Bologna. Alla XXI edizione di “Imagines” la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese il film di Alberto Castellani “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef, Myriam e Yeshu’a” in prima internazionale. Il regista veneziano racconta come è riuscito a ricostruire il viaggio-fuga della Sacra Famiglia in Egitto, emigranti di duemila anni fa loro malgrado
“Il viaggio del racconto della Sacra Famiglia in Egitto è un tema che mi sta a cuore e che ho a lungo inseguito. Pensato all’indomani di un programma dedicato alle origini del monachesimo, ha avuto delle inevitabili interruzioni per l’esplosione della pandemia. Ora finalmente è stata completata la documentazione del percorso e montata la prima parte del filmato”. Il regista veneziano Alberto Castellani comincia così il promo del suo ultimo film “Verso sud. Dalla Palestina all’Egitto sulle tracce di Yosef Myriam e Yeshu’a” (Italia 2023, 50’) protagonista in prima internazionale alla XXI edizione di “IMAGINES. Obiettivo sul passato”, la rassegna del documentario archeologico promossa dal Gruppo Archeologico Bolognese. In programma una prima internazionale: appuntamento sabato 2 dicembre 2023, alle 15, nella Sala Eventi della Mediateca Comunale di San Lazzaro, in via Caselle n. 22 a San Lazzaro di Savena (Bologna). L’ingresso è libero, gratuito e aperto a tutti. Il progetto di Castellani è suddiviso in due episodi di 50 minuti, un itinerario di quasi quattromila chilometri tra Israele, Palestina, ed Egitto alla riscoperta di un viaggio che i Vangeli apocrifi ed il mondo Copto attribuiscono alla “Sacra Famiglia”, in fuga da Betlemme per sfuggire al disegno omicida di Erode ricordato come “Strage degli Innocenti”. A “Imagines” vedremo la prima parte “Da Betlemme a il Cairo”. E si avvale della consulenza di Alberto Elli, egittologo; Emanuele Ciampini, docente di Egittologia e Civiltà Copta all’università Ca’ Foscari Venezia ; Esther Pons Mellado, co-direttrice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Maite Mascort Roca, co-direttorice della missione archeologica di Ossirinco (El-Bahnasa), Egitto; Kom Abou Billou, istituto francese d’Archeologia Orientale; Giovanna Ferri, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma; Gabriele Castiglia, pontificio istituto di Archeologia Cristiana, Roma.

Affresco con la fuga in Egitto della Sacra Famiglia nella chiesa di Santa Maria Foris Portas a Castelseprio (Va) (foto drm-lombardia)
La fuga della Sacra Famiglia da Betlemme all’Egitto è diretta conseguenza dell’editto di Erode: ogni maschio dai due anni in giù, nato a Betlemme o nel territorio circostante deve essere ucciso. Di villaggio in villaggio dilaga il terrore. Maria e Giuseppe prendono il bambino e fuggono: un tiranno vuole uccidere il loro figlio appena nato. Non restava che dirigersi oltre i confini della terra che li ha visti crescere, vivere la tribolazione di un espatrio forzato, divenire improvvisamente degli emigranti. Molti studiosi impegnati a ricostruire l’itinerario di quella famiglia, esprimono versioni contrastanti a partire dalle possibili scelte iniziali di Giuseppe. L’ itinerario più conosciuto, comune a gran parte delle carovane, suggeriva di intraprendere la via che conduceva ad Hebron. Secondo quanto emerge dal Vangelo Armeno dell’Infanzia, la Sacra Famiglia si sarebbe diretta successivamente verso la città di Askalon. Poi non esisteva altra possibilità che seguire uno dei tanti tracciati che incrociavano la cosiddetta Via Maris, una strada commerciale e militare che, in direzione Sud Est, collegava, attraverso il deserto del Negev, il levante con l’Egitto, lungo l’attuale striscia di Gaza. Di qui a Raphia, l’odierna Rafah, antica città di confine verso l’Egitto, da dove l’unica pista da seguire era rappresentata da uno wadi, un territorio desertico conosciuto come “fiume d’Egitto”. Comincia così il lungo “vagabondaggio” della Sacra Famiglia in terra d’Egitto che oggi è conosciuto come il “Cammino della Sacra Famiglia”: 25 località e un itinerario di 3.500 chilometri attraverso undici Governatorati, dal Delta del Nilo all’Alto Egitto. “Questo percorso – ha sottolineato Tawadros II, Papa copto ortodosso -, continuerà a rappresentare una benedizione e un motivo di fierezza per il popolo egiziano e sarà uno tra i più estesi pellegrinaggi del mondo”. Castellani segue passo passo il viaggio della Sacra Famiglia attraverso testimonianze, tracce archeologiche e memorie bibliche. “Spero che dalla visione di questo contributo”, si augura in conclusione il regista Castellani, “possa emergere il mio impegno nel raccontare una storia misteriosa e affascinante. Forse poco nota al grande pubblico. Con l’augurio che grazie anche a questa iniziale proposta il film sia in grado di suscitare interesse e trovare diffusione internazionale da parte dei media”.
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