Ferrara. Al museo Archeologico nazionale terza visita guidata con Menotti Passarella alla mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo”
Terza visita guidata alla mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo”, al museo Archeologico nazionale di Ferrara, che celebra i cent’anni della scoperta della città etrusca sorta sul delta del Po. Appuntamento sabato 14 gennaio 2023 con Menotti Passarella all’entrata del museo Archeologico nazionale di Ferrara, Palazzo Costabili, alle 14.50-15. Il termine della visita è previsto per le 17: Costo della visita guidata 10 Euro adulti, bambini fino a 10 anni gratuito, minorenni ridotto 5 euro. Chi fosse interessato contatti il 348.3963900 (anche Whatsapp e Telegram). La visita sarà effettuata con qualunque numero di partecipanti. Il biglietto per l’ingresso da fare al momento, costa 8 euro, e consentirà l’accesso al museo nazionale di Ferrara, alla mostra “Spina Etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” e al museo nazionale Etrusco di Marzabotto.

Ceramiche esposte nella mostra “Spina etrusca: un grande porto del Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)
La mostra racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica, porto dalla strategia aggressiva a controllo delle rotte verso occidente (vedi Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica | archeologiavocidalpassato). Come il tragitto per mare dal Pireo fino al Delta del Po, su imbarcazioni percorse da marinai, cariche di contenitori di vino e profumi, ricche di raffigurazioni mitiche ben note agli Etruschi: così comincia il percorso espositivo, accompagnato dalle narrazioni mitologiche che ambientavano qui, alla foce dell’Eridano (antico nome del fiume Po), le tristi vicende di Fetonte e di Icaro, degli eroi greci civilizzatori per antonomasia, Diomede ed Eracle. Gli spineti si facevano seppellire con ricchi corredi di materiali ceramici e bronzei di provenienza eterogenea, che evocavano analoghe scelte nel rituale condivise con le élites aristocratiche degli altri grandi centri etruschi della Penisola. È una rete complessa di echi, di rimandi, somiglianze ed evocazioni quelle che si dipana tra gli oggetti delle tombe da Spina e da Pisa, Adria o Cerveteri. Due mari, Tirreno e Adriatico, due porti, e lo stesso privilegio: come ci tramandano Dionigi e Strabone, entrambe le città etrusche di Spina e Pyrgi (Cerveteri), a cui la mostra dedica un’intera sezione, ebbero l’onore di costruire un donario nel santuario panellenico di Delfi. Sono esposti, tra gli altri, materiali provenienti dal Metropolitan Museum di New York.
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