”rálleloi) per diventare sintesi significante di tutto ciò che il movimento scenico può comprendere (choròs nell’accezione coreutica, musicale, performativa a tutto tondo), in una costruzione non solo relativa alle molteplici diramazioni che le ricerche hanno intrapreso sul versante antico in direzione storica, archeologica, filologica, iconografica, musicale, ma soprattutto in funzione delle strade parallele lungo le quali di norma procedono gli studi classici e quelli delle discipline dello spettacolo: la necessità che queste vie invece si incontrino in un dialogo aperto a tutti gli aspetti della ricerca, percorrendo sentieri talvolta già spianati e/o costruendone altri laddove il processo non sia ancora avviato o necessiti di nuove visioni.

Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia (foto pa-paeve)

“Nel mondo classico la danza, con i suoi ritmi e movimenti, scandiva momenti cruciali della vita di un individuo e della comunità, dalla nascita alla morte, dal matrimonio alle iniziazioni religiose e sociali, dalla guerra al simposio”, dichiara il direttore dei Parchi, Tiziana D’Angelo. “Paestum conserva testimonianze importanti della presenza costante della danza nella realtà della polis, tra rilievi scultorei, pitture parietali, doni votivi e corredi funerari. Grazie alla sinergia con l’associazione italiana per la Ricerca sulla Danza e il dipartimento di Studi umanistici dell’università di Napoli “Federico II”, questo convegno si propone di ricreare quel dinamismo che caratterizzava la danza in antichità e di arricchirlo attraverso il dialogo con molteplici forme ed espressioni della danza moderna e contemporanea. Il progetto coniuga rigore e creatività, con un approccio che sono convinta contribuirà ad aprire nuove strade alla ricerca e alla valorizzazione del nostro patrimonio”.

Metopa con fanciulle a passo di danza nella processione pe la dea Hera dal tempio di Hera sul fiume Sele, conservata al museo Archeologico nazionale di Paestum (foto graziano tavan)

Il convegno ospiterà proposte di lavoro ed esiti delle molteplici linee di ricerca sulla danza dell’antichità classica, tardoantica e medioevale, alla luce delle più recenti acquisizioni filologiche (fonti letterarie e documentarie, esegesi dei testi cristiani) e delle metodologie di indagine, nell’intento di proiettare gli studi storico-filologici su un terreno di dialogo non solo con le discipline dello spettacolo, ma anche della pratica performativa contemporanea, sia essa ricostruttiva o ‘esegetica’ attraverso l’incorporazione di antichi miti. L’indagine sulla danza nel mondo antico e medievale, anche in relazione alle attività internazionali degli ultimi decenni, si appresta a essere ripensata secondo prospettive culturali e ricettive che permettano di cogliere non solo aspetti strettamente legati agli ambiti teorico, storico, artistico, musicale e dei mestieri dello spettacolo, ma anche di relazionare questo passato e la sua evoluzione/dissoluzione nel teatro moderno e contemporaneo, attraverso l’analisi di prodotti che, dal XV secolo in poi, abbiano utilizzato e utilizzino i classici come intertesti e sottotesti, sì da permettere un dialogo tra ambiti di ricerca complementari attraverso le fonti documentarie, letterarie e iconografiche. I relatori, provenienti da diverse realtà internazionali (accademiche, didattiche, artistiche), intesseranno discussioni sui risultati delle più recenti ricerche di tipo archeologico, storico e filologico sulla danza nell’età antica e tardoantica fino alla fine del basso Medioevo nelle fonti librarie e documentarie di natura letteraria, filosofica, musicale, artistica, tecnica, contabile in seno alle rappresentazioni teatrali e non. Non mancheranno studi e riflessioni sulla ricezione del classico nel teatro dell’età moderna e contemporanea come indicatore di cultura occidentale, con particolare attenzione ai coreografi che hanno sviluppato una visione autonoma della ‘classicità’ attraverso la rilettura di miti e storie del patrimonio culturale greco-romano o della cristianità; focus su interpreti e tradizioni di repertori che hanno attraversato i secoli, con la conseguente sedimentazione di stratificazioni che ne hanno modificato (arricchito/stravolto/riscoperto) l’essenza originaria.

