A Saqqara, in Egitto, scoperte due nuove tombe della VI dinastia: appartenevano a due sacerdoti di 4mila anni fa

La tomba del sacerdote Ankhti, trovata nella necropoli di Saqqara: visse sotto il faraone Pepi II (VI dinastia)

La tomba del sacerdote Sa Bi, trovata nella necropoli di Saqqara: visse sotto il faraone Pepi II (VI dinastia)
Straordinarie incisioni con le immagini delle offerte agli dei, ricche di colori ancora incredibilmente vivaci a più di 4mila anni dalla loro creazione. Ritrovate da una missione archeologica francese nel sud della importante necropoli di Saqqara, riemergono in Egitto due nuove importanti sepolture. Si tratta, annuncia il ministro delle antichità Mamdouh El Damati, di tombe appartenenti a due sacerdoti, Ankh-ti e Sa Bi, della VI dinastia del faraone Pepi II (2240- 2150 a.C.). In entrambe sono stati ritrovati scheletri dei defunti, anche se gettati in terra, cosa che denuncia il passaggio di ladri. Molto ricche risultano però le incisioni a colori, che hanno come soggetto le offerte alle divinità: carne, pollame, verdure, frutta, pane, contenitori di latte e grandi orci con l’olio.
Saqqara è una vasta necropoli situata in Egitto a 30 km a sud della città moderna del Cairo. Il monumento di maggior rilievo è la piramide a gradoni di Zoser, considerata la più antica tra le piramidi. La necropoli copre un’area di circa 7 × 1,5 km. Mentre Menfi fu la capitale del Regno Antico, Saqqara ne fu la necropoli reale almeno fino alla III dinastia. Sebbene sostituita dalla necropoli reale di Giza e, in seguito, da quella della Valle dei Re presso Tebe, rimase un importante località di seppellimento e culto per più di 3000 anni fino al periodo Tolemaico ed all’occupazione romana. Le più antiche sepolture di nobili risalgono alla I dinastia ma è solo con la II che compaiono sepolture reali tra cui quelle di Hotepsekhemwy e Ninetjer (i reperti di maggior interesse risalgono comunque alla III dinastia e comprendono appunto la piramide di Djoser).
Le due tombe dell’Antico regno, risalenti alla VI dinastia, scoperte nel sito di Tabbet al-Guesh (o Tabit El-Geish), all’estremità meridionale della necropoli di Saqqara, appartengono dunque a sacerdoti dell’epoca di Pepi II (2240-2150 a.C.). Il ritrovamento è stato fatto dalla spedizione archeologica dell’IFAO (Institut Français d’archéologie Orientale), diretta dall’egittologo Vassil Dobrev. In entrambe le tombe vi sono scene e liste di offerte rituali, tra cui i cosiddetti sette oli sacri usati durante la cerimonia di apertura della bocca, un rito funerario che garantiva al defunto la vita eterna.

Intensi i colori anche nelle raffigurazioni della tomba del sacerdote Sa Bi, trovata nella necropoli di Saqqara
La prima tomba appartiene a un sacerdote chiamato “Ankhti”, dove è stato trovato un pozzo funerario profondo 12 metri, mentre nella seconda tomba, di un altro sacerdote di nome “Sabi”, il pozzo era profondo 6 metri. In entrambe le camere sepolcrali i resti umani sono stati trovati sparsi, segno di saccheggio e devastazione durante la VII o l’VIII dinastia. Sono stati recuperati alcuni vasi di alabastro, oltre ad altre offerte in ceramica. Secondo Dobrev, direttore della missione, la parte superiore delle tombe era stata costruita con mattoni di fango, mentre le camere sepolcrali erano state tagliate nel sostrato roccioso. L’egittologo, grande conoscitore della zona, scava da anni a Tabbet al-Guesh, alla ricerca della piramide perduta del misterioso faraone Userkare.
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