Parma. All’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta la conferenza “Cremazioni e campi d’urne dell’età del Bronzo a Parma, in Emilia e in Europa. Cosa sappiamo oggi rispetto a Pigorini?” di Claudio Cavazzuti (università di Bologna), quarto appuntamento del ciclo “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”

Giovedì 8 maggio 2025, all’auditorium dei Voltoni del Complesso monumentale della Pilotta di Parma quarto appuntamento del ciclo di conferenze “Pigorini Cent’anni dopo 1925 – 2025”. Alle 17, la conferenza “Cremazioni e campi d’urne dell’età del Bronzo a Parma, in Emilia e in Europa. Cosa sappiamo oggi rispetto a Pigorini?” di Claudio Cavazzuti. Al centro della relazione sarà lo studio dei resti dei cremati di epoca protostorica come metodo per il recupero di numerose informazioni di carattere antropologico e culturale che può aiutare a delineare un quadro della società dell’età del Bronzo cui tali sepolture appartenevano. Ingresso libero e gratuito fino all’esaurimento dei posti (max 100). Nella seconda metà del II millennio a.C., si diffonde in tutta Europa l’uso della cremazione. A differenza di quello che si potrebbe pensare, i resti dei cremati di epoca preistorica (non paragonabili alle ceneri della pratica attuale) consentono, se accuratamente trattati, il recupero di numerose informazioni di carattere antropologico e culturale. All’interno dei cinerari, il microscavo viene solitamente eseguito in laboratorio, con le stesse procedure usate negli scavi archeologici: grazie all’esame dei resti umani, delle loro posizioni entro l’urna, con lo studio degli (eventuali) oggetti di corredo è possibile stabilire la temperatura raggiunta dal rogo funebre, le procedure dell’ossilegio (raccolta e inserimento nel cinerario dei resti), l’età e il sesso dei defunti e, nel caso di gruppi di sepolture sufficientemente numerosi, delineare un quadro della società dell’età del Bronzo cui tali sepolture appartenevano.

Claudio Cavazzuti (foto unibo)

Claudio Cavazzuti, ricercatore in Preistoria e Protostoria, Alma Mater Studiorum – università di Bologna, titolare dell’insegnamento di “Networks and mobility in Archaeology”; curatore del progetto Marie Skłodowska-Curie “Ex-SPACE”, mirato alla ricostruzione della mobilità nell’età del Bronzo tramite un approccio integrato fra bio-archeologia e analisi isotopiche.

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