Torino. Il direttore Christian Greco ci introduce a “Materia. Forma del tempo”, il nuovo allestimento permanente che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.)

torino_egizio_sezione-materia_sala-pietra_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Curatori e tecnici del museo Egizio di Torino, nel timelapse (vedi https://www.facebook.com/reel/1344674223163818), si muovono quasi in una danza sfrenata mentre nelle pareti vengono collocati decine, centinaia di vasi: cinquemila per la precisione. Un “coup de théâtre”, come dice il direttore Christian Greco, del nuovo allestimento permanente “Materia. Forma del tempo”, aperto al pubblico dal 5 ottobre 2024 (vedi Torino. Al museo Egizio apre una nuova ala, “Materia. Forma del tempo”: più di 6mila reperti tra legno, terracotta e pietra permettono di approfondire le conoscenze sui manufatti egizi, sull’uso dei materiali e le tecniche artigianali nell’antico Egitto | archeologiavocidalpassatotorino_egizio_materia-forma-del-tempo_apertura-nuova-ala_locandina), che indaga la materia nell’antico Egitto, tra legni, pigmenti, vasi in ceramica e oggetti in pietra, dall’Epoca Predinastica (ca. 4000-3100 a.C.) a quella Bizantina (565-642 d.C.). Settecento metri quadrati, distribuiti su due piani, custodiscono circa 6mila reperti provenienti dai depositi del Museo. Grazie alla curatela scientifica di 9 egittologi del Museo – Johannes Auenmüller, Divina Centore, Federica Facchetti, Enrico Ferraris, Alessandro Girardi, Eleonora Mander, Tommaso Montonati, Cinzia Soddu, Federica Ugliano – e ai progetti di allestimento e grafico di Enrico Barbero e Piera Luisolo, “Materia. Forma del tempo” si propone di raccontare l’antica civiltà nilotica da una prospettiva inedita.

È il direttore Christian Greco a introdurre i lettori di archeologiavocidalpassato.com nel nuovo allestimento permanente “Materia. Forma del tempo”.

torino_egizio_sezione-materia_sala-legni_ginepro_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: la vetrina dedicata al ginepro nella xiloteca (foto museo egizio)

“Con Materia Forma del Tempo il museo Egizio compie davvero un passo avanti. La ricerca al centro, la ricerca condotta negli ultimi 10 anni che adesso viene condivisa con il pubblico. Avevamo già fatto un esperimento con Archeologia Invisibile e adesso rendiamo permanente una sala dove il visitatore troverà in primis una xiloteca e imparerà a conoscere quali tipi di legno venissero usati nell’Antico Egitto; quali pigmenti ci fossero. E poi, una volta acquisite queste informazioni, vedrà come i legni venissero lavorati, come venissero fatti gli intarsi. Abbiamo l’ausilio di papiri che ci fanno vedere come si lavorava il legno. Abbiamo riprodotto e acquisito ritrovati da Walter Bryan Emery nel 1949 e che erano utilizzati per la produzione del legno.

torino_egizio_sezione-materia_sala-vasi_33_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai vasi (foto museo egizio)

“E poi – continua Greco – c’è un colpo di teatro, la nostra vasoteca: quasi 5mila reperti, tutti i vasi del museo Egizio che non erano mai stati resi visibili e che adesso sono in una doppia vetrina, come fosse una biblioteca che ci fa ci fa vedere, partendo da Assuan passando per Deir el Medina arrivando a Gebelein ad Assiut ad Hammamiya. Tutti i vasi che furono ritrovati durante la Missione archeologica italiana in Egitto. Davvero un’enciclopedia archeologica, il sequence dating di William Matthew Flinders Petrie che si materializza.

torino_egizio_sezione-materia_sala-pietra_soffitto-tomba-wahka_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: dettaglio della sala dedicata ai reperti lapidei con il soffitto dalla tomba di Wahka da Qaw el Kebir (foto museo egizio)

“E poi c’è tutto un secondo piano invece dedicato al lapideo, dove si vedranno i frammenti che provengono da Qaw el Kebir e che decoravano la tomba di Ibu, le tombe di Wahka. E anche qui giochiamo, come facciamo in tutta l’esposizione, tra materiale e immateriale, quindi – conclude Greco – il frammento, il suo studio e come esso possa poi essere reintegrato grazie all’uso dell’immateriale ovvero delle nuove tecnologie che partendo dal frammento cercano di ricostruire il contesto”.

Tre sono le sezioni dell’allestimento permanente, che si snoda dal piano terreno a quello ipogeo. La prima sarà dedicata ai legni e ai pigmenti, la seconda alla ceramica e la terza alla pietra.

torino_egizio_sezione-materia_sala-legni_panoramica_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai reperti lignei (foto museo egizio)

Nella prima sala, dedicata ai legni e ai pigmenti, campeggiano due grandi librerie che raccolgono ciascuna 40 varietà diverse di questi materiali. È qui che si concentra la narrazione relativa alla scelta da parte degli antichi artigiani delle specie lignee più adatte alla realizzazione degli oggetti di uso quotidiano.

torino_egizio_sezione-materia_sala-pietra_paletta-colori_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: paletta dei colori degli antichi Egizi nella sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Attraverso un percorso narrativo in cui dialogano reperti, grafiche e video viene illustrata la palette di colori degli antichi Egizi formata dai pigmenti di origine minerale e organica, la mappatura delle tecniche di miscelatura dei colori per ottenere sfumature differenti e le successive fasi della pittura. Legni e pigmenti trovano poi naturale sintesi nell’esposizione di un sarcofago caratterizzato da una complessa vicenda costruttiva narrata attraverso proiezioni e videomapping.

torino_egizio_sezione-materia_sala-vasi_panoramica_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai vasi (foto museo egizio)

La seconda sala è dedicata all’esposizione di quasi 5000 vasi, organizzati come in una biblioteca all’interno di grandi vetrine disposte su due piani ed estese fino al soffitto. L’allestimento è l’esito di un approccio che supera i paradigmi tradizionali nello studio della ceramica in ambito archeologico e che si focalizza sulla produzione, sulla funzione dell’oggetto e sul contesto di provenienza.

torino_egizio_sezione-materia_sala-pietra_panoramica_foto-museo-egizio

“Materia. Forma del tempo” al museo Egizio di Torino: panoramica della sala dedicata ai reperti lapidei (foto museo egizio)

Statue, stele, frammenti di soffitti e vasi in pietra sono i protagonisti dell’ultima sala dedicata ai reperti lapidei. Si valorizza qui la grande competenza tecnica degli antichi Egizi messa in campo per la lavorazione di pietre differenti. Si esplorano i processi artigianali e gli strumenti che portano dal materiale grezzo alla realizzazione di oggetti. “Materia. Forma del tempo” fa emergere la storia produttiva di ogni manufatto antico, compresi i materiali di cui è fatto, le tecniche utilizzate per realizzarlo ed i suoi utilizzi (e riutilizzi) nel tempo, accumulando relazioni con altri oggetti e persone. Gli oggetti che osserviamo e percepiamo come unitari, infatti, rappresentano il punto di arrivo di scelte operate da artigiani nel corso del tempo.

 

Tag:, , , , , , , , , , , , ,