PROGRAMMA GIOVEDÌ 3 LUGLIO 2025. Alle 15.30, apertura dei lavori. Saluti istituzionali Andrea Mazzucchi, direttore dipartimento di Studi umanistici università di Napoli “Federico II”; Alessandro Arcangeli, presidente associazione italiana per la Ricerca sulla Danza (AIRDanza); Tiziana D’Angelo, direttore parchi archeologici di Paestum e Velia. SESSIONE I Le forme della danza nello spettacolo del Mediterraneo antico, presiede Maria Venuso. Alle 16, Tiziana D’Angelo (direttore parchi archeologici di Paestum e Velia), Teresa Marino (funzionario archeologo parchi archeologici di Paestum e Velia), Rosaria Sirleto (archeologo ALES parchi archeologici di Paestum e Velia) “Danzare per la dea. Riti e culti nel santuario di Hera sul fiume Sele”; Francesca Maltomini (università di Firenze – Istituto Papirologico “G. Vitelli”, Firenze), Gabriella Messeri (università di Napoli “Federico II”) “L’apporto dei papiri (greci) alla conoscenza della danza antica”; Maria Tommasa Granese (soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Salerno e Avellino) “Scene di danze rituali dal santuario di Francavilla Marittima (Cs)”; 17.30, pausa caffè; 17.45, Myriam Pilutti Namer (università Ca’ Foscari di Venezia) “Scolpire la danza nel marmo policromo: la Danzatrice di Perge”; Diana Perego (università Milano Bicocca) “Tespi primo danzatore. Analisi critica di fonti significative”; 20, cena.

PROGRAMMA VENERDÌ 4 LUGLIO 2025. SESSIONE II Corpi in scena: filologia e iconografia per la ricostruzione delle pratiche antiche, presiede Daniela Milo. Alle 10, Laura Gianvittorio-Ungar (università di Vienna) “The Hyperphysical Chorus”; Maria Chiara Scappaticcio (università di Napoli “Federico II”) “Populo saltata poemata (Ov. tr. 2.519). Poesia latina in scena tra Antichità e Tarda Antichità”; Gianluigi Bernardi (università di Padova) “Nonno di Panopoli, ovvero il palpito della danza”; 11.45, pausa caffè; 11.45, Manlio Marinelli (università di Torino) “La pratica del pantomimo nella testimonianza di Nonno di Panopoli”; Audrey Gouy (università di Lille) “Etruscan choròi from iconographical investigations to digital re-enactment”; Letizia Maria Dradi (AIRDanza-Conservatorio di Lugano) “Addomesticare il mito: stratificazioni coreografiche e corrispondenze iconografiche nelle rappresentazioni di Philomèle, Tragédie Lyrique di Louis de La Coste”; 13.30, pausa pranzo. SESSIONE III Stratificazioni ed eredità culturali del classico tra età moderna e contemporanea, presiede Angelo Meriani. Alle 15, Maria Cristina Esposito (AIRDanza) “Onore, destino, morte: lo schema del duello omerico nel Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi. Letture moderne e contemporanee”; Annalisa De Rosa, (Ph.D. università di Salerno, Liceo F. Sbordone, Napoli) “L’honestas della danza alla corte aragonese di Napoli: la pantomima di Luciano di Samosata nella traduzione di Calceopulo”; Lucio Maria Valletta (Ph.D. università di Napoli “Federico II”) “Sguardi molteplici e incroci di cammini: la ‘cultura del canto’ in Grecia antica tra antropologia storica e antropologia teatrale”; 16.30, pausa caffè; 17, Mary Anna Ball (studiosa indipendente) “Balanchine as Translator”; Michel Briand (università di Poitiers) “Queering and/or universalizing references to dance in Classical Antiquity: Paris 2024 Olympics vs. Berlin 1936”; 20 Cena.

PROGRAMMA SABATO 5 LUGLIO 2025. SESSIONE IV La fascinazione del mito in danza tra XIX e XXI secolo, presiede Paologiovanni Maione. Alle 9.30, Marco Argentina (università di Padova-università di Bologna) “Il ‘risveglio’ di Flora, dai Teatri Imperiali russi al Pavlova Ballet”; Vito Lentini (università di Torino) “Sylvia e l’incorporazione del mito nella coreografia d’oltremanica”; Aline Nari (coreografa e studiosa indipendente) “Altri Orfei: il mito di Orfeo nella rilettura dei coreografi contemporanei”; 11, pausa caffè; 11.30, Giulia Taddeo (università di Genova) “Persefone/Proserpina e la danza moderna nell’Italia fascista”; Ornella Di Tondo (AIRDanza) “Arrigo Boito, l’antica Roma e l’orchestica. Le danze e i movimenti scenici nell’incompiuto Nerone (1877- 1915, 1924)”; Riccardo Corcione (NABA Milano – università di Milano) “Amazzoni, dee ed Erinni: estetiche e politiche del femminile nelle riletture coreografiche di Enzo Cosimi”; 13, pausa pranzo; 14.30, Benedetta Colasanti (università di Firenze) “Tra Arcadia e rito collettivo. Virgilio Sieni dalla scena alla comunità”; Carlo Fanelli (università della Calabria) “Profanare il mito, rinnovare il rito. Mistery 11 – MA di Romeo Castellucci al santuario di Demetra e Core di Eleusi (Elefsina)”; Alessandra Sini (accademia nazionale di Danza-CTELA Université Côte d’Azur) “La classicità trasfigurata da Lucia Latour sulle scene di fine Novecento”.

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