Aquileia. La presentazione del restauro del Mausoleo dei Curii al museo Archeologico nazionale apre il ciclo di incontri “Curare il patrimonio” sui più recenti interventi di restauro effettuati sul patrimonio aquileiese

Il mausoleo dei Curii al centro del giardino del museo Archeologico nazionale di Aquileia (foto man-aquileia)
“Curare il patrimonio” è il titolo del ciclo di incontri dedicati ai più recenti interventi di restauro effettuati sul patrimonio aquileiese promosso dal museo Archeologico nazionale di Aquileia con il sostegno della Fondazione Friuli. Si inizia giovedì 25 gennaio 2024, alle 17.15, al museo Archeologico nazionale di Aquileia con la presentazione del restauro del Mausoleo dei Curii, l’ultimo portato a termine al Man-Aquileia. Si continuerà, sempre alle 17.15, giovedì 1° febbraio 2025 con il Gruppo Mosaicisti di Ravenna che presenterà le competenze, le tecniche e i materiali più innovativi per intervenire sui mosaici antichi, con esempi tratti dai più recenti lavori effettuati ad Aquileia. Infine l’8 febbraio 2024 il direttore della Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi presenterà i lavori più recenti effettuati nelle aree archeologiche. Per partecipare a tutti gli incontri è consigliata la prenotazione scrivendo a museoaquileiaeventi@cultura.gov.it o telefonando allo 043191016. “Il sostegno che la Fondazione Friuli ci conferma ogni anno è uno strumento indispensabile per la programmazione delle misure necessarie a preservare il patrimonio del museo”, dichiara la direttrice del museo Marta Novello. “Le operazione di restauro sono fondamentali perché costituiscono anche l’occasione per avviare nuove ricerche sui reperti assolvendo così ad una delle missioni più importanti del museo, che è quella di approfondire e studiare continuamente la sua collezione, aggiornandone la presentazione al pubblico”.

Marta Novello, direttrice del museo Archeologico nazionale di Aquileia (foto graziano tavan)
Nel corso dell’incontro del 25 gennaio 2024 saranno illustrati i lavori di restauro conservativo effettuati nel 2023 dalla ditta Esedra di Udine, che hanno restituito l’aspetto originario all’antico monumento funerario della famiglia dei Curii, posto al centro del giardino del museo Archeologico aquileiese. Ma quando fu rinvenuto il monumento? In quali condizioni? Quali furono le vicende che ne consentirono il trasporto in museo? A queste e altre domande cercheranno di rispondere i relatori di giovedì 25 gennaio. Grazie all’approfondita ricerca negli archivi storici del museo, infatti, sarà possibile ripercorrere le vicende del monumento dal rinvenimento, avvenuto alla fine dell’800 nella necropoli orientale della città romana, fino alla impegnativa opera di ricostruzione nel giardino del museo durante i difficili anni della seconda guerra mondiale. L’incontro darà spazio alle diverse voci e competenze impegnate nel delicato intervento di recupero del monumento: Luca Scalco, archeologo dell’università di Padova, proporrà una rilettura del recinto funerario illustrandone le particolarità e contestualizzandolo nel panorama aquileiese; Annarita Lepre e Elena Braidotti, archivista e archeologa del museo Archeologico nazionale, ce ne faranno rivivere la scoperta e la difficile opera di ricostruzione, Michela Scannerini della ditta Esedra Conservazione Restauro, infine, ne illustrerà l’attento intervento di restauro.
Dalla scoperta alla ricostruzione. “Il monumento dei Curii – ricordano al museo – riemerse nel 1883 durante gli scavi archeologici effettuati nella necropoli nord-orientale di Aquileia, in località Colombara. I frammenti per lungo tempo furono conservati sotto i portici delle Gallerie Lapidarie del Museo, senza che i visitatori riuscissero a immaginare il monumento nella sua interezza. Finalmente nel 1943 l’allora direttore del museo Giovanni Battista Brusin avviò la ricostruzione del recinto funerario al centro del giardino del museo, seguendo il progetto che aveva disegnato l’architetto austriaco Karl Meyreder alcuni decenni prima. Erano tempi bui però in Europa: infuriava la Seconda Guerra Mondiale e Aquileia sarebbe presto caduta sotto il controllo nazifascista. Brusin dovette quindi accontentarsi di ricostruire la parte architettonica, non senza numerose difficoltà di approvvigionamento della materia prima: non c’era carbone a disposizione per cuocere mattoni della forma adatta e la cava di Aurisina per l’approvvigionamento della pietra era chiusa. Brusin non si perse d’animo e continuò a scrivere lettere e scattare foto per documentare i progressi del lavoro: nell’aprile del 1945, ancor prima della liberazione definitiva dalle truppe nazi fasciste, era già in contatto con i Monuments men del governo alleato che lo avrebbero aiutato a completare la ricostruzione del mausoleo, ancora privo di una statua ritratto. Aveva individuato una statua femminile in calcare conservata nel parco di una villa privata del vicino paese di Fiumicello: secondo le sue ricostruzioni d’archivio si trattava della statua originale del monumento. Contrattò quindi una permuta con l’allora proprietario, un importante industriale: la statua sarebbe stata ceduta al museo in cambio di una vera da pozzo in marmo prelevata da un palazzo di Venezia. Entro la fine del 1945 il lavoro fu quindi completato e da allora – concludono gli archeologi del Man di Aquileia – il recinto funerario svetta al centro del giardino del museo ricordando ai passanti la lunga storia di quattro generazioni della famiglia dei Curii narrata dalla lunga iscrizione sul lato frontale”.
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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