Parco sommerso di Baia. Si ampliano le attività di ricerca nell’area delle Terme del Lacus. Trovato un pavimento tardo-antico in opus sectile. Rilievo Multibeam del Ispc-Cnr tra Punta dell’Epitaffio e la Villa dei Pisoni

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Parco sommerso di Baia: colonna in pregiato marmo Portasanta, proveniente dall’isola di Chios, in Grecia, nel suo sgargiante colore rosso-viola (foto pa-fleg)

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Parco sommerso di Baia: colonna in pregiato marmo Portasanta (foto pa-fleg)

Si ampliano le attività di ricerca nell’area delle Terme del Lacus al parco sommerso di Baia. Sono in corso di svolgimento i rilievi subacquei nel nuovo e finora inedito settore sommerso dell’antico centro termale romano di Baia, all’interno della zona A del suo Parco sommerso. L’attività è coordinata dal personale del parco archeologico dei Campi Flegrei e svolta dalla società Naumacos, che da anni collabora nelle ricerche e nella documentazione dei resti sommersi di questo abitato inabissatosi a causa del bradisismo. Nell’area tra le Terme del Lacus e il ben noto Ninfeo di Punta dell’Epitaffio è stato individuato un isolato di cui al momento si conosce tutta l’estensione, pari a oltre 80 metri, ma di cui mancavano dettagli dei vari vani. Nell’attività di ricerca avviata, che oltre a documentare i resti visibili sul fondale cerca di recuperare elementi utili alla ricostruzione dei luoghi, sono stati individuati una serie di interessantissimi elementi, come un colonnato in pietra, in parte crollato su sé stesso, e alcune colonne marmoree. Spicca tra queste una colonna in pregiato marmo Portasanta, proveniente dall’isola di Chios, in Grecia, che, seppur spezzata, si mostra in eccellente stato di conservazione.

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Il pavimento marmoreo ritrovato, con lastre quadrangolari, ancora in Portasanta, o frammentate in triangoli con alternanza cromatica bianconero (foto pa-fleg)

È anche stato individuato un ampio brano di pavimentazione in opus sectile marmoreo, reso ancora in Portasanta in alternanza cromatica con lastre in marmo bianco o grigio. Questo al momento appare come l’elemento datante più indicativo, essendo la tipologia e la messa in opera riferibili all’età Tardoantica.

baia_parco-sommerso_5. La statua di Apollo ricomposta e poggiata sul basamento dell-Istituto Centrale per il Restauro di Roma_foto-pa-fleg

La statua di Apollo proveniente dal settore in esame, ricomposta e poggiata sull’innovativo basamento grazie al lavoro dei restauratori dell’Istituto Centrale per il Restauro di Roma (foto pa-fleg)

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La statua di Apollo al momento del rinvenimento nel 2013 nel parco sommerso di Baia (foto pa-fleg)

Proprio in quest’area già nel 2013 fu rinvenuta una statua, recentemente riconosciuta come Apollo e consegnata per il restauro all’Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Qui la statua è stata ricomposta e rialzata su un particolare basamento in grado di assorbire e attenuare le conseguenze sulla statua stessa di un eventuale terremoto. La statua, non appena completate le ultime operazioni sulle superfici, rientrerà a Baia per essere esposta presso le sale del museo Archeologico dei Campi Flegrei al Castello aragonese.

baia_parco-sommerso_3_Il rilievo multibeam tra il ninfeo di Punta dell’Epitaffio-la Villa dei Pisoni e le Terme del Lacus_foto-pa-fleg

Il rilievo multibeam realizzato nell’area compresa tra il ninfeo di Punta dell’Epitaffio, la Villa dei Pisoni e le Terme del Lacus, grazie alla collaborazione con ISPC-CNR (foto pa-fleg)

Fondamentale per l’attività in corso è anche il rilievo realizzato grazie alla collaborazione con l’istituto ISPC-CNR di Napoli ed in particolare per le ricerche svolte da Crescenzo Violante. Un innovativo e dettagliatissimo sistema di rilievo Multibeam ha permesso di creare, senza scendere in immersione, mappe molto caratterizzate dell’area sommersa tra Punta dell’Epitaffio e la Villa dei Pisoni, comprendente anche l’isolato in esame. Grazie alla medesima collaborazione, si svolgerà nel mese di maggio una nuova campagna di rilievo Multibeam, per completare il rilievo strumentale di tutto il settore A del Parco sommerso.

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Parco sommerso di Baia: le murature romane sommerse, in parte ricoperte, e rese invisibili, dalla posidonia (foto pa-fleg)

Nell’area in corso di indagine è inoltre da evidenziare la presenza di alcune macchie di posidonia, una pianta acquatica tipica del mar Mediterraneo, che sappiamo invece essere sparita negli ultimi anni dalle vicine Terme del Lacus. Pinneggiando tra le concentrazioni maggiori è possibile cogliere il prosieguo delle murature, mentre ben più difficile risulta individuare elementi mobili, occultati tra le foglie o le radici della stessa posidonia. Assumono pertanto particolare significato e utilità gli elementi decorativi, come colonne e pavimenti, messi in luce, gli unici che permettono di avanzare alcuni ipotesi sulla datazione del complesso. È in particolare il pavimento in opus sectile a indirizzarci verso una datazione tra III e IV sec. d.C., su cui le ulteriori ricerche a venire potranno aiutarci nella ricostruzione dell’intera storia di questo settore urbano.

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Una risposta a “Parco sommerso di Baia. Si ampliano le attività di ricerca nell’area delle Terme del Lacus. Trovato un pavimento tardo-antico in opus sectile. Rilievo Multibeam del Ispc-Cnr tra Punta dell’Epitaffio e la Villa dei Pisoni”

  1. italinabacciga dice :

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