Antico Egitto. Scoperta a Tebe-Luxor dalla missione spagnola che opera al recupero del tempio funerario di Thutmosi III, la tomba di un alto funzionario di corte del Terzo Periodo Intermedio con un bel cartonnage

I resti del tempio funerario di Thutmosi III a Deir el Bahari sulla riva occidentale del Nilo a Tebe-Luxor
L’Egitto non finisce mai di stupire: scoperta a Tebe-Luxor la tomba di un alto dignitario dei faraoni risalente al Terzo Periodo Intermedio. Durante la nona campagna di scavo, la missione archeologica spagnola, diretta dall’egittologa Myriam Seco Ælvarez, ha scoperto a Tebe, sulla riva ovest di Luxor in Egitto, una tomba risalente agli inizi del Terzo Periodo Intermedio, vale a dire dell’XI-X sec. a.C.. La sepoltura, alla fine di un breve pozzo, è stata ritrovata lungo la facciata esterna del muro meridionale del tempio funerario del faraone della XVIII dinastia Thutmosi III (1490/68 -1425 a.C.), a Deir el-Bahari, vicino al tempio funerario di Hatshepsut. Lo ha reso noto il ministero delle Antichità egiziano. “La tomba, molto piccola, 80 centimetri di altezza e 60 di larghezza, è in ottimo stato”, assicura Mahmoud Afifi, direttore del Dipartimento delle Antichità locale. “Al suo interno è stato trovato un sarcofago deteriorato con una mummia ben conservata di un alto funzionario di corte, Amon-Renef “Servitore della Real Casa”, avvolto in una bel cartonnage colorato”.

Il bel cartonnage dell’alto funzionario Amon-Renef scoperto nella tomba lungo la facciata esterna del tempio di Thutmosi III dalla missione spagnola di Myriam Seco
“Abbiamo trovato la nicchia al di fuori del perimetro sud del muro del tempio”, racconta Seco che dal 2008 è co-direttore della missione che ha l’arduo compito di recuperare il tempio funerario del più grande faraone di tutti i tempi. “Il sarcofago antropomorfo è stato mangiato dalle termiti. Si sono conservati solo un poco dei piedi e del viso. Al suo interno, però, è stato trovato un cartone molto fragile, che mantiene ancora la sua vivida decorazione: è una vera bellezza”. Il rivestimento di cartonnage è stato usato nell’Antico Egitto a partire dal Primo periodo intermedio per realizzare le maschere funerarie. È stato proprio dallo studio preliminare del cartonnage che si è potuto sapere qualcosa di più preciso sul proprietario della sepoltura. “Vi sono riportati tutti gli elementi della religione egizia. Appaiono i simboli solari, come il disco solare o il cobra; le dee protettive Iside e Nefti con le loro ali spiegate; i quattro figli di Horus incaricati di custodire le viscere del defunto; i falchi protettori sempre con le ali spiegate”. E poi ricorda l’egittologa sivigliana: “Abbiamo anche trovato associati degli oggetti ascrivibili al Terzo Periodo Intermedio. Per questo gli studi preliminari collocano la sepoltura intorno all’XI-X secolo a.C. Ma necessitano ovviamente studi più approfonditi”. Intanto sappiamo che il defunto si chiamava Amon-Renef e portava il titolo di “Servitore della Real Casa”. È stata una figura importante nella corte: si prendeva cura di tutto.
Il poco spazio disponibile nella tomba ha complicato il lavoro degli archeologi. “Immaginate le posture scomode che hanno dovuto adottare i due restauratori che hanno lavorato nella nicchia, con l’ulteriore difficoltà che si doveva muoversi, entrare e uscire senza toccare il cartonnage” riprende la direttrice Seco. “Abbiamo lavorato per una settimana per rimuovere il cartonnage intatto”. Durante il delicato processo, gli esperti hanno coperto la maschera funeraria con una garza, prima di essere recuperata e inviata al laboratorio. “Ora è fondamentale intervenire sul cartone con l’iniezione di prodotti che ne garantiscano la conservazione. Dovremo farlo prima della fine della campagna di scavo”.
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