“Palmira riaprirà ai turisti entro l’estate 2019”: l’annuncio del governatore di Homs a un anno e mezzo dalla sua definitiva liberazione dall’Isis. A Montereale Valcellina “serata Palmira” in ricordo di Khaled Asaad

Il colonnato di Palmira, punto di sosta per le carovane di viaggiatori e mercanti che attraversavano il deserto siriano
“Palmira riaprirà ai turisti entro l’estate 2019”. L’annuncio del governatore della provincia di Homs, Talal Barazi, è arrivato come un segno di speranza e di raggiunta normalità proprio mentre il mondo è ancora una volta in apprensione con gli occhi puntati sulla Siria per l’acuirsi delle tensioni tra il governo di Assad e le sacche di resistenza ancora presenti soprattutto nella zona di Idlib. Riuscirà Palmira, la “sposa del deserto”, sito Unesco patrimonio dell’Umanità dal 1980, a risorgere dalle sue ceneri? Nell’intervista rilasciata da Talal Barazi a Sputnik News, agenzia di stampa e radio controllata direttamente dal Cremlino, ci sarebbero tutti i presupposti: “Le autorità hanno un progetto per riparare tutti i danni causati all’antica città di Palmira. Questa è la storia del mondo e non appartiene solo alla Siria. Ci sono buone offerte dalle potenze mondiali di restaurare le opere e il valore storico di Palmira. Ritengo che la città sarà completamente pronta a ricevere turisti nell’estate 2019”. I lavori si svolgeranno grazie anche all’Unesco e a Italia, Polonia e Russia che si sono impegnati a offrire assistenza negli sforzi della Siria. Intanto per marzo 2019, assicura Barazi, sarà restaurato anche il mercato centrale di Homs, che ha duemila anni.

La distruzione del tempio di Baal Shimin a Palmira, patrimonio dell’Unesco, da parte dei miliziani dell’Isis
Era il 2015 quando le milizie dell’Isis conquistano Palmira, portando distruzione. Le voci si rincorsero e rimbalzarono in Occidente, ma fu solo con la liberazione di Palmira il 27 marzo 2016 da parte delle truppe di Assad col sostegno fondamentale della Russia che si potè valutare con precisione gli effetti devastanti dell’Isis: in quei mesi di occupazione l’Isis aveva fatto esplodere i templi di Bel, di Baalshamin, l’arco di trionfo e lo spettacolare colonnato nella valle delle tombe. Ma soprattutto non si può scordare l’atto più vergognoso: il 18 agosto 2015 viene decapitato Khaled al Asaad, direttore del museo di Palmira e custode del sito Unesco, giustiziato – come ha dichiarato il prof. Paolo Matthiae, il decano degli archeologi in Siria – per tre motivi: “Perché non aveva rivelato dove aveva nascosto i tesori portati in salvo da Palmira; perché era ritenuto un servo del regine di Assad; perché era custode di un luogo pagano”.

L’immagine satellitare mostra la distruzione della parte centrale del proscenio del teatro antico di Palmira e delle colonne del tetrapilo
Nuovo dramma. Ma nel dicembre 2016, mentre l’attenzione e il grosso delle forze della coalizione erano concentrate nella battaglia di Aleppo, per liberare la seconda città della Siria dove resistevano ancora i ribelli al regime di Assad, l’Isis con un blitz nel deserto si riprendeva il controllo dell’oasi di Palmira (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/01/24/siria-lisis-riconquista-palmira-e-distrugge-il-proscenio-del-teatro-antico-e-il-tetrapilo-condanna-dellunesco-e-dellonu-su-iniziativa-italiana-matthiae-danni-g/). Fu proprio Talal Barazi a dare la notizia. Di colpo tornava l’incubo per possibili nuove distruzioni di antichi monumenti in quello che è uno dei siti archeologici più importanti del Vicino Oriente. La segnalazione da parte di satelliti militari di spostamento di esplosivo nell’area di Palmira fu solo il campanello di allarme di quello che sarebbe successo di lì a pochi giorni. Si arriva così al 20 gennaio 2017. Il telegramma è dell’agenzia ufficiale della Siria, Sana. Ed è uno di quelli che lascia il segno: “L’Isis ha distrutto il proscenio dell’antico teatro romano di Palmira, nella Siria centrale, e il Tetrapilo, una struttura colonnata sempre nel sito archeologico patrimonio dell’Unesco”. Ma questa volta gli islamisti non riescono a radicarsi e a stabilire solide difese e, per questo motivo, il 2 marzo 2017, la bandiera della Repubblica araba siriana torna a sventolare sulle rovine di Palmira. Da quel momento in poi, la situazione sul fronte della sicurezza si è via via stabilizzata. Adesso manca soltanto il ritorno dei visitatori nei monumenti riusciti a resistere alla furia devastatrice dei terroristi.
Serata Palmira. Venerdì 28 settembre 2018, nell’ultimo week end della mostra “Palmira. Sposa del deserto”, a Montereale Valcellina (Pn), serata omaggio al grande archeologo Khaled Asaad. Alle 18.30, nella sala conferenze “Roveredo” a Palazzo Toffoli, il giornalista Graziano Tavan, curatore dell’archeoblog archeologiavocidalpassato, interverrà su “Siria in fiamme. Il caso Palmira. Da Zenobia all’Isis”: sarà un “viaggio” nella storia e nel tempo dai fasti di Palmira nell’antichità, divenuta famosa per una sua regina speciale, Zenobia, all’attuale situazione seguita alla distruzione di gran parte dei suoi monumenti simbolo da parte delle milizie dell’Isis. L’incontro introduce alla visione del film di Alberto Castellani, “Khaled al-Asaad, Quel giorno a Palmira (Italia, 2015; 24’). Il documentario raccoglie le immagini e le impressioni di un viaggio alla volta di Palmira effettuato dal regista nei primi anni del 2000 e riporta tra l’altro l’intervista rilasciatagli allora da Khaled al-Asaad, responsabile del sito e del locale museo, impegnato nella difesa di un patrimonio archeologico che è fra i più importanti e preziosi al mondo, assassinato dai miliziani dell’Isis nel 2015 (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2018/07/24/estate-al-mamv-2018-al-museo-archeologico-di-montereale-valcellina-pn-unestate-ricca-di-storia-cultura-e-divertimento-nel-segno-di-palmira-la-sposa-del-deserto-mostra/).
Tag:Alberto Castellani, Arco di Palmira, film "Quel giorno a Palmira", Graziano Tavan, Khaled Asaad, museo Archeologico di Montereale Valcellina, Palmira, Paolo Matthiae, Talal Barazi, tempio di Baal-Shamin a Palmira, tempio di Bel a Palmira
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Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)
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