Nogarole Rocca (Vr). La mostra “Connessi. Interazioni millenarie di una necropoli” apre le porte alla comunità di quel territorio che è stato custode per 4500 anni della necropoli preistorica e protostorica scoperta in località San Francesco. Gli interventi della curatrice Paola Salzani, che ha diretto lo scavo a Pradelle, e dell’archeologo Gianni De Zuccato che la scoprì
La mostra “Connessi. Interazioni millenarie di una necropoli” apre le porte alla comunità di quel territorio che è stato custode per 4500 anni della necropoli preistorica e protostorica di Nogarole Rocca, scoperta in località San Francesco nella frazione di Pradelle. A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra alla presenza degli addetti ai lavori (archeologi di soprintendenza, università, musei; amministratori locali e provinciali; e rappresentati di Autobrennero che ha sponsorizzato il progetto di ricerca e valorizzazione: vedi https://archeologiavocidalpassato.com/2024/11/06/nogarole-rocca-vr-allex-oratorio-san-leonardo-di-pradelle-apre-la-mostra-con-nessi-interazioni-millenarie-di-una-necropoli-che-vuole-valorizzare-leccezionale-ne/) sabato 9 novembre 2024, alle 10, nella sala congressi di Corte Castelletto di Pradelle di Nogarole Rocca, evento inaugurale a favore della cittadinanza con la presentazione dei lavori che hanno interessato la necropoli preistorica. A seguire apertura della mostra archeologica, visitabile fino al 2 febbraio 2025 il sabato e la domenica dalle 15 alle 18 con visita guidata alle 16 senza prenotazione, nell’oratorio di San Leonardo.

L’archeologa Paola Salzani della Sabap di Verona illustra la mostra “Connessi. Interazioni millenarie di una necropoli” all’ex oratorio di San Leonardo di Nogarole Rocca (foto drm-veneto)
Paola Salzani, archeologa preistorica della soprintendenza ABAP di Verona Rovigo e Vicenza, responsabile dello scavo della necropoli preistorica di Nogarole Rocca (Vr) e curatrice della mostra “Connessi”, spiega ad “archeologiavocdalpassato.com” come si è passati dalla grande scoperta con un intervento di archeologia preventiva alla prima esposizione dei preziosi reperti ossei, ceramici e metallici a pochi passi dal luogo del rinvenimento.
“La scoperta: è stato subito chiaro dalle prime battute nel 2017 che era molto importante. Lo scavo è stato lungo e molto impegnativo perché ha interessato un’area di 12800 mq, e da allora da quel momento il lavoro mio come coordinamento scientifico e di studio ma di tutti i collaboratori del gruppo di ricerca che si è impegnato allo studio di questi rinvenimenti è stato continuo e costante. I restauri e le analisi fino a trovare in Autobrennero un sostegno finanziario importante che ci ha consentito, attraverso la mostra Connessi di poter restituire in anteprima – diciamo – i dati preliminari di questi studi, perché le ricerche non sono finite. Questo è un punto non di arrivo ma di ripartenza per proseguire gli studi”.

La necropoli di Pradelle di Nogarole Rocca datata tra il Campaniforme e l’Età del Bronzo (foto Sabap-Vr)
Gianni De Zuccato, archeologo della soprintendenza ABAP di Verona Rovigo e Vicenza, per “archeologiavocidalpassato.com” ripercorre le vicende che hanno portato alla scoperta della necropoli preistorica di Nogarole Rocca, nel 2017, con un intervento di archeologia preventiva: dall’affiorare di un eccezionale vaso campaniforme all’incarico a Paola Salzani.
“La necropoli è stata scoperta in una maniera del tutto inaspettata, ma non casuale, perché è frutto di un intervento di archeologia preventiva. Quando hanno lottizzato questa grandissima area, dove dopo è stata scoperta la necropoli, io ero funzionario di zona e ho chiesto un’assistenza archeologica preventiva perché l’area era molto grande, perché si sa che Nogarole Rocca è una miniera di ritrovamenti archeologici, anche se nella zona specifica non era stato segnalato nessun rinvenimento in precedenza. Questa indagine preventiva condotta dall’archeologa Francesca Meloni aveva portato a dei ritrovamenti ordinari, non particolarmente rilevanti: erano state individuate delle canalizzazioni, forse di epoca romana, in quanto sul fondo di questi canali c’erano dei laterizi di epoca romana, ma sono quelle cose che nella campagna, nella campagna veronese poi, si trovano in maniera abbastanza frequente. E poi era stata individuata una fornace invece probabilmente settecentesca. Mi era stato chiesto appunto – ornai eravamo alla conclusione di questa indagine – mi era stato chiesto cosa fare della fornace. Ho detto: “fate tutti i rilevamenti del caso”. Documentazione fotografica, si recupera quello che è possibile recuperare come documento materiale, cioè dei residui delle lavorazioni dei laterizi. E poi dico: “asportate quello che non è il caso di conservare”.

2017, lottizzazione in località San Francesco di Pradelle di Nogarole Rocca: emerge dal terreno un vaso campaniforme in eccezionale stato di conservazione (foto sabap-vr)
“Nell’asportazione – dopo un po’ – mi chiama la dottoressa Meloni e mi dice: “guarda, dal piano di asportazione della fornace è emerso questo vaso”. E mi manda la fotografia. E alla vita mi ha fatto trasalire perché ho immediatamente riconosciuto un vaso campaniforme quasi integro. Ho spalancato gli occhi e ho detto: “Questo è un campaniforme”. E gli ho scritto. Conservo ancora la chat tra me e lei. E lei mi dice: “Sembra anche a me”. Allora mi sono precipitato lì e effettivamente c’era questo vaso che inizialmente non si sapeva a cosa riferire. E poi nei giorni seguenti abbiamo capito che era un documento di questa grande necropoli neolitica. A questo punto ho coinvolto la dottoressa Paola Salzani. Non ricordo se era già incardinata nella soprintendenza o se stava per essere incardinata nella soprintendenza, e lei è una specialista della materia e quindi aveva tutti i titoli per proseguire nella ricerca. Ho partecipato naturalmente anch’io perché ero il “papà” di questa scoperta. E sono usciti questi grandi circoli, i resti di questi grandi tumuli funerari con un numero notevole di sepolture e con le testimonianze di questo rituale tipico del periodo del Neolitico che è particolarissimo e ha avuto giustamente una risonanza a livello nazionale e anche internazionale”
Trackback/Pingback