Torino. Conferenza egittologica in presenza e on line al museo Egizio con il curatore Beppe Moiso su “Gebelein: un’area archeologica vasta e complessa”

torino_egizio_conferenza-gebelein_moiso_locandinaIl sito di Gebelein, in arabo le due montagne, sorge a una trentina di chilometri a sud di Luxor e costituì, già dalle epoche preistoriche, un importante centro abitato che continuò a vivere fino al periodo tolemaico, pur non mancando sepolture ascrivibili al periodo arabo. La spettacolarità di questo luogo, caratterizzato da due possenti rilievi, non mancò di stupire i savant al seguito della spedizione militare napoleonica del 1798, e l’artista Vivant Denon ne rese una bella tavola nella quale è esaltata l’asperità del luogo. Anche il mondo scientifico non tardò ad interessarsi a questo sito, attratto dalle tante antichità che emergevano dal terreno e già nel 1885 Gaston Masperò, allora direttore del Service des Antiquités, inaugurò una serie di ricerche sistematiche, tese a testare l’importanza archeologica del sito. Negli anni seguenti altri ricercatori avviarono improvvisate campagne di scavi, alcune anche illegali, e bisognerà attendere il 1910 perché la concessione di scavo venga rilasciata a Ernesto Schiaparelli, direttore del museo Egizio di Torino. Giovedì 12 maggio 2022, alle 18, nuovo appuntamento, in presenza e on line, con le conferenze del ciclo “Museo e Ricerca. Scavi, Archivi, Reperti”. Beppe Moiso, curatore del museo Egizio e responsabile dell’Archivio Storico, con la conferenza “Gebelein: un’area archeologica vasta e complessa” ci guida alla scoperta del sito di Gebelein. Introduce Christian Greco, direttore del museo Egizio. Ingresso libero in sala Conferenze del museo Egizio fino a esaurimento posti. È gradita la prenotazione scrivendo una email a comunicazione@museoegizio.it (i posti saranno riservati fino alle 18). Sarà necessario indossare una mascherina FFP2. La conferenza sarà trasmessa anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo: https://youtu.be/CYRqM1oSJ7o.

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Operai impegnati nello scavo del sito di Gebelein (foto Archivio museo Egizio di Torino)

La Missione Archeologica Italiana, diretta da Ernesto Schiaparelli, iniziò le sue ricerche agli inizi di gennaio del 1910, esplorando principalmente la sommità e il versante occidentale della prima collina. Sarà tuttavia la successiva campagna di ricerche concentrata sulla seconda collina e affidata al giovane Virginio Rosa, che consentirà lo straordinario ritrovamento di numerose tombe, alcune intatte con i loro corredi funerari. Gli scavi proseguirono nel 1914 e nel 1920, con la presenza dell’antropologo Giovanni Marro, presenza voluta da Schiaparelli stesso per affrontare lo studio del molto materiale osteologico presente sullo scavo. Le ricerche riprenderanno nel 1930 con Giulio Farina per proseguire nel 1935 e 1937. In tempi più recenti il sito venne ulteriormente indagato negli anni 1995, 1996 e 1999 dalla missione del museo Egizio con Anna Maria Donadoni Roveri, con lo scopo di contestualizzare, con scavi, le zone archeologiche esplorate in passato, redigendo nel contempo le mappe archeologiche del territorio. Attualmente l’intera area è oggetto di studio, con estese ricognizioni sul campo, da parte del Gebelein Archaeological Project dell’università di Varsavia che dal 1993, con la direzione di Wojciech Ejsmond, intende completare i rilievi individuando dai pochi resti esistenti, la posizione delle principali tombe. Questo lavoro riveste particolare importanza anche a causa dell’avanzare delle coltivazioni, con l’occupazione di terreni di notevole rilevanza archeologica.

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Una risposta a “Torino. Conferenza egittologica in presenza e on line al museo Egizio con il curatore Beppe Moiso su “Gebelein: un’area archeologica vasta e complessa””

  1. Italina Bacciga dice :

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