Iran. Allarme degli archeologi: Persepoli rischia di sprofondare. Lo sfruttamento indiscriminato della falda per usi agricoli potrebbe provocare fenomeni di subsidenza. Il prof. Callieri che scava a Tol-e Ajori: “Sono preoccupato”

Il fascino di Persepoli, la capitale achemenide voluta dal re Dario

Il fascino di Persepoli, la capitale achemenide voluta dal re Dario

Allarme rosso per Persepoli. Rischia di sprofondare l’area archeologica in cui si trovano le vestigia dell’antica capitale voluta da Dario I e le tombe rupestri monumentali dei re achemenidi di Naqsh-e Rostam. È dunque sempre più reale il pericolo subsidenza, fenomeno che preoccupa non poco gli studiosi italiani impegnati nella zona: colpa della siccità e dello sfruttamento indiscriminato delle falde. Proprio nei giorni scorsi è scattato l’allarme amplificato dai media iraniani e dalla televisione di Stato Irinn per l’allargarsi di una delle fratture che già si erano aperte nel terreno, lunga 200-300 metri e profonda circa un metro: fenomeno che gli esperti, riportano sempre i media iraniani, riconducono alla siccità e all’uso massiccio e illegale delle falde acquifere. A parlarne è stato in particolare il quotidiano Etemaad. “Quando gli esperti dell’Institute for East Studies di Chicago fecero rinascere una parte della storia di questo Paese”, scrive il giornale, a proposito dei ricercatori che diressero gli scavi sistematici dell’area negli anni Trenta del Novecento, “probabilmente non pensavano che un giorno la siccità e la cattiva gestione avrebbero danneggiato gli esiti dei loro sforzi e ne avrebbero scosso i pilastri”. Principali imputati sono i pozzi scavati illegalmente nella zona, nonostante l’Organizzazione iraniana per i Beni culturali abbia cercato di ostacolarli ancor prima che scattasse l’allarme rosso. E oggi, secondo sempre fonti di stampa iraniana, sarebbero ben 16mila i pozzi presenti nella pianura di Marvdasht, in cui sorge Persepoli, e la metà non sarebbe autorizzata.

L'impressionante frattura nella piana di Persepoli a un passo dalla terrazza: frame dal video della tv di Stato iraniana Irinn rilanciato dall'Ansa

L’impressionante frattura nella piana di Persepoli a un passo dalla terrazza: frame dal video della tv di Stato iraniana Irinn rilanciato dall’Ansa

Ma questa fenditura che si apre nella piana di Persepoli a un passo dalla grande terrazza non sarebbe la prima. Fonti dei media iraniani ricordano che un’altra frattura simile si era verificata alcuni anni fa a soli 250 metri dalla piattaforma rocciosa su cui sorge la capitale achemenide. E nonostante il Consiglio tecnico di Persepoli non permetta lo scavo di nuovi pozzi, pressioni in senso contrario sarebbero giunte dall’Organizzazione regionale per l’acqua che ne avrebbe autorizzati di nuovi. Il problema è che se fino a qualche anno fa bastava scendere fino a 50 metri sotto terra per pescare l’acqua, ora si arriva anche ai 200.

Il prof. Pierfrancesco Callieri sul sito di Tol-e Ajori, a tre chilometri e mezzo da Persepoli

Il prof. Pierfrancesco Callieri sul sito di Tol-e Ajori, a tre chilometri e mezzo da Persepoli

“Sono molto preoccupato per il futuro, anche perché in Iran manca ancora una cultura del risparmio dell’acqua”, interviene Pierfrancesco Callieri dell’università Alma Mater di Bologna co-direttore con Alireza Askari Chaverdi dell’ateneo di Shiraz, della missione congiunta irano-italiana a Persepoli, nel quadro dell’accordo tra il dipartimento dei Beni culturali (DBC) dell’università di Bologna e l’istituto di Ricerca dei Beni culturali dell’Iran (RICHHTO) col contributo economico dell’Università di Bologna, del MAECI, della Fondazione Flaminia di Ravenna e della Lighthouse-Group (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/05/27/iran-contrafforte-o-muro-di-recinzione-la-porta-monumentale-di-tol-e-ajori-vicino-a-persepoli-regala-nuove-scoperte-ma-anche-nuovi-interrogativi-progetti-e-ambizioni-della-missione-diretta-da-ali/). Callieri sta scavando a Tol-e Ajori una porta monumentale copia della porta di Ishtar a Babilonia, che al momento sembra il più antico monumento achemenide conosciuto, probabilmente dell’epoca di Ciro, sicuramente precedente la fondazione di Persepoli nel 518 a.C. “Il sito di Tol-e Ajori si trova a 3,5 chilometri dalla terrazza di Persepoli”, spiega Callieri, “all’interno di una più vasta area sottoposta a vincoli per gli agricoltori. Vincoli che saranno più accettabili, grazie al fatto che l’area degli scavi è stata acquistata dal governo e si potrà costruire una tettoia di protezione”. Dalla terrazza di Persepoli e dalla montagna in cui sono scavate le tombe dei re achemenidi, relativamente protetti dal rischio subsidenza, gli scavi cominciano dunque ad estendersi verso la più vulnerabile pianura, alla ricerca di Parsa, la città vera e vissuta che affiancava la città-palazzo monumentale voluta da Dario.

Una pompa impegnata a succhiare acqua dalla falda nella piana di Persepoli

Una pompa impegnata a succhiare acqua dalla falda nella piana di Persepoli

Con lo svuotamento delle falde il rischio è dunque quello della subsidenza, che può anche danneggiare le antiche pietre. Un fenomeno quest’ultimo che studiano gli archeologi italiani dei laboratori per il restauro della pietra aperti di recente dall’Istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr) di Roma nella vicina Pasagarde, la prima capitale achemenide voluta da Ciro il Grande che si fece seppellire in una tomba monumentale, nell’ambito di un progetto predisposto in collaborazione con l’Iranian Cultural Heritage Organization. A monte della crisi anche le attività agricole e la coltura intensiva del riso, la gestione della diga di Sivand e il prosciugamento dei fiumi prima usati per irrigare i campi. “I danni seri sono già iniziati”, sottolinea Kourosh Mohammadkhani, uno degli esperti citati dal quotidiano iraniano. “Ma se non si possono fermare le attività agricole, il governo può però comprare gradualmente le terre”. Come sta facendo a Tol-e Ajori, “la Persepoli prima di Persepoli”.

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2 risposte a “Iran. Allarme degli archeologi: Persepoli rischia di sprofondare. Lo sfruttamento indiscriminato della falda per usi agricoli potrebbe provocare fenomeni di subsidenza. Il prof. Callieri che scava a Tol-e Ajori: “Sono preoccupato””

  1. Italina Bacciga dice :

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